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Autore: Lylawantsacracker    17/08/2014    2 recensioni
SPOILER NONA STAGIONE. AMBIENTATA SUBITO DOPO LA 9X23.
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Quale sarà il comportamento di Dean ed i suoi rapporti con Sam e Castiel? Sarà una persona completamente nuova o riuscirà a far prevalere il suo lato umano?
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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A warning to the prophet
To the liar, to the honest
This is war




Dean sorseggiava un bicchiere di vino rosso nel grande salone della villa, mentre udiva urla provenire dal piano di sopra. Sorrise tra sé e sé.
-Luke, cerca di non strapazzare troppo Abigail. Ci serve viva. - disse ad alta voce, terminando il vino rimasto nel bicchiere di cristallo. Lo poggiò sul tavolino in quercia davanti al divano di velluto blu su cui sedeva.
Le urla terminarono dopo qualche istante. Un uomo apparve in cima alle scale, scendendo poi lentamente. Aveva le mani macchiate di sangue. Alla vista di Dean sorrise con rispetto.
Dean si alzò sorridendo di rimando. - Allora, qualche novità, Luke?
Luke annuì. - Sì. La puttanella ha deciso di smettere di fare i capricci e collaborare senza più intralci.
- Bene. È quello che le conviene fare, giusto?
Senza aspettare una risposta, si avviò al piano superiore. Camminò lungo il corridoio e entrò nella seconda stanza a destra.
Era un grande studio, dal pavimento in parquet scuro e le pareti interamente coperte da immense librerie. Dietro alla grande scrivania in noce c'era una ragazza dai capelli castani e voluminosi ridotta piuttosto male, intenta a scrutare la tavoletta di pietra davanti a sé. Era ammanettata alla sedia e non poteva alzarsi.
Dean sorrise alla vista del sangue che le ricopriva buona parte del volto. Diede una veloce occhiata alle manette.
- Devi andare in bagno? - le chiese con falsa premura, avvicinandosi.
Lei lo fulminò con lo sguardo. - Fottiti.
Dean roteò gli occhi - Abigail, Abigail cara. Sei proprio una profeta irascibile, te l'hanno già detto? - disse con voce bassa e roca. - Forse pensi di poter fare la troietta strafottente perché sai che dobbiamo mantenerti in vita. Ma dopo il trattamento che Luke ti ha riservato sai anche che possiamo sgualcirti e rivoltarti come un guanto, giusto? Vuoi che ti dia una ripassatina io, così da poter capire meglio il concetto?
Un lampo di paura attraversò gli occhi grigi della ragazza, che chinò il capo. - Chiedo umilmente scusa.
Dean ridacchiò. - Bene, questo è lo spirito giusto. - disse avvicinandosi ancora di più, in modo da poter osservare la tavoletta. Era così vicino che quasi sentiva la ragazza tremare. - Ora dimmi quello che sei riuscita a decifrare fino ad ora.
- Non molto. Questa roba è parecchio difficile. - replicò Abigail col tono più deciso possibile. - In ogni caso, fino adesso sono riuscita a capire che parla di qualcosa come una certa quantità del "sangue delle persone care"... Forse capirei meglio se mi dicessi qual è il senso generale della tavoletta.
Dean le diede una pacca sulla schiena, facendola sussultare. - Ben fatto, Abbie. Per aver scoperto di essere una profeta da appena una settimana, te la stai cavando bene. Comunque no, non ti serve saperlo. - disse soddisfatto. Tirò fuori un fazzoletto candido dalla tasca dei pantaloni e glielo poggiò sulla scrivania. - Pulisciti quel faccino, coperta di sangue non sei proprio il massimo della bellezza.
Si allontanò dalla scrivania per dare un'occhiata ai libri. Non era mai stato un tipo che leggeva tanto. Ogni tanto leggeva qualcosa e gli faceva piacere farlo, ma non al livello di suo fratello Sam.
Si ricordava che da piccolo la lettura gli piaceva molto, ma ogni volta che il padre lo beccava con un libro tra le mani lo rimprovevava intimandogli di smettere di "perdere tempo". Sorrise tra sé e sé, mentre passava una mano su un antico volume leggermente impolverato.
Gli sarebbe piaciuto che il padre fosse stato ancora vivo, in quel momento, solo per gustarsi l'espressione di angoscia e di terrore che avrebbe avuto nel ritrovarselo davanti. Il suo obbediente, coraggioso figlio trasformato in quello che odiava di più.
Abigail ogni tanto alzava lo sguardo inquieta, mentre continuava a decifrare la tavoletta.
Era ancora confusa per tutta quella storia. Era successo tutto così in fretta. Una settimana prima non aveva ancora idea di tutto quello che le stava per accadere.
Quel sabato sera si stava preparando per andare ad un appuntamento con la sua ragazza, Marie, senza alcun pensiero per la testa. Aveva appena iniziato il college, la madre aveva finalmente trovato il compagno giusto, e le cose con Marie andavano alla grande.
Quella sera, però, non ci fu alcun appuntamento. Un paio di bruti dagli occhi neri erano piombati in camera sua e l'avevano afferrata, per poi materializzarsi all'interno di quell'enorme villa in campagna. La prima cosa che aveva visto era Dean che la osservava divertito e le spiegava la situazione.
Dean aveva trovato la tavoletta qualche giorno prima di rapire la ragazza. Si era armato. Si era informato. Lui e gli altri demoni avevano già massacrato una gran quantità di angeli minori. E i traditori, ovviamente. Quelli che nonostante tutto erano ancora dalla parte di Crowley.
In ogni caso, la tavoletta era stata ritrovata grazie alle informazioni estorte agli angeli con la tortura, in un'antica grotta a Gerusalemme. "Probabilmente per qualche stupido significato mistico" aveva pensato Dean. Ne era venuto a conoscenza quasi per caso.
L'avrebbe probabilmente distrutta alla fine, ma era curioso di sapere cosa vi fosse scritto sopra. Dopotutto era l'unica "cura" rimasta per lui, a quanto pareva.
- Bene, Abbie cara. Continua a lavorare. - si congedò con un sorriso ipocrita. Appena uscito dalla stanza si sentì chiamare dal piano di sotto. Sospirando, si avviò verso l'atrio.
Si ritrovò davanti a due demoni incatenati e una donna dall'aria elegante e raffinata, la cui natura si capiva dai suoi occhi completamente neri.
- Bela.
Bela sorrise leggermente. - Dean. Ho catturato questi due piccoli sporchi traditori con le mie mani.
Dean gettò un'occhiata ai due demoni a terra e sputò loro addosso. - Alec, portali nelle segrete e falli cantare. - disse a voce alta senza nemmeno voltare lo sguardo, e un uomo robusto li prese e li trascinò via.
- Allora. - continuò, rivolgendosi a Bela. - Qualche novità sul fronte angeli?
Lei, intanto, lo scrutava dall'alto in basso. - Accidenti, Dean. Ti invidio proprio sai? - esclamò ignorando la domanda. - Tu hai potuto tenerti il tuo corpo, mentre io ho dovuto rinunciare al mio, che era tanto attraente.
Dean roteò gli occhi, poi si soffermò sui capelli folti e biondi della ragazza, e gli occhi tornati del loro colore chiaro*. - Dai, Bela, non lamentarti. Non ti è andata così male. Ora passiamo alle questioni serie.
- Io, Jade e gli altri abbiamo fatto fuori circa cinque angeli oggi. Nulla di che, non erano angeli paricolarmente importanti, purtroppo. Abbiamo ricevuto una soffiata. Quei due traditori stavano parlando con degli angeli, stavano sicuramente passando loro informazioni. Sembra che Crowley sia collaborando con quei coglioni piumati, che tristezza. - disse tranquillamente. Poi la voce si fece più esitante - Poi ad un certo punto abbiamo visto Gabriel, sembra che sia ancora vivo. E con lui c'era Castiel...
Dean si irrigidì. - Continua.
- Beh, sta bene... solo che stava per attaccarci. Ho dovuto farlo. - replicò Bela quasi implorante.
Gli occhi del cavaliere infernale si ridussero a fessure. Si avvicinò a Bela, che indietreggiò improvvisamente intimorita. - Cosa hai dovuto fare, Bela? - sibilò stringendo i denti.
- L'ho colpito. Non forte, però, credo sia ancora vivo. - rispose lei abbassando lo sguardo.
La mano di Dean le strinse il collo e la sbatté contro il muro accanto alla porta d'ingresso. I suoi occhi si fecero subito neri, lampeggianti d'ira. - Ah, tu credi che sia ancora vivo? Puttana di merda, ho detto a tutti di non toccare né lui né Sam, e tu hai disobbedito come se nulla fosse! - urlò infuriato.
La lasciò andare, facendola cadere per terra. Le diede un calcio, respirando pesantemente.
- Vaffanculo, Bela. - continuò. - Un altro passo falso e sei fottutamente morta.
Bela si ripulì il sangue che le colava dal naso. Parve ritrovare un po' di coraggio. - Ci hai sempre detto di non far loro del male, ma perché? Non dimmi che ci tieni ancora?
Dean sussultò. - Non sono tenuto a spiegarti le mie ragioni, cagna. - esclamò furioso. - Ma oggi sono magnanimo. Non voglio che facciate loro alcun male perché li ucciderò, al momento giusto. - disse gelido. Poi si voltò, spalancò la grande porta in legno antico e uscì, richiudendola poi rumorosamente.

 

 

Castiel arrancò all'interno del bunker, sorretto da Gabriel, l'impermeabile macchiato di sangue. Poi perse conoscenza, venendo prontamente afferato dal fratello.
- Ehi, ehi. - esclamò Sam allarmato, accorrendo subito in suo soccorso, mentre Dorothy e Charlie si avvicinavano preoccupate. Lo prese per un braccio e guardò Gabriel. - Forse è meglio portarlo in stanza di Dean.
Gabriel lo scansò. - Lascia fare a me. - disse, salendo le scale con Castiel tra le braccia.
Sam e le due compagne lo raggiunsero subito.
- Cosa diamine è successo? - esclamò Dorothy, incrociando le braccia sul petto.
Gabriel sospirò. - Ci siamo incontrati con dei sostenitori di Crowley che facevano le spie nel nuovo esercito di Dean per suo conto. Sono riuscito a fermargli il sangue ma l'hanno ferito al fianco con una spada angelica, è meglio che stia a riposo per un po'.
- La tavoletta. - mormorò Castiel affannato, dopo aver ripreso conoscenza. - Dean ha la tavoletta.
Piombò un silenzio di tomba nella stanza. Lo sguardo di Sam era angosciato, mentre Charlie si grattava l'avambraccio in preda all'agitazione.
Dorothy era serissima. - Quindi non c'è alcuna speranza di ritrovarla, giusto?
Castiel scosse la testa mortificato, poi gemette dal dolore.
- Castiel, riposati. Non fare sforzi. - gli intimò Sam.
Gabriel, intanto, guardava tutti con sguardo funereo. - Quei due demoni, Max e Aleida, stavano per comunicarci il luogo in cui risiedono, quando altri demoni ci sono piombati addosso infuriati. Probabilmente avevano capito i loro intenti.
- E adesso che si fa? - chiese Charlie con voce tremante.

Era passato un mese dall'inizio della nuova guerra tra angeli e demoni. Lei, Dorothy e Sam cercavano di mantenere la calma, andando a caccia per cercare di fare qualcosa di buono, salvare vite. Sam si era opposto all'idea di avere le due ragazze come compagne, ma Charlie e Dorothy non avevano accettato obiezioni.
Era andata piuttosto bene, a dirla tutta. Avevano distrutto un covo di vampiri e ucciso un paio di djinn. Ma gli adepti di Dean erano in giro e si facevano notare. Sam non poteva restare con le mani in mano.
Lui, Charlie e Dorothy erano andati sulle tracce di un demone che aveva massacrato una famiglia a Detroit, e per poco Charlie non ci aveva rimesso la pelle. Per fortuna il demone non era uno dei più svegli, e Sam era riuscito a sorprenderlo alle spalle. Ma Charlie era rimasta gravemente ferita.
Castiel non aveva abbastanza energia da poterla guarire, ma Gabriel sì, ed era proprio quello che aveva fatto. Castiel si era infuriato, dando loro degli incoscienti, facendosi promettere che se ne sarebbero stati buoni e tranquilli finché tutta quella faccenda non fosse finita.

 

Ci fu nuovamente un istante di silenzio carico di tensione.
- Dobbiamo scoprire il luogo in cui si trovano tutti e poi andarci, non c'è altra soluzione. - affermò Gabriel in tono cupo. - Purtroppo non sappiamo di chi doverci fidare. Hanno fatto già fuori quattro delle migliori spie. Dobbiamo rivolgerci a Crowley.
Sam annuì e afferrò il telefono. Compose il numero dell'ex re infernale, 666**, e aspettò. Dopo qualche istante, Crowley rispose.
- Alce. - proclamò con voce suadente. - Che piacere sentirti.
Sam roteò gli occhi e sospirò. Spiegò brevemente la situazione a Crowley, che rimase un momento in silenzio.
- Che scocciatura, cazzo. - esclamò poi- Quei due erano i migliori che avevamo. Comunque non erano gli unici, tranquilli. Ora vedo di informarmi e poi vi raggiungo per elaborare un piano.
Sam non fece in tempo a rispondere che Crowley aveva già agganciato. Scrollò le spalle e ripose il cellulare nella tasca dei jeans. Comunicò quello che il demone gli aveva detto agli altri, e si accomodò sul bordo del letto, presto seguito dagli altri.
Rimasero in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.
Crowley si materializzò un paio d'ora dopo, l'aria esausta.
- Bene. Ce l'ho fatta. So dove si trovano. - disse incrociando le braccia. - Escogitiamo questo diamine di piano e facciamola finita.














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* L'ho immaginata come l'attrice Amber Heard
** come mostra il telefilm stesso ^^
  Quasi un mese di ritardo, mi scuso tantissimo.
È solo che è stato un periodo un po' tremendo per me, soprattutto quest'ultima settimana.
Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo, ci si becca al prossimo :)
La canzone è This is War dei 30 seconds to Mars.

  
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