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Autore: Naomi    17/09/2008    1 recensioni
Quest’ estate è stata bellissima, come tutte le estati lontano da Brindisi. Uscire da questa città mi fa sentire libera di fare ciò che più mi piace, posso fare di tutto senza badare a ciò che la gente dice, perché come naturalmente sai, a Brindisi non puoi fare niente di diverso da ciò che la massa fa, che subito cominciano a prenderti in giro e a dire che sei ridicolo, ma che parola è ridicolo?? [...]Comunque dopo questa divagazione ti dirò che, non c è stato qualcosa di molto più bello di qualcos’ altro, tuttavia qualcosa di molto strano è accaduto. Ma sarà meglio cominciare dall’ inizio.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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naomi

Una casa da paura

 

 

mercoledì 17 settembre 2008

Cara Miriam

Quest’ estate è stata bellissima, come tutte le estati lontano da Brindisi. Uscire da questa città mi fa sentire libera di fare ciò che più mi piace, posso fare di tutto senza badare a ciò che la gente dice, perché come naturalmente sai, a Brindisi non puoi fare niente di diverso da ciò che la massa fa, che subito cominciano a prenderti in giro e a dire che sei ridicolo, ma che parola è ridicolo??  Tutto è ridicolo se è qualcosa che non piace a noi e niente è ridicolo se è qualcosa che invece ci piace quindi è soggettiva, e la soggettività non trasforma qualcosa in orrendo o perfetto, ogni cosa rimane nel suo stato di neutralità fino a che noi non diamo un giudizio, diventando così per noi bello o brutto ma ciò non ci da il permesso di giudicare o prendere in giro.

 

Comunque dopo questa divagazione ti dirò che, non c è stato qualcosa di molto più bello di qualcos’ altro, tuttavia qualcosa di molto strano è accaduto. Ma sarà meglio cominciare dall’ inizio.

 

L’ Austria era bellissima, il paesaggio perfetto che sembrava di trovarsi in uno di quei quadri dell’ 800, immacolati, senza lo smog che rende l aria irrespirabile o rovinata dalla sporcizia, e poi il clima fresco, e piccole cose che attiravano l attenzione mia e dei miei familiari, come la famiglia di cigni che abbiamo visto in un lago andando verso Salisburgo, davanti il padre e in fila indiana dietro di lui quattro piccoli cigni seguiti dalla loro la madre, avremmo potuto guardare per ore quella bellissima scena, come saremmo potuti stare anche tutta la giornata sulla riva del lago seduti a guardare l’ acqua immobile con il riflesso delle montagne. Oppure le città. Piccole ma bellissime, piene di colori contrastanti con il cielo cupo creando un atmosfera artistica, i vestiti caratteristici del luogo, i piccoli cafè dove i turisti trovavano calore, luoghi accoglienti, persone semplici, volti amici.

 

Abbiamo visitato castelli costruitisi pendii e che arrivavano fino a valle, con un infinità di scale, stanze, passaggi segreti, e abbiamo visto archeologi all’ opera mentre estraevano uno scheletro dal terreno.

Poi abbiamo lasciato l’ Austria, io e mia cugina Michelle abbiamo cercato di opporci alla partenza, la vacanza era ancora agli inizi ma noi non volevamo abbandonare quel posto così meraviglioso, quella vista mozzafiato dalla nostra camera d’ albergo, le nostre passeggiate mattutine e serali in mezzo ai campi, lontano sulla montagna, in mezzo ai boschi, ci sarebbe mancato vedere i piccoli di daino rincorrersi tra gli alberi e cercare un nascondiglio al nostro passaggio, le persone che salutavano anche non conoscendoci.

 

Poi siamo arrivati a Bibione, pensavo che non mi sarebbe piaciuto, invece è stato bellissimo, tra mare,  shopping e uscite serali il tempo è volato via. Siamo andati a Venezia, dove al palazzo del Doge io, mio fratello Giosuè e miei cugini Marc e Michelle , abbiamo preceduto i grandi e arrivando alle segrete del palazzo, non avendo una guida ci siamo persi. Non sapevamo che fare, fino a quando a Marc non è venuta un idea, e così abbiamo fatto finta di essere nei tempi in cui il Doge ancora abitava nel palazzo e noi eravamo prigionieri che dovevano fuggire via, così siamo arrivati in un cortiletto che in seguito abbiamo scoperto non aperto al pubblico e di li entrando in altre gallerie siamo finalmente usciti da un passaggio segreto e ci siamo ritrovati davanti a tantissime persone, e quando ci siamo accorti che era un posto in cui non si poteva entrare e uno dei visitatori stava per chiamare la sicurezza ci siamo visti costretti a tornare dentro, noi l’ abbiamo fatto con tutte le buone intenzioni, non avrei mai fatto qualcosa che avrebbe potuto danneggiare minimamente un così importante luogo, ma ci eravamo persi, non era colpa nostra. Abbiamo trovato un altro passaggio e siamo usciti finalmente proprio mentre i nostri genitori stavano per entrare nel panico.

 

 

La fine di quella tappa era giunta e  noi non abbiamo fatto niente per impedire la partenza, e così tra canzoni e risate siamo arrivati in Toscana alla casa dei fantasmi, era una casa enorme con più di dieci stanze e io e Michelle abbiamo fatto l’ errore di scegliere la più grande e terrificante di tutte, ma quando l’ abbiamo scelta era ancora luce e non sapevamo ancora che significava vivere in quella casa.

Ce ne siamo accorti quella sera quando siamo tornati dal ristorante, tutto era immerso nel buio, il giardino enorme era pieno di ombre e rumori, per non parlare delle ombre terrificanti del boschetto nella parte destra del giardino, vicino alla piscina. Mio zio Ralph rideva di noi che avevamo paura, ma il peggio doveva ancora venire, mia madre, Giosuè e Granny e Grandpa avevano preso le camere del piano terra e io, Michelle , mio Marc e i miei zii, avevamo scelto camere al piano di sopra.  Granny, Grandpa, mia madre e Giosuè si erano gia ritirati nelle loro camere e zio Ralph era andato in cucina che era abbastanza lontana dal soggiorno dove invece eravamo rimasti io, zia Cindy, Marc e Michelle. Solo una piccola luce era accesa nel soggiorno dove noi eravamo e  la luce della cucina dove era zio Ralph, ma dal soggiorno non si vedeva niente perché era troppo lontano.

 

Mentre aspettavamo zio Ralph, avevamo troppa paura per salire le scale da soli, per ingannare paura e noia, abbiamo iniziato a guardarci intorno, è stato allora che Michelle ha lanciato un grido terrorizzato, tutti siamo accorsi da lei, e anche noi abbiamo visto. Un viso in una porta li nel soggiorno, era come se qualcuno avesse attraversato la porta, qualcuno o qualcosa, e la sua sagoma fosse rimasta li, sagoma che poi non abbiamo più rivisto in tutta la permanenza in quella casa del lontano 1100 sperduta tra le colline della Toscana.

 

Ci siamo subito allontanati da quella porta e a me è venuta la brillante idea di guardare i quadri per distrarmi, erano tutti quadri un po’ cupi raffiguranti la casa, il boschetto della casa, il giardino, fino a quando non sono arrivata all’ unico ritratto di quel soggiorno, era un quadro grandissimo che occupava gran parte della parete esattamente di fronte alla porta, ed è stato proprio guardando quel ritratto di quell’ uomo dall’ aspetto cadaverico che mi sono accorta che non era solo, dietro di lui proprio sulla destra, e mezzo coperto dall’ ombra, la stessa identica immagine della porta , un volto terribile, non messo li a caso, e cos’ erano i fogli che quell’ uomo aveva in mano?? Non so, e non credo che lo sapremo mai, dato che erano girati dalla parte non scritta. <> ha detto il giorno dopo il proprietario della casa <>, abbiamo cercato di non pensarci comunque ma quando zio Ralph è finalmente tornato dalla cucina, e siamo saliti, non avevamo la minima idea che quella notte non avremmo dormito. Zia Cindy che aveva scelto una stanza bellissima, si è vista costretta a cambiarla perché troppo distante dalla nostra e per la presenza di un quadro di una donna che sembrava appena uscita dalla sua tomba, così ha preso la camera accanto a quella mia e di Michelle e li nella notte quando tutto era buio e finalmente eravamo riusciti a chiudere gli occhi per riposare, a mezzanotte precisa abbiamo sentito però un rumore sul tetto, era un rumore di passi, e sarebbe stata una cosa normalissima se ci fosse stato qualcuno sopra di noi e se il tetto non fosse stato spiovente, non c’ era nemmeno soffitto, da dentro si vedeva che era spiovente, ed era esattamente così anche da fuori, nessuno avrebbe potuto camminare li sopra, nemmeno un uccello.

 

Zia Cindy che si trovava nella stanza accanto, si è subito precipitata da noi, e ci ha trovate rannicchiate piccole piccole nel letto pronte a morire d’ infarto. Avevamo una paura terribile, era la prima notte in quella casa ed era anche la notte più brutta della nostra vita, nemmeno zia Cindy si ricordava di aver mai avuto tanta paura in vita sua. Ma non potevamo fare niente, abbiamo svegliato zio Ralph che gia dormiva profondamente e lui con voce assonnata ci ha detto di andare a dormire che era sicuramente un albero che sbatteva sul tetto.

 

Così ci siamo coricate, la zia veniva a controllarci ogni mezz’ ora, ne io, ne lei, ne Michelle abbiamo dormito quella notte.

 

La mattina dopo Marc ci ha svegliati alle sette perché voleva andare a nuotare alla piscina, subito noi ci siamo preparate ma prima abbiamo controllato se era tutto vero, il quadro, la porta, e l albero, e l’ unica cosa di vero era il quadro, lo spettro nella porta identico a quello del quadro non c’ era più, e non poteva essere frutto della nostra immaginazione perché il quadro lo avevamo visto dopo della porta, eravamo impaurite, ma non come la sera prima,  tutti sanno che i fantasmi non possono stare alla luce e per fortuna le giornate estive in Toscana sono qualcosa di meraviglioso, piene di sole e luce. Ora mancava solo una cosa e mentre uscivamo nel giardino e giravamo intorno in modo di arrivare dalla parte della nostra camera, io e Michelle abbiamo desiderato ardentemente di trovarci un albero che però non c’ era, non c’ era niente da quella parte della casa, solo il vuoto, erba, erba, erba, fino a poi arrivare al boschetto e poi le mura che delimitavano la fine del giardino.

 

Io e Michelle allora abbiamo cominciato  a preoccuparci sul serio, ma la giornata era appena cominciata, ci aspettava un mattinata in piscina e il pomeriggio a Firenze, così siamo andati a nuotare, e quando mia madre ci ha portato la colazione in giardino, insieme alla frutta anche i fantasmi sono scesi giù nel nostro stomaco e non ci abbiamo pensato più.

 

Quella sera però la paura era tornata come nella sera precedente,io e Michelle prima di andare nelle nostre camere, insieme a zio Ralph siamo andati nella libreria per cercare informazioni sulla casa, sulle persone che ci avevano vissuto e sugli eventi accaduti.

 

Siamo così tornate nella nostra camera e ci siamo preparate a passare la notte.

Mentre nelle due camere a paino terra tutti dormivano in pace, noi al piano superiore non avevamo tregua, a mezzanotte, come la sera prima ricominciò il rumore sul tetto, e come la sera prima finì all’ una precisa, tutto andava secondo i rintocchi del grande orologio nel soggiorno del piano di sopra.

Finalmente siamo riusciti a prendere sonno, eravamo stanchi, e la notte prima, dopo l’ una, tutto era stato tranquillo. Ma non sapevamo che avremmo avuto altre sorprese nella notte.

 

Era pieno Agosto, non c’ era vento, la luna piena illuminava la notte e la luce entrava dalle imposte delle finestre non più nuove, ad un tratto un vento improvviso nel corridoio svegliò tutti noi, un vento gelido e tutte le porte e le finestre cominciarono a sbattere. Le finestre si aprirono tutte nello stesso momento facendo entrare la luce della luna piena nelle nostre stanze, era solo al piano di sopra, mentre al piano di sotto tutto era tranquillo, noi ci siamo tutti svegliati, mio zio, si vedeva aveva anche lui paura ma non voleva ammetterlo, e cercava di dirci che era solo un colpo di vento d fuori ma mentre il vento dentro casa faceva sbattere tutte le porte, volare le tende, ci siamo affacciati alle finestre e fuori regnava la calma, gli alberi dormivano illuminati dalla luna che si rifletteva in tutto i suo splendore nell’ acqua della piscina e nemmeno una foglia volava, solo dentro casa, allora tutti insieme abbiamo cominciato a correre attraverso il corridoio verso le scale, e quando siamo passati dalla porta murata abbiamo sentito sbattere da dentro, come se qualcuno volesse uscire. Le scale erano buie, ma calde e non c’ era vento, era tutto calmo al piano di sotto, siamo andati a controllare Granny e Grandpa, mia madre e Giosuè, ma loro dormivano calmi, sembrava che il piano di sotto e il piano di sopra di quella casa nella notte diventassero due mondi separati e che solo chi passava la notte al piano superiore capisse cosa significava davvero vivere per una settimana in una casa costruita nel 1100.

 

Chissà quanti tradimenti, omicidi, delitti erano stati commessi li dentro e i fantasmi del passato si ripercuotevano su di noi, ignari turisti che avevano affittato un casa per una settimana.

Il giorno dopo quando abbiamo raccontato ciò che era accaduto la notte precedente nessuno voleva crederci, dicevano che scherzi del genere non funzionano, sono troppo inverosimili e d'altronde non avevamo visto nessun fantasma, ne avevamo solo sentito la presenza e quello non bastava a loro.

Eppure noi eravamo sicuri.

 

 

Nelle notti successive, a mezzanotte in punto si sentivano i passi sul tetto fino all’ una di notte, ma episodi come quello del vento non accaddero più, forse hanno solo cercato di far capire a me e a Michelle di non cercare più informazioni sul passato di quella casa, e hanno riuscito perfettamente nel loro intento.

 

La settimana comunque è finita senza che nessuno si facesse male, e ci siamo trasferiti nella casa successiva sulla costa, li non abbiamo pensato più ai fantasmi, tutte le mattine andavamo a dar da mangiare ai cavalli nel recinto di fronte alla case e il pomeriggio a mare, e poi a Roma per due giorni tra monumenti e 45° le nostra vacanza era finita, ma noi non la dimenticheremo mai, soprattutto noi del piano superiore.

 

C’ è chi dice che i fantasmi non esistono e chi si trova a convivere con loro per una settimana in una casa antica e avvolta nel mistero.

Aspetto presto una tua lettera.

 

Con affetto,

 

Naomi.

  
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