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Autore: Lauretta_36    20/08/2014    2 recensioni
caroline e klaus ormai separati, iniziano a comprendere i loro veri sentimenti, ma quando pensano che la distanza gli permetterà di dimenticare l'altro, ecco che il cattivo di turno, li porterà a intrecciare di nuovo le loro vite e questa volta anche a condividere la stessa casa.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline\Klaus, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Oggi
 
 
 
La rabbia crescente di chi ha perso tutto, questo vedevo davanti ai miei occhi, un uomo ferito che cercava di non perdersi in quell’oscurità, che per anni lo aveva dominato “Nick ti prego calmati, troveremo una soluzione” lui mi guardo furente, i suoi occhi divennero gialli con striature nere “calmarmi sorella, calmarmi dopo che la vita mi ha tolto l’unica cosa di cui mi importava”. Non rammentavo l’ultima volta che l’avevo visto così “Ti prego Nicklaus smettila, così farai del male solo a te stesso”. Il silenzio s’impadronì della stanza, messa sottosopra dal cuore devastato dell’essere soprannaturale più forte sulla terra, i mobili intorno a noi erano distrutti, sui muri scivolavano ancora rivoli di alcolici, lanciati nella speranza che potessero cancellare il sortilegio “Non parlarmi fratello, tu hai portato qui la strega, tu hai ucciso la mia Caroline” …nessun rumore si udiva nella stanza, se non lo scorrere di una lacrima segreta, sul lato del volto che mio fratello si premurava di nascondere.
 
 
 
Due giorni prima
 
 
 
Prov Klaus
La guardavo, sembrava serena, il dolore era cessato, era ancora tra le miei braccia e nonostante sentissi un bruciore su tutta la superficie del corpo, che da lei era toccato, mi alzai e la portai nella sua camera, per adagiarla sul letto. Mi sedetti lì accanto, in attesa di rivedere i suoi occhi celesti tuffarsi nei miei. “Nicklaus come stai? perché le tue ferite non guariscono” Rebekah sembrava preoccupata “Non lo so sorella, ma non è importante ora” diressi il mio sguardo alla strega che toccava la fronte di Caroline “Tra quanto si sveglierà?” lei si girò verso di me “Dipende, ogni soggetto è diverso…potrebbe trattarsi di pochi minuti o di un paio di giorni. Adesso dobbiamo solo aspettare.” Rebekah mi anticipo e non ebbi il tempo di parlare “Come mai le ferite di mio fratello non si rimarginano?”, il volto della strega si fece serio “E’ entrato durante un rituale molto potente e più antico di voi, per quanto immortale dovrà fare i conti con la scelta presa. Soffrirà un po’ e il tempo lentamente lo guarirà.” Il tempo non era un problema, non avevo mai sentito lo scorrere dei singoli istanti di una vita, perché la mia era senza tempo, ma ora per la prima volta, ogni rintocco delle lancette, del vecchio orologio a pendolo, scandivano ogni momento in cui Caroline teneva sigillati i suoi occhi.
 
 
 
Prov Rebekah
Il sole del giorno ci aveva lasciato da ore ormai e mentre la strega si era sistemata in una delle innumerevoli stanze ed Elijah era accorso da Hayley, per vedere come stava, io, Nick e Stefan vegliavamo su un corpo inanime. Nessuno di noi parlava e nessuno di noi badava agli altri compagni della stanza, eravamo tutti presi da Caroline e da un suo possibile ed impercettibile movimento. La notte era scura e fredda, la luna era stata inghiottita dalle nuvole nere che sovrastavano il cielo. Questa fu l’ultima immagine che vidi prima di chiudere i miei occhi, prima di raggiungere Stefan nel mondo dei sogni, nel mondo tranquillo e protetto in cui tutto andava sempre come volevi, in cui il lieto fine era qualcosa di certo.
 
 
 
Prov Klaus
Ero rimasto solo io a vegliare su di lei, la solitudine non mi aveva mai spaventato e ad essere sincero la preferivo. Le mani giunte in un pugno, che toccavano il mio mento, in cerca di un appoggio, per quel macigno che non voleva andare via, e poi il crollo, il macigno sembrava vincere contro un ibrido di mille anni e quel pugno, che stringeva le mie speranze, fu l’appoggio perfetto per nascondere, più a me stesso che a chiunque altro, quel dolore tramutato in lacrime “Klaus”. Ed ecco finalmente la sua voce, che calma ogni mio supplizio, l’unico suono in grado di farmi riscoprire il piacere delle piccole cose “Caroline” mi avvicinai a lei e le sedetti accanto “come ti senti? la testa ti fa male?”. Lei mi guardava confusa “io credo di si, sto bene” cercavo di mantenere il controllo, di non far vedere quanto fossi preoccupato “Dimmi l’ultima cosa che ricordi”. I suoi occhi si mossero, come in cerca di quell’ultimo frammento di memoria “La biblioteca io e te stavamo parlando, non ricordo di cosa… ero arrabbiata e ad un certo punto un vuoto .. e poi te a terra.. oh mio Dio che cosa è successo Marcel ci ha attaccato?”. Avrei potuto dirle si, in fondo Marcel era responsabile di tutto “In un certo senso è stato lui, ma è una lunga storia. Ti prometto love che un giorno ti racconterò ogni cosa e che rideremo di tutto questo.” Mi avvicinai ancora un po’ e poggia la mia fronte sulla sua, lei chiuse gli occhi e un sospiro le usci dalla sue morbide labbra “Cosa è successo esattamente Klaus?” sapevo che era spaventata, lo sentivo fin nelle viscere che ora, più che mai, era fragile. Lei si trovava in quella situazione solo per colpa mia, solo perché una persona pericolosa aveva deciso di amarla. “Vorrei mangiare qualcosa Klaus?” la sua voce mi ridesto dai miei pensieri “te la senti di scendere dal letto?” sorrise e questo basto a scaldarmi il cuore “Si Klaus, la tua premura mi fa credere che qualcosa di brutto mi sia successo” il mio sguardo ebbe un momento di smarrimento “o che forse qualcosa di brutto mi stia per accadere”. Mi senti gelare completamente “Love fin quando sarò in vita nessuno ti farà mai del male, io non lo permetterò”.
 
 
 
Prov Caroline
La casa era completamente avvolta dal silenzio, sembrava che ci fossimo solo io e lui e la cosa non mi dispiaceva, sentivo un forte cerchio alla testa, ma non volevo preoccuparlo, più di quanto non fosse già. Cercava di nascondermelo, ma ormai lo conoscevo bene, sapevo che qualcosa stava accadendo e odiavo essere tenuta all’oscuro di tutto. Qualcosa era accaduto in biblioteca, ma cosa. D’un tratto la sua voce si intromise tra lo scorrere dei miei pensieri “Love ti sei ammutolita?” alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi, quelli che avevano messo paura a così tante persone, che nel corso dei decenni si era perso il conto, eppure io provavo solo una gioia e una tranquillità colpevole “no è che non riesco proprio a ricordare, questo mi fa impazzire” sorrise “ora capisco la signorina del controllo non riesce a lasciare il comando” inarcai le sopracciglia e lo guardai con occhi torvi “ehi io non sono una maniaca del controllo, ma preferisco gestire in modo deciso e oculato ciò che ci circonda” lui scoppio in una fragorosa risata “hai ragione love sbagliato, tu non sei la signorina del controllo, ma una vera e propria maniaca” non potei trattenermi e risi di gusto insieme a lui, per un momento libera dai pensieri. La strada per giungere in cucina fu più breve del previsto “ bene signorina cosa desidera, sono il suo chef personale, pronto a cucinarle ogni prelibatezza desideri” ero rapita da lui, diversamente dalle altre volte non sentivo di doverlo nascondere, o meglio di volerlo nascondere “Vorrei…te” e senza pensare mi fiondai a velocità vampiro a pochi centimetri dal suo viso e lo baciai, come qualcosa di cui si ha bisogno profondamente, come di ossigeno dopo minuti interminabile di apnea, come del sole dopo un lungo inverno, come di acqua dopo giorni passati nel deserto.
 
 
 
Prov Klaus
Era come un sogno dopo aver vissuto un incubo, lei che mi baciava con delicata passione, non trattenni i miei istinti, le cinsi la vita e la poggia con vemenza contro il freddo muro della stanza, mentre con la bocca assaporavo le sue labbra rosso porpora, con la mano cercavo di sfiorare il suo corpo, volevo fare mio ogni piccolo gesti, ogni piccolo sapore e odore che fosse Caroline, perché volevo ricordare tutto ciò che potevo della donna che amavo e che proprio per questo dovevo lasciare andare, appena tutto si fosse risolto. Sentivo il suo respiro affannoso stringersi al mio, il suo corpo modellarsi perfettamente al mio, come se fossero stati sempre una cosa sola. Mi stavo perdendo in qualcosa di cui non conoscevo l’esistenza e credevo che nulla avrebbe potuto rompere quel momento perfetto “Klaus…” lei si scosto da me giusto qualche centimetro, per potermi guardare negli occhi, in quegli occhi che bravano lei e solo lei, con una foga tale che nemmeno il sangue umano mi aveva fatto raggiungere “ Per la prima volta non m’importa se questo è sbagliato, perché non sono mai stata così bene e..” provai a fermarla “ Caroline..” lei adagio il suo dito indice sulle mie labbra, mi zittì all’istante “ se sbagliare mi fa stare così, allora sono pronta a farlo per tutto il resto della mia vita” i suoi occhi lucidi mi fecero tremare “stai bene Klaus?”. Il mio tremore passò anche a lei “Si love sto bene come non lo sono mai stato in mille anni.”
 
 
 
Prov Caroline
Come potevo sentirmi così bene tra le braccia dell’ibrido non lo sapevo e decisi in quell’istante che avrei smesso di pormi questa domanda, poi un flash attraverso la mia mente e rividi il mio sguardo colmo di dolore e la mia mano insanguinata che feriva colui che ormai non potevo più nascondere di amare “Io, sono stata io a pugnalarti?! io perché, come ho fatto?” i suoi occhi era mutati, non vi trovai rabbia, ma solo tristezza “Love è stato Marcel, ti ha fatto un sortilegio, in quel momento non eri tu” lo guardai devastata “ no ero io, io ho maneggiato il coltello, non Marcel o la strega che ha fatto l’incantesimo, ma io, solo io. Tu dovresti odiarmi, tu devi odiarmi” mi allontanavo da lui sempre di più, ad ogni parola, come per essere certa che se gli fossi stata abbastanza lontana, non avrei più potuto fargli del male. Lui però si avvicinò a me a velocità vampiro “no stammi lontano, potrei perdere di nuovo il controllo e tu potresti odiarmi per sempre” lui prese il mio volto tra le mani, asciugò quella lacrima sfuggita al mio controllo “ Love non potrei mai odiarti, perché la mia vita è fatta della tua” e con un bacio sigillo le sue parole, un bacio in  cui avrei potuto perdere il controllo e non richiedere mai di averlo indietro.
 
 
 
Prov Rebekah
L’urlo di mio fratello mi svegliò di soprassalto, urlava il suo nome e vedendo il grande letto vuoto capì che la cosa poteva essere molto seria. La voce proveniva dalla cucina e in un secondo mi ritrovai di sotto con affianco Stefan e davanti ai miei occhi Nicklaus in ginocchio, in braccio stringeva il corpo ancora incosciente di Caroline “Cosa è successo Nick?” lui sembrava intontito “si era svegliata, siamo scesi e poi” alzò gli occhi verso di nuovi e il suo sguardo era vuoto, non guardava veramente qualcuno o qualcosa “ poi abbiamo parlato e ci siamo baciati e mentre la baciavo è svenuta di nuovo, io non so perché…” ora mi guardava “ Perché Rebekah?”….una lacrima rigava il suo viso quando Caroline si riprese e d’un tratto si allontano di scatto da mio fratello e si mise in un angolo della cucina in posizione di difesa “ Caroline siamo noi stai tranquilla” lei continuava a guardarci “ love che ti prende?”. Sembrava tranquillizzarsi e ritrovare la ragione e il senso di ciò che la circondava “Stefan che ci faccio qui?” lui la guardò “Stiamo cercando informazioni su Silas e gli originali ci stanno dando una mano”. Lei ci guardava, prima posò lo sguardo su di me e poi su Klaus, infine di nuovo su di me “E loro chi sono?”. Il mio cuore perse un battito e subito il mio sguardo si girò verso Nicklaus, ne frattempo Elijah ci raggiunse “Che succede?” con la testa gli feci cenni di non muovere un muscolo perché sapevo che Nick sarebbe esploso, che avrebbe fatto qualcosa di stupido e violento, non aveva mai imparato a gestire le emozioni negative, lo facevano soffrire troppo “Caroline dimmi chi sono io?” i suoi occhi sbattevano velocemente e a stento stavano trattenendo delle lacrime, che lo stavano ferendo come mille pugnali. Lei lo guardava avanzare e di risposta indietreggiava, senza sapere che così lo stava uccidendo ancora di più “Io non so chi tu sia e ti prego di non avvicinarti più a me o giuro…” fu con queste parole che lo persi per sempre. I suoi occhi divennero gialli e le zanne gli uscirono dall’arcata superiore della bocca “Se no cosa love…dimmi cosa mi farai che già non hai fatto” lei rimase inorridita dalla scena e mi parai davanti a lei per fermare quello che mio fratello non si sarebbe mai perdonato “Nick non è in lei ok, la sua mente non le appartiene, quindi non fare nulla di cui ti potresti pentire”. Con mio sorpresa torno normale e guardandomi “Sorella non potrei mai farle del male io non potrei...”. Indietreggiò e poi scomparve in quell’oscurità che credevo lo avrebbe annientato.
 
 
 
 
  
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