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Autore: ALECTREES_7    19/08/2014    1 recensioni
Cosa accadde a Casa Riddle? Cosa successe veramente quella notte in cui un'intera famiglia fu cancellata per sempre?
Questa OS risponde a queste domande, facendo luce sulla faccenda.
Dal testo:
- " Ma posso rimediare ed essere ancora un buon padre, se me ne darai l'opportunità " - aggiunse dopo aver notato il ghigno rabbioso che deformava i bei lineamenti di Tom.
- " E io dovrei darvi questa seconda possibilità?! Dovrei lasciarvi in vita perché voi vi prendiate cura di me ora che non ne ho più bisogno?! No padre, troppo comodo così! Io non vi perdonerò mai! Addio! "
Genere: Dark, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tom Riddle Sr., Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Sflunp.

Il fruscio delle foglie smosse dalla sua improvvisa materializzazione gli si insinuò nelle orecchie. Era curioso come, benché fosse estate, le foglie avessero già iniziato a ricoprire le strade di Little Hangleton.
Ma lui non era li per porsi strane domande sulla natura.

Il suo unico scopo era trovare suo padre...... e fargliela pagare!

Percorse le strade cittadine, ormai deserte, finché non giunse all'unico Pub nel raggio di chilometri " L'Impiccato ", si coprì il volto col cappuccio del mantello ed entrò.
Il luogo era decisamente osceno e decadente, ma era disposto a sorvolare su ogni tipo di particolare, pur di ottenere quello che voleva. 
Perché lui, Tom Orvoloson Riddle, l'avvenente prefetto della casa Serpeverde, l'Unico erede del grande Salazar Serpeverde, aveva già un piano, ma gli mancava un tassello fondamentale per farlo partire. 
Un tassello che era certo di trovare in quel Pub.

Percorse l'intero locale, senza preoccuparsi delle osservazioni che i babbani, fin troppo ubriachi per i suoi gusti, potevano fare sul suo strano abbigliamento, fino al bancone di marmo nero che doveva essere il bancone. 
Giunto al bancone chiamò il barista e, senza tradire minimamente l'ardente desiderio che gli bruciava nel petto, disse - " Avrei bisogno di un informazione " - .
Il babbano dietro al banco si girò, la faccia unta e grassoccia che lo guardava come se gli avesse appena chiesto di regalargli la Luna, e Tom capì che non era abituato a quel genere di richieste da parte dei suoi avventori - " Prego ? "  - gli disse.
- " Vorrei un'informazione " - rispose lui.
- " Mi dica pure " - disse il barista.
- " Lei conosce la famiglia Riddle ? " - 
- " Se la conosco? Tutto il paese gli conosce! Sono una fra le famiglie più ricche di tutta Little Hangleton, anche se sono ..... " -
- " Sa dove abitano? " - lo interruppe prima di farlo finire di parlare.
- " Certo, abitano sulla collina in cima alla città, in una lussuosa villa con un grande giardino " - 
- " Grazie mille " - disse lui, facendo per uscire, ma il barista lo trattenne prendendogli il braccio - " Mi dica.... Lei è un parente? " - gli chiese - " Non sono affari che la riguardano " - gli rispose lui  in tono acido.
- " Avanti, me lo dica su.... Io le ho dato l'informazione, qualcosa me lo deve " - continuò pedante, e Tom comprese che quello non lo avrebbe lasciato in pace senza una risposta, ma poi ebbe un'idea. 
- " Ma si " - disse mentre un sorriso gli increspava il volto sotto il cappuccio - " a lei posso anche dirlo. Venga sotto il mantello però, non voglio che lo vengano a sapere orecchie indiscrete " - e così dicendo allungò un braccio e coprì entrambi sotto al velo nero.
- " Allora ... " - disse il babbano eccitato, poi soggiunse - " Cos-Cos'è quella? " - chiese riferendosi alla bacchetta che Tom aveva estratto dal mantello e puntatogli contro - " Obliviate " - mormorò, e lo sguardo dell'uomo si fece vacuo, mentre il suo incantesimo gli cancellava la memoria.
Tom abbassò nuovamente il mantello, girò sui tacchi e uscì dal Pub, in direzione della collina che dominava Little Hangleton, metre i bagliori di una tempesta si avvicinavano minacciosi da ovest.

Non ci volle più di mezz'ora ad arrivare in cima alla collina, ma molto più tempo impiegò per trovare una strada alternativa con cui entrare in casa Riddle.
Sapeva infatti di non poter passare dalla porta principale, così girò attorno alla casa per un'ora, mentre la rabbia che provava aumentava minuto dopo minuto nel suo petto, finché non trovò un vecchio cancello sul retro della casa. Non dovette nemmeno ricorrere alla magia, la serratura era talmente arrugginita che basto un po' di forza per aprirla.
Una volta nel giardino, si guardò in torno, pronto a smaterializzarsi nel caso quel babbano zoppo del giardiniere si fosse fatto vivo, e raggiunse a passo felpato la porta sul retro.

Sfilò la bacchetta e la puntò sulla porta, poi mormorò - " Alohomora " - e la serratura di questa scattò. 
Nel momento stesso in cui varcò la soglia la rabbia bruciante, l'odio e il cocente desiderio di vendetta che ardevano nel suo cuore furono sostituiti da una fredda calma, una fredda e spietata calma che lo pervase per tutto il corpo.
Avanzò rapido per il lungo corridoio, il rumore dei passi attutiti dal pregiato tappeto persiano, finché non udì delle voci provenire dalla stanza di fronte a lui: aveva trovato i Riddle!

Prese un respiro profondo, dopodiché spinse la maniglia dorata della porta ed entrò nel salotto.
La scena che gli si presentò avrebbe anche avuto del comico, se non fosse stato per la drammaticità della situazione: i 3 Riddle erano in piedi, pronti per la cena, e lo guardavano con aria terrorizzata.
La vecchia signora Riddle e suo nonno, Thomas Riddle, lo guardavano con un espressione a metà fra l'inebetito e il terrorizzato, mentre suo padre era sbiancato e aveva una strana espressione spaventata che gli deformava il volto. 
E quel che faceva sorridere Tom era che sapeva il perché di quelle espressioni: somigliava molto a suo padre, più di quanto lui stesso desiderasse, e per le persone davanti a lui doveva essere come se una vecchia foto si fosse animata e balzata fuori dalla sua cornice.
- " Ch-Ch-Chi sei t-tu ? " - ballettò suo padre, bianco come un cencio - " Che scortesia questa da parte vostra, Padre " - quasi sputò quest'ultima parola, dato che il suo solo suono gli faceva venire voglia di vomitare - " Su, su padre, sono io, Tom, il figlio di Merope, la donna che ha elemosinato il vostro amore e che avete abbandonato quando avete scoperto chi era " - continuò secco lui, mentre suo padre spalancava la bocca e indietreggiava di un passo, troppo sconvolto per parlare.
Tom non fece molto caso alla reazione di suo padre, sebbene si stesse godendo ogni singolo secondo della sua agonia, agitò in aria la bacchetta e la puntò sull'anziana signora Riddle.
- " Che cosa vuoi ? Perché sei venuto qui " - disse suo padre, ma prima che Tom potesse rispondere, l'anziana Mary Riddle disse - " Non vogliamo gente come te qui! Vattene ragazzo, sei proprio come tua madre: odioso e strano. Vattene ti dico! " - .
Tom voltò la testa verso sua nonna, poi disse in tono cospiratorio - " Quanta risolutezza per una donna anziana come voi, nonna " - poi, guardando suo padre, soggiunse - " E comunque padre, sono venuto per regolare i conti ... ed estirpare il marcio dalla famiglia! " - e detto questo puntò la bacchetta contro sua nonna e disse - " Avada Kedavra " - .
Non aveva mai lanciato un'incantesimo di tale potenza, non su un essere umano almeno, ma non appena ebbe finito di pronunciare la formula il suo intero corpo fu attraversato da una forte corrente di energia che lo travolse, lo riempì e infine fuoriuscì dal suo corpo attraverso la bacchetta, sottoforma di un raggio verde smeraldo che balzò contro sua nonna.
Il caratteristico rumore incombente che caratterizzava l'incanto passo, e il lampo si dissolse: di sua nonna non restava che il ricordo.
Il suo corpo stramazzò sul pavimento mentre le dita inerti lasciavano cadere  a terra il calice di brandy, che si frantumò in mille pezzi e inzuppò il pavimento.
- " Mary " - gemette suo nonno inginocchiandosi al fianco della sua, ormai deceduta, moglie.
- " Perché così disperato nonno, la raggiungerete in men che non si dica " - esclamò secco Tom verso suo nonno, prima che un altro lampo verde e un altro fragore incombente lo lasciasse cadavere disteso al fianco della moglie, uniti nella morte come nella vita.
Tom trasse un respiro profondo, come un animale che fiuta il sangue che ha appena spillato dalle sue vittime, poi si girò verso suo padre, ma il vigliacco non era più li. 

Dopo la morte del vecchio Thomas Riddle, lui era scattato verso la porta e stava cercando di aprirla freneticamente - " Oh no padre, perché volete abbandonare questa nostra  rimpatriata proprio sul più bello - " disse Tom, la voce gelida che non tradiva la rabbia che provava verso il suo interlocutore - " Mobilcorpus " - disse e con fare imperioso mosse la mano sinistra in un gesto di richiamo.
Suo padre venne sollevato per aria e attirato verso suo figlio con la forza di un super magnete, attraversò in volo la stanza e atterrò di schianto ai suoi piedi.
- " Un' ultima dichiarazione prima di morire, padre? " - disse Tom con la voce rotta dall'odio che non riusciva più a mascherare - " Tom, risparmiami t'imploro, posso rimediare, lo giuro " - gemette suo padre, le mani giunte davanti a lui - " Tu supplichi me? Perché dovrei avere pietà di voi padre, giacché voi non ne avete avuta nè di me nè di mia madre? " - disse a suo padre, mentre la pioggia iniziava a ticchettare insistentemente sulle vetrate.
- " Ma - Ma tua madre " - balletto suo padre - " Merope " - disse deglutendo - " Lei mi ha ingannato, io- io sono stato obbligato a farlo..... Ma posso rimediare ed essere ancora un buon padre, se me ne darai l'opportunità " - aggiunse dopo aver notato il ghigno rabbioso che deformava i bei lineamenti di Tom.
- " E io dovrei darvi questa seconda possibilità?! Dovrei lasciarvi in vita perché voi vi prendiate cura di me ora che non ne ho più bisogno?! No padre, troppo comodo così! Io non vi perdonerò mai! Addio! " - disse Tom levando la bacchetta - NO! TI SUPPLICO NON FARL... " -  ma queste furono le sue ultime parole, perché un ruggito enorme riempì la stanza, l' Anatema che uccide venne lanciato per la terza volta, per la terza volta la stanza si riempì di un bagliore smeraldo, per la terza volta un rumore incombente attraversò la stanza, poi ci fu solo silenzio.
Tom rimase li, in piedi, per quelle che gli parvero ore, contemplando i tre corpi davanti a lui, la loro espressione di schock e terrore stampata sul volto, le mani ancora giunte di suo padre in un disperato tentativo che lui lo risparmiasse e, per la prima volta dopo  16 anni non sentì più quel peso opprimente sul cuore, quel misto di rabbia e senso di rifiuto che lo aveva perseguitato per tutti quegli anni e che ora lo aveva guidato a compiere quegli omicidi. 
Sorrise. 
Poi, con tutta la calma del mondo, ripercorse i suoi passi fino alla porta dalla quale era entrato e uscì dalla casa, inoltrandosi nella furibonda tempesta che si era scatenata.
Non badò alla pioggia che gli inzuppava i vestiti, né ai fulmini che abbagliavano il cielo o ai violenti tuoni che si scatenavano in risposta, ma rimase lì, fermo immobile in mezzo al prato, prima di esplodere in un'agghiacciante risata che rimbombò per tutto il parco e che sovrastò il fragore dei tuoni.
Dopodiché chiuse gli occhi e con un sonoro " Sflunp " si smaterializzò.

Quella notte l'intera famiglia Riddle si estinse per sempre: Thomas, Mary e Tom Riddle Senior erano stati uccisi a sangue freddo dal loro ultimo discendente, ma anche il giovane Tom Riddle era morto quella notte. 

Al suo posto era sorto un essere nuovo, diverso e superiore, il cui nome sarebbe stato destinato a scuotere le pareti della storia: 

VOLDEMORT


ANGOLO AUTORE:

Salve a tutti voi che avete deciso di avventurarvi nella lettura prodotta dalla mia mente un pochettino malata.

Tornando seri, ho deciso di scrivere questa OS nel momento stesso in cui ho iniziato a leggere il calice di fuoco, quindi spero di aver fatto un buon lavoro e che vi sia piaciuta.

Per opinioni, consigli e valutazioni recensite.

Un saluto

ALECTREES_7
  
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