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Autore: losermind_x    21/08/2014    3 recensioni
Mackenzie adora le sue converse nere tutte rovinate. Crede di non essere abbastanza.
Michael è gay. Anche se non tutti lo sanno.
Luke è uno stronzo patentato. Nasconde un segreto.
Lee Anne è innamorata di Michael dall’età di tredici anni. La delusione la porterà a cambiare.
Calum è il migliore amico di Michael. Non fa altro che litigare con Mackenzie.
Ashton è il nuovo arrivato. Porterà nuova energia nel gruppo.
 
È la prima volta che mi cimento in qualcosa di così diverso, spero di esserne all’altezza.
 
I personaggi di questa storia – fatta eccezione per Mac e Lee Anne – non mi appartengono, pertanto non intendo offendere, o dare una descrizione veritiera dei fatti raccontati in questa storia. I 5 Seconds Of Summer appartengono a loro stessi, e a loro solamente.©
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Questa è dedicata alla mia migliore amica,
senza le tue idee geniali non sarei mai andata avanti.
Quindi ringrazio te, e le possenti braccia di Ashton Irwin.
 
I love ya, babe.
 
 


I. What I like about you

 
 
Never wanna let you go
Know you make me feel alright
Keep on whispering in my ear
Tell me all the things that I wanna hear
‘Cause it’s true, that’s what I like about you
 
- The Romantics
 
 
 
Bondi Beach. Sidney. Una settimana prima dell’inizio della scuola.

 


- ‘Giorno, Mac. Ti vedo in forma stamattina – trilla una ragazza dai capelli castani nell’orecchio della sopracitata Mac. Poggia la borsa e il telo da spiaggia vicino l’amica, e si siede sulla sabbia. – Andiamo, smetti di ascoltare la musica e andiamo a farci il bagno. Dì “sì, Lee, sei la migliore amica del mondo e verrò in acqua con te”, andiamo, dillo! –
 
Mac, anzi, Mackenzie, è la classica ragazza alternativa. Vive per i Muse, per il rock sparato a tutto volume, per il trucco pesante sugli occhi, per le converse nere tutte rovinate passategli dal fratello maggiore, e per la decina di anelli e catenine che è solita indossare. C’era una volta in cui i suoi capelli erano stati biondi naturali, poi crescendo, e seguendo l’esempio di suo fratello, aveva deciso di tingerli. Ora sfoggia una chioma lilla, proprio come suo fratello.
 
Mackenzie non parla mai con nessuno, fatta eccezione per la sua migliore amica Lee Anne, suo fratello Michael, e il miglior amico di suo fratello, Calum. È una a cui piace poco la gente, e forse, anche troppo, la musica.
 
Lee Anne è l’opposto di Mackenzie. Socievole con tutti, e amante dello stile di vita acqua e sapone. Ha i capelli castani e lentiggini sparse su tutto il viso, ed una cotta stratosferica e ultracentenaria per Michael, ma si vergogna di dirlo a Mac per paura di essere presa in giro. È una ragazza pacata, non dice parolacce, e solo alcune volte si lascia andare all’euforia più esagerata, cercando di coinvolgere anche la sua migliore amica, ma fallendo miseramente ogni volta.
 
Mackenzie e Lee Anne inizieranno tra una settimana il loro undicesimo anno al Norwest Christian College, mentre Michael frequenterà il dodicesimo anno, avendo diciassette anni.
 
- Ehi, Mac, guarda lì, c’è Luke – le urla la castana nell’orecchio. – Andiamo, Mac, capisco tutto, ma almeno la canottiera potresti toglierla -
 
- Non lascerei mai una maglia dei Guns N’ Roses incustodita – pronuncia lapidaria l’altra.
 
- Togli almeno le cuffie, allora – propone Lee Anne.
 
- Io ti direi mai di smettere di leggere? No, e allora smetti di chiedermelo – le risponde Mackenzie, facendole assumere una faccia inorridita.
 
- Dov’è Michael? – chiede allora l’altra.
 
- Questo tuo parlare in continuazione mi disturba, e se vuoi sapere dov’è andato Michael, chiediglielo tu stessa – Mackenzie le indica un ragazzo dai capelli viola.
 
- Ehi, Mike! Come va? – trilla Lee Anne, una volta che il ragazzo si è avvicinato.
 
- Oh, tutto bene, Lee – le risponde il ragazzo. – Ehi, Mac, hai visto lì? C’è quel coglione di Hemmings – dice Michael, indicando un ragazzo biondo che gioca a pallavolo.
 
- Sì, bè, salutamelo – dice ironica Mackenzie.
 
- Ancora non ho capito perché vi siete lasciati, stavate così bene insieme – Lee Anne dà voce ai suoi pensieri.
 
- Aveva altri interessi – dice sbrigativa l’altra.
 
- Sì, comunque Calum ci ha invitato a casa sua questo weekend. Dà un party per l’inizio della scuola. Forse è la volta buona che mettiamo su questa benedetta band – dice speranzoso Michael.
 
- Non ci conterei troppo, non ci siete riusciti fino ad ora. Cosa è cambiato adesso? –
 
- Mac, Mac, Mac…è cambiato che uno si è trasferito vicino casa Hood. Uno che suona la batteria come Cristo comanda, non so se mi spiego –
 
- Che questo suona la batteria come “Cristo comanda” lo dice quel coglione di Hood. Io non ci conterei troppo se fossi in te, magari è scarso come gli ultimi tre che avete provinato – snocciola sicura Mackenzie. La ragazza non si fida molto del giudizio musicale di Calum Hood, dopotutto il ragazzo preferisce i Busted ai Blink, quindi è ovvio che non ci capisca un granché di musica.
 
- Quel coglione di Hood stavolta ci ha preso – dice un ragazzo moro, spuntando da dietro le spalle della ragazza. – Bisognerà vedere se ‘sto tipo ha voglia di provarci -
 
- Quindi non gli hai ancora chiesto nulla, dico bene, Hood?! – tira ad indovinare Mackenzie. E sì, il ragazzo moro è proprio quel coglione di Calum Hood.
 
- No, Clifford, volevo prima fargli sentire come suoniamo – risponde pacato l’altro.
 
- Secondo me, appena vi sentirà, accetterà di far parte della band – cerca di incoraggiarli Lee Anne.
 
- Grazie, Green…se vuoi, il posto di groupie è tuo -
 
- Te che dici, Mike, mi vorresti come groupie? – chiede speranzosa la castana.
 
- Credo di sì, cioè, sarai comunque la nostra unica fan, quindi… - Michael non sa davvero come risponderle, è sempre agitato quando parla con Lee Anne, forse perché ha paura di deluderla.
 
- Oh, andiamo, sarà una delle nostre due uniche fans – lo corregge Calum passando il braccio attorno alle spalle di Mackenzie.
 
- Chi è la seconda? Tua nonna, Hood? – lo prende in giro Mackenzie, sgusciando fuori dalla sua stretta.
 
- No, mia madre – ribatte il moro.
 
- Oh, e io che speravo almeno in tua sorella -
 
- Nah, Mali Koa non ama il punk/rock – le risponde Calum.
 
- Voi non fate punk, men che meno rock…in effetti senza un batterista e un cantante che si possa definire tale, continuerete a non fare nessuno dei due generi – gli chiarisce Mackenzie.
 
- Senti, Mac, perché non ti stendi e taci?! – dice Michael tirando la sorella per il braccio, fino a farla finire seduta sulla sabbia.
 
- Uh, astinenza?! –
 
- Per stare in astinenza, Clifford, si dovrebbe almeno aver scopato una volta nella propria vita – Calum adora prendere in giro Michael, è il suo migliore amico, e senza di lui a quest’ora si sarebbe già buttato dal Sidney Harbour Bridge per la noia.
 
- Scopo molto più di te, Hood – gli rinfaccia l’altro.
 
- Potreste smetterla? Lee sta per appiccare un incendio – Mackenzie fa notare ai ragazzi che Lee Anne è diventata rossa dalla testa ai piedi, e potrebbe svenire da un momento all’altro.
 
- Oh, scusa Lee Lee, non volevamo – se la ride Calum, seguito subito dopo dal suo migliore amico.
 
I ragazzi si siedono sulla sabbia, mentre Lee Anne si stende a prendere il sole. Indossa una sola cuffietta, in questo modo può continuare ad ascoltare i discorsi dei ragazzi che continuano a fare progetti sulla band, inutile dire che Mackenzie continui a fargli notare che senza un batterista non esiste nessuna band, e che quindi dovrebbero smetterla di dar fiato all’ugola. Sta appunto dicendo che da soli non sono altro che un duo sfigato di chitarristi, di chitarrista e bassista, come ci tiene a precisare Calum, che una palla la colpisce in testa.
 
- Porca puttana! Ma volete stare attenti! – impreca Mackenzie. Si alza per prendere la palla e bucarla, se magari Lee Anne le prestasse il set da cucito che si porta sempre dietro, quando un ragazzo biondiccio con una gran faccia da schiaffi le si avvicina.
 
- Scusami davvero, sono una frana nella pallavolo – si scusa il ragazzo. – Ah, io sono Ashton, Ashton Irwin – si presenta il ragazzo.
 
Michael e Calum hanno assistito alla scena, e per evitare che Mackenzie stacchi la testa a quello che potrebbe essere il futuro batterista della band, perché si, Ashton Irwin è il nuovo vicino degli Hood, Calum lo presenta al suo migliore amico.
 
- Ash, lui è Michael. Michael, questo è Ashton Irwin, il mio nuovo vicino di casa –
 
- Piacere – dice solamente Michael.
 
- Il piacere è mio. Calum mi ha parlato molto di te, e della band. Vorrei assistere a qualche prova se non vi dispiace – ammette il ragazzo sorridendo. – Ora potrei riavere la palla? – chiede, ma Mackenzie si è già sfilata l’orecchino, e proprio mentre Ashton allunga le mani per riprendersi la palla e tornare dagli altri, la ragazza affonda la punta dell’orecchino nel pallone, fino a che questo non si sgonfia sotto gli occhi allibiti di Michael, Calum, Ashton, Lee Anne, che si è alzata per capire cos’è successo, e di Luke Hemmings che è arrivato per chiedere a Ashton come mai ci stesse mettendo così tanto.
 
- Ma che cazzo! Mac! – le urla contro Michael.
 
- Tu sei matta – le dice Ashton.
 
- Oh, vedo che hai conosciuto i Clifford – dice Luke poggiando una mano sulla spalla di Ashton.
 
- A Mackenzie dispiace molto di aver bucato la palla, non è vero, Mac?! – Lee Anne si scusa per conto di Mac sperando che la ragazza dica qualcosa.
 
- Già, mi dispiace molto…a saperlo prima che la palla era la tua, l’avrei bucata prima – ammette Mackenzie sorridendo falsamente.
 
- Perché ti circondi di certa gente, Hood? Sono anni che me lo chiedo – dice sprezzante Luke.
 
- Io sono anni che mi chiedo se checca ci sembri solo, o ci sei anche, quindi… - gli risponde a tono Calum.
 
- Già, forse è per questo che Mac ti ha lasciato – rincara la dose Michael.
 
- Tu sta zitto, Clifford – lo attacca Luke, parandoglisi davanti.
 
- Sennò che mi fai, Hemmings? – lo fronteggia l’altro, sfidandolo con lo sguardo. – Non ho paura di un fottuto sedicenne –
 
E Mackenzie non ha proprio voglia di assistere all’ennesima litigata tra suo fratello e il suo ex ragazzo, così - Smettetela entrambi, mi state dando sui nervi – dice, mettendosi tra i due.
 
- Ha ragione Mackenzie, andiamocene – li sprona Lee Anne. Non vuole che Michael e Calum si mettano a fare a botte con Hemmings proprio una settimana prima dell’inizio della scuola.
 
- Non vedo l’ora – dice Michael prendendo la sorella per un braccio, e portandola verso la macchina. Una volta arrivati al parcheggio, Michael si appoggia al cofano della macchina e si passa le mani tra i capelli in modo frenetico. – Dio, quanto lo odio! Se non fosse che poi finirei in carcere, lo avrei già ucciso tempo fa – impreca.
 
- Andiamo, Mike, non ne vale la pena – lo tranquillizza Calum. Il moro davvero non capisce tutto questo astio nei confronti di Luke. Sì, è vero che Hemmings è uno stronzo patentato, e che è sempre lui quello che comincia, ma Michael dovrebbe darsi una calmata, visto che ogni volta che si trovano nello stesso posto inizia a dare di matto. E pensare che una volta erano pure amici…
 
- Questa volta do ragione a Hood. Devi smetterla di cascarci ogni volta, non capisci che lo fa apposta a farti arrabbiare? – Mackenzie davvero non si spiega com’è stato possibile, per lei, uscire tre mesi di fila con Luke Hemmings. Lo ha sempre reputato un coglione, almeno da quando ha tagliato tutti i ponti con Michael e Calum, quindi non si capacita di come abbia potuto sopportarlo per tutto quel tempo. Michael non ha mai accettato il loro rapporto, ed meglio così, anche perché se lo avesse accettato, lei avrebbe finito per rimanerci, insieme a Hemmings, e non se lo sarebbe mai perdonato. Per quanto riguarda la loro rottura, bè…diciamo che non si dovrebbe mai lasciare acceso il proprio computer quando ci sono cose compromettenti all’interno. Soprattutto cose compromettenti per quanto riguarda il rapporto con la tua ragazza.
 
Mackenzie sa che cose come leggere i diari segreti, e sbirciare la cronologia del pc, non vanno fatte, ma la tentazione è stata troppo forte, e così si è ritrovata a guardare un video porno gay dal computer del suo ragazzo. All’inizio il suo cervello ha fatto mille ragionamenti per capire il vero motivo del perché, un video porno gay, era salvato sulla cronologia di Luke. Ha pensato che magari i suoi fratelli maggiori avessero preso in prestito il computer, ma né Ben, né Jack, sembravano gay, e inoltre avevano entrambi le ragazze. E non poteva essere stata nemmeno Liz, perché cavolo, era sposata da più di vent’anni con il signor Hemmings, e poi qual è il figlio che presta il proprio computer alla madre?
 
Così aveva scoperto che il suo ragazzo era gay, ok, bisex, perché almeno un po’ le ragazze dovevano piacergli per stare con una di loro. Luke era entrato in camera proprio nel momento in cui Mackenzie stava raccogliendo la sua borsa da terra per andarsene. Le aveva chiesto cosa non andasse, e lei aveva vuotato il sacco, perché Mackenzie Clifford era così, schietta e senza peli sulla lingua. Avevano discusso circa due ore sul perché Luke non glielo avesse detto prima, magari la ragazza avrebbe potuto aiutarlo, o avrebbe potuto continuare a fingere, ma Luke le aveva chiesto solamente di mantenere il segreto, nulla di più. E così si erano lasciati.
 
Mackenzie continuava tutt’ora a mantenere il segreto, mentre Luke faceva lo stronzo perché non si fidava di lei, e perché credeva che facendo lo stronzo, sarebbe risultato più etero a gli occhi degli altri. Inoltre odiava Michael e Calum, quindi la cosa gli risultava piuttosto facile.
 
- Non lo sopporto comunque, vorrei strozzarlo – ammette Michael.
 
- Ah, l’amour – lo prende in giro Calum.
 
E Michael sarà anche gay, ma giura che su Hemmings non c’ha mai fatto nemmeno un pensierino. Lo odia, solo questo. Per questo alla battuta di Calum, risponde - A quello gli sfonderei il culo solo per il piacere di sentirlo urlare dal dolore –
 
E – Michael! – urla imbarazzata Lee Anne, che dell’orientamento sessuale di Michael ne sa tanto quanto quello di Luke.
 
- Scusa – dice allora Michael, che di disilludere la castana non se la sente. Lee Anne è innamorata di lui da quando aveva tredici anni, e lui non ha voglia di smontarle i castelli in aria e farla passare per una cretina. E anche se prima o poi lo verrà a sapere, perché un giorno Michael si metterà con qualcuno, per ora non vuole farla soffrire.
 
- Non avrete mica intenzione di far entrare quel coglione nella band, vero? – dice Mackenzie riferendosi ad Ashton.
 
- È davvero bravo, non possiamo farcelo scappare – le spiega Calum.
 
- Sarà quello che ti pare, ma è amico di Hemmings – gli dice Mac come se Calum non avesse capito il riferimento.
 
- Ma è un buon batterista, e ci serve. Cazzo, Mac, perché con te dev’essere tutto così difficile?! – le dà contro Calum.
 
- Da gli amici di Hemmings non puoi ricavarci niente di buono, io vi ho avvisato – ripete la ragazza.
 
Michael si strofina gli occhi con la mano destra e sbuffa. - Mac, la band è mia e di Calum, non tua. Siamo noi che prendiamo le decisioni – cerca di farle capire il fratello.
 
- Potevi entrarci quando te l’abbiamo chiesto, ma tu no, sempre sulle tue. Ora decidiamo noi, punto e basta – le rinfaccia Calum. Mackenzie aveva quattordici anni quando Calum e Michael si erano presentati in camera sua, armati di chitarra e basso, per chiederle di far parte della band. Ogni tanto li aveva accompagnati con la batteria o con la voce durante le prove, ma i ragazzi non le avevano mai chiesto ufficialmente di essere la loro batterista o la loro cantante, così Mackenzie aveva dato per scontato di non essere ben accetta nella band ed aveva rifiutato la proposta. Ora, a distanza di due anni, le dispiace non aver accettato, soprattutto perché Calum e Michael non hanno trovato mai nessuno di decente da far entrare nella band, e non sono mai riusciti a fare uno show dal vivo.
 
- Possibile che dobbiate sempre litigare?! – urla Michael, ricevendo occhiatacce da parte dei suoi amici.
 
Calum non crede possibile che sia proprio Michael a dire una cosa del genere, così - parla lui che ogni volta che si trova a respirare la stessa aria di Luke Hemmings dà in escandescenza – dice.
 
- È un po’ come il bue che dice cornuto all’asino – gli fa notare Lee Anne.
 
- Grazie tante, Lee, speravo che almeno tu fossi dalla mia parte – sbuffa Michael.
 
- E lo sono, ma dire che Calum e Mac litigano ogni volta che si vedono è un po’ come darsi la zappa sui piedi –
 
- Vabbè, io vado a casa. Te che fai, Mac, vieni con me? – le chiede Michael.
 
- No, tranquillo, prenderò l’aereo per tornare... – gli risponde in tono di scherno la ragazza salendo in macchina.
 
- Ci sentiamo dopo allora – Michael batte il pugno con Calum, dopodiché sale in macchina e parte alla volta di casa Clifford.
 
 
 
 
Sidney. Casa Hood. Sabato sera.


 
- Mac potresti darci una mano? - chiede gentilmente Lee Anne prima che Michael le urlasse contro un - muoviti da quel cazzo di divano e svuota le patatine nelle ciotole, Mac -
 
- Ecco, sto arrivando - sbuffa la ragazza togliendosi le cuffie.
 
- Siete ancora dell'idea di far entrare Ashton nella band? - chiede Lee Anne che della band si interessa, al contrario di qualcun altro.
 
- È l'unico batterista che non faccia schifo, e non faccia parte di un'altra band, nel giro di cinquanta chilometri, quindi si, abbiamo intenzione di chiederglielo stasera - le spiega Calum.
 
- Bè, se vi serve una mano per convincerlo, sono pronta a decantare le vostre lodi - si offre Lee Anne.
 
- Grazie mille per l'aiuto, Lee - la ringrazia Calum baciandole la guancia. - Dovrebbero essere tutti come te - aggiunge poi guardando Mackenzie.
 
- Se vuoi qualcuno che ti dica che suoni come Mick Jagger hai sbagliato persona -
 
- Basterebbe che tu ci dicessi che non facciamo così schifo, Mac -
 
- Andiamo, Mikey, sai che non posso, ho dei doveri da sorella minore da rispettare -
 
- Se questi doveri consistono nel perenne scassamento di palle, allora stai svolgendo bene il tuo lavoro –
 
- Felice di sapermi utile – gli fa il verso Mackenzie.
 
Le ragazze si stanno finendo di cambiare quando il campanello di casa Hood inizia a suonare e un’orda di adolescenti dagli ormoni impazziti si riversa dentro casa. Non che Mackenzie ci tenga particolarmente a questa festa, difatti indossa dei semplici short e una maglia degli Iron Maiden, ed ovviamente le sue immancabili converse nere. Sfuma un po’ la matita sopra l’occhio e si ferma ad aspettare che Lee Anne finisca di indossare gli orecchini. Al contrario della ragazza dai capelli lilla, Lee Anne indossa un vestitino che le arriva poco sopra il ginocchio e dei sandali alti.
 
Quando la castana ha finito di farsi il bagno nel profumo, Mackenzie la trascina giù per le scale al cospetto di Michael e Calum. Lee Anne arrossisce non appena incontra lo sguardo imbarazzato di Michael.
 
Sta per chiedergli di ballare, quando questo sgrana gli occhi mettendo a fuoco l’immagine della sorella. – Ti sei dimenticata i pantaloni? – chiede con il tono più autoritario che riesca a simulare.
 
- Non rompermi le palle, Mikey, io già non ci volevo venire a questa festa… -
 
- Ti sembra un motivo valido per andare in giro in mutande? –
 
Vagli a spiegare che gli short si chiamano short proprio perché sono corti. - Non sono mutande, sono short, e ugh…ma perché perdo tempo a parlare con te?! –
 
La ragazza si allontana andando in salotto. Di sicuro non vuole sentire la predica di suo fratello, quando - Mackenzie torna qui! – le intima Michael.
 
- Mike, lasciala stare, ti prego – lo implora Calum. Di sicuro non ha voglia di assistere ad una litigata tra i fratelli Clifford, non se ne ricava mai nulla di buono. L’ultima volta, per dividere una Mackenzie pazza furiosa che voleva staccare a morsi il braccio di Michael, si era fratturato una spalla, e fatto pure un occhio nero, per non parlare degli insulti che si erano lanciati i due. Non ci teneva a ripetere l’esperienza, no grazie.
 
- Non se ne parla. Cal ti presterà un pantalone. Non è vero, Cal? –
 
Michael Clifford è un vero stronzo quando vuole, Calum lo sa bene, per questo non si sorprende più di tanto quando l’altro tira in fuori il labbro inferiore e assume la faccia da cane bastonato. Michael sa che il moro può resistere a tutto, ma quando si tratta del suo migliore amico gli è difficile dire di no, così – ok, vai su e scegli quello che vuoi – dice rivolto a Mackenzie.
 
- Mmm…secondo me sta bene anche così – sibilla Luke Hemmings varcando la porta che collega la cucina al salotto.
 
- Ho parecchi dubbi al riguardo - dice sarcastica Mackenzie prima di mollare tutti in salotto e andare a cercare nell'armadio di Calum qualcosa che le vada bene.
 
- Non ricordo di averti invitato, Hemmings – dice Calum.
 
- La festa era aperta a tutti, Hood, o sbaglio? In più hai invitato Ashton, mi pareva brutto non fargli compagnia – si giustifica Luke. Ashton varca la soglia di casa Hood proprio nel momento in cui Luke dà un buffetto canzonatorio sulla guancia di Michael. Li adocchia da lontano e si avvicina con passo svelto proprio un minuto prima che Michael salti addosso a Luke, perché cazzo, Luke Hemmings aveva osato toccarlo, quindi ora doveva pagarla.
 
- Ehi, come va? - chiede allegro Ashton.
 
- Va che ora spacco la faccia al tuo amico se non lo allontani da me - dice Michael, i denti stretti.
 
- Facciamo così, Luke – si schiarisce la gola Lee Anne – te, te ne stai buono in una parte della sala, Michael nell’altra, e non vi parlate, guardate, o toccate per il resto della serata, se riuscite a farlo, tu e i tuoi amici potete rimanere, altrimenti… -
 
- …altrimenti portate il culo fuori di qui – conclude Mackenzie. L’unica cosa che la ragazza è riuscita a trovare nell’armadio di Calum sono un paio di skinny jeans di qualche anno prima, che ormai al ragazzo non vanno più. Si sente a disagio nei pantaloni di Hood, ma certamente non poteva avventurarsi in camera di Mali Koa, almeno che non volesse essere data in sacrificio a Versace.
 
- Carini i pantaloni – si complimenta Ashton, che del cambio d’abito non sa niente.
 
- Già – dice solamente la ragazza.
 
- Allora siamo d’accordo? – chiede Lee Anne rivolta a Luke e implicitamente anche a Michael.
 
- D’accordo – grugnisce Luke.
 
- Se. Come ti pare – sbuffa Michael.
 
Prendono entrambi strade diverse, Michael va verso la cucina per tirare fuori la birra dal frigo, Luke invece va in salotto e si siede sul divano con attorno i suoi amici. Ashton rimane fermo vicino a Calum e Mackenzie, Lee Anne è andata a sistemare le patatine sul tavolo in salotto.
 
- Allora Cal, questa band? – chiede Ashton interessato. Vorrebbe davvero entrare a far parte della band, lo ha sempre desiderato.
 
- Per me potresti entrarci anche subito, devi solo far sentire a Mike come suoni dopodiché sei dentro – gli dà la conferma Calum. Mackenzie emette un leggero risolino, li sta decisamente prendendo in giro.
 
- Cos’è che ti fa ridere? – le chiede Ashton alterato.
 
Calum giura su Dio, o chi per lui, che se per colpa di Mackenzie Clifford, Ashton non entrerà nella band, la soffocherà con le sue stesse mani. - Lasciala stare, fa sempre così –
 
- È una specie di consigliera? – la prende in giro Ashton.
 
Non sa come il ragazzo potrebbe reagire, fortunatamente Michael gli spunta alle spalle con tre birre incastrate tra le mani - è una sottospecie di sorella – dice offrendo una birra al biondo.
 
- Oh giusto, voi due siete fratelli! - esclama Ashton come se avesse fatto la scoperta del secolo.
 
- Devi essere un vero genio per averlo capito - lo prende in giro la ragazza.
 
- In realtà non sono così intelligente, sono stato bocciato - le risponde Ashton credendo davvero che la ragazza si sia complimentata con lui.
 
Mackenzie si sbatte una mano in faccia e pensa a quanto sarà divertente vedere suo fratello e Hood alle prese con il biondo. - Ti stava prendendo in giro, amico - gli dice allora Michael.
 
- Già. Dovrai abituartici - lo avvisa Calum. – È una stronza abissale –
 
- E Hood è un coglione patentato – ribatte la ragazza.
 
- Clifford ha dei gusti musicali di merda – la rimbecca Calum.
 
- Vogliamo parlare dei tuoi, Hood?! –
 
- Vogliamo fare che la finite qui, invece?! – li ferma Michael.
 
- Siete divertenti – dice Ashton sorridendo. Li trova buffi e simpatici, sicuramente si divertirà da matti con loro.
 
Dopo questa Mackenzie decide di andare a sedersi in un angolino e rimanere lì ad ammuffire. – Non così in fretta, Mac. Scusati per la palla bucata – la blocca Michael per un braccio.
 
- Non ci penso proprio –
 
- Mac! – alza la voce il fratello.
 
- Ok, scusa. Va bene così, Mikey?! – sbuffa Mackenzie prima di mollarli lì.
 
Mac pensa davvero che la festa sia una palla, per non parlare poi della musica di merda che pompa nelle casse, così decide di mettersi le cuffiette e andarsi a sedere in un luogo isolato.
 
- Tua sorella è strana – fa notare Ashton, beve un sorso della sua birra e saltella sul posto.
 
- Non puoi immaginarti quanto – gli risponde allora Michael. – Senti, per quanto riguarda la band, possiamo provare domani pomeriggio e vedere come va. Così lunedì mattina mettiamo in bacheca l’annuncio per trovare un cantante –
 
Ashton non può essere più felice di così, ha fatto amicizia con delle persone simpatiche, se evitiamo di pensare a Luke Hemmings e i suoi amici, sta per entrare in una band, e la settimana prossima inizierà il suo ultimo anno di liceo. – Hai detto che sei stato bocciato? – chiede Calum come se avesse colto solo ora le sue parole.
 
- Diciamo che la biologia e la matematica non sono il mio forte – ammette il ragazzo.
 
- Quindi a conti fatti, hai diciott’anni? – chiede conferma Michael, Ashton annuisce.
 
- Ehi, che fate? – Lee Anne spunta alle spalle di Michael, in mano ha un bicchiere rigorosamente riempito con del succo di frutta.
 
- Niente di che, cazzeggiavamo – le risponde Ashton.
 
La ragazza gli sorride e – Avete visto Mac? – chiede ai tre.
 
Michael crede che il rapporto tra sua sorella e Lee Anne sia tutto ciò che di più strano esiste al mondo. Mackenzie non dice mai qualcosa che sfiori le tre frasi, non le dà mai dei consigli, non l’ascolta quando le parla, e non perde tempo a dirle che la sta infastidendo se le dice qualcosa mentre ascolta la musica, e nonostante tutto Lee Anne è ancora sua amica, e le vuole bene ora più di quando avevano cinque anni e Mackenzie le tirava le trecce per dispetto.
 
- Cercala di sopra, sai che odia le feste con pessima musica –
 
- Questa non è pessima musica, Clifford – dice risentito Calum.
 
Cazzo, Michael adora il suo migliore amico, ma in quanto a musica da party deve ancora imparare alcune cose. – Pitbull è “pessima musica” –
 
- Ma se lo ascolti anche te –
 
- Già, ma non lo metterei mai ad un buon party –
 
- Facciamo che la prossima festa allora la dai te –
 
- Ehi, se cercavi la tua amica, è lì – li interrompe Ashton, sta puntando il dito verso la console da dj.
 
Mackenzie sta armeggiando con il computer quando Lee Anne le si avvicina. – Cosa stai facendo? – chiede preoccupata la castana.
 
Mac alza un attimo gli occhi sull’amica e - cambio canzone – annuncia. - Cazzo, quanto fa schifo ‘sta playlist –
 
- Mac, cosa stai combinando? – chiede Michael, dietro di lui ci sono Calum e Ashton.
 
- Cambio canzone – ripete, davvero non capisce dove sia la difficoltà nel capirlo, è vicina alla console ovvio che voglia mettere della musica. – Ce l’hai qualcosa rock anni ’80? Qualcosa tipo “What I like about you”? – dice rivolta a Calum.
 
- Ce l’ho, ed è del 2002, non dell’80 –
 
- Quella delle Lillix è una cover – le spiega Mackenzie.
 
- E di chi sarebbe la canzone allora? – Calum crede di aver ragione, purtroppo per lui c’è chi di musica ne capisce, al contrario suo.
 
- The Romantics – dicono in coro Michael, Mackenzie e Ashton.
 
Mackenzie non può credere che qualcun altro, oltre suo fratello, conosca i The Romantics, per questo pensa che questa sia la volta buona che la band ha trovato un batterista decente.
 
Ashton sorride alla ragazza, trova che parlare insieme sia una cosa buffa. – Vedo che ti piacciono gli Iron Maiden – indica la maglia di Mackenzie.
 
- Li adoro – risponde sorridendo. – Ma la mia band crush sono i Muse. Sono pazzeschi. Sono andata a tutti i concerti che hanno fatto qui a Sidney da quando avevo tredici anni. Te li hai mai visti? –
 
E a Michael e gli altri pare quasi di vedere un’altra persona. Mackenzie non ha mai parlato così tanto con uno sconosciuto, non ha mai rivelato di amare i Muse, e se lo ha fatto, mai con quell’entusiasmo, per questo Michael rimane a bocca aperta e Calum sbuffa; non crede a quello che ha appena visto, la ritiene una cosa impossibile.
 
Mackenzie non dà neanche il tempo ai ragazzi di meravigliarsi che già si è allontanata dal salotto, andando al piano superiore. Si rifugia in camera di Calum, rigorosamente con la porta aperta per sentire la musica che proviene dal piano terra.
Nelle casse pompa “Animals” di Martin Garrix quando la ragazza vede una testa bionda attraversare il corridoio.
 
- Il bagno è la prima porta a destra – indica la ragazza.
 
Sa che è Luke quello che è appena passato, e sa anche che lui conosce la posizione del bagno in quella casa. – Sembra che questa sia casa tua –
 
- Più o meno, ci vengo da quando ero piccola. E pure tu – gli dice Mackenzie.
 
- Facciamo che non ricordavo dov’era il bagno – Luke cerca di entrare in camera di Calum, ma Mac gli si para davanti.
 
- Sai che Calum ti ucciderebbe se venisse a saperlo. Ora dimmi perché sei qui – dice incrociando le braccia al petto.
 
- Sono qui per te – ammette il ragazzo. – Devo sapere se l’hai detto a qualcuno, perché se l’hai fatto… -
 
- Se l’ho fatto cosa, Luke? Spifferare a qualcuno che sei gay? Sai che non sono il tipo che si fa i cazzi degli altri –
 
- Ma sei il tipo che guarda il computer degli altri – le prende il braccio per evitare che la ragazza gli chiuda la porta in faccia.
 
- Se tu sei un coglione che guarda del porno gay, e lascia il computer in giro con la cronologia intatta, non è colpa mia –
 
Per un momento pensa che Luke voglia prenderla a pugni. – Dovevi farti i cazzi tuoi, a prescindere. Sei una poveraccia -
 
La ragazza cerca di sfuggire alla sua presa, ma Luke stringe ancora più forte. – Hemmings, mi fai male – dice Mackenzie, il dolore è così forte che le esce persino un lamento.
 
- Che sta succedendo qui? – chiede Calum vedendo Luke tenere la ragazza per un braccio.
 
- Fatti i cazzi tuoi – grugnisce Luke.
 
- Nulla, Hood, non succede nulla. Ora lasciami, Hemmings – dice calma Mackenzie, non vuole scatenare una rissa, ma Luke non intende mollare la presa sul suo braccio.
 
A Calum iniziano a prudere le mani, vuole decisamente spaccare quella faccia da cazzo che ha Luke Hemmings. – Ho detto, che cazzo sta succedendo qui? – pretende una risposta, e la vuole prima che si incazzi sul serio.
 
- Non è niente, Cal – lo tranquillizza Mackenzie. – Lo stronzo mi stava lasciando andare –
 
E Calum nemmeno si rende conto che Mac lo ha chiamato per nome, non si rende conto neppure della voce di Michael che gli dice di fermarsi, si rende conto solo che Mackenzie è sgusciata fuori dalla presa di Hemmings, e del forte dolore alla mano. – Cal, Cristo Santo, lascialo andare! – impreca il suo migliore amico.
 
Le urla hanno attirato alcuni ragazzi al piano superiore, ragazzi che non fanno altro che gridare “rissa!” e ridere per la faccia impaurita di Luke.
 
- Che succede? Oh Dio! Calum, che stai facendo?! Lascialo stare! – grida Lee Anne, odia le risse, e le odia ancora di più quando sono coinvolti i suoi amici.
 
Luke inizia a rispondere a gli attacchi, capovolgendo la situazione. Michael cerca di dividerli ma non fa altro che peggiorare le cose, ora anche gli amici di Hemmings sono saliti per aiutare il loro amico. Ashton invece può solo gridare di fermarsi, Luke è suo amico, ma anche Calum lo è, e non conosce la motivazione del litigio, quindi non può prendere le parti di nessuno.
 
Un ragazzo della squadra di football colpisce Michael sul sopracciglio destro, quello dove ha il piercing, che inevitabilmente inizia a sanguinare. Calum nel frattempo riesce a rimontare su Luke e lo tiene per il collo. – Chiedile scusa. Fallo adesso – sputa sbattendo il biondino sul pavimento.
 
- Calum, smettila – urla Lee Anne, nello sguardo di Calum non vede alcuna pietà. – Lascialo andare – singhiozza mentre trattiene Michael contro il muro, aiutata da Ashton.
 
- Il verme deve prima chiederle scusa, altrimenti non va da nessuna cazzo di parte – sibilla Calum, gli occhi vuoti.
 
Nessuno riesce a scuoterlo da quella posizione, rimane ancorato a Luke come se ne andasse della sua vita, e a Mackenzie questa cosa fa paura, così paura che inizia a piangere. – Calum, ti prego, fermati! – lo implora la ragazza.
 
 
- Chiedi scusa – ripete il moro, spingendo Luke contro il pavimento.
 
Mackenzie emette un singhiozzo quando Calum sbatte il biondo sul pavimento – Cal, per favore – sussurra Mackenzie avvicinandoglisi, ha paura che il ragazzo possa prendersela anche con lei.
 
Ed è quando il moro alza lo sguardo su di lei, e vede la paura che le riempie gli occhi, che si rende conto di quanto è stupido. Vedere il suo labbro tremare, e i singhiozzi scuoterla, lo fa sentire uno schifo. – Shhh, no, non volevo… - sussurra Calum, si alza dal corpo di Luke Hemmings e l’attira a sé cullandola tra le sue braccia, non sa se scusarsi per aver picchiato Luke, per non essersi fermato, o per averla spaventata così tanto. Sa solo che ora vuole farla smettere di piangere.
 
- Cazzo, Cal, mi hai spaventato, amico – dice Michael avvicinandosi ai due, tiene un pezzo della sua maglia sulla ferita. La sua cazzo di maglia dei Metallica che Lee Anne gli ha costretto a strappare.
 
- Hai fatto paura a tutti – sospira sollevata Lee Anne, ormai le lacrime sono passate. L’unica che continua ancora a piangere è Mackenzie.
 
Michael decide che è arrivata l'ora di concludere la festa, così accompagna gentilmente tutti alla porta, compreso Luke Hemmings e la sua combriccola. Di lui si occupa Ashton, però.
 
Gli unici che rimangono nel corridoio sono Calum e Mackenzie, il moro continua a tenerla stretta. Non la lascerà finché non avrà smesso di piangere. – Non sai quanto mi dispiace –
 
- Mi hai fatto una cazzo di paura, Hood – ammette la ragazza, e non lo direbbe mai, ma tra le braccia di Calum Hood si sta fottutamente bene. Si sente fottutamente bene.
 
- Vedo che stai molto meglio - la prende in giro Calum.
 
- Sicuramente sto meglio delle tue mani - ha le nocche tutte livide e un taglio sulla mano dove ha colpito Luke sul piercing.
 
Disinfettare il taglio gli pare la cosa più logica da fare, per questo lo spinge dentro il bagno e lo blocca contro il lavandino. - Sai, so camminare, anche se non sembra - e ride, la risata più bella che Mackenzie abbia mai sentito. Non sa perché se ne accorge solo ora, è una vita che sente la risata di Calum Hood, e non l'ha mai trovata bella.
 
- Fatti disinfettare la mano e poi puoi anche scappare - gli dice Mackenzie, lo spinge seduto sulla tavoletta del water.
 
La ragazza tiene stretta la mano di Calum tra le sue, ha la lingua tra i denti e lo sguardo concentrato mentre cerca di ripulire la ferita senza fargli male, e Calum pensa di non aver mai visto occhi più belli di quelli della piccola Clifford. - Non voglio scappare - sussurra, ha quasi paura di poter essere lui a far scappare Mackenzie, - non sono come quel cagasotto di Mike. Posso sopportare un po' di bruciore - aggiunge per non destare sospetti.
 
- Non prenderlo per il culo, si è quasi fatto spaccare un sopracciglio per i cazzi tuoi - Mackenzie gli molla un pugno sul braccio.
 
- In realtà lo ha fatto per te, è colpa tua se ho picchiato Hemmings -
 
- Non ti ho chiesto io di farlo - gli spinge forte contro la ferita, è incazzata.
 
- Ahia! Che cazzo fai? - le urla contro Calum. - Mi faccio picchiare da un coglione e te la prendi anche con me?! -
 
- Ti avevo detto di andartene ma tu fai sempre quel che cazzo ti pare, non è colpa mia se Luke ti ha preso a pugni - urla la ragazza.
 
Sente qualcosa all'altezza dello stomaco, ma non vuole arrendersi all'evidenza. - Ovvio, se fosse stato per te non mi avresti mai permesso di picchiare il piccolo Lukey - è geloso, c'è poco da nascondere.
 
- Non me ne frega un cazzo di Luke, Cal, mi interessa di te, e di quello che avresti potuto fare. Non volevi fermarti, l'ho visto nei tuoi occhi. L'avresti spedito all'ospedale - ammette Mackenzie, - mi hai spaventata a morte – sussurra asciugandosi i residui delle lacrime dagli occhi.
 
- Ti interessa comunque Luke e il fatto che sarebbe potuto finire in ospedale – si sta comportando come un bambino, di questo Calum ne è consapevole.
 
- Se vuoi sentirmi dire che tengo a Luke, dimmelo –
 
- Non devi dirmelo, lo so già – è un coglione, poco ma sicuro. Lo sa che a Mackenzie, di Luke, non è mai fregato un cazzo in realtà, non è scemo come Michael, ma vuole sentirselo dire comunque.
 
E a questo punto Mackenzie gli spaccherebbe volentieri la faccia, ma poi dovrebbe pure ripulirgliela, e quindi si trattiene. – Non sai un cazzo, Hood! – gli dà contro la ragazza.
 
- Cosa non so? Che sei ancora innamorata di Luke Hemmings? – se alla fine della serata la ragazza dovesse dargli un calcio nelle palle, non oserà lamentarsi, poco ma sicuro.
 
- Se vuoi pensarla così fa pure, ma giusto per la cronaca, per Hemmings non ho mai provato nulla che andasse oltre l’indifferenza –
 
- Non prendermi per il culo, Cliff, li abbiamo visti tutti i baci nei corridoi. L’intera scuola è stata testimone delle vostre lingue intrecciate –
 
- Per saperlo devi averci visto. Cos’è, ti piace masturbarti con l’immagine di me e Luke che limoniamo? –
 
La ragazza ci ha preso nel segno, non che Calum si masturbasse dopo aver visto lei e Luke baciarsi, ma li aveva visti più di una volta sbaciucchiarsi nei corridoi, questo è vero. – Non dire cazzate per favore. E comunque sarebbe stato impossibile non vedervi –
 
- Vuoi dirmi che hai provato qualcosa per tutte le ragazze con cui sei stato? E sappiamo entrambi che sono state tante – ora è il turno di Mackenzie di essere gelosa.
 
- È una cosa diversa –
 
- Oh, è diversa perché sono una ragazza? Sai, non credo che tutte le ragazze che sono venute a letto con te fossero innamorate, cioè la maggior parte sì, non è mai stato difficile per te far innamorare qualcuno, ma non tutte lo erano. Alcune volevano divertirsi, punto e basta. È una cazzata la diversa concezione del sesso tra maschi e femmine, lo viviamo al vostro stesso modo. Credimi –
 
- Te che ne sai? Sei ancora vergine – dice Calum come se fosse la cosa più scontata del mondo. Mackenzie lo guarda storto e lui vorrebbe quasi sprofondare. – Non sei andata a letto con Luke, vero? – la sua voce tocca quasi l’isteria.
 
- Sono fatti miei, non credo ti interessi – risponde ghignando.
 
Gelosia è la prima cosa che prova Calum, la seconda è la voglia di andare a casa di Luke e spaccargli la faccia, la terza è quella di rompergli anche i fari della macchina. - Ti prego, dimmi che non hai fatto sesso con quel coglione -
 
- Non vedo come questo possa interessarti, Hood –
 
- Tu dimmi che non l’hai fatto – la prega Calum. Le tiene una mano sulla spalla per non farla andare via, la sta implorando con lo sguardo.
 
- No –
 
- No cosa? –
 
Calum Hood è decisamente tardo, questo è sicuro. – No, non ci sono andata a letto, Hood. Mi hai chiesto questo, no? –
 
- Eh? Oh, già –
 
- Bene, ora posso andare? – gli chiede Mackenzie, ora come ora vorrebbe solo tornarsene a casa ma Calum ha ancora la mano poggiata sulla sua spalla.
 
- Ragazzi siete ancora vivi? – grida Michael.
 
Calum lascia la spalla della ragazza come se si fosse scottato, - siamo qui – lo guida con la voce.
 
Michael fa capolino dalla porta del bagno con un’espressione confusa. – Che combinate? –
 
- Mackenzie mi ha disinfettato il taglio – dice Calum mostrando la mano al suo migliore amico.
 
- Se. Senti, Mikey, sono stanca. Torniamo a casa? – e forse si sbaglia, ma a Michael quella non sembra affatto una domanda. Dev’essere successo qualcosa, e può giurare che scoprirà cosa.
 
- Sicuro. Ci vediamo domani, Cal –
 
- Sì, a domani – risponde il moro senza guardarlo realmente. Batte il pugno contro quello del ragazzo dai capelli lilla, e li segue con lo sguardo finché non spariscono oltre le scale.
 
Hanno appena riaccompagnato Lee Anne a casa, Mackenzie è mentalmente distrutta e vorrebbe solo andare a casa e mettersi a dormire, purtroppo per lei, Michael non è dello stesso avviso. – Che è successo tra te e Calum? – le chiede il fratello continuando a guardare la strada.
 
- Nulla più del solito – risponde stringendosi le ginocchia al petto. Si è persino scordata di ridare i pantaloni al moro.
 
- Non dirmi cazzate, sai che lo odio – sembrerà stupido, ma non fino a questo punto.
 
- Cos’è, ora sei geloso pure tu? –
 
- Chi è geloso? –
 
- Calum, credo. Non lo so, era parecchio interessato alla mia vita sessuale. Specialmente quella con Hemmings – dice la ragazza poggiando il viso sulle ginocchia, lo sguardo rivolto verso il fratello.
 
- Cosa c’è da interessarsi? Con Hemmings non c’hai fatto niente –
 
Odia quando gli altri hanno ragione. - Perché siete tutti così sicuri? Ho per caso la scritta “vergine” tatuata in fronte? –
 
- Forse sarebbe meno evidente – sorride Michael.
 
- Si nota tanto? – chiede preoccupata Mackenzie, non vuole passare per quella vergine.
 
- Giusto un po’. Hai quel qualcosa nello sguardo –
 
- La verginità? – sente che le sta per scoppiare la testa.
 
- Ritrosia, direi –
 
- Eh? – Michael e i suoi paroloni da genio mancato.
 
- Sei restia, riluttante – cerca di spiegarle.
 
- Farò finta di aver capito – gli concede girando il viso dalla parte del finestrino.
 
- Sei scostante, credo sia questo –
 
Mackenzie deve ancora capire quale caspita è la rivista dove scrivono cose di questo genere. – Scostante? Fortuna che voi maschi vi capite da soli –
 
- Ehi, probabile anche che mi sbagli. Dopotutto sono gay, e amo fottere bei ragazzi, quindi il mio radar potrebbe essere mal funzionante – scherza per tirarla su di morale. – Comunque non so quanto possa interessare il tuo essere vergine a Calum… -
 
- Smetti di ripeterlo – sbuffa Mackenzie.
 
- Ok. Non so quanto possa fregare a Cal della tua condizione… -
 
- Condizione? Mikey non ho l’AIDS, sono solo vergine. Solo, fottutissimamente, vergine. Oh Dio! Sono frigida? – forse sta diventando isterica.
 
- No, non sei frigida – smentisce Michael.
 
- Lesbica? –
 
- Ti piacciono le tette? –
 
- No, direi di no –
 
- Meglio. Non vorrei rivivere un altro coming out in famiglia, questa è la volta buona che mamma muore d’infarto – se la ride Michael pensando a quando ha detto alla sua famiglia di essere gay. Sua madre quasi non cadeva per terra. Lui le aveva detto di sedersi, ma lei no, “cosa mai potrai dirmi, tesoro?” “nulla, ma’. Solo che mi piacciono i ragazzi” “Michael Gordon, non dirai sul serio?” “più serio di così, sarei morto”, e poi “boom!” morta stecchita sul pavimento della cucina, mentre Mackenzie era piegata in due dalle risate e con le lacrime a gli occhi.
 
- Per carità. Poi dovrei vivere da sola con te. Già non ti reggo ora, figurarsi fino ai diciott’anni –
 
- Allora, Mac-ergine – Michael ride per la sua stessa battuta, - cosa ti ha detto Calum di preciso? –
 
- Preferirei non ripensarci. E non sei simpatico – tronca il discorso colpendo suo fratello sul braccio.
 
- Ok. Chiederò direttamente a lui – dice facendo su e giù con le sopracciglia.
 
- Smettila, sei inquietante – sorride Mackenzie.
 
- Oh, e io che pensavo fossero la mia arma vincente con i ragazzi –
 
- Spiegato il motivo per cui non scopi da più di due mesi – lo prende in giro la ragazza.
 
- Almeno io scopo – la stuzzica Michael, – siamo arrivati – annuncia parcheggiando nel vialetto di casa Clifford. La sorella gli fa la linguaccia e poi scende dalla macchina per andare ad aprire il portone di casa.
 
Si tolgono entrambi le scarpe e salgono le scale in punta di piedi. Mackenzie si affaccia nella camera da letto della madre, e - mamma sta già dormendo – avvisa il fratello sospirando. Sarebbe stato un bel problema spiegarle dell’occhio nero e del sopracciglio spaccato.
 
- D’accordo. Bè, buonanotte Mac-ergine – la saluta Michael.
 
- Smettila di chiamarmi così, coglione – sussurra la sorella, non vuole certo che sua madre si svegli.
 
- Domani chiederò a Calum tutto quello che vi siete detti. Nei minimi dettagli –
 
- Tu provaci e ti raso a zero la testa mentre dormi – lo minaccia la ragazza.
 
- Non azzardarti! –
 
- Notte, Mikey -
 
 
 
 
 
 
Note d’autrice
 
Se siete arrivate fin qui vuol dire che così schifo poi non faceva.
Ringrazio chiunque stia leggendo, sappiate che mi state rendendo una ragazza felice.
 
Non so dove questa storia andrà a parare, all’inizio doveva essere ben diversa, ma poi nella mia mente si è formato tutt’altro ed è uscito quello che avete appena letto. Quindi non so come si svolgerà, se cambierò idea mentre la porterò avanti, so solo che stavolta è la volta buona. Sì, dico a te B. Stavolta è la volta buona che inizio una fan fiction, e che la finisco pure. Quindi non disperate.
 
Non ho idea di quante volte aggiornerò, e se riuscirò mai a stabilire un giorno fisso in cui postare, voi aspettate e sperate.
 
Bè, che dire. Grazie per aver letto e grazie se continuerete a farlo. Aggiornerò una volta arrivata a 5 recensioni.

 

Baci, Snixx_94






p.s. queste sono Mackenzie

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e Lee Anne

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