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Autore: _Lillian_    20/08/2014    9 recensioni
Paese che vai... Usanza che trovi? E' questo il detto no?
Ma per i dodici scapestrati, le usanze dell'Antica Grecia non saranno tra le loro preferite.
Niente campo per cellulari, niente tecnologia.... Solo allenamenti e una storia tutta da scoprire, piena di misteri.
Tra intrecci, triangoli, frecciatine e battibecchi... Riusciranno i nostri eroi a salvarsi e a tornare alla vita di sempre?
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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 AVVERTENZE: alcune scene di questo capitolo possono presentare contenuti forti. Pertanto si prega di allacciare le cinture di sicurezza e mettersi un secchio accanto ai piedi in caso di vomitini u.u

 

 

Chapter 7

 

“Mamma...Attenti! Papà! No no...Rispondete...Aiuto! NO!”. Il ragazzo si agitava sempre più in preda a spasmi e deliri. Per Megan era sempre più difficile tenerlo fermo,le sue poche energie dovute allo scontro contro Giapeto stavano venendo sempre meno. Non capiva cosa il ragazzo stesse dicendo, cosa stesse vivendo in quel momento,se fosse stata realtà o solo un incubo. “Qualcuno ci aiuti! Jinny resisti! Maledetto! Mamma... Mamma... Papà... Sono qui! Ti aiuterò! Guardami!”. Megan rimase sconvolta dalle improvvise lacrime che iniziarono copiose a sgorgare dagli occhi dell'amico. No, non poteva essere solo un incubo, se tale fosse stato la reazione non sarebbe di certo stata quella. Se fosse stato solo un incubo la sofferenza sul suo volto non sarebbe stata così... reale. “Cameron calmati!”. La ragazza prese con forza le spalle del giovane spingendolo verso il letto, ma più cercava di tenerlo fermo, più lui si dimenava in preda a chissà cosa. Megan corse fuori l'undicesima casa chiamando a gran voce il nome di Ian, non sapeva cosa fare, si sentiva spaventata e impotente come non mai. Aveva paura, una dannata paura. “IAN! IAN!! QUALCUNO MI AIUTI! QUALCUNO LO AIUTI! VI PREGO!”. La ragazza continuava ad urlare in attesa che qualcuno corresse in suo soccorso e non dovette aspettare così tanto prima che Ian e Chloe, i più vicini, seguiti da Mark fecero capolino ai piedi della casa di Aquarius. Non ci fu bisogno di dare spiegazioni, il volto di Megan diceva già tutto e mentre Chloe si avvicinò all'amica per cercare di tranquillizzarla, gli altri due corsero verso la stanza di Cameron trovandolo in preda al delirio. Mark e Ian si avventarono sul suo corpo cercando di tenerlo fermo. “Ehi amico sta calmo, va tutto bene!” disse Mark trattenendo il biondo per le gambe mentre Ian cercava di tenergli ferme le braccia. Megan si avvicinò al letto del ragazzo tenendogli poi ferma la testa, accarezzandogliela dolcemente e sussurrandogli all'orecchio che andava tutto bene. In poco tempo il ragazzo smise di dimenarsi e tutti poterono tirare un sospiro di sollievo. “Ehi ragazzi! Ma... che... succede!?”. “Shsssssss!” dissero all'unisono i presenti contro una Ally appena arrivata, paonazza in volto, con Michael al suo fianco. La ragazza li guardò attonita per poi spostare lo sguardo su Cameron e annuire. Silenziosamente si spostarono tutti nella stanza accanto. “Dovrebbe essersi calmato, credo che ora lo attenda una gran bella dormita” sospirò Mark avvicinandosi ad Ally, arruffandole la frangia. “Tutto bene Megan?” chiese Chloe con voce sottile. “Si... credo di si”. “Devi esserti spaventata molto”. “Non sapevo cosa fare... grazie per essere venuti”. “Ehi, Cam è un nostro amico, è normale, non preoccuparti” disse Ally sorridendole e prendendosi un pugnetto in testa da Mark. “Ahi! Mi hai fatta male!” sbuffò la castana contro l'amico. “Ahaha scusa, è che hai detto qualcosa di sensato e volevo capire se avessero rapito la vera Ally”. “Sei davvero molto simpatico” rispose la ragazza sarcasticamente guardandolo di sottecchi. “Piantatela voi due!” sentenziò Michael sorridendo mentre Ian alzava gli occhi al cielo. “Se ci fosse stata qui Daisy l'avresti fatta morire, non solo hai parlato ma hai anche sorriso!” rise Mark. “È scientificamente testato che anche i miracoli possono accadere”.

 

“MOCCIOSI IN ARENA!”. Il vocione di Death Mask irruppe il silenzio del Santuario.

“Ma dico non si stanca mai!?”. “Che due palle quell'uomo!”. “È scientificamente testato che il Sinaygen è terminato e che se non ci muoviamo il cavaliere della quarta casa ci farà fuori in modo freddo e crudele”. “Andate pure, con Cameron resto io e tu invece va a letto a riposarti” disse il cavaliere di Aquarius apparso silenziosamente alle loro spalle a Megan. I ragazzi annuirono e corsero giù per le scale in fretta e furia. In poco tempo la maggior parte di loro si trovò dinanzi al cavaliere di Cancer affiancato da Kanon, anche, unici cavalieri presenti. Questi ultimi ancora evidentemente irritati per ciò che all'alba di quel giorno era successo, squadravano i giovani con astio. “Oggi sarete tutti nostri allievi! Il vostro terreno saranno le Lande desolate di un cimitero. Ovviamente non un cimitero normale, s'intende” rise in modo sinistro il cavaliere di Gemini facendo impallidire i nove presenti. “P...perchè non è normale?” avanzò mestamente Cole per paura di essere sbranato da uno dei due.

“Quanta fretta, le domande le faccio io. Abbiamo chiesto espressamente ai vostri 'adorati' maestri di avervi in custodia oggi e fortunatamente, non hanno avuto nulla da ridire o meglio la maggior parte non ha avuto nulla da ridire. Il che è anche logico considerati i vostri precedenti nei nostri confronti. Credevate davvero di poter prendere per il culo i cavalieri d'oro? Voi non avete ancora capito con chi avete a che fare ragazzini e ovviamente come promesso la mia vendetta sta arrivando”. I ragazzi fecero un impercettibile passo indietro, se c'era una cosa che durante la loro permanenza al Santuario avevano capito, era proprio quella che Cancer e Kanon di Gemini erano i più spietati, cattivi e sadici maestri sulla faccia dell'universo. Improvvisamente, come ultimamente accadeva spesso, il terreno sotto i loro piedi venne meno per poi essere catapultati malamente in un altro luogo. “Ahia che dolore”. “Il mio fondoschiena!”. “Accidenti!”. “Maledetti teletrasporti!”. Diverse furono le imprecazioni dei ragazzi, ma tutte terminarono nel momento in cui puntarono gli occhi su ciò che li circondava.

Dinanzi a loro una grigia terra deserta,alberi secchi senza alcun tipo di vegetazione a ricoprirli, si stagliavano lungo il perimetro. Stormi di corvi gracchiavano in modo sinistro poggiandosi poi sui rami o sulle nere tombe logorate dal tempo che ricoprivano la maggior parte del luogo. Qui e là statue di teschi incappucciati con grandi falci tra le scheletriche mani si ergevano. Una fitta nebbia iniziò a calare dal nulla. Si udivano rumori inquietanti e odori molesti. “Benvenuti nel luogo dove il sole non sorge mai” disse Kanon con voce grave. “Questo cimitero è stato creato appositamente per seppellire uomini e donne che nella loro vita terrena si sono macchiati del sangue di persone innocenti, secondo le leggende molti di loro hanno venduto l'anima al diavolo per ambire allo status di uomo immortale, pur tuttavia a quest'obiettivo non sono mai giunti poiché il diavolo stesso ha preferito divorare le loro membra dall'interno conducendoli nel luogo del non ritorno”. “Di grazia, noi qui cosa dovremmo farci?” chiese April sorprendentemente calma. “Ovviamente combattere. La nebbia tra poco coprirà tutto ciò che ora vi è possibile vedere attecchendo al terreno. Brancolerete nel buio e il vostro unico aiuto saranno i sensi che dovrete imparare a sviluppare” rispose Kanon serio. Ally prese la mano di Mark stringendola a più non posso. “Tranquilla piccola peste” gli sussurrò il ragazzo stringendole la mano e facendole poggiare la schiena contro il suo petto. “Mmh dato che vi volete tanto bene, sarete voi due ad aprire le danze. Voi altri, Cole contro Michael, April contro Ian, Bryan contro Chloe. Daisy! Tu contro di me, ovviamente. Scontro frontale corpo a corpo, sfruttate tutto ciò che ora è in vostro potere e tutto quello che fin'ora avete appreso durante gli allenamenti. Il vostro scopo è quello di atterrare l'avversario, non appena il suo fondoschiena toccherà terra potrete considerarvi meno insulsi. Ah... attenti a cosa da sotto terra può venir su” rise sadicamente Death Mask spingendo Ally e Mark in mezzo alla fitta nebbia. “Ma io non voglio far del male ad Ally, è una ragazza!”. “Tu credi davvero che tutti i nemici siano uomini ragazzino!? Fa come Cancer ti ha ordinato!” sentenziò Kanon infastidito spingendo anche tutti gli altri. “Che i giochi abbiano inizio!”.

 

Death Mask si avventò contro Daisy sferrandole un sinistro che la ragazza riuscì prontamente a schivare. “Brava mocciosa, vedo che qualcosa ti ho insegnato, peccato che non ti servirà!”. Il cavaliere si avventò nuovamente sulla ragazza colpendola con un calcio in pieno stomaco. La bionda fu sbalzata all'indietro riuscendo tuttavia a mantenersi in equilibrio sui piedi per poi sputare un po' di sangue. Con la velocità che solo un cavaliere del suo rango possedeva, Death Mask si portò alle spalle della ragazza e con una gomitata per niente gentile sulla schiena di quest'ultima la stese al suolo.

Ally restava ferma, non sentiva nessuno attorno a sé e una terribile ansia iniziò ad attanagliarle lo stomaco. “Mark... Mark dove sei?” disse tendendo le braccia dinanzi a se nel vuoto. Fece un passo avanti toccando con il ginocchio qualcosa di duro. Pian piano si abbassò sulle gambe tastando la sagoma di ciò contro cui era andata a picchiare riconoscendola come una tomba. Le sue dita percorsero le incisioni su di essa quando improvvisamente qualcosa di sottile, irregolare e ruvido le afferrò il polso facendole male. L'urlo che emise spezzò il silenzio. “ALLY!? MERDA! DOVE SEI!?” urlò di rimando Mark a gran voce iniziando a correre verso il punto in cui l'urlo gli era parso provenire. La giovane, con le lacrime agli occhi, corse all'impazzata seguita dallo scheletro gettandogli contro tutti i sassi che trovava ma proprio su uno di essi, inciampò. Spaventata più che mai si accovacciò sulle ginocchia con le mani a coprirle gli occhi pronta ad andare incontro al suo destino quando repentinamente Mark correndo incappò sulla ragazza cadendo sullo scheletro. “Mio Dio quanto sei brutto!” esclamò il ragazzo prima di sfasciare la mascella del teschio, alzarsi prendere Ally in braccio e correre via di lì. April indietreggiava a piccoli passi guardandosi intorno e aspettandosi a breve un agguato da parte di Ian. Qualcosa l'afferrò per le spalle facendola sussultare. Con le mani tremolanti toccò la superficie ruvida e scheletrica di quelle che avevano tutta l'aria di essere mani. “Oh Ian, sei dimagrito vedo” disse la castana prima di sentire al suo orecchio un lamento sinistro. Prontamente afferrò i polsi dello scheletro tirandoli con forza in avanti, facendo combaciare la gabbia toracica contro la sua schiena e vedendo chiaramente il teschio a un palmo di distanza dal suo viso. “Come sei carino” disse per poi staccargli gli arti, girarsi e iniziare a picchiarlo con quest'ultimi. “Cattivo Scheletro! Non si spaventano così le signorine!”. Improvvisamente si sentì prendere in braccio per poi essere posata gentilmente a terra. “Battuta” sussurrò Ian. “Ehi non vale! Ero alle prese con quel maleducato!” borbottò la ragazza. Lo scheletro tentò di avventarsi su April ma Ian ponendosi dinanzi alla ragazza, con un calcio ben assestato, spezzò lo scheletro in due parti. “Però, bel colpo!”. Più avanti Cole e Michael sferravano calci e pugni cercando entrambi di atterrare l'avversario. Michael sfruttando ciò che nel corso degli anni aveva appreso al dojo stava avendo la meglio sul biondo che nonostante tutto teneva duro sfruttando la resistenza accumulata prima in palestra e poi con Aldebaran. Cole inaspettatamente rimase solo. Cercando di non farsi prendere dal panico iniziò a prestare attenzione ai rumori che lo circondavano. Corvi che gracchiavano... vento che soffiava verso est... passi! Non fece in tempo tuttavia a voltarsi che Michael prontamente lo colpì nella parte posteriore delle ginocchia facendogli venir meno l'equilibrio per poi con un colpo di palmo spingerlo a terra. “C'ero quasi accidenti!”. “Sarà per la prossima volta” disse Michael aiutando l'amico a rialzarsi. La piccola Chloe era terrorizzata, della sua solita calma non ce n'era la minima traccia e senza essa le era difficile anche usare l'intelligenza che quasi sempre l'aveva tirata fuori dai guai. Spaventata com'era non riusciva a focalizzare la propria attenzione sull'udito per capire cosa le stesse succedendo intorno. Sentiva solo tanti passi... Esalò un lungo respiro chiudendo gli occhi e cercando di riprendere un po' del suo sangue freddo. Non era Bryan quello che si avvicinava, i passi erano troppi per appartenere ad una sola persona. Non potevano essere neanche gli altri suoi compagni, che in questo momento erano impegnati ad avere la meglio sul proprio avversario. Si ricordò tutto d'un tratto dell'avvertimento di Death Mask e quando riaprì gli occhi, si ritrovò dinanzi cinque scheletri che le andavano incontro. Si girò per scappare ma ben presto si rese conto di essere accerchiata. Non aveva la minima idea di come uscire fuori da quella situazione. “Chloe! Sei lì?!” urlò una voce poco più avanti. “Si Bryan! Aiutami sono accerchiata!” urlò per coprire i lamenti dei morti. “Rimani li e non muoverti!”. “Come se potessi!” sbuffò la ragazza alzando gli occhi al cielo. “Arrivo subito!”.

La piccola Chloe si tranquillizzò al solo pensiero che Bryan la stesse raggiungendo. Infatti, non appena vide il biondo farsi spazio tra quell'ammasso di ossa puzzolenti a suon di gomitate, si gettò fra le sue braccia che prontamente la circondarono per proteggerla. “È scientificamente provato che dobbiamo trovare una soluzione al più presto se non vogliamo fare la loro stessa fine” disse la mora indicando i nemici, i quali si avvicinavano sempre più. “Al mio tre, urla e scappa a sinistra, io vado a destra. Ti raggiungerò subito dopo”. “No, non voglio rimanere di nuovo da sola. Odio questa nebbia che non mi permette di vedere” disse la piccoletta stringendo la presa sulla maglia del biondo. “Fa come ti dico e vedrai che presto tutto sarà finito”. Chloe un po' imbronciata decise di darla vinta all'amico facendo ciò che le aveva appena ordinato,prese una piccola rincorsa per poi scivolare nel piccolo spazio che divideva uno scheletro dall'altro. Uno di essi riuscì ad afferrarle un lembo della maglia tirandola verso di sé. “BRYAAAAN!”. Il ragazzo che scazzottando era riuscito ad aprirsi un varco tra gli scheletri, tirandosi fuori da quella situazione, corse verso Chloe e con un calcio ben assestato staccò il braccio del morto per poi prendere Chloe per una mano e correre verso un posto più sicuro. Mentre la ragazza, una volta al sicuro, accovacciata su se stessa riprendeva fiato, Bryan si portò silenziosamente alle sue spalle. “BOO”. Spaventata Chloe cadde in avanti. “Battuta” disse il biondo sorridendo. “Ma dico sei impazzito! Mi hai fatto prendere un crepo!”. “Scusa piccola” disse Bryan mettendola in piedi. Il terreno sotto di loro venne a mancare e in poco tempo i loro sederi furono malamente poggiati sul terreno dell'arena.

“Vi siete divertiti?” chiese Cancer ridendo. I ragazzi ancora attoniti non proferirono parola. “Suvvia, per me è stato divertente vedere i vostri sguardi di terrore e udire le vostre grida di paura. Vi prometto che vi riporterò tutti insieme la prossima volta” sorrise sadico. “Risparmiati le battute Death Mask, non fanno ridere!” rispose Daisy indispettita mantenendosi lo stomaco con una mano e togliendo via con l'altra il sangue che le sporcava le labbra. Il maestro le sorrise vendicativo mentre la ragazza lo guardò infastidita. “L'allenamento è finito, potete andare” tagliò corto Kanon. “Non dimenticate il Synaigen domani”.

 

***

Quella sera nella sesta casa regnava il silenzio. Cosa molto strana effettivamente. Ally non osava rivolgere la parola al cavaliere di Virgo, sapeva benissimo che era deluso più che mai dal comportamento che aveva assunto in quei giorni, ma in cuor suo sperava che Shaka capisse cosa l'aveva mossa a compiere quei determinati gesti, non aveva intenzioni maligne, voleva solo rendere felice Megan. Non sopportava vedere persone tristi, sopratutto se queste ultime erano i suoi amici. “Allison Adams”. Shaka interruppe quella fastidiosa e irritante inerzia. “Si Shaka?” chiese la ragazza avvicinandosi e sedendosi di fronte al suo maestro. Il cavaliere non era seduto nella sua solita posizione del loto, quella che gli conferiva calma e un aspetto quasi divino. Questo mise lo stomaco della giovane sotto sopra. Seguendo questa sgradevole sensazione, sicuramente quello che le avrebbe detto di li a poco, non le sarebbe piaciuto. “È ora di risolvere alcune questioni”. “Si Shaka...”. Ally sapeva benissimo che di lì a poco avrebbe dovuto subirsi il monologo di Virgo sulla sua impulsività, stupidità e irrazionalità che la caratterizzavano da quando era bambina. A lui non era mai piaciuta, di questo Ally ne era sicura. Nonostante avesse cercato di essere quantomeno gradevole ai suoi occhi, per qualche strana beffa del destino finiva per combinare guai e ritornare ad essere una mocciosa senza cervello. “Seguimi”. Al contrario di ciò che si era aspettata, il cavaliere si era alzato e l'aveva condotta dinanzi ad una porta che si accorse di non aver mai calcolato. “Quando entreremo tu farai tutto quello che ti dico, non oserai scappare né contesterai le mie decisioni” disse risoluto il cavaliere con i suoi snervanti occhi perennemente chiusi. Non capiva Ally... cosa stava dicendo il suo maestro? Cosa mai avrebbe dovuto fare per lui? E perchè mai sarebbe voluta scappare?

Shaka aprì la porta entrando seguita da un'insicura Ally. Come l'intera casa di Virgo, le pareti della stanza erano bianco latte. Era completamente vuota, non fosse stato per quel singolo oggetto bianco, posto giusto al centro...una vasca. “Perchè una vasca?” chieste stranita la ragazza. “Immergiti”. “Cosa?” chiese la ragazza facendo un piccolo passo indietro. “Mi pare di averti detto poco fa che in ogni caso avresti dovuto fare ciò che ti avrei ordinato. Immergiti. È un ordine!” rispose Shaka con la sua solita calma che pur tuttavia stavolta celava qualcosa di diverso. “Va bene”. La ragazza fece decisi passi avanti verso la vasca ma non appena vide il liquido in essa contenuto, iniziò a tremare. Sbarrò gli occhi terrorizzata facendo passi indietro. Venne tuttavia bloccata dal corpo di Shaka. “Immergiti”. Ally prese a scuotere con forza la testa in senso di diniego, la vista del denso liquido scarlatto aveva mandato il suo cuore in iperventilazione. Perchè mai Shaka le stava facendo questo? Perchè mai avrebbe dovuto essere così crudele?

“Allison immergiti con le buone o sarò io a farlo con le cattive”. Spaventata più che mai Ally corse verso la porta che l'avrebbe portata fuori di lì. Non una singola parola riusciva a fuoriuscire dalle sue labbra, sentiva la gola secca e il respiro venirle meno. Tentò più e più volte di aprirla ma non ci fu verso, era chiusa a chiave e ovviamente la chiave era sparita. Sentì improvvisamente la presenza di Shaka dietro di lei. “Non voglio farti del male Allison. Fa solo quello che ti dico e immergiti”. “N..no..”. Ally prese a boccheggiare, le pareti della stanza sembravano avvicinarsi sempre più quasi a volerla schiacciare e l'odore di sangue che ora percepiva nell'aria era così forte da stordirla. “Non mi lasci altra scelta”. Con una mano Shaka intrappolò i polsi di Ally spingendola verso la vasca con forza. La ragazza cercò di opporre resistenza ma invano. La forza del cavaliere non era minimamente paragonabile alla sua. Non riusciva a capire più nulla, si sentiva pesante come non mai e la testa le girava vorticosamente. “LASCIAMI STARE SHAKA! TI PREGO LASCIAMI!” . Il cavaliere tenendo ancora stretti con una mano i polsi della ragazza dietro la schiena di quest'ultima, con la mano libera spinse con forza la testa di Ally nel liquido. La ragazza prese a dimenarsi come impazzita mentre le urla strozzate si espandevano per la sesta casa. Dopo una manciata di secondi Shaka la fece riemergere. La ragazza con un espressione molto più che terrorizzata e sporca di sangue ovunque, lanciò un urlo disumano che sicuramente fu udito da tutto il Santuario. Shaka spinse nuovamente la testa dell'allieva nel liquido. La ragazza si sentiva morire. “APRI QUESTA PORTA SHAKA!”. Fuori dalla stanza Michael, accorso spaventato dalle urla di terrore di Ally, batteva con forza i pugni contro la porta. “MALEDETTO CHE COSA LE STAI FACENDO! APRI QUESTA PORTA!”. Mark inferocito più che mai batteva con ferocia i pugni contro la porta. “MA COSA STA FACENDO!” chiese April spaventata. Intanto Shaka fece riemergere Ally, quest'ultima una volta preso fiato con tutta la forza che aveva in corpo lanciò urla di terrore e grida di aiuto. Al suono di queste ultime Mark aiutato da Milo e Michael buttò a terra la porta. Tutti accorsi udendo le urla dell'amica, alla vista di ciò che stava realmente accadendo nella stanza, rimasero paralizzati. Ally era riversa a terra in posizione fetale, agonizzante e sporca di sangue mentre continuava ad urlare e a piangere. Shaka invece era in piedi accanto alla vasca. Tutto il braccio e gran parte dell'armatura erano ricoperti dal liquido. April corse verso la castana accarezzandole i capelli impregnati di sangue e cercando di tranquillizzarla come poteva, non prima di aver lanciato uno sguardo pieno d'odio verso Virgo. Ally sembrava come in preda ad una crisi epilettica, si dibatteva come una forsennata urlando a più non posso tanto da spaventare April e far accorrere al suo capezzale anche Daisy arrivata da poco insieme al suo maestro. Il rosso vedendo Ally in quello stato, si avventò contro Shaka con violenza, iniziando a colpirlo sul volto. “BASTARDO!” urlò sferrandogli un gancio. Preso dall'ira, il giovane atterrò il cavaliere di Virgo con facilità. Quest'ultimo invano aveva cercato di scrollarselo di dosso ma non aveva fatto i conti con la forza di cui adesso era padrone l'allievo di Scorpio, potenzialmente maggiore a quella che Shaka si aspettava. “TI RENDI CONTO DI COME L'HAI RIDOTTA BASTARDO?!”. Un gancio. “TU DOVRESTI ESSERE UN CAVALIERE DELLA GIUSTIZIA?! MI FAI SCHIFO! CHE LE HAI FATTO!?”. Mark con violenza inaudita continuava senza sosta a colpire il volto di Virgo. Tutti erano arrivati alla sesta casa e di fronte a tale atto di violenza da parte del rosso rimasero esterrefatti. Non avevano mai visto Mark così. Milo e Ioria presero il ragazzo per le spalle cercando di allontanarlo dal cavaliere ma il giovane preso dalla furia iniziò a scalciare prendendo in pieno viso Shaka con un piede. I cavalieri svelti lo allontanarono dalla stanza portandolo fuori. Micene e Dohko si avvicinarono a Shaka aiutandolo a rimettersi in piedi. “Non credo sia stato un buon metodo per aiutare Ally a superare la sua fobia amico” disse calmo Dohko. I ragazzi intanto ancora immobili uno accanto all'altro fecero saettare gli occhi da Shaka alla vasca e alla figura di Ally più e più volte.

Shaka cercò di mettersi in posizione eretta e darsi un contegno. I biondi capelli dorati, simili a fili di grano del cavaliere, erano ora macchiati dal rosso vivo del sangue, colori che tra loro stonavano.

Aldebaran che fino ad allora era stato in silenzio come tanti di loro, fece alcuni passi avanti verso il collega della sesta casa. “Non dubito di quante cose eccezionali tu abbia fatto nel corso della tua vita, ma questa è stata sicuramente il fallimento più grande a mio parere. Cosa credete tutti, che siano come noi questi ragazzi? Ma guardateli! Non lo sono! Pensavi davvero di aiutarla in questo modo? Di farle dimenticare una fobia probabilmente insita in lei da una vita, semplicemente affogandola nella fobia stessa? Sai cosa hai ottenuto Virgo? Io si... l'odio di quella ragazza, un trauma che difficilmente riuscirà a superare e il disprezzo di tutti gli altri. Come cavaliere ti ho sempre stimato ma stavolta la mia stima nei tuoi confronti è venuta meno Shaka. Voi tutti statemi bene a sentire! Sono venuti qui dal nulla, sono stati investiti di compiti che non gli appartengono, sottostanno ad allenamenti spaccaossa giorno dopo giorno, alcuni anche ferendosi ma questo non vi autorizza a trattarli come cavalieri! Sono dei ragazzi normali E COME TALI DEVONO ESSERE TRATTATI!”. Aldebaran rivolto verso tutti i cavalieri presenti aveva dato voce a pensieri che già da tempo covava. Sapeva che molti di loro, osservandoli durante gli allenamenti con i propri allievi, avevano perso di vista ciò che davvero significasse essere un ragazzo normale ma sperava almeno con queste parole di avergli fatto aprire gli occhi. Shaka rimase immobile, con gli occhi chiusi e la testa alta come se quelle parole non lo avessero scalfito minimamente al contrario della maggior parte dei cavalieri presenti. Ioria prese ad osservare April ancora vicina all'amica, quest'ultima accorgendosene fissò i suoi occhi in quelli del maestro per poi abbassare il capo, gesto che al cavaliere non sfuggì. Le parole che quella mattina all'alba, le aveva rivolto, risuonavano ancora e ancora sortendo lo stesso identico effetto. Era arrabbiato Al, arrabbiato con Shaka per i suoi metodi obsoleti, arrabbiato con tutti i cavalieri per come stessero lasciando al loro incarico di plasmarli in peggio e arrabbiato con l'intera situazione in base alla quale quei dodici giovani dovevano restare in quel luogo a loro per niente consono. “Cole, se vuoi restare con i tuoi amici fa pure, per oggi non ho intenzione di uscire dalla seconda casa per allenarti”. “Si Al” rispose Cole osservando il prorpio maestro lasciare la stanza. La porta si riaprì mostrano la chioma rossiccia di Mark. Alcuni cavalieri scattarono in direzione di Shaka mentre altri puntarono lo sguardo sui movimenti del rosso. Quest'ultimo tuttavia sembrò non accorgersi minimamente di ciò che intorno gli stava capitando, teneva gli occhi fissi su Ally avvicinandosi a lei. “April, come sta?” chiese alla ragazza. “Credo abbia perso conoscenza, ma penso che date le circostanze sia solo un bene”. Mark annuì abbassandosi sulle ginocchia e prendendo in braccio la ragazza. “Portala a casa nostra Mark”. Il ragazzo annuì nuovamente al maestro per poi silenziosamente uscire dalla stanza sotto gli occhi ancora sbigottiti di tutti. April e Daisy si scambiarono uno sguardo d'intesa alzandosi e seguendolo.

Il cammino verso l'ottava casa fu silenzioso, April guardava l'orizzonte assorta in chissà quali pensieri, quelli di Daisy stranamente corsero a quell'uomo così bello quanto spaventoso incontrato all'inferno, mentre Mark osservava il viso della ragazza che portava in braccio assorto. Sorpassata la soglia della casa di Scorpio, Mark fece per portare Ally nella stanza di Milo ma Daisy afferrò il braccio del rosso fermandolo. “Portala prima in bagno. Io e April ci occuperemo di lei” disse sorridendo impercettibilmente. La castana capendo le intenzioni dell'amica, corse in bagno per riempire la vasca con acqua tiepida, quando finì, Mark poggiò delicatamente il corpo inerme di Ally alla vasca e uscì chiudendosi la porta alle spalle. Le due ragazze spogliarono la castana per poi fare forza sulleloro braccia issarla in piedi e immergerla con molta attenzione nell'acqua pulita subito dopo. L'odore del sangue arrivò prepotentemente alle narici stordendole. Entrambe si domandavano da dove Shaka avesse mai potuto prendere quel sangue. Ma entrambe arrivarono alla conclusione che lasciar perdere sarebbe stata la cosa migliore. April prese un panno e immergendolo nell'acqua iniziò a lavare il viso dell'amica. Le due giovani si scambiavano ogni tanto occhiate d'apprensione che poi rivolgevano ad Ally. Daisy aveva la sensazione che Ally avesse provato le sue stesse paure, il suo stesso terrore di morire. Cercava di non ripensare a quell'uomo e alla minaccia che le aveva rivolto ma era impossibile per lei, i suoi occhi dal colore così attraente ricomparivano nella sua mente continuamente. “Aiutami ad alzarla e ad avvolgerla nel telo”. April interruppe i pensieri di Daisy che prontamente aiutò l'amica. Ben presto Ally fu pulita, asciutta e vestita con degli abiti di Milo che avevano trovato in giro poco prima. “Mark?” chiamò Daisy con un tono di voce moderato. Il ragazzo aprì la porta in un instante, evidentemente era rimasto dietro di essa per tutto il tempo. Si avvicinò alle tre prendendo Ally tra le braccia e adagiandola poi sul letto del maestro. “Sarebbe il caso che anche voi faceste una doccia, non vorrei che svegliandosi vi vedesse ricoperti di sangue” sussurrò Milo sullo stipite della porta. Le ragazze annuirono e prima di avviarsi diedero un bacio e una carezza all'amica. “Mark va anche tu, starò io con Ally tranquillo” disse Milo guardando l'allievo che non accennava ad alcun movimento. Un po' titubante il rosso annuì congedandosi dalla stanza.

 

***

 

Molto lentamente Summer riuscì ad aprire gli occhi e a mettere a fuoco ciò che la circondava. Si accorse di essere nella sua stanza ma non ricordava come ci fosse finita. In effetti non ricordava quasi nulla. Si chiese quanto avesse dormito e perchè mai avesse un martellante mal di testa. Istintivamente portò le mani alla testa tastando la fasciatura che le ricopriva la fronte. Chi era stato a fargliela?

Lentamente si mise a sedere, venne colta da un capogiro che la costrinse a mantenersi saldamente al materasso per non cadere rovinosamente a terra. Aspettò che le passasse per poi appoggiare i nudi piedi sul pavimento. Il contatto con la superficie fredda di quest'ultimo la fece rabbrividire. Si avvicinò allo specchio e ciò che vide non le piacque per nulla. La carnagione era più pallida del solito, sotto i suoi occhi marcate occhiaie facevano bella mostra di sé, i capelli spettinati, la fasciatura che le ricopriva la fronte in parte macchiata di rosso così come la camicia da notte che ancora indossava. Si ritrasse come scottata dal suo riflesso portandosi alla porta e aprendola. La luce che le colpì il viso le diede più che fastidio accecandola così tanto da non accorgersi che dall'altra parte della stanza Saga la fissava criptico. “Cosa ci fai in piedi? Dovresti essere a letto” disse il cavaliere tagliente. La ragazza che fino ad allora non si era accorta della sua presenza al suono della voce del maestro scattò all'indietro perdendo l'equilibrio e cadendo poco elegantemente a terra. “Ahi...” disse massaggiandosi la schiena. Dalla porta accanto sbucò Kanon che guardò stupito l'allieva a terra per poi tornare alla sua solita espressione indifferente e avviarsi verso la cucina. Sicura che nessuno l'avrebbe aiutata a fatica cercò di mettersi in piedi quando vide una mano protesa verso di lei. Alzò gli occhi verso il proprietario sorprendendosi di trovarvi Saga. “Muoviti ad alzarti”disse freddo il cavaliere “S..si...”. Improvvisamente la terra iniziò a tremare violentemente facendo perdere l'equilibrio ad entrambi. Saga cadde sulla ragazza ma grazie ai suoi riflessi pronti riuscì a tenersi sulla mano prima di schiacciarla. Un violento terremoto stava scuotendo la terra. Mark appena uscito dal bagno, seguito da Milo corse verso la camera dove Ally riposava trovandola fortunatamente ancora addormentata. Megan e Camus, nella stanza di Cameron si guardarono sbigottiti mantenendosi alle colonne della casa. Shura appena in tempo riuscì a fare con la propria schiena da scudo a Chloe prima che un enorme masso staccatosi dal tetto la colpisse. Gli altri ancora fuori la casa della Vergine si mantennero alle colonne posizionate al suo esterno aspettando che quella violenta scarica terminasse.

“Ma che sta succedendo...” sussurrò Daisy guardando il cielo farsi nero...

 

 

 

Angolo Autrici *-*

 

Salveeeee, perdonate il ritardo chiediamo venia T.T

Sapete dopo un anno difficile quando sopraggiungono le così tanto agogniate vacanze è difficile mettersi a lavoro xD

Beh il capitolo è un po' lungo ma speriamo la cosa non vi pesi più di tanto... succedono parecchie cose e non tutte sono felici anzi no... nessuna lo è >.<

ARRIVERANNO TEMPI MIGLIORI! U.U

Sondaggiooo: qual è il vostro personaggio maschile preferito tra i ragazzi??

fateci sapere in tante e ovviamente alla prossima ♥ ☻

   
 
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