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Autore: Aki_Saiko    21/08/2014    1 recensioni
Estate:
-Giugno: "Trovava stupido continuare a pensarci dal momento che l’unico effetto sortito era quello di aumentare la sua ansia, ma non riusciva ad impedirlo. La verità era che era solo tremendamente preoccupato per Silver." (PreciousMetalShipping) [SPOILER PER ADVENTURES: RF/VF E SMERALDO]
*
-Luglio: "Quando riemersero, si guardarono negli occhi per qualche secondo prima di scoppiare a ridere insieme." (FranticShipping) [AU]
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-Agosto: "Un ricordo vecchio di anni gli tornò in mente, come una lancia lo trafisse da parte a parte: lui, nel laboratorio del nonno Oak, che chiedeva quale libro stesse leggendo. (OriginalShipping) [AU NUZLOCKE CHALLENGE]
[Parte della serie "A Story to pass Time"]
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Gold, Green, Red, Ruby, Sapphire
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Story to pass Time'
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Personaggi: Green, Red (citato: Oak)
Contesto: AU! Nuzlocke Challenge*
Soundtrack: Coldplay- Fix You
Note: Hey guys! Tra una partenza e l'altra riesco miracolosamente ad aggiornare il capitolo di agosto (e siamo 8/12 DAJE) con questa cosa che OMMIODDIO QUANTO E' ANGST. Prima Original che scrivo e devo dire che mi è piaciuto tantissimo! Spero piaccia anche a voi e spero che trascorriate bene queste ultime settimane prima del ritorno Ci si vede a settembre con il prossimo capitolo, Summer si conclude qua ^^
*per chi non lo sapesse, una Nuzlocke Challenge è una modalità di gioco che segue due regole auto-imposte fondamentali: la prima è che qualsiasi Pokémon vada KO è considerato morto e quindi non più usabile, la seconda è che si può catturare solo e soltanto il primo Pokémon di ogni percorso. Per maggiori informazioni consultate la wikia
 



When you get what you want, but not what you need
 
 
 
Si narrava che da qualche mese a quella parte, un giovane ed incredibile Allenatore fosse comparso nella regione di Kanto, e che poco per volta si fosse fatto strada fino a conquistare sette medaglie su otto.
Nulla di eccezionale, di giovani più dotati e più abili nelle lotte rispetto alla media se ne vedevano di tanto in tanto –e Green ne era sicuramente un esempio. No, l’aspetto più stupefacente di tutta la faccenda era che questo fantomatico ragazzo non solo non aveva mai perso neppure una sfida, ma nessuno –proprio nessuno- dei suoi Pokémon era mai andato KO in una battaglia.
C’era chi parlava di talento naturale, qualcun altro affermava che invece riflettesse a lungo sulla mossa da utilizzare, ma tutti senza eccezione concordavano sul fatto che uscisse da ogni lotta senza un solo compagno esausto.
La sua figura, univocamente definita come caparbia ma estremamente silenziosa, era diventata ormai una leggenda. E Green, in quanto attuale e più giovane Campione della Lega di Kanto, moriva dalla voglia di affrontarla. Non si era fatto spiegare in particolari –in verità, si era limitato ad ascoltare qualche voce senza mostrare interesse- ma era abbastanza sicuro del fatto che l’Allenatore tanto stimato fosse proprio Red. Sin da quando erano piccoli il moro aveva mostrato una propensione a trattare con i Pokémon, ammirando in particolare quelli di fuoco.
In effetti, adesso che ripensava a questo particolare, pareva assurdo che Red avesse scelto Bulbasaur e non Charmander come suo starter; certo anche così era stato un avversario tosto e un formidabile rivale, sconfiggendolo ogni volta che le loro strade si erano incrociate per caso.
Ma adesso sarebbe stato diverso.
Green era il Campione ora, il più forte di tutta la Regione, ed era solo questione di tempo –una o due settimane forse- prima che Red si presentasse a sfidarlo.
Cosa che, nei fatti, accadde esattamente dieci giorni dopo. Il ragazzo dai capelli corvini e gli occhi rossi gli si presentò di fronte con l’intera squadra ancora in salute. Sollevò di poco la visiera del cappello, quel tanto che gli bastava per guardare Green negli occhi: senza proferire parola, lanciò la sua sfida. Il Campione fu ben felice di accoglierla, alzando la mano in un gesto di saluto e allo stesso tempo di scherno.
«Adesso non siamo più sui percorsi, Red!» lo provocò «Fino ad ora ho scherzato, è giunto il momento di fare sul serio!»
L’avversario rimase impassibile mentre con cura sceglieva il primo Pokémon da mandare in campo.
A Green questo atteggiamento dava sui nervi. Sapeva, ne era sicuro, che da qualche parte dentro di lui ci fosse una scintilla di emozione. Doveva esserci per forza. Ma assolutamente non sopportava la passività con cui affrontava le situazioni, e questa volta era più che mai determinato a non perdere contro una persona del genere.
Il Campione schierò il suo fidato Pidgeot, l’avversario un Raticate, e la sfida iniziò.
Red sapeva perfettamente di essere più lento del suo avversario, ciononostante non fece nessun cambio e scelse un attacco Iperzanna: ottenne dei danni discreti, ma che non sarebbero bastati per tenere il roditore in campo contro il potente Pidgeot di Green.
Cambiò, mandò dentro quel Pikachu che con tanta tanta fortuna era riuscito a catturare nel Bosco Smeraldo. Al che, ovviamente, l’avversario effettuò una sostituzione a sua volta in favore di Rhydon.
Continuarono così per parecchio, di azioni vere ce ne furono poche... Green era perplesso, sembrava quasi che Red avesse paura ad attaccarlo, come se non volesse correre nessun rischio in quella lotta.
Ad un certo punto, erano schierati il Charizard di Green contro il Vaporeon di Red. Quest’ultimo prevedette l’ovvio cambio del rivale e invece che andare per un attacco d’acqua, usò tossina per avvelenare chiunque fosse sceso in campo. Forse prevedendolo a sua volta, però, il Campione fece entrare il suo Alakazam, che con l’abilità Sincronismo passò il veleno anche all’altro Pokémon.
Entrambi sostituirono, e si trovarono in battaglia Pikachu contro Exeggutor.
Green scelse Uovobomba, sperando ardentemente che non mancasse il colpo, mentre Red ordinò al suo compagno di ritirarsi e mandò in campo Ninetails: confidava nella sua buona difesa speciale.
Purtroppo per lui però, non solo l’attacco andò a segno, ma ci fu anche un colpo critico, che fece non poco male alle maestosa volpe.
Spaventato, il moro ritirò nuovamente Ninetails, e come prima riprese una fase di continui cambi.
Dopo circa 7 minuti dall’inizio della lotta, Red era riuscito a dimezzare la vita del Gyarados di Green, avvelenare Alakazam ma nulla di più. La tensione iniziava a farsi sentire, e nascosti dalla visiera del cappello gli occhi del ragazzo correvano continuamente da una parte all’altra della sala per cercare di prevedere, ideare, e soprattutto proteggere i suoi compagni dal KO.
Dopo 9 minuti di battaglia, esasperato, Red decise di arrischiarsi: fu meno cauto negli switch e una o due volte mise in atto delle tattiche particolarmente pericolose, ma che nonostante tutto fecero cadere sia il Gyarados che il Pidgeot del Campione. Doveva stare attento però, perché sia Vaporeon che Pikachu –l’unica sua via per fronteggiare il grande drago- erano uno avvelenato ed entrambi con poco più di metà vita.
Green, furente per le perdite subite, schierò il suo Charizard; Red rispose mandando in campo Vaporeon e gli ordinò di usare Idropompa. Confidando nella propria velocità e nella poca vita di Vaporeon , il rivale non effettuò un cambio, lasciò dentro il Pokémon di fuoco e gli ordinò di usare Eterelama.
L’attacco di Red fallì, mentre quello di Green fece dei danni discreti, che vennero peggiorati dall’avanzare del veleno. Usare una cura totale avrebbe voluto dire dare all’avversario un turno per cambiare, sostituendo invece avrebbe potuto far fronte alla situazione e curarsi o attaccare. Ma la tensione rendeva poco accurati i ragionamenti di Red.
Ritirò Vaporeon e mandò in campo Pikachu, ordinando gli un attacco Fulmine.
Nel frattempo però Green aveva avuto l’occasione di curare Charizard, che adesso aveva vita piena.
C’era una buona probabilità di mandarlo KO in un colpo.
L’attacco andò a segno, riducendo il drago al 10% della vita e attivandogli la Baccacedro.
Red strinse i denti, immaginando che il suo compagno avrebbe incassato il colpo.
Cosa che avrebbe fatto normalmente, non fosse che il Fuocobomba di Charizard fece un colpo critico, il secondo della sfida.
Il piccolo topo giallo si accasciò sul campo di battaglia, esausto, o per quello che ne sapeva Red, morto.
Al ragazzo parve che tutto rallentasse: la sua mano che lasciava cadere la pozione che aveva già pronta per curarlo, l’urlo esultante di Green che finalmente aveva infranto parte della leggenda, il suo corpo che si rifiutava di rimanere in piedi e crollava per la stanchezza e la disperazione.
Allungò una mano per toccare il corpicino di quello che era stato il suo compagno. Appoggiò delicatamente la Sfera sulla sua testa, ma il Pokémon non venne richiamato come normalmente sarebbe successo.
Green nel frattempo si era fermato di fronte a quella visione. Ordinò a Charizard di farsi da parte  e si avvicinò all’amico di un tempo: stava tremando, Red stava davvero tremando.
«Suvvia, non è successo nulla! Basterà portarlo al Centro e... » ma non concluse la frase, perché con orrore constatò che il piccolo Pikachu non respirava più.
Non respirava.
Come accidenti era possibile?!
«R-Red... Pikachu... voglio dire i Pokémon esausti si possono curare, è sempre stato così, no? Lui... lui è solo particolarmente stanco, vero?» aveva la voce tremante, spezzata, il cuore distrutto dal rimorso e sconvolto dalla sorpresa. Aveva posto la domanda, ma era spaventosamente certo di conoscere già la risposta.
Red raccolse il corpicino e se lo strinse al petto, ancora senza alzare lo sguardo, che comunque sarebbe stato totalmente assente.
Green non se ne capacitava. Una cosa del genere non era assolutamente, categoricamente possibile, nella maniera più assoluta...
No, invece lo era eccome.
Un ricordo vecchio di anni gli tornò in mente, come una lancia lo trafisse da parte a parte: lui, nel laboratorio del nonno Oak, che chiedeva quale libro stesse leggendo.
“È un trattato, Green, un trattato che parla di un fenomeno molto serio e molto pericoloso. Vedi, di recente alcuni studiosi hanno rilevato una particolare circostanza per cui i Pokémon possono effettivamente morire in una lotta, e non è più possibile curarli. Questo fenomeno è molto molto raro, e per quel che ne sappiamo tende a manifestarsi in pochissime persone, quasi come una maledizione. Non si sa né come né perché, ma la vita di queste persone viene controllata a tal punto da non poter scegliere il proprio starter, e neppure quali Pokémon catturare. Coloro che ne sono affetti condizionano anche i Pokémon con cui entrano in contatto, determinandone la vita o la morte. È una condizione veramente devastante, Green.”
Alzò il capo che non si era accorto di aver chinato, e Red fece lo stesso. I suoi occhi terrorizzati incontrarono quelli rossi del rivale, pieni di lacrime come mai avrebbe creduto di vederli.
Era solo colpa sua. Ma perché Red non aveva detto nulla? Perché non ne aveva parlato con il Professor Oak non appena si era reso conto di non poter scegliere Charmander come aveva sempre voluto?!
Perché altrimenti non avrebbe potuto combattere” si disse “o so lo avesse fatto, la gente avrebbe avuto pietà di lui. Si sarebbero trattenuti, l’avrebbero lasciato vincere.”
Allungò la sua mano verso il volto di Red, ma questi si ritrasse bruscamente. Come risvegliatosi, raccolse il suo zaino e uscì dalla sala di corsa, attraversando le porte chiuse con l’aiuto di Venusaur.
Green partì subito all’inseguimento, ma quando raggiunse l’entrata della Lega Red era già lontano verso la Via Vittoria. Non si perse d’animo e continuò anche lui a correre, fino a raggiungere il bivio dell’Altopiano Blu: da un lato la Lega, dall’altro il Percorso che la collegava a Smeraldopoli e proprio davanti a lui... la via per Monte Argento.
C’era un gran baccano da quella parte, e Green temeva di sapere dove l’altro fosse diretto. Dopo quel che era successo, non l’avrebbero lasciato passare nemmeno di forza.
Tirò un calcio al primo oggetto che trovò davanti –un piccolo cestino- e si appoggiò contro il muro. Aveva un groppo enorme in gola, e le mani gli tremavano nelle tasche del giubbotto.
“Che stupido sei, Red”.
 
  
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