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Autore: The Stranger On The Moon    22/08/2014    1 recensioni
La Bella e la Bestia, il Gigante e la Bambina, la Spada e la Rosa, così li chiamavano.
Poi la Bella ha domato la Bestia, la Bambina ha piegato il Gigante e la Rosa ha spezzato la Spada.
Come, chiedete?
Lui un tempo l'ha chiamato Peccato,
Lei un tempo l'ha chiamato Amore.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexander Andersen, Enrico Maxwell, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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11. Holy Mountains

-Pensa che siano già qui?

-No, affatto. Entriamo.

Appena varcato l'ingresso, dei versi disumani li accolsero. Lui si voltò a controllare Miryam, ed ecco che la sua espressione prudente stava già trascolorando in un sorriso famelico.

-Miryam-La chiamò, fermo-Guardami. Controllati.-

Il sorriso non sparì, però almeno gli rivolse un cenno d'assenso.

Quando vide i ghouls scattò avanti come la prima volta: lui sfoderò due baionette e la guardò volteggiare tutt'intorno, aspettando.

Stavolta, però, quand'ebbe decapitato l'ultimo mostro si voltò a lanciargli una lunga occhiata.

-Che fa, non viene?Si perde tutto il divertimento, così- Disse, per poi correre in avanti.

Si affrettò ad andarle dietro.

Dall'angolo del corridoio volò un braccio mozzato.

 

Stava giusto finendo di impalare coscienziosamente il vampiro che aveva creato tutti quei freaks quando Miryam corse ad informarlo dell'arrivo dell'Hellsing.

D'altronde non ce ne sarebbe nemmeno stato bisogno: qualcuno, al piano inferiore - la recluta, probabilmente - stava sparando come un ossesso in tutte le direzioni.

-Che metodo inelegante-Commentò la ragazza, storcendola bocca.

Non poté che essere d'accordo. Nemmeno a lui piacevano le armi da fuoco. Troppo rumore.

-Andiamo, padre?- Lo incalzò lei, eccitata ed impaziente come una bambina davanti ai regali di Natale.

Annuì. Suo malgrado si lasciò contagiare dal suo entusiasmo: sentì un ghigno farsi strada sul suo volto, l'adrenalina corrergli a mille nelle vene. Quello era un vampiro vero, non un mostro da quattro soldi.

-Io passo per quelle scale là- La istruì -Tu vai per quelle lì. Ci ritroveremo comunque sullo stesso piano. Io attaccherò Alucard e li terrò occupati, in modo che badino solo a me. Tu prendi questi- e le porse alcuni pugnali d'argento -fonditi con l'ombra e prendi la draculina. Voglio morta almeno lei.-

-Quella cagna protestante ha firmato la sua condanna- Assicurò Miryam, ripulendo le lame sulla sua camicia.

Infilò le dita negli anelli e strinse la presa intorno al manico. Agganciò i pugnali alla cintura e alzò la testa a fissare il prete, ghignando. Lui le rispose con lo stesso suo sorriso ferino.

Come se si fossero dati un segnale, presero a camminare contemporaneamente nelle direzioni opposte.

 

Scese le scale allo stesso ritmo di Andersen, in modo che il suono dei propri passi fosse coperto da quelli di lui.

Il prete doveva attirare tutta l'attenzione: lei doveva rendersi invisibile.

Si concesse di analizzare un istante l'ambiente. Che tenero, aveva già affisso la Bibbia ai muri e piantato una baionetta nella spalla della draculina: la sua vittima era già spaventata.

Da brava cacciatrice esaminò la sua preda: una bionda, circa della sua età se non più piccola, più bassa e maggiorata da far schifo. E cos'era quella...cosa striminzita che indossava? Sembrava l'apoteosi dell'inadeguato. Stretto com'era doveva intralciarle tutti i movimenti: l'unica cosa a cui era utile era mostrare le cosce. Svergognata.

E quel cannone, poi!Avrebbe anche potuto prendere qualcosa di più discreto e maneggevole.

La osservò piagnucolare in una maniera insopportabile per quella singola ferita alla spalla con uno sguardo che era disprezzo puro: lei era stata decine di volte in punto di morte senza sputare un singolo lamento.

Beh, un essere inutile. Sarebbe stato un piacere annientarla.

Lanciò un'occhiata di sfuggita ad Alucard - ah, lui sì che era un vampiro coi controcazzi - e si concesse di pensare che Andersen, con quella sua tiritera, la figura che si stagliava controluce e gli occhiali scintillanti faceva la sua porca figura: poi cercarono l'uno gli occhi dell'altro e si scambiarono uno sguardo di perfetta intesa.

Il prete fu subito addosso ad Alucard: la draculina si trovò quattro pugnali nella schiena prima che potesse squittire uno solo dei suoi patetici ”Master!”.

-Vai da qualche parte, cagna dell'Hellsing?- Le sghignazzò in faccia, comparendole davanti per un istante. Le strappò la baionetta dalla spalla e gliela conficcò in mezzo al petto, poi sparì di nuovo dietro di lei per assestarle due calci di tacco in rapida successione, uno alla nuca e l'altro alla schiena.

Chinandosi ad effettuare una spazzata la mandò schiena a terra, aiutando i pugnali a penetrare ancora più a fondo.

Udì un botto e si voltò a guardare: il vampiro aveva sparato in testa all'altro.

Non se ne preoccupò nemmeno.

Lo vide prendere la mira su di lei: quando esplose cinque colpi, in rapida successione, li schivò senza neanche pensarci.

Un istante dopo Andersen era di nuovo in piedi, feroce ed operativo.

Tornò a guardare la draculina, che nel frattempo stava pateticamente strisciando verso il cannone.

Non tentò nemmeno di fermarla: rimase a guardarla con le mani nelle tasche.

-Dai, sparami-La canzonò mentre quella si appoggiava al muro per rialzarsi.

Sparò, ma lei non era neanche più lì: era già alle sue spalle, gli artigli sfoderati davanti al suo collo.

-Bu.

Tirò in verticale, sfregiandola. Non contenta, la pugnalò alla spalla sana.

-Non c'è affatto gusto a giocare con te, puttana protestante- Commentò annoiata mentre la draculina crollava in ginocchio davanti a lei.

Alzò una gamba, si avvitò sull'altra e la scaraventò al muro con un calcio alla tempia.

-Amen!- Esclamò, divertita, vedendola scivolare a terra in un lago di sangue.

Alzò gli occhi giusto in tempo per vedere la capoccia di Alucard compiere una parabola perfetta sopra di lei.

Si volse verso la finestra e si godette lo spettacolo di Andersen che rideva senza controllo davanti ad una notte di luna piena e al corpo decapitato del nemico.

Un sorriso soddisfatto le spuntò sulle labbra.

Adorabile. La perversione di quell'uomo era semplicemente adorabile.

Quando si fu svuotato i polmoni le fece cenno di raggiungerlo.

-La draculina?-Chiese.

-Sistemata. Debole in una maniera imbarazzante.

-Ottimo lavoro. È morta?

-No, ma poco ci manca. Oh, s'è trascinata via con la testa.

-Ah, che carina. Ti va di finirla, Miryam?

-Che domande, padre.

 

La lasciò andare avanti: voleva lasciare che ammazzasse il suo primo mostro di una certa importanza da sola.

La vide camminare in avanti lentamente, senza nessuna fretta. Recitava un passo della Bibbia in latino che non riconobbe.

Quella la fissava come un topo in trappola.

Si volse verso la finestra, ma la barriera crepitò e lei si ritrasse come scottata.

-Sono pagine sacre, idiota!- Rise Miryam, seccamente -I mostri come te non possono attraversarla. Adesso sta' ferma lì e ti prometto che non sarà una morte troppo dolorosa. Forse.-

Nessuno dei due badò alla testa di Alucard che, nel frattempo, s'era trasfigurata in scritte di sangue.

La ragazza continuò a camminare a passo lento. La draculina le voltò le spalle.

Andersen ridacchiò, a braccia conserte.

Si fermò quando fu alle sue spalle, le lame posizionate a forbice davanti al suo collo.

-Nel nome del Padre...

Si interruppe con un grido soffocato. Avevano sparato alle lame dei bag'hnak, colpendola anche alle spalle.

-Quella ragazza appartiene a me!

Alzò lo sguardo ringhiando. Integra Hellsing.

-Cosa credi di fare...

-Miryam!- Chiamò -Dietro di me, subito!-

Gli obbedì scivolando indietro, senza staccare gli occhi dalle tre figure che erano comparse.

-Sir Integra Farburke Wingates Hellsing. Dev'essere una questione seria, se si è scomodata la direttrice.

-Padre Andersen, questa è una violazione al trattato. Questo posto è di nostra giurisdizione. Ritiratevi immediatamente, o causerete un conflitto fra il Vaticano e la nostra curia. Non farete i vostri comodi solo perchè siete della sezione XIII.

-Ritirarci?-Ghignò lui, scettico-Ci stai dicendo di ritirarci?-

Sfoderò due baionette.

-Noi siamo gli agenti della punizione divina sulla terra, la Squadra Speciale Iscariota XIII! Non mi provocare, puttana! Credi davvero che lasceremo passare dei bastardi protestanti come voi?-

Scattò in avanti, uccidendo gli agenti a scorta della direttrice, ed incrociò le lame con lei.

-Tu sei un prodotto della bioingegneria rigenerativa e la tua compagna ha sete di sangue quanto i miei vampiri. Siete dei mostri!

Nessuno dei due diede segno di prendersela. Andersen si avvicinò ulteriormente al volto della donna.

-Siete troppo deboli- Sussurrò con un sogghigno -Sai che fine ha fatto il tuo potente servitore?L'ho decapitato!-

La donna non sembrò neppure impressionata.

-Decapitato?Soltanto?

-Cosa?

-Non fare una mossa, mostro!

Miryam si voltò, trovando la draculina che le puntava contro il suo archibugio.

-Cosa credi di fare, succhiasangue da quattro soldi?- La dileggiò con una risatina gutturale. Poi alzò le sue lame.

-Non ho certo paura di te.

-Non potete vincere, Padre Andersen-Continuò Integra-Andarvene adesso sarebbe la cosa migliore da fare.-

-Non dire scemenze. Quando avremo finito con voi...

-Allora sbrigatevi- Lo interruppe Integra -O quello a cui hai tagliato la testa tornerà in vita!-

Gli toccò assistere con rabbia impotente allo spettacolo del vampiro che si rigenerava tramite uno stormo di pipistrelli. Quando l'ebbe davanti si lanciò verso di lui, mozzandogli le braccia, ma quello le ricreò dal nulla e puntò il mirino sulla sua testa, deridendolo.

-Cosa volete fare, Andersen?

Lanciò uno sguardo verso Miryam. Avrebbe volentieri dato battaglia - come anche avrebbe voluto lei, ne era sicuro - ma nonostante gli sguardi di puro odio che lanciava verso la draculina stava sanguinando troppo.

-Ho capito- Commentò, piegando la testa di lato- Con il nostro attuale equipaggiamento non possiamo uccidervi.-

Tirò fuori la sua Bibbia e afferrò la ragazza per un braccio.

-Ci rivedremo, Hellsing. La prossima volta vi spedirò tutti all'Inferno!

-E tu sarai la prima della lista, cagna- Ringhiò Miryam in direzione della draculina.

Sparirono in un turbinare di fogli e vetri rotti.

 

-Che il demonio la porti- Brontolò Miryam, stringendosi una spalla -Potevo ucciderla. Ero a tanto così dall'ucciderla.-

Hai fatto comunque un ottimo lavoro- La consolò il prete, caricandosela in braccio -Ci hai quasi rimesso le penne. E, soprattutto, ti sei controllata. Dovremmo lavorare di più su questa tua dote.-

-Non credo sia una cosa che si possa ricreare in allenamento, sa.-

Corrugò le sopracciglia, concentrata.

-È come una specie di...Voce, una nebbia che mi cala nella mente, si impadronisce di me e mi dice cosa fare e cosa non fare. Succede solo quando sono davanti ad un mostro.

-Non importa. Più sarai agile e preparata al momento di servirti di questa tua voce, più ci sarai utile.

Miryam annuì e lui continuò a camminare in silenzio. Dopo qualche minuto disse:

-Sai che i tuoi occhi si vedono, al buio?

-Davvero?

-Sì. Mentre scendevo le scale vedevo solo quelli, dietro alla draculina. Sembrano d'argento.

Attenzione, il mago del rimorchio.

-Mi avevano detto che ho degli occhi magnetici, ma che scintillassero come quelli dei gatti no-Commentò lei, sistemandosi meglio.

Andersen ridacchiò fra sé e sé.

-Micia.

-Meow-Scherzò lei, dandogli un buffetto affettuoso sulla guancia.

La poggiò delicatamente davanti alla porta dell'infermeria.

-Eccoci qua. Fatti bendare e poi corri a riposarti, per domani l'allenamento è sospeso.

-Mi svegli comunque verso le sette, se non le dispiace. Mi adopererò almeno a studiare.

Gli posò il solito bacio sulla guancia.

-Le voglio bene, padre.

Lui tornò in camera sua scuotendo la testa, la mano sulla mandibola.

Quelle labbra cominciavano a bruciare.

Ma scottava anche il resto del volto o...? Nah. Doveva essere una sua impressione.

 

  
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