Buonasera! Questa storia è
stata scritta per un contest, appunto Quella
memorabile partita di Quidditch, dove si chiedeva di inventare una partita
tra le più memorabili tanto da rimanere negli annali di Hogwarts. In verità
questa è la prima FF non drammatica che scrivo =) a me piace abbastanza, e
sarei tanto felice di sapere la vostra!
Ringrazio anticipatamente, e
buona lettura!
Quella memorabile partita di Quidditch.
Al
caldo tepore del camino scoppiettante, Harry era seduto su un cuscino accanto a
Ron, Fred e George. Le vacanze di Natale stavano per concludersi,
purtroppo, così tutti stavano godendosi le ultime ore di relax che Grimmauld
Place poteva offrire.
“E’ stata la partita di Quidditch più bella che io abbia mai visto” disse Fred
scuotendo la testa, gli occhi persi nel vuoto.
“Già…” non mancò di aggiungere George.
“Cosa sono quelle facce da pesce lesso?” disse Sirius rivolto ai gemelli,
mentre faceva il suo ingresso in salotto in quell’istante; Harry gli fece spazio
sul divano.
“Parlavamo di Quidditch! Fred e George ci stavano raccontando l’ultima partita
di Quidditch Grifondoro contro Serpeverde… l’anno prima
del nostro arrivo ad Hogwarts!” disse subito Ron con entusiasmo.
“Mai sentita una partita del genere!” commentò Harry.
“Dite sul serio? Beh, aspettate di sentire la mia, allora… al nostro sesto
anno, mio e di tuo padre, Harry” disse Sirius, battendo un colpo sulla spalla
di Harry, “si giocò una partita di Quidditch che passò alla storia! Se avete voglia di sentirla… posso raccontarvela!” aggiunse
poi.
“Oh, sì per favore! Adoro parlare di Quidditch!” disse
Ron, con gli occhi a cuoricini.
Marzo,
del loro sesto anno, era appena scivolato via.
Il clima di Pasqua già aleggiava nell’aria e, come al
solito, James e Sirius non avevano alcuna intenzione, come il buon vecchio
Moony, di approfittare della pausa per studiare… ma avevano già in mente il
prossimo piano d’attacco per Mocciosus!
Il piano era semplice, eppure qualcosa quel giorno andò storto.
Era il primo giorno di vacanza; comodamente seduto sulla poltrona della Sala
Comune, coperto da James, Sirius sfilò dal suo taschino la Mappa del
Malandrino.
“Eccolo, è in biblioteca… vecchio volpone, vuole
mettersi a passo con gli studi… eheh” rise malefico
Sirius, prima di richiudere la Mappa e sgattaiolare fuori.
Percorsero i vari corridoi e, quando arrivarono, James rimase fuori la porta in attesa del segnale. Neanche due minuti dopo, dal
corridoio James avvertì un grosso baccano provenire da dentro e subito dopo
Sirius che usciva di corsa col bottino, e “vola Jamie!”
disse all’amico, prendendolo per il mantello.
Quando finalmente furono fuori portata di Mocciosus, Sirius buttò tra le mani del suo amico un
vecchio e logoro libro di Pozioni dall’aria davvero trasandata, con molte
pieghe e scritte in ogni spazio bianco disponibile.
“Cos’è questo, Padfoot?” chiese James, dall’aria
seria.
“Ehm…” disse Sirius, che solo allora si era accorto davvero di quel che aveva
rubato al Serpeverde, “non lo so?” aggiunse, sconcertato.
“Ma SIRIUS! Dico, per una volta che ti lascio svolgere una missione da solo, tu
cosa fai? Mi rubi uno stupido libro a Mocciosus, e per di più vecchio e di POZIONI!” disse
infuriato James.
“Suvvia Jamie… nella confusione! E poi anche i
migliori possono sbagliare, no?” rispose, sorridente.
“I migliori… Su dai… passami la Mappa.”
“La Mappa? Ce l’hai tu la Mappa, Jamie!”
“No caro Sirius, l’ultima volta si è infilata nel TUO taschino, non nel MIO!
Hai perso la Mappa, Sirius? Lo hai fatto? Hai perso il NOSTRO lavoro di una
vita?”
Sirius non rispose, tastandosi ogni parte del corpo per trovare quella dannata
pergamena, “Non è possibile che l’abbia persa…” farfugliava.
James sbuffò, prima di tornare a correre per i corridoi alla ricerca della
pergamena, e quando arrivò senza fiato in biblioteca, un sorridente Severus
Piton era sulla soglia con in mano il pezzo di carta
che lui cercava.
“Dammela.” tagliò corto lui, mostrando una mano avanti.
“No, se il tuo cagnolino non mi restituisce il libro” rispose Severus, facendo
un cenno verso Sirius che era appena arrivato alle spalle del suo amico.
“Prima la Mapp- ehm.. la pergamena” insisté James.
Severus aggrottò la fronte, “perchè mai una pergamena
vuota è tanto importante per te?” disse rigirandosela tra le mani e non togliendo
lo sguardo dal libro che Sirius reggeva con poca cura.
“Mocciosus, vuoi dargli la pergamena o devo
schiantarti? E come mai per te questo vecchio libro è
così importante?” disse Sirius, strattonando il libro per far volare via
qualche pagina.
“Black POSA SUBITO QUEL LIBRO A TERRA!” urlò il Serpeverde rosso in faccia.
“Come vuoi, Mocciosus” Sirius scaraventò il libro a
terra ed estrasse la bacchetta in una frazione di secondo.. ma furono le ultime
due cose che fece prima di risvegliarsi, completamente intontito, in
infermeria.
“Che c’entra tutto questo col Quidditch? Dai Sirius, vieni al
dunque!” esclamò Ron impaziente.
“Ronald Weasley, una storia deve andare per gradi! Se non sai cos’è successo prima, come faccio a raccontarti
tutto per bene?! Dunque ok, mi sono risvegliato al fianco di Mocciosus con una gamba ingessata e con la vaga sensazione di averla combinata grossa. Mocciosus,
che stava al letto di fianco al mio, non stava meglio di me, e dalle poche frecciatine che mi lanciò riuscii
a capire quanto fosse importante per lui il suo libro di Pozioni… quasi quanto
per me la Mappa del Malandrino! Così mi venne un’idea..”
Sirius fece una pausa, mentre gli ascoltatori stirarono il collo verso di lui,
come per sentire meglio.
L’atmosfera fu interrotta dalla voce di Remus; salutò tutti ed anche lui prese posto, pronto ad ascoltare le vecchie storie di
Hogwarts che sembravano ormai così lontane.
“Per riavere la Mappa e tenere l’adorato libro, dovevo sfidare il vecchio buon Mocciosus. E cosa meglio di una
partita di Quidditch? Sapevo che non avrebbe accettato, per lui sarebbe stato difficile non solo vincere, quanto trovare
altre persone disposte a giocare con lui nel periodo di Pasqua! Ma
evidentemente quel libro doveva valere più di quanto io
ancora non riesca ad immaginare perchè, con mia
grande sorpresa, accettò.”
“Sei
un’idiota!”
Remus camminava avanti e indietro per la stanza, era
molto nervoso. Non lo si vedeva così preoccupato da
anni.
“E se ci beccano?!? Sai cosa potrebbe succedermi se ci beccano?” continuò.
“Moony sai benissimo che la Mappa è superprotetta, e poi-”
“James Potter, quattro sedicenni non potrebbero mai fregare un settantenne.. e poi dove li troviamo sette giocatori di Quidditch
adesso?” chiese Remus.
“Uno sono io. L’altro sei tu. Peter, giocherà anche
lui. E poi c’è gente che farebbe la fila per giocare!”
insisté James.
“Già!!”
scoppiò in una allegra risata Remus, “Sirius aveva una
gamba ingessata, perciò non poteva giocare assolutamente! Però
quel che James diceva era vero: in meno di mezza giornata mezza torre di
Grifondoro era disposta a giocare la partita contro i Serpeverde. Ma io ero scettico lo stesso!!” aggiunse.
“Non interrompermi!” esclamò Sirius.
Due
giorni dopo, al calare del sole, Severus Piton era seduto sulla sua sedia a
rotelle all’entrata del campo da Quidditch, circondato dai suoi sette
giocatori.
“Sono stufo di attendere” disse Rosier alla sua
destra.
“Anche io, non preoccuparti” rispose Severus.
Finalmente il pesante portone del Castello si aprì e otto persone (compresa una
seggiola a rotelle) scivolarono fuori, strette nei loro mantelli.
“Black… stavo invecchiando. Hai portato il libro?” disse Severus quando erano
ormai vicini.
“Eccolo. E tu la pergamena, mio caro Mocciosus?!”
ghignò Sirius.
“Certamente. E non vedo l’ora di bruciarla” rispose il Serpeverde, e tutti gli
altri risero divertiti.
“Avete il permesso firmato da un professore per usare illegalmente il campo?”
intervenne Remus, imbarazzato con una scopa in mano e vestito in quella
maniera.
“Un cosa?” chiese ridendo Harvey.
“Un perm-” continuò Remus, ma James gli fece arrivare
una gomitata all’altezza dello stomaco.
“Uuh il prefettuccio ha
paura di giocare senza permesso?” canzonò Harvey di
nuovo, e poi “forza, andiamo” aggiunse.
“Moony sta zitto, vuoi farci fare una brutta figura?!” sussurrò Jamie all’orecchio di Remus.
“Senti James. Sono vestito in questo modo, ho interrotto gli studi, mi sto
riducendo a giocare a Quidditch io che non ho mai sfiorato una scopa, solo perchè te e quell’idiota del tuo compare avete
perso qualcosa che potrebbe determinare la fine della mia carriera scolastica!
Ed ora scopro che non abbiamo neanche il permesso?!” si infuriò
Remus che era rosso in faccia.
“Vuoi ritirarti Moony? Mi stai dicendo che vuoi davvero ritirarti?” rispose
James.
“La smettete voi due ed andate a scaldarvi? Forza, su su!”
li incitò Sirius dal basso della sua sedia.
Neanche un istante dopo, dal cancello del campo oscurato entrarono parecchie
sciarpe colorate gialle e rosse, verdi e nere; quando le persone si
avvicinarono, Sirius chiese curioso che diamine avevano intenzione di fare.
“Per niente al mondo ci saremo perse una partita così! E
poi si dice in giro che nessuno vi ha firmato il permesso, perciò qualcuno
dovrà pur fare la luce con la bacchetta!” disse un ragazzo del primo o del
secondo anno di Grifondoro; Sirius si fermò un attimo a pensare alla faccia che
avrebbe fatto Remus di lì a pochi secondi e poi decise di farli passare.
Difatti, quando tutti furono usciti dagli spogliatoi, Remus non mancò di sottolineare “ho accettato anche perchè
sapevo che NESSUNO e dico NESSUNO mi avrebbe visto in queste condizioni!!” ma
passò relativamente subito.
Tutti si portarono a centro campo; Sirius e Severus faccia a faccia, al centro
erano circondati dai sette giocatori delle loro squadre e, alle estremità,
tanti Lumos Maxima vennero
pronunciati dagli spettatori, così tante piccole lucine illuminarono tutta la
scena.
Sei pronto, Mocciosus?” gli fece l’occhiolino Sirius,
poi aggiunse portandosi alla gola la bacchetta “Buonasera signori e signore, la partita Grifondoro contro Schiappaverde ha inizio in questo
istante!” e la sua voce si amplificò all’improvviso.
Severus ed i Serpeverde fecero una smorfia e tentarono di buttarsi contro
Sirius, che però liberò subito le palle da Quidditch in aria e furono subito
costretti a volare in alto.
I due sulla sedia a rotelle si fecero subito da parte lanciandosi maledizioni a
vicenda, poi come tutti gli altri voltarono le teste in alto.
I Serpeverde si erano facilmente schierati in cielo, Jhonas
era scattato velocemente in porta e Wilson aveva preso possesso di palla; tra i
Grifondoro invece, l’unico a sentirsi a proprio agio su di una scopa era James
Potter, che svolazzava qua e là ammiccando in direzione di Lily Evans che, molto probabilmente, era lì solo per vedere Remus Lupin
nei panni da giocatore di Quidditch.
“Black, vedo che hai fatto una
dura selezione per scegliere la tua squadra” esclamò Mocciosus con la bacchetta puntata in gola, sicché tutto lo
stadio poté sentirlo.
“Ti farò mangiare polvere, Mocciosus” ribatté l’altro
strappandogli la bacchetta di mano e puntandola alla sua bocca.
“Difatti, il Capitano Potter,
dall’alto della sua postazione, abilmente coordina i propri giocatori; maggior
attenzione è rivolta al Battitore Remus Lupin: che eleganza! É nato col bastone
in mano! Difatti scaglia il suo primo bolide molto lontano!” commentò Sirius,
ma la bacchetta gli venne tolta dalle mani.
“Usa la tua bacchetta, Black, non
vorrai attaccarmi i pidocchi. E, per la cronaca, Lupin
somiglia più ad un troll di montagna con quel bastone
in mano. Per non parlare di Alastoff,
non sa afferrare neanche una stupida palla al volo. Fortunatamente Serpeverde
recupera la Pluffa e segna la sua prima rete di una
lunga lunga serie. E-viva.”
disse Severus con veramente poco entusiasmo.
“Peccato, davvero peccato per
questa fantastica squadra di Schiopodidoro, erano
anni che non si vedeva una squadra così pessima” aggiunse poi,
rivolto verso Sirius che di nuovo gli strappò la bacchetta dalle mani.
“Vermiverdi, miei cari tifosi, segnano la prima ed
ultima rete. Ma ecco che Peter Minus
tenta un difficile slalom tra i suoi avversari ma non
riesce e passa la palla al suo compagno Remus Lu-
PETER, REMUS è UN BATTITORE, QUANTE VOLTE DEVO ANCORA SPIEGARTELO? Remus Lupin,
non lasciare la mazza, NON BUTTARLA A TERRA!! Ahh, ragazzi..
siete un disastro…”
Tutto lo stadio si stava rotolando dalle risate. Remus, in preda al panico,
aveva lasciato cadere a terra la sua mazza per afferrare la Pluffa
ed era rimasto immobile a guardare James sgolarsi. Purtroppo la palla fu di
nuovo conquistata dai Serpeverde che segnarono la seconda rete al portiere Kurz; nel frattempo, Sirius e Severus continuavano a
litigarsi la bacchetta per continuare la telecronaca.
“Questa è la MIA bacchetta, Black!
I Serpeverde continuano il loro gioco, anche se non vedo perchè
mai dovremo continuare questa partita. La tua formazione è patetica, Black.
Potrei lanciare un paio di PON-PON a Remus Lupin, sono convinto che ci intratterrà con un delizioso balletto…”
“Non farai mai carriera da telecronista, Mocciosus,
se continui con questo tono da funerale.”
“Difatti non è la mia massima ispirazione, Black.”
“Ma non distraiamoci, i tifosi non
sono qui per ascoltare la tua soporifera voce. Finalmente Kurz
blocca una Pluffa e, approfittando della distrazione
Remus Lupin che sembra in preda ad una crisi di nervi, rilancia la palla verso
Ruben che SEGNA LA PRIMA RETE ROSSO-ORO!” esultò Sirius, dagli
spalti Grifondoro si alzò un boato, forse troppo forte, di applausi
e grida.
“Sirius Black, vuoi dire per favore ai tuoi amici sugli spalti di URLARE PIANO?
Vuoi farci sgamare dal Preside?” Remus si era
avvicinato con poca classe e con non poche difficoltà vicino ai due
telecronisti.
“Suvvia Moony, divertiti.. sei giovane!” disse Sirius
con noncuranza, mentre distratto, si faceva sfilare la bacchetta di mano da
Severus.
“Finalmente quella zucca vuota di
Ruben si è svegliato. Poco male, Serpeverde nel frattempo ha segnato altre due
reti. Potter, piuttosto che dare ordini, dovrebbe impegnarsi a trovare il
Boccino, se vuole avere la minima speranza di vincere… ma con una squadra così
no-”
“Sta zitto Mocciosus,
tappati quella fogna e sta buono buono
qui. Ottimo. SIGNORI, non disperate, questo è solo il
riscaldamento, siamo solo all’inizio! Presto vi faremo vedere di che
pasta siamo fatti!”concluse Sirius.
“…
ma la situazione era più che tragica: io non facevo altro che imprecare perchè non riuscivo a star dritto sulla scopa ed avevo il
costante terrore che di lì a poco qualche professore sarebbe arrivato a
sospenderci tutti; Peter era troppo impegnato a fare
il gradasso per prendere la Pluffa; Kurz ancora non si rendeva conto di essere il portiere e
James, bene o male, portava avanti il resto della partita. La situazione dei Serpeverde non era poi così diversa dalla nostra, Rosier
era un vero e proprio buffone! Con la mazza tentava di colpire i nostri
giocatori!” disse Remus, mentre i piccoli ascoltatori avevano gli occhi
sognanti e le lacrime agli occhi per le risa.
“Già, già.. inoltre eravamo senza arbitro.. certo, chi
potevamo scegliere come arbitro? Non ci sarebbe stata imparzialità. Infatti, proprio quando iniziammo a renderci conto di questo
piccolo particolare, bè… proprio lì cominciò il bello…”
“Piton,
dì subito al tuo amico di smetterla con quella dannata mazza o giuro che lo maledico! Non vedi che mi distrae i giocatori?!” esclamò
Sirius, togliendosi la bacchetta dalla gola e rivolto a Severus.
“E chi glielo impedisce?” fu la risposta di Severus che, con abile mossa, si
rimpossessò della bacchetta magica e continuò la telecronaca.
“La situazione è davvero tragica
per i Gattini, che non stanno toccando palla. Rosier
si prepara a ricevere un Bolide, ma…“
Il Serpeverde mancò di un soffio il Bolide e lanciò la sua mazza direttamente in
faccia ad Harvey. Cominciò a
muoversi frenetico con tutt’e due le gambe ed una mano, mentre l’altra era
attaccata alla scopa saldamente, per non cadere.
Severus si girò e vide Sirius con in mano la propria
bacchetta puntata sul giocatore, con un ghigno malefico stampato in faccia.
“Brutto bastardo…” disse Severus, tentando di strappargli la bacchetta di mano,
senza successo.
“Un bel tarantallegra, così vediamo se la smette con
quella dannata mazza” commentò Sirius.
“E’ scorretto!” continuò Severus.
“E chi me lo impedisce?” continuò Sirius.
“Vedremo!”
Severus puntò la sua bacchetta verso Peter, gridò
“CONFUNDUS!” ed il Grifondoro, con la Pluffa in mano,
cominciò a girare in tondo, poi a zig zag e poi, misteriosamente, segnò una splendida (per modo
di dire) autorete.
“E ora come la mettiamo?” rise beffardo il Serpeverde sulla carrozzella.
“Mocciosus, proprio non dovevi farlo. Vuoi la guerra?
Bene, adesso l’avrai” dichiarò Sirius.
“Sirius Black non fare ciò che stai per fare!” urlò
dall’alto Remus che stava di nuovo atterrando; aveva fiutato pericolo. “Ti
prego Sirius.. concludiamo civilmente questa maledetta
partita ed andiamocene nei dormitori, ormai TUTTI se ne saranno accorti su al
Castello!” aggiunse, disperato.
“Senti Remus, se vuoi andare a cambiarti vai pure! Ma
io non abbandono la mia squadra nel momento in cui ha più bisogno di me!”
rispose solenne.
Nel frattempo Severus aveva lanciato un Gambemolli a
destra e uno a sinistra; puntò la bacchetta anche su James ma lui riuscì ad
evitare il getto di luce, scomparendo dietro le nuvole.
“Non fregherai il mio Cercatore così facilmente!” commentò Sirius.
Tutto ad un tratto, sugli spalti gli alunni si alzarono in piedi, con le teste
rivolte in alto. James aveva finalmente avvistato il luccicante boccino. Il
Cercatore di Serpeverde, quindi, si buttò nella direzione di James e anche lui
scomparve alla vista di Sirius, Remus e Severus.
“Sei ancora qui? Avanti Rem! Vai a dare una mano a Peter! Piuttosto, liberalo da quello stupido Incantesimo,
sta facendo più casini lui che l’intera squadra delle Serpi!” esclamò Sirius e
rimandò il lupo in campo mentre scagliava qua e là varie maledizioni.
Quasi tutti i giocatori erano schiavi degli Incantesimi più strani, ad opera dei due in carrozzella.
“Regnava
il caos” disse Sirius semplicemente, con lo sguardo perso nel vuoto.
“Sugli spalti anche stava succedendo di tutto.. da uno
spalto all’altro, tra Grifondoro e Serpeverde, tutti che si lanciavano
maledizioni… ricordo che alcuni erano arrivati anche ad alzare le mani… vere e
proprie risse! Tutta colpa tua, Sirius…” commentò Remus, portandosi una mano
alla fronte.
“Meraviglioso!”esclamò Fred, “una vera e propria rissa durante una partita
illegale!”
“Fantastico! Pensa a quanti Tiri Vispi avremmo potuto vendere, Fred… con tutti
quei soldi avrei comprato l’intera Hogwarts!” aggiunse
suo fratello George.
“Dai Sirius, continua!!” tagliò corto Ron.
“Eppure… mancava così poco, accidenti!” disse Sirius, affranto.
“A cosa?” chiese Harry.
“Alla vincita!”
Dopo
neanche dieci minuti, James Potter sbucava di nuovo dallo strato di nuvole, con in mano il brillante Boccino. Tutti i Grifondoro stavano
esultando, però non avevamo fatto i conti con un piccolo particolare:
Serpeverde stava vincendo di 170 punti in più, a causa di tutte le reti che Peter Minus aveva
segnato alle reti sbagliate.
“Cosa esultate, Mezzosangue senza
cervello! La partita si è conclusa 170 a 190,
Serpeverde ha vinto!” disse Severus utilizzando il Sonorus sicché tutti potessero sentire… così i Serpeverde
cominciarono ad esultare e a strapparsi i capelli per la felicità.
Sirius, noncurante della gamba fasciata, con l’altra si diede un forte spintone
e precipitò in braccio a Severus, cominciando a frugargli dentro il mantello
alla ricerca della Mappa. Non poteva assolutamente farsi
fregare così.
“Black, MI STA VIOLENTANDO!” urlò il Serpeverde, così i suoi compagni
scesero alla carica per dare man forte. Anche i Grifondoro fecero lo stesso, e
tutti si ritrovarono l’uno di fronte l’altro con le bacchette sguainate.
“Ti faccio mangiare la polvere, Potter” disse Wayne,
che si era fatto fregare, qualche minuto prima, il
Boccino da sotto il naso.
Intanto Sirius non lasciava respiro al povero Piton, che aveva assunto un
aspetto violaceo.
“B-BLA-AAA-CKK” urlò invano.
“Sta fermo Mocciosus, o mi costringi a farti del
male!” disse lui.
Ma il tutto durò, circa, altri due secondi e mezzo.
Minerva McGrannitt, seguita da Albus Silente, entrò nel campo da Quidditch.
“Che cosa sta succedendo qui.” disse,
scandendo bene le parole, gli occhi sbarrati dal caos che regnava sovrano per
tutto il campo.
“Niente!” disse stupidamente Sirius, vedendola.
Dagli spalti, cominciò una fuga generale per non farsi beccare in flagrante, ma
tutti i giocatori più Sirius e Severus furono trattenuti, in trappola come
topi.
“Siamo in trappola, come topi..” commentò
Peter all’orecchio di Kurz,
scendendo dalla scopa.
“Vi voglio tutti nel mio ufficio, tra esattamente quindici minuti” disse con
calma il preside, prima di voltarsi.
“Questo
è quanto!” disse Sirius e fece per alzarsi, ma Harry lo
trattenne.
“Come questo è quanto! E la Mappa? E
la punizione di Silente? Il libro di Piton! Smetti sul più
bello?” disse Harry deluso.
“La Mappa, ovviamente la strappai dalle manacce di Mocciosu-
ehm… del professor Piton” si corresse dopo che Remus gli lanciò un’occhiata.
“Fu una fatica interminabile, oltre la punizione, sorbirmi le prediche di
Remus! Prefettuccio punito!” cantilenò Sirius.
“Già, alla fine Sirius riprese la Mappa e io restituii
il libro al professor Piton, perchè giustamente aveva
vinto la partita. Sapevo che, alla fine, sarebbe andato tutto storto, ma James
mi ha praticamente costretto a giocare! Spiegarlo a
Silente non fu facile, e mi punì come tutti gli altri. Tutti furono
squalificati dal giocare a Quidditch fino alla fine dell’anno
e varie altre fastidiose punizioni…” terminò Remus.
“Quindi mio padre non giocò più con i Grifondoro quell’anno?!” chiese Harry
curioso.
“Oh, veramente sì, alla fine giocò. La professoressa McGrannitt era determinata
a vincere, quindi ottenne un permesso speciale per James e lo riportò in campo.” rispose di nuovo Remus.
“Harry, dovremo farlo anche noi! Contro Malfoy e la sua banda! Per dar loro una
lezione, una volta per tutte!” commentò Ron,
entusiasta.
“Fatti da parte, piccolo Ron, questo è compito nostro! E soprattutto, nessuno
riavrà niente indietro, anche se si tratta di uno stupido ed inutile libro di
Pozioni!” disse George, già sognante.
“Oh, George.. fosse stato per me, avrei bruciato
subito il libro.. ma si sa, Remus ha un grande cuore.”
Spero vi sia piaciuta!
È ambientata al 5° anno del
trio protagonista, durante una delle giornate trascorse durante le vacanze
Natalizie a Grimmauld Place. Perciò ancora nessuno capisce quanto per Piton
quel libro sia importante!
A prestoo!