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Autore: l_s    16/09/2008    4 recensioni
Guarda il ragazzo magro che esala lentamente spirali di fumo e pensa. Spesso le hanno detto che è malata e che pensa troppo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia inconsapevole musa


Fumo

Guarda il ragazzo magro che esala lentamente spirali di fumo e pensa. Spesso le hanno detto che è malata e che pensa troppo. Si domanda quale valore abbiano l'orgoglio e la verginità nella vecchiezza. Si vantava, era orgogliosa prima. Non ha contaminato il suo animo e il suo corpo col fumo quando tutti le hanno detto di farlo. Ma che valore ha, ora? Guarda il ragazzo che fuma, indolente, la sua sigaretta. Vorrebbe chiedergli di passargliela, ora, solo per togliersi quel peso dalle spalle. Quella sorta di aspettativa verso se stessa. E si vede inciampare, cadere, andare a rotoli. Si vede sgretolarsi, divenire cenere. Si vede morire, ma sa che è solo per risorgere di nuovo. Si chiede che senso ha la vita, spesso. Se lo chiede con rabbia, con insistenza. Se lo chiede fino a farsi male, fino a ferirsi, fino a sfregiarsi. Si chiede se sia davvero possibile non credere in niente. Si chiede se il nichilismo esista davvero. Si chiede perchè non si suicida subito. Si chiede perchè non trova risposte. Guarda il bel ragazzo magro che fuma. Non ricorda neppure se lo conosce o no. Si chiede se la manderebbero da uno psicologo se fossero capaci di ascoltare i suoi pensieri. E' lieta che non ne siano capaci. Poi si corregge. Si chiede se importerebbe davvero qualcosa, se la sentissero, o se i pensieri le fossero in realtà imposti da una cospirazione superiore. Le riesce più facile credere che Dio possa esistere, pensandolo in questi termini. La diverte il pensiero della cospirazione, a volte. Ha anche dato un soprannome all'uomo (?) che spia o comanda il suo cervello. Il fumo sale libero nell'aria, confuso con essa, si disperde, si riunisce a suo piacimento o si lascia semplicemente trasportare dal vento pallido. Come le piacerebbe essere così, libera e incorporea, lontana dalla realtà terrena, lontana dal corpo, solo poco più che spirito. Poi si corregge. Magari le piacerebbe per i primi cinque minuti, per il primo giorno, poi prenderebbe ad invidiare la fisicità umana. E sarebbe nuovamente umana, solo per invidiare il fumo e per esserlo nuovamente e invidiare l'umano e diventarlo e. Chissà cosa c'è dopo la morte. Chissà perchè il niente che è quasi sicura la seguirà non l'attira poi tanto. Chissà se c'è un'altra vita. Spera di no. Chissà perchè c'è gente che crede in Dio e gente che non ci riesce. Chissà perchè ci sono i razzisti. Chissà perchè fingiamo di essere diversi se in realtà siamo tutti uguali. Una mezza idea ce l'ha. E' schiacciata da un senso di ciclicità e impotenza che le opprime i polmoni. Piange spesso, spesso singhiozza. Lascia che l'amarezza e la frustrazione e qualcos'altro le grondino dagli occhi. Chissà se s'illude di poterle espellere tutte. Guarda di nuovo il ragazzo. La sigaretta sta finendo. Si stupisce di attribuire tutta quella importanza all'atto del fumo. Un atto, diciamocelo, assai volgare, in fondo. Eppure, eppure una certa eleganza deve possederla, per affascinare lei, che è dell'eleganza un'ammiratrice. E non sa trattenersi dallo stringere i pugni, nell'istintivo tentativo di non piangere. E non piange. Resta lì, e guarda il ragazzo. Quello si volta verso di lei e, con semplicità, le sorride. Tenta una risposta, le riesce una smorfia, ma il suo petto insorge in un singhiozzo. Lo nasconde, si volta verso il tramonto. Il tramonto...Quanti si sono fermati ad ammirarlo, quanti ne hanno cantato le lodi, quanti l'hanno fotografato o riprodotto? Il tramonto. Una bellezza rara, insistente. Lo crede anche lei. Che il tramonto sia bello, dico. Ma prova a metterti dalla parte del sole. Costretto a morire ogni giorno, solo per poi rinascere. Costretto ad un tuffo illusorio, quando ne agogna uno reale. Ammiri anche tu il tramonto, vero? Il tramonto rappresenta la fine, è la sua versione illusoria, rassicurante, sai che domani tutto ci sarà ancora e di nuovo, per questo lo ami. Ammiri anche tu il tramonto, vero? La ragazza lo ammira, e guarda com'è finita. Non è finita. Il sole invidia la luna. Come tutti in questo mondo, crede di passarsela peggio degli altri. Alcune volte si dice che se non ci fosse il sole non apprezzeremmo la notte. La ragazza pensa che se avessimo solo la notte nessuno si porrebbe il problema dell'esistenza del giorno. E' come la bocca. Ne abbiamo una sola, eppure nessuno ne vorrebbe due. Sarebbe anche antiestetico! Il ragazzo elegante spegne la sua sigaretta. Ora lei non lo guarda più, ma solo per poco. Pensa ancora un po'. Pensa che pensare è una delle poche cose che pensa di saper fare. Siddharta sapeva fare tre cose nella sua vita, e l'aveva vissuta appieno, aveva vissuto la ricerca in un modo poco più sereno rispetto alla ragazza, e s'era rattristato capendo che suo figlio avrebbe dovuto ricominciare da capo. Siddharta non sapeva fare che tre cose. Pensare, aspettare e digiunare.
Anche lei farà così.

Penserà

Aspetterà

Digiunerà

"-Ognuno dà di quel che ha. Il guerriero dà la forza, il mercante la merce, il saggio la saggezza, il contadino riso, il pescatore pesci.
  -Benissimo. E che cos'è dunque che tu hai da dare? Che cos'hai appreso, che sai fare?
  -Io so pensare. So aspettare. So digiunare.
  -E questo è tutto?
  -Credo che sia tutto.
  -E a che serve? Per esempio il digiunare; a che serve?
  -E' un'ottima cosa, signore. Quando un uomo non ha niente da mangiare, digiunare è la più bella cosa che si possa fare. Se, per esempio, Siddharta non avesse imparato a digiunare, oggi stesso dovrebbe assumere qualche impiego, da te o in qualunque altro posto, perchè la fame ve lo costringerebbe. E invece Siddharta può aspettare tranquillo, non conosce impazienza, non conosce miseria, può lasciarsi a lungo assediare dalla fame e ridersene."*

Penserà

Aspetterà

Digiunerà

Il ragazzo ha acceso un'altra sigaretta.
Lei si volta verso di lui.
Guarda il ragazzo magro che esala lentamente spirali di fumo e pensa. Spesso le hanno detto che è malata e che pensa troppo. Si domanda quale valore abbiano l'orgoglio e la verginità nella vecchiezza. Si vantava, era orgogliosa prima. Non ha contaminato il suo animo col fumo quando tutti le hanno detto di farlo. Ma che valore ha, ora?


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*La citazione è, ovviamente, da Siddharta di Hermann Hesse
   
 
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