Nota
della storia:
Questa storia è nata quasi per caso. Cercate
di perdonarmi comunque, il corso ITIL nuoce gravemente alla salute, e in una
misera pausa caffè la storia si è sviluppata e ha preso vita…
In realtà sono consapevole che ben pochi la
capiranno, ma racconta di un episodio realmente accaduto, sebbene sia stato
lievemente rivisitato dalla mia fantasia.
Per questo motivo, dedico questo piccolo
parto della mia mente malata a una persona che conosco da poco, ma che mi
sembra di conoscere in realtà da una vita. Leggila cucciolo, e dimmi un po’
cosa ne pensi. J
È tutta tua Aleksej, e sono certa capirai anche a chi dovrai farla leggere!
Un ringraziamento infinito va poi a Narcissa63, beta d’eccezione dato che
alice è sommersa dal lavoro (io odio quella campagna scolastica) e da altri
impegni. Ha betato la storia in un lampo, e non le sarò mai abbastanza grata
per questo! Miracles happen… :D
PS. Cucciolo, hai capito perché l’ho
pubblicata proprio oggi? J
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La prima volta che l’ho assaggiato, ricordo perfettamente
la faccia schifata che ho fatto e le parole di dolce rimprovero che Harry mi ha
rivolto.
Aveva ragione, avrei dovuto metterci un cucchiaino di
zucchero, ma come potevo immaginare che i babbani potessero commercializzare
una cosa tanto orribile!
Che bisogno c’è di chiamarlo “magro” se poi è necessario
addolcirlo in qualche modo?
La seconda volta andò decisamente meglio.
Era un caldo sabato d’estate e il mio compagno mi aveva
lasciato dormire fino a tardi. Un piccolo vizio che mi concede solo nei week
end, “per riposarti dai turni massacranti che fai” dice, anche se in realtà so
che lo fa perché adora vedermi dormire e, ancor di più, adora sorprendermi e
coccolarmi con una romantica colazione a letto.
Quella mattina però mi ero svegliato prima del solito ed
ero sceso in cucina per poterlo salutare. Per quanto io apprezzi la dolcezza di
questa piccola routine, non mi piace svegliarmi senza averlo accanto, ed è per
questo motivo che ero andato a cercarlo.
Lo trovai immerso nella lettura della Gazzetta del Profeta,
in piedi davanti al tavolo e appoggiato al ripiano in quel modo scomposto che è
tutto suo. A volte mi domando se sappia che esistono le sedie e che è buona
regola usarle quando si vuole mangiare.
Molti pensano sia una battaglia persa, ma io sono convinto
di poterlo convertire alle buone maniere o non sono più degno di chiamarmi
Draco Malfoy.
Mentre lo osservavo con un sorriso ebete stampato in
faccia, non potei fare a meno di notare il vasetto nella sua mano sinistra.
“Ancora quella diavoleria babbana, Potter?”
“Si chiama yogurt amore, e questo è diverso. Assaggialo.”
E senza che potessi dire alcunché, mi aveva già infilato
il cucchiaino in bocca.
Da quel giorno Harry si è sempre premurato di farmi
assaggiare ogni genere di gusto; da quello alla frutta con i pezzettini a
quello con quei simpatici biscottini rotondi, da quelli cremosi e densi a
quelli un po’ più aspri e strani.
E finalmente ho trovato quello che mi piace di più in
assoluto. More e violette.
Da quando gli ho detto quale sapore prediligo, non c’è
stato giorno in cui io non ne abbia trovata una confezione ad aspettarmi nel
nostro frigorifero.
Quando litigo con Harry e i dubbi sulla nostra relazione
mi assalgono, ripenso a questi strani episodi della nostra vita e il pensiero
vola immediatamente a quel gesto così premuroso e all’amore che vi si cela.
Lentamente, mi avvicino a quell’enorme scatola di latta che troneggia in
cucina, apro l’anta e sbircio all’interno.
E mentre prendo lo yogurt non posso fare a meno di pensare
alla prima mattina in cui l’ho scoperto, al sorriso caldo che mi ha accolto in
cucina e al bacio mozzafiato che ci siamo dati. Non posso fare a meno di
ripensare a quel Ti amo sussurrato
sulle mie labbra e so, per la prima volta in vita mia, che finché quel vasetto
sarà lì ad aspettarmi, ne sarà sempre valsa la pena.