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Autore: Lord Gyber    20/08/2014    3 recensioni
Citazione del personaggio: Il buio. Il buio ed il silenzio sono la prima cosa che ricordo....Il mio corpo. Il mio corpo aveva perso ogni genere di umanità.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina mi alzai con il sorriso sulle labbra, perché non avrei dovuto? Avevo una casa, vivevo con la mia amata ed avevamo trovato degli amici. Ciò mi rendeva felice oltre ogni limite. Mi avvicinai alla finestra della mia stanza per annusare un po' d'aria pura. C'era un bellissimo sole e in cielo non c'era neanche una nuvola. Posai lo sguardo sulla cittadina, a quell'ora l'orologio principale suonava le campane per dare il risveglio ai cittadini. Però c'era qualcosa di strano. Aguzzando bene la vista vidi vari pinnacoli di fumo provenire da alcune case. Pensai a qualche camino acceso, ma dovetti ricredermi quando sentì un potente ruggito. Il boato fu talmente forte che svegliò 20. Lei mi guardò con aria spaventata.

- Cosa sta succedendo!?! -

- Vado a controllare. Tu resta qui. -

Saltai giù dalla finestra e mi diressi a tutta velocità a Ponyville.

 

Quando arrivai, il paese era stato semi-distrutto. Alcune pareti delle case erano crollate mentre le costruzioni più semplici, come la bancarelle, furono completamente distrutte. Sentì un secondo ruggito provenire dalla piazza centrale e mi diressi li a tutta velocità. Ciò che mi si parò davanti era qualcosa che avrei sperato di non rivedere più in tutta la mia vita, la chimera 107, conosciuta come la mietitrice, data la sua ferocia e la sua brutalità. Ciò che creava tanta paura in lei non era solo la sua forza ma anche il suo aspetto: il corpo era quello di un ragno grande come un carro, attaccati all'addome dell'aracnide vi erano cucite due chele da scorpione altrettanto grandi, ma la cosa particolare era che la sua testa non era di animale ma bensì di pianta, infatti, attaccata ad un lungo collo, vi era la testa di una Venere acchiappamosche gigante dotata di denti molto affilati. Tutti al laboratorio avevamo paura di lei. Chi l'affrontava finiva all'altro mondo. Fui anche tentato di andarmene e lasciare il paese al suo destino, ma dovetti ripensarci. 107 aveva bloccato contro il muro di una casa una puledra che stringeva fra gli zoccoli suo figlio, e stava per colpirli con la sua possente chela. Feci uno scatto in avanti e bloccai con le mani la chela, mentre stava cadendo sui due. A malapena riuscivo a bloccarla, aveva una forza enorme.

- Andatevene! Presto! -

I due dietro di me rimasero immobili terrorizzati da ciò che stava avvenendo davanti ai loro occhi.

- HO DETTO DI ANDARVENE!!! -

Al mio secondo incitamento, i due si rimisero in piedi e scapparono via, verso un luogo più sicuro. Distratto dall'occuparmi dell'incolumità dei due non vidi che 107, utilizzando al chela libera, mi aveva centrato il fianco sinistro con un impatto tanto forte da farmi perdere la presa e rompermi qualche costola. Poi, utilizzando la testa come un martello, mi scagliò contro una casa facendomi sfondare il muro contro cui andai a scontrarmi. Convinta di aver già vinto, si rimise a tormentare i cittadini. Quando rinvenni dalla botta, vidi che la mietitrice aveva bloccato al terreno Fluttershy ed era pronta ad aggredirla con la chela. Usando le gambe da leopardo mi lanciai difronte a lei mettendo il braccio da drago a fare da scudo.

Sentì un dolore terribile mentre vidi il mio braccio volarmi davanti agli occhi per poi cadere per terra. Quel maledetto mi aveva tranciato il braccio da drago con la pressione della chela. Caddi a terra sulle ginocchia e cominciai ad urlare, il dolore era mostruoso, senza contare la grande quantità di sangue che fuoriusciva dalla mia ferita. Mi voltai verso la pegaso per assicurarmi che stesse bene. Come vide quello che era successo cominciò a piangere.

- 100..il..il tuo braccio...-

- Scappa...forza..-

Si alzò piano piano e corse via. Almeno era al sicuro, a differenza di me. 107 mi afferrò per lo stomaco con la chela e cominciò a lanciarmi contro i vari palazzi. Mi prendeva, mi lanciava contro un edifico con molta forza e poi veniva a riprendermi. Dovevo averla fatta proprio incazzare. Il processo durò qualche minuto, fino a quando non decise di fare la sua mossa decisiva. Si allontanò dal mio corpo, disteso a terra, di qualche metro, prese lo slancio con una piccola rincorsa per poi saltare in aria ed atterrarmi con tutto il peso del suo corpo su tutta la parte superiore del mio, lasciando libera solo la testa e la spalla sinistra. Anche se non poteva, sono sicuro che fece un ghigno, mentre avvicinava la sua testa alla mia pronta a staccarmela con un morso. Ero spacciato, ormai nulla mi avrebbe salvato dal mio destino....devo smettere di essere così pessimista. Infatti sentì un formicolio provenire da dove in precedenza c'era il mio arto, ed allora avvenne il miracolo. Procurandomi un terribile dolore un nuovo braccio ricrebbe al posto di quello vecchio. Non ebbi il tempo di spiegarmi questo fenomeno, perché afferrai una zanna di quel mostro con il mio nuovo arto e gliela strappai con forza. Fece un ruggito e si staccò da me. Quella era l'unica occasione di rimontare, anche se continuavo a perdere le forze, ma dovevo ignorare il dolore per vincere. Corsi verso la bestia, ed utilizzando la sua zanna gli trapassai l'addome. Ruggì ancora più forte di prima mentre si portava le chele alla ferita. Io le utilizzai come una scala ed arrivai alla sua schiena. Mi aggrappai con le braccia al suo collo, e piantai gli artigli dei piedi nel suo corpo per non perdere l'equilibrio. Con le poche energie tirai con forza il suo collo, mentre di dimenava sperando di farmi cadere. Andò a sbattere contro delle case oppure si gettò con forza a terra, provò anche a prendermi con le chele, ma essendo troppo corte non arrivavano a me. Un ultimo sforzo e finalmente ci riuscì, utilizzando una forza che non credevo di avere, riuscì a staccarle la testa, strappando il collo dal corpo da ragno. Si dimenò ancora un po', poi cadde a terra, morta.

Scesi giù da lei buttando la testa per terra. Una folla di gente, capito che oramai non c'era più pericolo, uscì dai loro nascondigli, per osservare meglio il mastodontico cadavere e capire cosa diavolo fosse. Molti puntarono lo sguardo su di me, capendo che io appartenevo alla stessa razza di 107. Fra la tanta gente si avvicinarono a me Fluttershy e le sue amiche. Twilight si mise davanti al gruppo e mi guardò con degli occhi molto seri. -

- 100, quello non è un costume, vero? E' il tuo corpo. -

la popolazione mi lanciava occhiate ricolme di odio, probabilmente credevano che fossi anch'io una minaccia per la loro incolumità. Diedi le spalle a tutti loro, puntando verso la foresta.

- Ho capito. Me ne vado, non vi dovete preoccupare. Ma comunque io e 20 non siamo pericolosi, anche noi cerchiamo di scappare dai mostri che siamo diventati. -

E così, zoppicando, me ne tornai alla mia abitazione.

 

Una giornata iniziata così bene che finiva così male. Già mi immaginavo la faccia di 20 quando le avrei detto che non potevamo più andare in città. Avrebbe pianto, ne ero sicuro. Poi avrei pianto anch'io. Non potevamo fare altro. Arrivato a casa, notai che la porta era aperta, ma non ci badai ed entrai.

- M-ma che diavolo....? -

La casa era stata messa tutta a soqquadro, i mobili erano tutti per terra e le tende erano state lacerate, qualcuno era entrato in casa, ma era ben altro la mai preoccupazione.

- 20!!! -

Controllai tutto il piano inferiore ma non trovai alcuna traccia di lei, quindi presi le scale per andare al secondo piano. Entrai nella nostra stanza, e la trovai seduta sul nostro letto...ma non era sola. Un unicorno era seduta accanto a lei e con la magia teneva sollevato un coltello contro la sua gola.

- 100, lo sapevi che i draghi hanno la capacità di far ricrescere i propri arti dopo che questi sono stati amputati? -

Quella voce. Quella voce fastidiosa. E quel profumo. Quel profumo da quattro soldi. Mi voltai e lo vidi. Il professore era vivo e vegeto, e stava davanti a me. Come era possibile? Era morto. Io l'avevo ucciso. Se questo era un incubo mi sarei voluto svegliare immediatamente.

- Non mi aspettavo che battessi 107 così in fretta. Ti ho creato proprio bene. -

Mi guardò dritto in faccia e vide tutto il mio stupore.

- Probabilmente ti starai chiedendo come faccio ad essere vivo dopo quello che mi hai fatto. Beh, diciamo che la bio-mutazione non era l'unico progetto a cui lavoravo. -

Quel bastardo ne sapeva una più del diavolo.

- Taglia corto, e dimmi cosa voglio. -

- Cosa voglia? - fece una risatina che mi fece aumentare la pressione – Io voglio te. -

Voleva me?

- Io ti ho sempre considerato il mio più grande successo e oggi ne ho avuto la conferma. Tu hai un potenziale che va oltre ogni mia più rosea aspettativa. Immagina cosa potremmo fare se noi due unissimo le nostre forze. -

- Non voglio più avere a che fare con te! E se pensi che ti lascerò andare via da qui illeso, ti sbagli di grosso. -

- Mi dispiace caro, ma sono io ad avere il coltello dalla parte del manico. -

Lui indicò alle mie spalle e vidi il suo aiutante che premeva ancora di più il suo pugnale sul collo di 20.

- Pensi che non la ucciderò? Io sono capace di fare questo ed altro. Ma se ti unirai a me la tua amata 20 non avrà alcun problema. -

Strinsi i pugni dalla rabbia.

- Figlio di puttana. -

- Ho sentito di peggio. -

Avrei tanto voluto strangolarlo, ma non potevo. Non sarei mai potuto tornare con lui, ma il mio amore per 20 e il sapere che sarebbe stata al sicuro mi avrebbe spinto avanti.

- D'accordo. -

Vidi nello sguardo della mia metà un profondo stupore, sembrava quasi che volesse dirmi di non farlo, ma ormai era troppo tardi.

- Eccellente. Cedric, lasciala pure. -

Lo stallone si scostò da 20 e si mise al mio fianco insieme al professore. I due illuminarono i loro corni e ci teletrasportammo da un'altra parte. L'ultima cosa che vidi fu la mia compagna in lacrime.

 

Quando mi ripresi mi trovavo su una lettino per operazione, legato con delle cinture di cuoio. Avrei voluto oppormi, ma dovevo sopportare. Per 20. Il professore si avvicinò a me. Aveva un sorriso da pazzo.

- Cosa vuole fare di me? -

- Vedi, domani si terrà a Canterlot la più grande fiera scientifica del mondo e tu sarai il pezzo forte della serata. Avrai un compito molto importante. -

- Immagino che dovrò fare del male a coloro che l'hanno derisa, dico bene? -

- Oh, questo e molto altro ancora. Però prima dobbiamo darti una revisione. -

Con la magia fece levitare un siringa contenete un liquido rosso rubino.

- Sentirai a malapena un pizzicorino. -

Mi mise l'ago nel collo, e mi spremette dentro la strana sostanza. Poi, tutto divenne buio.

 

Mi sentivo strano, avevo il corpo molto pesante e sentivo attorno al collo una specie di guinzaglio.

- Ottimo, ora si che siamo pronti. 100, ruggisci se a Canterlot vuoi spaccare qualche testa. -

- RAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!!!!!!! -

- Bene, Ahahahahahah. -

E così ci avviammo.

  
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