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Autore: ___Page    16/08/2014    4 recensioni
Una supernova!
Come era possibile che i suoi due più vecchi compagni, i suoi due più cari amici fossero considerati dei pericolosi criminali a livello mondiale?!
Non se ne capacitava.
Da pirata qual era, si rendeva conto che era come se fossero state delle superstar.
Zoro e Rufy delle superstar!
Le sfuggì una risatina a quel pensiero tanto assurdo.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SUPERNOVA
 
 
 
 
Lo guardava da lontano, nascosta dietro un angolo, stropicciando tra le mani il suo avviso di taglia.
Fissava quel volto così noto e improvvisamente sconosciuto.
Guardava quella persona che per lei era un suo affidabile e leale Nakama, una certezza, e per il resto del mondo incarnava da sempre un soggetto pericoloso.
Ricordava quanto anche lei fosse rimasta colpita la prima volta che lo aveva incontrato, sentendo il suo nome e associandolo immediatamente a quello del Cacciatore di Pirati del Mare Orientale. Ma quel brivido freddo che le aveva attraversato la schiena, suo malgrado, aveva avuto vita breve all’epoca, perché la temibile bestia che gli era stata dipinta tante volte era in realtà un ragazzo di vent’anni, con dei buffi capelli verdi che le aveva appena salvato la vita e si stava preoccupando di informarsi sul suo stato di salute. Niente di temibile, niente di bestiale. Se poi ci si aggiungeva che era alleato con quel baka di gomma…
Ma ora era tutto diverso.
Una supernova!
Come era possibile che i suoi due più vecchi compagni, i suoi due più cari amici fossero considerati dei pericolosi criminali a livello mondiale?!
Non se ne capacitava.
Da pirata qual era, si rendeva conto che era come se fossero state delle superstar.
Zoro e Rufy delle superstar!
Le sfuggì una risatina a quel pensiero tanto assurdo.
Eppure…
Si era appena resa conto che non c’era nei sette mari uomo, donna o bambino che all’udire i loro nomi non avrebbe tremato, di paura o di eccitazione all’idea della quantità di berry che avrebbe guadagnato chi fosse riuscito a catturarli.
Sarebbero stati tra i modelli che le nuove generazioni di pirati avrebbero seguito un domani.
Era qualcosa che andava al di là della sua comprensione. Era come se entrambi si fossero scissi in due persone diverse, il ragazzo e la supernova.
Ma in realtà erano la stessa persona. Le loro due identità convivevano nei loro corpi. Corpi che lei percuoteva a suon di pugni e calci senza tanti complimenti da sempre.
E da sempre loro glielo permettevano.
Soprattutto Zoro.
E adesso?! Le avrebbe ancora permesso di farlo?! Di prenderlo a pugni, di dargli ordini, di ricattarlo.
Lei che ricattava una pericolosa supernova!
Beh perché no?! Non era certo tipo da farsi intimidire!
Ma non era quello il problema, lo sapeva bene.
Il problema era che temeva per il loro rapporto.
Ricordava fin troppo bene l’espressione soddisfatta dello spadaccino alla visione della sua prima taglia.
Una bazzecola in confronto a quella attuale.
Cosa avrebbe detto e fatto ora?! Come avrebbe reagito di fronte alla notizia che, tra miliardi di pirati partiti alla volta del Grande Blu, lui, proprio lui, aveva l’onore di fare parte di quella ristretta cerchia che comprendeva appena undici elementi?!
Ne sarebbe andato fiero, questo era certo.
Ma sarebbe cambiato?! Con loro?! Con lei?!
Sarebbe stato ancora il suo buzzurro?!
Non riuscì a trattenere un sospiro.
Se non fosse stato per Thriller Bark, non avrebbe mai realizzato cosa provava davvero per Zoro e ora non sarebbe stata lì a farsi divorare da mille dubbi e domande.
Ma in fondo sapeva bene quale fosse la risposta più plausibile.
Era vero che, nonostante l’apparente mancanza di interesse del buzzurro nei confronti  dell’universo femminile e la sua totale devozione alla sua promessa, fino a quella mattina aveva sperato, per quanto flebilmente, di essere magari un giorno ricambiata.
Ma ora anche quell’ultimo filo a cui si era aggrappata si era spezzato.
Che cosa avrebbe mai potuto trovarci un uomo come Zoro, così forte, leale, coraggioso e ora, per giunta, un pirata di prim’ordine, conosciuto e temuto in tutto il mondo, in una come lei?
Una marmocchia, il cui principale talento era prevedere una tempesta e tracciare qualche riga su dei fogli con precisione.
Una ladruncola, che non era nemmeno riuscita a salvare il proprio villaggio senza un aiuto esterno.
Una mocciosa.
Questo era e sempre sarebbe stata per lui.
Quando la guardava lui non vedeva una giovane donna desiderabile ma una ragazzina. La ragazzina che aveva salvato tante volte, facendola innamorare sempre di più senza che nessuno dei due se ne rendesse conto.
E ora?!  Se lui non avesse più accettato il loro rapporto così com’era, per quanto unico e particolare?! Se non avesse più tollerato i pugni, i ricatti, gli ordini?!
Sarebbe cambiata! Tutto, tutto pur di non perderlo, pur di averlo accanto, come amico e Nakama.
Basta con i cazzotti, lo shopping forzato, le minacce!
Era persino disposta a cancellare il suo debito!
Sì sarebbe cambiata!
Sospirò, decidendosi a darsi una mossa per raggiungere Zoro alla taverna dove si era fermato per bere un boccale di birra, accomodandosi a uno dei tavolini all’aperto, consentendole di contemplarlo da lontano mentre si martoriava il cervello con quei pensieri e quelle riflessioni.
Era talmente assorta che non si rese conto dei passi alle sue spalle, finché una mano non l’afferrò per la spalla, facendola girare a forza.
-Ehi!!! Ma che cavolo…-
Spalancò gli occhi, inorridita, nel trovarsi di fronte una dozzina di sudicie facce ghignanti che ad altri non potevano appartenere se non a cacciatori di taglie.
-Ciao rossa!- la salutò quello che la teneva per la spalla.
Lo fulminò con lo sguardo, sopprimendo la smorfia di dolore che rischiava di assumere vista la sensazione sgradevole delle dita di quel tizio che si infilavano nella carne della sua spalla.
Portò rapida una mano verso il Clima Takt, ma uno dei cacciatori fu più svelto.
-Eh no, gattina! Questo lo prendo io!- disse sfilando i tre pezzi blu dal supporto di cuoio che li teneva agganciati alla coscia e lanciandone due ad altrettanti suoi compagni, prima di mettersi a giocherellare con il terzo pezzo, lanciando in aria e riprendendolo.
Merda, adesso era veramente nei guai!
Si guardò intorno frenetica, cercando una via di fuga, o un viso noto tra coloro che passeggiavano sulla via principale.
Non voleva coinvolgere dei civili o altri pirati, che potevano rivelarsi potenzialmente peggiori di quegli stessi cacciatori di taglie, in una baruffa nella quale, volente o nolente si sarebbe ritrovata in mezzo.
-Guarda un po’ a quale ciurma appartiene la nostra bella micetta rossa!- ordinò il tizio, a uno dei compagni alle sue spalle.
-C-come?! Pensate che sia una pirata?!- domandò con finta sorpresa prima di scoppiare genuinamente a ridere -Vi state sbagliando! Io sono solo una turista!- affermò, facendo gli occhi da cerbiatto per apparire il più innocente possibile.
-Ma davvero?!- domandò quello che si era messo a sfogliare gli avvisi di taglia, girando un foglio spiegazzato e ingiallito che la ritraeva con le mani a coppa a trattenere i capelli sulla nuca, le braccia sollevate e un sorriso malizioso in viso.
Deglutì rumorosamente, senza riuscire a celare il proprio nervosismo e la propria paura.
-Nami, la Gatta Ladra, navigatrice di Cappello di Paglia, 16 milioni di berry- lesse con interesse il capo di quei manigoldi -Interessante! Davvero interessante!-
Nami lo fissò per un attimo in cagnesco prima di riprendere a divincolarsi come un’ossessa.
-Lasciami lurido maiale!!!-
-E falla finita!- le intimò aumentando la presa e facendole ancora più male -Adesso tu fai la brava bambina e vieni con noi, d’accordo?!-
Nami lo guardò indignata.
Ma cosa faceva?! La trattava come una marmocchia?!
Gonfiò i polmoni mentre mentalmente gli rivolgeva una sequela di insulti molto poco educati e poco femminili.
-Non credo proprio-
Si bloccò con la bocca già mezza spalancata, sentendo quella voce.
In contemporanea con i suoi aggressori, si girò verso la fonte del suono e un moto di sollievo si impadronì di lei nel riconoscere la figura alta e muscolosa che si stagliava davanti a loro, sulla strada principale.
-Lasciala!- intimò Zoro, le mani posate sull’elsa delle katane e uno sguardo omicida.
-Roronoa Zoro, l’ex Cacciatore di Pirati!- disse il cacciatore, ghignando sadico, senza mollare la presa su Nami -Un gran bel bottino oggi, ragazzi! Su prendetelo!-
Il samurai ghignò divertito, mentre si piegava in posizione d’attacco.
-Mossa sbagliata- mormorò, pronto alla controffensiva.
Non si prese nemmeno il disturbo di chiamare l’attacco, si limitò ad estrarre due delle sue tre katane e con un paio di fendenti ben assestati si liberò in pochi attimi dei nemici, sollevando terra e polvere tutto intorno.
Il capo della banda lo fissava sconvolto e a bocca aperta senza tuttavia decidersi a lasciar andare la navigatrice.
-Oh kami…-
-Pensavi che i 120 milioni di taglia glieli avessero assegnati tramite estrazione?!- domandò sarcastica, senza riuscire a trattenersi e riportando, stupidamente, l’attenzione del cacciatore su di sé.
Fece appena in tempo a capire dall’espressione dell’uomo di aver commesso un errore madornale a fare l’ironica anziché approfittarne per liberarsi, che si ritrovò una lama argentata puntata contro la giugulare mentre il suo aggressore cambiava posizione e si portava alle sue spalle, tenendola ferma contro di sé e puntandole un coltellaccio alla gola.
-Getta le katane!- ordinò a Zoro il quale era ancora intento a ringuainarle con cura e attenzione.
Nami lo vide portare lo sguardo su di loro e sollevare un sopracciglio interrogativo.
Che cosa gli prendeva adesso?! Voleva darsi una mossa a salvarla oppure no?!
-Ma che ci fai ancora lì?!- domandò alla Nakama, facendole strabuzzare gli occhi.
-Ma sei scemo?!?!?! Non vedi che mi tiene un coltello puntato alla gola?!?!- sbraitò furibonda, gli occhi bianchi e i denti a squalino.
-Certo che lo vedo!- rispose Zoro, portando le mani ai fianchi -Solo non capisco perché non ne hai approfittato per liberarti prima-
-Ma vuoi farla finita e aiutarmi stupido baka dalla testa ammuffita?! Sanji lo avrebbe già messo al tappeto!-
Il cacciatore di taglie non credeva alle sue orecchie e continuava a spostare uno sguardo a dir poco esterrefatto da uno all’altra, mentre i due continuavano a parlare e discutere come se niente fosse.
-Sì, ma Sanji non è qui e poi mi sembra tu ti diverta molto di più a farti salvare da me- affermò provocatorio e ghignante.
-Ma io ti…- cominciò Nami, esasperata e tremante di rabbia, ma si bloccò quando sentì la lama premere più a fondo nella pelle della gola mentre, simultaneamente, Zoro perdeva il ghigno e tornava mortalmente serio e terribile.
-Volete finirla di parlare come se nemmeno fossi qui?! Cosa credete, che stia scherzando?! Metti giù le katane, Roronoa!-
Zoro rimase in silenzio qualche istante.
-Nemmeno io scherzavo quando ti ho detto di lasciarla- mormorò, calmo ma furente.
-Ma davvero?! E sai cosa me ne fotte! Sono io che dirigo il gioco chiaro?! E ora fa come ti ho detto o taglio la gola alla tua compagna!- minacciò, facendole spalancare gli occhi e deglutire a vuoto.
-Non è una mia compagna- rispose il samurai, senza scomporsi e facendole sgranare ancora di più le iridi nocciola.
Che cosa cavolo stava dicendo?!
Era solo impazzito o aveva in mente qualcosa?! 
E cosa poi?!
Pensava forse che dicendo che non erano compagni l’avrebbero liberata?!
Era evidente che da preda era diventata esca dopo l’apparizione di Zoro ma non poteva credere che lo spadaccino fosse davvero così imbecille. Lo sapevano che erano compagni! Avevano gli avvisi di taglia e poi era palese da come si erano parlati!
Se non fosse stata in quella brutta situazione si sarebbe data una manta in faccia per l’esasperazione.
-Come hai detto?!- domandò il cacciatore, sicuro di aver capito male.
-Ho detto…- cominciò il verde, avanzando verso di loro -… che non è una mia compagna…-
-Razza di baka cosa diavolo stai…- cominciò la rossa, incapace di trattenersi oltre e pronta a fargli notare quanto fosse idiota e inutile quella strategia.
-…ma la mia donna- concluse il samurai.
La navigatrice rimase interdetta.
Cosa aveva detto?!?! Come l’aveva definita?!?!
Stava scherzando?!
A giudicare da come la guardava in quel momento, si sarebbe proprio detto di no.
Lo guardò con occhi colmi di incredulità mentre un sorriso di pura gioia le si disegnava sul volto, in risposta al ghigno sghembo che ora le stava rivolgendo.  
Non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso mentre una silenziosa e muta comunicazione passava attraverso i loro sguardi e i loro corpi. La situazione era così lampante che persino il cacciatore di taglie, poco avvezzo a cose come l’amore e compagnia bella, si rese conto di cosa stava succedendo, indignandosi all’inverosimile per la poca considerazione che quei due gli stavano dando.
-Ehi! Voi due! Volete farla fin…-
Fiato e parole gli si mozzarono in gola quando la navigatrice gli pestò un piede, tirò una gomitata all’inguine e una testata sul naso.
-Ka-mi…- gemette con voce soffocata, accasciandosi a terra.
-Ma falla finita tu, guastafeste!- gli sbraitò contro la rossa, contrariata e furibonda per aver visto interrotto quel momento idilliaco che stava vivendo con Zoro.
Si girò a guardarlo di nuovo, fissandolo estasiata e cercando di metabolizzare pienamente ciò che aveva appena scoperto.
Zoro l’aveva definita la sua donna!
Non riusciva a crederci.
Zoro era suo!
Il suo buzzurro!
Si era innamorato di lei nonostante tutto, i cazzotti, i ricatti, il suo modo di fare autoritario!
Oh andiamo! Di cosa si stupiva?!
Lei era una donna bellissima e irresistibile, nessuna sorpresa che fosse rimasto stregato! 
Lo vide avvicinarsi strafottente, continuando a ghignare. Attese che fosse a un paio di passi di distanza e poi si mosse verso di lui, gli occhi che brillavano per l’emozione.
Gli afferrò le mani, obbligandolo a sciogliere l’intreccio delle braccia al petto, e incastrando le loro dita. Lo strattonò delicatamente finché non si trovarono fronte contro fronte.
-Mocciosa…- la chiamò con voce roca.
-Zoro…-
Lo spadaccino aveva cominciato ad avvicinare le labbra alla bocca della compagna, socchiudendo gli occhi, ma si bloccò interdetto quando la sentì pronunciare con voce allegra e trillante.
-Accompagnami a fare shopping!-
-C-che cosa?!-
Veramente voleva andare per negozi?!
Nel momento in cui aveva visto la sua reazione a quelle parole, aveva pensato che avrebbero fatto ben altro! A meno che per “fare shopping” non intendesse…
Nah!
Se la conosceva bene, e la conosceva bene, quando Nami diceva “fare shopping” intendeva proprio “fare shopping”.
Ma col cavolo che l’avrebbe accompagnata!
Non aveva nessuna voglia di girare sotto quel sole cocente!
Se non fosse stato per aiutarla, non si sarebbe nemmeno mosso dal suo posto all’ombra, fuori dalla taverna!
E poi lui era una delle undici supernove!
Si era mai vista una supernova fare da portaborse a una mocciosa?!?!
Non credeva proprio!
-Scordatelo!- rispose risentito, facendola subito imbronciare.
-Non era una domanda!- disse, mettendo le mani sui fianchi.
-Beh io non ho nessuna intenzione di accompagnarti!-
-Sì che mi accompagni invece!-
-Nami! Ho detto no!-
-Mi lasceresti davvero andare in giro da sola?! Dopo quello che è appena successo?!-
-Oh andiamo! Sono intervenuto solo perché ti hanno colto alla sprovvista! Sei perfettamente in grado di difenderti da sola con quel tuo Perfect coso!!!-
-Ci sono le supernove in giro!!!-
-E allora appiccicati il mio avviso di taglia sulla maglia e scrivici sopra “Sono la sua donna! State alla larga!”!- concluse, voltandosi per tornare all’osteria.
Nami sgranò gli occhi indignata.
-Ti aumento il debito!- sbraitò furibonda, facendolo bloccare.
Lo vide voltare appena il viso verso di lei, per poi stringersi nelle spalle.
-Fa pure! Ti devo tanti di quei soldi che una vita non mi basta! Un po’ di più o un po’ di meno che differenza potrà mai fare?!-
Che cosa?!?! Da quando in qua ragionava così?! Da quando in qua il debito non era più un valido ricatto?!
Soffiò infastidita dal naso, caricando un pugno fumante, pronta ad appiattirlo al suolo ma un’improvvisa idea la fece arrestare.
Incrociò le braccia sotto al seno, assottigliando lo sguardo e sorridendo maliziosa.
-E allora stanotte dormi da solo!-
Una luce di trionfo le illuminò le iridi nocciola quando vide il samurai immobilizzarsi di nuovo, stavolta chiaramente colpito dalle parole della Nakama.
-Che… che vuoi dire?!- chiese preoccupato senza voltarsi.
-Hai capito benissimo! Invece…- proseguì esaminandosi le unghie di una mano -…se mi accompagnassi a fare shopping… potresti anche aiutarmi a scegliere cosa indossare stasera…- sollevò lo sguardo e un sopracciglio verso di lui, ridendo sadica.
In un attimo Zoro tornò sui suoi passi e la superò spedito diretto verso il centro commerciale.
-Dai muoviti… prima torniamo alla nave meglio è…- sussurrò, pregustandosi già la ricompensa per averle portato i sacchetti tutto il santo giorno.
Nami lo seguì correndo, felice e trionfante.
Pazzesco! Non era mai riuscita a convincerlo così in fretta! Possibile che non ci avesse mai pensato prima?!
Cioè era vero che prima il loro rapporto era molto meno chiaro e definito però…
Oh beh, poco importava!
Da quel momento in avanti avrebbe saputo come convincere il suo buzzurro ad accompagnarla in giro o ad aiutarla nell’agrumeto.
Funzionava anche meglio del debito!
E poi… pensò non riuscendo a trattenere un sorriso malizioso …ho l’impressione che sia molto più piacevole e soddisfacente per tutti e due.
  
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