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Autore: Marty Andry    16/08/2014    2 recensioni
"Succedeva nei film e succedeva nella vita di tutti i giorni. La gente si prendeva quello che voleva, si aggrappava alle coincidenze e ci tirava su un'esistenza" 
Londra, anni '50 
Pearle Marwson conosce la felicità, l'amore puro, la gioia di diventare madre. Costruisce una famiglia, tutto procede per il verso giusto, fino a quando una visita inaspettata non turberà per sempre la sua esistenza. Riuscirà la donna a non cadere sotto il peso della disperazione? Capirà, quando ormai tutto sembra lontano nello spazio e nel tempo, che tutto scorre sul piano inclinato della vita? 
Londra, 2010 
Alan, Marion, Pablo e Natascia. Quattro ragazzi ed un filo rosso che li unisce, inconsciamente. Frasi non dette ed incongruenze. Intuizioni. Verità.
<< I tuoi occhi non mi hanno tradita, Pearle. >> 
Genere: Angst, Mistero, Thriller, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Dai Marion, ce la puoi fare!! >> urlava Alan per incoraggiare l'amica.
Marion stava imparando ad usare la bicicletta, con molti sforzi da parte dell'amico che, provvisto di immensa pazienza, le aveva garantito il suo aiuto.
Erano in un parco appena fuori Londra, lontani dalla malsana aria che altrimenti avrebbero respirato a pieni polmoni. La ragazza pedalava spensierata, cercando di connettere i pensieri col movimento delle gambe. Il vento alitava sul suo volto, nel tentativo di coinvolgere in una danza i suoi riccioli color del miele. Il viottolo che stavano percorrendo era delimitato alle estremità da alberi di pesco già fioriti, emanando un profumo che fece starnutire Marion. 
<< Attenta!! Oh Dio del cielo... Sta' ferma, arrivo! >>
Alan, mettendosi dapprima le mani nei capelli, corse per raggiungere l'amica, rovinosamente caduta dalla bicicletta. Marion era distesa tra la fine del viottolo ed un albero, con le mani che le coprivano il volto a mo' di scudo.
<< Marion, >> mormorò scuotendole preoccupato una spalla << stai bene? >>
La ragazza non rispose.
<< Marion, rispondimi!! >> gridò.
Vedendo che non dava segni di vita, s' inginocchiò per toglierle le mani dal volto, pronto a scoprire chissà quale orrore. Ed invece scoppiò una forte e cristallina risata che lo fece sobbalzare per lo spavento. Alan era sull'orlo di piangere quando lei iniziò a ridere.
<< Ci sei cascato!! >> gridò, mentre gli cingeva il collo con un braccio.
<< Mi hai fatto preoccupare, non azzardarti mai più, francesina! >>  la rimproverò lui con fare scherzoso.
<< Scialbo londinese, piuttosto, aiutami ad alzarmi. >>
I due si guardarono negli occhi, abbozzando un sorriso, poi Alan la prese per un braccio e la aiutò ad alzarsi. Per fortuna se l'era cavata con qualche graffio.
Mentre camminavano per raggiungere Pablo e Natascia (che si stavano probabilmente scambiando effusioni amorose dall'altra parte del Green Hole Park) Alan inciampò e si aggrappò a Marion per non cadere.
<<  Ma che diamine... >> imprecò lui.
<< Un sasso, Alan. Un innocuo sassolino. >>
<< Nei sei sicura? >>
Ai piedi di un albero di pesco, tra le nodose radici che uscivano in superficie, la pietra si era infilata. Il ragazzo s' inginocchiò e la prese, con le mani tutte sporche di terra e lo sguardo vittorioso.
Era una pietra grande quanto il pugno di una mano.
<< Ahia, scotta! >> disse Alan buttandolo per aria.
Per fortuna Marion la prese, prima che la pietra toccasse la terra, col pericolo di frantumarsi.
La appoggiò a terra, soffiando sulle mani per alleviare il bruciore.
La pietra era rossa, con sfumature nere, simili a quelle del granito. Esalava del fumo e  nel girarla dall'altro lato notarono che vi era un dragone, inciso a caldo come un marchio. I contorni della figura emanavano riflessi ambrati che pian piano diventavano più definiti.
Alan prese un fazzoletto e lo avvolse, poi, con l'amica ancora in silenzio, si diresse verso Pablo e Natascia.

Da dietro ad un olmo i due notarono che, parallelamente a loro, la russa ed il catalano erano seduti sul prato appoggiati alla corteccia dell'albero. Natascia sorrideva amabilmente alle battute di scarso humour del fidanzato, a cui solo lei poteva ridere. Poiché Pablo aveva scrutato i due amici da dietro al tronco, tese una mano versi la ragazza e l'aiutò ad alzarsi.
<< Missione compiuta? >> chiese Natascia inarcando le sopracciglia, con gli occhi simili ad una fessura.
<< Sì, credo di sì. >> 
Alan fece le spallucce. << Ma credo che ci sia qualcuno che voglia intralciare il nostro cammino. >>
<< Ma smettila! >> disse Marion tirandogli una lieve gomitata << Quanto sei tragico... >>
<< Certo, ma tu come spieghi questo? >>
Il ragazzo tirò fuori dalla tasca, con testo estremamente teatrale, il fazzoletto, osservato con aria interrogativa dalla coppia.
<< Uh, un sasso sta per rovinarvi l'esistenza! >> esclamò Pablo con una nota di sarcasmo.
<< Non è solo un sasso! >> replicò Alan.
Mostrò l'altra faccia della pietra, lasciandoli sbigottiti.
<< Dire che potremmo fare un giro in biblioteca è troppo da romanzo, vero? >> chiese Pablo frattanto che alitava sulle lenti degli occhiali per pulirle.
<< Decisamente. >> rispose laconica Natascia << Sarà di qualcuno che l' avrà dimenticata. >>
"Spero che sia così." pensò Alan, che non aveva alcun dubbio: aveva sentito un qualcosa di caldo che lo aveva percorso dalla testa ai piedi.
  
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