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Autore: martyvegan    18/08/2014    0 recensioni
Siamo esseri umani, è vero.
Nonostante questo, nonostante tutte le regole sociali, le leggi morali insite in una società civilizzata, nonostante la difficoltà che molti di noi provano nel cercare di farsi valere, nel tentare di tutelare i loro diritti alzando la voce è importante, anzi fondamentale, ricordare le nostre origini. Prima di tutto, prima delle solite categorie, delle semplici etichette con cui ci distinguiamo gli uni dagli altri, noi siamo animali. Animali che vogliono sopravvivere. Animali che, se messi alle strette con le spalle al muro, attaccano. E quando attacchiamo non ci fermiamo. Non ci fermiamo fino a che la paura non scompare, fino a che non ci sentiamo nuovamente al sicuro.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era lì, fuori dalla finestra, davanti al giardino di casa mia. Se ne stava comodamente appoggiato alla schiena della massiccia panchina in legno della fermata dell’autobus e mi guardava. Mi guardava come faceva tutte le sere ormai da una settimana. Tornavo a casa dal lavoro per le 17, mi concedeva appena il tempo di una doccia, poi lo vedevo arrivare, camminando deciso. Si appostava là davanti ed io non sapevo cosa fare. E’ davvero buffo che non sapessi come comportarmi. Mi sentivo un’idiota! D’altronde cosa avrei potuto fare? Non è un atteggiamento che ci si aspetta di vedere molto facilmente.
Il primo giorno uscii di casa, pensando che… forse dovrei fare un passo indietro. Effettivamente voi nemmeno sapete di chi stia parlando. Ebbene, cercherò di non girarci troppo attorno: vi è mai capitato di incontrare un ragazzo molto dolce e premuroso, di cui poi vi siete perdutamente innamorate? Ma certamente, che domanda stupida! Ma… avete presente quel tipo di ragazzo che più il tempo passa più vi sembra di esservi fidanzati con facebook data la frequenza con cui vi chiede “Cosa stai facendo?”, “Cosa stai pensando?”, “Dove sei?”, “Con chi sei?” ? Ecco, il ragazzo a cui ho accennato prima era esattamente di questo tipo. I mesi passavano e io mi sentivo sempre più soffocare accanto a lui. Stava cercando in ogni modo di tagliare fuori dalla mia vita tutti eccetto se stesso. Diventava odioso se uscivo con le mie amiche, per non parlare di quando uscivo con degli amici! Inizialmente questo suo atteggiamento era solo fastidioso, pensavo si trattasse unicamente di insicurezza che sarebbe poi passata col tempo.
Al nostro sesto mesiversario giunsi tardi a casa sua, dove avevamo appuntamento, poiché mi avevano trattenuta al lavoro. Sfortunatamente la batteria del cellulare mi aveva abbandonata e non conoscendo ancora il suo numero a memoria non avevo potuto avvisarlo. Non mi concentrerò sui particolari, fatto sta che mi accusò di aver tardato a causa di un incontro con un amante. Si scaldò tanto nonostante i miei numerosi tentativi di negare la cosa che mi diede un forte schiaffo in pieno viso, uno di quelli che ti fanno scendere le lacrime.
Quella sera posi fine alla nostra storia, tuttavia ebbi un’unica settimana di tregua, dopodiché cominciò la settimana degli inquietanti appostamenti di cui vi parlavo prima. Il primo giorno, quando lo vidi, uscii di casa per mandarlo via. Dopo una discussione protrattasi per un’abbondante ora e mezza riuscii a farlo tornare a casa. Nei giorni seguenti si ripresentò sempre alla stessa ora. La cosa che più mi spaventava era il modo in cui si comportava: non faceva nulla! Arrivava e restava fermo a fissare la casa, quasi come se avesse il potere di penetrare le mura con lo sguardo e di stringermi nella sua prepotente morsa. I giorni passavano: mi sentivo come un animale spinto in una piscina profonda e vuota che lentamente viene riempita.
Stavo cominciando a non toccare più…
  
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