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Autore: alessandras03    19/08/2014    28 recensioni
"Sequel di 'Ostacoli del cuore', per chi lo avesse letto."
Sono trascorsi sei anni da quando la bella e ormai giovane donna Emily Stewart ha abbandonato il liceo. Adesso la sua vita è cambiata. Ha un lavoro, un uomo meraviglioso e nuovi progetti da realizzare.
Non poteva mai immaginare di dover riscontrare nel suo cammino quello che per lei è stato il suo amore adolescenziale. Brandon Felton è tornato a sconvolgere la sua vita in un batter d'occhio, ma quanto è forte il passato? Il loro legame è indissolubile come quello di un tempo o il destino ha nuovi piani per loro?
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«Brandon.. Felton?» Accenno una risata divertita per non apparire su di giri.
«Vedo che la barbetta e qualche anno in più non cambia il mio aspetto.» Sorride com’è solito fare e si avvicina tralasciando la mia lastra sul tavolo. Porta le mani dentro le tasche e si morde le labbra carnose.
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Rivivo nella mia mente i momenti romantici con Brady, le parole dolci, i ti amo, gli sconforti e i numerosi litigi e ricordo quella bambina che si emozionava con poco. Ricordo quella bambina che pensava di poter scavalcare tutto e tutti con quel ragazzo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 2.


«Potrebbe anche abbottonarla quella camicia! Gli si vede tutto il petto.» Noah sentenzia appena entriamo. Brady è seduto ad un tavolo e quando mi nota accenna un mezzo sorriso. Quasi mi sciolgo, non mento.
«Tesoro è solo una camicia aderente, non la morte.» Commento sbuffando ed aggiustando una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Mi attira a sé avvolgendomi la vita con un braccio e finalmente mi ritrovo faccia a faccia con Brady.
Noah gli stringe una mano e non parla. Si siede di fronte ed io al suo fianco.
Mi sento quasi in imbarazzo. Il locale è affollato ed un paio di donne sedute non molto distanti da noi, ci fissano, o meglio, li fissano. In effetti sono entrambi due forze della natura, ma so già che l’atteggiamento di Brady farebbe svenire ogni essere femminile mai esistito sulla faccia della Terra. Lui, insomma, ci sa fare.

«Allora… com’è che ti chiami?» Noah poggia i gomiti sul tavolo e lo fissa corrucciato.
Brady mi rivolge una brevissima occhiata, sorride abbassando la testa e poi torna a fissarci.
«Brandon» sembra molto tranquillo. Non lo era mai stato in passato.
«Brandon.. Hmm» mugugna Noah.
Gli do una gomitata, perché so già che Brady si irriterà e quest’ultimo mi fa cenno di stare tranquilla. Mi trasmette sicurezza ed è strano.
«Noto con piacere che ti stai per sposare» commenta Brady rivolgendo lo sguardo sul mio brillante al dito.
Sorrido e lo mostro disinvolta, «sì.. bè» balbetto «ci sposiamo, sì» riprendo fiato.
«Tu Brandon cosa fai nella vita?» Noah sembra ammorbidire i toni, finalmente.
«Sono un dottore»  risponde cauto. La sua tranquillità mi sorprende.
«Non l’avrei mai detto, ti facevo più un nullafacente, senza offesa eh!» Noah alza le mani in segno di difesa, ma è proprio in quell’istante che vorrei scapparmene fuori di lì, per la figuraccia che ho appena fatto.
Brady accenna un sorriso beffardo, «senza offesa Noah, ci sono tante cose che non sai di me.»
«Lo noto con piacere» risponde rilassato il mio fidanzato, «io ho un’attività edile con mio padre.»
Brady sembra infischiarsene, annuisce e non risponde. Sapevo che sarebbe andata male.

L’aria viziata di qualche minuto prima scompare quando la cameriera prende l’ordine. Scelgo un drink leggero, mentre Brady e Noah due Sex on the beach.

«Raccontatemi un po’ come vi siete conosciuti» esordisce Noah allungando una mano sulla mia coscia.
Io e Brady ci scambiamo delle occhiate colpevoli. Entrambi siamo consapevoli che tutto questo fa parte del passato.
«Eravamo amici al liceo» sorrido io.
«Molto… intimi» si schiarisce la voce Brady.
«Si, bè era il mio migliore amico» mento straordinariamente.
«Di solito due migliori amici non si separano» commenta Noah. Lo odio, in questo momento. Mi sta rendendo la serata imbarazzante e orribile. Ho solo voglia di trascorrerla tranquillamente e lui non fa altro che ribattere su ogni cosa che dico, diamine.
«Abbiamo preso strade diverse.» Spiega Brady sorseggiando il suo drink che la cameriera ha appena messo sul tavolo, in seguito a due ciotole di salatine e patatine.
Ne acchiappo una e la mordicchio evitando entrambi.
«E casualmente vi siete ritrovati, quant’è bastarda la vita, eh!» Noah accentua il tono e sembra più irritato che mai. «Oh, un collega» riconosce un amico che è appena entrato dalla porta, «arrivo subito.»

«Stewart, che problema ha il tuo fidanzato?» Bisbiglia nervoso avvicinandosi al mio viso.
Scuoto il capo paonazza, «mi dispiace, è gelosissimo.»
«Sono stato fin troppo gentile, comunque, e sai quanto mi sia costato. Mi conosci.» Sposta lo sguardo da un’altra parte e dispiaciuta mi mordo le labbra. Sono un idiota.

Di sottecchi osservo Noah che ritorna al tavolo.
«Eccomi» mi lascia un bacio sulla guancia, ma mi scanso leggermente.
 «Abbiamo parlato di tutto, ma non mi hai ancora detto come ti chiami» dice Brady.
«Noah.» L’altro accenna un sorrisetto. «Com’era Emily al liceo?»
Rivolgo un’occhiata a Brady implorandolo di andarci piano e lui rilassato risponde
Noah lo sta facendo solo apposta!
«Divertente, acida, irritante» ghigna divertito tamburellando le dita sul tavolo, «terribilmente bella, come adesso» ammette.
Noah diventa rosso dalla rabbia, attanaglia il suo bicchiere e sospira infastidito.
«Suppongo abbia avuto tanti spasimanti» aggiunge.
Mi schiarisco la voce e prego Dio affinché la smetta con queste domande, ma lui sembra divertirsi.
«In realtà no.» Risponde l’altro schietto.
«Noah, ti ho detto tante volte che sono stata con pochi ragazzi al liceo» sospiro con voce tremante.
Finalmente mi guarda. «Non mi hai mai voluto raccontare della tua storia più importante, ma io… un giorno ho trovato delle cose. Dei bigliettini, delle scritte… e non sono un idiota.»
Sta dando di matto, perché l’ho portato con me?
«Noah, Emily a liceo è stata segretamente innamorata di un ragazzo, ma non è mai successo nulla con quel tizio.» Brady interrompe la nostra discussione accesa ed io voglio scapparmene di qui all’istante.
«Oh, sì? E me lo dici tu questo?»
«Amico pensala come ti pare» Brady alza le mani in segno di resa e poggia la schiena alla sedia fissandomi. Mi ha già capito. «Ehi, quella non è la tua auto?» Chiede improvvisamente. Noah si volta e corre fuori come un furetto quando nota un carroattrezzi.

Rimango in silenzio per due minuti esatti e lui fa lo stesso.

«E’ preso da te, ma è un coglione!»
Alzo lo sguardo, «pensavo di poter passare una serata tranquilla, invece…»
«Non devi darmi spiegazioni. Chi non sarebbe geloso di te, Emily?» Strizza gli occhi e deglutisce rumorosamente.
Il cuore martella nel petto, ma io cerco di tenerlo a freno. Osservo Noah che discute con un uomo fuori e mi metto in piedi acchiappando la pochette ed il cappotto fra le mani.
«Spero di rincontrarti» sorrido.
«Mi stai dicendo di nuovo addio?» Corruga la fronte. «Emily… sappiamo entrambi che quello che è stato fa parte di un bellissimo passato. Non preoccuparti.» Sorride e tutto mi si scioglie intorno. La gente sembra sparire ed io osservo i suoi perfetti lineamenti.
«Bè…» esordisco, «allora ci rivedremo presto» sorrido un’ultima volta ed infine corro fuori.


Noah è già salito in auto e mi fa cenno di fare lo stesso. Sbatto la portiera e lui parte senza degnarmi di uno sguardo.
«Mi volevano portare via l’auto» sbotta, «ti rendi conto? E’ passato un giorno da quando sono in questa città e già ne succedono di tutti i colori» aggiunge.
Non rispondo. Continuo a guardare di fuori mentre lui sfreccia per la strada.
Non si è ancora reso conto di quanto io sia incavolata.
«Amore» mi chiama.
Abbasso la testa  e lo guardo di sottecchi.
«Non dirmi che te la sei presa per quello lì…»  quello lì?
Mi volto quasi imbestialita. «Noah sei proprio uno stronzo!» Esclamo. «Sono passati sei anni dall’ultima volta che ho visto Brady, volevo solo trascorrere una serata tranquilla in compagnia di un vecchio amico e tu l’hai completamente rovinata» sospiro urlando.
La musica di sottofondo rende tutto ancora più irritante e lui, con la sua espressione disinteressata all’argomento, mi fa venire l’estrema voglia di schiaffeggiarlo.
«Mi dispiace, non pensavo fosse così importante per te. Okay?»  Mi rivolge un breve sguardo, come se volesse tenermi a bada con un “mi dispiace”.


E’ già mattina e la mano calda di Noah mi si posa su una coscia accarezzandola. Non ho dimenticato cos’è successo la  sera prima. Non ci riesco proprio.
Fingo ancora di dormire mentre lui posa dei baci lungo il collo. Rabbrividisco.
«So che sei sveglia, mi dispiace per ciò che è successo ieri, sul serio.»
Mugolio ed apro gli occhi. «Lascia perdere.» Rispondo duramente.
«Perdonami» sussurra al mio orecchio.
«Non parliamone più.» Sentenzio. «La prossima volta che dovrò incontrare un amico di vecchia data, andrò sola, puoi contarci» mi alzo veloce dal letto ed indosso la vestaglia, mentre lui rimane sdraiato con il lenzuolo che copre solo metà coscia.
Entro in bagno e sciacquo il viso osservandomi allo specchio ed in quel preciso istante lui spunta esattamente alle mie spalle.
«Dimmi la verità» incrocia le braccia al petto, corruga la fronte e appoggia metà lato del suo corpo allo stipite della porta, «quanto è stato importante Brandon per te?»
A quella domanda il cuore comincia a battere in maniera irregolare, perdo il controllo e il respiro diventa più affannoso. Sto per mentire, ma lo devo fare, non voglio che lo capisca. Noah la prenderebbe come una sfida, ogni giorno mi ricorderà di esser stata la ragazza di Brady ed io non ho intenzione di rimembrare ciò che è un capitolo chiuso.
«E’ importante come un buon amico a cui confidi tutto, che sa tutto di te e che ha conosciuto anche la parte peggiore di te.» Lo fisso dallo specchio. La sua espressione è troppo seria.
«Emily, la verità.» Il tono di voce si fa rigido ed io vorrei scappare.
Deglutisco. «Più vero di così» sospiro alzando i capelli con una molletta.
Improvvisamente mi acchiappa un braccio e mi costringe a voltarmi. Lo guardo dritto negli occhi. E’ meraviglioso, ma è terribilmente serio e ciò mi intimorisce.
Non so come potrebbe reagire. Non ho intenzione di perderlo.
«Tu e Brandon non eravate solo grandi amici, vero?» Socchiude le palpebre e prende un lungo respiro prima di lasciarmi l’avambraccio.
Alzo gli occhi e caccio via le lacrime. Non so perché mi vien da piangere.
Scuoto il capo infine e abbasso la testa. Osservo le sue mani racchiudersi in due pugni stretti e finalmente riesco a guardarlo.
«Questo non ha alcuna importanza» sussurro.
«Avresti dovuto dirmelo.» Indietreggia. «Perché? Perché non me l’hai detto?»  Aumenta il tono di voce gradualmente. «Pensavi non lo avrei scoperto alla fine? Pensi che io sia un cretino?»
«No no no» prendo con entrambe le mani il suo volto e lo costringo a guardarmi negli occhi. Sembra non riuscirci. «Avevo paura di perderti, avevo paura che tu avresti pensato che io fossi ancora presa da Brady» spiego cauta.
«Dammi un buon motivo per non pensare esattamente questo» sbotta.
«Perché io ti amo, Noah» dico dolcemente. «Non è quell’amore adolescenziale che si confonde con una cotta, non è quell’amore pieno di se e ma. E’ quell’amore che mi fa stare affianco a te ogni giorno e che mi fa desiderare un futuro insieme.» Lo abbraccio e sento il suo corpo ammorbidirsi lentamente.
«Posso almeno sapere cos’eravate esattamente?» Si distanzia e siede sul letto.
Mi avvicino e mi appoggio fra le sue gambe avvolgendo un braccio intorno al suo collo.
«Con Brady è nato tutto per caso. Eravamo al liceo… lui era il tipico ragazzo figo, capitano della squadra di basket, con duecento ragazze dietro e degli amici esattamente come lui, al tempo.» Sorrido. «Lo odiavo, immensamente. Perché aveva la strana e cattiva abitudine di rendermi sempre ridicola, di farmi credere inferiore e di scaricare ogni colpa delle sue azioni su di me.» Ritorno indietro nel tempo ricordando i vecchi tempi con un pizzico di malinconia. «Mi sono innamorata di Brady, non te lo nego.» Sospiro ed osservo l’espressione confusa e corrucciata di Noah, che fa pressione per scrollarmi di dosso, ma io non lo farò. «Era un amore confuso, difficile, pieno di ostacoli, però io ci credevo. Ero una bambina e credevo al lieto fine.»
«Si è comportato male vero?» Porta la testa all’indietro.
Rido, «no» appoggio la testa sulla spalla, «è finita perché abbiamo preso strade diverse e non era possibile continuare. La distanza era troppa, frequentavamo due college diversi ed io non sapevo se ero in grado di farcela. Sono stata io a chiudere.» Ammetto sincera.
«Quindi doveva esser finita» Noah abbassa lo sguardo e respira profondamente.
Mi prendo una breve pausa prima di rispondere. Era finita? Cazzo, certo che sì, Emily. Svegliati.
«
Sì, è finita.» Accenno un lieve sorriso.
Poggia la sua fronte alla mia guancia, annusa il mio corpo e mi lascia un bacio sul collo.
«Devo correre a lavoro.» Mugugna.
Incontro le sue labbra per farlo smettere di parlare e mi sistemo a cavalcioni su di lui, mentre le sue mani indugiano nel mio sedere stringendolo.
«Ma posso fare tardi per una volta» sogghigna tra un bacio e l’altro.
Accarezzo il suo petto nudo e mi aggrappo alle sue spalle continuando a giocherellare con la sua lingua.
Il campanello improvvisamente suona. Sussulto e salto giù dal letto.
«E’ stato bello finché è durato.» Sorride, si mette in piedi ed acchiappa la camicia indossandola. «Mi sistemo, tu guarda chi è» mi accarezza la schiena, mentre io, in vestaglia scendo le scale ed attraverso il salotto.

Apro la porta e trovo davanti ai miei occhi mia sorella.
Ha lo zaino su di una spalla, mi guarda con la sua solita aria scazzata e mastica fastidiosamente una gomma.
«Mi fai entrare o serve l’invito come con i vampiri?» Commenta antipatica.
Incrocio le braccia al petto e la guardo curiosa e sospettosa. «Che ci fai qui? Dovresti essere a scuola!»
«Anche tu.» Sorride. «Siccome la mia sorellona non è ancora comparsa in quella cavolo di scuola, io mi rifiuto di andarci.» Borbotta. «Adesso mi fai entrare o no?»
«Io comincio domani.» Le faccio spazio e lei mette piede in casa. Puzza di fumo mischiato al suo profumo delizioso.
«Dov’è quel frocio di Noah?» Getta lo zaino a terra e si sistema comoda sulla poltrona poggiando i piedi sul tavolino di fronte.
«Grace, santo cielo!» Sbotto.
Rotea gli occhi e sbuffa, «e va bene, va bene.» Abbassa i piedi per terra e accenna un sorriso divertito. «Quindi il tuo bel maritino?»
In quel preciso istante Noah spunta dalle scale con la sua valigetta e il suo profumo di dopobarba. «Ciao anche a te, Grace» la saluta. Non sono mai andati d’accordo. Grace, in realtà, è carina con pochi. Se non le vai a genio subito, sei nella sua lista nera. Io credo di esserlo insieme a Noah. E’ difficile pensare che quella bambina dolce che giocava con le bambole e rimaneva impietrita alla vista di un’esemplare di Brandon Felton, ora sia diventata  così aggressiva e antipatica. L’amica ginecologa di mia madre dice sia un fattore di ormoni, che sta crescendo e che  sta attraversando la fase in cui odia tutto.
Secondo me, lei rimarrà per sempre acida e scontrosa.
«Dove stai andando con quella valigetta del cazzo?»
«Grace, a lavoro» risponde Noah, «vado amore» mi stampa un bacio caldo sulle labbra, «ciao Grace.» Detto ciò scompare.

Avanzo verso la cucina sotto l’occhio vigile di mia sorella e mi verso del caffè in una tazza. Lei, intanto, si è spogliata del giubbotto ed è seduta sul tavolo dietro di me.
«La mamma non sa che sono qui» ammette ridacchiando.
Mi volto scattante e la fulmino con lo sguardo «Grace, ti prego, almeno chiamala» la supplico socchiudendo le palpebre.
«No» risponde secca. «Ce l’ha con me.» Ride.
«Che hai combinato?»  Sbuffo passandomi entrambe le mani sul viso.
«Sto con un ragazzo della scuola e ho scritto nel mio diario che… bè, che avrei voluto farlo con lui. E la mamma mi ha sgamata.» Scrolla le spalle.
Sgrano gli occhi e rimango immobile. Mia sorella è così cresciuta!
«Non ti scandalizzare, non è ancora successo, ma succederà. Ho solo bisogno di te.» Sorride maliziosa sbattendo le palpebre.
«Grace tu non lo farai a quest’età con una persona che hai conosciuto… quanto? Due, tre giorni fa.» Alzo il tono di voce mentre lei mi fa la smorfia.
«Sentiamo, a che età l’hai fatto tu?» Incrocia le braccia al petto e mi guarda con una lunga attesa.
Che senso ha dirglielo? Santo Dio.
«Che importanza ha?» Alzo le mani in segno d’arresa.
«Hai visto!» Esclama ridacchiando puntandomi l’indice contro. «Anche tu l’hai fatto a quindici anni. Non negare.»
«Sedici.» La correggo.
«Ed io che pensavo l’avessi fatto solo con quel figone di Brandon» mostra un’espressione delusa, ma poi torna subito seria. Si ricorda di lui, è assurdo. Pensavo l’avesse rimosso dai suoi ricordi completamente.
«Che vuoi che faccia? Sentiamo.» Mi lascio andare, ma so già che sarà una cosa assurda.
«Devi venire con me in un posto, quindi cambiati immediatamente. » Sorride sfregandosi i palmi delle mani.

Con calma mi sistemo indossando un jeans aderente ed un maglione largo bianco panna, seguiti da un paio di stivaletti bassi. Prendo il cappotto, la borsa ed esco fuori al gelo di Febbraio.
«Cazzo che freddo.» Commenta lei alzando le spalle.
Mi tremano quasi le labbra. Si gela. «Sali in auto.»
«Sì, capo.»

Dopo varie indicazioni mi blocca davanti all’ospedale. Rimango per un attimo impietrita ed osservo l’auto di Brady, ormai facilmente conoscibile, posteggiata poco più avanti.
Mi domando cosa ci stiamo facendo qui, ma lei non vuole darmi risposte.
«Scendi e vedrai.» Ordina.
Slaccio la cintura e sospiro. Per un attimo mi balena la stramba idea di mia sorella che mi crea un appuntamento al buio con qualcuno. Quella pazza ne sarebbe davvero capace.
«Santo Dio, non voglio ammazzarti e poi farti curare. Dai scendiamo.» Commenta sarcastica.
La seguo ed attraverso la strada. Attraverso la saletta d’attesa insieme a Grace e mi guardo da una parte all’altra. Improvvisamente riconosco Brady. Sta parlando con un’infermiera. Sorride, le accarezza un braccio e si morde il labbro inferiore.
«Che guardi?» Grace sposta lo sguardo nella stessa direzione in cui sto guardando io. «Chi è quello?» Corruga la fronte.
Quando, finalmente, si volta e si accorge di me sgrana gli occhi e sorridente si avvicina.
«Mi sa di familiare.» Commenta mia sorella.
«Emily» la sua voce calda ed un po’ roca mi riscalda l’animo. Da una breve occhiata a Grace e spalanca la bocca. «Dimmi che è una fottutissima visione.»
Rido e scuoto il capo.
«Che vuole questo?» Grace si volta e mi fissa curiosa.
«Grace… non mi riconosci?» Brady le sorride e per un secondo rivedo la piccola Grace che lo fissa dal salotto. Ha gli stessi occhi, la stessa espressione di quando lo vedeva entrare dalla porta.
«Voglio morire, adesso, all’istante.» Balbetta lei.
Scoppio in una sonora risata e Brady mi segue. «Sono io. Brandon.»
«Oh sì, lo vedo.» Lo guarda da capo a piedi e sorride maliziosa. «Emily, te la fai con lui mentre stai con Noah?» Chiede. «Oddio giuro che ti stimo. Odio quel tizio, lo odio. E sapere che gli stai facendo le corna più belle di tutte mi rende felice. Dammi il cinque.» Parlotta veloce e mi porge davanti al viso la mano.
«Grace, non è come pensi. Siamo amici io e Brady. »
La sua espressione diviene seria. «Sei una pappamolle Brandon Felton.» Sogghigna. «Ma dall’abbigliamento deduco tu sia un medico!» Le luccicano quasi gli occhi.
Brady annuisce confuso ed io li osservo silenziosa.
«Bene, portami nel tuo studio.» Lo trascina per un braccio mentre lui mi fissa interrogativo proseguendo verso un lungo corridoio bianco.


«Ho bisogno della pillola» sbotta Grace.
Brady, che dapprima, stava osservando delle cartelle cliniche, alza lo sguardo pieno di panico. Io, invece, rimango immobile. Divento quasi bordeaux ed il mio corpo entra in fibrillazione. Non l’ha detto sul serio! Non è possibile.
«Tu c-cosa?» Balbetto con voce stridula.
«Calma, calma.» Brady si appoggia alla scrivania con il sedere e ci fissa. «Grace, sei troppo piccola, non sono un ginecologo e… poi… esistono i preservativi.» Ridacchia lui. Brandon, ti ammazzo. Hai segnato la tua condanna a morte, per sempre.
Lo fulmino con lo sguardo e lui si zittisce subito.  «Tu non prenderai nessuna pillola e non userai nessun preservativo!»
«Ma dai sorellona, quante volte avete scopato quando stavate insieme? Tante. Secondo me a volte anche senza precauzione, ma siete vivi, vegeti e senza figli.» Sbotta lei.
Sento il sonoro risolino di Brady e continuo a fissarlo con la coda dell’occhio.
Tutta la situazione si fa fin troppo imbarazzante.
«Che c’entra ciò che facevo io? Tu sei un’irresponsabile. Io quando lo facevo ero consapevole di ciò che facevo e con chi soprattutto.» Spiego nervosa gesticolando. Mi accorgo poi che Brady sta sorridendo per ciò che ho detto e mi mordo la lingua.
«Vuoi dirmi che eri pazzamente innamorata quando scopavi con lui?» Aggrotta la fronte. «Adesso non si fa più per amore. Si fa e basta.»
Socchiudo le palpebre e respiro profondamente. «Tu non farai nulla. Questo è tutto.» Sentenzio.
«Brandon hai fatto bene a lasciarla. Adesso è diventata una moscia rompicoglioni senza speranze come il suo ragazzo.» Commenta lei. «Quanto lo schifo, quell’altro.» Sussurra a denti stretti incrociando le braccia al petto.
«Grace!» La richiamo.
«Che vuoi? Sono sicura che una volta eri più divertente.» Sorride come un’ebete e quasi fa ridere anche me, ma devo rimanere seria.
«Grace quando io  e tua sorella… ehm, facevamo… » Brady si blocca e mi fissa.
Se dici sesso, ti ammazzo. Attento a ciò che dici, Felton.
«Facevate sesso…» dice Grace. «Non è una bestemmia.»
«No. Non facevamo sesso.» Sbotto io.
Eccolo che sorride. Proprio quello che aspettava. Stronzo.
«Se volete io esco e voi continuate a guardarvi con occhi dolci. Nessun problema.» Si lamenta mia sorella scrollando le spalle.
«Andiamo, forza.» Prendo le mie cose e la spingo fuori dalla porta.
«Vado a sgamare delle caramelle a qualche infermiera.» Detto ciò scappa e la perdo di vista.

Rimango qualche minuto fuori dallo studio. Brady mi fissa da dentro senza dire una parola.
Poi lentamente avanza e si poggia sullo stipite.
«Che ti è successo Stewart?»
Non rispondo. E’ successo che ho incontrato un uomo meraviglioso, me ne sono innamorata follemente e tu, con quegli occhioni ghiaccio stupendi, con i tuoi sorrisi mozzafiato, con la tua voce mi fai dimenticare chi sono.
«E’ successo che mia sorella è stupida.» Riesco a malapena a dire.
Abbassa lo sguardo, abbozza un sorriso e sospira, «è cresciuta.»
«Un po’ troppo velocemente» commento.
«Però sono tornato anch’io a quell’età, o qualche anno dopo.» Sussurra spostandomi una ciocca di capelli.
Non farlo. Non farlo mai più. Ti prego.
«Devo andare» deglutisco rumorosamente e lui mi saluta con un cenno di mano, mentre mi volto un paio di volte prima di uscire del tutto.


Finalmente sono a casa. E’ stata la mattina più faticosa della mia vita. Stare dietro Grace è davvero terribile. Adesso è lì, di fronte a me, con il succo alla pera fra le mani e degli occhi che conosco già. Cerco di evitarla godendomi il morbidissimo divano di pelle e socchiudo le palpebre.

«Sei un’idiota.»
«Grace, chiama la mamma e fatti venire e prendere.» Canticchio.
«No. Non ti lascerò ancora con quel troglodita. »
Apro gli occhi e mi sistemo in modo da riuscire a vederla. Lei si avvicina e si siede al mio fianco.
«Perché lo odi?» Chiedo esausta del suo comportamento di repulsione.
«Hmm.. non è un figo pazzesco, non sei più la nevrotica che urlava contro il suo ragazzo, non dici mai “lo amo punto”, non lo guardi mai con occhi a cuoricino, non sorridi ai suoi sorrisi.» Sospira.
«Grace se quello che cerchi di dirmi è che sono ancora innamorata di Brandon, dimenticatelo.» Scuoto il capo.
Lei mi fissa e non parla.
«Che ti piaccia o no, Noah diventerà tuo cognato a breve.» Sorrido mostrandogli l’anello che porto al dito.
Mostra un’espressione disgustata e si copre gli occhi. «Vomito.»
«Oggi ho letto una cosa sorella… guarda.» Esce dalla tasca dei jeans il suo cellulare e dopo aver sfogliato nella galleria mi mostra una foto. Lo prendo fra le mani ed osservo l’immagine.

“Il primo amore o te lo sposi o te lo porti dentro per tutta la vita. “

Lo leggo a bassa voce e lentamente incrocio lo sguardo di mia sorella che annuisce tranquilla mordicchiandosi le unghie.  Mordo il labbro inferiori e m’incanto a fissare il vuoto.

Sposerò Noah e porterò Brandon dentro per tutta la vita.
Questa è l’unica certezza che ho per adesso. 


 
Angolo autrice.
 
Saaalve bella gente! Con un po' di ritardo sono qui. L'estate sta finendo! D: Va bene, lasciamo perdere. Voi come state? Come avete trascorso queste vacanze? Spero bene. Comunque, eccoci con il nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto e aspetto le vostre recensioni. Tantissimi baci. A prestissimo, promesso.
  
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