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Autore: FairySweet    19/08/2014    1 recensioni
... La sua colpa era semplicemente quella di amare troppo, amava sé stessa, amava quell'uomo ostinato e testardo che la sfiorava con la delicatezza di un angelo, amava sua figlia, la sua vita, semplicemente ... amava troppo ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Ristori, Antonio Ceppi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                         Senza Fiato




 “Lui è … è qui?” “Anna” la strinse per le spalle costringendola a respirare “Ehi, ti ho raccontato la verità ma tu hai promesso che avresti continuato a respirare d'accordo?” la strinse più forte sollevandole il viso “Perché è qui?” “Non lo so amore mio. È così fragile e confuso” “Ha visto mio figlio Gregorio e non … non sono …” “Non sei cosa?” esclamò piantando gli occhi nei suoi “Abbastanza forte per affrontarlo?” la sentì tremare così forte da costringerlo a sussultare “Anna sei la stessa donna che ha preso quel colpo di pistola in petto per un amore in cui credeva. Credi davvero di non essere forte? Mi hai costretto ad amare, mi hai mostrato che al mondo non tutto è fatto per essere sfruttato e conquistato. Mi hai regalato una famiglia, mi hai cambiato lentamente e quasi senza accorgermene sono diventato un altro uomo, migliore. Pensi davvero che non sia stata la tua forza amore mio?” “Lui è il mio passato Gregorio. È l'amore violento che mi ha sconvolto l'anima per anni interi. Ogni volta che lo vedo quell'amore torna a galla e non so come ricacciarlo in fondo all'anima” gli occhi dell'uomo si riempirono di tenerezza “Anna io sono terrorizzato quanto te” lo sguardo confuso della donna lo costrinse a sorridere “Tu sei la mia vita, sei la ragione per cui al mattino apro gli occhi e quella per cui la sera corro a casa. Sei l'aria che respiro Anna e so che rivederlo, parlare di nuovo con lui ti allontanerà da me” “Cosa?” “Lo farà perché quell'uomo è lo stesso per cui la notte resti sveglia ad odiare i ricordi, a tentare di farli a pezzi. Ti conosco amore mio, ti conosco così bene da capire quando c'è qualcosa che non va e sono consapevole dell'affetto che vi lega” “Non andrò da nessuna parte” “Anna tu …” “No, ehi!” strinse il viso dell'uomo tra le mani posando la fronte sulla sua “Non vado da nessuna parte amore mio. Non ti lascio per quel ricordo, non cambio la mia vita per lui, non di nuovo. Lo amerò sempre perché è stato il primo amore, quello che mi ha costretto a crescere ma tu …” un leggerissimo sorriso le colorò le labbra mentre si staccava dolcemente da lui, le labbra così vicine da potersi quasi sfiorare e gli occhi persi in quell'azzurro violento che per quattro anni l'aveva salvata “ … tu sei il padre di mio figlio. Sei l'uomo che mi ha risollevato da terra quando ero sola e distrutta. Credi di non essere importante per me? Credi che rivederlo mi farà scappare via abbandonandoti qui?” “Non voglio vederti piangere Anna, non voglio vederti soffrire per qualcosa contro cui non posso lottare” “Vuoi nascondermi al mondo?” conosceva bene quella domanda, conosceva il volto del ricordo a cui l'aveva fatta vent'anni prima ma Gregorio non era Antonio.
Lo vide sorridere mentre le labbra si posavano dolcemente sulle sue “Vorrei tenerti al sicuro amore mio, lontana dal male e dal dolore ma non voglio nasconderti al mondo perché non è giusto. Voglio che tu sia libera di decidere quello che vuoi, voglio vederti urlare o ridere o scegliere se rivedere di nuovo il suo viso e voglio che sia tu e tu sola a deciderlo, perché nasconderti al mondo non farebbe altro che indebolirti ma mi devi fare una promessa Anna” riprese fiato cercando il suo sguardo “Mi devi promettere che se quell'amore torna a bruciarti il cuore sarai sincera con me perché pensare di perderti è un dolore troppo immenso e …” “Te lo prometto” sussurrò stringendosi leggermente nelle spalle “E ti prometto anche che quando Edoardo incontrerà l'amore della sua vita faremo una grande festa. Ti prometto che invecchieremo assieme, che viaggeremo e che ti amerò ogni giorno della mia vita” le mani dell'uomo si strinsero attorno ai fianchi sottili tirandola in avanti.
Un bacio violento, dolce, pieno di amore che non le dava modo di respirare.
Sentiva il suo respiro accelerato sul seno, le sue mani che velocemente sfilavano i laccetti del corpetto cercando la pelle nuda della schiena.
Non sarebbe andata da nessuna parte, non avrebbe lasciato suo marito perché suo marito le aveva dato la forza per continuare a vivere.
Si aggrappò a lui nascondendosi nel suo abbraccio, stretta così forte a lui da sembrare un corpo solo, un respiro solo “Dio quanto sei bella” sussurrò scostandole i capelli dal collo, sentiva le sue labbra sulla spalla scendere dolcemene fino al seno.
Era più alto di lei, infinitamente più forte di lei, con le spalle larghe e forti e la pelle profumata di buono, profumata di lei perché solo lei poteva avere quel corpo meraviglioso.
Gregorio l'aveva risollevata da terra, l'aveva costretta a brillare diventando di nuovo quella giovane donna innamorata del mondo, per questo e per quell'amore sempre più forte che li legava assieme, non sarebbe mai scappata, non l'avrebbe mai lasciato né visto piangere.


Immobile, persa nel calore di quell'abbraccio che per anni interi aveva sognato al suo fianco. Sorrise aprendo dolcemente gli occhi, la fronte posata a quella del marito, le sue mani strette a lei, inchiodate ai suoi fianchi.
La teneva così vicino da respirare nei suoi respiri, ogni notte si addormentavano così e ogni mattina, la sua mano cercava nella distanza del letto il corpo di sua moglie tirandolo di nuovo così vicino da farla sorridere.
Era persa in lui, in quei lineamenti induriti dal tempo ma così belli, persa in quel corpo molto più grande di lei, nelle sue spalle forti e muscolose, così forti da sorreggere il peso dei suoi maledetti ricordi senza emettere un fiato, senza mai rinfacciarle niente.
Gli sfiorò il viso seguendone i lineamenti fino al collo, i lunghi capelli castani intrecciati tra le dita e quel buon profumo ad inebriarle i sensi … “Perché sorridi?” “Non posso sorridere?” domandò divertita giocando con il suo sguardo. C'era un bel sole caldo e un cielo azzurro come gli occhi di suo marito, come quel profondo blu che le toglieva il fiato ogni volta che vi si perdeva “Amo il tuo sorriso Anna, ma quando sorridi così c'è qualcosa che non mi hai detto, qualcosa che ti diverte e che io non so” “Hai ragione” “Aspetta …” le sollevò il volto studiandone l'espressione “... mi hai dato ragione?” “Non posso farlo” “Dev'essere qualcosa di meraviglioso allora” “Magari è qualcuno di meraviglioso” “Allora vorrei proprio conoscerlo amore mio” “Puoi aspettare nove mesi?” lo sguardo confuso del marito la costrinse a sorridere “Nove mesi? Perché dovrei …” ma quell'improvvisa consapevolezza che cresceva nel cuore lo costrinse a sorridere assieme a lei “ … Anna tu sei …” “Sono incinta” “Oddio” la strinse tra le braccia sollevandola da terra.
Una risata cristallina, le sue labbra sul collo, sul volto e quegli occhi pieni di lacrime che si incatenvano al cuore “Il mio piccolo tesoro” sussurrò posando una mano sul ventre della donna “Sei il mio piccolo tesoro” …
ricordava ogni attimo di quei nove mesi.
Le lacrime di Gregorio quando in quel giorno assolato e profumato gli aveva svelato il suo piccolo segreto e le attenzioni speciali che le regalava.
E poi, poi c'era quel ricordo che amava da impazzire e non avrebbe mai dimenticato … faceva male, un male atroce che saliva fino al cervello. Aveva già passato quei momenti, con Emilia, con quella notte lunga e senza fine ma questa volta, questo dolore era diverso dagli altri.
Strinse più forte il lenzuolo tra le dita seguendo la voce del dottore “Va bene duchessa, siete davvero molto brava. Ancora un po' e avrete il vostro bambino. Portatemi altra acqua calda e dei panni puliti, dobbiamo coprire per bene questo piccoletto quando sarà nato” di nuovo una contrazione, di nuovo il respiro tagliato a metà poi la voce di suo marito oltre la porta “Siete impazzito per caso?” “Sta bene?” “Duca, se non andate via da qui dimentico di essere una serva e vi prendo a calci” “Ma che …” “Amate vostra moglie?” “Stai scherzando?” “Se l'amate vi prego allora di non entrare qui dentro” sorrise appena mentre un'altra contrazione le spezzava il respiro.
Sapere di averlo lì, così vicino, così preoccupato per lei le dava una forza impressionante perché perfino ora, mentre urlava dal dolore cercando di non piangere suo marito era lì. Pochi minuti ancora e quel pianto leggero e violento che ruppe l'aria costringendola a ricadere dolcemente sul materasso. Un sorriso, un bacio sul viso e quell'uomo grande e grosso con un corpicino tremante tra le braccia che si stringeva a lui, che cercava nel suo calore sicurezza e protezione “È bellissimo” sussurrò baciandola di nuovo “Anna è bellissimo” “Si?” mormorò sfinita prendendo tra le braccia il figlio “Guardalo, è perfetto, è perfetto e sono così … sono così maledettamente orgoglioso di lui e …” le sfiorò le labbra per l'ennesima volta cercando di non piangere ma quegli occhi di cielo pieni di emozione erano pieni di una tenerezza infinita “Mi hai fatto un regalo immenso amore mio” gli occhi inchiodati ai suoi e la mano posata sulla schiena del piccolo “Mi hai regalato il futuro” … mi hai regalato il futuro. Glielo ripeteva sempre, ogni volta che la vedeva triste o pensierosa le ripeteva quelle semplici parole.
Ricordava le notti passate ad osservare un uomo innamorato che camminava avanti e indietro per il salotto con il figlio tra le braccia cercando di farlo riaddormetare.
Ricordava il suo sorriso quando le manine di quella piccola vita si stringevano alle sue dita e quell'espressione stupita e piena d'orgoglio quando lo vide muovere i primi passi.
Edoardo come suo padre, come quell'uomo fiero e testardo che l'aveva accolta nella sua famiglia come una figlia, Fabrizio come quel fratello che la vita aveva deciso di strapparle troppo presto e Ludovico come una madre persa troppo presto, una ferita sanguinante nel cuore di suo marito che tornava ad aprirsi ogni volta che suo figlio urlava mamma.
Non le era mai interessato niente dei titoli nobiliari, non le importava sposare un conte, un marchese o un visconte ma aveva scelto un duca, un uomo dai forti principi che non ammetteva in alcun modo la vigliaccheria e che rifuggiva ad ogni principio di slealtà e paura.
Sarebbe rimasta così in eterno perché tra le braccia di suo marito nessuno al mondo avrebbe potuto ferirla, nemmeno quel ricordo dagli occhi di ghiaccio che si divertiva a giocare con la sua nuova vita ma questa volta no, non gli avrebbe permesso di scappare di nuovo perché se voleva la libertà di vivere, se voleva lasciarla andare allora doveva spiegarle perché diavolo era scappato quattro anni prima.
Le labbra si posarono dolcemente su quelle dell'uomo, sentì le sue braccia stringersi più forte attorno a lei mentre gli occhi si schiudevano dolcemente sorridendo “Mi spiate mentre dormo?” “Siete così bello duca” “Dovreste dormire, tenere lontano i brutti pensieri è compito mio” “Hai tenuto lontano vent'anni di vuoto Gregorio, li hai costretti ad indietreggiare lasciando spazio all'amore, hai svolto egregiamente il tuo dovere” un altro bacio, un altro sospiro rubato “Ora dormi amore mio, la notte è ancora lunga” chiuse gli occhi lasciandosi cullare dal respiro di suo marito e senza nemmeno accorgersene, dentro di lei qualcosa nasceva più forte della paura, del passato, qualcosa che le avrebbe regalato un futuro meraviglioso.


 
  
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