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Autore: madechelon    18/08/2014    2 recensioni
Mi presento, mi chiamo Haruko. Significa "figlia della luce del sole". La chiromante del mio villaggio diceva che ero 'destinata a portare la luce nella memoria più celata di chi ha deciso di dimenticare'.
Vivevo in un villaggio, Heibon, lontano dalle città più ricche. Da lì proveniva un circo, piuttosto famoso da quelle parti. Si chiamava Hitode, ovvero 'stella marina'. Per guadagnare qualcosa, entrai a farne parte all'età di 10 anni. Iniziai a formarmi lì, imparai a fare numeri col diabolo e all'età di 17 anni decisi di fare l'esame per diventare hunter. Da qui comincia la mia storia.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hisoka, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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OVERTURE x AND x DEPARTURE









Il sole stava sorgendo. Filtrava una luce tenue dalla finestra, che si trovava di fronte alla testata del letto. Fuori il cielo si stava facendo sempre più roseo e la stanza più calda. La notte faceva sempre molto freddo. Ero già sveglia da un'ora, mi sedetti sul letto con le gambe incrociate ad ammirare quello spettacolo di luci e colori che solo in autunno si poteva vedere. Volevo osservare quella meraviglia un'ultima volta prima di partire. Un raggio più intenso mi incitò ad alzarmi e a prendere il necessario, presi i vestiti preparati da Grimo con cura la sera prima e mi infilai nel bagno.
Grimo era la ballerina del circo, e la persona più dolce che avessi mai conosciuto. Sapeva sorridere anche quando tutto intorno a lei era grigio, la stella luminosa del gruppo. Non avendo avuto una gran figura materna accanto, lei è quella che si è presa cura di me dal primo momento, nonostante la giovane età.
Mi insaponai per bene tutto il corpo: era da un po' che non mi facevo una doccia come si deve. A Heibon era difficile permettersi una buona dose di sapone, per non parlare di molte altre cose. Non eravamo poveri, solo una civiltà arretrata, e per noi certi prodotti costavano di più, non potendoceli procurare da soli.
Allora perché entrare nel circo? Come ho detto, mia madre non era molto presente, era gravemente malata e mio padre era fuggito via poco dopo la mia nascita, abbandonando entrambe. Dovevo badare io a lei e a me stessa. L'unico modo era fare soldi da circense. Continuai quella vita anche dopo la morte di mia madre, non avendo altro. Inoltre, avevo trovato delle persone meravigliose, persone che ti facevano sentire a casa ogni giorno. Il circo era la mia vita, l'unica cosa che contava, e ciò che mi dava la forza di continuare.

Entrai in cucina. Gli altri erano lì da un po'.
"Giorno, Haruko" Dissero uno ad uno. Risposi con uno sbadiglio rumoroso.
Grimo si affacciò da dietro uno sportello, facendo così scuotere la sua folta chioma rosa di capelli. Pareva zucchero filato.
"Dormito bene stanotte?"
"Meglio del solito", mi stiracchiai,in modo da vedere meglio cosa friggeva in padella.
"Frittelle??" dissi incredula.
"Credevi che non ti avrei preparato qualcosa di speciale?".
Corsi ad abbracciarla.
"Dopotutto, come farai senza le mie frittelle?"
"Eh già" risi contenta.
Mi immersi nel suo odore. Grimo sapeva sempre di rose.
"Ricordati di passare da nonna Vaiusca".
"Lo farò" annuii con la testa.

Nonna Vaiusca, o meglio Madama Vaiusca, era la miglior chiromante che si potesse trovare sul mondo conosciuto. Qualunque cosa diceva si realizzava, era strabiliante. Tutti gli artisti andavano da lei affinché portasse fortuna e tutti ricevevano la sua benedizione. Tutti eccetto uno.

Spostai leggermente un pesante telo cremisi che faceva da ingresso al suo luogo magico.
"È permesso, nonna Vaiusca?".
Una grossa ombra si innalzò da dietro un tavolo.
"Piccola Haruko! Vieni qua" spalancò le braccia. Le corsi incontro e la abbracciai forte. Per essere una donna di una certa età, sarebbe stata capace di tenere stretto a sé un elefante. Mi voleva un gran bene, e se non avesse avuto minimo di buonsenso non avrebbe staccato la presa, pur di non farmi andare via.
"Come faremo senza di te?"
"Come farò io senza di voi, invece".
Ridemmo all'unisono.
"Siediti accanto a me, cara".
Vidi un grosso pouf accanto a lei e mi ci sedetti bruscamente con un salto.
"Nonnina, hai qualche sorpresa per me?"
"Mh vediamo".
Vaiusca allungò la sua mano carnosa verso di me, "su, dammi la tua".
La appoggiai sulla sua e iniziò a passare il polpastrello dell'indice sulle linee del mio palmo. Poi, con l'altra mano, mi afferrò l'anulare sinistro, in modo da creare un legame fisico con il mio cuore.
"Bene bene..." aveva cominciato. Un'aura leggera le circondava il corpo.
"Haruko, figlia della luce del sole. Il tuo destino si fa sempre più vicino. Segui questa strada e troverai".
"Troverò...?"
"La stanza buia, la camera nascosta che illuminerai. Colui che ha deciso di dimenticare si trova sul tuo prossimo cammino".
Rimasi perplessa, "ma chi è? Chi ha deciso di dimenticare?".
Ma non feci in tempo di sapere la risposta che l'aura svanì.
"Mi dispiace, tesoro. Più in là non riesco a guardare".
"Capisco...", dissi, delusa da quella visione.
"Su su," Vaiusca mi sollevò il mento con un dito, "capirai andando avanti".
Sorrisi. 
"Mi mancherai, nonna".
"Anche tu, piccola mia". Mi diede un pizzicotto sulla guancia sinistra.
Mi alzai e scostai il telo, quando la sua voce mi giunse alle orecchie.
"So a chi stai pensando. Non so se la profezia si riferisca a lui, e anche se lo fosse, non credo sia come una volta".
Abbassai lo sguardo e uscii.

Il circo Hitode aveva delle caratteristiche e delle regole da rispettare, e la più importante è 'non abbandonare mai il circo senza un motivo valido'. Nessuno aveva osato infrangerla, fino a sette anni prima, poco dopo essere arrivata. Solo uno aveva avuto il coraggio di farlo, l'unico che ha agito con egoismo fin dall'inizio. Diceva che aveva bisogno di andare altrove, che il circo non valeva più di tanto quanto girare davvero il mondo. Così se ne andò.
Per questo decisi di partire, e per questo volevo diventare un Hunter.

Gli ultimi istanti furono i più dolorosi. Non sapevo né quando né se sarei tornata, e il solo pensiero di non rivedere per tanto tempo la mia famiglia mi faceva stare male.
Erano tutti lì, con le schiene che davano al grande capannone, uno accanto all'altro come per una foto di gruppo. Guardai un' ultima volta quel panorama: le grandi montagne bluastre in lontananza, il fondovalle boscoso, il deserto freddo e al centro, Hitode, con la sua insegna luminosa che faceva da cornice alla scena. Andai via velocemente per non sentirne troppo il peso e mi incamminai verso la città.
Poco dopo l'eccitazione del viaggio prese il sopravvento sulla tristezza e mi sentii più leggera.

Shokai, ti troverò, un giorno. E quando succederà, la pagherai molto cara.






-Angolo dell'autrice-

Saaaaaalve! Finalmente ho trovato il tempo per pubblicare questa maledettissima storia *sospira soddisfatta* Yatta!!
Comunque... se qualcuno di voi si fosse chiesto da dove ho preso tutti i nomi, vi scrivo qui i significati :)

Hitode= stella marina,
Heibon= mediocre,
Haruko vuol dire davvero 'figlia della luce del sole',
Grimo e Vaiusca sono puramente casuali,
e Shokai... Beh, io vi consiglio di aspettare ;)

e se qualcun altro si fosse invece chiesto come mai proprio l'anulare sinistro (tanto lo so che niente di tutto ciò vi interessa u.u), è lo stesso motivo per cui si mette la fede su quel dito.

Non ho la più pallida idea di quando sarà pronto il prossimo capitolo (mi spiace ma non sono come Mr. Togashi xD).
Vi anticipo solo che si chiamerà 'Destination x and x Sensation'.

Al più presto!!!

MadEchelon



 

   
 
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