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Autore: Uptrand    18/08/2014    12 recensioni
Le vicende sono ambientate dopo Antiche Minacce. Dasha ha finalmente raggiunto il suo scopo diventando una delle donne più potenti della galassia, ma deve guardarsi le spalle perché il Consiglio le è apertamente ostile. Problemi arrivano anche da Omega dove muovendosi nell'ombra qualcuno vuole far scoppiare una guerra tra Aria e Dasha, un conflitto dalle conseguenze impossibili da immaginare considerando le risorse di entrambe.
Nel frattempo Olivia e Steve scoprono che l'Alleanza, che hanno fedelmente servito, potrebbe trasformarsi nel loro peggior nemico.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Omega era un rifugio per criminali, terroristi e dissidenti da migliaia di anni.
Costruita nel guscio di un asteroide ricco di eezo, su cui si precipitarono privati e corporazioni in cerca di ricchezza e presto seguiti da ladri e fuorilegge, era un enorme stazione mineraria.
Nel tempo, la struttura originale aveva subito un'espansione caotica per mano di fazioni appartenenti a ogni specie della galassia. Rendendola una bizzarra accozzaglia di architettura e tecnologia. Questo le dava la forma di un fungo atomico.
Da sempre priva di un governo centrale era uno dei centri principali per la produzione e il traffico di droga, armi ed eezo. Su di essa vivevano circa otto milioni di individui che solitamente non seguono nessuna legge.
Solo le bande mercenarie erano riuscite a stabilirvi un certo ordine, tra queste la più temuta e potente era il consorzio asari gestito dalla famosa regina pirata Aria T’Loak. Leader “de facto” della stazione.

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Foto della stazione di Omega. Presa dal gioco.

Quando erano arrivati su Omega avevano avvertito qualcosa di diverso nell'aria, sebbene sulla stazione spaziale la violenza fosse cosa normale, tutti sembravano più agitati del solito anche se tutto andava avanti come sempre.
Anche Aria T'Loak non riuscì a nascondere una certa eccitazione o forse irritazione, Olivia non avrebbe saputo dirlo.
« Lo sapevo che prima o poi uno Shepard avrebbe ficcato il naso su Omega. Mi offende però che non sia il tuo “vecchio” oppure considera Omega una faccenda abbastanza trascurabile da poterla affidare a te? Spero che la N7 non voglia infastidirmi?»
« Sta benissimo. » - rispose Olivia - « Sono qui per fare in modo che tutta questa storia finisca il prima possibile e magari senza morti.»
« Allora hai fatto un viaggio a vuoto. Omega e Io siamo pronte e sono sicura che tra non molto anche Dasha lo sarà. Inoltre io voglio i cadaveri suo e di Isabella.»
Rendendosi contro che non avrebbe ottenuto niente Olivia chiese « In che modo Isabella avrebbe cercato di ucciderti e come hai fatto a catturarla? Mi è difficile credere che qualcuno dei tuoi sia stato abbastanza abile da riuscirci.»
Aria glielo raccontò. « Davvero la regina di Omega ha creduto a questa storia? Una biotica, da sola, batte Isabella e tu ci credi! Mi piacerebbe incontrarla » Esclamò Olivia.
«Non mi piace il tuo tono ragazzina! Si, credo a questa storia perché ho fatto i miei controlli e non ho trovato niente di strano.»
«Ma hai dei dubbi, te lo leggo in faccia.» Aria indirizzò a Olivia uno strano sguardo e lei raccontò alla regina pirata quello che sapeva dell'incidente di Stazalo.
«Non puoi negare che ci sia qualcuno dietro a tutto questo e sono sicura che anche tu l'abbia pensato. Chiama Dasha, libera Isabella e trovate un accordo.»
«Potrebbe essere...come potrebbe anche essere un trucco di quella Nemesis per ingannarci entrambe e magari farti prendere le sue parti. Se è come dici, perché Isabella avrebbe cercato di uccidermi? Una sua iniziativa o esiste un'altra persona a cui lei dà retta?»
«No.» Le rispose Olivia, sapendo bene come entrambe le possibilità fossero dà escludere. – Ma cosa rimane allora?-- pensò
« In ogni caso se c'è veramente qualcuno dietro a tutto questo, dovrei quasi ringrazialo. La farò finita con Dasha e dopo, se esistono, li troverò e li eliminerò non prima di averli ricompensati.» Disse Aria terminando il loro incontro.

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Foto di Aria presa dal videogioco.

Accompagnata da Asiria, Pars e dal geth Chrome installato nella tutta della quarian, Olivia pedinava Pezzara, l'asari che aveva catturato e consegnato Isabella ad Aria, grazie a Jumishu che dall'alto ne seguiva i movimenti sfruttando il proprio addestramento da assassino N7.
Avere accesso alla rete informativa dell'Ombra era sempre di grande aiuto, aveva permesso di scoprire chi tra gli uomini di Aria aveva catturato il phantom.
Per prudenza decise di lasciare Arturus e Mordin davanti all'entrata dell'Afterlife, per tenere d'occhio la situazione.
L'asari si infilò in una fenditura nella roccia dell'asteroide che costituiva Omega. Con una risata priva di allegria, più simile a un lamento, Olivia fece lo stesso, seguita dal resto della squadra, con riluttanza.
La luce esterna alle loro spalle diminuì sempre di più per poi svanire bruscamente quando la galleria curvò verso destra, tutt'intorno all'area ristretta rischiarata dalle torce delle armi si stendeva adesso un buio impenetrabile.
Olivia procedeva per prima, con il fucile d'assalto puntato avanti, dietro di lei in fila indiana, non potendo fare diversamente per la scarsa larghezza del passaggio, Asiria, Jumishu e Pars. 
Ad un certo punto sentì un brusco ronzio nel casco e poi più niente. La comunicazione era caduta. Davanti a loro il tunnel terminava rivelando uno spazio più grande.
*****
Davanti all'Afterlife Mordin diede un colpetto sulla spalla di Arturus richiamando l'attenzione dell'amico « Quello non è il drell agli ordini di Dasha?» Chiese il krogan indicando una direzione. Il turian guardò dove indicato « È lui.» Affermò sicuro.
Si chiese cosa fare, doveva sorvegliare l'Afterlife ma non riusciva a contattare Olivia e quel drell sicuramente non era li per divertirsi.
Era anzi sorpreso di come camminasse tranquillamente per strada, senza preoccuparsi di essere riconosciuto.
*****
Nascosta dietro a uno spezzone di roccia Olivia sparava contro dei commando asari, il resto della squadra era nella stessa situazione e dovevano ringraziare gli scudi e la fortuna se finora avevano resistito ai loro attacchi biotici ma non poteva durare per sempre. Non era rimasta stupita della trappola, ma di sicuro non si era aspettata un nemico così dannatamente numeroso.
Davanti a loro i comandi asari tenevano bloccati lei e la sua squadra e se l'erano cavata all'uscita dal tunnel grazie a Jumishu, sfruttando il trasferimento di fase (teletrasporto) e salto biotico aveva sorpreso il nemico concedendo a loro l'occasione di mettersi al riparo – Che io sia dannata-- disse, senza rivolgersi a nessuno in particolare – Vale qualcosa dopo tutto. — Quel pensiero la irritò.
« Complimenti per essere arrivata fino a qui tenente Shepard.» Disse una voce che proveniva da più in alto, rispetto a dove si trovavano.
Olivia si sporse a guardare e vide un asari su una sporgenza rocciosa e riconobbe Pezzara, occhi color argento erano più unici che rari. « Volete queste posto? Tenetevelo, non ci serve più. » Annunciò imbracciando un lanciarazzi e facendo fuoco contro l'apertura da dove erano entrati. Un violento crollo sigillò il passaggio.
«Tutte con me, dobbiamo procedere con il piano. Abbiamo perso fin troppo tempo con questo faccenda.» Ordinò Pezzara.
Il nemico davanti a loro si ritirò, Olivia e la sua squadra scattarono in avanti nel tentativo di guadagnare il passaggio, ma prima che potesse accadere ci fu un'altra violenta esplosione che li fece ricadere indietro. Erano imprigionati tra le pareti di roccia dell'asteroide.
Una decina di minuti dopo, tutto attorno a loro la pietra incominciò a vibrare per qualche secondo e dopo un attimo il fenomeno si ripeté.
« Olivia, che sta succedendo? » Chiese Pars dopo l'ennesima scossa.
« Dasha è arrivata. La guerra di Omega è appena incominciata.»
*****
Il brivido che correva lungo la schiena di Tetrius non aveva niente a che fare con l'ambiente. No, era l'eccitazione del combattente, l'eccitazione che provava qualunque guerriero degno di questo nome nell'essere consapevole che la battaglia si approssimava.
Quando Dasha l'aveva liberato dalla prigione su Palaven era certo che non avrebbe più avuto l'occasione di comandare un esercito, ora invece stava conducendo una flotta a conquistare Omega.
La Noveria Corps si occupava della costruzione e della demolizione di numerose navi civili e militari, queste erano quelle che formavano la flotta improvvisata al suo comando. Vecchie navi di ogni tipo, in disarmo, erano state riarmate con armi più moderne e le corazze potenziate.
 – “Il potere del denaro, Dasha dovrà pagare un buon numero di ore straordinarie agli ingegneri per il loro lavoro e il loro silenzio” – Pensò compiaciuto mentre sedeva al suo posto di comando, in plancia, sulla nave ammiraglia Nakkirin, una corazzata turian.
Era anche contento che Dasha avesse deciso di prendere la Atlantic Codex, invece che venire con lui sulla sua ammiraglia. Sapeva bene chi comandava, ma questo era il suo momento ed era felice di poter agire come meglio credeva.
Guardò la mappa tattica sul pannello davanti a lui, attorno alla flotta volavano numerosi caccia, mentre le navi più pesanti come incrociatori e corazzate erano disposte a formare un guscio che proteggeva il centro della formazione, costituito dalla navi civili che trasportavano le truppe di terra.
« Preparatevi!» Gridò quando altri segnali apparvero sullo schermo.
Ora c'erano altre navi nello spazio, proveniente da Omega. Aria non avrebbe ignorato la sfida, i suoi uomini rispondevano immediatamente e in modo durissimo, sopperendo alla mancanza di addestramento e navi adeguate con una buona dose di coraggio e follia.
Le navi di Omega erano di ogni tipo e dimensioni, per lo più navi civili, veloci ma povere di armi, solo in seguito armate da qualche gruppo di mercenari, si lanciarono all'attacco sulle navi della Noveria Corps. Contro di loro sfrecciavano i colpi dei cannoni dalle navi. Una nave, con un motore in fiamme, precipitò a spirale nel vuoto dello spazio fino a quando non esplose in una luce bianca.
Altre navi attaccarono la flotta da una direzione diversa e altre stavano lasciando gli ormeggi della stazione, superando almeno in numero gli assalitori che però non rinunciarono. Anzi, si lanciarono verso il nemico mantenendo la formazione e arrivando abbastanza vicini da poter cominciare a bombardare la stazione.
Da quando Aria aveva ripreso la stazione a Cerberus, non aveva mai smesso di potenziare e tenere in ordine i cannoni di Omega. Questi fecero fuoco.

Tetrius in plancia ammirava l'aggressività con la quale quei mercenari difendevano la loro stazione. Diversi colpi esplosero tutt'intorno alle navi di Noveria, colpendone diverse. Un incrociatore quarian venne colpito, da uno squarcio frammenti dello scafo e corpi dell'equipaggio finirono nello spazio.
Da Omega altre navi stavano salpando.
Sulla Nakkarin, Tetrius studiava la situazione. La flotta era circondata su tre lati con le navi nemiche disposte principalmente sui fianchi, mentre i cannoni di Omega e le rimanenti navi li affrontavano frontalmente.
Nonostante la situazione il generale turian era soddisfatto, le navi nemiche non erano eccessivamente pericolose. Un loro colpo veniva facilmente respinto dalla corazza delle navi da guerra anche se in gran numero riuscivano lo stesso a far danni, inoltre mancavano di qualsiasi disciplina.
La sua flotta invece continuava ad avanzare e le navi trasporto non avevano subito danni rilevanti, il morale era ancora alto e la disciplina assoluta. Rimaneva il problema dei cannoni.
« Sunt, che notizie da Tenus?» Chiese rivolgendosi al hacker volus, anche lui in plancia. Seduto a una postazione.
« [hhhhhh] Nessuna ma sarà meglio che il piano funzioni [hhhhhhh] » (Nota: hhhhh indica il respiro affannoso tipico dei volus)
Tetrius lo sperò anche lui, in caso contrario avrebbe dovuto affrontare a distanza ravvicinata le difese della stazione e le perdite sarebbero potute essere eccessive.
*****
Mulre era un batarian soddisfatto per via di come precedevano le cose, da quello che poteva vedere dalla sala di controllo dei cannoni. Con lui vi era un’altra decina di persone che formavano la sua squadra di tecnici addetti alle difese. Aria sarebbe stata contenta del loro operato e di chi li comandava ovviamente, la regina pirata premiava sempre bene un lavoro ben fatto. Incominciò a fantasticare su come spendere i crediti di un eventuale premio, quando la luce della stanza si spense rimanendo illuminata solo dalla luci dei monitor delle postazioni.
Udì un tonfo all'esterno, appena fuori dalla porta e subito dopo sentì la serratura elettrica, priva di energia, aprirsi. Estrasse la pistola e fece fuoco, chiunque stava entrando era sicuro che non fosse autorizzato a farlo. Poi sentì l'arma che gli veniva tolta di mano, il braccio spezzarsi e l'equilibrio mancargli mentre finiva a terra.
L'oscurità diede al piccolo, violento scontro un aspetto da incubo, Mulre vide il nemico soltanto come un'ombra in movimento.
« Aria!» Gridò per farsi riconoscere dai propri uomini, rimettendosi in piedi e sentì in bocca l'amaro della paura quando nessuno rispose.
« Non sei ancora morto, adesso rimediamo.» Disse qualcuno con un'aspra risata. Mulre sentì una mano tirargli violentemente la testa indietro. Fece male, ma non per molto.
Il drell estrasse una piccola scatola argentata e la collegò a uno dei terminali, una luce intermittente prese a brillare. « Sono Tenus, missione compita, cominciò la ricerca di Isabella . Un paio degli amici di Olivia hanno provato a seguirmi, il turian e il krogan.»
*****
« Ci siamo ...hhhh .» Annunciò Sunt mentre le sue piccole e tozze dita si muovevano velocemente sulla tastiera. « hhhh...Morite miserabili insetti hhh.»
Tetrius non riuscì a trattenere un sorriso e ordinò alla flotta di avanzare mentre davanti a loro le navi di Omega erano in preda al caos colpite dal davanti dalle navi nemiche e da dietro dai cannoni della stazione –Un soldato conosce la disciplina, un mercenario no-- pensò guardando le navi nemiche che si disperdevano o esplodevano.
« Truppe d'assalto pronte al lancio, preparare i pugnali!» Ordinò.
*****
Insieme ai suoi commilitoni, Laudat marciò verso le speciali capsule d'assalto create per questa battaglia. Con la punta come quella di un pugnale, sarebbero stata sparate contro la stazione perforando la parete esterna grazie alla punta corazzata e atterrando direttamente all'interno di essa. La punta si sarebbe quindi separata di netto dalla capsula, permettendo alla squadra di cinque uomini che poteva contenere di uscire senza problemi.
Questo almeno era il piano sulla carta, ma poteva benissimo succedere che la punta non facesse il suo dovere, che la capsula si schiantasse contro la stazione causando la morte di tutti i suoi occupanti oppure potevano atterrare in una zona piena di nemici o di altre spiacevoli sorprese.
Nonostante il rischio nessuno protestava, tutti i soldati presenti avevano esperienza di guerra e in più erano troppo ben pagati perché qualcuno si tirasse indietro, oltre ad altri benefit di diverso tipo. La Noveria Corps. forniva il miglior equipaggiamento possibile ma sopratutto un vitalizio ai parenti diretti dei soldati morti, quello era il motivo principale per cui aveva deciso di lavorare come guardia di sicurezza per la compagnia arruolandosi in Divisione N. Aveva una moglie e una figlia e sperava di rivederle, ma se così non fosse stato sapeva che non avrebbero avuto difficoltà economiche.
« Non mi sembra però un lavoro da “guardie” assaltare Omega.» Commentò da sopra la spalla rivolto a Satrone, un batarian che marciava accanto a lui.
« Hai ragione ma neanche i premi che ci sono stati promessi, sia in caso di vittoria o sconfitta » Confermò l'amico.
« Silenzio laggiù!» - urlò il tenente Gakkin -« Preparatevi, penso che tra poco entreremo in ballo noi.»
Mentre entrava nella sua capsula vide un’umana fermarsi a discutere con il tenente e quindi prendere posto, con sua sorpresa, in una della capsule.
Sapeva che il comando dell'operazione era affidato al secondo in comando di Divisione N, Naomi Takara ma non si sarebbe aspettato che sarebbe scesa insieme a loro. Questo lo fece sentire decisamente più al sicuro.
*****
Il lancio era andato come previsto, appena la punta si staccò « Fuori! Fuori! Fuori!» Urlò Gakkin.
La squadra corse all'esterno accolta da un’aria che odorava di marcio, Laudat non sapeva dove si trovavano e forse era meglio così.
« Bisogna fare in fretta, dobbiamo impadronirci dei moli.» Ordinò l'ufficiale.
Gli abitanti di Omega iniziarono a reagire, sparando contro gli invasori dagli edifici che si ergevano nel percorso verso gli attracchi. Nel tragitto altre squadre si unirono a loro, tutte dirette allo stesso obiettivo.
« Continuate a correre » - li incitò Gakkin - « Non permette loro di organizzarsi, dobbiamo continuare a confonderli!»
Man mano che si avvicinavano agli attracchi la resistenza aumentava e il suo gruppo dovette arrestare la corsa quando un buon numero di nemici li colsero di sorpresa. Omega era la loro casa e la conoscenza del territorio dava dei vantaggi.
Gakkin come ogni buon ufficiale era in testa, il modo migliore per trascinare i propri uomini, ma ora giaceva a terra con un foro in testa.
Laudat era al riparo dietro un mucchio di macerie, rispondendo al fuoco nemico quando poteva. Si chiese come stesero andando le cose alle altre squadre. Sperava meglio che qui e sperare era l'unica cosa che poteva fare al riguardo.
Qualcuno lo affiancò, nascondendosi dietro al suo stesso riparo « Come ti sembra la situazione, soldato?» Chiese nel tono secco da ufficiale.
« Non proprio pessima, ma meglio se ci sbrighiamo a trovare una soluzione.» Rispose lui, voltandosi a guardare il nuovo arrivato. Di sicuro non si era aspettato di vedere una bella donna dai tratti asiatici. Lui sbarrò gli occhi, sapeva bene chi era. « Possiamo ancora cavarcela, vice-comandante Takara. »
Guardandosi intorno, Laudat vide Takara lanciare una serie di ordini. Chi se non il comandante in capo dell’operazione, poteva essere in collegamento con tutte le squadre. Poi non la vide più, si era occultata.
Una serie di granate esplosero, questa volta tra i difensori di Omega. Altre squadre stavano giungendo sulla loro posizione.
Vide nuovamente Takara che apparsa dal nulla, in mezzo ai nemici li eliminava con pochi colpi precisi ed entrava combattendo all'interno di un edificio.
Laudat si scagliò avanti gridando, come se fosse stato un segnale convenuto gli altri soldati si alzarono seguendolo. Entrò nel medesimo edificio dove aveva visto sparire il vice-comandante, dietro di lui sentì Satrone che lo seguiva. Arrivano presto sul tetto dell'edificio che risultò avere tre piani.
« Ah! Sei tu. » - disse Naomi voltandosi per sparare sentendo qualcuno arrivare - « Al momento giusto. Prendete quei lanciamissili e usateli sull'edificio davanti a noi, centrate le finestre al secondo piano.» Ordinò indicando un paio di quelle armi accanto ai cadaveri dei loro precedenti proprietari.
Senza farselo ripetere fecero fuoco contro l'obiettivo indicato, dalle cui finestre i nemici si sporgevano per sparare.
L'esplosione amplificata dall'ambiente chiuso fece saltare tutte le finestre dell'edificio, almeno quelle che ancora esistevano e dopo si sentì una serie di esplosioni minori, mentre del fumo incominciava a salire.
« Ben fatto! » - gli disse Naomi - « La tua squadra ha bisogno di un nuovo ufficiale. È tua. » Prima che lui potesse rispondere lei salto dal tetto.
Con gli occhi spalancati dal terrore l'umano e il batarian si sporsero a guardare, ma videro soltanto il resto dei loro compagni che avanzavano nella strada.
Quando finalmente arrivarono ai moli li trovarono nel caos più totale con attaccanti e difensori che si battevano in ogni dove. Fu allora che vide le porte degli ormeggi aprirsi e lui esultò. I rinforzi stavano sbarcando, altri soldati ma anche mech di combattimento pesanti e leggeri e quelli che sapeva essere uno dei progetti segreti della compagnia.
Dei mech dotati di pilota, simili ai vecchi Atlas, stavano facendo il loro ingresso e tra questi un'unità spiccava tra le altre sia per le dimensioni che per il numero di armi che portava. Sulle braccia artigliate era disegnato un bambino armato all'inverosimile, ed era guidata da un krogan. Sotto la spinta dei rinforzi nemici i difensori batterono in ritirata appostandosi appena trovavano un riparo, per niente disposti a cedere più terreno del necessario.
Mentre i rinforzi si davano da fare, il krogan in armatura da guerra scese dal mech.
« Ti ho portato “Bambino” Naomi, è stato divertente uccidere usandolo ma uccidere il nemico di persona è molto meglio.» Disse riferendosi al mech che lei e Tenus avevano recuperato in una missione per Dasha, quando erano ancora dei criminali e che il Consiglio aveva deciso di demolire perché troppo pericoloso.
Ignorando quello che gli aveva detto gli domando « Che mi dici di questi nuovi mech ottenuti sul modello di “Bambino”? Non li abbiamo nemmeno mai testati. »
« Funzioneranno, li ho progettati io. » Rispose Mores che era un esperto in fatto di armamenti e ricercatore capo all'interno della Noveria. « Ma sono decisamente meno potenti, altrimenti il Consiglio non ci avrebbe mai autorizzato al loro commercio.»
Detto questo il krogan la salutò con un cenno della testa e si tuffò nella battaglia.
Con l'arrivo dei rinforzi fu possibile conquistare la testa di ponte, riducendo in macerie tutti gli edifici più vicini e creando una terra di nessuno. Naomi  fuori dalla cabina stava valutando la situazione quando si sentì chiamare dal basso.
« Come procediamo?» Chiese Dasha, nella sua armatura da nemesis, Tetrius era accanto a lei.
Naomi scese agilmente dal mezzo prima di rispondere « Sono sicura che riprenderanno ad attaccarci a momenti, appena avranno abbastanza uomini. Com'è la fuori?» Indicò in direzioni dei portelloni.
« Senza i cannoni di Omega quelle navi sono trascurabili anche se hanno il vantaggio del numero. Ma sono sicuro che il capitano Oosvel saprà affrontare la situazione. Io sono qui, per dirigere le operazioni di terra, non avrei mai perso la vera battaglia di questa guerra.» Rispose Tetrius e prese a dare ordini. « Truppe con i lanciafiamme sui lati e incenerite ogni edificio. Il nemico conosce il posto noi no, non lasciamo niente che possa usare per sorprenderci. Gli altri usino granate incendiarie.»
« Sembra che il vecchio generale si diverta. Spero che l'Atlantic Codex sia intatta?» Domando Naomi alla Weaver.
« Si » - le rispose la nemesis - « Nequet si è divertito un mondo a distruggere tutte le navi che aveva sotto tiro, senza che queste potessero rispondere perché non potevano rivelare la nave grazie all'occultamento.»
« Ok, ma che ci fa lui qui?» Chiese indicando una figura trasandata, in quella che doveva essere una divisa da medico.
Galba il medico fallito a causa dei suoi innumerevoli vizi che serviva sull'Atlantic Codex, non si prese neanche il fastidio di rispondere limitandosi a sputare a terra.
Naomi si era servita di rado dei suoi servizi, se avesse avuto necessita che le mettesse le mani in certi parti più intimi della sua persona non era sicura che l'avrebbe lasciato fare. La lussuria non era l'ultimo dei vizi di quel medico. Fortunatamente non era l'unico ad accompagnare gli uomini della Noveria, che avevano a disposizione anche una nave ospedale in mezzo alla flotta.
« Sa quello che fa e non so in che condizioni sarà Isabella quando la troveremo. Inoltre non si comporterebbe mai male con una paziente che potrebbe ucciderlo quando vuole.» Spiegò Dasha
Il medico sputò di nuovo a terra.
*****
« Cosa ci fai qui Steve e perché Samara è con te insieme a una decina di agenti N7?» Domandò Olivia in quella che era stata la base dei nemici che ora avevano abbandonato. Una piccola struttura di moduli collegati fra loro, tutto accuratamente nascosto dentro alla roccia. In uno spazio vuoto dentro all’asteroide. Mentre cercavano qualcosa di utile per uscire, suo fratello fece la sua comparsa salutandola con un «Ciao! »
« Direi che ti ho salvato il culo so-rel-li-na » Le rispose.
Olivia lo afferrò per il collo dell'armatura da distruttore e bruscamente lo fece inchinare alla sua altezza « Spiega!» Disse quasi ringhiandogli in faccia.
« Ok, ero sulla Cittadella quando Samara è arrivata. Aveva delle informazioni su un ufficiale asari corrotto che pareva interessata a Isabella, siccome sapeva dei nostri trascorsi con lei voleva conoscere le nostre opinioni al riguardo. Ho chiesto alcuni favori e mi hanno fatto accedere all'ufficio spettri, mamma e papà con la Normandy erano diretti ad un incontro diplomatico tra hanar e batarian per fornire un luogo d'incontro neutro. Una volta saputo che eri diretta ad Omega e su cosa lavoravi abbiamo chiesto un aiuto all'agenzia N7, che ci ha gentilmente messo a disposizione una nave con equipaggio e qualche rinforzo. Samara aveva trovato indicazioni su questo posto ed entrando da una direzione diversa dalla vostra abbiamo sorpreso alcuni comando asari di guardia all'esterno, l'ingresso era sigillato da un crollo della parete di roccia attraverso cui siamo riusciti ad aprire un varco. Fortunatamente siamo riusciti ad attraccare a un molo dei livelli inferiori prima che la battaglia la fuori entrasse nel vivo.»
« Quelle che dice Steve corrisponde al vero.» Intervenne Samara con la solita calma che la contraddistingueva, Olivia poté vedere un sorriso di auto compiacimento sul volto del fratello.
Senza dire niente lasciò andare Steve che sbilanciato dal peso dell'armatura ruzzolò a terra.
« Ti ringrazio per essere qui Samara e per l'aiuto che ci hai dato e un grazie anche agli agenti N7 »
« Ehi!E io?» Chiese Steve.
« Che ne dici di alzarti. » e accettò la mano della sorella per rimettersi piedi.
« Gente! Qui! Ho trovato qualcosa.» Gridò Pars. Con l'aiuto di Chrome era riuscita a bypassare la protezione di un terminale.
*****
Aria, all'interno del bunker che costituiva il suo centro di comando, guardava la mappa della situazione. Il nemico aveva i moli, se li tenessero, a lei non servivano. Conosceva Omega, loro no e rivolgendosi ai capi dei principali gruppi di mercenari dietro di lei disse « Preparatevi a muovervi con tutti i vostri uomini! Perché lo sappiate condurrò questo attacco di persona, sarò io e nessun altra a staccare la testa di Dasha dal suo collo.»
« Ne sei sicura?» Chiese un salarian.
« Possiamo prenderli di sorpresa mentre avanzano. » - dichiarò Aria con espressione convinta - « Inoltre Dasha è con i propri uomini. Eliminiamola e avremmo vinto.» Quindi prese a indicare sulla mappa il suo piano.
« Noi siamo qui! » Indicò Aria, battendoci un dito sopra. I presenti nella sala annuirono. La regina pirata continuò « Qui abbiamo gli Eclipse con i loro mech corazzati assieme ai mercenari del Branco Sanguinario. E quassù...» - il suo dito si sposto a ovest - « Abbiamo i sole blu che in questo momento stanno camminando nei corridoio di manutenzione di Omega. Al momento opportuno salteranno fuori non visti e attaccheranno il nemico mettendolo nel caos. Ora tutto quello che stiamo aspettando e che raggiungano questa zona. Il punto migliore per il nostro attacco.» e concedendosi un sorriso disse « Se va bene imprigioneremo le forze di Dasha in ogni direzione.»
 
Aria, da in cima un edificio, vedeva le truppe della Noveria avanzare velocemente con i mech pesanti in testa e dietro gli uomini in una formazione d'attacco da manuale, mentre incendiavano ogni edificio che sorpassavano.
Non conoscevano il luogo e non potevano rischiare, quindi lasciavano che il fuoco distruggesse qualsiasi cosa potesse rappresentare un pericolo che lo fosse o meno.
Quando ritenne che il nemico fosse arrivato esattamente dove voleva diede il segnale. Ogni bocca da fuoco presente su Omega, dalle pistole alle armi più pesanti fece fuoco sul nemico in contemporanea.
Sbucando da passaggi che gli invasori non potevano conoscere i suoi uomini li sorprendevano per ritirarsi subito dopo, mantenendo sul nemico una pressione costante sebbene non riuscissero del tutto a fermarne l'avanzata.
Nell'atmosfera di Omega passarono le cannoniere, tenute da parte con cura fino a quel fatidico momento. Dasha poteva permettersi di far entrare truppe di terra ma era impossibile che riuscisse far passare navette o qualsiasi altra cosa volasse dai moli che aveva conquistato.
All'inizio le cose andarono come Aria aveva previsto riuscendo davvero a sorprendere le truppe della Noveria colpendoli duramente. Poi, ad un tratto, non fu più facile.
I mech assicurarono un perimetro mentre con la loro potenza di fuoco sopperivano egregiamente allo svantaggio numerico in cui si trovavano, mentre dietro di loro i fanti dimostravano di conoscere il proprio mestiere. Le cannoniere seminarono la morte nello schieramento nemico al loro passaggio, ma i lanciamissili della fanteria e quelli dei mech rendevano difficile il compito e un paio di loro caddero al suolo, mentre le altre tornavano all'attacco. Entrambe le parti combattevano col massimo impegno possibile.
« Che tu sia dannata Dasha.» Disse mentre davanti a lei il livello di Omega dove si trovavano veniva consumato della battaglia e sempre più incendi si levavano attorno. Scese, per andare ad affrontare di persona il nemico.
*****
Purtroppo per Olivia l'unico modo per uscire era quello di fare a ritroso il percorso da dove erano arrivati Samara e Steve, il solo attraverso cui la justicar era riuscita ad aprire un'apertura usando i propri poteri. I nemici avevano deciso di sigillare la base abbandonata e di lasciare qualche guardia per sicurezza. Per trovarlo loro due avevano dovuto controllare un altro paio di passaggi, li la frana era stata troppo ingente per pensare di passare, segnati sulla mappa che Samara aveva recuperato tra le cose della defunta Aurianna.
Il tunnel in cui camminavano si diramava ogni cento metri circa e pareva essere una vecchia galleria, usato in passato per estrarre e trasportare l'eezo ma da tempo immemore abbandonata.
Mentre procedevano lungo il tunnel, Olivia raccontò quello che già sapeva aggiungendovi le informazioni trovate nel laboratorio del gruppo estremista di asari da Pars.
« Per quanto sembri incredibile questa Mythra ha portato avanti gli esperimenti di quello scienziato folle di Cerberus, ha clonato dei cloni modificati di Isabella per fare esperimenti e usarli per catturarla con lo scopo finale d’indottrinarla per farle uccidere Dasha e Aria. Sempre se non si uccidono a vicenda.»
« Pensi che potrebbe farlo? Isabella che attacca Dasha.» Chiese Steve.
« Non lo so. Vorrei che la comunicazione funzionasse di nuovo per contattare Arturus o Mordin, per sapere che diavolo sta succedendo li fuori.» - Olivia si rivolse alla Justicar - « Pensi che il suo progetto sul “Potenziamento e miglioramento dei poteri biotici delle asari” possa funzione?»
« Onestamente non lo so Olivia, tranne che sono sicura che il risultato, qualunque esso sia, non sarà nulla di buono.» Rispose Samara.
Olivia era dello stesso parere. Innestare nelle asari dell'eezo 19, usando una formula concentrata della sabbia rossa per accelerarne la reazione le pareva folle. Quella droga concedeva a chi non era un biotico dei poteri per una breve durata e piuttosto scarsi, se la usava un biotico le sue capacità erano potenziati fintanto che la droga rimaneva in circolo. Non aveva idea di quello che avrebbe potuto fare la nuova formula in combinazione con l'eezo 19. Seguendo questo filo di pensieri, si chiese se aveva fato e bene a permettere a  Jumishu di prendere una decina di siringhe con la nuova droga come prova.
Se avrà l'occasione di usarle per crearmi problemi lo farà di certo, speriamo di fermare Aria e Dasha prima che sia troppo tardi – pensò. Le venne un dubbio e chiese a Samara « Ritieni possibile liberare Isabella dall'indottrinamento? Sarebbe un altro modo per far fallire i piani del nemico.»
«Ti preoccupi per un'assassina Olivia?» Ripose la Justicar
«No, ma quello che sta succedendo non è colpa loro. Isabella in questo caso è una delle vittime, per quanto sembri strano.»
L'asari rifletté un attimo « Mi ricordi tuo padre e forse c'è un modo...»
*****
« Sei sicura di aver fatto bene a farti quell'iniezione?» Chiese Pezzara.
« Si, è solo il corpo che deve trovare un nuovo equilibrio con i miei poteri biotici » Rispose Mythra « Quando l'avrà trovato i miei poteri diventeranno unici.»
Da una postazione sicura osservavano la battaglia che stava sconvolgendo Omega « Sei certa che sia una buona idea che non sia vicino ad Aria in questo momento?» Domandò Pezzara
« Si, alla fine di oggi Aria sarà morta e ho bisogno che qualcuno guidi i comandi asari che Auriana ci ha fornito. Mi preoccupa di più non avere sue notizie.»
Un messaggio arrivò sul factoutom di Pezzara « Dannazione! Qualcuno ha liberato Isabella. Una squadra con me dobbiamo....»
«...fare niente.» Disse Mythra concludendo per lei la frase « Ricorda, Isabella non esiste più e Alpha è solo una marionetta che ascolta la voce del suo padrone esattamente come loro tre.» e indico i tre phantom che in silenzio aspettavano in piedi un ordine.
Trasse da una tasca un comunicatore e vi parlò. Il dosatore di sabbia rossa nel collo di Isabella rilasciò il proprio contenuto.
La droga si riversò veloce dentro lei.
 
Arturus si stava maledicendo per aver permesso al drell di seminarlo ma era molto più preoccupato di non riuscire a contattare Olivia, nel caos che regnava su Omega. Mordin si stava divertendo più di lui con quello che stava accadendo tutto attorno a loro.
Era stato costretto ad ordinare a Ilary di andarsene con la SR3. La nave attraccata costituiva un bersaglio troppo facile, oltre la possibilità che fosse colpita da un colpo sparato a caso.
Era più al sicuro libera di muoversi nello spazio, con il sistema di occultamento attivato e con essa il suo equipaggio. Aveva anche promesso a Steve che avrebbe badato a Ilary, nel limite del possibile era intenzionato a farlo.
*****
Tenus voltato di spalle aspettava che Isabella si rivestisse, aveva portato una nuova armatura da phantom insieme a una coppia di spade. Non sapeva se questa gentilezza fosse necessaria, con Isabella era sempre difficile decidere come comportarsi.
Ma c'era qualcosa che non lo faceva stare tranquillo, aveva sempre avvertito una sensazione di pericolo quando le era vicino, tanto da essere diventata quasi una normalità a cui non fare più caso. Adesso era sparita e lei sembrava avere la mente persa nel vuoto, sapeva che già in passato Cerberus aveva giocato con il suo cervello e pensò che qualsiasi cosa avesse fatto Aria poteva aver completato l'opera. Se questo fosse stato vero, Dasha si sarebbe vendicata come non mai.
Voltandosi vide che Isabella era pronta – C'è sicuramente qualcosa che non va. Forse quando sarà sul campo di battaglia e avrà ucciso qualcuno starà meglio-- pensò. Fece qualche passo in avanti e si fermò incerto, quella sensazione famigliare era tornata.
Si volto di scattò estraendo l'arma. La spada di Isabella fu più veloce, in un tempo che i suoi sensi dilatanti gli facevano vedere come al rallentatore, vide il suo braccio che si staccava. Stupidamente si trovò ad ammirare il taglio netto e pulito della spada, ad esserne anche contento perché così sarebbe stato più facile riattaccarlo.
Poi il tempo prese a scorrere con la sua solita velocità e la spada continuò la sua corsa, tagliando in profondità dalla spalla destra in una linea continua fino al ventre.
A terra vide il suo sangue formare una macchia sempre più larga e Isabella che lo scavalcava con un passo. Stava morendo e lo sapeva, l'unica cosa a cui riusciva a pensare e che non aveva mai fatto sesso con Naomi, anche se avevano sempre fatto squadra da quando avevano accettato di lavorare per Dasha.
Mentre il suo cuore rallentava, ebbe l'impressione di sentire dei passi in avvicinamento e di vedere delle ombre che si chinavano su di lui.
*****
Il fuoco, ormai fuori controllo, procedeva nella sua avanzata diventando più potente, alimentandosi con tutto ciò che poteva divorare. Sempre più edifici collassavano, spesso abbattendosi su quelli vicini e trascinando anch'essi al suolo sollevando nubi di detriti e cenere alte fino alla cupola di pietra dell'asteroide di Omega. Le vibrazioni facevano tremare l'intero livello e quelli vicini. L'odore di bruciato rendeva l'aria irrespirabile e tuttavia la battaglia continuava.
Un assalto dei mercenari di Omega aveva penetrato il perimetro degli uomini della Noveria.
A guidare l'attacco Aria in persona. La regina pirata balzò contro lo schieramento nemico, aprendosi un varco attraverso tre file di nemici a colpi di arma da fuoco e biotici. Abbatté un nemico e si liberò di due con i suoi poteri.
Mores si mosse per intercettarla cercando di colpirla con il suo martello da signore della guerra, ma l'asari si abbassò per schivare il colpo, sferrando gli ultimi colpi della sua arma alle gambe del krogan e colpendolo con i suoi poteri quando lo vide vacillare.
Lui cadde a terra soffocando un'imprecazione, le ferite non era gravi ma non poteva più fermare l'asari.
Aria, anche se disarmata, si precipitò verso il centro della formazione nemica, ben conscia di chi avrebbe dovuto cercare e uccidere per ottenere la vittoria.
Senza che lo volesse Dasha si trovò a combattere in un corpo a corpo con la regina di Omega, che approfittando della confusione e del fumo l'aveva colta di sorpresa.
Sacrificando il suo fucile di precisione era riuscita con una difesa improvvisata a fermarne l'attacco l'iniziale e ora armata con paio di pugnali da lancio, li portava sempre nascosti con se, si stava misurando con la sua diretta rivale.
« Prima sistemerò te, poi i tuoi uomini, Isabella, e la Noveria con lei!» Esclamò l'asari.
Dasha si abbassò, lasciando che il pugno di Aria si schiantasse contro delle macerie riducendole in ulteriori frammenti e ribatté «Risparmia queste frasi altisonanti per chi ti teme. Vediamocela solo io e te.» e segnalò ad alcuni dei suoni uomini che sopraggiungevano di ritirarsi. Era una cosa stupida, una parte del suo cervello stava cercando di far giungere quel messaggio alla parte cosciente, ma la rabbia aveva accecato Dasha Weaver. Stava rischiando tutto quello che aveva ottenuto per colpa di quell’asari. L’avrebbe uccisa personalmente a qualsiasi costo, quella sarebbe stata la sua vendetta.
Sul volto dei Aria apparve un sorriso a quella proposta. La sua rabbia non era inferiore a quella della Weaver.

La stanchezza cominciava a farsi sentire per entrambe e per di più il calore, il fumo e le fiamme rendevano l'aria irrespirabile.
Continuando ad affrontarsi si erano spostate in una vasta area di ruderi di recente formazione, sentivano sotto i piedi il colore che quelle macerie ancora emanavano.
L'asari era scatenata. Ringhiando, tentò un nuovo colpo nell'altra direzione per poi fintare l'attacco.
Dasha andò a sbattere di spalle contro quello che tempo doveva essere stato un bancale di pietra, e vi rotolò sopra con la schiena. Aria vi balzò sopra agilmente e calò il suo pugno su di lei. Dasha riuscì a schivarlo all'ultimo spostando di lato la testa, mentre il punto del bancale colpito dall'attacco andava in frantumi e si gettò a terra.
Da li vide che Aria aveva un attimo di esitazione, si guardava intorno con aspetto severo come se solo ora vedesse gli edifici distrutti. Altri crollarono alle loro spalle. Il suolo tremò e poche rovine ancora in piedi vicine a loro si abbatterono al suolo. Una di queste cadde producendo un rumore secco e formando alcune crepe tra le lastre di metallo che formavano la base del livello in cui combattevano.
A quella vista, Aria urlò di rabbia e balzò giù dal bancale. Cominciò a incalzare Dasha con colpi sempre più serrati.
Uno dei pugnali di Dasha volò dalla sua mano verso Aria ma i poteri biotici lo fecero deviare dal percorso e si perse in mezzo alle macerie.
Aria caricò un colpo micidiale.
Dasha saltò e puntando il piede contro un muro si spinse in alto, evitando per un pelo l'onda d'urto lanciata dall'asari. Da in alto ricadde addosso a Aria, avvinghiandola per le spalle e trascinandola al suolo, mentre con il pugnale che le rimaneva cercava di mirare alla gola di lei.
Ed entrambe rotolarono tra le macerie, lasciandosi sfuggire l'una la presa sull'altra.
Dasha si puntellò sulle mani, pronta a scattare in piedi ma prima che potesse farlo, Aria, la colpì al volto con un sinistro biotico formidabile.
Dasha sentì la testa scricchiolare, perse la presa sul terreno e ricadde su un lato, completamente intontita per qualche secondo e priva del pugnale.
Senza smettere di fissare Dasha con odio e sarcasmo, Aria la tirò in piedi e gli urlò in faccia «Combatti!» e colpendola nuovamente al volto quando la lascio andare.
Dasha sentì il lato del casco colpito andare in frantumi e quest'ultimo saltare lontano trovandosi a viso scoperto, l'interno della guancia che si tagliava contro i denti e alcuni di questi saltare, sputò sangue e denti. Un secondo colpo le centrò lo stomaco, e un terzo e un quarto la presero di nuovo al volto. L'ultimo la sbilanciò facendola finire cadere di schiena, la testa le girava e la vista le dava una visione sdoppiata.
Da una distanza imprecisata udiva ruggire l'incendio che stava divorando Omega, le urla dei soldati e il rumore delle esplosioni. I crolli degli edifici continuavano, facendo tremare l'intero livello.
Aria preparò l'ultimo colpo calando con forza il pugno su Dasha che grazie ad una improvvisa torsione del busto lo evitò ma che mando in frantumi il suolo sottostante.
Entrambe erano di nuovo in piedi ma Dasha si reggeva a malapena.
Si udì il rumore di qualcosa che cedeva. Sotto di loro il pavimento cedette a partire da dove Aria aveva sferrato il colpo formando una voragine.
La regina di Omega vi cadde dentro urlando e dimenandosi.
Dasha con uno slancio disperato riuscì ad aggrapparsi a una sporgenza.  Le dita scivolavano non trovando una presa sicura ma all'ultimo due mani enormi la issarono oltre il bordo del crepaccio ed usò i piedi per spingersi fuori, buttandosi di schiena a terra.
Riprese fiato solo per qualche istante, osservando il suo salvatore « Grazie Mores »
« Sei una stronza Dasha, ma sai combattere e probabilmente sei il miglior capo che posso trovare.»
Solo allora la Weaver iniziò a notare l'improvviso silenzio che era calato.
Privati della loro guida i mercenari di Omega avevano perso il loro spirito combattivo e si ritiravano senza opporre di resistenza.
Solo in quel momento si accorse di un grido che si stava levando intorno a lei « Urrà per Dasha! »
Gridavano i suoi uomini. Mai prima di allora le era capitato di essere acclamata, non poté evitare un certo disagio.
« Una sensazione inebriante.» Commentò Tetrius che si era avvicinato e che nonostante la vittoria non permetteva che la disciplina venisse meno.
« Si, ma non sono venuta qui per questo. Dov'è Isabella? Tenus affermava che l'aveva trovata e liberata al suo ultimo contatto.»
« Probabilmente starà cercando di condurre qui Isabella, mentre lei si ferma ad uccidere chiunque incontri suppongo » Affermò divertita Naomi scendendo dal suo mech.
Mentre si guardava intorno tra il fumo e le macerie a Dasha parve di scorgere qualcosa di famigliare che si avvicinava.
« Quella non è la testa rossa di Olivia?» Chiese aguzzando la vista.
« Mi sembra di si.» Rispose Naomi.
« Beh...che le prende per agitarsi e urlare in quel modo. Non riesco neanche a capire cosa dice con il rumore che fanno gli uomini.»
In quell'istante avvertì una sensazione di fastidio e solo dopo un dolore acuto all'altezza della bocca dello stomaco. Le sue sopracciglia si sollevarono per la sorpresa quando vide qualcosa sporgere dal suo corpo. La prima cosa che penso fu a un pezzo di metallo di qualche maceria, ma solo dopo che lo mise a fuoco si accorse che era troppo elaborato.
Sentì le forze mancargli, le gambe cedergli ma prima di cadere riuscì a guardare dietro di lei e per la prima volta in vita sua sentì il bisogno di piangere.
Cadde al suolo afferrando la spada sul davanti che le tagliava le mani e mormorando « Isabella, perché?» Chiese al phantom dietro di lei.
*****
Mythra ignorava quello che stava accadendo e il trionfo del suo piano. Distesa al suolo il suo corpo era percorso da violenti crampi e aveva la sensazione che le sue ossa cercassero di proprio volere distaccarsi da lei, facendosi largo tra la più morbida carne.
Accanto a lei Pezzala era terrorizzata non sapendo cosa fare.
Seguì un accecante esplosione di luce blu.
Sopra a tutti i contendenti, l'asteroide Omega inglobato da secoli nella stazione incominciò a tremare violentemente.

 
   
 
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