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Autore: ALECTREES_7    18/08/2014    0 recensioni
Inizio subito col dirvi che non sono un sostenitore della coppia Cashmere-Finnick, tanto perché nessuno si scandalizzi vedendo gli accoppiati, ma mi è venuta questa idea.
Cashmere e Finnick, le due facce opposte di una stessa medaglia, sesso opposti ma legati da elementi comuni che hanno segnato la loro vita fino alla fine: entrambi belli da mozzare il fiato, entrambi idoli di Capitol city, entrambi vincitori di un gioco perverso, entrambi che pagano per questo, per l'essere belli e Vincitori.
Finché una sera, proprio mentre si festeggia una nuova vittima degli Hunger Games, qualcosa avvicina queste due povere anime sofferenti, e i dolori da troppo tempo sopiti nei loro cuori si risveglieranno, come i fiori a primavera
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cashmere, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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COME I FIORI A PRIMAVERA:

- " Congratulazioni " - " Bravissimo " - " Ho sempre fatto il tifo per te fin dall'inizio " - urlano isterici i capitolini, congratulandosi col nuovo vincitore degli Hunger Games.
"Boom,Boom,Boom" fanno i fuochi d'artificio sparati per l'occasione.
"Zin,zin,zin" suonano i violini e le arpe a festa.

E tutto questo solo per festeggiare un nuovo massacro, una nuova vittima di un gioco perverso nascosta sotto il nome di Vincitore. 
Perché vincere gli Hunger Games molto spesso ti porta a rimpiangere il non essere morta con gli altri, per il terribile destino che ti attende.
I Giochi ti segnano per sempre, e non solo fisicamente; sono un'orrenda tortura, il modo che tiene noi Vincitori legati a Capitol city, e che lega me in modo particolare.

Ricordo perfettamente quando, terminati i miei Giochi, ricevetti l'invito a colazione del presidente Snow nella sua lussuosissima villa. Ricordo il suo sguardo fiammante, la sua voce profonda che mi dice " La bellezza e la fama hanno un prezzo signorina, lei “accompagnerà” tutti quelli che vorranno avere il "piacere della sua compagnia", e lo farà, per il bene di coloro che ama " e le sue mani bianche, bianche come la neve, che mi indicano una cornice con una foto della mia famiglia.

Odio questo posto! Odio questa situazione! Odio essere quello che sono!

Ma devo andare avanti,tenere duro nonostante il dolore che ho nel cuore,sorridere e fare buon viso a cattivo gioco, per evitare di soffrire di più.

- " Cashmere " - mi chiama Gloss - " Cashmere che hai? " -.
La sua voce mi riscuote dal  torpore delle mie riflessioni - " Niente Gloss, stavo solo pensando che questo vestito è troppo scollato " - .
Il vestito va benissimo, e per di più non è affatto scollato, anzi...... è un lungo vestito argento con una larga gonna, il suo unico spacco lo ha sulla schiena.... ma non posso parlare qui con Gloss di quello a cui stavo pensando, e non posso parlarne con lui,dato che ignora la mia situazione e crede che vada a Capitol city così spesso solo per incarichi di rappresentanza.
- " Ti volevo presentare un amico: lui è Finnick Odair, dal Distretto 4 " - dice mio fratello allegramente - " E così tu saresti il famoso Odair di cui ho tanto sentito parlare... " - dico io, guardandolo - " Piacere, io sono Cashmere, la sorella del tuo amico qui presente " - continuo, allungando la mano.
Lui me la stringe, con una presa estremante delicata, e mi dice - " Piacere, anche io ho tanto sentito parlare di te " - " Spero bene " - dico io - " Ovviamente " - risponde lui con uno strano sorriso malinconico.
- " Gloss, vieni che devo parlarti un attimo " - urla Brutus dall'altro lato della sala - " Arrivo " - dice lui in risposta e poi, a voce più bassa ci dice - " Godetevi la festa e divertitevi mi raccomando, ma non troppo senza di me " - dice guardando Finnick in modo strano - " Torno subito " - .
Rimaniamo da soli, se soli si può essere in una sala gremita di persone, finché, dopo 5 imbarazzantissimi minuti, lui non mi prende per mano e mi tira fuori, guidandomi fuori dalla calca e conducendomi verso la porta. 
Questo però mi porta a riflettere su una cosa: Finnick Odair è famoso a Capitol city per la sua bellezza mozzafiato e per aver vinto gli Hunger Games certo, ma anche per il fatto che, ogni volta che ritorna a Capitol city, si ripassa qualche capitolina, e il pensiero che proprio dove mi sta conducendo ci sono delle scale che conducono sia in giardino sia nelle camere da letto, mi fa trasalire quindi pianto i piedi per terra e cerco di sciogliere le nostre mani.
- " Cosa c'è Cashmere ? " - mi dice lui - " Io non muovo un passo di più Odair, se il tuo piano è di fare quello che penso, te lo puoi anche scordare! Su di me non hai lo stesso effetto che hai sulle altre capitoline! " -
Bugiarda! Mi urla la mia mente. Non è assolutamente vero che Finnick Odair non sortisce alcun effetto su di me, dovrei essere di pietra per non subire il fascino dei suoi occhi verde mare, dei suoi capelli ramati, del suo dolcissimo sorriso, del suo corpo praticamente perfetto o di quel suo fascino intrigante, così maschile, così sexy.........
Finnick mi guarda stralunato, come se gli avessi appena tirato un ceffone, e , balbettando, mi risponde - " No.... No.... Non avevo intenzione di farti nulla Cashmere, non volevo portarti in camera da letto, vieni, seguimi, andiamo in giardino " - . 
Non mi fido ancora molto, ma qualcosa nella mia mente mi ordina di seguirlo, così passiamo attraverso la folla dei capitolini e raggiungiamo la portafinestra che conduce alla terrazza della villa, poi scendiamo le scale e ci muoviamo silenziosi, silenziosi come solo i Vincitori hanno imparato ad essere, verso la panchina più appartata possibile, vicino alla fontana, all'ombra di un'altissima quercia.

Finnick mi fa sedere accanto a lui, e dopo avermi fissata per un po' mi dice - " Cashmere, voglio essere sincero con te ... " - oddio, cosa mi vorrà dire - " ... tuo fratello non ci ha presentato per caso, lui è seriamente preoccupato per te. Mi ha detto che, da qualche mese a questa parte, sei sempre nervosa, parti arrabbiatissima per viaggi rappresentativi a Capitol city e torni stanca e avvilita, con gli occhi gonfi e vitrei, pallida quanto un cadavere " - Non so se il mio viso sia sbiancato o diventato rosso da tradire una qualche emozione, fatto sta che Finnick mi guarda con un sorriso afflitto e mi prende la mano, poi continua - " Lui vuole sapere cosa ti angoscia ma tu non gli rispondi, così ha pensato di chiedere a me, quindi ora io ti chiedo, Che hai? " -.
Non rispondo, limitandomi ad abbassare gli occhi a terra seguendo i ricami sul vestito, così Finnick mi prende il viso fra le mani e mi obbliga a guardarlo nei suoi occhi color mare, chiedendomi, in tono triste - " È veramente quello che penso io, Cashmere? " -
- " NO! " - rispondo secca io, tentando di dissuaderlo dal proseguire. Non ottengo molto successo però, infatti Finnick mi guarda e prosegue col suo discorso - " Non tentare di negare l'evidenza con me Cashmere! Lo sappiamo benissimo tutti e due il motivo delle tue frequenti visite a Capitol city! " -
- " NO! Non è vero! Tu non sai niente! Stai immaginando cose sbagliate! " - protesto io sul punto di piangere - " Quello che dico è vero Cashmere e tu lo sai! " - ribatte lui, stringendomi sempre di più i polsi - " Lasciami! Mi fai male! " - urlo io dibattendomi come un serpente - " No, non mi fermerò Cashmere, almeno non finché tu non mi dirai la verità! " - " Non è come pensi,mollami ! " - urlo io con le lacrime agli occhi.
Ma Finnick non si lascia impietosire e, con un'espressione furiosa sul volto, mi trascina sotto un lampione e mi scopre il braccio sinistro, rivelando un lungo graffio rosso ancora fresco che mi sono procurata oggi con un "cliente".
- " Non è come penso eh? Dimmi cos'è questo, avanti! Parla!" - " Lasciami! Mi fai male" - lo supplico io - " lasciami andare ti prego " - " Non ti lascerò andare Cashmere, almeno non fin quando non mi dirai cosa ti turba! " - dice perentorio lui.
Le sue mani continuano a stritolarmi i polsi, tanto che quasi non sento più le mani. Alla fine, anche se col cuore spezzato, gli rispondo - " SI! Si è vero! È come pensi tu Finnick Odair! Sei contento adesso! " - sto urlando - " Si! Snow mi obbliga ad andare a letto con i ricchissimi capitolini di questa città dorata,ok?! Sei contento adesso Odair?! Eh ?! " - .
Lo sfogo è talmente furibondo e violento che Finnick abbassa lo sguardo a terra e farfuglia qualcosa di incomprensibile, stringendomi ancora i polsi, anche se la sua presa si è allentata, ma questo non mi basta, ormai ho una furia cieca che mi attraversa ogni fibra del corpo, così gli urlo - " MOLLAMI ADESSO ! " - e detto questo libero le mani dalla sua presa e gli do uno spintone che lo fa cadere dalla panca di pietra su cui siamo seduti e gli fa battere la testa sulla quercia subito dietro.
Finnick capitombola a terra e non si muove più.

Lo guardo stralunata per un po', ma dopo 5 minuti che non si muove inizio seriamente a preoccuparmi, così mi avvicino finché i nostri due visi non sono a qualche centimentro di distanza - " Finnick? Finnick? FINNICK ! " - urlo io disperata e atterrita allo stesso tempo - " Finnick svegliati! " - non vorrei ricorrere a tanto, ma alla fine gli tappo il naso e gli faccio la respirazione bocca a bocca. È allora che comprendo che mi sta allegramente prendendo in giro, perché non solo ricambia al bacio, ma mi preme anche con la mano la testa affinché non mi stacchi. - " Cretino ! " - gli dico io tirandogli uno schiaffo mentre lui se la ride di gusto.
- " E andiamo Cashmere, allenta il corsetto e ridi un pochino anche tu " - dice lui continuando a ridere - " No, Odair, io non ci trovo nulla di divertente! Mi hai fatto morire di paura! E tutto questo SOLO PER BACIARMI! " -  dico io.
- " Cashmere l'ho fatto solo per convincerti che ti puoi fidare di me....... " - dice lui, poi aggiunge sottovoce - " .... E anche perché un po' lo volevo " - o almeno mi pare dica così.
- " Bel modo che hai tu di convincere le persone a fidarsi di te! Veramente bello! " - " Cashmere " - dice Finnick tornando serio - " Ascoltami. Ti va di parlare delle tue visite a Capitol city?  Perché lo fai? Hai tutto: sei ricca, inteligiente e bella da mozzare il fiato, cosa ti spinge a .... " - esita - " a prostituirmi? " - completo io - " Si " - dice Finnick - " lascia perdere Odair, non capiresti. Nessuno mi capisce " - dico io sconsolata - " Scommetti che invece so cosa provi? " - " ne dubito Odair" - " Io invece dico di si " - dice lui, mentre una strana ombra gli cala sul volto, poi prende fiato e mi dice - " Dimmi se tutto questo ti suona familiare: l'ansia che ti prende prima di ogni incontro, il terrore di sbagliare qualcosa e di mettere in pericolo chi ami, il senso di repulsione che ti prende mentre ti concedi a qualche cliente pagante , la voglia di urlare che tutto questo è assolutamente ingiusto, il desiderio di voler morire subito dopo e la consapevolezza che devi coprire e inventare scuse assurde per giustificare le tue  frequenti assenze, consapevole che non puoi rifiutarti di concederti per proteggere i tuoi cari da una morte orribile ma, al contempo, il senso di nausea che provi ogni volta che, per proteggerli da una verità terribile, sei costretta a mentire. Se sono queste le sensazioni che provi, Cashmere, fidati che nessuno meglio di me può capirti " - .
Guardo Finnick negli occhi, e vedo che quegli stupendi occhi color del mare, fino a pochi secondi fa luccicanti per l'allegria e il buon umore sono diventati cupi e tristi, quasi spenti, e il ragazzo che mi trovo davanti non è più quel dio greco che sapeva far girare la testa a tutte le signore in sala, ma bensì un uomo triste e ingrigito, più simile ad uno straccio o a qualcuno su cui è passato sopra il treno levitazione magnetica.
Finnick mi guarda, e solo allora mi rendo conto che sono passati 10 minuti buoni da quando ha finito di parlare e che vuole una risposta. - " Come fai a saperlo, Finnick? La mia situazione è così diversa dalla tua.... " - dico io sospirando - " .... Tu se non altro scegli di ripassarti le capitoline, io sono costretta a fare così " -  quest'ultima  frase suona un po' più dura di quanto volessi, e nell'istante in cui la parola così lascia le mie labbra vorrei non aver mai aggiunto quell'affermazione.
Finnick mi guarda come se lo avessi schiaffeggiato, poi si chiude in un silenzio egemonico, quasi di pietra.
- " Scusa " - gli dico io poggiandogli la mano sulla coscia - " Non volevo.... Cioè non intendevo.... Cioè .... " - "  Ho capito benissimo Cashmere " -  tuona lui, giustamente arrabbiato. - " Il fatto è che sono esasperata Finnick! " - dico io, scoppiando in lacrime - " Tutti quelli che mi incontrano o mi fischiano dietro oppure mi considerano una cosa che si può comprare e vendere a piacimento, senza tenere in considerazione i miei sentimenti " - proseguo io con le lacrime agli occhi - " e il peggio è dover fare buon viso a cattivo gioco e continuare a sorridere, fingendo che tutto vada bene. " - " Cashmere... " - dice Finnick - " Mi dispiace per quello che ti succede, non volevo farti piangere, ti prego, perdonami " - e detto questo mi prende fra le sue braccia e mi stringe al suo petto, mentre io singhiozzo disperata.
- " Cashmere, calmati su, non sopporto vedere le persone che piangono, specie se chi ha causato tutto sono stato io " - " Bene, questo mi aggiunge ad una lunga lista di capitoline " - dico continuando a singhiozzare disperata.
Finnick mi stringe più forte, cullandomi dolcemente come si fa con un neonato, e mentre realizzo che il tum tum che sale dal suo petto è il battito del suo cuore, qualcosa di caldo e bagnato, simile ad una goccia di pioggia, mi cade nell'incavo lasciato dai miei capelli sul collo, scendendo verso il basso.
Quando alzo la testa per vedere se si sta mettendo a piovere, noto che Finnick non tiene più la sua testa verso la mia, ma sta guardando verso la luna, lassù, in alto, impassibile come le statue degli dei greci cui tanto assomiglia.
- " Ehemmm " - mi schiarisco la voce - " Finnick che succede? " - domando io, ma lui rimane impietrito a fissare la luna. - " Finnick? Finnick! Odair ascoltami ! " - lo chiamo io, ormai spazientita, ma sembra che le mie parole cadano lontano da lui come l'eco delle montagne attorno a Capitol city. - " Finnick Odair, adesso mi ascolti, ORA! " - e visto che le mie parole non sortiscono alcun effetto su di lui, mi alzo e gli do una scrollata talmente forte che la testa di Finnick sballota di qua e di la, ma lui non si scuote.

Mentre valuto l'idea di tirargli un altro ceffone, noto uno strano riflesso argenteo sulle sue guancie.
Mi ci vuole un po' a realizzare che quelle righe argentee sul suo volto sono lacrime, così quando, toccandogli il volto , lo sento umido, penso a cosa possa averlo fatto soffrire, e mi torna in mente la frase che ho pronunciato prima: " Questo mi aggiunge ad una lunga lista di capitoline ", certo, era la verità, ma forse sono stata un po' dura con lui.
- " Finnick, come mai piangi? Mi spiace per quello che ti ho detto, non.... non volevo ferirti " - dico in tono pacato e in risposta Finnick abbassa il volto, rigato dalle lacrime, su di me, poi, in tono grave, mi dice - " Cashmere, non piango perché hai detto una cattiveria, piango perché è vero, ma non nel senso in cui lo intendete tutti " - la sua voce si rompe su questa parola, e la statua che avevo davanti fino a poco tempo fa inizia a singhiozzare in maniera ritmica e regolare.
I nostri ruoli si sono invertiti, adesso sono io che sto abbracciando lui e lo sto cullando, passandogli lentamente la mano fra i suoi ricci ramati.
- " Finnick, adesso sono io a chiederti di calmarti, se vuoi sfogati, ma raccontami " - in realtà non c'è bisogno che mi racconti, la mia mente ha già cominciato a rimettere insieme i pezzi, ma ha partorito un pensiero troppo orribile perché sia vero e ho bisogno che Finnick me lo smentisca....... o me lo confermi.

Forse non è stata la migliore delle idee dire a Finnick di sfogarsi liberamente, o almeno avrei fatto bene ad allontanarlo un po' dal mio petto, ho tutto l'abito zuppo delle sue lacrime, ma decido di sorvolare su questo fatto, voglio una risposta e la avrò!
- " Finnick, dimmi avanti, io ti ho detto cosa mi turbava, adesso tocca a te. Avanti, cosa succede ? " - . Finnick alza la testa, il viso zuppo e gli occhi gonfi, tira su col naso e, fra i singhiozzi, mi dice - " N... No....Non tutti son..... Non tutti sono usciti illesi dagli Hunger Games, Cashmere " - " Questo lo so Finnick, nessuno esce felice dall'arena, è tormentato dai volti delle persone che ha ucciso, o dagli orrori di quel posto .... probabilmente solo quel biondino idiota che ha vinto quest'anno e la sua mentore dal Distretto 6 escono allegri dall'arena, strafatti come sono dalla Morfamina, è probabile che passino i giorni della loro vita a vedere farfalle e lucine colorate che non esistono. Ecco, loro sono gli unici ad uscirne indenni  " -  dico io, che ancora non mi capacito del fatto che quell'inetto del ragazzo del 6 sia il vincitore di quest'anno, in pratica si è rintanato dietro ad un albero per tutto il tempo dei giochi!
Finnick mi guarda, quasi sorridendo dopo le mie ultime parole, ma poi torna serio e mi dice - " Si.... In un certo senso anche così, ma c'è chi esce dall'arena con un destino ben diverso ad attenderlo " - " Vuoi dire con un arto artificiale di Capitol city oppure mutilato " - mi rendo conto che  sto deliberatamente evitando l'argomento, ma Finnick se ne accorge, così, fissandomi con quei due occhi che, benché gonfi e rossi dalle lacrime, sono ancora attraversati lampi fiammeggianti d'orgoglio, mi risponde - " Smettila di evitare il discorso Cashmere! Sia io che te sappiamo di cosa parlo! " - e detto questo si alza in piedi e si sfila la maglia, rivelando una lunga serie di graffi rossi o rosacei che gli percorrono tutto il suo petto statuario.
Mentre cerco di rimettere assieme una frase, cosa già difficile per l'argomento che dobbiamo trattare e peggiorata dall'attrazione magnetica che quei muscoli esercitano su di me, Finnick comincia a tirarsi su il gambule destro del pantalone, rivelando un altro lungo graffio che risale verso l'alto, al che trovo la forza per dirgli - " OK Finnick, fermati perché già è difficile parlarne, e il tuo strep-tease non mi rende certo le cose più semplici! " - dico io, mentre sento le guancie avvampare.
Finnick evidentemente se ne accorge e maschera abilmente un risolino, poi, con fare ammiccante mi dice - " Eh, non ti facevo così Cashmere, da quando un corpo maschile ti innervosisce, eppure ne hai visti tanti.... " - se non gli tiro un ennesimo ceffone, è solo perché quel corpo perfetto mi sta distraendo. - " Talmente tanti che dobbiamo parlare di questo argomento! Avanti su ... " - dico in tono pacato io - " ... raccontami tutto "  - il sorriso a trentadue denti che Finnick sfoggiava fino a poco tempo fa si spegne, e gli occhi ricominciano ad arrossarsi, ma nonostante tutto Finnick inghiotte il pomo d'Adamo, prende un bel respiro, ed inizia a raccontare - " Vedi Cashmere, le nostre storie sono essenzialmente molto simili, solo che la mia ha tratti più drammatici della tua. Come sai io ho vinto a 14 anni i miei Hunger Games " - " Il più giovane di sempre " - lo interrompo io, lasciandolo poi proseguire - " Si, ecco, come sai si raggiunge la maturità quando abbiamo 16 anni a Panem, e questo sta a significare che ... " - qualcosa nella mia mente mi dice disperatamente che devo fermarlo, o almeno non ascoltare quello che sta per dire, anche se l'ho già capito, ma non faccio in tempo - " ... che per i primi 2 anni dalla mia vittoria non mi poterono toccare con un dito, ed io pensai che nonostante fossi bellissimo " - sempre modesto penso, ma non lo dico - " l'avessi sfangata alla fine, e speravo che qualche altro bel tributo vincesse dopo di me, ma purtroppo così non è stato ; vinse solo un ragazzo, Gloss, ma lui non era bello abbastanza da reggere il confronto con me, quindi, al mio arrivo a Capitol city l'anno dei tuoi Hunger games, ricevetti ... " - " l'invito a colazione dal presidente Snow in persona nella sua villa " - completo io.
Il volto di Finnick si fa sempre più scuro, mentre un'altra lacrima d'argento gli scivola sulla guancia, poi tira su col naso e continua a raccontare una storia che conosco fin troppo bene - " Si " - sospira - " era tutto incipriato e imbellettato, con quello sguardo da serpente velenoso, e mi guardava con fare ammiccante " - conosco fin troppo bene quello sguardo, e posso credere che Finnick non si sia sentito a suo agio, dopotutto quello sguardo mi ha scatenato i brividi lungo tutta la schiena. Il Distretto 1 è, secondo gli altri Distretti, quello più simile a Capitol city, quindi chi meglio di me può immaginarsi lo sguardo di Snow, così simile a quello di tante persone che conosco ma con la sua peculiarità di farti sentire a disagio persino in casa tua? - " Mi ha fatto sedere di fronte a lui, ad una tavolata da colazione super imbandida, e ha cominciato a parlare di quanto il tempo fosse stato genereso con me, perché non solo non mi aveva mutato, ma anzi mi aveva reso ancor più attraente, ma che la bellezza e la gloria avevano un prezzo ad averle assieme, e mi chiese quanto fosse alto il mio " - Finnick è scosso da un fortissimo tremito, quasi avesse freddo, poi inspira profondamente e continua - "  finsi di non capire e iniziai a imburrare una fetta biscottata per cambiare argomento, ma Snow mi prese per il mento e mi costrinse a guardarlo di nuovo in quegli occhi fiammeggianti, e mi chiese di nuovo quale fosse il mio prezzo, ma al mio secondo silenzio Snow si fece più chiaro e, in tono sinistro, mi disse che tutto nella vita aveva un prezzo, e che se non avessi fatto come diceva, sarebbe stato un terribile evento per le persone che amavo " - sospira, un lungo sospiro carico  di tristezza e intriso di un dolore che sembra antico come le montagne che circondano questa città - " E così accettai, e notte dopo notte, appuntamento dopo appuntamento, è iniziata questa orribile storia " - smette di raccontare, piangendo e singhiozzando, con le mani sulla faccia che tremano come foglie al vento. Probabilmente l'aver rivissuto la storia gli ha fatto più male di quanto pensasse, oppure sta ripensando alla prima " serata "  trascorsa con chissà quale capitolina disposta a pagare uno sproposito per spassarsela con lui per una notte.
 
Ricordo ancora la prima volta che toccò a me, quel misto di disgusto, rabbia e dolore che ti assale prima e mentre avveri i sogni del cliente di turno, il senso di orrore, sgomento e vergogna che ti assale dopo, il desiderio di farla finita una volta e per sempre ogni volta che arriva una nuova lettera infiocchettata di rosso rubino.... rabbrividisco anche io.

Prendo un bel respiro, mi faccio coraggio e apro la bocca per parlare, ma mi rendo subito conto che non gli posso dire nulla, così mi ritrovo ad aprire e chiudere la bocca 6 volte prima di riuscire a dire qualcosa, ma alla fine ci riesco e, cercando di essere il più delicata possibile, dico - " Ahhhhh, Finnick, mi ... mi dispiace veramente molto per.... per... per tutto questo e ..... per le cose orribili che ti ho detto, davvero io non credevo che la mia storia e la tua fossero tanto simili fra loro ... " - " Non fa niente Cashmere, non è colpa tua, non potevi saperlo " - dice lui, la cui voce pare provenire più da una cripta sotterranea che da una persona umana - " Non importa se non lo sapevo Finnick! Sono stata un mostro punto e basta! Ti ho dato del Jigolò volontario e ti ho detto che non mi avresti mai capita, quando eri l'unica persona che veramente poteva farlo. Io ... Io .... - " non ce la faccio più, la tensione nervosa è troppa, così esplodo nuovamente in una fontana di lacrime e mi getto fra le sue braccia in cerca di conforto.
Finnick rimane impietrito per un po', poi chiude le sue braccia su di me e poggia la sua fronte sulla mia testa, singhiozzando e tremando anche lui.
Rimaniamo così per un po', forse mezz'ora, forse di più, con una brezza leggera che ci soffia sopra e il canto delle foglie degli alberi al vento, poi decido di staccarmi da lui, in fondo se qualcuno ci vedesse scoppierebbe uno scoop mediatico impressionante che avrebbe ritorsioni terribili per tutti, non solo per noi 2.

Stacco a malincuore la testa dal suo petto che, benchè nudo, è ancora caldo come il sole estivo, e gliela poggio sulla spalla, poi, con la maggior delicatezza possibile, scosto Finnick da me. Lui reagisce come se lo avessi abbandonato, ma poi raccoglie la maglia da terra e si asciuga con una manica il volto, dopodiché, sorprendendomi, scoppia in una fragorosa risata - " Non capisco cosa ci trovi da ridere Odair! " - dico io più sorpresa che stizzita - " Oh nulla " - risponde lui - " è solo che la situazione è comica. Ho passato anni a costruire una corazza contro il dolore che concedermi mi provoca e sembravo esserci riuscito, ma poi sei arrivata tu, e hai cancellato tutto quanto in un momento, e il dolore che credevo di aver sotterrato per sempre è riemerso tutto assieme, come le mareggiate al Distretto 4, quando non si sa da dove venga tutta quell'acqua, ma che quando arriva devasta ogni cosa che incontra " - .
Finnick mi guarda, il dolore e la tristezza completamente spariti dai suoi occhi e sostituiti da uno scintillio solare.
Per un momento rimango un po' perplessa, indecisa su come rispondergli, e mentre sto riprendendo fiato per rispondergli per le rime, il mio sguardo cade su un Non ti scordar di me che, evidentemente, è stato modificato a Capitol city per rimanere fiorito tutto questo tempo, così inspiro profondamente e gli dico molto francamente - " Bhé Finnick, il dolore, così come il piacere ed il desiderio, appartengono a questo mondo, e tutto è ciclico, ed esattamente come i fiori, anche il dolore è fatto per riemergere. Può volerci del tempo, magari tanto tempo, ma alla fine risboccierà, esattamente come i fiori a Primavera " - .
Finnick mi guarda, stralunato e sorpreso allo stesso tempo, senza riuscire a dire nulla. - " Che c'è ? Pensavi che sotto questa chioma dorata ci fosse solo segatura? Non sono mica bionda nel cervello sai?! " - dico io sghignazzando.
 - " OK,OK,OK, calma.... " - ride lui - " Solo non credevo fossi capace di concepire un pensiero tanto filosofico " .

- " Cashmere " - " Finnick " - " Dove vi siete cacciati ? " . Le voci di Gloss e Mags rimbombano dalla scalinata di marmo della terrazza.
Mi alzo e cerco di ricompormi al meglio che posso, poi mi chino su Finnick e lo bacio sulla fronte. Fatto ciò mi giro e mi incammino verso la sala da ballo, prima però mi giro di nuovo verso di lui, lo guardo un'ultima volta e gli dico - " Ci sono molte cose che non sai di me, Odair...... e molte altre che non ti aspetteresti mai " -. Detto questo mi incammino a passo di marcia verso la terrazza e verso Gloss.
Mentre cammino mi sistemo una ciocca di capelli che sono caduti sulla fronte, ma poi mi blocco di colpo, quando vedo che la mia mano sembra una tavolozza da pittore, e comprendo che, a furia di piangere, il trucco si deve essere sciolto.
Decido di lavarmelo via dalla faccia, così mi avvicino alla fontanella vicino al pesco e ci immergo il volto.
Quando riapro gli occhi vedo, arroccato sul bordo della fontana, un altro Non ti scordar di me, e mi torna i mente ciò che ho detto a Finnick qualche minuto fa " il dolore, così come il piacere ed il desiderio, appartengono a questo mondo, e tutto è ciclico, ed esattamente come i fiori, anche il dolore è fatto per riemergere. Può volerci del tempo, magari tanto tempo, ma alla fine risboccierà, esattamente come i fiori a Primavera ".
Si, anche i fiori nonostante il più gelido degli Inverni risbocciano sempre a Primavera, e così farò io.
Il dolore potrà anche spezzarmi, ma non mi distruggerà!
E ricaricata da questo pensiero, faccio un respiro profondo e entro nuovamente nella sala delle feste. 

 
**********************************

Guardo Cashmere allontanarsi da me, i suoi capelli che risplendono alla luce della luna piena,riflettendo sulle sue ultime parole e su quello che c'è appena stato fra di noi, finchè un fruscio qui vicino non mi riporta alla realtà: Gloss sta arrivando per chiedermi della sorella.
Mi giro verso la fonte del rumore pronto a parlargli, ma uno spiffero gelido mi solletica la pelle e mi rende nuovamente conscio del fatto che non ho ancora rimesso la maglia ( e nemmeno riabbassato il gambule del pantalone ) e il solo pensiero di quello che Gloss potrebbe pensare vedendomi in questo stato: Cashmere non è esattamente quello che si dice una ragazza brutta, e vendedomi così vestito e coperto di trucco sciolto, mi sorprenderei se non pensasse che ho fatto qualcosa con sua sorella.
Raccolgo velocemente la maglia da terra, risvolto il gambule e passo la mano sulla fronte per togliere il rossetto che Cashmere, baciandomi, mi ha lasciato.  
Faccio appena in tempo, Gloss sbuca dal cespuglio davanti a me il secondo dopo che mi sono risistemato a dovere, e subito mi si avvicina dicendo in tono allarmato - " Allora Finnick, cos'ha mia sorella? Perché è così strana ultimamente? " -.
Rifletto per un po'prima di rispondergli, non voglio tradire la fiducia che Cashmere ha riposto in me, quindi mi limito a rispondergli - " Tua sorella sta benissimo. È solo che vi vuole più bene di quanto tu possa immaginare " - e detto questo mi incammino verso la sala da ballo, lasciandomi alle spalle un Gloss sbigottito e riattraversando il parco,osservando con occhi diversi i fiori che crescono. 
Cashmere ha ragione il dolore appartiene a questo mondo, e tutto è ciclico, ed esattamente come i fiori, anche il dolore è fatto per riemergere. Può volerci del tempo, magari tanto tempo, ma alla fine risboccierà, esattamente come i fiori a Primavera. 


ANGOLO AUTORE:

Salve a tutti, sono felicie che abbiate voluto leggere la mia storia.
Inizio subito col dirvi che non sono un sostenitore della coppia Cashmere-Finnick, e in effetti non volevo scrivere una storia così, ma è uscito questo e sono molto contento del cambiamento che ha subito in corso d'opera questa storia.

Spero sia piaciuta anche a voi,esattamente come è piaciuta a me dopo averla riletta.

Per consigli,opinioni e valutazioni, vi prego di recensire.

P.S. 
Ho un problema col Pc e quindi aggiungo le storie dall'iPod, quindi scusatemi se non trovate il corsivo per i pensiero. 


Un saluto


ALECTREES_7
  
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