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Autore: DonBolurg    18/08/2014    0 recensioni
Credo semplicemente che gli esseri umani si facciano dominare così facilmente dalle proprie emozioni fino al punto di morire per esse; rovinosamente, incessantemente e stupidamente nel tempo, anche ora.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Schiacciò con rabbia e disprezzo l’ennesima sigaretta nel posacenere oramai stracolmo di mozziconi storpiati dal nervoso di un dipendente. La cenere era sparsa ovunque, sul tavolo. La stanza era silenziosa e regnava la penombra, solo qualche volta si udiva un pesante ansimo continuo da una figura che si scorgeva a malapena nell’angolo più buio della stessa, illuminata dalla luce debole della luna che filtrava timidamente dall'unica finestra socchiusa. Questo pesante respiro rompeva l’irreale silenzio. C’era una coltre di fumo densa e palpabile nella stanza e si respirava un’aria pesante, piena di rabbia e sconforto. D’un tratto si alzò e si allontanò dal tavolo, capendo che nemmeno il suo piacere più grande, il suo peccato segreto, gli donava pace. Aveva un espressione disperata in viso, i muscoli sembravano bloccati in quella che sembrava essere una posa quasi macabra. I suoi occhi schizzavano da una parte all’altra della stanza per poi fermarsi a osservare i ghirigori formati dal fumo che gli usciva dalla bocca. Si riavvicinò al tavolo e schiacciò con forza la sigaretta nel posacenere sporcandosi la mano e ne prese un’altra subito dopo, tentando di accenderla con le mani tremanti e sporche di cenere. Una. Due. Tre. Quattro volte per far funzionare l’accendino anch’esso sporco. Fumava con un’ansia innaturale, continuava ad avvicinarsi e allontanarsi dal tavolo, fumando a metà una sigaretta dopo l’altra. Seguiva sempre lo stesso percorso, a volte si avvicinava alla porta ma sembrava titubare ad aprirla ed uscire dal bunker di fumo e rabbia che aveva costruito. Quando finì il terzo pacchetto comincio a mangiarsi con foga le unghie sporche di cenere fino al punto di ferirsi ma niente sembrava calmarlo minimamente. Anzi, ogni cosa di quella stanza, ogni cosa che faceva, servivano solo ad alimentare la sua rabbia: il ticchettio della sveglia, il rumore che facevano le sigarette mentre bruciavano, il vento che muoveva i vetri della finestra, il rumore dei suoi stessi passi. Sentiva il suo respiro pesante e strozzato, sentiva il sangue scorrergli nelle vene, il cuore battergli nel petto, la gola gli bruciava per il troppo fumo, gli occhi gli si stavano lentamente offuscando,  le mani gli pizzicavano fastidiosamente per le ferite sulle dita procurate dalla rabbia. Stava lentamente perdendo il senno, si sedette per terra e mise la testa tra le gambe mentre le sue mani e braccia gli coprivano il capo. Plic. -Cos’ è?- Plic. Plic. -Cosa sta succedendo?- Plic. Plic. -Cos’è questo rumore fastidioso?- Continuava a chiedersi sempre più schiavo della sua rabbia. Alzò di scatto la testa e appoggiò le braccia sulle ginocchia, si guardò intorno ma non riusciva a capire. Plic. Plic. Stava per arrendersi, mise distrattamente una mano sul viso per reggersi la testa ma lo trovò bagnato. –Sto.. Piangendo?- si domandò spaventato –Perché?- continuò mentre la sua voce gli echeggiava nella testa. Plic. Plic. Plic. Le lacrime continuavano a bagnargli il viso, cadendo poi sul parquet. –Basta..- pensò con la paura negli occhi, sfregandosi il braccio sul viso asciugandolo. Plic. Plic. Plic. –Non posso piangere, non posso.. Non.. Non voglio.- si alzò lentamente e si avvicinò al tavolo. Plic. Plic. Si strofinò ancora il viso con il braccio. La sua rabbia che tanto lo stava divorando si trasformò in paura per una cosa apparentemente normale. Era stanco, prese una sedia vicina al tavolo e la tirò a sé e si sedette di fronte alla finestra. Il fumo si stava diradando intanto mentre veniva baciato dalle prime luci dell’alba. Un sorriso melanconico sembrò per un attimo rompere la posa che il suo viso aveva avuto sin’ora. Fissò il sole sorgere, poi si girò, dando le spalle alla finestra, si guardò intorno nella stanza e rimise la testa tra le gambe mentre la copriva con le braccia. Plic. Plic. Plic.



-Angolo dell'autore-
Salve. Questa è la mia prima FanFiction, dai vostri commenti sia buoni, sia cattivi, capirò se continuare o meno con le mie "cose". Una parte di me spera che ciò che ho scritto piaccia a tutti ma la verità è che vorrei anche dei commenti negativi per capire dove sbaglio e come migliorare. Ringrazio chiunque leggerà questa "cosa" e chiunque avrà il coraggio di recensirla. A presto.
Cordiali saluti.
   
 
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