Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Simpaleo    21/08/2014    4 recensioni
Dopo 15 anni di prigionia Hans Westergaard riesce ad evadere dal carcere di massima sicurezza in cui era rinchiuso, ormai adulto è disposto a tutto per rifarsi una vita, ma per un brutto scherzo del destino si ritroverà nuovamente ad Arendelle, ad affrontare la Regina Elsa, ormai divenuta una donna forte e capace di controllare completamente la sua magia. Hans dovrà giocare al meglio le sue carte per restare in vita, questa volta non dovrà commettere alcun errore.
[Helsa; Hans x Elsa]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Come neve al sole

Capitolo 5

Le prime luci dell’alba irradiarono la stanza della Regina, la quale non aveva chiuso occhio per tutta la notte. Il ricordo vivido di ciò che era accaduto la sera precedente era ancora ben impresso nella sua mente, era andata da Hans con l'intenzione di riprendere il controllo sui propri pensieri e levarselo dalla mente una volta e per tutte, ma adesso le cose erano addirittura peggiorate. Per tutta la notte Elsa cercò di ricordarsi con chi avesse a che fare, con un assassino, un approfittatore… un mostro, ma quel vuoto nella pancia mai provato prima continuava a ripresentarsi continuamente.
Un rumore proveniente dalla finestra la riscosse dai suoi pensieri.
Neanche Hans aveva dormito quella notte, ma a differenza della donna si sentiva libero, libero da un peso che prima portava dentro, per la prima volta nella sua vita era veramente felice, sentiva di avere uno scopo, un motivo, qualcosa per cui combattere, così vedendo la luce del sole che lentamente si faceva spazio tra le tenebre decise di recarsi dal motivo della sua allegria. Uscì dalla finestra per evitare le guardie, percorse il cordolo ai bordi del palazzo facendo molta attenzione a non cadere e appena si trovò nella posizione adatta saltò sul balcone al piano di sotto, l’unico balcone del castello, ovvero il terrazzino della camera della Regina. Bussò forte sulla finestra attirando l’attenzione di Elsa su di lui, in tutta risposta appena la donna lo vide sgranò gli occhi e andò di fretta verso l’uomo, ma invece di accoglierlo all’interno della camera chiuse le tende per non vederlo.
- Ah, e così vuoi la guerra! – Il sorriso di Hans divenne più accentuato. Con un colpo secco ruppe il vetro con il gomito facendo un gran fracasso.
- Cosa ti salta in mente?! – Chiese Elsa aprendo la finestra ed evitando le schegge di vetro per terra. Poi guardò la porta aspettandosi qualche guardia o qualche inserviente accorso richiamato dal rumore, ma nessuno si presentò – Per fortuna che nessuno ti ha sentito -
- Ho letto in qualche libro che le donne vanno pazze per queste cose – Disse mettendoci tutto il suo charme.
- Non so che razza di libri leggi, ma esci fuori da questa stanza, immediatamente! -
Hans fece scorrere lo sguardo sulla vestaglia da notte della donna che poco lasciava all’immaginazione. Elsa appena capì cercò di coprirsi il più possibile afferrando un lenzuolo poco distante. In quel periodo faceva molto caldo e il clima non permetteva un abbigliamento più pesante
- Voltati! – Urlò a bassa voce
- Cosa? Non ci penso neanche – Rispose l’uomo con lo stesso tono di voce.
- Voltati ti ho detto – Ma appena vide che Hans non aveva alcuna intenzione di ubbidire si decise a utilizzare i suoi poteri. Iniziò a scagliare contro l’uomo dei getti gelati e l'uomo per non essere colpito al volto di voltò proteggendosi con le braccia
- Fa male! – La redarguì. La Regina colse l'occasione per cambiarsi e andò dietro il separè.
- Ma non c’è bisogno che ti vesta, potrei svestirmi io così ti sentiresti meno a disagio – Disse sarcastico di spalle capendo dai rumori cosa stesse facendo la donna, per tutta risposta Elsa lo colpì con un piccolo getto di ghiaccio – Aia! -
Dell’uomo triste e sconsolato della sera precedente non era rimasto neanche l’ombra. Elsa impiegò più tempo del previsto per infilarsi il corpetto poi capì che sarebbe stato impossibile da chiudere da sola e si maledì per non aver scelto un vestito più comodo.
- Esci – Ordinò da dietro il separè
- Ho detto che non mi volto – Rispose Hans.
- Non posso chiudere il vestito da sola, devo chiamare una domestica e non è il caso che tu ti faccia trovare a quest’ora in camera mia. Esci! – Disse allungando il collo fuori dal divisore.
- Tu non hai idea di cosa io abbia fatto per arrivare fin qui, ho rischiato la mia vits! Dovresti restaurare i cordoli del palazzo -
- Bene, ora da bravo rifai il percorso al contrario e sparisci -
Hans si voltò per ribattere, ma Elsa lo fermò – Non girarti! -
- Dai te lo chiudo io il vestito – Poi alzò un sopracciglio – Anche se di norma sono abituato a fare il contrario – Elsa lo fulminò con lo sguardo, ma non aveva altra scelta, lui non se ne sarebbe andato e lei non poteva farsi trovare in compagnia di Hans nella sua camera da letto, per di più con il vestito sbottonato, la servitù avrebbe chiacchierato per secoli.
- Fai un passo falso e sai cosa ti succede – Poi uscì tenendosi ben stretto il corpetto.
Hans le andò di spalle per chiuderle il vestito, ma intenzionalmente le sfiorò più volte delicatamente le spalle nude. Elsa sentì la pelle in fiamme e fece l’impossibile per fece l'impossibile per non dar a vedere il piacere causato da quel tocco - Controllati - Pensò - Cosa mi sta succedendo? -. Quando ebbe finito Hans le sussurrò da dietro: - Vedi? Non è stato difficile -
La donna si voltò di scatto, ma si pentì di quel movimento perché si ritrovò faccia a faccia con l'uomo, da quella distanza riusciva addirittura a sentire il suo respiro sulla propria pelle e di nuovo quel senso di vuoto la colpì. Hans le sorrise.
- Buongiorno -
- Come? -
- Ero venuto per darti il buongiorno, ma poi visti gli eventi mi è sfuggito di mente –
Elsa aprì la bocca per ribattere, ma la richiuse senza proferire parola non sapendo cosa dire. Dopo un lungo sguardo riuscì a ritrovare la forza per parlare – Perché stai facendo tutto questo? -
- Pensavo che ieri sera fossi stato chiaro – Ormai il loro tono di voce era limitato a dei sussurri, da quella distanza e con quel silenzio le parole erano ben udibili.
- Tu non sei mai chiaro -
- E allora te lo ripeterò fino a quando non lo capirai. Ti voglio Elsa -
- Cos’è uno dei tuoi capricci da bambino viziato? -
- Io non sono mai stato viziato e tu non sei un capriccio, sei una necessità -
- Ti rendi conto di cosa stai dicendo? – Hans si fece serio e fece un passo indietro, a Elsa dispiacque quella distanza.
- Lo so bene, ho cercato in tutti i modi di non pensare più a te, ma ogni volta che ti vedo la risposta alle mie domande è sempre la stessa. Voglio che tu sia mia e non per soddisfare un capriccio, ma perché la mattina il mio primo pensiero sei tu, perché la notte mi addormentò con il tuo viso nella mente e perché quando ti vedo non riesco a non pensare quanto tu sia bella – In molti avevano ostentato alla bellezza della Regina, ma sempre in via ufficiale, a qualche ballo o qualche ricevimento, e soprattutto mai glielo avevano detto con quella intensità, ma Elsa si fece forza, non poteva cadere per un semplice complimento, era una Regina e lui un traditore.
- Queste sono le parole che hai detto a mia sorella prima di spezzarle il cuore e tentare di ucciderla? – Lo accusò Elsa.
- Sono un falso, un imbroglione, un bugiardo, una persona senza dignità, senza onore… quello che dici è vero – Hans le prese una mano e se la portò sul suo petto – Ma il cuore è un muscolo che non può essere comandato. Ho finto di innamorarmi di Anna, come ho finto di innamorarmi di tante altre donne per scopi non molto nobili – Le sorrise dolcemente – Ma ora è tutto diverso. Mi sono stancato di passare notti insonni pensandoti e cercando in te un qualsiasi difetto introvabile, sono stanco di dover stare lontano da te – Elsa sentiva il cuore di Hans battere all’impazzata e si accorse che il cuore di entrambi andava allo stesso ritmo e d’istinto strinse la mano come per cercare di afferrarlo.
La porta improvvisamente bussò e si sentì la voce dell’inserviente venuta per aiutare la Regina nelle sue faccende mattutine. Elsa ritrasse la mano e guardò l’uomo agitandosi: - Devi andartene! –
- Come faccio a saltare sulla finestra del piano di sopra? – Chiese ironico. La donna si guardò introno.
- Sotto al letto, presto nasconditi sotto al letto – La bionda si sentì come un'adolescente che cerca di nascondere qualcosa ai suoi genitori.
Quando fece entrare l’inserviente ormai Hans si era nascosto a dovere, Elsa pensava che nessuno si sarebbe accorto di nulla, ma non fu così: - Vostra Maestà, siete già vestita – Constatò stupida la donna della servitù. Elsa si sentì mancare, non avrebbe mai potuto chiudersi il vestito da sola.
- A dire la verità ieri sera sono crollata dal sonno e non mi sono neanche svestita – Improvvisò.
- Capisco, allora vi preparo il bagno – Si avviò verso la stanza comunicante, ma Elsa con Hans nascosto sotto il letto non poteva di certo spogliarsi e lavarsi come se nulla fosse.
- Anastasia – La fermò - Non preoccuparti, farò più tardi il bagno, questa mattina ho impegni urgenti, ti chiamerò io quando ho bisogno –
L’inserviente fece un inchinò e uscì dalla stanza un po’ preoccupata per lo strano comportamento della Regina, ma non fece domande alla Sovrana. Appena la porta si chiuse Hans uscì dal nascondiglio: - Se vuoi te lo preparo io il bagno -
- Devi andartene subito – Lo ignorò.
- Lì fuori è pieno di guardie! Come faccio a non farmi vedere? -
- Avresti dovuto pensarci prima! – Si portò una mano sulla fronte per riflettere. Poi le venne in mente un’idea - Scappa – Hans la guardò non capendo – Uscirò prima io e farò in modo che le guardie si allontanino, a te basterà allontanarti dalle mie stanza, appena ti vedranno penseranno che tu stia scappando, a quello che accadrà dopo ci penserò io -
- Non vorrai rinchiudermi in cella di nuovo, spero – Chiese preoccupato
- Te lo meriteresti – Elsa uscì dalla stanza ordinando alle guardie il riposo. Solo quando nessuno la vide sul suo viso spuntò un sorriso divertito.

La Regina entrò nella sala del trono accolta dalla servitù e dalle guardie con un nobile inchino, percorse l’altare e andò a sedersi sul trono, subito si avvicinò il messaggero con le lettere e i comunicati.
- Vostra Maestà, questa è la corrispondenza giornaliera, tra di esse c’è un comunicato vocale della Principessa Anna e una lettera reale del Re Joseph delle Isole del Sud – Elsa non batté ciglio, si aspettava entrambi i messaggi, il servitore gli porse la lettera e tornò a debita distanza.
- Cosa dice mia sorella? -
- Vostra Maestà la Principessa dice che forse col tempo avete perso il lume della ragione e che farà rientro a palazzo prima del previsto – Prese una pausa – Inoltre ha lasciato un messaggio vocale anche a Ser Hans -
- Cosa intende dirgli? – Chiese aggrottando la fronte.
- Ecco Vostra Maestà, con tutto il rispetto, non penso che potrebbe gradire ciò che ha da dire Vostra Altezza -
- Ambasciatore non porta pene, avanti parla -
- Lo ringrazia per aver salvato la Principessa Istrid e dice che se solo prova a toccare voi e sua figlia con le sue luride mani, giura che assaggerà nuovamente il suo destro e questa volta farà in modo che non si rialzi più – Elsa sorrise, Anna con gli anni non era cambiata affatto, non le era mai importato dell’etichetta e ormai dubitava che avrebbe mai seguito le buona maniere.

Hans svoltò per un paio di corridoi guardandosi le spalle per evitare di incontrare qualche guardia, lo scopo era farsi prendere, ma vedere fino a quando poteva andare a zonzo per il castello era un modo per svagarsi dopo tutti quei anni di costrizione, finché non gli andò a sbattere contro la Principessa Istrid
- Che dolore – Disse la dodicenne toccandosi il naso, poi vide Hans – Scusatemi Ser, non vi avevo visto – Si scusò guardandosi le spalle – Stavo andando di fretta e… - Si bloccò sentendo delle voci – Le guardie! Presto dobbiamo scappare -
- Come? – Chiese non capendo. Era lui che doveva scappare, non lei.
- Se mi prendono è la fine, mi porteranno dalla strega -
- Strega? Quale strega? -
-Una vecchia megera vuole farmi del male e ha ingaggiato delle guardie per prendermi! – La ragazzina lo prese per una mano e lo tirò. Hans sorrise seguendola a passo svelto, non aveva capito molto del discorso ma iniziava a divertirsi sul serio. Appena svoltarono l’ennesimo corridoio si ritrovarono due guardie di faccia, entrambi sgranarono gli occhi e iniziarono a correre dalla parte opposta, le urla delle guardie che ordinavano ad entrambi di fermarsi riecheggiarono tra i corridoi, finché non furono accerchiati da un gran numero di soldati affannati per la corsa.

Nella sala entrarono le guardie scortando Hans in manette seguiti dalla tutrice e dalla piccola Principessa, la più anziana delle guardie iniziò a parlare al cospetto della Regina, che attendeva l’entrata di Hans, ma non si aspettava di vedere anche la nipote al seguito.
- Vostra Maestà, il prigioniero ha tentato di fuggire -
- Cosa? Prigioniero? – Intervenne Istrid voltandosi verso Hans. Come risposta l’uomo alzò le spalle. – Io pensavo stessero inseguendo solamente me! -
- Inconvenienti della vita – Disse Hans alzando le spalle.
- Inoltre è la decima volta in cinque giorni che la Principessa scappa dalle sue lezioni – Intervenne stridula la tutrice rivolgendosi alla Regina.
- Ah e quindi la vecchia megera che vuole farti del male sarebbe la tua tutrice eh? – Disse ironico Hans guardando la dodicenne.
- Inconvenienti della vita – Lo imitò Istrid.
- Vecchia megera? – Chiese la tutrice diventando rossa in volto.
- Aspettate, calmatevi tutti – Intervenne Elsa vedendo la situazione degenerare – Signora Nilsen, perdonate la vivacità della Principessa, provvederò a farle capire come ci si comporta – Disse fulminando con lo sguardo Istrid. Appena la tutrice e la bambina uscirono dalla stanza si rivolse alle guardie – Vi sono grata per averlo preso immediatamente -
- Veramente ci hanno messo un po’ -
- Non ti ho dato il permesso di parlare – Lo redarguì gelida – Portatelo nella sua stanza e fate in modo che questa volta non possa uscire -

La sera Elsa andò a trovare Hans nella sua stanza, non sapeva perché si era ritrovata fuori la porta del prigioniero, ma anche se la mente le diceva che quello che stava facendo era completamente sbagliato superò le guardie, che avrebbero fermato chiunque, ma non lei, ed entrò nella stanza. Quando gli occhi si abituarono alla penombra vide che i polsi di Hans erano stati legati con delle manette alla struttura del letto.
- Non sapevo ti piacessero certi tipi di giochi – Disse beffardo mostrandole le manette. Elsa sospirò.
 








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A differenza degli altri capitolo ho voluto smorzare la tensione e inoltre è più dialogo che descrizione, ma tranquilli, il prossimo capitolo riprenderà da dove ci siamo lasciati e dove ci sono le manette c'è festa!
P.S. Ho scritto questo capitolo si e no 5-6 volte, ogni volta ho cancellato e ricominciato a scrivere da capo quindi probabilmente ci saranno una infinità di errori e incomprensioni, purtroppo avevo voglia di aggiornare oggi e quindi non ho riletto il capitolo il centinaio di volte che di norma faccio (e con tutto che lo rileggo un sacco di volte ci sono errori, figuriamoci ora) quindi vi chiedo scusa anticipatamente e mi raccomando, correggetemi che mi fate un grande favore!
  
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