Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Meg Explosion    22/08/2014    3 recensioni
Armin Arlert si trova in un ospedale, posto che lui odia a prescindere, ma che dopo un po' comincerà a piacergli poiché una persona gli insegnerà cosa vuol dire amare veramente senza paura di perdersi, perché uno volta che ci si è trovati non si torna più indietro.
Mai come nel momento nel quale ha visto quei occhi si è sentito a casa.
Eremim.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Armin Arlart, Un po' tutti
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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In Equilibrio.

Capitolo cinque: Liquirizia
















-Chiara, devo portare due pigiami?-
-Perché mai dovresti portare due pigiami?
Armin sta preparando un borsone da potare con sé quando andrà a dormire da Eren, cioè tra due ore. Si sente agitato e avrebbe voluto preparare tutto prima, ma ora è solo in casa. Lo avrebbe aiutato sua nonna, ma lei è in una casa di riposo e Armin è stato costretto a comportarsi da adulto e come ogni persona responsabile avrebbe fatto, ha chiamato delle sue amiche per aiutarlo.
-Chiara! Non serve essere così aggressive!- dice Christa, l’angelo salvatore di Armin –E’ il suo primo pigiama party, è molto agitato, povero cucciolo- se solo Christa non vedesse Armin come suo figlio.
-Ve l’ho detto, non è un pigiama party, è più una terapia, capito, robe così- le richiama Armin
-Chiamala come vuoi, ma se mister bomba sexy t’invita a una notte con lui io, non prenderei quel pigiama- interrompe Sasha, ma da quando c’è anche Sasha?
-Non ce la farò mai, ok, chiamate Eren e ditegli che sono morto o cose del genere-
-Questi boxer con sopra scritto “Boner” dove li hai trovati? Devi assolutamente metterli!-
-No! Oh mio Dio, uscite da casa mia, lasciatemi solo nella mia disperazione-
Armin comincia a cercare un pigiama che abbia meno di sette anni, ma non riesce a compiere la sua missione.
Ormai sa perché si sente così nervoso, l’ha realizzato tre giorni fa, l’ultima volta che lui ed Eren si sono visti; ha capito che si sta veramente innamorando di lui. Gli manca la sua voce appena smette di parlare, quando guarda altrove vuole solo girargli il viso e guardare nei suoi occhi; è spaventato. Ha già avuto delle relazioni con ragazzi, ragazze e altre persone, ma non si è mai sentito così dopo pochi giorni. Gli viene quasi voglia di piangere quando ci pensa; fanculo le farfalle nello stomaco, lui ha un milione di api che continuano a pungerlo.


Dopo un’ora Armin è pronto ed è solo. Continua a cercare cose, a controllare se il telefono è carico, a lavarsi i denti. Non ha un attimo di pace, continua ad agitarsi e a immaginarsi cosa potrebbe accadere, quante brutte figure potrebbe fare…

Da: Eren
Ei ke dici di venire  qui adesso?


“Eren usa le abbreviazioni, che cosa da nerd” pensa Armin, mentre sorride, perché infondo, ama anche il modo in cui Eren riesce a sbagliare almeno tre parole in un messaggio.
Prende il casco, sale su Alfredo e parte, concentrandosi sulla strada. Sono le nove di sera ed è tutto scuro, in più ha piovuto e l’asfalto è bagnato.


-Armin!- quando Armin vede Eren all’entrata dell’ospedale, fermo esattamente nel punto nel quale si sono incontrati, si sente il cuore in gola.
-Wow! Che figa la moto! Lo posso chiamare Alfredo o è ancora troppo presto?-
Armin ride, quasi piangendo, senza un motivo. Armin guarda Eren nel viso e nota che le sue labbra sono blu, deve sentire freddo in pigiama.
-Eren, senti freddo? Prendi la mia giacca-
-No, è solo perché sono fuori da due ore perché avevo paura tu arrivassi prima e volevo accoglierti, stando fermo devo aver preso un po’ di freddo, ma non importa, dai entriamo. Parlando di freddo, questa estate fa schifo, non pensi?- Armin riesce a capire che Eren è agitato: sta parlando velocemente e in più continua a muovere le mani, quanto vorrebbe stringergliele e farlo smettere, ma non poteva farlo.

Quando arrivano nella stanza di Eren e Armin apre la porta, vede un ragazzo che sta mettendo un piumino nel materasso che c’è a terra. Armin lo riconosce subito, è il tipo che faceva colazione con la giacca e la sciarpa addosso la mattina che Hanji aveva obbligato il biondino a svegliare Eren.
-Oh, Bertholdt, Levi ti ha dato il piumino- dice Eren, sedendosi sul suo letto.
-Eh già- Bertholdt è molto alto e indossa un cappello di lana rossa che gli copre tutti i capelli.
-Bene! Io vado ad avvisare Hanji che Armin è qui! Torno subito, ok piccolo angelo?- Eren stava cominciando a chiamare Armin con dei nomignoli, e Armin lo amava, amava ognuno di essi (beh, forse alcuni sono discutibili, ma comunque). Eren esce dalla stanza, lasciando un silenzio imbarazzante.
-Io sono Bertholdt, piacere di conoscerti! Eren parla sempre di quanto sia simpatico il suo nuovo amico! Scusa se sono vestito così-
Bertholdt ha una coperta (invernale) sulle spalle e delle pantofole azzurre, anch’esse invernali.
-Piacere, io sono Armin. Non preoccuparti, i miei capelli sono molto più inguardabili-
-Sempre meglio dei miei-
Bertholdt si toglie il cappello e Armin vorrebbe solo tirarsi un pugno in faccia dopo di ciò che ha detto.
-Sai come si dice, il cancro potrà prendersi i miei capelli ma non la mia vita-
-Mi dispiace, mi dispiace molto-
-Non devi dispiacerti, non sei tu che ha fatto impazzire le mie cellule-
Quel ragazzo non fa altro che sorridere dolcemente, come se stesse parlando di quanto fossero belli i suoi fratelli. Armin non può far altro che sorridere anche lui e sa che deve assolutamente cambiare argomento, non crede che Bertholdt abbia molta voglia di parlare della sua malattia.
-Cosa ti ha detto Eren su di me? Spero solo cose belle-
-Certo! Non fa altro che dire che ha finalmente trovate ‘Il migliore amico che supera tutti i migliori dei migliori amici’, ma vi conoscete solo da una settimana, vero?-
‘Migliori amici’, quelle parole sono così amare.
-Meno di una settimana! Non ci credo che dica cose così!-
-Sì! E poi ha fatto vedere a tutti quella foto di te con il tuo gatto, mi dispiace molto per questo, ma comunque era molto carina!- Bertholdt sembra sollevato e Armin sta per morire dall’imbarazzo. Si siedono entrambi sul letto e cominciano a parlare, anche dopo che Eren è entrato nella stanza.
-Ehi Bertholdt, torna dal TUO amico biondo, lui è mio- Eren mette un braccio intorno alla spalla di Armin appoggiando la testa sulla sua spalla.
-Ok, hai ragione, io ho già ben due amici biondi, lui lo posso lasciare a te- dice Bertholdt, continuando a sorridere come se stesse confessando il suo amore.
-Bravo ragazzo, ora muovi il culo o ti mordo-
Bertholdt esce salutando e sistemandosi il cappello.
-Eren! Potevi essere un po’ più gentile!-
-Nah, lui sa che gli voglio bene, non ha bisogno che glielo ricordi ogni singolo minuto-
Armin guarda Eren notando come le sue sopracciglia gli diano sempre un’espressione irrequieta.
-Ehi Armin, ora devo parlarti di una cosa seria, però prima devi metterti il pigiama, dobbiamo abbuffarci di schifezze e distenderci su quel materasso- l’espressione di Eren è tremendamente seria, il cuore di Armin non riesce a resistere e sta per fermarsi.
-Ho mandato Reiner, un amico, a prendermi tutti i tipi di cose che si mangiano di solito in occasioni del genere, mi ha portato un mucchio di roba buona-
Armin continua a vedere un Eren irrequieto, strano. Spera che ciò che gli voglia dire sia la sua storia. Vuole sapere ogni particolare, da qual è stata la sua prima parola al perché lui fosse in un ospedale. Vuole conoscere tutto di Eren, entrare nella sua vita e non lasciarla più, vuole viverlo.
-Allora io mi cambio, spero proprio che il mio pigiama non sia troppo sexy, sarebbe veramente imbarazzante- Armin cerca di scherzare per far risvegliare l’Eren che ha conosciuto.
-Voglio proprio vedere il tuo viso il mattino, com’è?- dice Eren, ancora seduto nel letto.
-Ti dico solo una cosa: io sono una persona mattiniera, per quanto me ne vergogni, riuscirai ad accettarmi anche se ora lo sai?- Finalmente Armin vede gli occhi di Eren illuminarsi un po’.
-Fuori da questa stanza Armin, fuori da quest’ospedale e fuori da questo pianeta, non c’è abbastanza ossigeno sulla terra per far vivere anche le persone che si svegliano presto-

Armin prende il pigiama che ha scelto, uno completamente bianco e con i pantaloni tagliati da lui che arrivano fino al ginocchio (quello più decente che possiede). Senza nemmeno accorgersene, Armin si toglie la maglia e si mette quella del pigiama, solo quando si sta per togliere i pantaloni, si ricorda di non essere l’unico nella stanza.
-No, non fermarti, continua pure a mostrare tutta la merce a un ragazzo affamato, continua-
Armin diventa rosso e vuole solo scappare via e seppellirsi in qualche luogo lontano. –Non credo che ci sia tanta merce da esporre comunque-
Eren schiocca la lingua e si mette una mano sugli occhi.
-Ok, ora non vedo, puoi continuare il tuo momento esibizionista-
Armin si cambia in fretta e si siede sul materasso che è disteso a terra. Eren fa lo stesso, ma prima prende una borsa di plastica piena di leccornie varie.
-Ti piace la liquirizia Armin?-
-Io amo la liquirizia-
-Bene, perché io odio la liquirizia, tu mangi le caramelle che ti piacciono ed io anche, così vediamo se siamo quei tipi di persone che mangiano ciò che all’altro non piace, ci completeremmo così-
Armin si trattiene dal baciare quella faccia assurdamente tenera e cerca di concentrarsi sul cibo e non pensare troppo al fatto che Eren si comporti in modo strano.
-Eren, cosa mi devi dire?-
Eren ingoia una di quelle caramelle allo zucchero che Armin odia.
-Ho preparato un discorso con Hanji perché voglio e ho bisogno che tu sappia ciò che mi succede-
Armin ferma la bocca e guarda Eren, quell’espressione che ha è difficile da leggere, è come se stesse parlando a se stesso, ma allo stesso tempo volesse comunicare qualcosa al mondo intero. I due si distendono, Eren guardando il soffitto e Armin guardando Eren.
-Quando avevo dieci anni, la mia mamma è morta- Eren si ferma –a Shiganshina- Armin a quel punto si mette già a piangere. Sente le lacrime che scendono e il naso che cade.
-Anche tu sei di Shiganshina, vero Armin?- Il biondo annuisce, asciugandosi il viso con le mani. Eren non ha girato il viso, sembrava veramente concentrato nel continuare la sua storia.
-Beh, io ho visto mentre quei bastardi sparavano a mia madre- fa una pausa, prendendo un respiro.
-Eravamo soli, io e Mikasa, mia sorella, mio padre era via per lavoro e ci ha salvati un poliziotto- Gli occhi di Eren diventavano sempre più rossi a ogni parola che aggiungeva.
-Mi sono sentito come spazzatura perché non ho potuto salvarla, avrei dovuto farlo! Anche se avevo dieci anni! Non m’importa, dovevo riuscire a salvarla! E’ colpa mia! E’ COLPA MIA!- Eren aveva cominciato a urlare e a piangere, Armin gli prende la mano, stringendola forte e solo in quel momento Eren lo guarda negli occhi.
-Scusami, allora, ti stavo dicendo, io e Mikasa siamo rimasti sempre soli, dato che quel pezzo di merda di mio padre si è quasi dimenticato di noi. Per tre anni non ho fatto altro che piangere, gridare, tirare pugni, arrabbiarmi, ma per mio padre era tutto solo una reazione alla morte di mia madre- Sulle guance di Eren continuavano a scendere lacrime.
-Mi sentivo come una persona abbondonata e vedevo tutto nero, tutto vuoto, volevo solo scappare-
Armin gli stringe forte la mano ed Eren ricambia, indurendo tutti i muscoli del braccio.
-Quando avevo tredici anni mio padre si è risposato ed è durante quel periodo che ho avuto i miei primi episodi maniacali e depressivi-
Armin sapeva a cosa si riferiva, l’avevano letto una volta a scuola.
-Disturbo bipolare- dice Armin, con una voce fievole.
-Esatto, è così che mi hanno detto appena mio padre mi ha portato da Hanji- Eren comincia a singhiozzare e Armin riesce a capire quanto deve essere dura per Eren ripensare a quei momenti, lo capisce perché anche lui ha vissuto delle cose che rivede ogni giorno, in ogni cosa che fa.
-Mi hanno portato qui perché mi sono quasi ucciso, le cicatrici che ho sull’addome sono di quella sera-
Eren porta la mano di Armin sulla sua pancia.
-Mi disgusto- dice Eren –Tu dici “non ho tanta merce da far vedere”, ma in realtà sei fantastico e tutti ti vogliono e so che è dura anche per te, ma non capisco perché ti devi odiare! Non odiarti, mandami più foto che puoi di te che sorridi, lo meriti, lo meriti tanto-
-Vale anche per te lo stesso- risponde Armin, continuando a stringere la mano di Eren che ora è di nuovo sul materasso.
-Scusa, mi sono perso, è che ho preparato il discorso, dov’ero?-
-Mi stavi raccontando di quando ti hanno portato da Hanji-
-Ah già- Eren prende un respiro profondo –Quando mio padre ha descritto la mia situazione Hanji ha subito ipotizzato la bipolarità, così mi ha cominciato a seguire e mi ha prescritto delle medicine- Eren continua a fissare il soffitto, la sua voce ha un tono più basso di quello che usa di solito e i suoi occhi sono gonfi e rossi.
-Qualcosa però non andava perché non era possibile che io avessi ereditato la bipolarità, ma ormai era provato che ne soffrivo e anche le medicine non mi facevano effetto. Io continuavo a vomitare, insonnia, sete, tremore alle mani, non reagivo bene insomma-
-Sicuro di voler continuare?- chiede Armin, cercando di utilizzare la voce più chiara e dolce che ha, ma il fatto che stesse piangendo non lo aiuta.
-Devo continuare, ne ho veramente bisogno- risponde Eren, singhiozzando a ogni parola.
-A quattordici anni l’ho rifatto, ho, ho-
Eren piange e smette di parlare. Armin gli strige la mano, avvicinandosi sempre di più a lui, cercando con tutte le sue forze di resistere dal baciargli le guance e gli occhi, asciugando con le sue mani quelle lacrime.
-E allora Hanji ha preferito ricoverarmi, anche perché dopo ero veramente depresso e le medicine mi facevano star male e tutto di me era, ed è, un casino- Eren si gira guardando Armin negli occhi e cercando di sorridere nel modo meno spaventoso possibile.
-Ma ora va meglio, il litio* non mi fa stare male e non ho episodi da molto tempo, sto meglio, io sto…- Eren non riesce più a trattenere il pianto.
-Sto da schifo! Sono inutile! Creo solo problemi e non faccio altro che casini! Sono io il solo che sta distruggendo tutto! Mikasa ha bisogno di proteggermi perché io non sono nemmeno capace di difendere me stesso! Non ho potuto nemmeno difendere la persona più importante della mia vita! Lei non c'è più ed io sono ancora vivo solo per continuare a creare casini! sarei dovuto morire!-
A quel punto Armin mette le mani sulle guance di Eren, costringendolo a voltarsi verso di lui.
-Non dirlo mai più Eren, non devi dirlo mai più! Sei vivo e questo è importante! Tu sei importante! Forse non per tutti, ma per me lo sei, anche dopo solo pochi giorni. Sei importante per Mikasa e sei importante perché un giorno tu sarai una persona migliore! Hai tutto davanti a te! E se proprio hai bisogno di proteggere una persona allora proteggi me! Ho bisogno che tu mi protegga, lo necessito per esistere-
Armin cerca di usare le parole giuste, usare il linguaggio del corpo in modo che Eren capisse veramente ciò che vuole dire.
Eren abbraccia Armin premendo la sua bocca sulla sua fronte.
-Armin, scusa per ciò che ho fatto- sussurra.
-Cosa hai fatto?- risponde Armin, anch’esso sotto voce.
-Tanto tempo fa, tanto tempo fa-
Il biondo non sente le parole che sta borbottando Eren, decide di ignorarle, si starà scusando senza un motivo preciso, pensa.


Per quanto Armin ami stare così vicino a Eren non riesce a sopportare che stia l’altro stia ancora piangendo, così si alza, mettendosi a gambe incrociate sul letto e facendo alzare anche Eren.
-Eren, vuoi un po’ di dolci?-
-Tutti, ti prego-
Armin porge a Eren un sacco di qualcosa.
-Armin, andiamo nel mio letto e guardiamo uno dei film che ho scaricato- dice Eren che sta ancora masticando un marshmellow.
-Sì, sarebbe veramente forte-
Mentre entrambi si spostano per arrivare al letto nessuno dice una parola, ma quel silenzio non è per nulla imbarazzante o vuoto, è semplice silenzio.
 
Dalle dieci di sera fino alle due e mezzo di notte non hanno fatto altro che guardare film, mangiare e scherzare. Armin metteva i piedi freddi sulla gamba di Eren ed Eren rispondeva spostandolo sempre di più verso la sponda del letto.
-Eren! Ti sei pulito le mani sporche di cioccolata sulla mia maglia!-
-Toglila allora, te ne do una io-
-Non serve, va bene anche così-
-Non fare i capricci e levati la maglia, uomo cioccolata-
Armin si toglie la maglia mentre Eren va a cercarne una nell’armadio.
-Tieni quella che ho addosso-
Eren lancia ad Armin la maglia che ha addosso.
“Qualcuno accenda la luce, prego tutti gli dei perché mi facciano vedere quel corpo”
-Ok, mi sa che è ora di andare a dormire, buonanotte Alfredo-
-‘Notte-
 
L’odore tossico dell’ospedale ora riempie i polmoni di Armin, non sente più il profumo di Eren. Quel tanfo gli fa venire mal di testa e gli ricorda momenti che non vorrebbe mai rivivere. Si sente in trappola su quel letto di ospedale, potrebbe semplicemente andare a dormire nel materasso vicino a Eren, ma non ha il coraggio di provarci. Sente come un’ondata di freddo attraversargli tutto la spina dorsale, arrivargli fino al cervello e paralizzarlo. Si copre la testa con le lenzuola e lo sente, il profumo di Eren. Dolce e fresco. La maglia che indossa ora ne è impregnata. Così Armin la porta al naso e prende molti respiri.
 
“Non so cosa mi potrà portare il futuro
ma voglio che lui sia lì
voglio continuare a guardarlo
a sentirlo
a viverlo.
Voglio che tutto ciò che farò ruoti intorno a lui
voglio amarlo senza contegno
o condizioni
voglio essere capace di farlo.
Il suo sorriso è perfetto
il modo in cui ride è perfetto
e anche se lui ha molti difetti
io li amo.
Voglio svegliarmi ogni giorno con lui accanto
Voglio morire di lui
Annegarmi nei suoi pensieri
Perdermi nelle sue parole
Non ci sarebbe morte migliore
Vivere una vita con lui
vivere due vite con lui
Voglio solo averlo per sempre
Guardarlo e sapere che sono suo
e lui è mio
Lui è tutto ciò che io voglio e di cui ho bisogno.
Lui è lui
Io sono io
Potremmo essere un noi”


Scrive Armin su un portafoglio che aveva portato con sé.
“Perché scrivo queste cose? Non ho mai scritto queste cose” pensa Armin.
 












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Fun facts:
1- Armin ha un paio di boxer con sopra scritto “Boner” (erezione) che ha comprato sua nonna, ignara della traduzione della parola (Per dirla tutta ne ha ben quattro, ma questi sono dettagli)
2- Christa e Armin vengono spesso scambiati per gemelli o fratelli e ogni tanto si fingono tali
3- Chiara è l’user Kiara_Levi
4- Ho pianto mentre scrivevo la scena con Bertholdt
5- Alcuni dei fogli su cui avevo scritto cose per questa storia sono volati via poiché li avevo lasciati fuori. (YAY!)
6- OGGI E’ IL COMPLEANNO DI threeare_alex E QUESTO E’ IL SUO REGALO, AGURI!
 
 
 
 
 
Disturbo Bipolare: Il disturbo bipolare, o maniaco-depressivo, è un grave disturbo della psiche che provoca forti sbalzi dell’umore, dell’energia e del comportamento. Colpisce circa 1,2% della popolazione, e può avere una componente genetica.
Questo disturbo colpisce in eguale misura maschi e femmine. Il disturbo bipolare è caratterizzato da episodi maniacali (fasi di eccitamento) e da depressione che possono durare giorni o mesi. Il Disturbo Bipolare è generalmente cronico e può durare per la vita con episodi ricorrenti che spesso si manifestano durante l’adolescenza o nella prima età adulta, a volte anche durante la fanciullezza e normalmente necessita di cure per tutta la vita.
 
Litio*: •       Il litio è stato usato a lungo come il primo farmaco per curare la mania acuta in persone con il disturbo bipolare. Il litio è efficace per prevenire il manifestarsi della mania e per trattare l’episodio di lieve - moderata intensità dopo che è iniziato. Per alcune persone però il litio è inefficace e per altri presenta effetti collaterali non tollerati.
 
Note:
Ciao, vorrei ringraziare tutti e dirvi che anche se non rispondo subito alle recensioni mi fanno sempre piacere, ma dal telefono è difficile fare molte cose.
Spero che questo capitolo vi piaccia, e anche se è corto ha molte informazioni dentro, per questo ho deciso ti “tagliarlo”. Il prossimo capitolo sarà più lungo e conterrà una della sidestories che ho immaginato (lol).
Chissà chi saranno i personaggi dato che i foGLI MI SONO VOLATI VIA, DANNAZIONE. Non preoccupatevi, ho tutto nella mente! (EH!)
Grazie a tutti di nuovo! E per chi volesse contattarmi lo faccia sul mio blog tumblr: meg-explosion.tumblr.com
Meg.
  
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