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Autore: Inathia Len    17/08/2014    6 recensioni
E se la storia della Bella e la Bestia non fosse come ve l'hanno sempre raccontata? E se i protagonisti fossero altri?
Leggete di John, che sacrificò se stesso per salvare la sorella Harry, ma finì col trovare l'amore.
Leggete di Sherlock, del principe senza cuore che la fata Irene trasformò in una Bestia orrenda e che riuscì a redimersi grazie all'amore.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Do we have a deal?



-Philip!- esclamò, lasciando cadere il secchio che reggeva in mano e correndo verso il cavallo. –Philip, che è successo, dov’è Harry?- chiese, rendendosi conto solo dopo che Philip era solo un animale e non poteva parlargli.

Non poteva parlargli, vero, ma una cosa poteva farla.

Gli saltò in groppa mentre il sole cominciava a tramontare e gli piantò i talloni nei fianchi.

-Vai Philip, vola come il vento. E portami da Harry!-

La cavalcata durò fino a notte fonda. Philip aveva avuto qualche incertezza, ma poi lo aveva condotto fino all’ultimo punto in cui era stato con Harry. Proprio al centro della foresta, dove le ombre erano più nere e gli alberi scricchiolavano a ogni folata.

John smontò con prudenza e tenne Philip per le redini, per evitare che scappasse di nuovo. Era l’unico che li potesse riportare al villaggio e non lo avrebbe lasciato andare. Non senza Harry.

Camminò piano, inoltrandosi nel bosco e rabbrividendo sia per il freddo che per la paura.

Dove diavolo si era cacciata sua sorella? In che guaio era finita?

Alla fine raggiunsero un enorme cancello e dietro di esso, mezzo nascosto da nuvole e nebbia, uno spettrale castello.

-Philip, credi che Harry sia qui?-

Il cavallo si limitò a nitrire e John scosse la testa, legandolo a un albero.

-Buono, Philip. Torno subito. E se Harry è qui dentro, ce ne andremo tutti insieme, è una promessa- lo accarezzò un’ultima volta prima di trovare coraggio e avanzare verso il castello definitivamente, senza voltarsi indietro.

Avanzò piano, nemmeno rendendosi conto del cancello che si era aperto e poi richiuso da solo alle sue spalle, senza un cigolio né un rumore. Quasi invitandolo a proseguire senza allarmarsi.

Il giardino era mal tenuto, ma un tempo doveva essere stato splendido, con sentieri segnati da ghiaia bianca e aiuole dai fiori colorati.

Ma John non aveva tempo per la botanica, doveva trovare Harry ed andarsene, prima che la pioggia ricominciasse a scendere. Si tirò giù il cappuccio del mantello e si preparò a bussare piano al portone, ma non ce ne fu bisogno. Non appena lo sfiorò, quello si aprì, rivelando un androne buio e sinistro.

-Harry, sei qui? C’è nessuno?- cominciò a chiamare, ma nessuno rispose.

Per terra, il vecchio mantello verde della sorella.

-HARRY!- esclamò John, raccogliendolo e cullandolo quasi fosse lei in persona. –Allora sei qui …- mormorò, cercando qualcosa per farsi luce.

Salì l’immenso scalone, il mantello stretto in pugno, guardandosi in giro con occhi aperti, ma non c’era anima viva. Sembrava quasi un castello fantasma. Gli ampi corridoi, i ritratti alle pareti, i tappeti per terra … tutto mostrava i segni di un’antica eleganza e ricchezza, per qualche motivo scomparsa per sempre.

-Te lo avevo detto di non fare entrare quella tipa. Ma tu “no, no. Solo qualche minuto davanti al camino”. E proprio la poltrona del padrone dovevi scegliere?-

-Stavo solo cercando di essere ospitale!-

-Oh, proprio una genialata. Ora il padrone è arrabbiato con noi!-

-E io cosa che potevo saper …-

-Ssh!-

John si voltò di scatto, convinto di aver sentito delle voci, ma poi scosse la testa, dandosi del matto. Il palazzo era chiaramente disabitato. Forse Harry non era lì, forse tutto quello era un’immensa perdita di tempo e sua sorella era da qualche parte persa nel bosco, sola e al freddo.

-Hai visto anche tu quello che ho visto io?-

-Certo, Lestrade, ce li ho anche io gli occhi!-

-Allora, forse lui è quello che abbiamo aspettato per tutto questo tempo, il ragazzo che spezzerà l’incantesimo!-

-Ti ho detto di stare zitto!-

John sollevò un sopracciglio. Questa volta le voci erano state più vicine, era così convinto …

Nah, impossibile!

-HARRY!- ricominciò a chiamare, promettendo a se stesso che se non l’avesse trovata nemmeno a quel piano se ne sarebbe andato.

Prese il primo corridoio a sinistra, senza riuscire a togliersi dalla testa l’idea di essere seguito da qualcosa. Aprì la prima porta alla sua sinistra e cominciò a salire le scale di pietra a chiocciola.

-Ehi, c’è nessuno? Sto cercando mia sorella … solo lei. Non voglio guai!- gridò. –AH! Ma che sto facendo?- si rimproverò, scuotendo la testa.

Eppure, era così convinto che il candelabro alla sua destra gli avesse sorriso …

-John?-

Il ragazzo si voltò di scatto. La voce veniva da poco distante dalla sua posizione ed era di Harry, non c’erano dubbi.

-Harry! Sono qui, sono io, John!-

John corse tutta la distanza che lo separava della cella in cui era rinchiusa la sorella e afferrò saldamente le mani che lei aveva spinto fuori.

-Come hai fatto a trovarmi?- pianse Harry, stringendo forte la mano di John.

-Chi ti ha messo qui dentro?- chiese John, indignato per il fatto che la sorella fosse dietro le sbarre.

Ma un colpo di tosse di Harry lo riscosse.

-Devi andartene- balbettò lei, tossendo ancora. –Vai e lasciami qui.-

-Non ci pensare neanche. Dammi tempo due secondi e ti tiro fuori. Ho lasciato Philip all’ingresso, saremo a casa prima dell’alba. -

-CHI SEI TU?-

John si sentì afferrare per il collo e trascinare in aria finché non riuscì più a respirare. Boccheggiò e la presa si allentò e lui cadde bocconi sul pavimento. La torcia che aveva trovato rotolò fino a una pozza e si spense, facendo calare la torre - prigione in un buio pesto. Solo un faro di luce, al centro della stanza.

-Chi c’è?- chiese John, mentre Harry ricominciava a piangere alle sue spalle e lo implorava di andarsene. –Ho chiesto chi c’è?- ripeté John, dimostrando un coraggio che nemmeno lui stesso avrebbe mai creduto di possedere.

-Sono il padrone del castello- ringhiò una voce nell’oscurità e John, istintivamente afferrò di nuovo la mano di Harry.

-Sono venuto per mia sorella. Vi prego, lasciatela andare. Non vedete che sta male?-

-Allora non sarebbe dovuta venire!- fu la risposta secca, arrabbiata, che arrivò dal nulla.

-Vi prego!- supplicò John. –Farò qualsiasi cosa- aggiunse alla fine, respirando profondamente.

-No, non c’è nulla che tu possa fare, ragazzino. È mia prigioniera- ribadì quella voce gutturale che a John metteva i brividi.

-Oh, ma … Aspettate!- esclamò. –Prendete me al suo posto- decise alla fine, alzando fiero lo sguardo nel cono di luce.

-Te? Prendere te al suo posto? Tu … tu faresti questo per lei?- chiese la voce, perdendo per un attimo quella rabbia e quel ringhio che l’avevano contraddistinta fino a quel momento. Ora, sembrava quasi umana.

-NO! John, va’ via!- pianse Harry, aggrappandosi alle sbarre e scuotendole forte per attirare l’attenzione del fratello.

-Se lo facessi- ricominciò John, chiudendo gli occhi quasi per non sentire le urla della sorella. –Se lo facessi, la lascereste andare?-

-Sì- fu la semplice risposta. –Ma devi promettere di rimanere qui per sempre.-

John sgranò gli occhi, questo non se lo sarebbe aspettato. Ma non si sarebbe tirato indietro a quel punto. Non se era la vita di Harry ad essere in gioco.

-Venite alla luce- provocò il suo futuro carceriere, dimostrando anche curiosità.

La prima cosa che vide fu una zampa, che si allungava nel cono di luce, quasi timorosa. Poi il petto, irsuto e possente. E infine il muso, coperto anch’esso da peluria, con due grosse corna sul capo e una sfilza di zanne in bocca.

John trattenne il fiato, questo non se lo sarebbe aspettato. Per un attimo la sua sicurezza vacillò, si portò le mani alla bocca per non gridare. Si voltò verso Harry e lei lo afferrò, tenendolo stretto, le lacrime come scie d’argento sul suo viso stanco e terrorizzato.

-No, John! Non puoi farlo, non te lo lascerò fare!-

Ma John fece un respiro profondo e si girò di nuovo verso la Bestia.

-Avete la mia parola.-

-Affare fatto- ruggì quella, quasi vittorioso.

John si accasciò per terra, come svuotato, e la Bestia gli passò accanto per aprire la porta dove teneva Harry.

Lei gli corse al fianco e tentò di nuovo di dissuaderlo, ma John non sentiva più nulla.

C’era il vuoto dentro e attorno a lui.

E pensare che fino a quella mattina la sua più grande preoccupazione era stato quello scocciatore del signor Moriarty. Ora avrebbe accettato di sposare mille Mary, pur di tornare all’aria aperta, pur di lasciare quel castello e il suo carceriere per sempre.

-John, John ti prego, ascoltami! Lasciami qui, vai tu a casa!- continuava a implorarlo Harry, ma John la strinse senza calore.

La Bestia afferrò sua sorella per la collottola del vestito e solo quello sembrò riscuoterlo per un secondo. Dalla finestra della torre, guardò la Bestia trascinare Harry fino a una spettrale carrozza, che su ordine del suo padrone si mise in moto e cominciò ad allontanarsi.

Dei passi strascicati gli dissero che quell’essere stava tornando sui suoi passi. Lo sentì parlottare con qualcuno, ma poi la conversazione venne conclusa con un ruggito.

-Non mi avete dato nemmeno il tempo di dirle addio- esordì, quando la Bestia entrò nella torre, girandosi per affrontarlo. Stava cercando di rimanere calmo, ma la rabbia, sommata all’enormità della cosa che aveva fatto che solo in quel momento cominciava a capire seriamente, lo stava mettendo a dura prova.

Strinse i pugni e si disse che era meglio imparare fin da subito a non temere quel bestione, oppure quel “per sempre” sarebbe stato dannatamente lungo.

-È mia sorella e, grazie a voi, non la  vedrò mai più. E non mi avete dato nemmeno il tempo di salutarla.-

Qualcosa negli occhi chiari della Bestia si mosse. Se John non lo avesse ritenuto possibile, avrebbe creduto che si trattasse di rimorso.

-Ti mostrerò la tua stanza- disse, con quella voce che, in alcuni istanti, sembrava essere umana.

-La mia stanza? Io non ne ho una …- ribatté stupidamente John.

-Vuoi rimanere nella torre?- replicò beffarda la Bestia. –Allora seguimi, da questa parte.-

La Bestia fece luce, afferrando quel candelabro che, qualche ora prima, John era certo gli avesse sorriso. Camminarono in silenzio per i vasti corridoi e il ragazzo trasalì, nel vedere ovunque sculture e bassorilievi raffiguranti mostri e creature dall’aspetto ripugnante.

-Gli dica qualcosa di carino- sentì una voce sussurrare e la Bestia si girò verso di lui, palesemente imbarazzato.

-Spero ti piaccia qui. Il castello è casa tua adesso. Puoi andare ovunque vorrai, solo l’Ala Ovest è proibita- disse, sempre un po’ troppo rudemente, ma era un inizio.

-Cosa c’è nell’Ala Ovest?- chiese John, la curiosità che vinceva su tutte le altre emozioni.

-È proibito andarci- tuonò la Bestia, girandosi di scatto e spaventandolo.

Ripresero a camminare in silenzio, John che si teneva a debita distanza.

Si fermarono dopo qualche tempo davanti a una porta e la Bestia l’aprì, illuminando parzialmente l’interno.

-Questa è la tua stanza. Ora, se hai bisogno di qualcosa, puoi chiedere alla servitù- disse, quasi a voler rimediare della sfuriata di prima.

-Lo inviti a cena- sussurrò di nuovo quella stessa voce, ma John non se ne curò. Quella davanti a lui era la stanza più grande e più ricca che avesse mai visto.

-Cenerai con me e questo non è un invito- ordinò la Bestia, come rimangiandosi improvvisamente la gentilezza di poco prima, sbattendo la porta prima di uscire.

Non appena sentì i passi allontanarsi, John crollò sul letto, lasciandosi finalmente andare alle lacrime.












Inathia's nook:

queste note autrice cominciano con dei dovutissimi ringraziamenti. siete in tantissime (i?) a seguire la storia, a recensire e questo mi riempie davvero di gioia (non smentitemi a questo capitolo, vi prego ;P). Grazie davvero per la vostra vicinanza. La storia vi ha conquistate (i?) così come ha fatto innamorare me che la scrivevo e sono felicissima di non essere sola in questo viaggio Disney/Sherlockiano :)
restando in tema di ringraziamenti, fate un grande applauso a Johnlock is the way (e fatevi anche un giro sulla sua pagina... la signorina scrive divinamente) se questa storia è scritta in italiano.

tornando al capitolo, ormai siamo nel pieno della storia, prima interazione tra John e la Bestia/Sherlock. Non delle migliori, sono d'accordo, ma non poteva essere tutto rose e fiori fin dal principio, no? vedrete come il loro rapporto si evolverà..
ma non voglio ammorbarvi di più, vi lascio. Ssperando di poter aggiornare puntualmente la settimana prossima :)

  
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