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Autore: _findyourself_   Capitolo: 5
Asciugai lo specchio con l’asciugamani, e il mio riflesso fece capolino sul vetro.
I gocciolanti capelli corvini scendevano ribelli fino alle scapole nude.
Gli occhi castani guardavano vispi il riflesso.
Le labbra carnose erano rosee e screpolate, causa il freddo dicembrino.
E le guance rotonde erano arrossate a causa del vapore.
Mi analizzavo attentamente il viso allo specchio, individuando ogni imperfezione, ogni neo, presente nella mia epidermide.
Non mi ero mai trovata bella.
Per me la bellezza era un dubbio, un rebus irrisolvibile.
Anche nella letteratura la bellezza era un dubbio.
Era considerata mistica da Dante, ineffabile, indescrivibile.
Ma io riuscivo a percepire la bellezza di Beatrice, quando leggevo la parole del fiorentino.
E probabilmente erano le parole stesse a rendere Beatrice bella.
Perché quelle parole erano cariche di reverenziale amore, incontrollabile passione, così da rendere vivida la bellezza angelica dell’amata del poeta.
Allora mi convinsi che se avessi trovato l’amore, se avessi trovato la stessa devozione che provava Dante nei confronti di Beatrice, se avessi trovato la stessa carica passionale come quella del poeta in un uomo, allora sì, mi sarei sentita bella.
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