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Autore: Kiara_Wolf    20/08/2014    2 recensioni
Durante una notte di tempesta una ragazza decide di mettere fine alla sua misera vita, togliendosela una volta per tutte.
Ma non sempre quello che ci prefissiamo si avvera, ed ella infatti si ritrova tra le braccia della Morte che le da una seconda occasione per riscattarsi, si ritroverà con poteri che legheranno a vita lei ed i suoi discendenti e per domarli dovrà chiedere una mano a persone che non si sarebbe mai aspettata di poter conoscere veramente...
Non sarà certo facile, il risveglio di una vendetta mai sopita metterà a rischio la sua nuova casa e tutte le persone che ama, l'avventura che dovrà affrontare le farà fare i conti col suo passato e con i suoi sentimenti.
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In questa fanfiction voglio mettere in evidenza tante cose e spero di esserne all'altezza ma più di tutto vorrei far valere un sentimento che mi sta a cuore perché è prezioso più di qualsiasi pietruzza, vorrei farvi vedere i miei pensieri sull'AMICIZIA!
Spero che vi piaccia, ciao!!!! =)
Genere: Avventura, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il sogno di un dottore e l’alleanza con un angelo vendicatore…
 
La Tecno-Base era una delle migliori invenzioni mai viste ad occhio umano, o mobidiano, distese di metallo che creavano strane attrezzature di distruzioni, creazioni che solo un elevato intelletto poteva capire e costruire.
Migliaia di robot erano ordinatamente disposti in fila in grandi magazzini sorvegliati, a loro volta, da altri robot equipaggiati con armi potenti per attaccare qualsiasi intruso volesse avere la malsana idea di avvicinarvisi.
Ma se l’intruso si trattava di un certo riccio sonico blu…
Le armi dei robot facevano ben poco, nonostante fossero l’innovazione dell’ingegneria meccanica, nonostante fossero stati costruiti per affrontare qualsiasi nemico, rimaneva sempre quella pidocchiosa, fastidiosa ed insopportabile puntiglia che quel riccio alla fine, sarebbe riuscito a distruggere tutte le fatiche fatte per creare tali creazioni robotiche.

Queste venivano costruite in una grande sala all’interno di quella base metallica, dei robot costruttori creavano altri robot che sarebbero andati a finire in uno di quei grandi magazzini aspettando di ricevere l’ordine d’attacco.
In un certo senso poteva fare strano, vedere robot creare altri robot, era come vedere un uomo fatto a pezzetti messo insieme da un altro uomo, il tutto farebbe strano, ma essendo quelli, appunto, robot non avevano nei loro chip mentali il senso dello “strano”, obbedivano in maniera esemplare al loro creatore rispettando le regole che lui emanava.
Ma non tutti i robot passavano per altri robot, vi era un settore ancora più interno della Tecno-Base dove le più grandi invenzioni di quel luogo venivano fatte da mani umane, ma non tante mani come per i robot, solo un paio di mani abili ed esperte che creavano senza sosta invenzioni fuori dalla portata mentale dei più illustri scienziati riconosciuti da Mobius e dalla Terra, forse, perché queste illustre persone non avevano un QI da 300 e, forse, anche perché non avevano tutta quella mania di conquistare il mondo.
Comunque sia erano sempre sotto la geniale mente del Dottor Ivo Julien Robotnik, in arte chiamato Dr. Eggman per via, sfortunatamente per lui, delle dimensioni somiglianti ad un uovo che esso aveva, quest’ultimo passava la maggior parte del suo tempo in quella sala a molti segreta, dove inventava e creava le sue più grandi invenzioni che alla fin fine erano usate per sconfiggere il riccio blu citato poco fa.
Anche ora il paffuto scienziato stava lavorando ad un progetto di un robot che, questa volta ne era certo, avrebbe sconfitto la sua tanto odiata nemesi, lo schizzo sulla carta copiativa era a matita bianca, perfettamente ordinata e senza nessuna sbavatura o stropicciatura presente sul foglio, si trattava di un’enorme robot dalle fattezze simili a quelle umanoidi, ma non del tutto identiche.
Le enormi braccia dovevano essere create con uno speciale materiale, simile al vetro ma resistente come la roccia, trasparente dove poi verso la fine vi era tubo che avrebbe sparato da un braccio dei missili e, dall’altro, la più grande paura del riccio blu…
L’acqua, il dottore voleva a tutti i costi sconfiggere quell’insopportabile essere che osava intromettersi nei suoi piani di conquista del mondo!
Quante creazioni distrutte, quante umiliazioni aveva subito a causa di quella piaga blu?
Troppe, e lui ancora non era riuscito ad eliminare quell’insopportabile palla di spine, che con i suoi amichetti, si divertiva a prenderlo per i fondelli smontando con violenza tutto quello che lui con tanto sudore e fatica aveva creato!
L’unica eccezione va data a E-123 Omega, il suo lavoro gli si era rivoltato contro giurando aspra vendetta nei suoi confronti, ingrato!
Quell’ammasso di ferro vecchio non aveva capito e non potrà mai capire il perché lui l’abbia lasciato in quel magazzino insieme ad una creazione fatta dal suo amato nonno, l’unica persona che lui stimava e che riteneva avesse un QI pari, se non superiore, al suo!
L’unica differenza tra i due scienziati era che il primo cercava una cura per la sua amata nipote, il secondo cercava di conquistare il mondo, per il resto erano simili quasi in tutto.

Il futuro dominatore del mondo smise di disegnare sulla carta le gambe del robot per massaggiarsi le spalle, erano quasi 3 giorni che non usciva di lì, i suoi robot assistenti gli portavano i pasti che spesso, strano ma vero, lasciava a metà per riprendere il lavoro dove aveva momentaneamente sospeso, aveva inoltre vietato severamente ogni singola forma di disturbo, solo in casi estremi potevano chiamarlo ma se si trattava di una stupidaggine i suoi “cari” assistenti erano certi di fare una brutta fine, quindi per salvare la pelle, o i circuiti?
Si tenevano bene alla larga dal loro creatore, stando attenti e vigili nel caso li chiamasse ma, nel complesso, erano nel totale ozio.

In quel momento stavano nella camera del più piccolo e vivace dei tre, un robottino tutto nero con un razzo attaccato dietro ed una borsa da postino in spalla, gli altri due erano più grandi rispetto al loro collega, uno era un robot alto e magro color senape, il suo compare era basso e cicciotto ed era color argento, la stanza era fatta di metallo, pareti, pavimento, mobili…
Tutto creato da quel materiale lucido e freddo, unica eccezione va data al materasso e dal cuscino, fatti dei loro consueti materiali. Il trio stava seduto sull’ oggetto citato poco fa, stavano chiacchierando tranquillamente del più e del meno, quando il robot argentato, che si chiama Bocoe, dice una frase strana agli altri due.
Bocoe: Però… Io è da un pò che avverto come una presenza nella base, non so è un’impressione.
Il robot giallo, di nome Decoe, lo guardò stranito.

Decoe: In che senso Bocoe? A che presenza ti riferisci?
Il più piccolo, Bokkun si chiama, svolazzava sopra di loro, ma appena sentì l’affermazione del robot argentato si fermò a guardarlo incuriosito.

Bocoe: Non saprei descriverla Decoe, so soltanto che presto ci cacceremo in un mare di guai…
Bokkun: Sei sempre il solito pessimista, che cosa può succedere? In questo periodo stiamo soltanto riposando e il Dottore per completare il suo nuovo robot ci metterà ancora molto tempo!
Bocoe: Non c’entra nulla il nuovo robot Bokkun! Io…

Non finì mai quella frase, d’improvviso si aprì una voragine sulla parete opposta alla loro, era fatta di materia oscura con degli schizzi rossi che ricordavano tanto il sangue, da questa voragine ve ne uscì una figura incappucciata, rivolse loro uno sguardo iniettato di sangue e, con passo lento, si avvicinò pronunciando queste parole.
???: Voi sapete dove si trova il Dottor. Ivo Julien Robotnik? Il nipote del Dottor. Gerald Robotnik? Parlate! Altrimenti sarà peggio per voi…
La figura li guardava in maniera minacciosa, i tre si erano stretti l’un l’altro e la guardavano con terrore puro, il cip vocale che avevano impiantato, in quel momento, decise di non funzionare, così che nessuno del gruppo riuscì a proferire la più vicina cosa che si potesse paragonare ad una sillaba, riuscirono però a trovare il coraggio di annuire, tremando vistosamente. L’incappucciata li guardò divertita, per via dell’effetto che aveva causato su di loro, ghignò mostrando hai robot dei canini appuntiti che le arrivavano poco più sotto del mento.
???: Molto bene, conducetemi immediatamente da lui!
Nessuno di loro però osò muovere un solo muscolo, erano paralizzati, e sarebbe stato un miracolo se si fossero staccati tra di loro, Bokkun però riuscì a parlare e non seppe mai da dove aveva preso quel grande coraggio.
Bokkun: M-ma t-t-tu c-c-hi s-e-ei??
???: Oh, tutto a tempo debito mio piccolo robottino, saprai la mia identità molto presto, prima però mi devi dire dove si trova il Dottor. Robotnik, gli devo… Parlare…
Quell’ultima parola sembrava intinta nel più perverso veleno, mille significati vi si potevano dare, e soltanto quell’estranea ne conosceva il vero significato.
Si sentirono due grida riecheggiare per tutta la Tecno-Base, seguite poi da due tonfi che fecero molto baccano, metallo contro metallo poteva causare solo quello sgradevole suono, il più coraggioso del trio guardava i suoi compagni svenuti, senza un motivo apparente, era da solo, solo con quella persona che cercava il suo creatore e che non faceva capire quali intenzioni avesse. La guardò, il coraggio che aveva avuto prima per parlarle ora era svanito, scomparso, eclissato…
???: Debolucci i tuoi amici vero? Ma adesso mi sono stufata di giocare, o mi dici dove si trova il Dottor. Robotnik oppure…

Si avvicinava a lui, con passi lenti, calcolati per far crescere la paura, l’angoscia, il terrore dentro il suo fragile corpicino di metallo, lacrime di disperazione uscirono dai suoi occhi, si mise in ginocchio e pigolando come un pulcino le riuscì a parlare grazie alla forza della disperazione.
Bokkun: Il Dottor. Eggman sta 4 piani sotto di noi, si trova nella sua stanza a progettare un nuovo robot, ti supplico non farmi del male!!!
Lei non poté non continuare a ghignare divertita, dopo tutti quegli anni continuava ad avere effetto la sua semplice presenza.
Il piccolo robot color pece non sentendo più nulla, alzò piano il capo fino allora tenuto basso, non vide né la misteriosa figura né il portale da dove ella era uscita, non capendoci nulla Bokkun prese l’esempio dei suoi compari e cadde svenuto senza emettere alcun lamento.
Eggman guardò soddisfatto il disegno che pochi attimi fa aveva ultimato, si sentiva particolarmente orgoglioso di sé, con quel robot la sua vittoria contro l’insetto blu era assicurata al cento per cento e finalmente il sogno di Eggmalandia non sarebbe stato più solo frutto della sua mente, sconfiggendo Sonic e i suoi amichetti potrebbe essere anche magnanimo e risparmiarli facendoli vivere sotto continue torture a suo piacimento, già si gustava le suppliche del suo odiato nemico, che lo pregava di lasciarlo vivere…
Eggman: Oh oh oh oh!!! Sonic, questa volta stai pur certo che finirai molto male, mi riprenderò la rivincita di ogni singola umiliazione che mi hai inflitto e stai certo che sarà una vendetta dal sapore intenso e caldo!! OH OH OH OH!!!
???: Dottore lei sbaglia… La vendetta è un piatto che si gusta freddo!
Eggman: Chi c’è??
Una armoniosa risata che prometteva distruzione arrivò sublime e terrificante alle orecchie del Dottore, un brivido gli scese lungo la spina dorsale, chi era che poteva intrufolarsi in quel modo nella sua base senza essere visto?
???: Dottore, sarò lieta di rispondere ad ogni sua domanda, dopo che avrà accettato una mia proposta…
L’uomo baffuto drizzò le orecchie, cosa voleva da lui quella lì?
Eggman: Quale proposta? Fatti vedere, non mi piace parlare al vuoto!!
???: Si giri Dottore, io sono qui…
Si paralizzò…
Come poteva essere dietro di lui???
Voltandosi lentamente vide una figura minuta, probabilmente una mobidiana, coperta verso il petto e il viso da un lungo mantello grigio scuro sfilacciato verso la fine con buchi e chiazze di un rosso intenso che pareva proprio il liquido vitale di cui anche lui era in possesso, il viso era impossibile da vedere, oscurato dal cappuccio tirato apposta fino al naso, un ghigno sadico e gentile faceva bella mostra insieme ad un paio di canini affilati che scintillavano beffardi.
Eggman: Chi sei?
???: Mi presento, io sono l’Angelo Nero, portatrice di distruzione e angoscia, e sono venuta fin qui per esaudire il vostro più profondo sogno, distruggere Sonic!!
Era proprio vero quello che stava accadendo? Oppure si era addormentato sul suo progetto e questo era solo un sogno??
Ciò nonostante se quella tipa era veramente lì per aiutarlo e se quello non era un sogno, allora poteva utilizzare la cosa a proprio ventaggio.
Eggman: Perché vuoi aiutarmi?
Il ghigno sul suo viso si accentuò un pochino.
???: Perché anche io cerco vendetta, e senza di lei, mente brillante e astuta, non potrei portarla a termine, vuole allearsi con me Dottor Robotnik?
Quella ragazza gli stava offrendo il suo aiuto in cambio di altro aiuto?
Poteva benissimo rifiutare…
Chi gli assicurava che lei potesse essergli utile nel suo piano di conquista?
Eggman: Accetto! Sarò lieto di collaborare con chi riconosce il mio alto intelletto!!! Ma ad una condizione, voglio vedere le tue capacità, tu sai della mia alta e rinomata intelligenza ma tu…
Cosa sai fare??
Da sotto il cappuccio si poterono notare due rubini scintillanti di odio e rancore, erano dannatamente belli e assassini, come la loro proprietaria, un sorrisetto fece crescere il dubbio nell’uomo, aveva fatto la cosa giusta?
???: Mi creda Dottore, so fare tanto, forse TROPPO per che voi mortali capiate…
E da qui, ufficialmente iniziò l’inferno per tutti loro.
 

 
Salve gente, allora come va?? =D
Spero bene, devo fare presto perché è tardi, ho solo questi cinque minuti liberi ^^’’’’
Questa misteriosa ragazza darà inizio ad una serie di eventi a catena che porteranno i nostri eroi a scavare nei loro armadi e affrontare gli scheletri che vi avevano nascosto, spero che continuando a scrivere la storia vi possa interessare di più, non sono ancora molto abile in questo campo, ma continuando anche grazie hai vostri preziosi consigli sono sicura che migliorerò!! >:D
Ora vado, alla prossima gente!!!! <3
Con sempre tanto affetto, Astrid the cat alias Me X3
  
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