Immobile di Ryo Saeba, quartiere di Shinjuku
Martedì 3 luglio, 14.31
Il ritorno era trascorso meglio di quello che speravano. Ci avevano messo quasi
un’ora buona a raggiungere l’appartamento di Ryo, ma alla fine la quadra
completa era arrivata a destinazione senza alcun problema. E nello stupore
generale, il furgone fracassato di Mick che aveva retto lo sforzo dei venti
chilometri che li separavano dal quartiere di Shinjuku, attese di aver
raggiunto il garage per esalare il suo ultimo respiro.
- Ti ho detto che è da buttare, Mick… Non bisogna
avere una laurea in meccanica per capire che il motore è letteralmente fuso… Hei americano, mi hai
sentito?
Appoggiato contro il muro, le mani incrociate dietro la testa, Ryo osservò
rapidamente e con uno sguardo piuttosto irritato il suo vecchio socio o per
essere più corretti il posteriore del suo vecchio socio, essendo la parte
superiore del corpo dell’americano immersa nel motore di quella famosa carcassa
ambulante.
- Miiiick!!!
Non ottenendo altro che un vago rumore metallico come sola ed unica risposta
alle sue lamentele, Ryo sbuffò con sgarbo, lasciando viaggiare lo sguardo qua e
là senza mai veramente posarlo su qualcosa.
Era un’ora che era lì, a guardare senza realmente vederlo, un Mick Angel troppo
occupato a frugare nel motore di quel furgone scassato per rendersi conto del
tormento nel quale era sprofondato.
Cinquanta lunghi minuti a sbadigliare ed a pensare alla sua socia che si era
recata da Kazue con Miki e Falcon per farsi medicare la caviglia.
Tremilaseicento secondi a fantasticare su ciò che avrebbe potuto fare con Kaori
se quell’imbecille dal sorriso ebete non fosse stato sempre in mezzo ai piedi.
Ahhh la sua meravigliosa Kaori! La sua dolcezza, la sua
freschezza, il suo fascino… la sua bellezza, le sue
forme generose… Lentamente ma con fermezza, i
pensieri di Ryo presero una svolta molto più carnale che romantica, un sorriso
perverso prese rapidamente forma sulle sue labbra.
Eccitato dai pensieri libidinosi che gli giravano per la testa, Ryo guardò
l’orologio e fece una smorfia vedendo l’ora. Kaori sarebbe tornata presto e
Mick era ancora lì.
- Porca miseria Mick, sono già le 14.30 passate…
Pensi di occupare il mio garage con quel rottame anche per molto?... Guarda che ho fame!!...
Come per dare maggior peso alla sua affermazione, la pancia di Ryo si mise
allora a brontolare. E sempre continuando a rantolare, si avvicinò al suo
vecchio socio e, irritato più d’ogni altra cosa, diede un calcio alla ruota
posteriore destra del furgone che crollò rumorosamente ed in una nube di fumo
al suolo, come in un cartone animato giapponese. Per il colpo, Mick, che aveva
ancora la testa sul motore, ricevette il cofano sulla nuca ritrovandosi la
faccia nel grasso.
- Oups, scusa!... Mick?...
Mick? Mick?
In un silenzio sconcertante, Mick Angel uscì, aiutandosi con le braccia, dal
motore per raggiungere il mondo reale. Gli occhi sgranati dallo stupore e la
bocca spalancata, massaggiò con la mano destra il punto esatto in cui il cofano
aveva colpito il suo cranio, visibilmente perplesso. Il suo viso era diventato
tutto nero e alcune macchie marroni decoravano ora i suoi capelli così biondi,
solo i denti perfettamente candidi continuavano ad essere di un bianco splendente.
Di fronte a quest’immagine, Ryo fece inizialmente una smorfia strana prima di
scoppiare a ridere.
- Scusa se rido Mick… ma dovresti vedere la tua
faccia!!!
Gli occhi dell’americano avvolsero con pena il povero furgone che giaceva come
morto sul pavimento prima di posarsi con collera sullo stallone di Shinjuku.
Dall’espressione del suo compare, Ryo sospettò che Mick cominciasse a capire
che era lui la causa della sua trasformazione improvvisa in “meccanico sozzo”.
Era necessario un ripiego strategico.
- Io… io… credo che andrò
ad ordinare delle pizze…
Un passo indietro. Due passi. Poi ancora un altro e tutto questo nella
discrezione più totale. Sempre farneticando, Ryo si avvicinò all’uscita,
sorridendo e ridendo debolmente.
Mick aggrottò stranamente le sopracciglia.
- Io… ti lascio con il tuo caro furgone Mick… Sono sicuro che riuscirai a salvarlo…
Coraggio amico mio!!
Il pugno destro brandito in aria, Ryo fermò di colpo la sua scenetta quando
vide gli occhi di Mick posarsi sulle ruote del defunto veicolo per andare
lentamente ad osservare le sue scarpe.
Per puro riflesso, iniziò a fare dei piccoli passi di danza come per sottrarre
i piedi alla vista di Angel e sperare di salvarsi la testa. Ma i pugni
rabbiosamente chiusi del suo ex-socio e quel silenzio forviante non gli
dicevano niente di buono, scelse quindi la soluzione da vigliacco, preferendo
fuggire e lasciare Mick a sbollire la sua rabbia nel suo angolo. Cosa che non
tardò a succedere veramente.
- RYOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!
Immobile di Ryo Saeba, quartiere di Shinjuku
Martedì 3 luglio, 14.51
Quattro a quattro, Ryo salì le scale, la voce stridula di Mick s’indeboliva
alle sue orecchie ad ogni piano che oltrepassava. Arrivato a destinazione, si
precipitò nel suo appartamento, chiudendo rapidamente la porta dietro di sé,
appoggiandosi contro qualche istante per riprendere fiato e reprimere la risata
irrefrenabile che gli solleticava la gola.
- Pffff… devo calmarmi!!!...
(brontolio di stomaco)… Dannazione, ho fame… Nel
frattempo che aspetto che Kaori ritorni, ordinerò una o due pizze!!
A questo pensiero, il sorriso di Ryo si trasformò immediatamente in un ghigno
perverso. Sfregandosi freneticamente le mani l’una contro l’altra, si diresse a
grandi falcate verso il telefono, con un entusiasmo più che sorprendente per
uno che doveva semplicemente ordinare una pizza.
Compose rapidamente il numero della pizzeria, numero che conosceva a memoria
perfettamente, mentre il suo sorriso mutava in una smorfia sempre più
indecente.
- Playboy pizza, Olga al vostro servizio! Chiedete e sarete accontentati!
(Ryo sbavò letteralmente sentendo la voce soave e
oltraggiosamente sexi della donna. Dal suo accento,
doveva essere straniera, cosa che aumentò l’eccitazione del nostro stallone.
Completamente affascinato, mise il vivavoce per sentire ed apprezzare meglio
quella voce cristallina.)
- Olgaaaaaaaaaaaa! Mia caraaaaaaaaaaaaaa!!
(Troppo assorto da questa conversazione, Ryo non sentì
la porta dell’appartamento aprirsi.)
- Siete davvero voi, signor Saeba? Sono felicissima di sentirvi!!!
(Più la donna parlava, più la sua voce diventava sexy
e mielosa.)
- Ma il piacere è tutto mio, Olga! Non dimenticare che io sono il tuo Ryuccio!!
(Ryo dava l’impressione di essere un bambino di dieci
anni che parlava con Babbo Natale.)
- Avete fatto la vostra scelta, mio piccolo Ryuccio?
(La donna aveva pronunciato il nome di Ryo con una
sensualità talmente aberrante che quest’ultimo emise un piccolo risolino
d’estasi.)
- Si, si… Allora,
un’ardente, un desiderio e due sulfuree.
(Ryo sentì la donna scarabocchiare su un pezzo di
carta.)
- Sapete che con l’acquisto di due pizze ardenti, avete diritto a due cocktail
passione gratuiti?... Posso portarveli io stessa Ryo… Finisco tra mezz’ora…
(Ryo afferrò immediatamente il sottinteso ma
miracolosamente non colse per niente l’occasione.)
- Magari la prossima volta, Olga.
(La cameriera sospirò e prese una voce più dolce.)
- Come desiderate Ryo. Vi mancano ancora 20 punti e potrete abbonarvi a
Play-Boy gratuitamente e per un anno… Le vostre pizze
saranno consegnate tra mezz’ora. Vi auguro un ottimo pranzo.
- Grazie Olga.
Soddisfatto dal suo autocontrollo di fronte all’occasione che gli si era appena
offerta, Ryo riattaccò la cornetta, ma cambiò tono rapidamente quando sentì un
calore sprigionarsi sempre più ardentemente dietro di lui.
Girandosi, abbassò la testa tra le spalle iniziando ad agitare le mani davanti
a lui, in un ultimo gesto di protezione.
- Kaori!... No!... Non è come credi!!! Lasciami
spiegare!!!
Gli occhi che riflettevano una collera senza eguali, Kaori si mise di fronte a
Ryo, un enorme martello tra le mani. Portava ancora la sua divisa da derattizzatore e la sua caviglia dolorante sembrava molto
più stabile.
- Spiegare cosa mio caro RYUCCIO? (L’aura colerica di
Kaori di ingrandiva a vista d’occhio, raggiungendo una dimensione davvero
impressionante) … Va all’inferno, razza di verme schifoso!!!
Il martello pronto a colpire, Ryo tentò il tutto per tutto e, piantando il suo
sguardo tenebroso in quello della sua partner, si lasciò scappare con una voce
deliberatamente calda e sensuale:
- Kaori tesoro, se hai sentito tutto, dovresti sapere che ho rifiutato di
uscire con quella ragazza… Non vedo perché tu debba
arrabbiarti. Sei tu la sola che conta!
Il martello cadde pesantemente al suolo.
Imbarazzata da questa confessione, Kaori abbassò gli occhi posando le mani
sulle sue guance arrossate, incapace di articolare una parola. Ryo, intenerito
da tanto candore, fece tuttavia un balzo di dieci metri quando notò, nascosti
dietro la sua socia, Miki, Kazue, Falcon e Mick in piena discussione sulle sue
ultime parole.
- Cosa????... Kaori dimmi immediatamente cosi ci fanno
ancora da noi!!!... Ma siete peggio dei paras…!!!
Bang!! Ryo non ebbe il tempo di terminare la sua frase
che un enorme martello lo inchiodò al muro, prendendo al passaggio anche Mick
che guardava con attenzione un po’ troppo eccessiva il sedere di Kaori. ( Mira bene la nostra cara Kaori!). Quest’ultimo, la testa
alla rovescia, la girò verso il suo vecchio socio.
- Play Boy pizza?
Sempre incastrato nel muro, Mick aveva pronunciato quelle parole con tutta la
serietà del mondo.
- Dannazione Ryo!!! Perché non mi hai detto che il
paradiso delle pizze esiste!!! – l’americano saltò su Ryo scuotendolo violentemente
per le spalle davanti ad una Kaori ed una Kazue morte di vergogna – Noi siamo
come fratelli, no?... Hum, io amo la pizza e
soprattutto le ragazze delle pizze… tutto quello che…
Bang! Mick non ebbe il tempo di finire la sua frase che un martello gli si
schiantò sui denti. Tra la pelle ed i capelli anneriti dal grasso del motore ed
i denti scheggiati, il sex-appeal di Mick Angel aveva appena preso un bel
colpo. Al punto da far fare una smorfia a Kazue, la lanciatrice del secondo
martello.
- Bene, ora basta… - la voce di Saeko risuonò così
duramente tanto quando i suoi tacchi sul pavimento - Abbiamo già perso
abbastanza tempo. Akane non tarderà a trovarvi.
L’ispettrice, il volto impenetrabile, si accovacciò di fronte a Ryo e dichiarò
con un tono più che serio.
- Dovete lasciare la città per qualche tempo, Ryo. Ed alla svelta.
Residenza di Ryoga e Akari
Hibiki
1° giorno di vacanza, Hawai
Giovedì 5 luglio, 10.31
I raggi del sole entravano con naturale discrezione in questa camera luminosa
come se temessero di disturbare il sonno benefattore dei suoi occupanti. Le
lunghe tende trasparenti, che ricoprivano elegantemente la porta-finestra
leggermente socchiusa, si sollevavano al ritmo regolare della brezza leggera e
deliziosa. Il ronzio di un ventilatore risuonava dolcemente, rendendo l’aria
del posto fresca e rinvigorente.
Steso sul grande letto bianco che troneggiava fieramente al centro della
stanza, Ryo Saeba mosse leggermente la testa con un piccolo mugugno irritato e
tentò di aprire gli occhi. Ma le palpebre pesanti e la mente un po’ ovattata,
rinunciò velocemente a questo sforzo fisico, un po’ troppo mattiniero per i
suoi gusti, e preferì lasciarsi cullare dal rumore delle onde che
s’infrangevano dolcemente sulla spiaggia. Quella musica incantevole gli portò
uno strano sorriso sulle labbra, ma fu l’alterazione provocata dal brontolio
del suo stomaco che lo riportò bruscamente alla realtà.
- hum… no… ancora qualche minuto…
Con un gesto infastidito, Ryo nascose con le mani i suoi occhi sempre chiusi.
Un secondo brontolio risuonò ancora più forte e più a lungo, facendolo uscire a
poco a poco dal suo letargo.
- no… Kaori… lasciami
ancora cinque minuti… voglio dormire ancora…
Come di sua abitudine, Ryo emerse dal mondo dei sogni mugugnando ad alta voce,
le sue parole invasero la stanza in quella eterna sensazione di deja-vu.
Borbottando contro la sua barba nascente, l’uomo posò la mano qualche istante
sul suo ventre che gli sembrava all’improvviso smisuratamente vuoto, sperando
di calmare l’appetito che scombussolava la sua pancia. Ma un nuovo brontolio
echeggiò bello forte facendogli capire che solo un enorme
colazione sarebbe riuscita a saziare il suo corpo affamato.
- …
Le labbra contratte in una smorfia, borbottò più per proforma che per vera
necessità, sbadigliando cosi elegantemente quando un uomo delle caverne. Quindi
ritrovando l'agilità di un gatto, si stiracchiò energicamente, stendendo le sue
braccia vigorose su tutta la lunghezza del letto per irrigidirsi immediatamente
quando la sua mano incontrò la morbidezza e il calore di una pelle
deliziosamente nuda. Bruscamente riportato alla realtà, Ryo aprì gli occhi,
sbattendo diverse volte le palpebre sotto l'aggressività della luce prima di
meravigliarsi, spalancando gli occhi, del biancore un po' troppo perfetto del
soffitto. La sua mano tastò ancora una volta la grana gustosa di quella pelle
umana, e Ryo abbandonò l'aspetto decorativo della stanza per dedicarsi alla sua
scoperta tattile.
Si raddrizzò rapidamente sul sedere, con gli occhi sgranati dalla sorpresa,
paralizzandosi d'ammirazione davanti la visione che si offriva a lui.
- Kao...
Sbalordito di trovare la sua partner nello stesso letto assieme a lui, Ryo
quasi rimase senza voce.
Come in uno dei suoi più bei sogni, la donna era a qualche centimetro da lui,
così vicina da essergli unicamente sufficiente tendere la mano per sfiorare
quella donna deliziosamente seducente. Vestita con una canottierina in seta e
dei pantaloncini abbinati, sonnecchiava deliziosamente, un bellissimo sorriso
sulle labbra. Agghindata in quel modo, assomigliava ad un angelo. Un magnifico
angelo caduto dai cieli.
- Kaori?
Turbato da questa visione divina, Ryo s’inginocchiò al suo fianco, deglutendo a
fatica. Il suo sguardo, così penetrante quanto quello di una lince, scivolò a
lungo su questo splendido corpo che, scolpito da lunghe ore di aerobica e
martellate date a tutto andare, non aveva niente da invidiare alle più belle
modelle del mondo.
Il cuore che batteva e la testa inclinata di lato, osservò ancora una volta la
catenina dorata che ornava la sua caviglia destra e che le dava quel lieve
tocco sexi che lo mandava fuori di sé.
Spontaneamente, tese la mano per toccare l'oggetto prima di ritrarsi subito,
sapendo perfettamente che se avesse cominciato a gustare la morbidezza di
quella pelle, non avrebbe potuto più impedirsi di esplorarla con carezze e
baci.
Oramai completamente sveglio a causa delle sue intenzioni libertine, Ryo lottò
duro per non lasciarsi andare ai suoi pensieri carnali e mantenere il suo
sangue freddo leggendario.
Benché il desiderio gli divorasse brutalmente il corpo e lo spirito,
onestamente sapeva di non poter saltare su Kaori così. Anche se?... Quale uomo
di costituzione normale avrebbe potuto resistere ad una tentazione simile?
Quale uomo avrebbe potuto resistere al fascino innocente di questa donna?
Sbalordito dalla svolta indecente che prendevano i suoi pensieri, Ryo respirò
con calma, inspirando a ritmo, allontanando, in un ultimo guizzo di ragione, il
suo corpo dalla stupenda creatura che condivideva il suo letto.
- pffffffff!!
Il pavimento in legno scricchiolò dolcemente sotto i piedi nudi di Ryo.
Vestito con il suo eterno paio di pantaloni neri e la sua eterna maglietta
rossa, si mise davanti la porta finestra, lo sguardo perso, senza realmente
vederlo, nella profondità dell'oceano. Fece scivolare una mano tra i suoi
capelli neri sospirando.
Ricordava la loro partenza precipitosa per questo posto meraviglioso e
soprattutto la rabbia quando aveva saputo che Mick, Kazue, Falcon e Miki gli
avrebbero accompagnati su quest’isola stupenda. Ricordava anche di aver
ingurgitato una buona dose di sonnifero per sopportare il lungo viaggio in
aereo e non dover subire le pagliacciate di Mick Angel. In effetti, ricordava
molte cose ma il modo in cui era finito su quel letto in compagnia di Kaori,
gli era totalmente sconosciuto. E, benché questa situazione in sé non fosse
sgradevole, era davvero curioso di conoscerne il come ed il perché.
Un vago sorriso a solleticargli le labbra, Ryo abbandonò allora l'infinito
dell’oceano blu per ritornare lentamente vicino alla chiave del mistero. Gli
occhi brillanti di affetto, Ryo accarezzò dolcemente la guancia della donna e,
chinandosi lentamente verso di lei, le sussurrò teneramente all'orecchio.
- In piedi signorina Makimura... è ora di svegliarsi...
Con un brontolio sommesso, Kaori si mosse lentamente, le gambe spiegazzarono il
lenzuolo bianco mentre le sue labbra si socchiudevano dolcemente in un mormorio
incomprensibile.
Chiaramente immersa nei suoi sogni, colpì con un pugno il cuscino prima di
nasconderci la testa con un brusco movimento di contestazione. Questo gesto
fece sorridere Ryo che si rese conto all'istante che stava sicuramente sognando
lui e che anche in sogno, riusciva a farla arrabbiare.
Intenerito della sua bella addormentata preferita, allungò timidamente la mano
per farle scivolare dietro l'orecchio una ciocca ribelle che le scendeva sulla
fronte. La donna si svegliò immediatamente con un profondo sospiro,
scontrandosi subito con lo sguardo beffardo e tenero del suo partner.
- hum... Buongiorno Ryo...
Di fronte un Ryo tutto sorridente, Kaori si girò sulla schiena, stiracchiandosi
lascivamente con un sospiro di contentezza che faceva deliziosamente pensare
alle fusa di un gatto.
Poi, le braccia tese sopra la testa e gli occhi sgranati dalla sorpresa, fermò
di colpo il suo gesto, rendendosi conto che qualcosa non andava nella sua
tabella mattutina.
- Cosaaaaa?!!! Ryo?
Con un sussulto di panico misto ad imbarazzo, Kaori si sedette precipitosamente
sul letto di fronte ad un Ryo che cercava di reprimere la sua voglia di ridere.
Cosciente del suo aspetto impresentabile, si passò maldestramente le mani tra i
capelli arruffati e lisciò grossolanamente i suoi abiti da notte.
- Ryooo?!!!... Smettila di ridere!!! Ryooooo!!!... Ma insomma... cosa ci fai
nella mia camera?
La domanda era colma di una tale ingenuità che Ryo ritrovò la sua calma, un
sorriso leggero sulle labbra. D’umore malizioso, l'uomo alzò negligentemente le
spalle ed approfittò dello stupore della sua socia per raggiungerla nel letto.
Sbalordita da questo comportamento più che inatteso, le guance della donna
presero un colorito ancora più sostenuto, facendola sprofondare
nell'incomprensione più totale. E Kaori represse anche un urlo quando il
materasso, che si era affossato sotto il peso dell'uomo, la fece scivolare
pericolosamente verso di lui.
- Tu cosa ci fai nella mia camera?
Pronunciando quelle parole, Ryo toccò leggermente con l'indice la fronte della
sua socia, un bagliore birichino illuminava i suoi occhi solitamente così
scuri.
Presa alla sprovvista, Kaori arrossì, le parole si soffocarono nella gola
divenuta stranamente secca.
- Cosa?... Come nella TUA camera?
La mente ancora un po' assonnata, Kaori osservò rapidamente la grande stanza,
irrigidendosi istantaneamente quando vide la valigie di Ryo, ammassate una
sull'altra vicino alla porta.
Incapace di pronunciare una sola parola, Kaori si squagliò sul posto quando la
realtà della situazione le ritornò improvvisamente alla memoria. Quindi
passando dal pallore di un fantasma al rossore di un gambero, non ebbe altra
scelta che sopportare le sue osservazioni fuori luogo.
- Ti informo, mia cara Kaori che quando si fa una visita notturna a qualcuno, è
sconsigliato addormentarsi prima di essere passati all'attacco... tsss...
dilettante...
Così rossa ed imbarazzata quando un Falcon di fronte ad una Miki un po' troppo
affettuosa, Kaori abbassò la testa, stropicciando con frenesia il lenzuolo
bianco che copriva il letto come se da ciò dipendesse la sua sopravvivenza.
Come poteva spiegarglielo?
- Io? Farti una visita notturna? Ma insomma... no, Ryo!!! Io...
La voce era debole e tremante. Rossa di vergogna, la donna osservò con la coda
dell'occhio il suo socio, ed il suo imbarazzo si mutò in collera mano a mano
che dettagliava l'espressione faceta e perversa che metteva in mostra.
Quel cretino si prendeva gioco di lei e, lei, si stava innervosendo alle
velocità della luce!
- Non sapevo che fossi così impaziente di conoscere il fervore dello stallone
di Shinjuku, socia!!!... Comunque, dove e quando vuoi!!!
Per dare più peso alle sue parole, Ryo le fece un occhiolino provocante e
spalancò le braccia, facendo sprofondare la donna nell'esasperazione più
totale.
Le sue guance virarono al rosso magenta, la bocca si aprì ma senza far uscire
alcun suono. In preda ad una collera nera, strinse semplicemente i pugni, gli
occhi chiusi con fermezza come per placare l'ebollizione del suo spirito e del
suo corpo. Sembrava una strega nel mezzo di un incantesimo.
- Ryoooo Saebaaaaa!!!!... Come osi, anche per il più infimo dei secondi,
paragonarmi ad un maniaco perverso della tua specie?... Non penso alla mia
libido ogni minuto, io, quindi smettila di prendere i tuoi sogni per la
realtà!!!
Per una volta, Kaori non usò il martello. Scagliò il primo oggetto che le era
capitato sotto mano, in questo caso un’enorme lampada da notte, che atterrò con
violenza sul volto deformato di Ryo, impedendogli di replicare la più minima
parola. Ad ogni modo, per la propria sopravvivenza, era più ragionevole che
smettesse di stuzzicarla.
- Guarda un po', ma tu sei dolce al risveglio quanto in pieno pomeriggio!!!
Pietrificato dalla collera di Kaori, Ryo fermò subito le sue osservazioni
assurde iniziando a massaggiarsi il naso dolorante.
In realtà anche se sembrava perfettamente sereno, Ryo si sentiva imbarazzato
quando la sua socia.
Se, in passato, avevano già condiviso lo stesso letto, era stato per ragioni
puramente professionali. A disagio, ricordò la prima sera in cui Kaori aveva
traslocato da lui o ancora la volta in cui un piccolo cesna si era schiantato
sul loro appartamento. Si. Le poche volte in cui avevano condiviso lo stesso
letto, era stato in tutto onore.
Ma ora le regole del gioco erano cambiate. Non c'era nessuna cliente. E ancora
meno un aereo caduto dal cielo. No. C'erano semplicemente Ryo e Kaori. Kaori e
Ryo. Un uomo ed una donna innamorati.
- Dimmi Kaori, come siamo finiti su questo letto?... - rendendosi conto di
quello che stava dicendo, Ryo fece un gesto con la mano - ... no... aspetta...
voglio dire... ricordo di aver preso il taxi per l'aeroporto ma dopo ho un buco
nero...
L'espressione di Kaori passò dal malcontento alla confusione più totale.
Completamente risvegliata a causa di questa domanda, quasi dimenticò il suo
cattivo umore e si appoggiò contro la testiera del letto.
Ryo si stupì. Sembrava persa nei suoi pensieri.
La donna sentì le guance bruciarle ancora una volta. Era davvero in una
situazione imbarazzante. Tuttavia non trovava niente di sconveniente in quello
che aveva fatto.
Arrivati alle Hawai, Kaori aveva deciso di vegliare alcune ore su Ryo perché
trovava preoccupante che non si fosse ancora svegliato. Kazue gli aveva dato la
dose necessaria per tenerlo addormentato durante il tragitto in aereo. Né più,
né meno. Ma Ryo dormiva ancora e, nonostante le parole rassicuranti di Kazue,
Kaori non riusciva ad impedirsi di stare in ansia.
- Allora Kaori, vuoi spiegarmi?
Convinta che Ryo avrebbe preso in giro lei e la sua preoccupazione fuori luogo,
Kaori esitò a rispondere. Tuttavia, schiarendosi leggermente la voce, Kaori
tentò di spiegarsi:
- In effetti Ryo...
La donna si bloccò nel mezzo della frase, aggrottando leggermente le
sopracciglia. Le sembrava di aver sentito come un fischio.
Quindi istintivamente, girò la testa verso la porta della camera,
inginocchiandosi sul letto di fronte a Ryo.
- Ryo?... Non hai sentito niente?
Troppo occupato ad ammirare la magnifica scollatura della sua socia ed a frenare
i suoi ardenti spiriti, Ryo balbettò qualche parola a mo' di risposta. Le sue
dita si agitavano freneticamente, sempre più attirate da quel corpo quasi
indecente di perfezione, mentre il suo cervello gli intimava di calmarsi
velocemente e cancellare i pensieri piccanti che gli stavano sconvolgendo di
nuovo la mente.
- hum...
Non resistendo più, le dita di Ryo percorsero quei pochi centimetri che le
separavano da quella pelle cosi invitante. Il viso deformato dalla perversità,
fece scivolare il suo indice lungo il braccio nudo della sua compagna,
facendola dolcemente fremere d'emozione.
- Ryo? Ma insomma... cosa fai?
Un sorriso avido sulle labbra, Ryo posò le mani sulle spalle della donna,
attirandola ancora più vicina. Sorpresa da questo gesto, la donna spalancò gli
occhi e gli sgranò ancora di più quando lui tese le labbra in un bacio sonoro,
la bava agli angoli, cosa che non avrebbe tentato nemmeno la peggiore delle
maniache.
Il fischio si fece sentire un’altra volta. La bocca di Ryo si avvicinava
pericolosamente e Kaori non sapeva più dove sbattere la testa.
- Ryooo!!!! No!!! Non adesso!!
Perso nella propria foga, Ryo non notò immediatamente che le sue braccia
avvolgevano un enorme cuscino e che la sua bocca si schiacciava su una federa
che sprigionava un piacevole profumo floreale.
In effetti, non ebbe neanche il tempo di capire che stava stringendo un pezzo
di stoffa che si sentì cadere all'indietro, spinto da una forza smisurata.
Quindi, con un piccolo gemito di sorpresa, crollò bruscamente giù dal letto,
picchiando duramente la testa contro il pavimento, nel momento stesso in cui la
porta della camera si aprì su un Mick Angel tutto sorridente.
- Heiiiii Ryo!! Alzati... Cosa... Kaori?
Vestito con una camicia hawaiana, un paio di bermuda dai colori vistosi ed dei
sandali acquistati nel negozio all'angolo, Mick aveva tutta l'aria di un
surfista stereotipato made in America. E con i suoi capelli biondi tirati
all'indietro da un paio d’occhiali da sole posati sulla testa, Kaori aveva la
sgradevole sensazione di avere di fronte a lei un bagnino uscito direttamente
da Baywatch che un ex-sweeper.
- Mick!?? Nessuno ti ha mai insegnato a bussare prima di entrare?
Troppo felice della sua scoperta, l'americano non rispose, dettagliando
avidamente la graziosa donna seduta sul letto.
- Wow... che scena deliziosa...
Irritata del sorriso stupido che metteva in mostra, Kaori scese dal letto,
gettando una rapida occhiata all'altro lato per controllare che Ryo fosse
realmente invisibile agli occhi di Mick.
In trenta secondi, si trovò di fronte al bel biondo, afferrandogli il braccio
con foga per spingerlo fuori senza riguardo.
- Esci di qui Mick!... Ti informo che la camera di Ryo è quella a fianco,
perciò vattene!!
Senza attendere la reazione di Mick, Kaori lo spinse fuori, chiudendogli
rapidamente la porta in faccia, sollevata che non avesse scoperto la presenza
di Ryo nella camera. Tenendosi la fronte con un gesto seccato, non provò alcun
rimorso sentendo i piagnucolii del nuovo sosia di Baywatch.
Appoggiata contro la porta di legno, si chiese nuovamente come avrebbe fatto a
reggere queste vacanze tutti assieme. Lei che già aveva delle difficoltà a
gestire la sua relazione con Ryo, non si vedeva proprio ad annunciare la verità
ai suoi amici. Solo immaginare le indiscrezioni di Mick, le domande di Miki ed
i sorrisini di Kazue la sfiancava mentalmente e fisicamente.
- Arggg...
Distratta dai suoi pensieri da un grugnito ryonesco, Kaori si lanciò verso il
letto attraversandolo a quattro zampe, sporgendosi prudentemente sull'altro
lato per vedere in che stato si trovava il suo socio. Un sorriso dispiaciuto
sulle labbra, recuperò il cuscino che ricopriva la parte superiore del suo
corpo reprimendo la risata che gli solleticò la gola alla vista della sua espressione
afflitta.
- hum... Ryo?... Niente di rotto, spero?
Gli occhi ridenti, Kaori inclinò la testa con un sorriso incantevole, gettando
anche lo stesso Ryo in un abisso di dolcezza ed amore. Ma tormentato dal potere
che questa donna poteva avere su di lui, si adombrò quasi subito, girando la
testa di lato. Gesto che non sfuggi a Kaori.
- Ok, molto bene... se vuoi mettermi il broncio...
Delusa dal comportamento dell'uomo, Kaori si raddrizzò lentamente, prendendo
coscienza che Ryo era un uomo davvero difficile da inquadrare e che gli restava
ancora molta strada da percorrere prima di raggiungere l'intesa perfetta tra di
loro.
Persa nelle sue riflessioni, non sentì subito la mano che gli afferrò il polso
per attirarla lentamente nel vuoto.
- Heiiiii...
In due mosse, la donna si ritrovò a cavalcioni sull'uomo, le sue mani tremanti
appoggiate sul suo petto.
Con lentezza, scrutò quel viso che amava tanto, turbata da quello che riuscì a
leggere nel suo sguardo. Gli occhi di Ryo brillavano di una fiamma ardente. Un
bagliore passionale ed appassionante.
Ipnotizzata da questa luce piena di promesse, Kaori aveva l'impressione di
perdere l'orientamento e mancò un battito quando Ryo cominciò ad accarezzarle
delicatamente il braccio, attirandola inesorabilmente verso di lui per
catturare le sue labbra in un bacio pieno di passione e di amore.
TOC TOC TOC
- Kaori, sono Miki... Mick mi ha detto che ti eri svegliata... Posso entrare?
La testa nascosta contro il collo della sua socia e le mani posate a livello
dei suoi reni, Ryo si chiese cosa aveva fatto di male per meritarsi questo.
Perché gli disturbavano ogni volta che le cose tra di loro sembravano
concretizzarsi?
- Mi vesto Miki e ti raggiungo giù...
La voce di Kaori risuonò nel silenzio della stanza.
Frustata, la donna si staccò con lentezza dal corpo di Ryo, cercando di
ritrovare la sua calma e la sua lucidità. Ma con il corpo inebriato di un
desiderio ancora inappagato, fu una mano tremante che gli tese per aiutarlo ad
alzarsi.
- Ryo, io...
Anche lui frustato ma nondimeno felice di leggere la stessa delusione nello
sguardo della sua socia, Ryo le posò l'indice sulle labbra accarezzandole
dolcemente la guancia. Non era ancora il momento giusto. Dovevano essere più
pazienti.
- E se andassimo a sgranocchiare qualcosa? Credo che morirò di fame se resto
qui...
E per dare maggior peso alla sua richiesta, la pancia di Ryo emise un altro
brontolio.
Lungi dall'esserne infastidita, Kaori si mise a ridere e raggiunse la porta non
senza aver depositato un leggero bacio sulle labbra del suo socio.
- ok... un’ultima cosa Ryo... fai attenzione uscendo... altrimenti Mick
potrebbe pensare che mi fatto una visita notturna!!
Kaori pose l’accento sulla sua osservazione con un occhiolino malizioso.
Ryo attese che la donna sparisse dalla sua vista per lasciarsi cadere sul
letto. Emise un sospiro. Maledizione, come faceva a ridurlo in uno stato
simile? Non riusciva mai a resisterle. Lei era così... desiderabile. Cosi
bella. Cosi generosa.
Con passo strascicato, Ryo attraversò la camera e si diresse verso il bagno.
Una lunga doccia gelata gli avrebbe fatto un gran bene. Ed aveva la netta
impressione che sarebbe stata la prima di una lunga serie!
Continua...