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Autore: Bill Kaulitz    22/08/2014    5 recensioni
Gli accarezzo la testolina. È così piccola e delicata. Ha giusto qualche capello biondo. Liscio come la seta, tale e quale ai tuoi. In effetti, ti somiglia parecchio. Che cosa strana, non trovi? Anche io sono tale e quale a te, eppure, mi ricorda tanto te.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Incest
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THOMAS JUNIOR KAULITZ

Gli accarezzo la testolina. È così piccola e delicata. Ha giusto qualche capello biondo. Liscio come la seta, tale e quale ai tuoi. In effetti, ti somiglia parecchio. Che cosa strana, non trovi? Anche io dovrei essere tale e quale, eppure, mi ricorda tanto te.

Se solo tu potessi vederlo. Dorme ingenuamente. Sembra un angioletto disceso dal cielo. Sono convinto che Dio, mi abbia mandato questo dono, per non mollare. Per non rinunciare alla vita.

Credo che Dio mi abbia voluto dare una seconda opportunità. Mi ha fatto così come sono, proprio perché avessi la possibilità di concepire un figlio. Nostro figlio.

Il taglio che ho lungo tutto l’addome, mi fa molto male. Credo parta da sotto lo sterno, fino sotto l’ombelico. Non posso muovermi più di tanto perché sento i punti di sutura, tirarmi persino l’anima.

Il piccolo ha mangianto. Del latte artificiale. Mi rende triste questa cosa. Dopotutto, non potevo avere qualsiasi cosa, non trovi?

Mamma è qui da ieri notte, a piangere come una scema e a ripetermi: è bellissimo. È tale e quale a lui.

Certo mamma.. perché io non sono uguale a lui.. io non sono uguale a mio fratello.

Ha sorriso. Era da tanto tempo che non lo faceva. Dopo la tua morte, tutto è andato a rotoli. Io avevo solo voglia di morire.

Sai come ho scoperto di essere.. ehm.. non so nemmeno come definirmi. Incinto si può dire? Comunque, sai come l’ho scoperto?

Per puro caso.

No. Non è vero.

Mi ero imbottito di pillole.

Non ricordo nemmeno quante ne avevo ingerite. Uno.. forse due.. no.. misà che erano tre flaconi di sonniferi. Mamma mi trovò per terra, avevo le convulsioni e la schiuma alla bocca. Ero entrato in overdose.

Scusami.

Una volta giunto in ospedale, mi fecero la lavanda gastrica e, dopo aver fatto l’ecografia, i medici, dissero della notizia, a nostra madre

Come poteva essere? Io? Gravido?

Com’era possibile che un uomo potesse rimanere incinta?

Il dottore diede spiegazioni a mamma.

Ermafrodita.

Non sapevo nemmeno l’esistenza di questa parola, prima dall’ora.

‘Suo figlio aspetta un figlio. È al terzo mese’.

Quando mi diede la notizia, credevo avessi le allucinazioni; ma poi, mese dopo mese, la pancia continuava a crescere ininterrottamente. Fino a raggiungere il nono mese.. quando ebbi la prima contrazione. Dolore lancinante. Non puoi capire.

E adesso mi trovo qui, a stringere nostro figlio fra le mie braccia. Cosa darei per farsì che tu lo potessi vedere; che lui potesse vedere l’altro suo papà.. o zio? Non ci caspisco nulla, con questa cosa.

Il bambino, è stranamente sano come un pesce. Non ha problemi di genetica. Ti sembra possibile? Questo pargoletto, è un vero e proprio dono di Dio.

Dimenticavo..

Ha il tuo stesso neo. Hai presente? Quello sulla guancia destra.

L’accarezzo con l’indice. Non vorrei svegliarlo o fargli del male. È così piccolo ed indifeso. Mi stringe forte il dito fra la sua manina minuscola.

Sento una lacrima rigarmi il viso. Socchiudo gli occhi. Penso a te. Quanto ti ho amato. Quanto mi hai amato. Mi manchi da morire. Se non fosse stato per lui, a quest’ora, sarei morto da tempo.

Lo stringo forte a me, respirando il suo dolce profumo. È così innocente. Lo amo tantissimo. Ti prometto che lo amerò anche per te. Gli sussurro una marea di paroline dolci.

Accidenti. L’ho svegliato.

Temo che pianga.

Non lo fa.

Apre pian piano gli occhietti. La bocca è a forma di cuoricino.

Mi guarda. Io ho un blocco allo stomaco. Il cuore si ferma.

I tuoi occhi.

No. Non intendo che sono simili ai tuoi.

Sono esattamente i tuoi occhi. Gli riconoscerei su mille. Sono i tuoi. Mi guarda con insistenza, come se volesse parlarmi.

Scoppio a piangere. L’abbraccio ancora più forte.

Ora sono sicuro. Adesso lo so.

‹‹Hai già scelto il nome per tuo figlio, Bill?››

Mamma mette una sua mano sulla mia coscia. Io rispondo con voce spezzata.

‹‹Thomas.. Thomas Junior Kaulitz.››

Sei tornato da me.

   
 
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