My plague – Slipknot
Im in
conniptions for the final act you came here for
The one derivative you manage is the one I abhor
I need a minute to elaborate for everyone the
Everyday bullshit things that you have done
Your impossible ego fuck is like a
Megalomaniacal tab on my tongue
You fuckin touch me I will rip you apart
Ill reach in and take a bite out of that
Shit you call a heart...
I dont mind being ogled, ridiculed
Made to feel miniscule
If you consider the source, its kinda pitiful
The only thing you really know about me is...
...thats all youll ever
know
I know why you blame me (yourself)
I know why you plague me (yourself)
Im turning it around like a knife in the shell
I wanna understand why, but Im
hurting myself
I havent seen a lotta
reasons to stop it
I cant just drop it
Im just a bastard, but at least I admit it
At least I admit it
I know why you blame me (yourself)
I know why you plague me (yourself)
Kill you - fuck you - I will never be you
Kill you - fuck you - I will never be you
I cant fuckin take it anymore
A snap of the synapse
And now its fuckin war
Kill you - fuck you - I will never be you
La mia piaga
Sono in preda ad una crisi di rabbia a causa dell’atto finale per cui sei venuto qui. Quello che riesci ad ottenere è ciò che io aborro. Ho bisogno di un minuto per elaborare le cazzate quotidiane che hai fatto. Il tuo cazzo di ego impossibile è come una punta megalomane sulla mia lingua. Cazzo, se mi tocchi ti faccio a pezzi, mi avvicinerò e staccherò un morso da quella merda che chiami cuore… Non mi importa di essere guardato di sottecchi, essere messo in ridicolo o sentirmi minuscolo, se ne consideriamo la fonte, fa quasi pena. L’unica cosa che realmente sai di me è…ecco è tutto quello che saprai. So perché accusi me (te stesso), so perché tormenti me (te stesso). Sto rigirando il coltello nella piaga, vorrei sapere perché sto ferendo anche me stesso. Non ho ancora visto un motivo per smettere, non posso proprio lasciar perdere. Sono solo un bastardo, ma almeno io lo ammetto, almeno io lo ammetto… So perché accusi me (te stesso), so perché tormenti me (te stesso). Ti ammazzo, vaffanculo, non sarò mai come te. Cazzo non riesco più a sopportarlo, uno schianto delle sinapsi ed ora è una fottuta guerra. Ti ammazzo, vaffanculo, non sarò mai come te!
Karoth aumenta la sua aura, la sua potenza ed energia mi
sfiorano la pelle… bene, prevedo un bel combattimento: non aspetto altro.
Sono sempre più in preda alla
rabbia, una rabbia che l’altro sayan non fa che
accrescere, non si è arreso…ancora una volta pur di non essere sottomesso a me
preferisce affrontarmi in combattimento, come suo solito- da bravo guerriero-
preferisce lottare.
Il suo ultimo avvertimento ad
arrendermi ora evitando così lo scontro, mi giunge forte e chiaro alle orecchie .
In contemporanea ci
solleviamo da terra facendo del cielo il nostro ring.
Sono certo
di essere migliorato di parecchio, questa volta non può battermi, non posso
permettere che accada: è un combattimento stimolante, i nostri colpi sono pari
in potenza e le nostre menti lavorano in sintonia, ci colpiamo a vicenda: pugno
contro pugno, gamba contro gamba, le mani si intrecciano e con forza impartiamo
la nostra pressione l’uno sul corpo dell’altro.
Incontro i suoi occhi,
sorrido compiaciuto, ma la rabbia non è ancora scemata e vedere il mio stesso
sguardo riflesso nel suo non è ciò che può aiutarmi ad alleviarla.
<< Karoth
tutto ciò che sei sempre riuscito ad ottenere è ciò che io aborro >> gli
dico in un momento di pausa.
<< Questo è quello di
cui ti stai convincendo! >>
<< Fammi pensare!
>>
Mi porto una mano sul mento,
la mia espressione si fa ponderosa.
<< Credo di aver
bisogno di un minuto per elaborare le stupidaggini quotidiane che hai fatto
>>
Chiudo gli occhi ed incrocio
le braccia sul petto, resto fermo per un minuto esatto mentre nella mia mente
si susseguono le sue gesta eroiche, la fierezza nel presentare quel suo figlio
mezzo sangue, i gesti affettuosi nei confronti della moglie…ed io cos’ho fatto?
Gli sono andato dietro!!
Riapro gli occhi nuovamente
inferocito, mi scaglio all’improvviso contro di lui, e finalmente i miei
attacchi vanno a colpire i suoi marmorei muscoli che si contraggono per la
botta subita.
E ogni colpo che riesco ad
impartirgli mi scarica, mi svuota, non m’importa più di essere messo in
ridicolo né di apparire minuscolo…lo colpisco ancora e ancora una volta, ignaro
di come stia facendo subire le stesse identiche fitte al mio orgoglio!
Mi allontano di poco da lui,
consentendogli di riprendere fiato ed essere pronto per un futuro attacco.
Mi sorride beffardo e scuote
il capo come si farebbe di fronte ad un pazzo:
<< Sei solo un stolto Vegeta! >>
Accusa me di essere stolto e
mi tormenta, ne conosco il motivo: così facendo scappa da un’agghiacciante
verità, siamo più simili di quanto egli creda, e accusando e tormentando me non
si rende conto che lo sta facendo anche contro se stesso.
<< Vuoi sapere qual è
la differenza tra me e te, Karoth?!
>>
Karoth flette il capo in segno d’assenso.
<< Io sono un
bastardo…ma almeno lo ammetto! >>
Il mio avversario stringe i
pugni, le spalle vibrano…uno schianto delle sinapsi ed è di nuovo guerra.
Nuovamente i miei colpi
arrivano puntuali sulla sua carne, non posso smettere davvero non posso farne a
meno: è così liberatorio e piano, piano la rabbia svanisce accompagnata dalla
certezza di non essere come lui…né ora né mai!
Ciao, spero che le vacanze
siano andate a tutti molto bene!
Scusate per il ritardo nella
pubblicazione di questo capitolo, non vedo l’ora di riprendere il ritmo
regolare degli aggiornamenti!
Un saluto a tutti
Maryana