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Autore: hp_in_my_heart    17/08/2014    2 recensioni
Amelia Bones è a casa sua, di notte, e sta controllando alcune pratiche che si è portata dal lavoro. Ad un certo punto, però, Susan ha un incubo... Riuscirà Amelia a farla calmare?
[Storia partecipante al "Lasciati ispirare- Contest flash sulle flash" indetto da Saruccia97_LTDsul forum di EFP]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amelia Bones
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Buongiorno a tutti! Ecco qua un'altra mia storiapartecipante ad un contest... Che dire, spero vi piaccia!





Amelia Bones, la talentuosa strega che lavorava all'Ufficio per l'Applicazione della Legge sulla Magia, sedeva nella biblioteca di casa sua con una pila di scartoffie davanti a sé. Non era raro che la donna si portasse il lavoro a casa, cosa quasi inevitabile visto l'ammontare di lavoro che doveva svolgere ogni giorno. Quel giorno in particolare, poi, il lavoro era stato particolarmente intenso, soprattutto a causa delle recenti voci sul ritorno di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, che circolavano da quando era terminato il quadrimestre ad Hogwarts. Hogwarts. C'era sua nipote lì, insieme ad qualche centinaio di maghi e streghe minorenni, potenzialmente scapestrati e pericolosi. Ovviamente, questo le procurava una certa preoccupazione.
All'improvviso, un discreto bussare alla porta interruppe i suoi pensieri. “Avanti!” rispose.
“Zia, sei lì?” La dolce voce di sua nipote attraversò la porta, facendosi strada fino alle sue orecchie. Susan aveva parlato a bassa voce, eppure lei l'aveva sentita molto bene.
“Vieni cara, entra.” La ragazzina aprì piano il battente della porta, quasi senza fare rumore, e le si accostò un poco. “Che succede, cara? E' tardi, dovresti essere a letto a quest'ora.”
Susan esitò un momento, prima di rispondere. Che cara la sua Susan, sempre restia a dare fastidio, quando poteva evitarlo. 
“Ho fatto un brutto sogno.” Rispose, guardando con ostinazione il pavimento, perchè si vergognava di avere paura di un incubo, alla sua età.
“Oh, vieni qui, cara.”  Rispose, desiderosa di consolare la nipote per quell'incubo notturno.
Amelia colmò la breve distanza che le divideva e la strinse in un abbraccio. Susan sembrò quasi per staccarsi, stupita, ma poi si lasciò andare e rimase nell'abbraccio della zia per un minuto buono, finchè la donna non si schiarì la gola e si scostò.
“A letto, adesso. Coraggio, andrà tutto bene!” Amelia cercò di consolare la nipote.
Susan annuì. “Buonanotte, zia.” Disse con voce sommessa.
“Buonanotte, cara!” Rispose la zia gentilmente, congedando la nipote con un cenno.
La ragazzina si diresse alla porta, la aprì e se ne andò quasi senza far rumore, come prima.
La donna si risedette alla scrivania, prendendo in mano il foglio della relazione che stava leggendo . Ma un sorriso era spuntato sulle sue labbra. Voleva bene a suo nipote, e non voleva che le succedesse niente di brutto. Col suo lavoro, veniva a sapere certe notizie prima che divenissero di dominio pubblico, ma non aveva intenzione di raccontarle alla nipote, nessuna di esse. Erano brutte notizie, di solito, e non voleva spaventarla. Tuttavia, quell'abbraccio che si erano scambiate le aveva davvero allietato la nottata. Era felice che Susan si fosse lasciata andare, timida com'era. Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato era davvero un mostro, e aveva intenzione di attaccare una ragazza gentile e carina come la sua Susan. No, non lo avrebbe permesso. Era la sua unica nipote, e quell'abbraccio l'aveva resa felice e avrebbe voluto che ce ne fossero stati molti altri ancora. In nome di quell'abbraccio e di quelli futuri, non avrebbe permesso né a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato né a chiunque altro di toccarla.
  
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