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Autore: sexygomezz    22/08/2014    3 recensioni
la morte di Nymphadora Tonks e Remus Lupin, che nel libro non viene descritta e (per la mia opinione) meritava di essere approfondita, in onore di questi due splendidi personaggi
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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-Remus! Remus!
Continuai a correre tra i duellanti, incurante delle fatture che mi sfrecciavano attorno. Il rischio di essere colpita era alto, ma la paura di morire prima di aver trovato Remus maggiore.
Evitai uno Schiantesimo con una capriola, e saltai da una pietra sconnessa del pavimento ad un’altra.
Il muro del corridoio era interamente crollato, e si vedeva con nitidezza l’esterno di Hogwarts. Il giardino era nero dai mantelli dei Mangiamorte, ma dopotutto questo era un aspetto positivo. Voleva dire che ancora molti non erano riusciti ad entrare.
Mi nascosi ansante dietro il busto di una statua crollata. Non avevo alternative. Se volevo rimanere viva abbastanza da ritrovare mio marito, dovevo modificare il mio aspetto.
Inspirai, e una massa di folti riccioli neri mi ricaddero sulle spalle. Il mio naso divenne aquilino, e le mie labbra si ritrassero in un ghigno feroce. Non ero una copia perfetta di Bellatrix, ma le somigliavo abbastanza da poter provocare stupore in entrambe le fazioni. Con un po’ di fortuna, questo mi avrebbe fatto racimolare secondi preziosi per stordirli prima che mi attaccassero.
Mi lanciai nuovamente nella mia corsa disperata.
Arrivata in fondo al corridoio mi guardai attorno, in preda all’angoscia. Non un accenno che Remus fosse passato di lì. Non un segno che fosse morto, ma non un segno che fosse ancora vivo.
Mi voltai, pronta a tornare sui miei passi. Lo spettacolo dietro di me mi fece rabbrividire. Correndo non avevo fatto caso al caos che mi circondava, ma adesso era impossibile non notarlo. Lampi di luce (prevalentemente verdi, segno che in molti duellavano per uccidere) sfrecciavano nell’aria. L’aria era pregna di polvere, e a stento si poteva capire chi fosse il tuo avversario.
Mi appoggiai alla parte dietro di me, con le gambe tremanti.
Ero forse destinata così, a morire senza ritrovare mai il mago che amavo? Mago che forse neanche più era in vita?
Mi asciugai una lacrima, inspirando per riprendere coraggio.
-Sei ancora vivo. Io lo so che lo sei.- sussurrai.
Feci per ributtarmi nella mischia, quando un dolore atroce alla schiena mi atterrò.
Mi voltai, gli occhi colmi di terrore, ed il mio sguardo incrociò quello gelido di Thorfinn Rowle.
Sorrideva, ma il suo sorriso non rassicurava affatto.
-Allora bambolina, chi sei? Astuta a prendere le sembianze di Bella.. Ma non abbastanza.
Sulla fine, le sue parole si tramutarono in un sibilo.
Strinsi la mano sulla mia bacchetta, pronta a intervenire. Riacquistai il mio aspetto reale, strisciando all’indietro per allontanarmi. Dietro Thorfinn, altri quattro Mangiamorte dal volto coperto sogghignavano.
L’attacco arrivò veloce, ma lo scansai rotolando di fianco. Lanciai un Incantesimo Congelatore, che però mancò il bersaglio. Mi alzai in piedi, in posizione di difesa.
Due Petrificus Totalus schizzarono verso di me, ma ne evitai uno e mi protessi con uno Scudo dall’altro.
Concentrata com’ero in quell’impari duello, per poco non sentii una voce che mi chiamava.
-Dora! Dora!
-Remus?- sussurrai, presa alla sprovvista. Persi il controllo della bacchetta, ed il mio schiantesimo colpì il pavimento. Spalancai gli occhi dalla paura, quando questo iniziò a crollare. La terra sotto i miei piedi si aprì, e per un attimo mi mancò l’aria. Poi, tutto divenne buio.

Mi svegliai ansante. Spostai le pietre che mi ricoprivano, e mi risollevai circospetta. Attorno a me, il buio. L’unica fonte di luce proveniva da un foro qualche metro sopra la mia testa. Il mio istinto mi diceva che non ero l’unica ad essere sopravvissuta alla caduta, ma attorno a me tutto era immobile.
Qualcosa mi afferrò il polso.
Mi votai di scatto, ritraendo il braccio, ma la paura per un istante svanì, sostituita dal sollievo.
-Remus!
Mio marito mi sorrise forzatamente. Mi congelai, sentendo un colpo di tosse dietro di me.
-Non vorrei interrompere la lieta unione, ma io sono qua per uccidervi e gradirei almeno trarne un minimo di soddisfazione.
La Maledizione Crociatus mi colpì, strappandomi un urlo. Il dolore che mi pervase era fuori da qualsiasi immaginazione.
-Lascia stare mia moglie, bastardo!
Dopo l’esclamazione il dolore svanì, indice che l’attacco del mio alleato era andato a segno.
Mi girai per fronteggiare i miei avversari. Un moto di scoraggiamento mi invase.
Di fronte a noi stavano i cinque Mangiamorte, impolverati ma chiaramente in grado di uccidere. Uno zoppicava lievemente, ma gli altri parevano in perfetta forma. Là al buio era difficile riconoscerli, ma erano nemici e tanto bastava.
Remus mi affiancò. I miei occhi indugiarono su una macchia scura al livello della sua schiena, ma evitai di pensarci troppo.
Sapevo che le probabilità di uscire viva da quel duello erano scarsissime. Non si trattava di uno scontro tanto per allenarsi. Qui tutti volevamo una sola cosa: la propria sopravvivenza, e la morte degli altri. Solo che io, a differenza degli altri, avevo un obbiettivo ben più difficile.
Salvare mio marito, a qualsiasi costo, a qualsiasi prezzo.
Anche quello della mia stessa vita.

Gli incantesimi si susseguivano senza interruzione, provenienti da ogni direzione. Per ogni Mangiamorte che colpivo, subito un altro prendeva il suo posto permettendo all’altro di riprendersi.
Uno solo, quello che prima zoppicava, era caduto per non rialzarsi più.
Con sguardo disperato, mi voltai verso Remus. Lui era in condizioni migliori delle mie.
Io sanguinavo da una ferita sul braccio, e mi reggevo a stento in piedi.
Rispose al mio sguardo, e lessi una sorta di determinazione che mi stupì.
Poi capii.
Nessuno di noi sarebbe uscito vivo, se volevamo che quella situazione finisse. Saremmo morti, ed inutilmente, visto che i nostri avversari sarebbero usciti da quel buco per tornare nella mischia.
Potevamo tenerli a bada, ma non ancora per molto.
-Sectumsempra!
Il lampo arrivò, veloce, più veloce che mai. Provai a scansarlo, ma era troppo, troppo veloce..
Chiusi gli occhi ed attesi il dolore.
Che non arrivò.
Arrivò invece un urlo, un urlo disumano.
-No!- urlai.
Come a rallentatore, vidi la sagoma di mio marito accartocciarsi, avvolto dalla luce del maleficio. Il volto feroce di Thorfinn era illuminato da una luce sinistra, ed i suoi denti scoperti in una risata.
Era troppo. Troppo.
-Crucio!- urlai, colpendolo in pieno petto. Egli cadde all’indietro, sbattendo la testa. Il lampo di luce svanì, e Remus cadde pochi passi davanti a me.
Con un grido, colpii senza pietà i Mangiamorte davanti a me. Stavolta anche io colpivo con un solo scopo, senza preoccuparmi di rimanere scoperta.
La mia vita non mi interessava.
Quando mi colpirono al livello dello stomaco, quasi non sentii dolore. Il sangue iniziò a scendere copiosamente.
Sentivo le tempie che pulsavano, ed una ferocia che mai avevo provato prima invadere a mia mente.
Ma per quanto tentassi, non avevo altra strada che porre fine anche a me stessa.
Puntai la bacchetta sopra le nostre teste.
-Stupeficium!
Il soffitto crollò, come poco prima aveva fatto per errore. Ma stavolta, non avrei fallito. Le pietre caddero attorno a me, e le urla dei Mangiamorte piano piano si affievolirono. Quando non ci fu che silenzio, mi lasciai cadere.
Strisciai verso il corpo inerte di Remus, poco di fronte a me. Solo adesso percepivo l’entità della mia ferita.
Capii che mancava poco alla mia morte.
Mi accoccolai accanto a mio marito, che socchiuse gli occhi.
-Dora..- mormorò.
-Mi dispiace, Remus. Non sono riuscita a salvarti.- singhiozzai. -Mi dispiace. Non ho fatto altro che incasinarti la vita, da quando ci siamo conosciuti. Se non fosse per me, forse adesso saresti vivo. Invece ti sei fatto colpire al posto mio. Mi spiace, mi spiace di aver fatto solo casini. Mi dispiace di essere stata così maldestra, di essere stata una moglie così terribile. Avrei voluto darti tanto, ed invece ora non ci resta niente. Nostro figlio crescerà senza sapere quanto era buono suo padre, che persona magnifica era. Non potrà vedere le stelle con noi, e noi non potremo accompagnarlo al su primo giorno qua ad Hogwarts.. sempre che esisterà ancora dopo questa battaglia. Ti amo Remus. Scus.. Scusami.
La mia voce si ruppe sull’ultima parola.
-Hey.- sussurrò lui. Sollevò a fatica la mano, per sfiorarmi una guancia. Le sue dita erano gelide, e la scia bollente e appiccicosa che lasciò sulla mia pelle mi fece capire che era arrivata la fine per entrambi.
-Non avrei potuto desiderare altro che te, Tonks. La mia maldestra, adorabile Tonks.- si bloccò, gemendo per il dolore. Le lacrime mi scesero sul volto, ed io mi arresi a loro, incapace di frenarle.
-Forse non avrei mai considerato la nostra unione la cosa giusta da fare, ma senza dubbio è stata quella migliore. Non morirò mai, come non lo farai tu. La nostra memoria sarà sempre nel cuore dei nostri cari, che porteranno la nostra storia come esempio di quel che significa amore.
Inspirò profondamente, poi dalle sue labbra uscì un ultima frase.
-Se mi avessero detto di scegliere un modo per morire, sicuramente avrei detto con onore. Ma ora posso aggiungere che morire guardando i tuoi occhi come ultima cosa, e tutto ciò che desidero..
Le sue parole sfumarono nel silenzio. Lentamente, posi un ultimo bacio sulle labbra di colui che era stato Remus Lupin.
Ed appoggiai la testa sul suo petto, in attesa che la morte prendesse anche me.

  
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