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Autore: Lord Gyber    21/08/2014    2 recensioni
Citazione del personaggio: Il buio. Il buio ed il silenzio sono la prima cosa che ricordo....Il mio corpo. Il mio corpo aveva perso ogni genere di umanità.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina a Canterlot vi era grande fermento. Nel giardino del castello, infatti, si stava tenendo la più grande riunione si scienziati al mondo. Le più grande menti del pianeta erano andate lì per esporre le loro nuove invenzioni, sia nel campo scientifico che magico, e per portare progresso nelle civiltà. Celestia, che si trovava al centro del giardino, stava accogliendo calorosamente tutti gli studiosi e diceva ad ognuno della trepidante attesa di vedere le loro opere. Mentre era intenta a parlare con un gruppo di scienziati vari, una voce richiamò la sua attenzione.

- E' bello rivedervi, principessa. -

L'alicorno si voltò al sentire la voce familiare. Davanti a lei vi era un unicorno quasi alla terza età, dal manto con crine e barba grigi.

- Professor Iberus, è un vero piacere godere di nuovo della vostra presenza. Mi sembrate davvero in forma. -

- Anche voi siete stupenda come sempre. - disse prendendogli lo zoccolo e baciandoglielo.

- Oh, siete sempre il solito galante. -

- Alla mia età sono poche le cose che si possono fare, ma non si è mai troppo vecchi per corteggiare una bella signora. -

- Così mi fa arrossire. -

- Senza contare che voi siete più grande di me, e quindi è più che lecito. -

La regina fece un piccolo sbuffo, ridacchiando.

- Iberus, anche se siamo amici vedi di non esagerare. -

Tutti e due scoppiarono a ridere.

- Sarà meglio andare, lo spettacolo inizia. - disse l'unicorno.

 

E così si diressero verso il palco, dove ognuno avrebbe mostrato la propria invenzione o scoperta. Passarono così le ore, finché anche l'ultimo scienziato non ebbe mostrato il frutto del suo lavoro. Iberus, si mise davanti all'enorme gruppo di suoi colleghi.

- Signori e signore, la riunione è finita, potete...-

- Io veramente dovrei ancora far vedere il mio lavoro! -

Tutti, compreso Iberus, si girarono verso il palco, dove un figura vi era salita accompagnata da una cosa indefinita nascosta sotto un telo, che però non nascondeva che ciò che vi era sotto fosse grosso e massiccio. L'unicorno nero rimase allibito nel vedere l'essere che gli si stagliava di fronte.

- Xander!?! -

- Caro Iberus, è molto bello incontrarti di nuovo. - disse sistemandosi gli occhiali.

Iberus passò dallo sconvolto al furioso.

- Come osi rimettere zoccolo qui!!! Come puoi pensare di poterti ripresentare dopo quello che è successo!?! -

Xander si mise lo zoccolo sotto il mento e cominciò a grattarlo.

- A me non sembra di aver fatto nulla di che. -

- SMEMBRARE IL PROPRIO FIGLIO ED UTILIZZARLO COME CAVIA SECONDO TE E' NULLA DI CHE!!!!!!! -

- Oh, che brutte parole. Diciamo che ho sacrificato mio figlio per il bene e il progresso della scienza, inoltre...-

Celestia non parve tollerare una parola di più e si teletrasportò vicina al palco.

- Ora basta, Xander. Finirai nelle più oscure e marce segrete per i tuoi crimini. -

Il professore fece un'occhiata interrogativa, per poi mettersi a ridere di tutto gusto.

- Mi dispiace cara, ma d'ora in avanti sarò io a dettare legge. -

Con la magia prese una cosa da una borsa li vicino: era un piccolo collare di metallo nero a cui vi erano attaccate piccole pietre rosse. Lui se lo portò alla testa e lo agganciò al corno.

- Vedete – cominciò a camminare sul palco da destra a sinistra - per tutta la vita io ho cercato di portare alla luce un essere che sarebbe stato in grado di dare una scossa al mondo. Ho fatto innumerevoli tentativi e commesso molti errori. Ma finalmente ci sono riuscito – con la magia avvolse il telo bianco – ECCO A VOI IL MIO PIU' GRANDE SUCCESSO, L'ESSERE PERFETTO, COLUI CHE PUO' ESSERE PARAGONATO AD UN DIO E MEMBRO SUPERIORE DELLA SCALA EVOLUTIVA – il telo venne tolto rivelando la mia mostruosa figura – ECCO A VOI 100!!!!!! -

Potei vedere chiaramente gli occhi terrorizzati della folla e le grida di orrore, soffocate dalla risata da pazzo del professore. Ma anch'io mi sarei spaventato, il siero che mi aveva iniettato aveva allungato le mie ossa, gonfiato i miei muscoli, rendendomi più alto. I miei occhi erano diventati rossi ed intorno al collo avevo un collare simile a quello del professore ma molto più grande. Pensavo di essere un mostro all'inizio...solo ora lo ero diventato.

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Le urla continuarono ancora un po', ma furono interrotte da un potente ruggito che io stesso lanciai, alcuni, i più vicini, si dovettero tappare le orecchie, per non farsi sfondare i timpani.

Iberus mi fissava terrorizzato.

- Cos'è questo abominio!?! -

- Lui è 100, il mio esperimento migliore, anche se non è stato facile crearlo rapendolo dal suo mondo, cancellandogli la memoria e trapiantandogli parti di animali. -

Celestia rimase a bocca aperta da quella confessione.

- Quindi non solo hai rapito un essere innocente, ma lo hai trasformato in un mostro! -

- Il termine esatto è chimera, sua maestà. E poi io l'ho solo migliorato, i muscoli e la capacità degli animali che li trapiantato lo rendono inarrestabile. Piccola dimostrazione – con la magia creò una piccola sfera – 100, riprendila. -

La lanciò in aria ad una velocità impressionante. Io alzai lo sguardo e spiccai un balzo in aria. In meno di un secondo ritornai a terra, con la sfera in bocca, che ruppi utilizzando la forza dei miei denti. La mia dimostrazione lasciò i presenti con un palmo di naso, mentre il professore se la rideva.

- E sapete qual'è la cosa più bella di un essere inarrestabile? Quando nei hai il pieno controllo. - disse indicando i collari – questi strumenti mi permettono di controllare la sua volontà e di piegarlo al mio volere. -

- Questo...questo...- Iberus sembrava sul punto di esplodere – QUESTO E' RIPUGNANTE!!! Tu hai disonorato il nome di noi scienziati! Ciò che hai fatto non va solo contro ogni possibile senso di umanità ma anche contro il progresso scientifico! Come hai potuto creare una simile mostruosità e pensare di chiamarla successo!?! -

- Iberus, ciò che dice è esatto su tutta la linea, ma c'è una cosa su cui ti sbagli. Io non ho creato UNA singola mostruosità! -

Lanciai un secondo ruggito, molto più forte di quello precedente, tanto che alcune vetrato del castello si ruppero. Al mio richiamo, una ventina di chimere, tutte potenziate dal siero e con addosso il collare, spuntarono fuori dalle pareti del palazzo oppure arrivarono via cielo. Oltre che ha creare il panico generale, accerchiarono ogni persona li presente, facendo in modo che non si potesse scappare. Le guardie lì presenti erano quelle corrotte dal professore dato che non mossero neanche una zampa per intervenire. Celestia non ci poteva credere, anche coloro che avrebbero dovuto difendere il regno si erano schierate contro di lei.

- Sai, un'altra cosa buffa, Celestia? E' possibile anche insegnarli dei giochetti, tipo questo. 100...- alzai lo sguardo – UCCIDI! -

Volente o dolente mi scaraventai addosso alla regnate cercando di colpirlo con il pugno da gorilla. Ma lei fu più veloce e riuscì a creare in tempo una bolla protettiva, ma che ero riuscito in parte ad incrinare. Non mi arresi. Alzai le braccia al cielo e le feci cadere pesantemente ed incessantemente sulla barriera, scheggiandola sempre più. Ormai solo un colpo mi separava dalla mia preda, ma non riuscì mai ad assestarlo. Uno zoccolo, proveniente da un alicorno blu notte, mi aveva centrato la guancia. Non mi aveva fatto male ma era riuscito a distrarmi affinché la principessa si togliesse dal mio raggio d'azione.

Le due si allontanarono da me e si misero in posizione da battaglia. Ero confuso, non sapevo cosa fare, mi voltai verso Xander.

- Ammazza anche quell'impicciona di Luna! - mi urlò.

Quando riportai l'attenzione sulle due sorelle le due mi stavano già caricando. La più giovane mi stava volando addosso con il corno carico di magia. Riuscì ad arrestarla afferrandola, con un movimento rapido, la testa per poi lanciarla contro una parete del castello alle mie spalle. Un raggio magico mi centrò il mento. Abbassai lo sguardo. Vidi la regina del Sole parecchio preoccupata, pensava di uccidermi con quell'attacco. Non mi lascia sfuggire l'occasione e la schiacciai al terreno utilizzando il palmo della mano di drago. Quando tolsi la mano la vidi a terra, con un rigo di sangue che li usciva dalla bocca e che si muoveva a malapena. Ma non dovevo sottovalutarla, quindi caricai il braccio destro e gli mollai un pugno che la fece sprofondare nel terreno creando varie crepe tutt'intorno. Luna doveva aver visto la scena perché si lanciò contro di me urlando “Bastardo”. Utilizzai la mia velocità e mi ritrovai sopra la sua schiena per poi centrarla con i due pugni uniti insieme e facendola cadere rovinosamente per terra. Quei super steroidi avevano fatto il loro dovere.

Mi avvicinai alle due pronto a dargli il colpo di grazia quando venni interrotto.

- 100, non ucciderle. Portamele qui. -

Le afferrai con le mani dato che erano abbastanza grosse per ognuna e vidi di bloccarli il corpo lasciando libera solo la testa. Mi avvicinai al mio “comandante”, che si portò davanti a Luna, che si era ripresa dalla botta.

- Sapete, se ora voi vi inginocchiaste dinanzi a me potrei anche risparmiarvi. -

La principessa in tutta risposta gli sputò sulla guancia. Il volto del professore divenne cupo, mentre si toglieva quella saliva dal volto.

- 100, ammazza prima questa, fa in modo che soffra. Però non rovinarla troppo, mi ci voglio divertire quando avrai finire. -

Lasciai cadere Celestia, afferrai Luna con le due mani, me la portai all'altezza del volto e cominciai a stringere il più che potevo la presa. Le urla strazianti delle regina della notte riecheggiavano nell'aria mentre riuscivo a sentire le sue ossa che si rompevano. Mi fissò negli occhi con aria disperata.

- Ti...prego...fermati.........ahhhhhhhhhhhh. -

Comprendevo le sue parole ma anche volendo non avrei potuto fermarmi, riuscì solamente a farmi aumentare la stretta. Ancora poco e tutto il suo corpo sarebbe collassato sotto la mia forza brutale. Poi sentì qualcosa. Un richiamo. Qualcuno mi stava chiamando. Riconobbi la voce e riconobbi la figura che volava verso di me, che atterrò poco distante da noi. Era 20.

- 100, ora basta. -

E non so come, mi fermai.

 

  
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