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Autore: Izanami    16/09/2008    4 recensioni
Se Bulma, presidentessa della C.C., dovesse stipulare un'accordo importante con Colui che per un caso fortuito conosce tutti i suoi segreti, cosa potrebbe accadere?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ecco  questo è il secondo chappy, spero arriviate a leggerne la fine. ^^

All’aeroporto cerco di riordinare le idee, vado al bar e mi prendo un bel caffè, compro il giornale.
Ora che ho avuto un incarico importante devo darmi un tono no?
Poi torno indietro e compro anche un giornale di moda, beh sono in affari non in Africa!
Mi siedo su una poltroncina rossa nella sala d’attesa, “dio come sono comode” penso mentre ci affondo completamente dentro pregustando di sfogliare il mio giornale nuovo… ovviamente  quello di moda.
Mentre lo sfoglio tranquilla l’occhio mi cade su un articolo: “Cose da fare prima di arrivare ai trenta” lo leggo, ci penso un po’ su poi richiudo il giornale.
Ripenso alle vicende della mattina, cerco di non pensare al viaggio in aereo di andata perché altrimenti posso anche vomitare, ripenso alla faccia dei colleghi, del grassone con gli occhiali, al progetto… e soprattutto ripenso le balle che ho detto.
Ma che importa, anche se ho mentito nessuno se ne accorgerà, sarà il mio piccolo segreto!
Beh non mi dite che voi non avete segreti.
Con questi non intendo “chi ha attentato alla vita del presidente” o se sapete chi “ha incastrato roger rabbit”, ma parlo di segreti piccoli tipo:
1.    non porto la taglia quaranta come pensa Yamcha (il mio ragazzo) ma la quarantadue;
2.    e di conseguenza non peso neanche cinquantaquattro chili ma cinquantotto!
3.    penso che la mia migliore amica Chichi, nonché mia coinquilina, abbia una voce talmente stridula che a volte la vorrei strozzare.
4.     e poi è così… così… pesante.
5.    ho pensato di fare sesso sfrenato con il ragazzo di Chichi, che è anche il mio miglior amico: Goku.
6.    a volte, invece, mentre faccio sesso con Yamcha mi viene un forte attacco di risa e riesco a trattenermi a stento.
7.    credo che mio padre sia stato un po’ sciocco ad affidare l’azienda a un gruppo di soci smidollati.
8.    e a me che sono la persona meno affidabile del mondo.
9.    il cucciolo che ho regalato a mia madre per il suo compleanno non ha il pedigree,
10.    ho usato la “colla di pesce” per attaccare il vaso preferito di Chichi che avevo mandato in frantumi, non sapendo che fosse solo gelatina,
11.     ho poi nascosto i cocci e li ho gettati alla prima occasione.
12.    non ricordo nulla di cosa hanno detto prima dell’incarico, non ricordo neppure il nome dell’ “uomo delle nevi”
13.    e poi credo che il tizio con il quale dovrò concludere l’accordo sia davvero uno stolto, un vecchiaccio senza denti, come Genio, e potrò far affidamento al mio charme e conquistarlo prima ancora di parlargli del progetto. AH!!
Guardo l’orologio e mi rendo conto di dover andare a fare il check in per l’imbarco. Okay. Niente panico. Andrà tutto bene.
Farò l’imbarco, salirò su “quell’aereo” e con tranquillità mi godrò il mio viaggio di ritorno, sempre con molta calma… E poi non tutti gli aerei cadono!

Ecco sono sull’aereo, meno male non c’è nessun rompiscatole vicino a me, anche se avrei voluto qualcuno per un po’ di conforto.
Bene tra poco l’aereo si metterà in posizione per decollare. Ma… cosa… perché hanno aperto il portellone… Oh mio dio…. Una bomba, un attentato!
Cerco di slacciarmi la cintura di sicurezza. La signora dietro di me mi dice di calmarmi. Riesco a togliermi la cintura e mi alzo. Impreco mentalmente con l’anta del piccolo portabagagli sopra di me che non accenna ad aprirsi quando all’improvviso… sento il dlin-dlon del comandante, mi blocco e ascolto.
- ci scusiamo per il piccolo inconveniente, ma un passeggero ha fatto un po’ di ritardo, vi preghiamo di restare calmi tra circa cinque minuti potremo partire.-
- Un po’ di ritardo? Un po’ di ritardo? È arrivato mezz’ora dopo l’imbarco  quest’imbecille, come possono farlo salire!! … - le parole mi escono dalla bocca senza controllo, cala il silenzio intorno e mi accorgo di essere stata l’unica ad essermi allarmata, tutti mi fissano come fossi un’aliena, così con il volto in fiamme tolgo le mani dal piccolo portabagagli e mi risiedo.
Tiro un lungo sospiro e… 
E’ lui il ritardatario, sta entrando, non riesco a vederlo bene perché mi sono rimessa la cintura e non posso alzarmi più di dieci centimetri dalla poltroncina…
ma cosa fa l’hostess… oh no… no… NO!.
Non qui, non lo voglio vicino.
Invece lo sta conducendo da me!
Oddio che rabbia, mi giro stizzita dall’altro lato del posto e faccio finta di dormire.
Mentre ripenso che vorrei starmene da sola a pensare che ho una paura fottuta che l’aereo possa cadere il comandante ci annuncia che tra cinque minuti si potrà ripartire, sento l’uomo accanto a me che sbuffa quasi a voler significare che non può attendere oltre…
Avrei voglia di spaccargli la faccia, anche se ancora non ho avuto il piacere di vederlo in viso poiché sto ancora facendo finta di dormire.
Senza girarmi afferro le cuffie datemi in dotazione dall’hostess e ascolto una musica country barbosissima.
Ma… ad un certo punto… guardo fuori dal finestrino alla mia destra e mi rendo conto che ci stiamo muovendo, il velivolo sta camminando… vorrei tanto saper pregare in tibetano così se non sarà Dio a salvarmi dalla catastrofe potrà farlo Buddha.
“Oh Buddha ti prego, anche se non conosci la mia lingua, fa che io possa salvarmi…”
Ostentando una calma che non provo affatto, tolgo le cuffie dalle orecchie e prendo il cartoncino laminato dalla tasca del sedile di fronte al mio con le istruzioni in caso di incendi e le scorro. Uscite di sicurezza. Posizione d’impatto. Se è necessario indossare i giubbotti di salvataggio, assistere prima anziane bambini.
Oh Dio…
Ma perché leggo queste cose? Come può aiutarmi osservare queste figurine stilizzate che si gettano in mare mentre l’aereo esplode dietro di loro.
Poso il cartoncino e guardo di nuovo fuori dal finestrino, chiudo leggermente gli occhi e…

Oh! Cos’e stato? Mi sento strana… forse l’aereo e caduto e io sto in paradiso?
Naaa, forse devo essermi addormentata o forse sono svenuta… oddio se sono svenuta e ho perso i sensi magari il mio compagno di viaggio, di cui non ho avuto ancora il piacere di vederne il volto, mi ha vista boccheggiare e magari anche sbavare… sbianco al solo pensiero.
Poi d’un tratto decido che è il momento di vedere in viso il mio fantomatico salvatore e inclino leggermente la testa verso sinistra, mi giro di scatto e……
Lui non c’è, la poltroncina e vuota. Bah forse starà al bagno.
Poco importa, ciò che conta e che sto volando verso casa senza nessun attacco di panico o d’ansia… le ultime parole famose…
L’aereo sta cominciando ad ondeggiare, senza accorgermene ho un piccolo attacco di panico.
E assurdo! E assolutamente assurdo! Starmene qui in questa gigantesca e pesante scatola di ferro a migliaia di metri d’altezza senza via di fuga…  ho bisogno di parlare con qualcuno, il mio vicino non c’è…
Ma certo. Yamcha. Estraggo il cellulare dalla tasca quando l’hostess si china su di me e mi avverte che non si possono usare i cellulari a bordo.
Ma certo! che stupida che sono è ovvio. E comunque non importa sto bene. Mi sforzo di  restare calma, comincio a contare. Uno, due, tre… cinquantuno, cinquantadue… cinquant… oh…
Oh cazzo! Che cos’era quello scossone? Siamo stati colpiti?
Okay. Niente panico. Sono sicura che va tutto bene, probabilmente avremo colpito un piccione!
Dove ero rimasta? Ah si cinquantatre, cinquantaquattro…
Oh!
Ecco!
Sobbalzo! L’aereo sale e scende come uno yoyo… poi mi rendo conto di aver di nuovo urlato e mi tappo la mia dannata boccaccia.
Sono sgomenta, l’aereo continua a muoversi e traballare. Sembra di stare su una giostra, mi viene da vomitare. Penso che vomiterò.
Mi viene anche un po’ da piangere, chiudo gli occhi, sbatto le palpebre… non voglio che il mio bellissimo make up accuratamente scelto per l’incontro si sciolga.
Quando riapro gli occhi scorgo che il mio vicino finalmente si è seduto, finalmente posso vederlo.
Con la coda dell’occhio vedo una strana capigliatura.
Dlin dlon. Alzo la testa.
- è il comandante che vi parla, vi preghiamo di mantenere la calma, stiamo attraversando una zona con un po’ di turbolenze, vi invitiamo, quindi ad allacciare le cinture si sicurezza e non alzarvi dal vostro posto. Grazie -
MANTENERE LA CALMA. E cosa dovremo fare, starcene qui tranquilli mentre l’aereo galoppa come un cavallo imbizzarrito?
Poi mi rendo per l’ennesima volta conto che siamo bloccati dentro questo ammasso di ferraglia e quindi seguendo alla lettera le parole del comandante allaccio la cintura.
Decisa, mi volto verso il passeggero vicino a me e mio rendo conto che non è lo stesso che è salito in ritardo, questo ha una strana capigliatura molto folta e anche da seduto si vede che è molto più alto dell’altro.
Lo guardo, mi guarda. Ma che diavolo ha da guardare, sembra un troglodita in giacca e cravatta.
Un vuoto d’aria… - aaaah! – urlo e salto.
Dal lato della poltroncina cade la rivista di moda e mi ricordo dell’articolo , d’impulso afferro il braccio del malcapitato.
- oddio, non posso morire, ho appena venticinque anni - dico senza rendermene conto.
- non morirà, sono solo turbolenze, e poi perché non se ne sta un po’ tranquilla il mio collega ha dovuto fare cambio con me perché lei non stava un minuto ferma. Anche mentre dormiva. - 


  
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