Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: _Nephilym_    18/08/2014    2 recensioni
Jessica è una diciassettenne americana un po particolare, lei non è ,come tutte le sue coetanee, alla ricerca dell'amore, anzi ha sempre pensato che più ci stai alla larga meglio è.
Ma cosa succede quando nella sua vita piombano una sciarpa verde e due occhioni azzurri, che stravolgeranno tutto ciò in cui aveva creduto in quel momento, costringendola ad aprire il suo cuore?
Se siete interessati date un'occhiata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quand'ero piccola, mia madre mi diceva sempre di non immischiarmi in guai troppo grossi per una piccoletta come me, e mio padre mi guardava da dietro il giornale ed annuiva per darle ragione, facendo così scivolare i suoi sottili occhiali lungo il dritto naso.

Io per “guai seri” intendevo il rincorrere i cani randagi, come ero solita fare, o il fare a pugni con i miei amichetti dopo aver fatto bisticcio, cosa che accadeva altrettanto spesso, ma crescendo ho capito cosa quella santa donna intendesse.

Il più grande guaio in cui una persona mentalmente sana possa cacciarsi e non uscirne mai indenne, per quanto possa suonare cinico e pessimista da dire è l'amore.

Voglio dire, avete mai provato ad innamorarvi, cazzo?! E' l'inferno in terra, una cresciuta guardando soap opera con la nonna nella sua casetta di campagna, pensa che prima o poi si trovi sempre il vero amore, e che non ci siano mai intoppi, che tutto sia dannatamente perfetto.

Ma l'amore non è così, l'amore è qualcosa di profondo, così tanto da farti girare la testa, così intenso da farti impazzire, ed è per questo che quando fu il mio turno di sentire il vero amore, questo mi colpì in pieno come una tempesta inaspettata.

Ma se per lei avrei dovuto sopportare tutto questo casino, allora l'avrei fatto più che volentieri.

 

 

 

 

“Jesse alza le chiappe, ADESSO!” urlò mia nonna dal piano di sotto.

Donna adorabile la nonnina, ottant'anni e aveva ancora le corde vocali di un pescatore norvegese.

Mi smossi sotto il pesante strato di lenzuola e coperte che mi sovrastava e mugugnai in disapprovazione,

“Per nostro signore muoviti o farai tardi, e non ho nessuna intenzione di ricevere un'altra chiamata dalla signorina Mc Fletchers per sentirmi dire che la mia ragazza è sgattaiolata in classe dalla finestra...”

Non mi scomposi più di tanto, dal momento che, assaporando ancora il mio sogno, non avevo compreso nemmeno un quarto di ciò che aveva detto,

“Il PRIMO GIORNO DI SCUOLA” concluse urlando.

Primo... aspetta cosa!?

Schizzai a sedere facendo volare dall'altro lato della stanza il cuscino che fino ad un momento prima mi stava in testa e tentai in ogni modo di liberarmi dall'intricato ammasso di lenzuola che mi legava le gambe, con l'unico risultato che precipitai a terra.

“Per l'amor del cielo Jessica Jane Duncan che diavolo stai combinando” sbottò esasperata mia nonna aprendo la porta, le sorrisi imbarazzata e feci un leggero cenno col capo, mentre finalmente liberavo le gambe e gettavo vittoriosa le coperte sul letto,

“Quello lo faccio dopo, ok Mak?” chiesi, e senza attendere risposta mi fiondai verso il bagno.

Avevo lasciato una vecchia camicia a quadri sulla sedia accanto alla porta e passando la presi al volo.

“Te n'eri dimenticata, non è vero?” chiese quasi arrendevole,mentre la sentivo muoversi nella stanza accanto,

“No, ma che dici?” dissi gettando a terra pantaloni e maglietta e girando la manovella della doccia

“Io dimenticarmi di un avvenimento così importante?” mi insaponai velocemente i capelli per poi passare al resto del corpo

“No, vedi ho solo...” uscii scivolando sul tappeto, e, afferrando miracolosamente il lavello presi il Phon ed iniziai ad asciugarmi, mentre i miei corti capelli castani sparavano da tutte le parti

“Dimenticato”

Afferrai un paio di mutande e un reggiseno che mia nonna mi porgeva dall'altro lato della porta e l infilai.

“Di...”

Schizzai nella mia stanza infilandomi un paio di vecchi jeans neri e una T-shirt bianca con la bandiera dell'Inghilterra sopra.

“Puntare la sveglia” dissi infilandoci sopra la camicia, ravviandola ai gomiti e abbassandomi ad afferrare il vecchio zaino scalcagnato ai piedi del letto.

“La tua sveglia è rotta da sei mesi” sbuffò lei non riuscendo a trattenere il sorriso che le si era stampato in faccia.

Mi avvicinai e mi chinai ad abbracciarla

“Menomale che ci sei tu” risi, le lascia un veloce bacio sulla guancia e corsi verso il corridoio quando un suo richiamo mi fermò di botto

“E tu vorresti andare a scuola con le ciabatte dei pokemon?” mi chiese indicando i miei piedi, ma non appena rialzai lo sguardo mi lanciò il mio più vecchio, scalcagnato ed adorato paio di converse nere.

“Che farei se non ci fossi tu” risi scendendo le scale, corsi verso il bancone della cucina, dove un'ormai congelata colazione a base di puncake e muffin attendeva, addentai una fetta di pane tostato, e con la metà rimanente ancora in bocca spalancai la bianca porta d'ingresso e mi slanciai attraverso il giardino, salii sulla mia moto verde smeraldo e indossai il casco, sentendo mia nonna che mi urlava di non rompermi il collo contro un palo dalla finestra.

Sorrisi e partii.

 

Quando arrivai a scuola, com'era da prevedere, il parcheggio era deserto, se non si tiene conto di tutte le macchine posteggiate lì in attesa che il loro giovani proprietari uscissero da quel carcere minorile quale era la Green forrest High school.

Posteggiai vicino all'entrata, mentre le pesanti nuvole che scurivano il cielo si facevano più fitte, rendendo vano ogni tentativo del sole di far trasparire i suoi raggi.

Venite in Sud Carolina, abbiamo delle ottime crostate di mele, rievocazioni storiche da urlo e un tempo di merda!

Mi affrettai verso l'entrata, e, dopo aver centrato in pieno una pozzanghera e essermi morsa la lingua nel tentativo di non imprecare, che si dimostrò vano, salii le vecchie scale di marmo ed aprii la grande porta in metallo rosso, sapendo già che al di là di essa, mi attendeva la pimpante signora Mc fletchers con i suoi capelli neri, gli occhiali posizionati in maniera così obbrobriosamente rigida sul suo naso, da pensare che vi fossero stati attaccati con la colla, e il suo dannato cardigan azzurro, pronta a farmi gioire del mio tanto atteso ritorno a scuola sbattendomi in presidenza.

Mi ero sbagliata tante volte in vita mia, ma quello fu sicuramente il più bel errore di tutta la mia vita.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: _Nephilym_