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Autore: girlsgowild8    19/08/2014    1 recensioni
“Perché ti sei iscritta a questa scuola se neanche ti piace ballare?” domanda subito Sarah.
Arianne non parla spesso quanto l'amica, è sempre Sarah che cerca di creare battibecchi, ma si porta sempre dietro Arianne perché vuole sostegno morale, perché da sola non ci riuscirebbe a ferirmi.
“A me piace ballare” affermo subito e mi alzo.
Mi giro e do le spalle alle due, mentre con noncuranza mi sciolgo i capelli per risistemarmi lo chignone.
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Prima di addormentarmi ripenso alla cattiveria che mi circonda, senza alcun motivo inoltre.-
Ma loro continueranno ad odiare, odiare e odiare.
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*One Shot ispirata dal testo di Shake It Off di Taylor Swift e anche al video*
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Taylor Swift
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ma cosa diavolo stai facendo, Taylor?”
Risate.
Mi sistemo meglio la fascia e abbasso la testa, senza dare alcuna risposta perché non saprei cosa dire. 
Cerco di ricompormi mentre il cd di Beethoven continua a suonare nella sala di danza classica e le mie compagne si sistemano per eseguire altri esercizi alle sbarre in modo assolutamente perfetto ed impeccabile, senza sfumature di errori o di goffaggine.
Sono anni che queste ragazze si allenano per svolgere così perfettamente quelle posizioni ed io invece sono entrata in quel gruppo da due mesi e già avrei voglia di uccidermi.
Così cerco di copiare i movimenti leggiadri della ragazza davanti a me, impeccabile in ogni movenza.
Sono sempre più sorpresa dalla loro bravura e allo stesso tempo dalla cattiveria che riescano a celare dietro sguardi, parole e risate.
Quando mi sono iscritta al corso di danza moderna ero convinta di fare amicizia con tante ragazze, ma nessuna delle poche iscritte -ormai da tempo- sembrava aver voglia di chiacchierare con me. Mi sono quindi concessa “il lusso” di partecipare anche ai corsi di danza classica, ma tutto ciò mi sta praticamente uccidendo dentro.
Forse non sono abituata a questa severità, ma quella per me è cattiveria.
Quando Polly, l'insegnante di danza, stoppa la musica, tiro forse venti respiri di sollievo, mi allontano dalla sbarra e comincio a vedere le mie compagne che si avvicinano fra di loro per un breve chiacchiericcio e qualche risata.
Stanno parlando di me, ne sono sicura, stanno ridendo di me e della mia incapacità.
Mi siedo per terra, appoggio la schiena allo specchio e faccio finta di sistemare i lacci delle scarpette, quando in realtà stavano benissimo prima.
Ad un tratto la mia visuale viene coperta da Arianne e Sarah, braccia sui fianchi praticamente invisibili e sguardo antipatico.
“Che c'è?” chiedo, cercando di essere il meno scontrosa possibile, ma inutilmente.
“Perché ti sei iscritta a questa scuola se neanche ti piace ballare?” domanda subito Sarah.
Arianne non parla spesso quanto l'amica, è sempre Sarah che cerca di creare battibecchi, ma si porta sempre dietro Arianne perché vuole sostegno morale, perché da sola non ci riuscirebbe a ferirmi.
“A me piace ballare” affermo subito e mi alzo.
Mi giro e do le spalle alle due, mentre con noncuranza mi sciolgo i capelli per risistemarmi lo chignone.
Sarah ha dei capelli proprio brutti, scuri e sempre spettinati. Quelli di Arianne sono lisci, lunghi fino al sedere e biondi; se fossero stati corti mi sarebbero piaciuti.
“Non riesci a fare niente nel modo giusto” continua Sarah.
“Tu non riesci neanche a pettinarti, chi sta messa peggio?” la rispondo, finalmente.
A volte dimentico che neanche Sarah è tanto brava come crede, ma lei è la figlia di Polly ed ha il trattamento speciale.
“Spendi solo soldi” sussurra prima di allontanarsi con, ovviamente, Arianne che la segue come un'ombra.
Sbuffo.
Non ce la faccio più.
“Mi fate vedere l'ultima coreografia che abbiamo montato?” ordina più che domanda Polly appena entra di nuovo nella sala.
Ci prepariamo sistemandoci ai nostri posti. 
Odio quella coreografia perché doppiamo entrare una alla volta con una specie di strana corsetta all'indietro che io non riesco a fare affatto.
Mi vergogno tantissimo e comincia a salirmi la solita ansia-paura-panico-lacrime.
Parte la musica, Sarah è ovviamente la prima che fa la sua entrata in scena, seguita da Carmen e da Effy, poi c'è Arianne ed infine ci sono io.
Appena comincio noto praticamente tutte le ballerine che abbassano la testa per soffocare le risate, poi ci sono ovviamente Sarah e Polly che ridono guardandomi negli occhi dallo specchio di fronte.
Tale madre tale figlia.
Cerco di non pensarci e continuo la coreografia sentendo da dietro tutte le prediche per niente carine di Polly.


Quando finalmente la mia borsa è pronta esco dallo spogliatoio senza neanche salutare ed vado via velocemente da quell'edificio, correndo per le scale sperando di non cadere, con il borsone pesante che mi sbatte sulla schiena.
Ogni volta esco di corsa e con le lacrime.
Non so perché stia continuando a frequentare quel corso, è praticamente puro masochismo.
Appena arrivo a casa saluto mia madre e mi chiudo nella mia stanza, mi butto sul letto e comincio a canticchiare una canzone che ultimamente stavo scrivendo.
Mi piace scrivere canzoni e adoro cantare. Alcune persone dicono che non sono affatto male, ma ho troppa vergogna per fare corsi di canto, così faccio tutto per me stessa.
Prima di addormentarmi ripenso alla cattiveria che mi circonda, senza alcun motivo inoltre.
Ma loro continueranno ad odiare, odiare e odiare.





Manca un giorno al saggio di danza, siamo in un teatro a provare.
Non ci sono gli specchi, le sbarre e le tende; c'è solo un enorme palco vuoto con qualche nastro adesivo colorato attaccato per terra e di fronte un sacco di posti che ospiteranno chissà quante persone.
Ho già l'ansia per domani, ma allo stesso tempo non vedo l'ora di sentire l'adrenalina tipica di quando ci si esibisce davanti a tante persone.
“Taylor lascia stare i capelli!”
“Schiena dritta”
“Che cazzo, mancano meno di ventiquattro ore, cosa pensi di fare domani sul palco?”
“La pancia, non buttarla tutta fuori e almeno fingi di essere magra”
Polly sembra quattro volte peggio del solito, mi chiedo se sia possibile raggiungere un livello maggiore di prepotenza e stronzaggine.
Il giorno del saggio sarà stato tutto diverso, per la prima volta la mia testa senza cervello ha pensato a qualcosa di buono e non vedo l'ora di concretizzare il tutto.
Quando le prove più stancanti che mai terminano mi reco -nonostante fossero le nove di sera- a casa di Abigail.
Ho sempre trovato buffo il suo nome, quando me lo aveva detto la prima volta in cui ci eravamo parlate stavo praticamente per riderle in faccia.
Col passare del tempo, Abigail era diventata la mia migiore amica.
Appena arrivata a casa sua cominciamo subito a parlare del giorno seguente, del mio piano che avrei portato a termine grazie a lei.
“Non potrebbero cacciarti?” domanda ad un tratto.
“Probabile, ma ho pagato per partecipare a quel saggio, perciò forse no. Non lo so” proferisco.
In effetti non ho idea di quello che sto organizzando, non davvero.
Non ho mai fatto una cosa del genere, ma sono certa ch andrà tutto per il verso giusto.
“Ho chiamato quelle mie amiche, comunque. Sono tutte disposte ad aiutarti domani, ed ho il cd pronto” sorride Abigail.
Sono certa che senza il suo aiuto non avrei risolto praticamente nulla.




Il saggio sta per iniziare, manca solo il segno di Polly dalla sua sedia in prima fila. 
So quello che dovevo fare, devo solo farlo.
Indosso un tutù bianco, due piume in testa e una coroncina.
È tutto orrendo e ridicolo, Sarah e Arianne sembrano delle oche.
Quando la musica parte siamo tutte sul palco, una dietro l'altra. Io ovviamente ero l'ultima.
Mentre ci esibiamo nel modo migliore possibile noto dall'ultima fila il segnale di Abigail.
Così, senza pensare a niente, corro nei camerini.
So quello che devo fare, so che quello che sto facendo. .
Mi sfilo nel modo più veloce possibile body bianco e tutù, tolgo gli inutili accessori dalla testa e sciolgo i capelli. 
Pantaloni neri, t-shirt bianca e un felpone rosso da sopra.
Sono pronta, ho messo perfino un cappello.
Sono fiera di me.
Sono finalmente me.
Torno dietro le quinte, osservo come se la tirano tutte su quel palco e mi venne da ridere.
Nel frattempo dietro di me è arrivato un gruppo di ragazze, delle ballerine che Abigail mi aveva promesso sarebbero venute a darmi una mano.
Ho scritto una canzone, si chiama Shake it off, e la sua base è su un cd che la mia migliore amica sta per far ascoltare.
Quando la musica parte, Polly assumee un'espressione di panico che si manifesta anche nello sguardo di Sarah e delle altre.
Arrivo saltellando sul palco seguita dalle ballerine, è il mio momento, comincio a cantare, a ballare, a divertirmi.
Sono lì al centro dell'attenzione e le persone ridono, applaudon e battono le mani a tempo mentre scuotono la testa.
Sto facendo tutto nel modo giusto perché in questo momento tutto è perfetto e niente è considerato stato considerato un errore.
Non mi aspettavo che Polly non dicesse nulla; se ne sta con le braccia conserta e la faccia incazzata, ma non ferma niente.
Intanto le ballerine con il tutù sono sedute lontane, Sarah per poco non scoppia a piangere.
Le ballerine dietro di me, invece. hanno perfino montato una coreografia per l'occasione.
Quando la musica termina sono senza fiato, ma comunque fiera di me stessa.
Abbraccio le ragazze che mi hanno aiutato e insieme facciamo un inchino generale.
“Devo ringraziare la mia insegnate Polly e le allieve come me, tutte con la puzza sotto il naso” comincio, “Non avrei mai scritto questa canzone senza la loro cattiveria nei miei confronti solo perché non faccio parte della famiglia di raccomandati o non ci sono da anni. Non ci tengo più ad essere come, voi. Mi sono scrollata da dosso la vostra stronzaggine” sorrido e torno nei camerini con il resto della banda.
Abigail è già dentro, mi abbraccia e si complimenta dopo un applauso.
Il saggio non è continuato perché senza di me le coreografie non si sarebbero potute svolgere.
Nessuna di loro mi rivolge la parola, così preparo il borsone e me ne vado mentre alle mie spalle sento Arianne cantilenare Shake it off.
Non sono mai più tornata in quella scuola di danza e ho deciso di dedicarmi solo al canto e al divertirmi, dopo aver capito che la cosa migliore era davvero scrollarmi tutto di dosso.






Bene, ciao a tutti quanti!
Non ho mai scritto qualcosa da inserire nel fandom di Taylor Swift, ma ieri sera, quando è uscito il video della Swift, ho ricordato un periodo della mia vita che ho deciso di tramutare in un'OS. Come avrete visto, non è la solita OS dei due che si incontrano e scopano come ricci, però spero comunque di non aver deluso le aspettative di chi ha aperto questa OS sperando di trovare qualcosa di interessante da leggere.
Ovviamente, quando dico di averi scritto di me e di un periodo realmente accaduto, parlo di tutto tranne che del finale, anche se mi sarebbe piaciuto cantare Shake It Off e scatenarmi lol.
Quindi nulla, spero che vi sia piaciuta questa roba qui ahahah se volete lasciatemi una recensione, mi farete contenta :)
Ah, chiedo scusa per eventuali errori e per la qualità schifosa delle foto nel banner, ma per ora ho trovato solo quelle e a fare gli screen venivano anche peggio. 
Come ho già detto, comunque, non scrivo mai nel fandom di Taylor Swift, ma in quello degli One Direction, quindi lascio qui il link della mia ff in corso: 50 giorni per farla innamorare.

Su twitter sono @okawait , ricambio il follow :)







   
 
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