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Autore: Dryas    19/08/2014    5 recensioni
Estate, stagione di mare e di serate con gli amici.
Di fronte a una distesa color cobalto, immersi nel relax più totale, dieci ninja di Konoha dovranno fare i conti con nuove emozioni e nuove situazioni. Ma a mischiarsi con i sentimenti più nobili ci saranno anche scontri, che siano verbali o in vetta a una montagna innevata, e amicizie vecchie di anni rischieranno di rompersi. Perché il pericolo è sempre dietro l’angolo, anche in spiaggia!
Seconda classificata al contest “Summer in Love.” di Tomoko_chan sul forum di EFP , vincitrice dei premi Coppia Migliore e Miglior Grammatica.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Premessa:

Il contesto della storia molto vago, perché non è essenziale ai fini della trama.
Ho ipotizzato la storia più o meno a metà del manga (quindi Neji è vivo e vegeto). Sasuke se n’è andato da Konoha, ma dopo averne combinate di cotte e di crude è ritornato, pentito. L’età dei personaggi è intorno ai 20 anni. Buona lettura!












COBALTO
-Raven’s Love-







#1. Diamanti



Hinata si svegliò con il rumore del mare ad accoglierla e subito le sue labbra si piegarono in un sorriso. Si alzò dal letto, cercando con i piedi le infradito. Sakura e Tenten dormivano ancora e, per non disturbarle, resistette all’impulso di spalancare le imposte: erano anni che aspettava di rivedere quel paesaggio che tanto le era mancato.
Si vestì e uscì dalla camera senza svegliare le sue coinquiline. Superò le valige sparse per tutto il piano terra e arrivò alla porta d’ingresso. Girò la chiave nella serratura e il rumore secco che seguì la immobilizzò. Dopo qualche istante, in cui si guardò attorno sospettosa, capì di non aver svegliato nessuno. Uscì e il sole l’accolse con un abbraccio amorevole.
Era almeno un decennio che la casa al mare degli Hyuga non veniva scomodata per ospitare dieci persone, di cui otto non appartenenti al clan. Hinata ricordava con nostalgia le estati passate a giocare sulla spiaggia e l’adrenalina che le dava l’idea di passare del tempo lontano da tutto e da tutti. Lontano da Konoha, ma insieme alla sua famiglia, e ora che ogni minaccia sembrava scomparsa e il futuro si prometteva sereno, aveva potuto offrire la possibilità di due settimane di relax agli amici con cui era cresciuta. La costa del Paese della Foglia era lunga e così bella da togliere il fiato.
Camminò a piedi scalzi sulla sabbia ancora umida dalla notte e si lasciò ammaliare dal suono delle onde, come il canto delle sirene che strega i marinai. Voleva entrare in quell’acqua blu cobalto e sentire le sue caviglie solleticate dai granelli di sabbia. Desiderava immergersi in quel bagno fresco, chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dolcemente.
Appoggiò le infradito sul bagnasciuga, si tolse il vestito bianco ed entrò piano. Indosso aveva un semplice costume azzurro e un cappello di paglia, che teneva fermo con una mano. Gli Hyuga non erano fatti per il clima marino, pelle troppo chiara e sole troppo forte, ma quel cappello impediva fin da quando era bambina che un colpo di sole le rovinasse le vacanze.
Rimase qualche istante con gli occhi chiusi, assaporando quel momento di solitudine. Lei e il sole erano gli unici ad essere svegli. O almeno così credeva.
-Hinata-chan!-
L’inconfondibile voce di Naruto le fece distogliere lo sguardo dall’orizzonte e, voltandosi, vide il ragazzo correre verso di lei. Il suo cuore, impreparato ad un incontro così mattutino, saltò un battito.
La mano libera si avvicinò involontariamente alle labbra, come sempre con Naruto nei paraggi, ma quando il biondo la salutò sventolando le braccia all’aria, anche lei fu costretta a rispondere. Il cappello fu così libero e il vento né approfittò: bastò una debole folata per farlo volare via, liberando i lunghi capelli corvini sulle sue spalle.
Nel tentativo di recuperarlo, Hinata allungò un braccio, ma era ormai troppo lontano.
-Ci penso io!- sentì gridare alle sue spalle e quando si voltò, trovò Naruto a torso nudo intento a sfilarsi i pantaloncini. A differenza sua, però, non aveva avuto la brillante idea di indossare il costume e si ritrovò in boxer.
Con ampie falcate si lanciò in mare: sul suo volto era dipinta la felicità di un bambino.
Passandole accanto, la salutò di nuovo e la investì con gli schizzi d’acqua, ma non notò il rossore sulle sue guance. Si tuffò, scomparendo per un attimo, per poi riemergere qualche metro più avanti.
Il cappello era ormai vicino e bastò qualche bracciata per raggiungerlo. Quando l’ebbe in mano, lo sventolò soddisfatto.
-Ecco qua, Hinata- le disse porgendoglielo e portando il petto in avanti, fiero della missione compiuta.
-Grazie, Naruto-kun- fu il bisbiglio di ringraziamento. –Ti sei svegliato presto.-
-Anche tu!-
-Volevo vedere il mare. Non è bellissimo?- Hinata si guardò attorno, ma si rese conto che ormai tutta la sua attenzione era stata catturata dal biondo. Se il panorama era mozzafiato, Naruto per lei lo era molto di più.
-Già!- esclamò l’altro, i cui occhi azzurri scrutavano il paesaggio. –Non ho mai fatto una vera vacanza. Per questo mi sono svegliato presto, non stavo più nella pelle!-
-Anche gli altri sono svegli?- chiese Hinata, sentendo che quell’attimo d’isolamento con Naruto stava diventando insostenibile. Presto sarebbe crollata in acqua per l’agitazione.
-Credo di aver inciampato su Rock Lee uscendo, ma non mi pare si sia svegliato- rispose senza troppo interesse. –Ehi, ti va di fare un bagno?- le chiese, gli occhi spalancati per l’entusiasmo.
Hinata non riuscì a negare e annuì. Quel piccolo e quasi invisibile gesto bastò perché Naruto l’afferrasse per il polso e la trascinasse in mare. Il cappello tornò a fluttuare sul pelo dell’acqua, abbandonato dalla sua proprietaria.



***



-Shikamaru, sposta la tua roba da lì!- gridò Ino, mentre metteva in tavola un cesto pieno di pane e un cartone di succo all’ananas.
-Sì, dopo- rispose a malavoglia l’altro, continuando a girare il cucchiaino nella sua tazza di caffè.
-E’ la terza volta che inciampo nella tua valigia!-
-Siamo appena arrivati, un attimo.-
-Siamo qui da ben dodici ore!-
-Di cui undici passate a dormire.-
Un tonfo sordo richiamò la loro attenzione. Dei capelli rosa spuntarono da sotto una montagna di magliette e pantaloncini. La valigia di Shikamaru si era completamente aperta, rovesciando tutto il suo contenuto sopra Sakura, i cui piedi erano inciampati in essa.
-Ti sei fatta male, Sakura-chan?- Rock Lee si precipitò giù dalle scale da cui la ragazza era appena rotolata e corse a soccorrerla.
-Beh, io ti avevo avvertito- disse Ino a Shikamaru, alzando le spalle e cominciando a spalmare la marmellata su una fetta biscottata, senza mostrare troppo interesse per la sorte del compagno. Quest’ultimo, invece, sbiancò.
-Di chi diavolo è questa valigia?!- sbraitò Sakura, rimettendosi in piedi, decisa più che mai a farla pagare al proprietario. Rock Lee fu allontanato in malo modo dopo che le disse che non gli apparteneva, e la caccia si spostò in cucina.
-Allora?!- esclamò, sbattendo una mano sul tavolo. I piatti si sollevarono e ricaddero traballando. Choji salvò il vasetto di nutella che rischiava di andare in frantumi e si sbrigò a dichiarare la sua innocenza. Ino si tirò fuori dicendo che non avrebbe mai abbandonato i suoi vestiti in mezzo a dei barbari, nonostante Shikamaru la pregasse con gli occhi di coprirgli le spalle.
-E’ tua, dannato di un Nara?!- Lo afferrò per il collo della maglietta, portandosi a due centimetri dal suo viso, pronta a lasciare il segno.
-Buongiorno Sasuke-kun!- La voce stridula di Ino interruppe il pestaggio. Sakura lasciò la presa, facendo ricadere Shikamaru sulla sedia, e si sistemò i capelli. La sua espressione cambiò così radicalmente da lasciare senza parole Neji e Tenten, che avevano assistito allo scontro rimanendo nascosti in un angolo. Ora Sakura sembrava un angelo.
-Vuoi che ti prepari del caffè? Un tè? Che ne dici di una brioches?- Sakura si sbrigò ad occupare il posto accanto al moro, dimenticandosi completamente della sua vendetta. Shikamaru afferrò un biscotto e sparì alla velocità della luce.
-Faccio da solo- rispose Sasuke, del tutto indifferente alle sue gentilezze.
-Sicuro? E una spremuta? Le arance qui sono buonissime!-
-Mi sono preparato la colazione da solo per ventitré anni, so come si fa- fu la risposta lapidaria.
-A me una spremuta andrebbe!- esclamò Kiba, entrando in cucina.
-Preparatela da solo!- gridò in risposta la rosa, mettendosi ad imburrare una fetta di pane.
-Hinata e Naruto?- chiese Neji, accomodandosi a tavola.
-Li ho visti stamattina in spiaggia- rispose Tenten, accanto a lui.
-In spiaggia?-
-Sei andata a correre senza di me!- esclamò Rock Lee alla compagna. –Avevi promesso di svegliarmi!-
-Ci ho provato, ma non ti sei mosso di un millimetro- rispose Tenten, il cui piatto sembrava più una cena che una colazione. –E poi la vostra stanza puzza.-
-Maschi- mormorò Ino.
-Dovevi tirarmi un secchio d’acqua in faccia. Che razza di compagna sei?-
-Una che aveva voglia di vedere il mare- rispose, azzannando la prima brioches. –Staremo qui due settimane, ce n’è di tempo per andare a correre.-
-Devo recuperare!- esclamò Rock Lee, per poi lasciare la stanza in tutta fretta. Tenten alzò le spalle con un sorriso, ma non aveva fatto i conti con l’altro compagno di squadra.
-Che c’è?- gli chiese con la bocca piena, sentendo il suo sguardo su di sé. –Non ti sarai offeso perché non te l’abbiamo detto! Le tue testuali parole di ieri sera sono state “statemi alla larga”, non sei stato molto gentile.-
-Ero stanco per il viaggio.-
-Quello di quindici ore che abbiamo fatto insieme? Me lo ricordo, sì.-
-Ragazzi, ma vi sbrigate?!- Sakura comparve con indosso un bikini verde. –Sasuke sta già andando in spiaggia!-
Dopo un quarto d’ora anche gli ultimi rimasti in casa erano pronti per andare al mare. Armati di ombrellone, stuoie e creme abbronzanti si incamminarono lungo il piccolo viale che conduceva alla spiaggia. Circondati da piogge di buganvillee fucsia e dai rami longilinei dell’aloe, sbucarono nella cala, il cui mare li accolse brillando di mille diamanti.











Con la speranza che qualcuno di voi sia arrivato fino a questo punto, vi ringrazio anche solo per aver aperto il link della storia!

Ribadisco che “Cobalto” avrà un’ambientazione estiva (mare, pallone, pedalò, anguria, ghiaccioli, flirt e chi più ne ha più ne metta), ma non mancheranno i momenti di suspense e una certa nota di drammaticità. Con questo primo capitolo spero di aver suscitato un po’ della vostra curiosità! Nei prossimi, ovviamente, la trama comincerà a delinearsi.


Spero inoltre che qualcuno abbia il buon cuore di lasciare una recensione per farmi capire cosa ne pensa, e per chi di voi ritiene che valga la pena continuare a seguirla, alla prossima! :D

Dryas

   
 
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