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Autore: _Fire    19/08/2014    8 recensioni
Conosco una storia. Parla di due persone che si sono amate.
Magnus e Alec. Alec e Magnus.
Ma a chi interessa una storia che parla d’amore e di morte?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1:
 
When you took my hand through the night
 
 
Magnus bussò alla porta nº12, dove, da due settimane a quella parte, trascorreva la maggior parte del suo tempo.
Non ricevendo risposta, aprì la porta ed entrò. Vide Alec seduto alla scrivania, chino su un foglio, i capelli troppo lunghi che ricadevano sugli occhi azzurri, che disegnava strani marchi con un pennarello nero.
«Che fai Alec?» Il ragazzo sussultò e si affrettò a nascondere il suo lavoro con le mani.
«Niente.» disse, mentre si girava a guardare Magnus. Quest'ultimo poteva dire che ormai erano buoni amici, Alec gli aveva raccontato di lui, della sua malattia, della sua famiglia, persino del fatto che anche lui fosse gay, dopo che Magnus glielo aveva rivelato apertamente, definendosi però più un "bisessuale disinvolto": perciò gli dava un po' fastidio quando Alec gli nascondeva cose banali come quella. «Alexander. Fammi vedere.» Si chiamavano con i nomi completi sono in rare occasioni, era una cosa tutta loro. Il ragazzo sospirò.
«Va bene. Avvicinati.» Magnus gli si mise accanto, poggiando vicino ai fogli i loro caffè, per lui poco zuccherato, per Alec il contrario. Ormai conosceva a memoria tutti i suoi gusti.
«Clary, la fidanzata di Jace, disegna fumetti. Insieme al suo amico Simon ha creato questo "Popolo Invisibile", composto da vampiri, stregoni, lupi mannari e Shadowhunters, cacciatori di demoni, che vivono contemporaneamente a noi, ma non possiamo vederli. Questi Cacciatori, hanno dei marchi, o rune, che gli conferiscono dei "poteri" speciali. Clary mi ha chiesto semplicemente di provare a disegnare dei simboli che poi lei inserirà nel fumetto.» 
«Ti ha scelto perché sei...» 
«Per farmi fare qualcosa? Per non farmi sentire escluso solo perché devo stare qui in ospedale? Probabilmente.» 
«Intendevo dire perché disegni con linee pulite. Sono davvero belle.» Alec gli sorrise. Era così raro che lo facesse, che Magnus si sentiva artefice di un piccolo miracolo quando ci riusciva.
«Oh,grazie.»
«Figurati.» 
«Comunque ora sono stanco.» disse il ragazzo, girando la sedia a rotelle per avvicinarsi al letto. Magnus si mise un suo braccio intorno alle spalle e lo aiutò ad alzarsi per stendersi sul letto. Era un movimento ormai abituale e familiare.
Magnus stava così bene con Alec. A volte aveva addirittura pensato di essere innamorato di lui...ma non lo era. Certo, lo trovava davvero carino, dolce, simpatico, gentile, premuroso...okay, forse era innamorato di lui. Pensava anche che lui l'avesse capito, ma decise di aspettare e vedere se arrivava un segno anche da parte sua. Però, prima di sperare, doveva chiarire una questione a dir poco fondamentale.
Quando Alec si stese appoggiando la testa sulla pila di cuscini,Magnus iniziò a parlare. «Come sta tua sorella?» 
Alec sembrò spiazzato da quella domanda. «Bene...» 
«E Jace?» Gli zigomi del ragazzo si colorarono di un lieve rosa, che cercò di cancellare, ma a Magnus non sfuggì.
«Lui ti piace vero?»
Alec sgranò gli occhi.
Era così evidente? Era attratto da Jace, un po' come lo era da Magnus, ma il biondo gli piaceva da quando erano piccoli...scosse la testa. Come faceva a saperlo e soprattutto, perché chiederlo così esplicitamente?
«N-no! Jace é come un fratello per me, e...»
«Sono tuo amico e penso di conoscerti più di quanto Jace ti abbia conosciuto in tanti anni. Sa che sei gay? No. Sa quello che provi per lui? No. Sa che disegni? No. Sa che cosa provi quando sei qui? No. Io sì. Quindi ti prego, non mentirmi.»
Alec chiuse gli occhi e sospirò. «E va bene. Sì. Non sono proprio innamorato di Jace... Diciamo che mi piace e basta, ecco.» 
Magnus inclinò la testa di lato, come un gatto e sorrise malinconico. «Ma lui...»
«Lui é etero. E gli piace Clary. Lo so. Sto cercando di levarmelo dalla mente, ma...»
«Fai comunque i disegni per Clary anche se non la sopporti, per lui?»
Alec arrossì e abbassò ancora di più la testa,annuendo quasi impercettibilmente.
Magnus era quasi sconcerato. Quel biondino non se lo sarebbe comunque meritato, il suo Alec.
«É nel tuo DNA pensare sempre prima agli altri che a te?»
Alec rise. «Credo di sì.»
«É ora che qualcuno pensi a te allora. Mi offro volontario.» 
Alec stavolta arrossì, non al pensiero di Jace, bensì a quello di Magnus che si prendeva cura di lui senza volere niente in cambio. «Perché?» 
«Perché credi che lo faccia? Perché...»
Alec non seppe mai perché, dato che in quel momento Jace entrò nella stanza tutto sorridente affiancato da Clary, altrettanto contenta, al contrario di lui.
Intuì che Magnus poteva leggere le sue emozioni come un libro aperto, dato che lo fissava sconsolato. Gli prese la mano da sotto le coperte.
«Alec!» disse pimpante Jace. «Hai fatto quei disegni?» 
Il ragazzo annuì. «Sono sulla scrivania.»
«Perfetto. Io e Clary li portiamo a casa e lavoriamo lì se non ti dispiace. Ah, stanotte non potrò stare qui perché porto Clary fuori. Ti dispiace?»
Clary, Clary, Clary. Da quanto era arrivata Jace aveva occhi solo per lei. E ora lui doveva trascorrere una notte da solo in ospedale con alta probabilità di febbre e delirio. Ottimo.
«Va' pure. Divertitevi.» disse, ma la sua faccia doveva aver detto tutt'altro, dato che Magnus gli strinse ancora più forte la mano, anche perché tra l'altro in quel momento Jace aveva fatto la stessa cosa con Clary, ignorando la sua espressione.
É così che ci si sente ad essere innamorati? Chiusi in un mondo proprio, incapaci di vedere fuori? Con la mente occupata da una sola persona?
«Grazie fratello, a domani.» concluse Jace e uscì con Clary dietro, che salutava con la mano.
Quando furono fuori, Magnus sembrò voler bruciare il terreno su cui erano passati. Doveva pensare che Jace fosse uno stronzo, ma in quegli anni era stato buono con lui. Il suo comportamento non ere stato dei migliori, ma Alec non riusciva ad arrabbiarsi con lui.
«Vado a prendere una barella e dei cuscini.» fece Magnus, interrompendo il silenzio.
«Perché?»
«Perché stanotte devo dormire qui.» Alec lo fissò accigliato. «Pronto? Il biondino ti ha dato buca, quindi mi occuperò io di te. E» aggiunse, quando Alec aprì la bocca per protestare. «Non accetto un "no" come risposta, perchè è quello che io voglio fare.» Detto questo, uscì dalla stanza, lasciando un Alec tutto rosso, con il cuore che batteva a mille e le farfalle nello stomaco. Chiuse gli occhi, e nel buoio, comparirono gli occhi di Magnus, di quel colore che non era ancora riuscito a capire, che brillavano al buio. Jace, Clary, i disegni, persino l'ospedale sparirono dalla sua mente per un istante.
É così che ci si sente ad essere innamorati? Chiusi in un mondo proprio, incapaci di vedere fuori? Con la mente occupata da una sola persona? 
«É quello che prova Jace quando guarda Clary?» si chiese. «Perché in quel caso sono innamorato di Magnus.» 

 
§

Il ragazzo in questione rientrò in una barella con sopra due cuscini e una coperta qualche minuto dopo. Doveva conoscere l'ospedale come le sue tasche, anche se Alec non sapeva perché.
Forse era semplicemente volontario da molto tempo.
«Alec? Alec ci sei?» Magnus gli sventolava una mano davanti agli occhi.
«Uhm? Stavo pensando, scusami.» 
«Fa niente» il ragazzo accese la tv di fronte al letto.
«Adesso vediamo qualcosa mentre mangiamo e poi dormiamo.» 
«Sì, mamma.» disse Alec sorridendo e Magnus fece lo stesso.
«Bravo bambino.» disse scherzosamente, passando una mano tra i capelli di Alec, che arrossì.
Passarono la serate guardando Project Runway, con Magnus che commentava ogni singolo capo e Alec che non sapeva neanche un nome di quelli che l'altro aveva nominato. Per lui c'erano solo due categorie: pantaloni e magliette.
Alle 23:00 iniziò a venirgli sonno, e si mise comodo nel letto, mentre Magnus si stendeva sulla barella, dopo aver buttato i contenitori della pizza con cui avevano cenato.
«Buonanotte.» disse Alec, prima di sprofondare nel sonno, senza sapere che quella non sarebbe stata per niente una notte piacevole. 

 
§

Magnus fu svegliato dalle urla provenienti da letto accanto al suo.
Alec si dimenava tra le coperte, grondante di sudore e delirava, gridando parole incomprensibili nel sonno. Il ragazzo, allarmato, cercò di calmarsi per poter aiutare l'altro. Prima di tutto lo scoprì e gli applicò una pezza imbevuta nell'acqua fredda sulla fronte, poi gli diede delle medicine per calmare la febbre. Chiamò infine le infermiere, che gli confermarono che Alec si sarebbe rimesso presto.
Magnus tirò un sospiro di sollievo: in quei giorni Alec era stato bene e quella crisi l'aveva davvero spaventato. Tornò a letto per riaddormentarsi, ma notò che Alec era sveglio.
«Ehi.» 
«Ehi. Ora stai bene.»
«Solo grazie a te.»
«Ti avevo detto che mi sarei preso cura di te...» 
«Nessuno se non parenti l'aveva mai fatto. Ti sono così grato. Grazie...» Magnus capì che la febbre lo stava facendo parlare senza filtri.
«Sh. Dormi. Nessun problema.» 
«Non lasciarmi.»
Magnus sorrise. «Non lo farei mai.» gli prese la mano.
«Mag...ti...a...» e Alec ricadde in un sonno profondo. 

 
§

Dopo quella lunga notte, Magnus era uscito da qualche minuto e ora tornava indietro con due bicchieri di acqua fredda.
Anche l'ospedale era freddo e i ricordi che conteneva erano tanto dolorosi da gelare il cuore.
Mentre si apprestava ad entrare nella stanza di Alec, notò che la porta era socchiusa e dall'interno si sentivano delle voci. Si mise ad ascoltare.
«Alexander, abbiamo notizie.» disse una voce femminile.
«Voglio sapere..» questa volta a parlare era stato Alec.
«Allora, solo un'altra persona in questo ospedale aveva la tua stessa malattia. Adesso,però, questa donna...» 
«Dillo. Tanto lo so già.» 
«É morta.» ammise la dottoressa.
Magnus si figurò Alec che chiudeva gli occhi e stringeva tra i pugni le lenzuola.
«La buona notizia e' che» continuò lei. «Abbiamo trovato delle ricerche e delle telefonate ad altri medici che cercavano una cura. Tra qualche anno potremmo essere in grado di trovarla...» 
«No.» Alec la interruppe. «Non avrò più di qualche anno, e non voglio passarli illudendomi che mi salverò. Preferisco rassegnarmi al mio destino.» 
«Figliolo, sii ragionevole...» un'altra voce femminile.
«É la mia vita. Per quanto breve, voglio viverla come voglio.» Magnus non condivideva la scelta di Alec, ma ammirava la sua determinazione.
La donna, che si rivelò la mamma di Alec, cercò di fargli cambiare idea, ma lui fu irremovibile.
«E va bene.»  cedettero alla fine entrambe.
Magnus si nascose nel corridoio, mentre le donne aprivano la porta. La voce del ragazzo gli arrivò allora forte e chiara.
«Chi era la donna?» 
«Una certa Jennefer Bane.» rispose la dottoressa.
Magnus impietrì.
Sua madre.



Nota d'autrice:
Ehehe...si sta svelando il misterioso segreto del passato di Magnus. Curiosi? Le spiegazioni arriveranno a breve, nel prossimo capitolo.
Magnus e Alec stanno lentamente capendo di amarsi, ma quanto sono teneri? :') Jace che lo abbandona per Clary...scusate se vi é sembrato magari un po' OC o eccessivo, ma ci stava u.u Tanto c'è Mag che lo consola... Spero che il capitolo non vi abbia fatto totalmente schifo e che i personaggi in generale non risultimo troppo OOC, a causa del contesto molto diverso, ma che vi sia piaciuto!
Ah, ribadisco che questa non sarà la classica storia "felice" ecco. Per chi volesse, c'è un'altra mia storia, decisamente meno triste, "First Love", che potete leggere cliccando qui e magari farmi sapere che ne pensate^^
Ringrazio _Alien_, Ari YoungStairs, Im_a_vampire, Flame Drago del Fuoco e Life before his eyes per le recensioni al prologo che mi hanno fatto taaanto piacere :3 spero di trovarle ancora^^ <3
A presto,
Lu_
Ps. A breve cambierò nome in _Fire_, ma sarò sempre io, quindi continuate a seguirmi! :3

 
   
 
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