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Autore: auroramyth    16/08/2014    4 recensioni
Un'artista squattrinata e una rockstar in cerca di pubblicità. Sarà amore?
[dal capitolo 2]
-Ciao, Alyx. Benvenuta. Accomodati.-
-Mi scuso per il ritardo, le lezioni sono state interminabili oggi.-
-Non preoccuparti. Desideri qualcosa?-
-Sì, che arriviamo subito al dunque. Sapete, ho una certa fretta… gli impegni universitari sono molti.-
-Bene, dunque. Non perdiamo tempo. Bill e io siamo qui per farti una proposta, so che è un po’ inusuale, ma è una emergenza.-
-Sto ascoltando.-
-Vorremmo proporti un accordo.-
-Un accordo?-
E' la mia prima ff... spero che vi piacerà!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9
 
-Bill, devo dirti una cosa…- esordì Alyx un giorno, entrando in casa dei Kaulitz.
-Dio, quel tono così serio mi sta spaventando a morte… comunque dimmi…-
-Vorrei andare a New York per tre giorni…-
-Tutto qui?!-
-Eh, sì…-
-Ah, beh, se è solo questo, ok…-
-Non sei arrabbiato con me?-
-No, affatto… dovrei?-
-Ti sto dicendo che ti lascio per tre giorni…-
-Sono solo tre giorni… mica per sempre!- esclamò Bill.
Non capiva perché pensasse che si sarebbe infuriato per questa cosa. È vero che avevano un accordo, ma mica prevedeva che stessero insieme ventiquattro ore al giorno per tutti i giorni!
-Piuttosto… li hai i soldi?-
-Cristo, Bill!-
-Che c’è?!-
-Non sei mica mio padre! Solo lui può farmi questa domanda!-
-D’accordo… non te la farò più… ma… li hai?-
-Adesso ti uccido! È tutto pagato dall’università… non voglio un altro assegno da te questo mese…-
-Ok… Allora… cosa succede di bello a New York?-
-C’è una mostra e una conferenza sui costumi e le scenografie che quelli del corso di arte sono tenuti ad andare a vedere…-
-Sembra interessante…-
-Lo è…-
-Bene, quando parti?-
-Ho il volo domani mattina a mezzogiorno…-
-È per questo cha hai la valigia con te, oggi?-
-Beh, pensavo di partire direttamente da casa tua, dopo aver dormito qui insomma… visto che stasera dobbiamo anche uscire con i tuoi amici…-
-Va bene… dammi il trolley che te lo porto in camera…-
 
Quella sera si trovarono a un bar sulla Hollywood Boulevard alle nove.
Tom e Ria arrivarono una mezzora dopo e la serata iniziò.
Doveva ammettere che erano tutti simpatici gli amici di Bill e per una sera decise di lasciarsi andare, senza pensare alle conseguenza delle sue azioni.
Era stufa di essere sempre seria e guardinga. Per una volta voleva godersi una normale uscita serale, godendosi la compagnia di tutte quelle persone simpatiche e divertenti.
Dopo il primo drink ne venne consumato un secondo e dopo il secondo un terzo.
Anche Bill sembrava molto più disinvolto del solito e la toccava spesso. Una mano sul braccio, sulla spalla, tra i capelli ad accarezzarle la nuca.
Dentro di lei si risvegliò un desiderio a lungo rimasto sopito.
Erano secoli ormai che non permetteva più a se stessa di provare piacere al tocco di un ragazzo, anche se Bill più volte aveva minato al suo ferreo controllo.
Come quella volta a casa dei genitori di lei.
Bill, anche lui un po’ brillo e decisamente disinibito, la afferrò per i fianchi e la fece sedere sul suo grembo. Lei si accomodò su di lui stile amazzone e cinse le sue spalle con un braccio.
Bill  le sorrise e le diede un bacio sul collo che a lei piacque.
Milioni di farfalle si addensarono nello stomaco di Alyx e Bill diede libero sfogo alla sua attrazione per lei repressa.
L’alcol li rese audaci.
Si baciarono, sulla bocca, spesso e con sempre maggior foga.
-Prendetevi una stanza!- li prese in giro Tom, stufo di tutte quelle pubbliche effusioni davanti ai suoi occhi e a quelli dei loro amici.
-Sai, fratello? Credo proprio che lo faremo!- gli rispose Bill con un sorriso osceno sulle labbra, alzandosi in piedi e tirandosi dietro anche lei.
-Bill!- urlò lei sconvolta e vagamente divertita.
Uscì dal locale e fermò un taxi con la mano.
Si accomodarono sui sedili posteriori e Bill diede in fretta l’indirizzo della sua villa.
Durante il viaggio non riuscirono a smettere di guardarsi,  toccarsi, accarezzarsi e baciarsi, sotto lo sguardo un po’ divertito e un po’ seccato dell’autista.
Quando arrivarono a destinazione Bill pagò profumatamente l’autista, per il disturbo arrecatogli nel costringerlo a sorbirsi la loro scenata da ragazzini arrapati.
Durante il tragitto dal ciglio della strada alla porta d’ingresso della villa Alyx inciampò tre volte e si mise a ridere senza motivo quattro.
Bill si accorse di essere quello decisamente più sobrio dei due e che lei non lo reggeva molto, l’alcol.
La sostenne abbracciandola stretta per non farla cadere a terra e la condusse fino in camera sua.
Arrivati lì lei lo baciò.
Lo baciò come non lo aveva mai baciato prima, con desiderio, rapimento, brama. Gli stessi che provava lui.
Non gli parve vero che lei potesse ricambiarlo. Certo, poteva essere l’alcol a farla agire in quel modo, ma in quel momento non voleva pensarci. La voleva e basta. Per le conseguenze ci sarebbe stata la mattina dopo.
Portando le mani sulle spalle di lei la spinse a sdraiarsi sul letto.
Lei si lasciò andare all’indietro, sdraiandosi con grazia sull’enorme letto king size di Bill e i capelli si aprirono a raggiera sui cuscini.
Bill si portò al suo fianco e riprese a baciarla.
Presto i vestiti volarono via e finirono sul pavimento.
Bill rimase in boxer e si spostò sopra di lei, senza gravarle addosso con il suo peso, e fu stupito quando lei prese l’iniziativa e cominciò ad abbassarli lentamente, sfiorando con la punta delle dita la sua erezione.
Lui li rimosse del tutto e finalmente rimasero nudi uno di fronte all’altra.
Bill guardò il suo bellissimo volto e si accorse che gli occhi di lei non erano più velati dall’alcol ma erano attivi e partecipi.
Alyx sentì che la vaga confusione alcolica che l’aveva accompagnata fino in camera di Bill era completamente scomparsa, sostituita da un forte senso di aspettativa e da un crescente desiderio carnale.
Lo voleva, quanto vedeva che lui voleva lei, ed era più che lieta di accontentarlo.
Bill stava per penetrarla, mentre continuava ad eccitarla e a portarla sempre più in alto nella spirale del piacere, quando lo costrinse a fermarsi.
-Il preservativo…-
-Come?- domandò completamente spaesato.
Bill era ben oltre alla soglia del non ritorno e per lui comprendere anche solo quelle due parole in inglese fu difficile, se non impossibile.
-Bill, metti il preservativo!- gli ordinò lei con urgenza.
Accidenti! Bill si rese conto che, preso dalla foga del momento, si era completamente scordato di metterlo, o quantomeno di chiederle se era il caso che lo mettesse.
Ringraziò il cielo che lei se ne fosse ricordata al suo posto in tempo.
Sgusciò fuori dal suo abbraccio e prelevò una bustina colorata dal cassetto.
Quando indossò la protezione un vago odore di frutta, forse pesca, forse mango, raggiunse le sue narici.
L’idea che Bill usasse preservativi aromatizzati la fece sorridere.
-Frutta?- riuscì a prenderlo in giro, nonostante il momento distraente che stavano vivendo.
-Sì, non tollero l’odore di quelli comuni.-
L’idea che Bill non sopportasse l’odore del lattice la fece sorridere ancora di più.
-Ottima scelta, in ogni caso…- lo prese ancora in giro.
-Sì, beh… che ne dici se adesso la smettessimo di parlare e procedessimo?- le domandò con impazienza.
-Mi sembra una buona idea.- gli rispose lasciando trapelare dalla sua voce quanto lo volesse.
Bill entrò in lei con un movimento fluido. Era così perfetta per lui. Le sue misure gli si adattavano perfettamente.
Cominciarono a muoversi insieme, stringendosi uno all’altro e accarezzandosi ogni centimetro di pelle.
Fecero l’amore teneramente e senza fretta, prendendo pian piano confidenza l’uno con il corpo dell’altro, finché il piacere non li sorprese e li lasciò tremanti ed appagati a riprendersi dall’orgasmo travolgente che si erano dati.
Bill rotolò sulla schiena e se la tirò dietro, facendola sdraiare sul suo petto, e con il peso di lei addosso, dopo il sesso strepitoso che avevano fatto insieme, capì di aver raggiunto finalmente quella completezza che aveva cercato per anni assieme ad una ragazza. Bill capì di amarla, profondamente e totalmente, e si sentì bene, si sentì in pace con il mondo e con se stesso.
Dopo qualche minuto passato lì distesi a letto a riprendere fiato, Bill la prese in braccio, avvolgendosi le sue gambe attorno alla vita e le sue braccia attorno al collo e la portò con sé in bagno.
Aprì l’acqua della doccia, reggendo la sua ragazza con un solo braccio ed entrò in cabina.
E poi nella doccia fecero di nuovo l’amore, così, in piedi, con la schiena di lei appoggiata alle fredde piastrelle della parete e le gambe ancora avvolte intorno ai fianchi di Bill.
Finalmente aveva trovato l’amore della sua vita. La sua anima gemella.
 
Quella mattina, quando furono bruscamente risvegliati dal suono della sveglia di Alyx, si ritrovarono piacevolmente indolenziti ancora stesi l’una tra le braccia dell’altro.
Il primo pensiero di Alyx fu: che cosa avevano combinato?
Questo avrebbe incasinato tutto. Non poteva negare che quella notte avessero condiviso qualcosa in più del sesso, ma questo non cambiava nulla… prima o poi se ne sarebbe dovuta andare, e allora avrebbe sofferto come un cane se si fosse concessa a lui anche sentimentalmente e non solo corporalmente.
Certo, una seconda notte come quella non doveva ricapitare.
Bill al contrario fu felice e soddisfatto della loro notte di passione e il primo sguardo quando aprì gli occhi fu per lei, la ragazza che amava, ma quando scorse nei suoi occhi la paura e il pentimento, se ne rammaricò, e il sorriso scomparve dalle sue labbra.
Doveva fare qualcosa per non farla allontanare da sé, per non perderla… e doveva farlo in fretta.
Fece per parlare, ma lei con codardia lo anticipò, facendogli perdere lo slancio.
-Bill, devo muovermi, fra mezz’ora arriva il taxi e fra un’ora devo essere in aeroporto. Corro a prepararmi.-
E, detto quello, si chiuse in bagno per un mucchio di tempo.
Bill rimase a guardare tristemente il soffitto per tutto il tempo che lei restò in bagno.
Alyx non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi nemmeno quando ne uscì. Era terrorizzata all’idea di scoprire dai suoi occhi quello che pensava di quella loro notte insieme.
In men che non si dica, lei aveva raggiunto la porta di casa dei gemelli, costringendo Bill a starle dietro quasi di corsa. Dall’ingresso salutò Tom e Ria, che sedevano sul divano in salotto, e in un attimo era fuori di casa.
Bill si disse che o glielo avrebbe detto ora, o non lo avrebbe più potuto fare.
-Alyx, io… io… - Bill però all’ultimò si trovò senza il coraggio di concludere quella frase. Era troppo, troppo distaccata con lui… che avesse travisato quello che lei provava per lui ed avesse proiettato su di lei quello che invece sentiva lui?
-Tu?-
-Niente… non è niente di importante. Fai buon viaggio.-
-Certo. Ciao, Bill.- lo salutò lei piuttosto freddamente.
Poi si voltò e si incamminò per il vialetto trascinandosi dietro il trolley da caricare in macchina.
Bill la guardò con brama e rammarico mentre passò la valigia al taxista che la infilò nel bagagliaio e si accomodava sul sedile posteriore.
Il taxi partì e Bill si mise a battere la testa contro lo stipite della porta, sotto lo sguardo esterrefatto di Ria e Tom.
-Stupido! Stupido!- si disse.
-Che cazzo ti prende, fratellino?-
-Sono un coglione, Tom! Avrei dovuto dirle che sono innamorato di lei.-
-Sei innamorato di lei?- domandò stupito al gemello.
-Sì, e stavo per dirglielo… io volevo dirglielo prima… quando stava per partire… ma non ce l’ho fatta…-
-Bill…-
-No! Sono un cretino e sono pure un fottuto codardo! Non sono riuscito a farmi uscire quelle parole di bocca perché ho paura!-
-Di cosa devi aver paura, Bill?!- esclamò il fratello.
-Che non ricambi e che approfitti di questa mia debolezza per rendermi suo succube…-
Tom lo interruppe arrabbiato.
-Piantala, cazzo! Smettila immediatamente di sparare queste cazzate! Lo sai bene che Alyx è troppo onesta per fare una cosa del genere a chi che sia. A maggior ragione non farebbe mai una cosa del genere a te perché ci tiene a te, Bill. Lo abbiamo visto tutti ieri sera!-
-Eravamo ubriachi ieri sera!-
-Sì, ma il fatto che foste ubriachi non centra con il fatto che siate finiti a letto insieme, perché per la cronaca vi abbiamo sentiti, ma con il fatto che l’alcol vi aveva finalmente privato di tutti i vostri freni, lascandovi dare libero sfogo a quello che sentite per l’altro.-
-Tom, non sparare sentimentalismi con me! Sai molto meglio di me che non bisogna per forza essere innamorati per finire a letto insieme!-
-Se ti stai riferendo a me, sappiamo entrambi che siamo diversi sotto questo punto di vista. Quando è stata l’ultima volta che hai fatto sesso senza provare niente per la ragazza che ti sei portato a letto?-
-Questo dimostra ancora una volta che io provo qualcosa che lei potrebbe non ricambiare…-
Tom fece per ribattere di nuovo, ma non seppe cosa dirgli. Effettivamente Bill aveva ragione, non potevano essere sicuri di quello che provava lei, ma dentro di sé sperava ardentemente che lei amasse il suo meraviglioso fratellino, per vederlo una volta per tutte felice e completo. Lo sperò davvero.
 

My Space: questo è forse il capitolo più importante di tutta la storia e siamo quasi arrivati alla fine della storia... che ne pensate?
Mi scuso ma non avendo con me in vacanza il foglio dove segno i nuovi "seguaci" della stria, questa volta non posso ringraziarvi personalmente... lo farò al prossimo capitolo, se ce ne saranno...
Per ora ringrazio per aver commentato il precedente capitolo: Silents_words, Luxy_95 e Alice Varn.
Come sempre ricordo la mia pagina facebook per news ed aggiornamenti: Dark Blue Horizon
 
  
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