Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Vega_95    17/08/2014    3 recensioni
Questa storia racconta delle avventura dei protagonisti della serie 5D's e di Jessica,la sorellina minore di Yusei,più piccola di lui di 2 anni,apparentemente sembra una normalissima ragazzina ma in realtà dentro di lei è nascosto qualcosa di potente e misterioso di cui nemmeno lei è a conoscenza.
Questa storia inizia due anni prima e termina molti anni dopo la lotta contro i Dark Signer,Yliaster non ci sarà,per un motivo che verrà svelata in seguito.
Ho cercata di renderla più shonen possibile ma per alcune parti non ce l'ho fatta descrivendo diverse scene shojo.
Una furiosa corsa contro il tempo,una disperata lotta contro l'oscirità che da millenni attanaglia l'umanità,amori sbocciati,una famiglia ritrovata,l'illusione di un'Utopia e una disperata ricerca della vendetta... saranno in grado i Predestinati di impedire l'apocalisse che si prepara a sconvolgere il loro mondo?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Altri, Crow Hogan, Jack Atlas, Yusei Fudo
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La Sicurezza insegue i fratelli che fuggono ormai da ore, corrono a perdifiato tenendosi per mano.
Per le strade hanno cominciato ad apparire scritte intimidatorie verso i fratelli, i loro nomi e una loro descrizione approssimativa, evidentemente non sono ancora riusciti ad ottenere delle foto da mostrare per identificarli e forse questa è l’unica cosa a favore dei fratelli.
Tradge e gli altri agenti inseguono i ragazzi al solo scopo di catturare Jessica, la responsabile del disastro, l’hanno cercata per 19 lunghi anni consapevoli che si nascondeva da qualche parte, sapevano esattamente che somigliava molto a sua madre e per questo avevano cercato tra le ragazze che più potevano somigliare a Nicole Fudo, ma l’hanno individuata solo nel momento in cui quell’agente l’ha trovata nella fontana e le ha chiesto il suo nome che lei, ingenuamente, gli ha rivelato.
«Yusei… io, io non ce la faccio più» ansima Jessica che ormai si sta facendo trascinare da suo fratello per fuggire
«ti prego resisti, se ti prendono sarà la fine per te! » prova a darle forza Yusei strattonandola verso di se, ma dopo aver svoltato in un vicolo la ragazza cade rovinosamente a terra, esausta.
«Jessy! » esclama Yusei tornando indietro per aiutarla a rialzarsi, in quel momento arrivano gli agenti e l’unica cosa che può fare il ragazzo è nascondersi assieme alla sorella dietro a dei bidoni della spazzatura stringendola forte a se. Gli inseguitori passano quel tratto di strada proseguendo le ricerche
«ma in che razza di posto siamo finiti? » si domanda a denti stretti il giovane Predestinato
«in un posto in cui io dovrei essere processata per il mio peccato, se non fosse che abbiamo il nostro mondo da salvare, mi consegnerei a loro seduta stante» sospira Jessica
«smettila! » la rimprovera Yusei «tu non hai commesso alcun peccato! Non ti consegnerai mai a loro! » la fissa negli occhi il ragazzo stringendola a se per paura che qualcuno possa strappargliela via da un momento all’altro. Jessica è convinta di essere colpevole, ma non ha voglia di discutere con Yusei per cui si limita ad annuire.
«comunque dobbiamo trovare una soluzione, quelli non si arrenderanno finché non ci avranno presi e chissà quanto tempo dovremo restare in questo posto…» sbuffa la ragazza allontanandosi dal fratello
«cosa proponi? »le domanda Yusei sperando che almeno la sorella abbia un buon piano, lei gli mostra un coltellino svizzero, è di Yusei e lei gliel’ha sottratto durante quel lungo abbraccio «che vuoi farci? » si preoccupa il giovane
«loro cercano due fratelli, un maschio e una femmina» comincia Jessica preoccupando seriamente il fratello che la osserva confuso« ma non hanno una chiara idea del loro aspetto» sorride « non li avranno» conclude chiudendosi i capelli in una coda di cavallo. È un attimo e Yusei non ha nemmeno la possibilità di fermarla, in pochi attimi Jessica si taglia via la lunga chioma di capelli neri che per anni ha curato affinché diventassero tanto lunghi.
«no! » esclama il Predestinato mentre i capelli cadono a terra e Jessica richiude il coltello
«avranno due gemelli maschi» termina lei scompigliandosi un po’ il caschetto.
Lo shock è forte per il ragazzo che ricorda perfettamente quanto sua sorella tenesse ad avere i capelli lunghi e non riesce a non pensare a cosa accadde quel lontano giorno di 14 anni fa, in un’occasione molto simile:
 
«no, no, no! Martha per favore non farlo! Lasciali stare non tagliarli! » fu l’urlo disperato di una voce infantile pregando la donna di posare le forbici e non tagliare quei morbidi capelli un tempo neri, divenuti di colpo bianchi
«mi dispiace, non c’è altra soluzione» rispose la donna cominciando a tagliare
«no!! » fu l’ultimo urlo di quella vocina infantile e disperata che teneva talmente tanto a quei capelli da scoppiare a piangere
 
«Jessy…» mormora osservando la sua nuova sorella, completamente diversa e così simile a lui; Yusei non aveva mai notato l’incredibile somiglianza tra lui e la sorella fino a quel momento, in cui se la ritrova davanti con i capelli corti e scompiglianti come i suoi, se non è per le curve femminili di Jessica, chiunque li avrebbe potuti scambiare per gemelli omozigoti.
«ora ci serve un luogo sicuro in cui recitare la nostra parte» dice la ragazza uscendo dal loro nascondiglio
«ad esempio? » domanda lui. Tutto quello è talmente assurdo per il ragazzo che non riesce a ragionare e nemmeno a capire cosa gira per la testa della sorella
«ti ricordi quando scrivesti quella lettera a Babbo Natale in cui gli chiedevi di mandarti in una scuola normale in città e Martha ti regalò un libro di grammatica e t’infuriasti? » gli domanda per rammentargli del fatto
«e questo che centra? »non riesce a seguirla e nemmeno ci prova, l’unica cosa a cui riesce a prestare attenzione sono i capelli della ragazza che le sfiorano il collo e s’intrecciano tra loro arricciandosi di tanto in tanto
«Buon Natale Yusei » gli strizza l’occhio Jessica «tutti gli studenti saranno testimoni del nostro legame e finché resteremo qui, saremo al sicuro» riesce a fargli capire alla fine mentre, insieme s’incamminano verso l’istituto.
«tu però dovresti cambiarti, è strano vedere un ragazzo in gonna» le fa notare il Predestinato.
Detto fatto, pochi passi più avanti trovano degli abiti stesi e tra questi anche una tuta, senza aprir bocca, Jessica s’arrampica su per la grondaia e afferra i vestiti. In poco Jessica si trasforma da una graziosa e raffinata ragazza  ad un maschiaccio in tuta.
 
Solo due ore dopo i fratelli sono nella segreteria dell’Accademia di Domino a compilare i moduli per l’iscrizione
«e così venite da fuori  città» sorride un ragazzo che compila un modulo sullo stesso bancone dei fratelli, Jessica è la prima ad alzare lo sguardo per guardare il ragazzo e subito ha un sussulto che le fa cadere la penna di mano «Kalin…» mormora
«ci conosciamo? » le domanda Kalin osservando il ragazzo dai lineamenti delicati che ha davanti
«no… l’hai scritto sul tuo foglio» riesce a salvarsi Jessica sbirciando sul modulo che il ragazzo sta compilando
«giusto… va beh io sono Kalin Kessler e voi? » si presenta lo studente dai capelli platino
«io sono Jess…» comincia a dire, ma Yusei la blocca parlandole sopra e impedendole di dire qualche sciocchezza «siamo Yusei e Jesse Domoto» si presenta
«siete gemelli per caso? »intuisce subito il ragazzo notando l’incredibile somiglianza tra i due
«sì nota eh? » ride Jessica scostandosi un ciuffo di capelli dalla fronte
«abbastanza» ridacchia Kalin notando comunque la differenza di statura tra i due
«hai finito Kessler? » domanda una ragazza entrando anche lei nella segreteria. Per i due fratelli è un vero stupore vederla, occhi castani e capelli rossi legati in una coda che le scivola sulla spalla, aria decisa e fisico snello, mentre Yusei resta imbambolato a osservarla mentre sfoggia la sua divisa scolastica, Jessica lo strattona come a chiedergli se è vero
«sì» annuisce Kalin porgendole i fogli che stava compilando, lei lo ringrazia dopo di che si volta verso i nuovi arrivati «voi chi siete? »
«vengono da fuori città» li presenta il ragazzo «Yusei e Jesse Domoto, frequenteranno il nostro liceo»
«allora vi do il benvenuto, io sono Akiza, la presidentessa del Consiglio Studentesco» sorride avviandosi poi alla porta« Kessler, fai fare tu il giro ai nuovi arrivati? Ho dei documenti da sistemare» dice prima di voltarsi a salutare i ragazzi «spero di vedervi in giro»
Rimasti di nuovo loro tre soli in segreteria, Kalin si avvicina alla porta «allora vi mostro la scuola? »
Jessica sta per annuire, ma appena Yusei nota lo strano modo in cui le brillano gli occhi e la strattona un po’ scuotendo la testa« grazie, ma sarà per un’altra volta, dobbiamo ancora sistemarci nel dormitorio» si giustifica portandosi via sua sorella.
 
«dovremo comprarti dei vestiti» dice Yusei mentre sua sorella si toglie la tuta per riporla nell’armadio
«sì, anche per te. Peccato che non abbiamo un soldo» risponde lei avvolgendosi delle bende tutt’attorno per nascondere le sue forme femminili, dopo di che indossa la camicia bianca della divisa scolastica
«io ho la carta, credo che funzioni in questo mondo, peccato che Tradge  ci rintraccerebbe subito se la usassimo…» sbuffa il ragazzo iniziando a mettersi anche lui la divisa scolastica
«basta essere veloci e andare nella periferia della città, in questo modo non potrà mai sospettare dove ci troviamo» spiega lei cominciando a indossare i pantaloni
Yusei non ha più nulla da obiettare e, scrollando le spalle, finisce di vestirsi in silenzio.
«come sto? »domanda dopo un po’ Jessica voltandosi con la sua nuova divisa, pantaloni grigi, giacca blu camicia bianca e cravatta rossa
«come un ragazzo…» risponde tristemente Yusei osservandola da capo a piedi
«ok, allora andiamo» dice lei afferrando una borsa, ma Yusei deve fermarla prendendo lo stretto indispensabile e mettendoglielo in tasca
«giusto…» sorrise Jessica «niente borsa… » ridacchia Jessica.
 
Ichiru è incatenato in un antro del mondo dell’Oscuro con Yagari  che si diverte e colpirlo e ferirlo
«piccolo moccioso» ride il demone divertendosi a lanciargli i coltelli addosso facendogli provare dolori allucinanti
«dannato mostro! » ringhia il ragazzino reagendo e scuotendo le catene, il coltello che ha impiantato nel petto cade lasciando zampillare il sangue lungo gli abiti scuri lacerati dalle lame. Il demone conta fino a 5 e la ferita di Ichiru si rimargina da sola lasciandolo solo una striscia rossa tutt’attorno
«sai, è divertente» si fa avanti Mikuro cominciando lei a giocare con il ragazzino graffiandolo con le sue affilate unghie ferendolo ancora alla gola e al viso
«luridi vermi! Mia madre vi troverà e vi ridurrà tutti in cenere ve lo garantisco! » urla mentre ancora una volta le sue ferite si chiudono e la sua pelle torna liscia e candida. Il suo odio per Jessica è totalmente svanito e lo testimonia anche la cicatrice magicamente svanita dal suo occhio blu.
 
Il giorno dopo i gemelli vengono presentati alla classe e accolti con piacere da tutti i loro compagni, la cosa che più stupisce i due è che tutti i loro amici sono nella loro classe, Akiza, Crow, Jack e Kalin
«loro sono Yusei e Jesse Domoto e da oggi si uniranno alla nostra classe» li presenta la professoressa
«ma siete gemelli? » è la stupida domanda di una ragazza che non smette di fissare Jessica facendola sentire estremamente a disagio
«sì, lo siamo» le risponde Yusei.
Un nuovo studente è un’attrazione,  due e per di più gemelli lo sono ancora di più e gli studenti non vedono l’ora che termini la lezione d’inglese per assediare i due nuovi studenti per assillarli di domande e purtroppo per i fratelli l’intervallo arriva fin troppo presto e mentre ancora i due nuovi studenti sono seduti ai loro posti, gli altri li circondano
«da dove venite? » domanda un ragazzo
«da fuori città» risponde Jessica, restando sul vago
«tu sei Jesse, vero? » le domanda una ragazza sedendosi sul suo banco «ce l’hai già la ragazza? ». domanda sbagliata che terrorizza Jessica spingendola a tirarsi indietro mentre suo fratello non può non trattenersi dal ridere alle sue spalle. Per loro fortuna Akiza interviene facendo smettere quell’interrogatorio e quelle moine
«adesso basta! » esclama tirando via i fratelli portandoli con se in corridoio «date un po’ nell’occhio voi due»
«è sempre stato così, i gemelli attirano sempre un po’ l’attenzione» sbuffa Jessica passandosi una mano tra i capelli mentre suo fratello le tira una gomitata per farla smettere. Akiza lo nota, ma non ci fa caso e si volta invitandoli a seguirla «Kessler mi ha detto che ieri non avete potuto fare il giro della scuola per cui me ne occuperò io, allora al primo piano ci sono la maggior parte delle aule, la palestra e gli spogliatoi sono al piano terra nell’ala destra» spiega salendo le scale «di sopra si trovano le aule di proiezione e le arene per i duelli e più su ci sono le aule informatiche, la biblioteca e le sale studio, oltre a quelle che trovate nei dormitori» spiega portandoli fino all’aula di informatica piena di computer di ultima generazione la cui semplice vista fa brillare gli occhi a Jessica che non vede l’ora di poterli usare «cercate di essere sempre puntuali, da queste parti ci teniamo parecchio, le camere vengono perquisite una volta alla settimana in orari e giorni diversi, vogliamo evitare che qualcuno nasconda alcolici, animali o altro» continua scendendo con loro al piano terra accompagnandoli nel campo sportivo all’esterno « facciamo educazione fisica almeno 3 volte a settimana. È importante tenere allenato il fisico oltre che la mente» spiega osservando i fratelli, per quanto si somiglino, i loro fisici sono completamente diversi quello di Yusei le pare ben allenato e forte, mentre Jesse è molto più minuto e apparentemente debole «certo ci si può esonerare da alcune attività, ma è necessario un rigoroso controllo medico che attesti il motivo dell’esonero. La maggior parte dei ragazzi lo evita perché, ve lo posso assicurare, è davvero stressante e noioso» confessa loro con un sorriso «le uscite dall’istituto sono regolate e tenute d’occhio, essendo tutti minorenni veniamo tenuti sotto stretta sorveglianza per cui dovrete avere un permesso scritto per allontanarvi. E poi… che altro posso dirvi… ah sì! Non spaventatevi, ma ogni settimana riceviamo un controllo dalla Sicurezza»
«cosa?! » si spaventa Yusei« perché? »
Stavolta è Jessica a tirargli una gomitata « c’è qualche motivo particolare? »
«lo chiamano controllo si sicurezza, ma è chiaro che stanno cercando i fratelli Fudo, non so se sapete la storia» li informa. I fratelli ancora non sanno se annuire o negare, quando li raggiunge Crow che comincia a raccontare la storia al posto loro « Il dr. Fudo costruì il primo reattore che esplose distruggendo questa città e si sospetta che anche la figlia neonata abbia avuto a che fare con il disastro, dicono che avesse dei poteri… beh in ogni caso è certo che siano vivi, ma nessuno li ha mai visti e da allora sono ricercati. Dopo tutti questi anni la sicurezza  è ancora convinta che si trovino qui e si nascondano ovunque per questo vengono ogni settimana a controllare»
«e siccome voi siete appena arrivati non esiteranno a perquisirvi» s’intromette anche Jack
«ragazzi vi presento Crow Hogan e Jack Atlas, sono nella nostra classe e fanno parte del consiglio studentesco» li presenta Akiza
«perché non vi unite anche voi? sembrate dei bravi ragazzi, sono sicuro che vi divertirete» li invita Kalin aggiungendosi al gruppo «io sono Kalin Kessler, vicepresidente » si presenta, nonostante l’avesse fatto il giorno precedente
«beh è una proposta allettante» sorride Jessica che si sente avvampare il viso all’arrivo non solo di Crow, ma anche di Kalin
«la prenderemo in considerazione, nel frattempo visiteremo anche i diversi club, vero Jesse? » domanda al ‘ fratello’ che annuisce.
Terminata la ricreazione, i ragazzi tornano in aula riprendendo le lezioni.
 
È stata un giornata lunga e faticosa per i 2 fratelli, specialmente per Jessica che ha dovuto non solo fingere di essere un’altra persona, ma addirittura un ragazzo. Ritiratisi nella sua stanza, Jessica s’immerge nella vasca da bagno passando una lunga ora immersa nell’acqua
«allora? » la raggiunge dopo un po’ Yusei, non prima di aver chiuso la porta della loro camera a chiave.
«forse dovremmo accettare la loro proposta» pensa ad alta voce lei giocando con la schiuma «saremo più al sicuro e poi dovremo scegliere almeno un’attività, non ho voglia di entrare in uno di quei noiosi club di pittura o in uno sportivo» si lamenta la ragazza.
«il club d’informatica? » le propone «ho visto che ti è piaciuta l’aula»
«non c’è, lo hanno chiuso, non c’erano abbastanza membri » sbuffa scivolando con il mento nell’acqua soffiando via la schiuma. Tra le tante  cose, quel giorno, si è informata anche sul club che disponeva di quella fantastica aula «questo mondo ha dei grandi vuoti, ho paura che sia stato originato per sbaglio durante l’Inversione 0. È una di quelle tante dimensioni transitorie che vivono solo per raggiungere uno scopo»
«e sai già qual è? » le domanda, ma lei scuote la testa negando ogni possibile indizio
«comunque non ha importanza, non ci riguarda. Noi dobbiamo solo pensare ad andarcene prima che ci uccidano, qui non abbiamo nessun potere e se ci colpiscono saremo spacciati» mormora Jessica osservando il braccio destro di suo fratello, senza alcun segno
«lo sospettavo» mormora Yusei « però, se qui non abbiamo nessun potere, non capisco come tu abbia fatto esplodere il reattore, come ti accusano»
«non lo so, potrebbe essere che almeno qui sia stato davvero un incidente» borbotta Jessica tirando su e giù il piede dall’acqua.
 
Finito il bagno, Jessica si butta sul letto, ma non il suo, bensì su quello di suo fratello, solo che è già occupato da Yusei e lei gli salta praticamente addosso
«ahi! » si lamenta Yusei che ha il gomito della sorella praticamente nello stomaco
«credevo che fosse compito di un fratello, infastidire l’altro» ride Jessica
«guarda che eravamo già fratelli, scema! » le risponde Yusei cominciando a infastidirla nel modo migliore che conosce: facendole il solletico. È più forte di lei, anche se tra le grinfie del fratello, Jessica comincia a schiamazzare e dimenarsi per liberarsi; i due cominciano a giocare e ridere  finché una strana scossa di color argento non li ferma spingendoli ad allontanarsi
«che cos’era? » domanda, spaventata, Jessica
«non ne ho idea» la guarda un po’ spaventato Yusei. Smettono di giocare tornando a stendersi sul letto a contemplare il soffitto blu.
«ehi, senti un po’» mormora dopo un lungo silenzio in cui entrambi non hanno fatto altro che pensare a quella strana scossa
«dimmi» risponde Jessica
«quello dovresti farlo sparire» dice voltando lo sguardo verso il letto della sorella «se lo trovano, siamo nei guai» borbotta indicando il reggiseno rosa di sua sorella buttato sul letto
«già, in effetti, rischio di essere presa come un pervertito o di essere scoperta» sbuffa Jessica.
 
Alla centrale della sicurezza la situazione è piuttosto tesa, gli agenti guardano e riguardano tutti i video delle telecamere di sorveglianza sparse in giro per la città in cerca dei fratelli Fudo, ma di loro non vi è traccia. Hanno un’accurata descrizione della ragazza, mentre del fratello solo una approssimativa e ciò rende un po’ nervosi gli agenti
«è assurdo! » strilla Tradge buttando a terra tutti i documenti «li avevate tra le mani e ve li siete fatti scappare! È da 19 anni che cerchiamo quei maledetti fratelli, i figli di quell’assassino e voi ve li siete fatti scappare! » strilla il capo della Sicurezza «ma lo giuro, finché avrò vita, io darò loro la caccia! ».
«signore! » lo raggiunge di corsa un agente «forse abbiamo una pista» grida attirando l’attenzione del capo « due ragazzi si sono iscritti all’Accademia! » esclama
«come dovrebbe interessarci? » cerca di capire Tradge
«sono gemelli» precisa l’agente
«bene, bene e così i fratellini credono di ingannarci spacciandosi per gemelli… bene, vorrà dire che domani faremo un’ispezione a sorpresa»
 
E come detto da Tradge, l’Accademia subisce l’ennesima perquisizione a sorpresa, prima le aule, gli spogliatoi e le aule dei club, poi i dormitori; ogni ragazzo resta davanti alla porta della propria stanza in attesa dell’arrivo degli agenti. Gli ultimi sono Yusei e Jessica, entrambi particolarmente nervosi
«voi siete i nuovi studenti, gemelli? » domanda Tradge osservandoli, un po’ deluso dal vedersi davanti due maschi «Yusei e Jesse Domoto. Dimmi un po’ ragazzo, Jesse sta mica per Jessi…» sta per dire il capo della Sicurezza fulminandola con lo sguardo, ma Yusei lo interrompe, l’avrebbe dovuto fare sua sorella, però lei pare troppo spaventata per reagire e l’istinto di proteggerla prevale in lui « Jesse sta per Jesse! »
«ehi ragazzo, calma, non è il caso di essere tanto arrogante! » lo ferma un altro agente
«tranquillo, è nuovo, imparerà a stare al suo posto, specialmente dopo la perquisizione» ghigna Tradge, pronto ad entrare in azione, una cosa è certa a tutti, trasformerà la camera dei fratelli in una baraonda solo per l’arroganza di Yusei.
Cassetti, mobiletti, armadi, vengono svuotati completamente, i materassi ribaltati e i computer confiscati per esaminarli, anche se quando Tradge da l’ordine di esaminarli, a Jessica viene da ridere, se l’avesse conosciuta come la conosce il Tradge del suo mondo, avrebbe saputo che sarebbe stato inutile mettere le mani sui suoi apparecchi elettronici, cellulari compresi.
Alla fine delle perquisizioni, come al solito, gli agenti si ritirano senza niente in mano.
«ehi ci sono andati giù pesante stavolta» dice Kalin accostandosi ad Akiza che non smette di fulminare con lo sguardo gli agenti che stanno uscendo dall’istituto, nonostante lei sia praticamente intoccabile, vedere come vengono trattati gli studenti la fa innervosire
«non vedo l’ora che questa storia finisca» sospira la ragazza andando a cercare i gemelli per offrire loro il suo aiuto per riordinare.
 
I giorni passano e i fratelli si integrano perfettamente nella scuola, entrano nel comitato studentesco e passano con successo ogni ispezione, interna ed esterna dimostrando ogni giorno di più di essere fratelli gemelli; per Jessica le cose sono un po’ più difficili dal momento che deve fingersi un maschio e nelle ore di educazione fisica questo non le riesce molto bene.
I ragazzi stanno correndo tutt’intorno al campo, con le ragazze a bordo che li incitano a resistere. Jessica non ha mai avuto un fisico molto resistente nonostante negli ultimi anni avesse sviluppato una maggiore forza, ma quella prova di resistenza la sta sfiancando senza contare che le urla d’incitamento delle sue compagne la infastidiscono e distraggono
«coraggio Jesse! Siamo con te» gridano con vocine stridule. Avendo lineamenti femminili e aggraziati, forse è normale che abbia fatto colpo sulle ragazze, insomma, come maschio è molto carino e non passa inosservato, il problema è che non le sopporta, specialmente quando le si avvinghiano al collo per abbracciarla.
«andiamo Jessy ce la puoi fare» mormora Yusei rallentando per raggiungerla «mancano solo pochi giri»
«alla fine di questo periodo di tortura o avrò tutte le ossa rotto o mi sarò trasformata in una di quelle ragazze piene di muscoli» scherza lei facendosi forza e andando avanti «vorrei solo che tacessero» borbotta lanciando occhiatacce alle compagne.
Alla fine delle 2 ore, i ragazzi si dividono negli spogliatoi per farsi una doccia e cambiarsi. Durante la partita a calcio, a cui Jessica ha insistito per partecipare, si è beccata una bella pallonata in faccia che le ha gonfiato uno zigomo facendoglielo diventare quasi viola
«stai bene?» ride Yusei schiaffandole il ghiaccio in faccia
«ehi Jesse! La prossima volta datti alla danza classica! » ride prendendola in giro Uryu, studente pluriripetente che Yusei incontrò al Satellite e che sfidò per difendere i suoi amici, usava solo mostri insetto e il Predestinato ricorda bene come si umiliò distruggendosi praticamente con le sue stesse mani.
Jessica non gli risponde, ma aspetta pazientemente che tutti abbiano finito di lavarsi per andare lei, con la scusa del ghiaccio temporeggia; non appena si allontana, Yusei torna a guardare la sorella ridendo «così era nel nostro mondo e così è qui»
«andrei sì a ballare se potessi, sbruffone» mormora a denti stretti, fortemente adirata per quella presa in giro
«stai calma e vai a farti una doccia, hanno finito tutti» le consiglia.
La povera Jessica è costretta a farsi la doccia più veloce della sua vita per paura di un classico scherzo ‘ da maschi’ così li ha sempre chiamati nella sua testa. Indossato l’accappatoio, esce di corsa per raggiungere suo fratello, ma qui si scontra con Crow, anche lui entrato dopo; mentre per lui è un banale scontro, per Jessica è particolarmente imbarazzante considerando che nel suo mondo, lui è il suo fidanzato mentre lì è un semplice compagno di scuola che la considera suo coetaneo e di conseguenze di comporta come tale salutandola con un gesto della mano prima di avvolgersi l’asciugamano in vita e raggiungere i suoi amici.
Con Yusei davanti che le fa da palo, Jessica si veste alla velocità della luce pensando in seguito a legarsi le bende al petto.
 
Quella sera Yusei e Jessica si ritrovano di nuovo stesi sullo stesso letto a contemplare il blu del soffitto, come se contenesse una risposta alle loro domande
«come sta la tua guancia? »le domanda
«sta meglio e io starei meglio se quella Sherry si fosse astenuta dal baciarmi il livido» borbotta ricordando bene la ragazza bionda dagli occhi smeraldo che le si è avvicinata quel pomeriggio per schioccarle un bacio sulla guancia
«così il dolore passerà prima»  le aveva detto. Jessica non sa quale forza l’abbia trattenuta dal fargliela pagare
«ehi dovresti essere felice, hai mezza scuola ai tuoi piedi» la prende in giro Yusei
«ma per favore! » sbuffa Jessica «tu piuttosto vedi di non tradire la tua Akiza con questa»
«puoi stare tranquilla, il genere presidente non mi va per niente. Non vorrei sbagliarmi, ma ho il sospetto che la scuola sia sua, cioè della sua famiglia» ipotizza Yusei
«è probabile, da quanto ho visto, tutti la trattano come una regina qua dentro» gli da ragione
«sai che oggi hai rischiato parecchio? »cambia totalmente discorso Yusei « per poco Crow ti scopriva»
«lo so» mormora Jessica che ancora arrossisce alla vista del suo ragazzo appena uscito dalla doccia; Yusei la nota subito e inizia immediatamente a prenderla in giro finendo per farla arrabbiare e portarli ad azzuffarsi scherzosamente, ma questo produce una seconda scossa, stavolta d’oro che li porta a calmarsi passando lungo tempo in silenzio, almeno finché una risatina di Jessica non allontana Yusei dai suoi pensieri «stavo pensando a Ichiru » mormora contemplando quel blu che tanto le ricorda il suo bambino «avresti dovuto vederlo Yusei, così temerario, forte e audace. Somiglia così tanto a suo padre, è spigliato, aggressivo, sa ciò che vuole e lo prende e ha un cuore immenso» gli racconta commuovendosi al ricordo dei pochi momenti passati con suo figlio
«lo ritroveremo Jesse, te lo promesso» la rassicura Yusei avvicinandola a se e baciandole i capelli
«i suoi occhi» sorride ancora lei «uno blu e uno grigio, come a volerci dire che è di entrambi, che siamo entrambi suoi genitori e  noi ci ama in ugual modo» singhiozza «non posso credere di aver dubitato di volerlo» scoppia a piangere ripensando alle prime settimane della sua gravidanza in cui prese in considerazione l’aborto. Yusei cerca di calmarla e consolarla «ora Ichiru è venuto al mondo e aspetta solo che tu vada a prenderlo, non preoccuparti appena ce ne andremo da qui andremo a prenderlo» cerca di consolarla provocando una terza scossa tra i due
«ma cos’è sta cosa? » sbotta Yusei che ormai non può più nemmeno toccare sua sorella senza venire respinto
«è solo energia statica, temo che il mio periodo sia vicino ed è normale, in più con la tensione e questa stupida moquette » si lamenta Jessica elencando una serie di motivi che potrebbero causare la scossa, ma ci crede tanto lei quanto suo fratello ed entrambi, nel profondo, sentono che si tratta di qualcosa di molto più serio.
 
Giorno dopo giorno, le ricerche proseguono. I fratelli non lasciano l’istituto neanche per un momento; hanno imparato a vivere con gli altri ragazzi confondendosi  tra loro.
Yusei passa i suoi pomeriggi tra i duelli e gli impegni con il Consiglio Studentesco a cui i gemelli si sono aggiunti.
Anche Jessica si è riempita i pomeriggi; nelle due settimane in cui sono rimasti all’accademia, la ragazza ha scoperto una vera e propria passione per il calcio dividendo il suo tempo libero tra lo sport, l’informatica e gli impegni presi con Akiza e gli altri.
Ormai per lei, nascondere la sua identità non è più un problema, ha imparato la tecnica e se la cava bene anche senza l’aiuto di Yusei. L’unica cosa che non sa gestire sono le ragazze della scuola innamorate perse di lei. Quando può le evita, ma purtroppo non sono tutte timide e riservate, alcune sono spigliate e audaci, tanto da prendere loro stesse l’iniziativa lasciando poche vie di fuga alla povera Jessica, costantemente presa in giro dal fratello che attende sempre troppo per trarla in salvo.
 
Dopo 18 lunghi giorni di ricerche, ancora Tradge non si da per vinto e, nonostante sia  notte fonda, continua ad esaminare i video delle telecamere di sorveglianza finché non nota qualcosa che era sfuggito a tutti: il video inquadra Yusei accompagnato da suo ‘fratello ‘, certo potrebbe sembrare lui se non fosse per il maglioncino rosa e la gonna nera e un coltello in mano
«furba davvero» ghigna l’agente che, senza dare motivazioni a nessuno, prepara un’offensiva per il giorno dopo.
 
«hey Jesse! Bella partita! » si complimenta Jack passandole accanto mentre si sta abbottonando la camicia bianca con molta tranquillità.
«grazie» gli sorride «tu invece sei scarso come al solito» lo prende in giro. In qualunque mondo si trovino, Jessica e Jack devono stuzzicarsi e se non lo fa uno, l’altro sente il bisogno di farlo; la cosa che più diverte Jessica, è vedere quanto Jack s’infuria ad ogni provocazione
«oh attento Jack, prendi freddo» ride appena gli cade l’asciugamano, mentre il suo compagno realizza il modo migliore per infuriarsi con lei, Jessica si volta a prendere i pantaloni della divisa, contemporaneamente il ragazzo biondo strilla il suo nome «JESSE! » non vede l’ora di fargliela pagare, ma in quel momento irrompono gli agenti, nemmeno i professori riescono a fermarli.
Un gruppo di agenti resta alla porta per impedire ai ragazzi di fuggire, mentre Tradge guida gli altri  alla ricerca dei gemelli. Di nuovo un’orribile sensazione fa rabbrividire Jessica portandola a nascondersi dietro al fratello.
Tradge individua i due praticamente subito, infondo è uno spogliatoio, è difficile nascondersi  davvero.
«ma che bravo ragazzo» ride il capo della Sicurezza un attimo prima di afferrare Yusei  e scaraventarlo a terra riuscendo così a prendere tra le sue grinfie Jessica
«lascialo! » si ribella Yusei, immobilizzato dagli altri agenti
«calma  ragazzo, non è te che cerchiamo, ma lei! » esclama il capo della Sicurezza trascinando Jessica fuori dallo spogliatoio, seguito dai suoi uomini con Yusei e gli altri ragazzi che cogliono capire cosa stia succedendo.
La giovane viene spinta fuori da Tradge che si ferma a osservarla nelle sue vesti di ragazzo e apparentemente si potrebbe anche scambiare per un maschio, ma i suoi occhi la ingannano
«non sai quanto ti ho cercata piccola strega»  ghigna «sei furba, lo devo ammettere, ma io lo sono stato di più»
«stai facendo un errore» resiste Jessica cercando ancora di mantenere la calma e immedesimarsi nella sua falsa identità, pur sapendo di essere stata scoperta
«adesso dacci un taglio! » si spazientisce Tradge tirandole una sberla tanto forte da scaraventarla a terra
«Jessy no! » urla Yusei dimenandosi
«lasciatelo stare! Non ha fatto nulla! » si mette in mezzo Crow nel tentativo di difendere il compagno di classe, però gli agenti lo spingono indietro facendolo cadere a terra
«questa strega ha reso molti di voi orfani e voi l’avete nascosta. Finalmente questa città avrà giustizia! » esclama Tradge strattonando la ragazza per il collo della camicia, aspettando una reazione di qualche tipo e invece nulla, lei resta ferma a fissarlo negli occhi trattenendo la paura, almeno finché il capo degli agenti non la lascia mollandole una seconda sberla nello stesso punto in cui l’aveva già colpita facendo reagire di nuovo Yusei
«ora basta! Lasciate stare mio fratello!  » cerca di ribellarsi ancora Yusei nell’estremo tentativo di salvare la sorella, ma ormai è tardi.
«fratello? non credo proprio, dico bene? » dice Tradge decidendo di passare dalle parole ai fatti costringendola ad alzarsi e strattonandola finché la camicia non le si strappa, lasciandola a petto nudo davanti a tutti, mostrando così il seno scoperto che non aveva fatto in tempo a nascondere con le bende. È un attimo e in quell’attimo, tutti si rendono conto di aver avuto accanto una ragazza che consideravano un ragazzo «Jessica Meika Fudo» la chiama con il suo nome completo mentre la giovane s’inginocchia a terra stringendosi il brandelli di stoffa al petto per coprirsi e nascondersi. Il cuore le sta esplodendo nel petto mentre una voglia irrefrenabile di piangere la travolge, ma cerca di trattenersi non riuscendo, però, a trattenere il suo tremolio.
«è assurdo… Jesse è…» mormora, incredulo, Crow «una ragazza»
«Jessy…» sussurra Yusei scivolando a terra, inerme davanti ad una tale umiliazione per sua sorella, è stato incapace di proteggerla e per questo non si da pace.
«Jesse, avrei dovuto pensarci prima, sapevo che questo è l’unico modo in cui riesci a chiamare tua sorella, ma all’inizio non ci ho fatto caso. Ero troppo concentrato a trovare una ragazza che me la sono fatto sfuggire, ma ora che l’ho trovata farò in modo che paghi per i suoi crimini» ghigna Tradge avvicinandosi a lei per arrestarla
«quali crimini? » grida Yusei «Jessy non ha fatto nulla di male! Era solo una bambina, che colpa potrebbe mai aver avuto?! »
«è figlia della sventura, è destinata a distruggere tutto ciò che tocca. È un pericolo per il mondo e spetta a noi fermarla» ringhia Tradge, perfettamente consapevole dell’immenso disastro provocato dal reattore ener-D «arrestatela» ordina ai suoi uomini, ma ecco che in quel momento la solenne voce di Akiza ferma tutto e tutti, seguita da Kalin e altri studenti, la presidentessa del comitato studentesco si fa largo tra i ragazzi fulminando con lo sguardo Tradge «la ragazza non va da nessuna parte, in quanto studentessa di questa Accademia, usufruisce del diritto d’asilo»
«è assurdo! È una criminale e io devo arrestarla! » esclama Tradge
«sta forse mettendo in discussione la mia autorità all’interno di questa scuola? Le devo ricordare chi sono io? la mia famiglia controlla la maggior parte di questa città e basta una sola parola per metterla a dirigere il traffico! » esclama Akiza avanzando di mezzo passo verso di lui sfruttando tutto il suo potere e la sua influenza. Come figlia del capo di Nuova Domino, Akiza è una delle ragazze più influenti della città e in pochi hanno il coraggio di mettersi contro di lei.
«non finisce qui» digrigna  i denti Tradge osservando la ragazza inginocchiata a terra« tornerò e l’arresterò» dice lasciando, infine, l’istituto assieme agli agenti.
Appena Tradge se ne va la tensione si smorza e Yusei corre da sorella scoppiata a piangere per lo spavento« è finita» cerca di consolarla. Una ragazza si avvicina adagiandole un asciugamano sulle spalle, mentre Akiza si rivolge a loro «aiutatela a cambiarsi» ordina alle ragazze «voi tornate in aula» si rivolge ai ragazzi, tutti, compreso Yusei.
 
Le lezioni sono state sospese e mentre alcuni ragazzi si tengono lontani da Yusei, altri come Jack, Crow, Kalin e altri restano intorno al suo banco per sapere e capire
«davvero tua sorella ha dei poteri? » domanda Crow curioso e quasi entusiasta
«no» sospira Yusei «non li ha e non è stata lei a causare l’incidente, fu una fatalità»
«vallo a spiegare al Capo della Sicurezza » ridacchia Jack
«ma perché siete tornati? Sapevate che vi davano la caccia» non riesce a capire Kalin, ma è difficile spiegare loro che provengono da un universo parallelo in cui loro sono tutti amici e i due fratelli sono stati catapultati lì per errore
«è complicato» risponde solamente Yusei.
Poco dopo li raggiungono le ragazze e in mezzo a loro Jessica che è tornata nei suoi panni, anche se i capelli corti lasciano lo stesso un certo amaro in bocca suo fratello che non fa altro che pensare a quelle parole e quelle urla  di quando era piccola. Ancora immobile, con le braccia intrecciate davanti e strette sulla gonna e con la testa bassa, Jessica non proferisce parola, i segni dello scontro con Tradge sono ancora evidenti, la guancia è ancora gonfia e leggermente arrossata e le fa male, anche se non è quello il dolore più grande; Yusei lei corre incontro restando a un passo da lei non sapendo che fare o dire, quella vicinanza spinge Jessica a gettarsi tra le sue braccia cercando un po’ di conforto e sollievo da quello spavento
«va tutto bene» le sussurra Yusei
«Tradge troverà sicuramente un modo per prendervi» li interrompe Akiza con la sua solita aria seria, tirandosi via i capelli dalla spalla «fareste meglio a prepararvi, non potrò impedire il vostro arresto ancora a lungo»
«per allora ce ne saremo già andati» si riprende Jessica cercando di  tornare se stessa.
 
Quando si risvegliarono, i Predestinati capirono che i loro amici erano scomparsi, ma Leo li tranquillizzò dicendo che loro che Yusei e Jessica erano stati catapultati in un universo parallelo.
«ma si può sapere quanto ci mettono a tornare? » sbotta Crow, dopo 18 giorni d’attesa.
«datti una calmata» lo zittisce Jack «probabilmente  hanno qualche difficoltà a tornare o da loro il tempo scorre diversamente» ipotizza
«Leo, possibile che tu non riesca a sentirli? » domanda Akiza che, non avendo più il suo fermaglio, si è tirata indietro i capelli con un cerchietto rosa tendendo ad assomigliare alla sua alter ego dell’altro mondo.
«io non sento le persone, io vedo nel tempo. Ve l’ho già spiegato, io ho solo sentito che Jessica stava per mettersi nei guai e l’ho detto a Yusei, ma non so altro» sbuffa il ragazzino che comincia a sentire il peso e la responsabilità del suo nuovo potere
«io vorrei tornare a casa» dice Carly allontanandosi dai ragazzi, da qualche giorno Jack l’ha portata a casa di Yusei e Jessica per proteggerla, ma ora la ragazza vuole tornare nel suo appartamento, stare sola e isolarsi qualche ora, stanno accadendo troppe cose che la spaventano
«non farlo» la ferma Jack trattenendole la mano «non saresti al sicuro»
«non è il legame tra di noi che loro vogliono spezzare» gli sorride la giornalista posando la sua mano su quella del suo ragazzo con grande dolcezza
«può essere, ma potresti comunque essere un’esca» la mette in guardia Akiza «finché siamo qui, la casa ci protegge, il male non può agire qui dentro» spiega la ragazza che continua a scostarsi dai i capelli dalla spalla, infastidita dal solletico che le fanno, anche lei è preoccupata per i suoi genitori e vorrebbe correre a casa da loro, ma sa che sarebbe un errore, sarebbe vulnerabile e rischierebbe di mettere in pericolo tutti i suoi amici.
 
Passano altri 6 giorni dall’incursione di Tradge all’Accademia, i ragazzi convivono con i fratelli che proseguono con le loro attività, ora che tutti sanno chi sono vivono molto più rilassati. Come era già accaduto nel loro mondo, Akiza inizia ad avvicinarsi a Yusei, ma il ragazzo non può lasciarsi andare per quanto lo vorrebbe e desidererebbe stringere la sua Akiza tra le braccia perché lei non è la sua,  le somiglia, ma non è lei e lo avverte chiaramente, così come Jessica avverte che quel Crow non è il suo ragazzo, nonostante lui avverta il desiderio di starle accanto.
Scoperta una nuova passione, Jessica non smette di giocare a calcio nemmeno dopo essere stata scoperta, anzi, essere l’unica ragazza a riuscire a tenere testa ai maschi in quello che apparentemente, tra le quelle mura, pare il loro regno, l’aiuta a divertirsi e sgombrare la mente per qualche ora; molte volte le sue compagne le hanno proposto di unirsi a loro nel corso di danza, ma per quanto lei lo desiderasse, si tirava sempre indietro e spesso doveva intervenire Yusei per rifiutare.
La partita sta per finire, sono gli ultimi minuti e Crow è in possesso di palla, ma non è in grado di sostenere il gioco da solo e, dopo aver dato una rapida occhiata a tutti i suoi compagni di squadra, trova Jessica smarcata e gliela passa
«coraggio Fudo!  non fare la femminuccia! » la incita jack che la segue a distanza pronto ad un passaggio.
Yusei la osserva da bordo campo sorridendo, se solo pensa che quasi un mese fa non reggeva nemmeno 3 giri di campo e ora sostiene un’intera partita; vederla così piena d’energia lo fa sorridere e sentire orgoglioso della sua sorellina, anche se in quei 6 giorni è passata dal fingere di essere un maschio a comportarsi da maschiaccio e questo lo fa ridere ancora di più, ma è la sua sorellina e lui le vuole bene lo stesso; questo è quello che pensa un momento prima di avvertire un solletico al petto che lo spinge ad avvicinarsi la mano provocandosi l’ennesima scossa argentata
«accidenti…» borbotta scrollandosi la mano
«tutto bene? » gli domanda Akiza sedendosi accanto a lui
«Izinsky» la chiama per cognome Yusei, cercando di tenere un certo distacco da lei «sì, solo una piccola scossa» cerca di giustificarsi
«ho chiesto aiuto ai miei genitori, ma loro non possono fare nulla per aiutarvi, non di più di questo» sospira, mortificata, la ragazza
«non importa, Jessy ed io dovremo andarcene al più presto, questi ultimi 6 giorni sono stati preziosi, presto spariremo e voi non avrete più problemi» le sorride prendendosi, senza pensarci, delle confidenze che non dovrebbe, infatti subito si tira indietro, ma Akiza è già arrossita fraintendendo quei gesti.
«Jessy! Jessica! » sentono gridare, d’un tratto, dal campo. Alzando lo sguardo i due vedono la giovane Fudo inginocchiata a terra con una mano al petto e i suoi compagni attorno che si preoccupano
«lo so, non mi serve che me lo ricordo» sussurra a denti stretti Jessica accennando un sorriso di rassegnazione
«Jessy! » corre da lei Yusei, ma appena cerca di toccarla, l’ennesima scossa lo respinge rendendo palese a tutti che qualcosa non va tra i due
«sto bene» lo tranquillizza lei rialzandosi subito «sono solo inciampata»
«la partita è finita, forza andate a cambiarvi» li interrompe il professore, intanto Jessica non riusciva più a giocare, erano troppo distanti da entrambe le porte e mancavano 20 secondi alla fine, nessuno dei due avrebbe segnato il punto che avrebbe portato una delle due squadre alla ribalta, la squadra avversaria di Jack, Crow Jessica e gli altri vince per due punti di distacco. Normalmente Jack se la sarebbe presa con la ragazza, ma non oggi, lei non glielo permette, si fionda negli spogliatoi a farsi una doccia e cambiarsi.
Yusei è già pronto e la sta aspettando fuori dagli spogliatoi quando arriva Kalin di corsa «Yusei Jess! »grida allarmato, affannato e sudato «presto, dovete andarvene! Gli agenti stanno arrivando! Sono qui fuori! » esclama mettendo in allarme anche Yusei che corre a prendere la sorella che si sta mettendo le calze. Vedendolo irrompere alcune ragazze strillano, ma lui non ci fa caso «Jessy dobbiamo scappare! » le grida dandole appena il tempo di mettersi le scarpe, una anche senza calze, e afferrare la borsa, per lei di vitale importanza.
Raggiungono l’uscita sul retro, ma qui trovano Tradge e alcuni agenti pronti a sparare, ma non prima di aver mostrato loro un foglio che acconsente a irrompere nell’istituto e a catturare i Fudo
«via! » grida Jessica spingendolo indietro, riparandosi per non essere colpiti dai proiettili, ma non possono stare lì a lungo e in un momento di pausa si allontanano rientrando nell’edificio in cerca di un’altra via di fuga.
Nessuno può aiutarli, tutti gli studenti sono stati catturati e rinchiusi nelle aule per impedire il loro intervento e aiuto ai fratelli.
Correndo su e giù per le scale, Yusei e Jessica si accorgono di non risolvere nulla, quando seminano un gruppo, un altro li raggiunge
«che facciamo? » domanda il ragazzo nel momento in cui si trovano circondati. Jessica non ha neanche da rispondergli, prende il cellulare nella sua borsa e lo lancia contro la finestra, un minuto dopo afferra il fratello per la cravatta trascinandolo giù dalla finestra con se, ma il loro non è un salto nel vuoto, incastra uno yo-yo, che teneva nella borsa, sotto al davanzale e, tenendo stretta alla corda metallica, si butta giù con Yusei riuscendo a cadere al piano di sotto
«tu sei pazza! » esclama Yusei scrollandosi di dosso i vetri delle finestre
«meglio qualche graffio che una pallottola» risponde lei scrollandosi capelli pieno di cristalli «ora è meglio dividersi, ci metteranno più tempo a trovarci»
«scherzi?! » sbotta subito Yusei «io non ti lascio! »
«beh ti tocca! » gli risponde allo stesso modo lei, poi però si calma cercando di farlo ragionare «ascolta, ora sono due gruppi, se ci dividiamo dovranno farlo anche loro, saranno di meno e sarà più facile sfuggirgli.  Ci incontriamo davanti a casa nostra» propone «loro non sanno che quella nel nostro mondo è la nostra casa, non ci verranno a cercare» gli sorride « se ti catturano lancia la cravatta nel cortile»
Detto questo, i due si dividono correndo in direzioni opposte, entrambi con l’obbiettivo di uscire da quella trappola mortale.
Nella sua fuga, Yusei si rende presto conto di non avere via d’uscita, ogni via di scampo è bloccata da agenti armati, mentre lui non ha niente, deve assolutamente trovare qualcosa con cui difendersi e farsi strada.
Appena gli agenti si accorgono che i fratelli si sono divisi, Tradge da loro l’ordine di fare lo stesso concentrandosi su Yusei vivo o morto, catturato lui, sarà facile snidare Jessica, arrestarla e ucciderla
«presto finirà» mormora Tradge, assaporando già quel momento.
 
I ragazzi, chiusi nelle aule, sono alquanto irrequieti, hanno sentito degli spari e temono per i loro compagni, sicuramente ancora nella scuola
«non possiamo lasciarli, sono nostri amici» mormora Crow avvicinandosi a Jack e Akiza, anche loro molto nervosi
«lo so, ma come facciamo? Siamo intrappolati qui dentro! » protesta Jack furioso per non poter fare nulla
«perché non mi hanno informata prima, sarebbero bastati pochi minuti per farli fuggire…» si colpevolizza Akiza che credeva  di avere la situazione sotto controllo
«non è il caso di addossarsi colpe non tue» la rimprovera Kalin inginocchiato a terra in modo molto strano, completamente nascosto dietro agli altri ragazzi «Akiza hai una forcina? » le domanda con un flebile sussurro. Anche se un po’ confusa, la ragazza se ne toglie una dai capelli passandogliela, pochi minuti dopo un rumore metallico attira l’attenzione dei tre seduti vicino a lui, per quanto sia stato cauto, Kalin non ha potuto evitare quel leggero stridio della grata dei condotti dell’aria
«sei un genio» esulta Crow aiutandolo a toglierla completamente
«Crow ed io andiamo, voi restate qui» dice Akiza  togliendosi la giacca della divisa per essere più comoda
«d’accordo» annuisce Jack, consapevole non poterci entrare in quel condotto, ma non Kalin che insiste per seguirli, ma il suo compagno riesce a farlo desistere «due in meno non sono rilevabili, ma se siete già in tre a muovervi, può essere pericoloso, se entrano e si accorgono che manca qualcuno, saranno guai seri, noi dobbiamo stare e fingere che tutto sia normale»
«sì ho capito, andate, sbrigatevi io richiuderò la grata» annuisce Kalin aiutando i suoi amici a infilarsi nel buco, prima Crow e poi Akiza s’infilano a carponi strisciando alla ricerca dei loro amici.
 
Yusei si è nascosto sulle scale per riprendere fiato, ha corso per quasi  tutta l’Accademia e ora ha bisogno di riprendersi, ma non per molto, gli agenti lo scorgono dietro al corrimano delle scale e cominciano a fare fuoco per costringerlo a fuggire, dopo qualche proiettile, quando la parete comincia a cedere,  Yusei riprende a correre, spinto sempre più in alto, mentre i suoi inseguitori tengono il fuoco aperto su di lui; nel tentativo di salvarsi, il ragazzo imbocca le scale antincendio all’esterno dell’edificio, ma qui, da terra, altri agenti lo attendono cominciando anche loro a sparare, lo seguono a ogni rampa sollevando la loro mira a ogni gradino da lui salito. Fuori è troppo scoperto ed è costretto a rientrare riparandosi sotto alle finestre mandate presto in pezzi dalle pistole, Yusei si ripara la testa restando immobile mentre i proiettili distruggono i vetri andando a impiantarsi contro il muro davanti a lui. Durante la fuga, Yusei è rimasto ferito a un braccio che ora sanguina e brucia. La cosa strana è che al piano non c’è nessuno, è assurdo pensare che abbiano smesso di inseguirlo e di colpo anche di sparare
«ma che hanno in mente? Non  è nei loro piano uccidermi…» cerca di capire, ma è evidente che vivo o morto a loro non interessa, basta solo prenderlo e se trattano lui in questo modo, può solo immaginare cosa staranno facendo per prendere sua sorella. «ve la farò pagare, lo giuro» digrigna i denti Yusei mentre i suoi occhi blu cominciano a scurirsi, ma solo per un momento, poi la sua attenzione viene attirata da un oggetto lanciato nel piano che all’inizio non riconosce, ma quando inizia a lasciar uscire un fumo bianco, capisce «gas lacrimogeno! » esclama coprendosi il naso con la manica della giacca allontanandosi il prima possibile, presto l’intero piano di riempirà di fumo, ma si  trova all’ultimo piano e non può più salire, scendere è pericoloso, probabilmente gli agenti lo aspettano per catturarlo; l’unica sarebbe salire sul tetto, ma a quel punto sarebbe in trappola e un facile bersaglio.
«maledizione…» mormora. Ormai il fumo l’ha quasi raggiunto anche nell’altro lato del piano, si sente spacciato, quando una voce lo chiama spingendolo ad alzare lo sguardo verso l’alto: sono Crow e Akiza affacciati dal condotto di areazione
«Yusei! » lo chiamano i due facendogli segno di salire. Non c’è molto tempo, ma abbastanza per trovare un banco su cui salire per avvicinarsi al condotto da cui Crow gli tende un braccio, con un balzo Yusei prende la sua mano facendosi forza per aggrapparsi alla lamiera. Assieme ad Akiza, Crow lo tira su riuscendo a trarlo in salvo
«ehi da quanto tempo» scherza Crow che ora ha il braccio dolorante
«dico, ma siete matti? Se vi beccano arrestano anche voi! » esclama Yusei
«non preoccuparti per noi» gli strizza l’occhio Akiza. In effetti ha ragione, loro sono studenti minorenni e poi Akiza è la figlia del capo della città, la sua potrebbe passare come una semplice bravata da liceale in cui ha coinvolto un amico; tutto sommato loro rischiano solo una sonora sgridata.
«dov’è Jessica? »si preoccupa Crow
«non lo so » scuote la testa Yusei «ci siamo divisi per seminarli e d’allora non l’ho più vista»
«allora andiamo a cercarla» sorride Akiza « andiamocene prima che il gas arrivi quassù» dice  spingendoli avanti.
 
Al contrario di Yusei che è rimasto nell’istituto, Jessica è riuscita a raggiungere i dormitori, inseguita da un pugno di agenti, ma ha imboccato i dormitori femminili che non conosce affatto avendo continuato a dividere la camera con il fratello nell’ala maschile e finisce per perdersi imboccando un vicolo cieco che la porta in un atrio con un’unica uscita e entrata, ovvero quella alle sue spalle, c’è una sola finestra, ma si trova al terzo piano e lanciarsi sarebbe un suicidio senza contare che nel tempo di volo sarebbe un facile bersaglio.
«sei in trappola uccellino» scoppia a ridere Tradge puntandole addosso la pistola, è solo, evidentemente è una cosa di cui si vuole occupare personalmente senza l ‘intralcio di nessuno
«è come volevi no? Farai passare la mia esecuzione per un incidente? » domanda Jessica con un sorrisetto sul viso
«non sarà difficile credere che hai fatto resistenza all’arresto ed è partito un colpo» ghigna Tradge tenendo l’arma ben salda e pronta a sparare «o potrei spacciarlo per legittima difesa dicendo che hai usato i tuoi poteri di strega contro di me»
«peccato che non io abbia quei poteri» lo fissa negli occhi Jessica, cercando una risposta nell’espressione del volto dell’uomo e la trova, infatti comincia a sorridere« tu lo sai» è riuscita a capire «tu sai che io non ho poteri e scommetto che sai anche che l’esplosione del  reattore è stato un incidente» lo fulmina con lo sguardo
«di quello che vuoi, tanto le tue parole non usciranno da qui» ghigna muovendo la pistola
«ne sei sicuro? » accenna un sorriso Jessica, mostrandosi molto sicura di se
«sembri molto sicura di te , non sarai convinta di schivare il proiettile» le domanda, sorpreso da quell’espressione
«direi proprio di sì» risponde Jessica «infondo una pistola può sparare un proiettile a soli 350 m/s» aggiunge tenendo lo sguardo puntato sul dito di Tradge posto sul grilletto. La sua è una sfida che il capo della Sicurezza accetta molto volentieri. Mantenendo la calma più totale, Jessica osserva il dito di Tradge muoversi e, appena preme il grilletto, si scosta lasciandosi passare il proiettile a filo del volto e colpire la finestra che va in pezzi. La sorpresa per Tradge è grande e mentre ancora i vetri cadono a terra, lei lo prende di sorpresa colpendogli la mano per disarmarlo, un passo avanti e un colpo al mento con il palmo della mano che lo sbilancia facendolo cadere a terra. In quei sei giorni non ha solo giocato a calcio, ma alcuni ragazzi del club di karate le hanno insegnato le basi dandole, così, modo di difendersi meglio da aggressioni come quella nello spogliatoio o come altre.
«non male ragazzina» ghigna Tradge rialzandosi e asciugandosi la bocca da una striscia di saliva «ma non è sufficiente! » esclama ripartendo all’attacco, comincia con un pugno che lei evita, ma segue un calcio laterale che non riesce a parare, la colpisce al braccio facendola rotolare a terra. Le si avvicina lentamente ghignando mentre lei lo osserva dal basso tremando e soffrendo per il colpo subito; appena l’uomo alza un piede per darle un calcio, lei si alza in modo fulmineo facendo strisciare la gambe contro la sua e con uno sgambetto lo butta a terra rotolando per rialzarsi, pronta a tornare all’attacco. Ovviamente sono solo colpi che gli fanno il solletico e una volta rimesso in piedi, Tradge si lancia all’attacco la colpisce con un pugno che lei evita, un secondo, di nuovo parato, una ginocchiata, anche quella fermata e il terzo pugno deviato che lo lascia scoperto permettendole di colpirlo allo stomaco facendolo indietreggiare di qualche passo. È determinato e non si arrende, ancora due pugni parati con maestria e un calcio che riesce a parare riparandosi la testa con entrambe le braccia; inizia ad avanzare con offensive potenti che lei evita e para, pugni parati dalle braccia, calci fermati e respinti a cui segue un calcio al ginocchio che lo costringe ad arrestarsi e un calcio in faccia che lo allontana parecchio, ma nonostante questo, Tradge non demorde, capisce che per sconfiggerla deve usare tutta la sua forza perché Jessica è più agile di quanto pensasse. Con tutta la sua forza bruta, le si avventa contro riuscendo a tirarle un pugno in faccia, seguito da un altro alla spalla che la fa indietreggiare e un calcio allo stomaco; sono colpi potenti che feriscono Jessica togliendole di colpo di le forze per reagire. L’ultimo calcio è talmente potente da sollevarla da terra facendola volare almeno due metri più in là lasciandola a terra inerme
«i giochi sono finiti ragazzina»  cercando di colpirla con un calcio che si sicuro le avrebbe come minimo spezzato tutte le costole della parte sinistra, ma qualcosa in lei le da la forza di rotolare indietro evitando il calcio e con una capriola all’indietro si allontana ancora appropriandosi anche della pistola precedentemente tolta dalle mani dell’agente. L’adrenalina che poco prima le aveva permesso quelle mosse rapide e coordinate ora le gioca un brutto scherzo mentre punta l’arma contro di lui, le mani iniziano a tremarle facendo scoppiare a ridere Tradge «posa quella pistola piccola strega! Non spareresti mai! »
«vedremo» mormora rialzandosi «ho una domanda: perché Yusei? È me che volete, perché inseguite anche lui? »
«si dice che i figli debbano pagare per i crimini dei propri genitori e visto che tu hai un crimine tuo da scontare, spetta a lui ripagare quello di vostro padre» ghigna il capo della Sicurezza avanzando di mezzo passo verso di lei
«bastardo» sussurra a denti stretti Jessica premendo il grilletto senza alcuna esitazione, ma ferendolo solo al braccio, avrebbe voluto colpirlo alla spalla, ma il contraccolpo e il tremore della sua mano gliel’hanno impedito. Ferito l’uomo, Jessica si riprende la sua borda dandosi poi alla fuga sparando a terra per impedirgli di seguirla.
Riesce a uscire dai dormitori attraverso una finestra, ma non dal complesso e si ritrova costretta a rifugiarsi ancora una volta nella scuola, inseguita da una decina di agenti determinati a catturarla. L’unica via libera è quella della palestra in cui si chiude sbarrando la porta con un’asta tra le maniglie, ma ora è in trappola, non ci vorrà molto prima che gli agenti sfondino la porta.
Si ritrova lì, da sola, in quell’immensa stanza con l’adrenalina in circolo che le sta facendo salire l’ansia, cammina avanti e indietro passandosi le mani sulla fronte, nei capelli, asciugandosi il sudore e ansimando. Si trova in quella situazione per colpa sua e per di più ha coinvolto anche suo fratello. Sente il panico assalirla e sente che tra poco un attacco la colpirà impedendole da quel momento di ragionare a mente lucida, ma per sua fortuna la voce calda e rassicurante di Yusei glielo impedisce «Jessy »la chiama spingendola ad alzare lo sguardo, i tre ragazzi le calano una corda ricavata dall’unione delle cinture di Crow e Yusei «avanti sali! » le dice Crow, mentre Yusei si sporge per avvicinarle la cintura. Sono troppo in alto e anche allungandosi al massimo, anche se di poco, Jessica non ci arriva, ci prova, salta, si allunga, ma al massimo riesce a sfiorarla
«coraggio Jessica! » la incita Akiza, ormai manca poco all’arrivo degli agenti, la sbarra sta cedendo e presto si spezzerà. All’ennesimo tentativo, Jessica cade a terra. È chiaro che non ce la fa, i condotti d’areazione della palestra sono molto in alto e anche con una corda, Jessica non ci arriva; salta, salta e salta finché non cade rovinosamente e la borsa le si apre, il tesoro che custodiva gelosamente, sono un paio di scarpette da ballerina che sfiora, ma si rifiuta di prenderle in mano; alza poi lo sguardo verso la parete con lo specchio davanti a cui le sue compagne si allenano ogni giorno, avrebbe voluto unirsi a loro molte volte, ma non poteva e non può. La ragazza si avvicina alla parete coperta di specchi con la sbarra per le ballerine e d’un tratto la sua mente si ritrova a viaggiare all’indietro nel tempo, a quando era Lady Black Star ed era costretta da Goodwin a esibirsi, quell’uomo le provocò un danno che segnò la sua vita e la costrinse a rinunciare alla sua più grande passione: la danza, certo da allora ha continuato a ballare, ma non più come un tempo. Ricorda quando, alla fine dello scontro con i Predestinati Oscuri, un medico la visitò dopo l’operazione agli occhi e le diede la notizia: «la sua caviglia è danneggiata irreversibilmente» disse «d’ora in avanti i suoi movimenti saranno limitati». Jessica da allora riuscì a camminare e correre, ma alcuni movimenti le riuscirono e le riescono impossibili ancora oggi e tra questi vi sono la maggior parte dei movimenti legati alla danza classica che lei tanto amava. A piedi nudi, cerca di mettersi sulle punte, ma il dolore la fa cadere, cerca di aggrapparsi alla sbarra cadendo a terra ritrovandosi davanti alla sua borsa e le scarpette davanti al viso. Da quel giorno in cui, per colpa di Goodwin fu condannata a rinunciare alla sua passione, Jessica chiuse le sue nell’armadio, in una scatola che non aprì più.
Le urla degli agenti la riportano alla realtà spingendola ad alzarsi tenendo le scarpe in mano, si volta verso la porta, manca poco, ancora pochi minuti e gli agenti saranno lì; Yusei, stufo di aspettare, è già pronto a calarsi, quand’ecco che sua sorella riappare, ma sembra diversa, meno spaventata e molto più sicura di se
«scendo a prenderti! » esclama
«non serve» risponde, fredda come il ghiaccio, Jessica. E’ anni che non lo fa e non è nemmeno sicura di riuscirci, prende un profondo respiro dando uno sguardo alla porta già semiaperta e da cui riesce a vedere Tradge che la osserva mentre i suoi sottoposti spingono. La ragazza è pronta, in posizione chiusa, a sollevarsi in un echappé che dovrebbe aiutarla a raggiungere la cintura
«lo sta facendo» mormora, incredulo, Yusei il cui cuore comincia a battere tre volte più veloce di quello di sua sorella, in ansia per quello che sta per fare.
Il primo tentativo fallisce, il piede le fa male, ma l’idea di far scendere suo fratello e metterlo in pericolo la spaventa ancora di più, senza contare che vede Tradge cominciare a estrarre la pistola; deve riuscirci e chiudendo le braccia a cerchio davanti a se e poi alzandole, ci riesce, con un grande sforzo riesce ad alzarsi sulle punte come una vera ballerina. Quell’attimo è colmo di emozione, sia per lei, che finalmente si sente rinata, sia per suo fratello che prova una gioia immensa a rivederla in quei panni, come quando era una bambina e volteggiava per l’orfanotrofio di Martha con il suo tutù rosa ricavato da una vecchia tenda
«io da grande farò la ballerina! »disse un giorno con gli occhi che le brillavano per la gioia. Goodwin distrusse quel sogno, certo è diventata una showgirl, ha ballato ancora, ma non ha più avuto quella luce negli occhi che quel tipo di danza le dava.
«ce l’ha fatta» mormora con gli occhi lucidi per l’emozione Yusei , ma non è più il momento per lasciarsi trasportare dai ricordi
«avanti Jessica aggrappati! » urla Crow, ora ci arriva e si arrampica su di essa mentre i due ragazzi la tirano su e, arrivata abbastanza vicina, Akiza le tende una mano per aiutarla a salire. Al sicuro, si lascia stringere dal fratello, preoccupato per lei
«ora andiamo» sussurra Crow. In quel momento un proiettile buca la lamiera spaventandoli e lasciando scappare loro un urlo.
«arrendetevi! Non potete scappare! » esclama Tradge puntando di nuovo la pistola
«vai al diavolo Tradge! » esclama Akiza lanciando le sue scarpe dalla parte opposta, così mentre gli agenti sparano a sinistra, i ragazzi fuggono a destra uscendo in poco dalla palestra. Al sicuro, si fermano a riprendere fiato
«adesso tornate dagli altri» dice loro Yusei « state rischiando troppo e poi saremo più veloci da soli, dobbiamo uscire da qui e andarcene»
Anche sua sorella è d’accordo con lui e riesce a convincere i due ragazzi a lasciarli soli e non seguirli fuori dai condotti.
 
Rimasti soli, i fratelli devono trovare il modo per uscire, i corridoi sembrano liberi e con molta discrezione i ragazzi si avviano in cerca di una via di fuga, ma d’ un tratto Jessica cade, il dolore al petto che l’aveva colpita qualche ora prima sul campo di calcio, torna impedendole di muoversi
«lo so» mormora stringendosi la mano al petto guardando con rabbia davanti a se
«che ti prende?! » si preoccupa Yusei, credendo che sia ferita, ma lei di nuovo dice di essere inciampata e, a fatica, si rialza. In quel momento sentono dei passi e corrono a nascondersi nel sottoscala vicino a loro.
«è inutile nascondersi» esclama Tradge, sicuro di essere sentito «non uscirete vivi da qui»
«che facciamo? » mormora Yusei tenendola vicino a se per nasconderla.
Jessica ha la risposta, ma non è sicura che funzioni e ciò la fa esitare; il cuore le scoppia nel petto facendole mancare il respiro per l’agitazione e l’ansia, suda e le tremano le mani e riesce a biascicare un vago «non lo so» strane voci affollano la sua mente, voci di bambini che ripetono in coro ‘strega, strega, strega’, ricorda ciò che le disse Yasumi all’accademia: « hai distrutto tu Nuova Città di Domino! Tu e tuo padre avete ucciso mia sorella! » l’accusò quel giorno «… hai distrutto migliaia di vite innocenti, devi pagare per questo! ». non finisce, le voci non finiscono, la tormentano accusandola con parole più taglienti di coltelli, le risuonano nella mente facendole provare forti dolori al petto e alla testa e tra tutte si fanno strada le parole del Tradge di quella dimensione « è figlia della sventura, è destinata a distruggere tutto ciò che tocca. È un pericolo per il mondo e spetta a noi fermarla»
« questa strega ha reso molti di voi orfani e voi l’avete nascosta. Finalmente questa città avrà giustizia» aveva gridati ai ragazzi della scuola attorno a loro
«… ma ora che l’ho trovata farò in modo che paghi per i suoi crimini». È quello il suo destino, pagare per quello che lei chiama’ il suo peccato’.
«questa guerra finirà con la morte di uno voi e questo non potrà essere impedito, uno di voi 7 dovrà morire» le avevo detto l’ultima volta che la vidi, era una profezia a cui nemmeno Jessica Fudo si sarebbe potuta sottrarre, lo sapevamo entrambe e forse è giunto il momento di mettere fine a tutto quello.
«ascolta, tu scappa, io faccio da diversivo» le propone Yusei riportandola alla realtà e facendo cessare per un momento quelle voci; Yusei sa già che pur di prendere sua sorella Tradge lo ucciderà, ma non gli importa se questo la salverà, le vuole troppo bene ed è disposto anche a dare se stesso per tenerla al sicuro e questa è una  cosa che, purtroppo, Jessica sa fin troppo bene e forse è anche quell’incentivo che le serviva per prendere coraggio e dare il via al suo piano, infatti ferma suo fratello facendolo inginocchiare a terra con lei
«sai che ti voglio bene? » gli domanda con un dolce sorriso, un po’ confuso, Yusei annuisce ricambiando il sorriso e le parole. «tu e Ichiru siete il mio tesoro più prezioso» aggiunge accarezzandogli le guance «e sei anche la persona di cui mi fido di più al mondo. Yusei, promettimi che proteggerai il mio bambino»
Quelle parole spaventano Yusei che le prende le mani cercando una spiegazione che lei non gli da «è che in questa guerra potrebbe accadere di tutto e vorrei poteri contare su di te, per favore promettimi che Ichiru sarà al sicuro, sempre! »
Quello sguardo preoccupato e spaventato fa sorridere Yusei che ricambia le carezze promettendole solennemente di tenere il piccolo Ichiru lontano da ogni pericolo, finché potrà; a questo punto un dolce calore avvolge il cuore della ragazza il cui viso s’illumina
«allora credo di conoscere il modo per andarcene da qui» gli annuncia fingendo un sorriso «però dimmi, ti fidi di me? » gli domanda, Yusei è sempre più confuso e lei gli deve ripete la domanda; la seconda volta basta per avere una risposta «certo che mi fido di te, sempre»
«allora abbracciami» gli chiede Jessica facendosi stringere forte. «grazie Yusei »
«ti voglio bene Jessy »le risponde lui. Stavolta la scossa che si genera tra di loro non è dolorosa e non li costringe ad allontanarsi, bensì da loro una calda e dolce sensazione di pace e benessere e un calore al petto; come piccoli varchi, dai loro cuori emergono i ciondoli ricomposti, dopo essere andati in pezzi durante il duello con l’Orichalcos. Il legame si ristabilisce tra loro facendoli sorridere veramente
«ti sento! » si sorprende Jessica che di nuovo può avvertire il cuore del fratello e sentirlo accanto a se e così vale anche per Yusei che può di nuovo avvertire la presenza della sorella e quella dolce sensazione che la sua vicinanza gli da
«resta qui» lo prega, ma prima di allontanarsi gli schiocca un bacio sulla guancia e lui, subito dopo, uno sulla fronte
«fai attenzione» si raccomanda.
Ancora, ricorda le parole di Jack durante il loro ultimo duello. « …nessun patto cancellerà ciò che hai fatto, non dimenticherò mai che i miei genitori sono morti a causa tua! » aveva gridato con tutto se stesso quel giorno.  E per ultime, ricorda le sue stesse parole « È una di quelle tante dimensioni transitorie che vivono solo per raggiungere uno scopo».
 
 Con il dolore che la sta distruggendo, Jessica esce dal sotto scala mostrandosi a Tradge, attirando la sua attenzione
«finalmente ti sei decisa» ghigna l’uomo vedendola avanzare verso di lui
«finiamola con questa storia» dice fulminandolo con lo sguardo
«sono d’accordo» alza l’arma lui puntandogliela contro
«prometti solo che non farai del male a Yusei» aggiunge Jessica aprendo le braccia. A Tradge non importa nulla di Yusei e non gli costa niente accettare.
Faccia a faccia, passano alcuni secondi prima che Tradge si decida a premere il grilletto e quando lo fa il proiettile parte, nello stesso tempo le labbra di Jessica si muovono a pronunciare un dolce’ grazie’ che spaventa l’uomo facendolo sentire tremendamente in colpa e mortificato per ciò che ha dovuto fare.
L’unica cosa che può fare Yusei, è correre a prendere la sorella passata da parte a parte dal proiettile «Jessy no! » strilla stringendola forte a se, di nuovo una pistola gli ha portato via la sua amata sorellina che di nuovo sorride mentre la morte l’attende.
La pistola tra le mani di Tradge si disintegra e tutto l’esterno, il cortile, il dormitorio, il quartiere, l’intera città si dissolve nel nulla lasciando per ultima la scuola, l’occhio del ciclone.
Quella era l’unica ragione di vivere della dimensione, la morte della responsabile del disastro avrebbe fatto cessare di esistere una dimensione che non sarebbe dovuta esistere e Tradge lo sapeva, per questo in quei lunghi 19 anni si era impegnato a cercarla per ucciderla, per mettere fine a un mondo che girava attorno a lei, ma sentirsi ringraziare l’aveva scioccato. Per lungo tempo Jessica aveva desiderato che qualcuno la punisse per il suo peccato e ora che qualcuno l’ha fatto davvero, si sente molto più sollevata, come se si fosse tolta un enorme peso dalla coscienza.
«ora torneremo a casa» sorride accarezzando la guancia di suo fratello che, disperato, la stringe forte a se urlando mentre l’intera scuola attorno a loro si disintegra nel nulla diventando polvere che si disperde nel vuoto.
 
Yusei stringe ancora la sorella tra le braccia e urla, quando tornano nel loro mondo, tutti gli studenti che girano per i corridoi si fermano a guardarli, sono apparsi dal nulla e per di più urlando. Appena il ragazzo se ne accorge si guarda intorno capendo di essere tornato a casa; subito gli amici di Leo e luna lo raggiungono vedendo Jessica tra le sue braccia con la camicia bianca macchiata di sangue
«cos’è successo? » domanda Sly. Yusei non ha la forza di rispondergli, non di nuovo, non ce la fa a dire di nuovo che sua sorella è morta per salvarlo e non ce n’è bisogno perché lentamente si risveglia domandandosi dove e cosa sia successo, ma prima di tutto, Yusei l’abbraccia forte esultando per lei, per averla ancora al suo fianco, sana e salva anche se non si spiega come
«Yusei, mi stai soffocando» sorride lei cercando di staccarselo, è viva e non stenta a crederlo nonostante il proiettile l’abbia passata da parte a parte . ha funzionato. Pensa sorridendo.
«ma sei ferito! » nota Patty vedendo il graffio del proiettile provocato a Yusei che ancora sanguina.
 
Sani e salvi, i ragazzi tornano a casa dai loro amici che li attendono con ansia. Quella trappola mortale ha messo a dura prova i fratelli, ma ha ricreato il loro legame rendendoli ancora più forti e determinati a sconfiggere i loro nemici e salvare il piccolo Ichiru.

TO BE CONTINUED...
   
 
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