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Autore: Fiamma Erin Gaunt    17/08/2014    2 recensioni
[Storia a OC]
Una nuova profezia incombe sul Campo Mezzosangue, nuovi Semidei e nuove avventure attendono i nostri eroi. Sarai tu l’Eroe della profezia?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 7

 

 

 

 

 

 

 

- Sei sicuro che sia una buona idea? –

Peter alzò lo sguardo dal piatto di arrosto e patate che aveva davanti, volgendosi verso la figlia di Ullr. Per quanto passassero il tempo a punzecchiarsi e provocarsi doveva ammettere che si fidava del giudizio di Nives.

- Se penso che riunire tutti questi semidei in un solo posto per collaborare sia una buona idea? Cazzo, certo che no … è pessima, tremenda, e probabilmente finirà con il degenerare. –

- Non so cosa abbia in mente Manto. Sembra quasi che sia convinta che possiamo collaborare pacificamente, ma tu ce lo vedi Caleb che prende ordini da una ragazza o quello spaventapasseri che accetta un ordine da qualcuno che non sia romano? – borbottò la ragazza, posando lo sguardo prima sul compagno di Campo e poi sull’Augure romano, che era intento a piluccare svogliatamente la sua bistecca al sangue.

Peter scosse la testa. – Caleb farà bene a darsi una regolata, o interverrò io, e lo spaventapasseri … bè, deve avere una lingua da serpente ma credo di poterlo gestire. –

Nives sorseggiò lentamente la sua Diet Coke, assorta.

Solitamente non si faceva problemi nell’affrontare casini e caos, ma quando si trattava di qualcosa di serio preferiva affrontare le cose a modo suo.

- Bè, se dovesse servirti una mano fai un fischio e verrò a salvarti. – ironizzò.

Il figlio di Ra ammiccò, divertito. – Probabilmente mi farei sventrare piuttosto che chiedere il tuo aiuto. –

- Non farti sentire dallo spaventapasseri oppure potrebbe passargli per la testa di usarti come uno di quei suoi peluches. –

 

Risero insieme, ritrovando uno di quei momenti in cui la complicità tra di loro scattava come un fulmine a ciel sereno.

- Ehy, che mi sono perso? – domandò Jack, scivolando accanto all’amico e riempiendosi il piatto con una generosa porzione di pasticcio di carne.

- Solo Nives che mi paragonava a un peluches. –

- Cioè stava dicendo che sei peloso? – domandò, inarcando un sopracciglio.

- No, che sono adorabile e coccoloso. –

Jack si mordicchiò il labbro inferiore con aria fintamente pensierosa. – No, sono abbastanza sicuro che la mia ipotesi sia quella giusta. –

- Jack? –

- Sì, Peter caro? – domandò, sbattendo gli occhioni turchesi con aria innocente.

- Ti odio. –

- Naaah, quello è amore non odio. –

- No, sono assolutamente certo che sia istinto omicida. – insistè l’Ulfric.

Il figlio di Thor si portò una mano all’altezza del cuore. – Ehy, così mi ferisci, io credevo che tra di noi ci fosse qualcosa di profondo. –

- Mai profondo come la fossa in cui ti seppellirò un giorno di questi. –

Il sorriso sul volto di Jack si allargò, divertito, ma il suo sguardo venne catturato da qualcos’altro e distolse l’attenzione da Peter.

- Che guardi? – domandò, piccato. Lui era abituato a essere al centro dell’attenzione, ad avere un mucchio di gente che pendeva dalle sue labbra, e un disinteresse così repentino lo infastidiva incredibilmente.

- Nulla. –

Seguì il suo sguardo, notando come Hellen fosse impegnata in una conversazione con uno dei barbaros greci che aveva tutto l’aspetto di un surfista californiano: capelli biondi che sembravano baciati dal Sole, fisico asciutto e muscoloso, occhi blu e un sorriso capace di illuminare l’intera stanza. I due chiacchieravano fittamente, le teste vicine, e intervallavano le loro battute con risatine divertite.

- Stai iniziando a mandare scintille. – lo informò, con il tono pacato di chi non ci vedeva nulla di strano nel fatto che il proprio migliore amico sembrasse un fulmine vivente.

- Non mi piace. – decretò per tutta risposta.

- Hellen? Eppure non mi sembrava. –

- Non Hellen, il barbaros. –

Ah, ora si che era tutto più chiaro.

- E pensi di dirglielo? –

Jack aggrottò la fronte. – Certo, vado lì e gli dico “Ehy, lo sai che non mi piaci?” –

- Ma no, idiota. Volevo sapere se pensavi di dire a Hellen che ti piace. – sbottò. Possibile che dovesse sempre spiegare tutto a tutti quanti?

Le guance di Jack si tinsero di una strana sfumatura e il ragazzo dovette impiegare un paio di secondi per realizzare che l’amico era arrossito. Non credeva di averlo mai visto in quello stato.

- Ehm … Non lo so. –

- Dovresti dirglielo, almeno la pianti di comportarti da idiota geloso senza un motivo. – intervenne Nives, della cui presenza sembravano essersi completamente dimenticati.

- Ci penserò … ma tu non le dirai nulla, vero? –

La ragazza scrollò le spalle. – Figurati se io ho tempo da perdere con queste dichiarazioni d’amore da ragazzini imbranati. –

- Sì, ecco … bene. Che dici, se lo fulmino è una mancanza di cortesia nei confronti degli ospiti? – domandò poi.

Peter sentì le labbra stirarsi in un sorriso sghembo. – Sì, credo che Manto potrebbe vederla così. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

- Quindi sei stato tu a costruire quella nave? – domandò Zephyr, incredulo.

Lui era abituato a volare con il suo elicottero e il volo non aveva alcun segreto per lui, ma l’idea di una nave da guerra volante lo lasciava letteralmente senza fiato.

- Già, non è stato poi così complicato. – si schermì Leo.

Il figlio di Efesto trovava simpatico il figlio di Amon; era una sua versione egizia dai capelli rossi e il suo stesso umorismo onnipresente.

- Bè, è comunque una figata pazzesca. –

- Oh, quante storie per un aggeggio volante. – borbottò Ria.

Zephyr scrollò le spalle, come a dire che doveva scusarla per la sua mancanza di interesse e ammirazione.

- Non farci caso; è sexy ma ha un pessimo carattere e odia il volo. – mormorò all’orecchio del ragazzo.

Ria, sentendo le sue parole, gli assestò uno scappellotto dietro al collo ma non riuscì a nascondere del tutto un sorrisetto compiaciuto.

- Uffa, ma non sai neanche accettare un complimento. –

- Sta zitto, folletto, oppure te ne do un altro. –

Zephyr lasciò saggiamente cadere il discorso. Conosceva abbastanza bene la figlia di Onuris da sapere che non faceva mai minacce a vuoto.

Proprio in quel momento il rumore di una sedia che veniva spostata all’indietro attirò l’attenzione generale e annunciò che Peter era pronto per dare inizio alla riunione del Consiglio.

Uscirono dalla mensa chiacchierando sottovoce, dirigendosi verso l’Arena, e lì si separarono. L’Ala Sud venne occupata dagli abitanti del Campo mentre quella Est veniva presa dal Campo Mezzosangue e quella Ovest dal Campo Giove. Nell’Ala Nord, infine, era stato allestito un piccolo palchetto rialzato per i leader dei vari Campi.

Peter si accomodò sullo scranno centrale e a nessuno sfuggì la simbologia di quel gesto. Era un po’ come affermare che lui fosse il “Capo tra i Capi”. Un gesto avventato e arrogante, ma che rispecchiava in pieno la sua natura; anzi, sarebbe stato strano il contrario.

Intercettò lo sguardo piccato del figlio di Giove, che lo guardava come se si stesse sforzando di ingoiare qualcosa di particolarmente disgustoso e fastidioso.

- Problemi? – domandò, inarcando un sopracciglio in aria di sfida.

Jason fece per rispondere, tagliente, ma la mano di Reyna sul suo avambraccio lo convinse a trattenersi. Non era il momento di discutere su a chi spettasse il comando, ci sarebbe stato tempo in abbondanza più tardi.

Percy, dall’altro lato del figlio di Ra, non sembrava ugualmente contento della posizione marginale in cui era stato relegato ma lo sguardo severo di Annabeth bastava a farlo desistere da qualsiasi presa di posizione per la contesa della leadership. Senza contare che i semidei locali erano la maggioranza ed era ovvio pensare che un’eventuale votazione sarebbe stata di certo a favore dell’ Ulfric.

- Nessun problema, dai pure inizio alla seduta. – replicò Annabeth.

Peter annuì brevemente, rivolgendosi alla platea. Non aveva mai avuto problemi a parlare in pubblico e se la presenza di quel gruppo di estranei lo innervosiva non lo diede a vedere.

- Tutti voi siete a conoscenza delle profezie che i nostri Oracoli hanno declamato, quindi è superfluo tornare sull’argomento. Ciò che dobbiamo stabilire è se una collaborazione tra i Campi è effettivamente possibile o se ognuno possa gestire la cosa in solitaria. Quanti sono contrari al lavoro di squadra alzino le mani. –

Si alzarono parecchie mani, quasi la metà, e tra tutte svettavano chiaramente quelle di Clarisse, Octavian e Caleb.

- Quanti sono a favore? –

Questa volta le mani alzate furono ancora di più.

- Sembrerebbe che questa alleanza  si debba fare. – concluse Annabeth con tono pratico.

- Così sembrerebbe. – convenne freddamente. In realtà neanche lui sapeva se fosse contento o meno del risultato ottenuto.

- Chi dovrebbe prendere il comando di questa alleanza? – domandò allora la voce dell’Augure.

- Peter, non è ovvio? – fu la pronta replica di Caleb.

Un mormorio contrariato si levò dalle file dei greci e dei romani.

- Non è ovvio proprio per niente. I romani non prendono ordini da degli stranieri. –

- Né noi diamo retta ai barbaros. – replicò duramente.

Nella confusione che generò da quelle parole, si stagliò in aria il braccio solitario di Hannah.

Peter, alzatosi in piedi per richiamare all’ordine i suoi compagni e imitato da Reyna e Annabeth, rivolse l’attenzione su di lei.

- Hannah, volevi dire qualcosa? –

La ragazza provò ad aprire bocca, ma il vociare la sovrastava.

- Piantatela tutti. – ordinò, riuscendo finalmente a placare quel casino.

- C’è un modo per stabilire chi sarà a comandare, qualcosa che andrà bene a tutti: un confronto di volontà. – decretò la figlia di Bastet.

Le sue parole questa volta vennero accolte da un mormorio di approvazione. Il confronto di volontà non era altro che una sfida tra capi, uno scontro al primo sangue che non avrebbe  fatto altro se non affermare il predominio di uno di loro.

- Peter, Percy e Jason si affronteranno e chi vincerà prenderà il comando dell’impresa. – confermò Reyna, mentre Annabeth annuiva e il resto dei semidei dei vari schieramenti si dicevano d’accordo.

Un leader doveva dimostrarsi il più abile tra tutti loro e il combattimento era senza ombra di dubbio la scelta più saggia.

Le ragazze lasciarono libero il centro dell’Arena e i tre semidei misero mano alle rispettive spade.

- Primo sangue. Niente ferite mortali né colpi volti a menomare gli avversari. È uno scontro tranquillo ragazzi, cerchiamo di non farci scappare il morto. – decretò Jack, soffermandosi un istante più del dovuto sugli occhi grigi dell’amico. Lo conosceva bene e sapeva  quanto si facesse prendere dai combattimenti, specialmente quando la sua supremazia veniva messa in dubbio.

Annuirono tutti e tre, attendendo il via.

- Okay, allora cominciate. –

Peter fu il primo a colpire, muovendosi rapido e agile come un serpente. Tentò un allungo in direzione di Percy, ma il figlio di Poseidone era più veloce di quanto si aspettasse e deviò il colpo con la sua lama di bronzo celeste. Venne poi il turno di Jason, che partì all’attacco del figlio di Ra malgrado Percy avesse il fianco scoperto e fosse più vicino a lui.

Era evidente quello che stavano cercando di fare. Si stavano coalizzando per eliminarlo dai giochi e vedersela tra loro. Bè, avevano fatto male i conti.

Era più esperto, più forte, più veloce e più cattivo di loro due messi insieme. Parò il colpo del figlio di Giove, costringendolo a sbilanciarsi e facendolo finire a terra con un calcio preciso dietro al ginocchio. Affondò la lama nello spazio tra il braccio e il busto, trovando un brandello di pelle morbida pochi centimetri sopra  l’ascella. Sorrise quando vide la lama macchiarsi del sangue del ragazzo.

Udì gli incitamenti dall’Ala Sud; erano carburante per il suo ego e il suo desiderio di vittoria.

Si volse verso Percy, deviando all’ultimo secondo un fendente del greco che mirava al suo avambraccio.

Fintò un affondo al fianco destro e quando la guardia del semidio si abbassò colpì di striscio la spalla sinistra. Il gemito di Percy fu musica per le sue orecchie.

- Peter vince, è l’Ulfric ad assumere il comando dell’impresa. – decretò Jack, la voce condita da un pizzico di soddisfazione e orgoglio.

La decisione venne accompagnata da un borbottio contrariato della parte romana, che sembrava proprio non volerne sapere di farsi guidare da uno straniero.

- Non sei stato leale. – borbottò Jason, alzandosi in piedi e folgorandolo con un’occhiataccia.

Peter gli rivolse un sorriso di scherno. – Ti aspetti che i tuoi nemici siano leali, figlio di Giove? Se è così mi stupisco che tu sia rimasto in vita tanto a lungo. Se vuoi qualcosa te la prendi, non ti fai tanti problemi né scrupoli … volevo il comando e l’ho preso. Questa è la lezione di oggi, ragazzino. –

Rinfoderò la lama, tornando a sedersi sullo scranno a testa alta, incurante delle proteste dei barbaros.

Volse gli occhi grigi verso Lars, facendogli segno di avvicinarsi.

L’Ur Mau si allontanò controvoglia da Skyler, raggiungendo l’Ulfric.

- Che sensazione hai a proposito della costituzione di tre gruppi di semidei? – lo interpellò.

Aveva un’idea che gli girava nella mente, ma voleva prima essere sicuro di avere il favore degli Dei.

Lars aggrottò leggermente la fronte, concentrandosi su quell’ipotetico scenario.

- Non vedo alcun problema, anzi, probabilmente placherà un po’ gli animi. –

- Ho deciso di inviare tre squadre. La prima verrà guidata da me e sarà formata da Jack, Nives, Hellen, Ria, Zephyr, Clarisse, Chris e Will. La seconda sarà guidata da Percy e sarà composta da Annabeth, Jason, Piper, Nico, Leo, Hannah Eva, Skyler e Lars. La terza, infine, sarà sotto la guida di Reyna e i semidei che andranno con lei saranno Simon, Angel, Annalisa, Austin, Caleb, Frank, Hazel ed Eric. – decretò, prima di aggiungere: – La partenza avverrà domani mattina, ora sparite dalla mia vista. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccoci con l’aggiornamento. Dal prossimo capitolo inizierà finalmente l’azione vera e propria … ed era anche ora direte voi xD. Credo che dividerò i capitoli a squadre, nel senso che il prossimo sarà dedicato alla prima, quello successivo alla seconda e quello dopo ancora alla terza in modo da poter dare il giusto spazio a tutti gli OC. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e non sia risultato noioso nonché vi piacciano gli abbinamenti delle squadre. Infine, vi anticipo che nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresa. Alla prossima.

Baci baci,

                Fiamma Erin Gaunt

 

 

 

  
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