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Autore: hello_tw    19/08/2014    2 recensioni
Bella Swan, giovane avvocato di New York. Intraprendente, sicura di sé. Solo un difetto: crede che si possa fuggire dall'amore. Ma ciò che la vita ha in serbo per lei non è esattamente quello che si sarebbe aspettata: un viaggio, ricco di sorprese e delle emozioni che mai avrebbe pensato di tornare a vivere. Se non siamo noi a decidere di seguire il cuore, è il cuore che ci trascina con sé!
Tratto dal Capitolo 6: "Lui prese la mia mano, stringendola in una morsa calda, e poteri giurare di averlo sentito sorridere a sua volta".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Avevo pubblicato questa storia qualche anno fa, poi cancellata per vari motivi. Ma ho deciso di ripubblicarla, non era giusto tenerla solo per me, chiusa in un cassetto e incapace di trasmettere qualcosa (nella speranza che l'intento riesca davvero;)
Forse l'avrete già letta, forse no. Forse vi ha incuriosite, forse vi annoierete.
Spero solo possiate dirmi tutto quello che pensate di questa fanfic, non vedo l'ora di leggere ogni genere di commento!
Per quanto riguarda le "tempistiche", ho intenzione di pubblicare un capitolo a settimana, all'incirca ogni martedì (ma per via di vari impegni, potrebbe subire qualche piccola variazione il giorno dell'uscita del nuovo capitolo). In ogni caso.. se ogni martedì non dovesse esserci il nuoo capitolo, sappiate che non sono sparita ;)
Detto questo (e probabilmente vi avrò già annoiate abbastanza ;), vi lascio al capitolo.
Buona Lettura!
 

 

 

CAP 1

 

New York – Bella Pov

 

Ancora una volta me ne stavo appollaiata sul divano a guardare film strappalacrime. Mi ero ripromessa che non sarebbe più dovuto accadere. Che non gli avrei più permesso di ridurmi in questo stato. In fondo, chi era lui per farmi spendere una fortuna in scatole di fazzoletti?!

Drin..driiin.

Diedi un’occhiata al display del cellulare.

Questa volta non avrei risposto. Per nulla al mondo.

Driiin. Driiiiin.

Sentivo che la mia determinazione stava andando a farsi friggere.

Driiin.

<< Dimmi Jacob. Che cosa vuoi? >>. La mia voce era un misto di rabbia e frustrazione.

<< Hei Bells, calma tesoro! >>

<< Non ti azzardare a chiamarmi in quel modo >>. Mi dava sui nervi quando faceva il mieloso.

<< Sei ancora arrabbiata con me piccola? Te l’ho detto: con Leah non c’è stato nulla! >>

Leah. La sua cara amica che avevo scoperto a casa del mio fidanzato e che mi aveva aperto la porta con addosso un succinto completino intimo e lui dietro con un asciugamano avvolto in vita.

Non era successo niente.

Nemmeno le altre volte non era successo niente!

Tutto perché l’avevo perdonato troppe volte. Ma la mia sopportazione aveva un limite e questo era stato superato.

<< Ascoltami bene: ho chiuso con te. Anzi, con quelli come te. Non sperare di poter rientrare ancora nella mia vita. Addio Jacob! >>

E riattaccai.

 

Mi sentivo stranamente libera. Ed era una sensazione meravigliosa.

L’unica cosa che mi dispiaceva era aver perso non il mio fidanzato, ma il mio migliore amico.

Eravamo cresciuti insieme, avevamo vissuto tanti momenti delle nostre vite insieme. Fino a quando quel profondo affetto che provavo nei suoi confronti non si era mutato in quello che credevo essere amore. Credevo, perché in realtà avevo capito che non lo era, non poteva esserlo.

Forse era lui che non aveva mai considerato tale il nostro rapporto. Ecco perché continuava a circondarsi di altre vecchie amiche, ricche, belle, influenti o non-intelligenti che fossero.

Eppure qualcosa tra noi c’era stato, e anche lui lo sapeva. Ma non lo aveva mai preso in considerazione seriamente. E io ero stanca di tutto questo.

 

Mi preparai e andai al lavoro. Entrata nel mio studio, lessi quelle ultime pratiche che rimanevano sulla mia scrivania. Negli ultimi mesi avevo lavorato intensamente. Tra studio, tribunali, una causa dietro l’altra di rado trovavo il tempo per pensare un po’ più a me stessa.

Il Natale si avvicinava e lo avrei dovuto passare come ogni anno con la mia famiglia nella piccola, piovosa, lugubre Forks. I miei genitori volevano che io e mie sorella Rosalie stessimo con loro per le feste natalizie, ma quest’anno avevo voglia di qualcosa di diverso. Volevo uscire dalla solita routine. Andare in qualche posto nuovo, assolato, caldo, magari anche divertente. Perciò decisi che mi sarei presa una vacanza.

<< Pronto Jazz, ci sei? >> Chiamai Jasper, il legale socio del mio studio.

<< Ciao Bella! Come procede la causa di Rogers? >>

<< Direi piuttosto bene. L’ho messo alle strette. Il mio assistito mi ringrazierà tra un po’ >> Pensando a quella causa, misi da parte la modestia per un secondo. Avevo la situazione in pugno.

<< Ahah! Non ne dubito avvocato Swan! >>

<< Jazz senti ti avevo chiamato per dirti che visto che il processo si è appena concluso, credo che mi prenderò una vacanza. Per te ci sarebbero problemi? Voglio dire, lo studio e tutto il resto.. >>

<< Miss Swan, sta forse pensando che non ce la farei a cavarmela da solo per qualche settimana? Se questa è la sua fiducia in me, allora dovrò cercarmi un’altra sistemazione lavorativa.. >> fece il finto serio.

<< Ma Bella… era ora che ti prendessi una pausa. Tranquilla, sarò un ottimo capitano, il nostro vascello non affonderà >> e mi misi a ridere. Jazz oltre che un avvocato davvero in gamba e molto professionale era anche un ottimo amico. Un vero amico.

<< Allora mi fido di lei, Mr Hale. >>. Avevo voglia di stare al gioco.

<< E dove andresti di bello in questa tua vacanza? >>

<< A dire la verità non ho ancora deciso..ti dirò appena lo saprò >>

<< Ok Bella. Ci sentiamo >>

<< D’accordo. Ciao Jazz >>

Appena arrivata a casa accesi il computer e mi misi alla ricerca di una meta che facesse al caso mio.. avevo detto assolato e caldo..

Una località caraibica? No, ci sarebbero state troppe coppiette perennemente impegnate a scambiarsi bacetti e frasi sdolcinate.

L’Italia? Idea non troppo malvagia, se non fosse che l’ultima volta che ci sono stata non ho fatto altro che ingozzarmi di pizza e pasta e al ritorno ero ingrassata di quattro chili… Quel paese mi fa un effetto..

Francia? No, c’ero già stata troppe volte.. Un passetto più a nord, oltre la Manica e finivo nella terra degli inglesi.. che con il caldo e il sole non ha molto a che fare, decisamente.. ma L’Inghilterra mi ha sempre affascinata, in modo particolare.. Da sempre..

 

Digitai su Google “scambio casa Inghilterra”. Avevo letto tempo prima in una rivista di viaggi che stava prendendo piede lo scambio temporaneo delle case tra viaggiatori per un breve periodo. Decisi di provare.

Stranamente ebbi fortuna al primo tentativo: una ragazza offriva il proprio cottage in una località alle porte di Londra. Londra.

Si, quello era il posto adatto per dimenticare lui e le mie sofferenze.

Chattammo brevemente e ci mettemmo d’accordo sullo scambio-casa.

L’indomani sarei partita alla volta del..la nebbia! Ma come mi era venuto in mente di scegliere un posto come quello per una vacanza rilassante? Se volevo la nebbia sarei anche potuta andare a Forks. Le atmosfere sarebbero state pressoché uguali, ci avrei giurato.

Eppure non ebbi il coraggio di chiamare la ragazza per disdire tutto. Forse per orgoglio, forse per non dare l’idea di essere una che si rimangia la parola data.

Sarei partita. Per l’Inghilterra. L’indomani.

 

<< Ciao mamma. >> Dovevo dire ai miei che non avrei passato le vacanze con loro. E Renee non l’avrebbe presa bene, ne ero certa.

<< Ciao tesoro! Non vedo l’ora di rivederti! Mi sei mancata un sacco >>. Ecco appunto, come non detto.

<< A-anche tu mi manchi mamma… ma.. >>

<< Ma? Oddio Bella è successo qualcosa? Stai bene? >>. Possibile che ogni volta che fiatavo doveva preoccuparsi in questo modo? Non avevo mica cinque anni!

<< No va tutto benissimo mamma, non ti preoccupare. È solo che non potrò passare le vacanze con voi a Forks >>

<< Ah, capisco. È per via del lavoro? >>

<< No, in realtà il lavoro centra ma non troppo. Ho solo bisogno di staccare un po’ e di fare un viaggio da sola. Andrò in Europa, a Londra >>

<< Tesoro, se è così non ti preoccupare. Spero solo che tu stia bene e che non sia successo nulla di grave per farti prendere questa decisione >>

La mia certezza sulla reazione di Renee andò in frantumi e mi lasciò il tempo di tirare un sospiro di sollievo. Meglio di quanto sperassi.

<< Solo che a tuo padre dispiacerà un sacco non vederti… e non solo a lui. Anche a me e Rose, tantissimo. La famiglia non è la stessa senza di te.. >>

Era la seconda volta nell’arco di una giornata che dovevo ricredermi dalle mie convinzioni.

Era una cosa che non sopportavo. Dov’era andato a finire l’intuito che immaginavo di avere? Diedi la colpa alla stanchezza.

<< Lo so mamma, ma.. ti prego, credimi, ne ho bisogno. Saluta tu tutti per me e dai un bacione da parte mia a Sam >>. Il mio nipotino si che mi sarebbe mancato.

<< Va bene Bella. Ti auguro di fare buon viaggio allora, e mi raccomando, sii prudente >> No, le raccomandazioni a ventisette anni no!

<< D’accordo. Ci sentiamo. Ti voglio bene >>

<< Anche io tesoro >>

 

Preparai i bagagli e misi sul tavolo della cucina i documenti per il volo. Mi misi a letto nel vano tentativo di dormire.

Sapevo che non avrei mai incontrato di persona la ragazza a cui stavo per cedere per qualche tempo il mio appartamento.

Mi era sembrata simpatica al telefono, e ciò mi aveva incuriosita ancora di più sul suo conto.

Ma nonostante la realtà, nutrivo la speranza che prima o poi l’avrei davvero incontrata. E magari saremmo diventate amiche.

Ma ciò a cui dovevo pensare in quel momento era il viaggio che mi aspettava: lontana da tutti che conoscevo, lontana da Jacob.

Per dimenticarlo, per ricominciare ad essere di nuovo serena.

 

 

 

  
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