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Autore: Debh    17/09/2008    3 recensioni
Un'intrigante storia che vi trasporterà nel medioevo fantasy occidentale, precisamente nelle Terre Di Igara. Un racconto dove regnano Gilde e Sette, fatto di amicizie e tradimenti che trasformerano del tutto il giovane Erik che partirà per la sua ultima Missione.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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C'era la solita frenesia all'interno della Setta e gli adepti camminavano in massa per la riunione che si svolgeva a fine mese.
Erik, come gli altri, stava andando nella Sala Principale.
<< Ehi Erik >> lo chiamò un ragazzo biondo che dimostrva appena vent'anni << Siamo fatti vecchi, eh? >>
Di tutta risposta l'uomo scoppiò in una fragorosa risata.
<< Ridi, ridi. Che ventisette anni anche se appena compiuti sono tanti >> continuò
<< Ci passerai anche tu Elais >>
Erik non era sicuro che l'amico avesse sentito le sue parole per via della campana che, iniziando a suonare, avvisava l'inizio della riunione.
<< Andiamo >>
La Sala Principale era formata come un anfiteatro greco dove gli adepti si sedevano in base al grado: più in basso si sedeva, più potente era l'uomo. Erik sedeva nella parte centrale insieme al fidato amico Elais.
Guardandosi intorno si poteva notare che tutti lì indossavano abiti diversi, cosa alquanto strana per una Setta,ma tutti avevano una striscia di tesuto color rosso scuro come sangue rappreso che ognuno teneva in una parte diversa del corpo. Erik, ad esempio, la teneva alla vita come fosse una contura. In partcolare metteva in mostra il simbolo della Setta: un Cuore dove in alto era trafitte da due pugnali che si incrociavano nella parte centrale. Molti non conoscevano il simbolo ma spesso il nome Cuore nero faceva tremare le persone, infatti era una delle Sette più temute delle Terre di Igara.
Oltre alla cintura, l'uomo, portava uno smanicato nero aderente al corpo che faceva intrvedere i addominali e i pettorali, agli avambracci portava dei paramuscoli in ferro e in quello sinistro teneva nascosto un pugnale che gli aveva dato il Cuore Nero, mentre un altro pugnale era nascosto nello stivaletto anch'esso sinistro. Infine, indossava dei panataloni neri aderenti in pelle ma piuttosto comodi per qualsiansi movimento.
<< Posso avere la vostra attenzione? >> chiese un'uomo in piedi davanti la scalinata. Era piuttosto anziano ma si vedeva che si manteneva in forma.
<< Rinfrescami la memoria...quello chi è? >> sussurrò Elais che da poco era entrato nel Cuore Nero ma aveva fatto passi da gigante.
<< Generale Cromo. Ha grande fama sui campi di battaglia >>
Dopo di che tacquero così come tutti rimanendo seduti per ascoltare cosa avesse da dire.
<< Il Generale Supremo è in missione quindi condurrò io la riunione di oggi >> fece una piccola pausa rischiarendosi la voce ormai rauca << Allora...le missioni da fare sono tante e molto importanti. Incominciamo da chi non lavora da settimane >>.
Fece un piccolo segno di avvicinarsi a Erik che sorrise avanzando: sapeva bene che sarebbe stato uno dei primi.
Quando furono vicini riprese a parlare:
<< Devi controllare dei documenti a Leinon. Prendili e portali qui, a Saiet. A Leinon ci saranno due generali che ti diranno cosa perndere, al come ci penserai tu. Ti stiamo chiedendo di fare questo perchè sei uno dei migliori ladri che ci sono al Cuore Nero >>
Erik sorrise imbarazzato.
<< Partirai tra due giorni esatti >> concluse dandogli una pacca sulla spalla per rimandarlo al posto.
Erik gettò un'occhiata alla mano del Generale: lui la fascia la portava al polso.
<< Leinon? Ti aspetta un lungo viaggio, Erik >> commentò Elais mentre l'amico si sedeva.
<< Già...>> si fermò un attimo <<...vuoi venire con me? >> chiese sarcastico e con un bel sorriso sulle labra.
Elais soffocò la sua risata che sicuramente avrebbero sentito tutti. Scosse la testa.
<< No, grazie .>>
"Però Elais ha ragione. Leinon dista da Saiet molte leghe e per arrivarci devo fare il giro dato il fatto che non posso passare per i Monti Arsi" riflettè massaggiandosi sotto il mento, là dove aveva una cicatrice che si era procuparato in una vecchia missione.
Dopo quel piccolo discorso Erik rimase in silenzio per tutto il tempo e non disse niente neanche ai dibattiti dove era il primo a parlare e a contestare in caso di bisogno: non riusciva a non pensare a quale percorso avrebbe compiuto per andare a Leinon. Intanto guardava i vari adepti con i suoi grandi occhi azzurri molto particolari perchè ai lati delle pupille vi erano della sfumature verdi: dicevano che era la sua parte più bella. Ma lui sosteneva di avere anche dei capelli stupendi: neri come la pece, tagliati corti e con un ciuffo liscio che gli ricadeva sull'occhio destro; per non parlare del carattere e del sorriso, quelli sì che erano belli.
La riunione terminò dopo circa tre ore e quasi tutti gli adepti andarono a riposare nelle proprie camere all'interno dell'edificio che che esternamente sembrava un monastero alla periferia di Saiet. Altri, invece, andarono in missione oppure vagavano per le Terre di Igara.
Erik si mosse svelto per i corridoi affollati finchè non giunse davanti ad una delle tante porte.
<< Dove l'ho messa... >> bisbigliò controllando l'interno dei paramuscoli ma non trovò niente così si sfilò quello destro e lo mise sottosopra squotendolo. Con un tintinnio, a terra, cadde una piccola chiave dorata. La raccolse subito stringendola in mano come una reliquia preziosa, poi, si mise il paramuscoli e infilò la chiave e, girandola nella serratura, aprì la porta. Riamse un po' sull'uscio ad ammirare la stanza accogliente anche se vi erano soltanto un letto, una sedia e una scrivania. Sorrise contento di essere lì dopo tutto quel tempo, infatti, anche se non era stato in missione, se ne era andato in giro per le Terre di Igara esplorandole come gli piaceva fare. Era ripassato dopo tanto tempo nella Valle del Destino, ovvero un bosco dove l'avevano mandato a fare la prova di coraggio per entrare nel Cuore Nero, inoltre, aveva navigato sul Mare Immenso, a sud delle Terre di Igara,costeggiando la riva abbastanza alta.
Non perse altro tempo che chiuse la porta dietro di se buttandosi sul letto e chiudendo gli occhi che gli bruciavano. Era stanco della riunione ma non riusciva a prendere sonno così si stese in quella posizione pensando ancora da dove passare per andare a Leinon. Poteva passare o a destra o a sinistra dei Monti Arsi che dividevano le Terre di Igara a metà: a destra si trovava Gorner, sua città natale. Ma lì vi erano parecchi banditi e la strada era in salita visto che la città sorgeva sui Monti Raccolti chiamati così perchè racchiudevano il Lago Bianco che a sua volta rispecchiava le cime innevate dei monti.
A sinistra vi era Vivoni ed era la strada più corta e più conveniente da fare ma in qulla città vi erano diversi consiglieri del Tempo e le loro spie che facevano di tutto pur di distruggere il Cuore Nero. Ci riflettè un altro po', poi, decise di passare per Gorner: prima veniva il Cuore Nero, poi i suoi interessi.

  
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