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Autore: Lukerry    18/08/2014    2 recensioni
"La felicità faceva parte di me, ma era svanita insieme a lei, e non saprò mai se un giorno riuscirò mai a trovarla. Nessuno era mai riuscito a rendermi felice dopo la sua assenza. Non riuscirò mai a trovare una persona come lei, non riuscirò mai ad abbandonare il nero che si era impossessato di me da molto tempo, e niente e nessuno riuscirà a distrarmi o a portarmi in superfice, o a farmi ritornare come una volta......
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...ma poi ho incontrato lui.
Un altro colpo al cuore.
Mi faceva sempre questo effetto vederlo, anche se non gliel’avevo mai detto.
I suoi capelli biondi, sempre e costantemente in disordine, il suo viso così dolce e i occhi blu oceano, che erano diventati il mio mondo."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13 gennaio 2011

L’aria calda proveniente da fuori il mio finestrino era al dir poco pesante, come sempre qui a Sydney. Non riuscivi mai a sentire un filo di vento, niente di niente. Sempre e sola aria calda, che ti faceva venire la nausea se non c’eri abituata.
Io odiavo l’estate. E purtroppo ero capitata in una nazione, dove il clima era sempre temperato, dove potevi girare con la maglia a maniche corte 365 giorni l’anno. Io invece amavo l’inverno, amavo girare con i maglioni, le felpe e le sciarpe, amavo raggomitolarmi nelle calde coperte o nel piumone durante l’inverno, soprattutto se era nel periodo natalizio, mentre in Australia si moriva di caldo in quel periodo.
Dopo due settimane di vacanza in Alaska eravamo in viaggio verso Sydney. Io non volevo tornare a casa. Non volevo tornare a Sydney sapendo che lei non ci sarà ad accogliermi, la mia migliore amica, la mia mamma. Non riuscirò mai a capire il motivo per cui mi ha salvato, non riuscirò mai a ringraziarla per quello che ha fatto.
Quando accadde l’incidente, non riuscivo a capacitarmene della sua assenza. Era come se stessi vivendo un sogno, ero convinta che sarebbe tornata a casa, mi avrebbe abbracciato e sussurrato:  “sto bene piccola, non avrei mai avuto intenzione di abbandonarti”.
E invece non è mai più venuta. Sono passati sei mesi, ed io non ancora riesco a metabolizzare la sua assenza. Mio padre per le vacanze di Natale mi ha costretto ad andare con lui in Alaska dai parenti di mamma, giusto per distrarmi un po’. Ma non hanno idea di come sono stata in questi sei mesi.
Mi manca da morire.

All’improvviso sentii Edwin sdraiarsi completamente su di me e William. I miei due fratelli maggiori, se non fosse per loro io non ce l’avrei mai fatta a superare tutto questo.
Ed e Will sono i classici australiani dagli occhi azzurri.
Ed ha i capelli castani, ed è un fratello super protettivo e geloso di me. Io e lui eravamo davvero legati alla mamma, entrambi siamo rimasti quelli più sconvolti dalla sua improvvisa scomparsa. Invece Will è il bello della famiglia Minster. Ha i capelli neri ed è uno di quei ragazzi che sa di essere figo e si pavoneggia sapendo che ogni ragazza gli cadrà ai suoi piedi. A differenza di me e mio fratello Ed, è l’unico che portava guai a casa mia, soprattutto quando mia madre lo beccava in stanza con qualche ragazzina nel fare cose sconce.
Ecco perché a scuola tutte vogliono essere mie amiche, perché sono la sorella di William Antony Minster, il più figo della Norwest Christian College.
Per fortuna quest’anno ha finito il liceo, mentre per me sarà ancora dura, dovrò affrontare tutto questo per altri tre anni.
Dopo un paio d’ore di viaggio finalmente arrivammo a casa di zia Karen, la sorella di mamma. Meno male che c’era lei, l’unica donna di casa Clifford.
In casa eravamo completamente circondati da maschi: zio Daryl, papà, Ed, Will e mio cugino Michael. è un anno più grande di me ed è sempre stato dolce e disponibile nei miei confronti, soprattutto dopo l’incidente.

“Siamo arrivati” ci avvisò mio padre spaventandomi.
“ehi Ed..” accarezzai i suoi capelli biondo scuro “so che sono un buon cuscino, ma siamo arrivati, e mi hai fatto addormentare le gambe”.
Ed si girò dall’altro lato facendo finta di non sentire e continuando a dormire. Adoravo accarezzare i suoi capelli, erano un vero e proprio antistress per me. Cercai di toglierli i Ray-Ban nella speranza che si svegliasse, ma niente da fare.
“Will aiutami ti prego..” supplicai
“solo in questi casi hai bisogno del mio aiuto, non è vero?” rispose acidamente.
Io e Will non siamo mai andati d’accordo. Litigavamo quasi sempre, fino a quando una volta esagerò così tanto che non li rivolsi la parola per mesi, e da quel litigio non fa altro che trattarmi male. Prima di risponderlo male, Ed si alzò di scatto e rivolse uno sguardo rude a Will.
“attento a come parli ragazzino. Non ti ha chiesto mica di presentarle un tuo amico pervertito”  disse con tono rude anche lui.
Will ci guardò male e senza rispondere entrò dentro casa di zia Karen. Quando uscimmo dalla macchina io e Ed, notammo che papà era già dentro e aveva portato tutte le valige. Da quanto mamma non c’è più, non ci fa fare niente ne a me e ne ai miei fratelli, fa sempre tutto lui, e la cosa non è bella. Ci siamo sempre divisi i nostri compiti, ma da quanto è morta la mamma ed io e Will abbiamo litigato le cose sono cambiate un bel po’.

All’entrata di casa Clifford c’era zia Karen con un grembiule addosso pronta ad accogliermi a braccia aperte.
Mi avvicinai a lei e la strinsi forte
“bentornata principessa” mi sussurrò all’orecchio.
Non ho mai amato questi nomignoli da bambine di 6 anni, ma a lei glielo facevo dire tranquillamente. Ci teneva davvero tanto alla mia famiglia. Tanto da accoglierci nella sua casa quando le difficoltà erano entrate nella nostra di casa.
Durante il viaggio in aereo, papà parlava con Ed di un possibile trasferimento. Non ha mai amato stare sotto il peso di qualcuno, soprattutto se quel qualcuno è legato alla mamma. Quando ci eravamo trasferiti, era sempre di pessimo umore, poi man mano l’ha cambiato vedendo me e i miei fratelli felici a casa di zia Karen. Io però non volevo trasferirmi, avevo bisogno di un supporto femminile, anche se non sarebbe mai arrivata a sostituire la mia mamma. Non ho mai avuto migliori amiche, non mi sono mai fidata di nessuno.
Ho avuto solo lei, e me l’hanno portata via ingiustamente, e non perdonerò mai chi è stato a farle questo.
Non ho mai saputo chi è stato, o meglio, non mi hanno mai detto chi è stato, ed io non ancora capisco il perché..

Salii le scale e andai verso la mia stanza, quando un suono proveniente dalla camera di Mikey mi distrasse. Presa dalla curiosità, andai verso la sua camera e aprii la porta, trovando un biondo seduto sul letto preso dalla sua nuova chitarra acustica che io e Ed li abbiamo regalato a Natale.
“allora ti è piaciuta?” dissi svegliandolo dal suo mondo.
“Raph oddio… si aiuto… cioè io…”
Accennai un sorriso vedendolo sforzarsi nel trovare le parole giuste per ringraziarmi, ma questo bastò per capire che ancora una volta lo avevo accontentato. Di solito sono abituata ad accontentare tutti, ma mai me stessa.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Lui senza esitare mi strinse forte a se.
“grazie Raph, tu si che mi capisci” disse stringendomi.
“voglio solo che coltivi i tuoi sogni” dissi allontanandomi da lui per guardarlo negli occhi.
“arriverà anche il momento che tu realizzerai i tuoi di sogni, non è vero Raph?”
“si Mikey…” mentii “molto presto”
che bugiarda che sono…
“oh a proposito” disse Michael prendendo un pacco da sotto il letto “questo è per te Raph, buon natale in ritardo” disse agitando le mani e sorridendo come un ebete.
Lo guardai sorpreso “non dovevi Mikey, non ce n’era bisogno…”
“oh andiamo Raph, era il minimo che potessi fare”.
Accennai un sorriso e scartai il regalo. Era una scatola con un profumo e un bagnoschiuma dentro.
“Michael se volevi dirmi di andare a farmi una doccia, perché dopo 6 ore di volo so che puzzo di sudore, non c’era bisogno di regalarmi questo”
scoppiò a ridere “sempre la solita Raph. Dai le sorprese non sono ancora finite. Apri e vedi di che cosa sa”
Lo guardai confuso chiedendomi perché doveva essere una sorpresa la fragranza del profumo. Aprii la scatola e presi la boccetta di profumo togliendo il tappino e spruzzando un po’ di profumo sul polso. Mi avvicinai alla mano e quando sentii quell’odore mi venne la nausea.
Vaniglia.
Io odio la vaniglia. Un tempo era il mio profumo preferito, ma non più ormai, non dopo tutto quello che è successo per colpa di quel profumo..
Stavo pensando a cosa inventarmi per ringraziare Michael per quell’orribile regalo quando una voce femminile urlò proveniente dal piano di sotto.
“ragazzi scendete un secondo”

“dai scendiamo, c’è un’altra sorpresa per te” disse Michael mentre lasciammo la sua stanza.
Scesi velocemente insieme a Michael per scoprire di cosa si trattava. Sono sempre stata una tipa molto curiosa.
“L'uomo ha un'insaziabile curiosità di conoscere ogni cosa, eccetto quelle che meritano di essere conosciute.”
Ho sempre amato questa frase di Oscar Wilde, ed in un certo senso mi ha sempre rappresentato. Per tutti i miei errori commessi questa frase mi rispecchia tantissimo, e direi anche troppo.
 Giù in cucina trovai tutti seduti e indaffarati tranne zia Karen, che appoggiò una torta sopra al tavolo.
“Cosa festeggiamo?” dissi guardando tutti.
“zia Karen ha trovato qualcosa che può davvero renderti felice” disse Edwin “è riuscita a farti assumere come commessa nel negozio di cd che hai sempre amato fin da bambina”.

Improvvisamente non vidi e sentii più nulla. Odiavo quando facevano delle cose per me solo per accontentarmi, non avevo bisogno di essere felice in questo momento.
La felicità faceva parte di me, ma era svanita insieme a lei, e non saprò mai se un giorno riuscirò mai a trovarla. Nessuno era mai riuscito a rendermi felice dopo la sua assenza, neanche Ed. Non riuscirò mai a trovare una persona come lei, non riuscirò mai ad abbandonare il nero che si era impossessato di me da molto tempo, e niente e nessuno riuscirà a distrarmi o a portarmi in superfice, o a farmi ritornare come una volta.
Una volta all’asilo ci fecero giocare ad un gioco, dovevamo abbinare un colore ad ogni bambino secondo il suo carattere, e da allora, ho l’abitudine di associare gli stati d’animo e le persone ai colori, ed in questo momento tutti erano bianchi, e io ero grigia, a metà dal nero e il bianco.
Grigia perché sono diventata impassibile a tutto, però sono davvero stupita che qualcuno si è sforzato così tanto da cercare di rendermi davvero felice, perché io amavo quel negozio, e lo amavo fino a sei mesi fa, e da quel giorno in poi quel posto è diventato nero, come tutto ciò riesco a vedere intorno a me da allora…

 

Mar's corner
finalmente ce l'ho fatta. Questa è una delle mie fan fiction che pubblico dopo tanto tempo, avevo promesso di pubblicarla ed eccola qui.
Quindi, eccomi qua con "Vanilla". Il nome può sembrare abbastanza banale, ma ha un preciso significato.
non so se il capitolo è uscito molto corto o molto lungo, ma è necessario questo capitolo per l'inizio vero è proprio. Questa è solo un'anteprima, la storia vera e propria inizierà dal prossimo capitolo.
Se vi va, lasciate una recensione (:
A presto (:

  
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