Anime & Manga > Captain Tsubasa
Ricorda la storia  |      
Autore: Silen    17/09/2008    7 recensioni
…oppure uno è meglio di tre?
[Scritta per la "FIRST-AID KIT Challenge!"]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hermann Kaltz, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'e'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CT OneShot

Questa breve storia partecipa alla FIRST-AID KIT Challenge!
Prompt 25# Pinzette

Un giorno qualunque, un po' spoileroso, preso nel corso di Inseguire un sogno, afferrare il destino


Chi fa da sé, fa per tre…

Poppenbüttel – Amburgo, 1986

Scheiße! – imprecò Dite, mentre si massaggiava la natica dolorante.

– Così impari a fare pipì nei cespugli! – la canzonò Karl, e Genzō rincarò la dose – Non è una cosa molto fine, Principessa! – e sghignazzarono insieme.

La ragazza socchiuse le palpebre e mostrò un dito medio a ciascuno, mentre Herri la confortava – Non dare peso a quei due, bella! – le circondò le spalle con un braccio e sogghignò malizioso, – Dai, che ci pensa il tuo Hermann a togliertelo! –

Attaccante e portiere si scambiarono un’occhiata sorniona – Bella la scusa, Scimmia! – lo apostrofò il primo, – Così, intanto, ne approfitti per guardare e tastare… – aggiunse il secondo. – Siete due maniaci pervertiti che vedono doppi sensi ovunque! – protestò il centrocampista, – Io mi sono soltanto offerto per la giusta causa… –

– Che è qui e vi sente, eh! – intervenne Dite spintonando via l’amico, – Non mi faccio mettere le mani sul culo, da nessuno di voi tre, è chiaro? –

– Hey, andiamo alla “J”, – propose Kaltz, – è il posto più vicino, e negli spogliatoi c’è il kit del pronto soccorso… – Kaiser e S.G.G.K. annuirono. – Se non ti fidi di uno di noi tre – ridacchiò beffardo guardando l’amica, – puoi sempre chiederlo a Maulesel… –

– Piuttosto lo faccio da sola! – inveì lei contro i tre ragazzi che sghignazzavano; poi si incamminò furente, tenendosi una mano sul gluteo.

Una volta raggiunto il campo da calcio, che, non essendoci allenamenti, di domenica, era deserto, il quartetto Karl, Genzō, Herri e Dite dovette comunque andare prima a cercare il capo-bidello, l’unico che in un giorno di festa potesse aprir loro lo spogliatoio, e lo trovarono nello stanzino riservato al personale scolastico.

Da dietro la scrivania, Maulesel li squadrò con la sua solita aria truce – A fare che? – indagò alla loro insolita richiesta. I tre cosiddetti “uomini”, però, non aprirono bocca, e la ragazza, allora, spiegò timidamente di aver bisogno di un cerotto.

L’uomo si alzò, facendo tintinnare l’enorme mazzo di chiavi che pendeva dalla cintura, aprì l’armadietto dei medicinali alle sue spalle e ne trasse un’intera confezione, e, con un’ultima occhiataccia torva delle sue, invitò gentilmente il gruppetto a “smammare immediatamente dalla sua vista, dato che lui non aveva tempo da perdere”.

– Che fregatura… – sospirò Dite avvilita, fissando l’inutile scatola di cerotti che teneva in mano. – Hai avuto proprio un’idea geniale, Principessa! – commentò sarcastico il Kaiser. – Già: se avessi detto che ti servivano le pinzette… – sottolineò l’S.G.G.K.

– E voi due saputelli potevate suggerire anche un po' prima! – sbottò lei, lanciando al portiere l’oggetto della sua frustrazione, che lo ‘parò’ tranquillamente, per poi passarlo all’attaccante, che lo usò per palleggiare.

– Beh, è inutile recriminare, ora, tanto siamo di nuovo punto e a capo… – intervenne il centrocampista, – Dai, siediti qui vicino a me, bella, che ci pensa il tuo Hermann a trovare una soluzione! – e si mise a succhiare lo stecchino con aria concentrata.

Gli altri due sghignazzarono, mentre Dite indicò il suo sedere dolorante e gli assestò un pattone deciso in mezzo alle scapole. – Ma fai anche lo spiritoso, Scimmia?! – che protestò – Hey, io mi preoccupo per te, e tu mi picchi? Che ingrata…! –

Schneider sbuffò annoiato, mentre stava ancora palleggiando con la scatola di cerotti, quando inquadrò il dormitorio nel suo raggio visivo. – Ehi, Numero Uno, – diede di gomito all’amico, – il tuo pivello avrà un kit di pronto soccorso in stanza… – Kaltz si illuminò – Giusto! Un nerd previdente è sempre fornito di tutto l’occorrente! – Genzō annuì – Andiamo da Scooter, allora, prima che a Principessa si gonfi il culetto! –

– Sai, S.G.G.K., se non sfondi come calciatore, puoi sempre ripiegare sul cabaret! – ribatté Dite, – E voi due, – indicò bellicosa Kaiser e Scimmia, – siete un’ottima spalla, tanto che, insieme, sembrate proprio “I tre marmittoni”… –

La ragazza si incamminò, sempre massaggiandosi la natica, e i tre amici la seguirono sghignazzando e scambiandosi battutine ironiche sul suo didietro offeso, ma stando ben attenti a non farsi sentire da lei, finché non raggiunsero la stanza del compagno di scuola. Selig aprì e rivolse al quartetto un’occhiata sbieca – Che volete? –

– Una povera ape suicida si è immolata su un candido e morbido deretano… – spiegò brevemente il centrocampista, – Già, e dobbiamo togliere il pungiglione – aggiunse il portiere. Il ragazzo ghignò squadrando i tre maschi – E cosa ci facevate con la natura all’aria? – li soppesò con uno sguardo malizioso. Il Kaiser lo fissò con aria minacciosa – Tu, undici anni, non ci arrivi a compierli, moccioso! – L’S.G.G.K. sospirò rivolgendo le iridi al soffitto e allontanò il suo pivello dal pericolo – No, è Dite la vittima. –

– Allora non voglio proprio sapere, cosa ci facevi tu, – e sbirciò, perplesso, la ragazza, – col culo nudo, e insieme a loro… – fece spallucce, poi andò a prendere la scatola di plastica bianca dallo scaffale della libreria e la porse al nipponico – Toh, servitevi. –

– Sì, ma, non possiamo mica farlo in corridoio, Einstein! – intervenne Herri. Sbuffando seccato, Scooter li fece entrare e richiuse la porta alle sue spalle – Ma sbrigatevi, che io ho da studiare. – L’attaccante guardò il suo portiere mimando col labiale – Posso terminarlo? – che replicò alla stessa maniera – Non ancora. –

– Allora, chi si cimenta? – domandò il Kaiser con aria solenne. – Facciamo “miscela” – propose Hermann. – Intanto tirati giù i pantaloni! – la incalzò Genzō. – Ma neanche per sogno! – esclamò stridula Dite, – Me lo tolgo da sola, ho detto! – I tre si strinsero nelle spalle contemporaneamente, ribattendo in coro – Fa' come vuoi, Principessa! –

Scooter sogghignò, osservando la ragazza assumere posizioni assurde per provare a raggiungere virtualmente il punto in cui si trovava il pungiglione, ma senza riuscirci, e con il risultato di far ridacchiare il trio marmittoni.

– E adesso? – sospirò afflitta, lanciando comunque un’occhiataccia ai tre amici burloni, come monito ad astenersi da inutili commenti. – D’accordo, ho capito, – intervenne il Genio, prendendo in mano la situazione, – Ci penso io, su, sennò facciamo notte. –

Dite scrutò il ragazzino, che si era messo a disporre il contenuto del kit sulla scrivania come se fossero gli strumenti di una delicata operazione chirurgica, per poi prendere le pinzette, disinfettarle e invitarla ad esporre la parte anatomica da trattare. Lei esitò, così Scooter, con piglio autoritario, intimò ai tre compagni di sedere sul divanetto, adeguatamente distante da sguardi inopportuni, e a non muoversi da lì.

~ E sia, tanto Selig è piccolo, e ancora innocuo…~ considerò Dite mentre slacciava i jeans, poi fissò intensamente i compagni di merende già allupati e sibilò – Chi si alza per venire a sbirciarmi il culo è un calciatore morto. – I tre risposero con un’alzata di spalle collettiva e un’aria innocente assolutamente studiata.

La ragazza si preparò mentalmente al dolore dell’estrazione stringendo le labbra, ma sentì soltanto il leggero pizzicore dell’acqua ossigenata sulla puntura. – Fatto! – e le applicò un cerotto rotondo premendo leggermente con la mano perché aderisse per bene, – Ora puoi anche rivestirti, il compenso per la prestazione medica odierna è a discrezione del paziente. – Poi rimise in ordine perfetto il contenuto nella scatola.

Dite si riabbottonò i pantaloni e si voltò, sorridendo, verso il suo ‘angelo’ salvatore in formato tascabile, per poi abbracciarlo tutta contenta e scompigliargli i boccoli biondi; mentre lei gli stampava una serie di bacetti sulle guance – Questa va bene come ricompensa? – Scooter rivolse uno sguardo verde da gattaccio furbastro ai tre seduti sul divano, che lo guardavano a bocca aperta.

– Hai capito il pivello… – sibilò Karl attonito, – Non solo guarda e tocca senza essere pestato dalla Principessa… – annuì Herri rigirando lo stecchino con la lingua, – Ma si becca pure baci e abbracci… – concluse Genzō, scuotendo la testa e aggiustando la visiera del cappellino rosso sugli occhi.

Vedendoli confabulare, Dite li squadrò con aria di sufficienza, commentando – Tsk! Voi tre insieme siete stati completamente inutili, mentre lui – e fece un’ultima carezza sul visetto angelico del genio-pivello, – ha fatto tutto da solo, e meglio! –


Scheiße: merda. Maulesel: mulo.


Dedicata a tutte le fedeli commentatrici, per festeggiare le 40 candeline della mia storia
Ringraziando ovviamente anche l’ideatrice del contest, :Mnemosyne: aka Reichan86, per la bella idea originale.

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: Silen