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Autore: DalamarF16    22/08/2014    3 recensioni
Sono passate poche settimane dagli eventi di New York, e Clint deve fare i conti con la sua coscienza, con le azioni commesse sotto il controllo di Loki. Accanto a lui, a cercare di aiutarlo, ci sarà Natasha, ma una nuova recluta darà una svolta alla vita di Occhio di Falco...
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nick Fury, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avengers: Rinascita.'
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PERSONAL SPACE: eccomiiiii!!! Sono tornata finalmente dalle vacanze, mi sono sbloccata e quindi ecco il nuovo capitolo, un po' lunghetto per farmi perdonare dell'assenza...come sempre grazie a chi mi ha letto e recensito, a chi mi segue e mette tra i preferiti, ne sono davvero contenta! Basta cianciare e vi lascio al capitolo!!

CAPITOLO 19: Trattiamo


Tony aveva prenotato il meglio del meglio per loro. Finora Natasha ne aveva visti di posti lussuosi, ma la megavilla affittata dal miliardario era decisamente oltre ogni sua più rosea immaginazione, nonché esperienza.
In confronto Le Vele sembravano una bettola da due soldi, il che era tutto dire.
Le Stark Industries avevano ovviamente commercio anche con gli Emirati, e Tony aveva scomodato tutti i suoi contatti affinchè facessero in modo che la sua solita sistemazione fosse libera per il loro arrivo. Aveva degli affari urgenti da sbrigare e non poteva permettersi ritardi.
Erano atterrati nella pista di atterraggio privata della proprietà che il magnate era solito affittare come abitazione nei suoi viaggi di lavoro e subito la maestosità di quella casa si era rivelata ai loro occhi, come se la possibilità di entrare direttamente nell'hangar e la pista privata non fossero già un indizio sufficiente.
Finora l'unica cosa che Natasha aveva visto che più si avvicinava a quella magnificenza era la casa di John Travolta, famoso per l'accesso diretto alla pista di decollo per i suoi amati giocattolini, due Boeing 707 SP, giusto due cosine da circa 200 passeggeri. E tutto questo la russa lo aveva visto solo su internet, non certo dal vivo, e sicuramente mai aveva avuto la possibilità di “toccare con mano”
-Ti tratti bene, Stark- osservò Steve, non senza una punta di stupore nella voce. Che fosse un megalomane era cosa nota a tutti, ma questo era decisamente spiazzante, specialmente per qualcuno proveniente dagli anni 40, quando gli aerei erano ancora un qualcosa di mitico e irraggiungibile, almeno per la gente comune, figuriamoci la possibilità di tenerne uno in garage!
-Sono pur sempre un miliardario-
L'unico che non sembrava particolarmente turbato dalla cosa era Tommy. Con tutta l'innocenza dei suoi quindici anni scarsi, si era attaccato al finestrino e ora si godeva l'atterraggio e tutto il lusso con gli occhi spalancati per la meraviglia.
Natasha sorrise, intenerita. Il ragazzino era ancora innocente, non aveva ancora assaggiato con mano la cruda realtà del loro mondo, ma sospettava che ben presto ne avrebbe avuto un assaggio.
Certo, aveva subito la morte del padre, e l'invasione di New York era cosa nota, ma la differenza tra l'averlo visto e l'esserci passato attraverso era decisamente abissale. Un po' come era accaduto a lei durante la prigionia. Non importava quante volte l'avessero stuprata durante l'addestramento. Tra i suoi “insegnanti” e la realtà ci era passato un abisso, e questo l'aveva sconvolta. Scosse la testa, come per scacciare i ricordi e lasciò che Tommy si godesse tutta la parte migliore del viaggiare con Iron Man. Doveva ammetterlo: finchè non iniziavano i guai (ed era una cosa che succedeva abbastanza presto) vivere al fianco di Tony era una figata, e Nat l'aveva sperimentato sulla propria pelle quando gli faceva da assistente personale. Peccato che la tranquillità in quel periodo durava meno di dieci minuti di solito prima che Stark ne inventasse qualcuna delle sue o venisse attaccato.
Tony fece loro toccare terra con tutta la dolcezza di un atterraggio da manuale, e pilotò poi il piccolo aereo con facilità disarmante all'interno dell'hangar annesso alla villa. La manovra venne facilitata dal fatto che il garage era stato studiato per ospitare aerei ben più grossi e meno agili, quindi non era stato difficile per l'uomo parcheggiare anche senza assistenza da terra.
Come mise i piedi a terra, Natasha si affrettò a posizionare i blocchi alle ruote, dei prismi a base triangolare che, posti sotto le ruote del carrello, aiutavano il velivolo a rimanere fermo sul posto.
Iron Man li fece presto entrare in casa.
Sembrava una reggia, e non aveva niente da invidiare alla defunta Stark Tower (al momento in ristrutturazione dopo che Hulk e Loki l'avevano pesantemente danneggiata) o alla villa a Malibu del  CEO della Stark Industries.
Piscina interna ed esterna, un numero indicibile di stanze da letto, ognuna col proprio bagno privato dotato di idromassaggio e sauna, nonché cucina, salotto, sala cinema e biblioteca, il tutto altamente automatizzato.
Il tutto terminava con una passerella lunga un centinaio di metri che portava a un bungalow completamente in legno, posto in mezzo al mare e sostenuto da palafitte, con anche un terrazzino da cui era possibile tuffarsi e risalire senza ripassare dalla spiaggia.
-Wow- non potè fare a meno di lasciarsi sfuggire Natasha -Perchè non mi hai mai portato in un posto del genere quando lavoravo per te?-
-Perchè non volevi venire a letto con me-
-Bastava dirlo subito- ribattè la donna, divertita -Se mi avessi portato qui subito avresti ottenuto tutto senza sforzo, invece del nulla che ti è toccato-
Tony sospirò e fece uno sguardo del tipo “a saperlo prima mi sarei risparmiato un sacco di fatica” me non ribattè alla giovane, anche perchè Tommy era appena entrato in casa dopo aver fatto un giro del perimetro insieme a Bruce Banner, senza contare che Capitan America sembrava a dir poco shockato dalla leggerezza con cui Natasha parlava della propria vita sessuale. Alla sua epoca, solo le prostitute avevano il coraggio di parlare a quel modo. Il mondo era cambiato, ma per certe cose, riflettè l'ex spia russa, Steve restava ancora un gentiluomo degli anni 40.
I due fecero cadere l'argomento e iniziarono i preparativi per l'incontro di Natasha con lo sceicco.

Quando Clint si risvegliò era di nuovo sulla terraferma, o almeno così gli sembrava. Non sentitva più i motori dell'aereo e nemmeno quello di un furgone, segno che o era fermo da qualche parte, forse per una sosta di rifornimento carburante, oppure il suo viaggio era momentaneamente finito.
Quando sentì una porta aprirsi, capì che si trattava dell'ultima opzione.
Due energumeni entrarono nella stanza/cella/qualunque cosa fosse e gli tolsero finalmente, dopo ore interminabili, la benda dagli occhi.
Non che la visuale migliorasse. Un'occhio era completamente chiuso: non riusciva ad aprire la palpebra e lo sentiva gonfio, con una fastidiosissima sensazione, come se pulsasse e fosse intorpidito allo stesso tempo.
L'altro, il sinistro, quello che con cui prendeva la mira, era messo leggermente meglio e, anche se la sua vista era appannata, per lo meno si apriva. Uno dei due lo prese per i capelli e lo costrinse a voltare la testa verso l'alto, fino a fargli fissare il soffitto, mentre il secondo gli apriva l'occhio sano e vi faceva cadere delle gocce. Ecco spiegata la vista. Erano delle stramaledettissime gocce di quelle che usano gli oculisti per vedere meglio in fondo all'occhio. Gridò di dolore quando lo stesso trattamento venne riservato anche all'occhio chiuso. Evidentemente volevano assicurarsi che non potesse usare le proprie armi, o per lo meno, non quelle in cui era un fenomeno.
Pensavano veramente a tutto.
Non si stupiva più che quello sceicco avesse scoperto la vera identità di Natasha e fosse riuscito ad ingannarla a tal punto da riuscire a catturarla senza che lei nutrisse il minimo sospetto.
Sembrava conoscere tutti i punti di forza anche di Clint, e sapeva inoltre che era lui il vero punto debole di Nat, almeno tanto quanto la russa era il suo.
Da dove cavolo aveva preso tutte quelle informazioni?
Tralasciando la sua passione per l'arco, che era stata sotto gli occhi di tutti a New York, il suo essere mancino, il suo legame con Natasha, le conoscenze della russa in fatto di spionaggio non erano certo di dominio pubblico, e anche se Fury avesse voluto far arrivare qualcosa per dare il contentino alle ricerche dell'emiro, di certo non avrebbe rivelato quelle più delicate.
Clint arrivò all'improvviso a una sconcertante verità. Lo sceicco (o chiunque egli fosse in realtà, ormai Clint non era più sicuro di nulla) aveva una talpa all'interno dello SHIELD, e non una persona qualunque, ma qualcuno che fosse abbastanza in alto da poter avere accesso a informazioni riservate. Si sentì gelare il sangue nelle vene, mentre cercava di ricordare qualche comportamento anomalo da parte dei vertici con cui era stato in contatto, Fury incluso.
Niente. Era ancora troppo confuso e sconvolto per pensare. Assurdamente, ebbe perfino il sospetto che la talpa fosse Tony Stark, con tutte le sue risorse e il suo cervello non avrebbe fatto sicuramente fatica a entrare nei file dell'organizzazione. Scartò però l'ipotesi nel momento esatto in cui gli venne in mente. Si era fatto il culo anche più di loro per salvare New York dai Chitauri, e chi ama a tal punto la terra da lanciarsi nello spazio con una bomba nucleare tra le braccia, non avrebbe certamente la voglia di scatenare una guerra nucleare. Non aveva nessun senso.
Ovviamente scartava a priori Steve Rogers, Natasha e Bruce Banner e sé stesso.
Steve era un patriota convinto, la seconda era appena stata catturata e violentata, e niente al mondo poteva convincerlo che il suo sconvolgimento non fosse reale (o almeno era quello che si augurava il suo cuore, anche se ammetteva che la Vedova Nera era diventata famosa proprio per il suo donate tutta sé stessa alla missione) e Banner non aveva certo bisogno di un'arma nucleare. Lui stesso era una delle armi più potenti esistenti al mondo (anzi nei mondi).
Scosse la testa per scacciare quei pensieri.
Per prima cosa doveva uscire di lì e cercare di radunare i Vendicatori, o almeno la parte terrestre di essi. A questo punto non sapeva più di chi fidarsi. Quanto era addentrata questa talpa? Era solo una? O tutto lo SHIELD era compromesso?
Basta! Si impose. Trova il modo di uscire da qui!

Natasha stava tremando. Impercettibilmente, ma era quanto bastava per farle pensare di abbandonare tutto. Non era pronta per affrontare di nuovo quell'uomo. Per niente.
Si era messa la sua divisa dello SHIELD. Pantaloni neri aderenti e giubba dello stesso colore. Una cintura in vita conteneva tutto ciò che poteva servirle, tranne la pistola, che era ben riposta all'interno dello stivale.
I capelli rossi erano sciolti, e aveva scelto un trucco leggero che tuttavia le induriva i lineamenti. Ne aveva dannatamente bisogno.
Mancavano due ore all'appuntamento, e la donna stava controllando l'equipaggiamento per l'ennesima volta mentre Tony apportava le ultime modifiche alla propria armatura (più che altro per evitare che vi si infilasse della sabbia non richiesta).
Bruce era seduto a un terminale pc, e controllava i loro trasponder. A lui spettava il compito di controllare costantemente le loro reciproche posizioni, nonché di far rimbalzare ciò che il microfono sottocutaneo di Natasha (una nuova invenzione di Tony Stark, a suo dire a prova di qualunque rilevazione) avrebbe registrato a Tony, Steve e Tommy, che sarebbero stati appostati poco lontano.
Quanto al miliardario, aveva finalmente studiato un sistema di mimetizzazione molto simile a quello utilizzato dallo SHIELD per occultare gli Helicarrier, ma molto meno potente dato che le emissioni della sua armatura avevano entità ben minori a quelle delle enormi portaerei volanti dell'organizzazione. Questo gli permetteva di volteggiare nell'intorno dell'albergo di lusso, e la sua idea era quella di fare quanto più possibile da bodyguard a Natasha, appostandosi direttamente fuori dalla finestra, in volo a punto fisso.
Erano piuttosto sicuri che non sarebbe stato scoperto dallo sceicco, che se anche aveva fatto delle ricerche su tutti loro (e non avevano dubbi in proposito) di certo non poteva sapere qualcosa di cui solo Tony Stark era a conoscenza, come ad esempio le ultime migliorie apportate all'armatura.
Rimaneva fuori solo Steve, che aveva risolto la cosa prenotandosi una stanza all'albergo. Lui e la sua sposa erano in viaggio di nozze. Con sommo sdegno del supersoldato, la sua amata era niente di meno che una squillo di alto borgo, di quelle da qualche migliaio di dollari a notte.
Inutile sottolineare che aveva accettato solo per Natasha.
Ora Steve stava controllando le ultime cose insieme a Tommy, dandogli gli ultimi consigli su come agire. Certo, Clint sarebbe stato un migliore insegnante per le tecniche di tiro a distanza, ma Capitan America cercava di arrangiarsi come poteva, e non se la stava cavando male. Natasha tuttavia percepiva lo sguardo del biondo su di sé. Lui sapeva, ovviamente, ed era visibilmente preoccupato per lei, pur non osando affrontare l'argomento. Ne era grata e irritata allo stesso tempo.

Alla fine Natasha non ne potè più, e chiamato un taxi, si fece portare sul luogo dell'appuntamento.
Tra il tragitto e le varie cose arrivò che era appena appena in anticipo, di cinque minuti.
Si costrinse a sembrare più spavalda del previsto e si avvicinò alla reception.
-Ho un appuntamento con lo sceicco Rayhan Assad Al'lah- disse con una disinvoltura che quasi stupì anche sé stessa.
-Sì, mi aveva avvisato del vostro arrivo, la signora Bellini, dico bene?-
Natasha era meravigliata da tanta astuzia. Ovviamente i due erano stati visti insieme mesi prima, e due persone così facoltose non passano certo inosservate, specialmente in un albergo che viveva di clienti del genere.
-Esatto, lo sceicco e io dobbiamo discutere di alcuni affari molto importanti-
Si rese improvvisamente conto che il suo abbigliamento non era poi così adatto a una ricca donna d'affari, ma si impose di non dire nulla a riguardo se nessuno faceva domande esplicite. Del resto, avrebbe potuto inventarsi una qualunque scusa, inclusa una ben poco animalista battuta di caccia a un qualche animale esotico e probabilmente in via di estinzione. Ce n'era sempre qualcuno.
La signorina alla reception compose un numero di telefono, probabilmente l'interno della camera del suo ospite, e parlò brevemente in arabo prima di riattaccare e sorriderle affabilmente, in un sorriso tanto falso quanto credibile. Chissà se prima di essere assunto il personale veniva mandato a fare un corso di teatro, o di sopravvivenza ai clienti particolarmente esigenti e viziati, si chiese, mentre tornava a concentrarsi sulle parole della donna.
-Lo sceicco le manderà subito il suo assistente personale, lo attenda all'ascensore 24, grazie-
Restituì il sorriso e dopo aver ringraziato si avvicinò alla postazione indicatole dalla ragazza. L'ascensore non si fece attendere, e lo stesso uomo che l'aveva avvicinata la prima sera al ristorante fece capolino, indicandole educatamente di entrare nel cubicolo. A metà della corsa lo fermò e la bloccò abilmente contro il muro, perquisendola velocemente.
Inutile dire che tutte le armi le vennero sequestrate, non che avesse dubbi a riguardo.
L'ascensore aveva l'ingresso diretto alla stanza dello sceicco, all'ultimo piano del palazzo che ospitava l'albergo.
La stanza non era meno lussuosa delle altre, ed era impreziosita da un acquario tropicale che ricopriva interamente le quattro pareti della camera da letto.
-Signora Bellini- la accolse lo sceicco con una gentilezza così naturale che Natasha quasi stentava a credere che fosse lo stesso uomo che l'aveva fatta violentare da più persone di quante volesse ricordare.
-Sayyid- rispose altrettanto educatamente, prima che la sua espressione diventasse di ghiaccio. -Dov'è l'agente Barton?- chiese, mentre con la coda dell'occhio cercava il familiare luccichio che le avrebbe rivelato la presenza rassicurante (anche se ad alta voce non l'avrebbe mai ammesso) di Tony Stark. Non ci mise poi molto a trovarlo.
-Tutto a suo tempo, Natasha. È così che ti fai chiamare ora, vero?-

Nell'istante in cui le porte si erano chiuse dietro Natasha e l'uomo che era venuto a prenderla, Steve Rogers aveva fatto il suo ingresso nell'albergo insieme a Michelle, la squillo che avrebbe impersonato sua moglie.
La prenotazione era di quelle da far invidia a qualunque sposina: una suite vista mare con accesso diretto alla stanza. Di quelle stanze ne esistevano pochissime, ed erano tutte posizionate nella parte alta. Tony l'aveva prenotata apposta supponendo che lo sceicco non volesse niente di meno.
In realtà aveva riservato una stanza per tipo, di quelle più lussuose, per essere pronto a ogni evenienza, e aveva suggerito via radio quale nome dare solo dopo aver visto dove era stata portata la loro amica.
Vedendolo per un istante sbigottito e anche perso in quell'eccesso di lusso, Michelle si avvicinò al bancone, chiedendo che le venissero consegnate le chiavi della loro stanza. Ripresosi dal momento di smarrimento, Steve si sorprese a guardare quella ragazza. Era davvero molto giovane e molto bella, di sicuro non superava i 23-24 anni. Il viso era di quelli dolci e delicati, e anche il loro primo incontro non era stato traumatico come temeva. Michelle aveva subito percepito l'imbarazzo del Capitano e aveva iniziato a comportarsi come una semplice fanciulla della porta accanto, cosa che l'aveva decisamente sollevato.
C'erano cose del XXI secolo a cui proprio non riusciva ad abituarsi, tra cui il nuovo ruolo della donna. Aveva inizialmente pensato che Maria Hill e Natasha fossero delle eccezioni, come Peggie lo era stata a suo tempo, nella vita militare, salvo poi scoprire (con estrema sorpresa, doveva ammetterlo) che ora il gentil sesso era pienamente integrato nella vita militare in tutti i campi, da quello burocratico fino alla prima linea. E poi, ovviamente, c'era l'abbigliamento, cosa a cui preferiva non pensare per non ricordare tutte le brutte figure fatte nelle prime settimane della sua nuova vita.
-Hai intenzione di prendermi in braccio per portarmi in camera?- la voce di Michelle lo fece sobbalzare e ripiombare bruscamente alla realtà. Aveva uno sguardo divertito e un sorriso sincero sul volto, così decise di stare al gioco e ridendo la prese in braccio, attirando lo sguardo invidioso di un'altra donna presente sul pianerottolo e le fece varcare la soglia della porta della...stanza?
Per lo stupore quasi la fece cadere.
Quella non era una camera d'albergo. Quella era almeno il doppio del suo appartamento e quello di Natasha messi insieme.
Si riprese subito e ridendo con Michelle caddero entrambi sul letto.

Bruce sentiva Steve ridere sul canale privato della radio, da cui aveva pensato bene di escludere Tony e Natasha. Per il primo era solo questione di battute, era sicuro che Stark avrebbe preso in giro a lungo il capitano se avesse saputo una cosa del genere, cosa di cui Rogers non aveva proprio bisogno. Nat invece doveva restare concentrata sulla missione. Il suo era il compito più delicato, e il fatto che l'ostaggio fosse Clint complicava solo le cose. La Vedova Nera non ne parlava, ma il suo stato di tensione era evidente, e ben ricordava come durante l'avventura che li aveva uniti, la sua preoccupazione fosse stata solo per l'arciere prima di tutto il resto.
Si detestò quando premette il pulsante che l'avrebbe messo in comunicazione con il supersoldato.
-Capitano, ho dato uno sguardo alle stanze di questa classe economica. L'arredamento è diverso, ma la planimetria è tutta uguale. Se posso permettermi, ti suggerisco di studiare bene quella in cui ti trovi per prenderci familiarità-
-D'accordo, ti ringrazio Bruce. Natasha e Tony?-
-Natasha è nella stanza con lo sceicco, stanno parlando in toni ancora molto civili. Tony è fuori, perfettamente mimetizzato-
-Tommy?-
-In posizione e al sicuro. Sto scandagliando l'edificio e i dintorni per cercare di localizzare l'agente Barton-
-Perfetto, grazie Bruce-
Bruce cambiò canale, mettendosi in comunicazione privata con il più giovane del gruppo
-Thomas?-
-Sì, signor Banner?- sorrise nel sentirsi chiamare così, ma non lo corresse. Se lo faceva sentire più sicuro di sé, poteva chiamarlo anche Mr Coso Verde per quanto lo riguardava. La recluta era la vera incognita. Non solo era il meno esperto di tutti loro, anzi, nemmeno se si voleva essere precisi. Bruce non era un soldato, ma uno scienziato, e se avesse preso in mano qualcosa di più complicato di un'automatica probabilmente si sarebbe sparato su un piede senza accorgersene. Tuttavia Tommy non era mai stato in battaglia, e come avrebbe reagito era un qualcosa di imprevedibile che avrebbe anche potuto portare alla disfatta totale
-Come va lassù? Hai una buona visuale?-
-Vedo Natasha, signore, ma non so se potrei sparare, non vedendo Iron Man ho paura di centrarlo-
-Tranquillo, quell'armatura può sopportare più di qualche proiettile-
-Va bene-

La comunicazione si chiuse e Tommy rimase di nuovo solo su quel tetto, isolato più o meno da tutti. La visuale sulla stanza era praticamente perfetta grazie al mirino telescopico con infrarossi realizzato da Tony Stark nell'arco di qualcosa come un quarto d'ora.
La recluta non poteva fare a meno di essere affascinata dal modo di lavorare dei Vendicatori. Erano tutti molto diversi tra loro, ma insieme sapevano essere un'ottima squadra.
Non ci aveva messo molto a capire che tutti si sarebbero fatti in quattro pur di riportare Clint a casa, prima di cercare di fermare definitivamente lo sceicco e il suo folle piano per arricchirsi.
Da parte sua, si sentiva straordinariamente calmo. Era consapevole delle sue capacità, soprattutto da quando si allenava con Natasha, che quando decideva che era ora di impegnarsi non risparmiava nessuno. Non riusciva ancora a batterla, ma per lo meno per un po' le teneva testa. Inoltre, i consigli e l'addestramento di Occhio di Falco avevano decisamente affinato la sua mira.
Tuttavia, sapeva anche che i vendicatori ancora non si fidavano di lui: lo capiva e lo accettava. In accademia sono tutti bravi, ma aveva sentito più di una volta racconti di persone che avevano perso il sangue freddo alla loro prima missione.
E quella in cui si era cacciato non era una missione, era un qualcosa di clandestino che metteva a rischio l'incolumità del mondo intero. Decisamente un compito poco adatto a una recluta come lui.
Scacciò il pensiero prima che si installasse nella sua mente. Se iniziava a pensarci era finito.
Per ingannare il tempo fece una panoramica dei dintorni alla ricerca di qualche altro cecchino prima di tornare su Natasha.

-Prima l'agente Barton, dopo parliamo del lavoretto che devo fare con te-
Natasha si stava dimostrando irremovibile su quel punto. Non era solo questione di tattica. La sua priorità era quella di vedere Clint vivo e metterlo al sicuro, dopo avrebbe pensato a cosa fare per evitare di far scoppiare la terza guerra mondiale.
-Ho la tua parola che lavorerai per me?-
-Sì, se sarà in condizioni sufficientemente buone-
Fu la decisa replica
-O si o no. Niente condizioni-
-Questi sono affari. Pago se la merce è in buono stato-

-Ho un riscontro sull'impronta genetica di Clint- la voce di Banner arrivò all'improvviso nelle orecchie di tutti quelli che erano all'esterno.
-Mi stai dicendo che ha funzionato davvero? Sono impressionato-
Bruce sorrise al complimento fattogli dal collega. Mentre erano in volo aveva pensato di poter analizzare l'impronta di calore visibile agli infrarossi e metterla in relazione con una simulazione del sudore fatta a partire dal DNA di Clint. Se avesse avuto ragione, l'impronta, così come il DNA, sarebbe stata peculiare per ogni individuo, permettendogli quindi di localizzarlo.
Poiché non avevano la certezza che potesse essere a portata di visore, uno scetticissimo Tony aveva modificato l'algoritmo di ricerca dei propri satelliti affinchè scandagliassero la terra alla ricerca di quella particolare impronta genetica. Era stata una cosa che gli aveva portato via pochissimo tempo, ma che aveva fatto più per accontentare Banner che per una reale fiducia nel progetto.
Per loro fortuna, per una volta Tony aveva sbagliato i calcoli, e ora avevano la posizione di Clint.
-Quanto accurata è?- chiese
-Direi circa un raggio di 100m-
Accidenti. Doveva darsi una mossa per convincerlo a lavorare per lui.
-Perfetto. Dove-
-In un villaggio a circa 100km da Dubai. E' mediamente grande, direi circa 5000 abitanti, non so dirti quanto fedeli allo sceicco. La traccia è debole, quindi probabilmente si trova da qualche parte sottoterra. Di più al momento non posso dirti finchè non faccio qualche ricerca approfondita-
-Falla. A Natasha pensiamo io e Tommy-

Steve aveva ascoltato la conversazione in silenzio, rifiutandosi categoricamente di capire cosa avesse di tanto straordinario l'impresa di Banner. Certo, si rendeva conto che era una cosa fuori dal comune, ma quello che a lui importava era ritrovare Clint e togliere Natasha dalle mani dello sceicco prima che lui scoprisse di un'eventuale fuga del suo prigioniero.
-Ragazzi. Prima di fare qualunque cosa, tiriamo fuori Natasha- si decise a dire, e la sua voce aveva un tono a dir poco categorico.
-Non so quanto possa essere una cosa fattibile, Steve...- cercò di iniziare Tony ma Cap, dopo aver escluso Tommy, lo interruppe
-Senti, ho visto cosa le ha fatto e come l'ha ridotta. Io non ho intenzione di lasciarla di nuovo nelle sue mani. Non stava quasi in piedi e non ha dormito per settimane. Ti basta a farti un'idea?-
Questo fece per lo meno riflettere Tony Stark. Sapeva che Natasha probabilmente l'avrebbe ucciso per quello che aveva appena rivelato, ma riteneva la sua salute mentale e fisica superiore a un segreto dato solo dal non voler sembrare debole.
-Va bene- rispose Iron Man alla fine, per poi reinserire Tommy nella conversazione -Banner, trova tutto quello che puoi, poi mediteremo il da farsi.

PERSONAL SPACE: Grazie per essere arrivate fin qui. Dal prossimo capitolo inizia l'azione e vedremo chi andrà dove e soprattutto come Tommy reagirà una volta arrivati al dunque.
Mi scuso per la dissertazione sulla villazza di Travolta e sulla mia fissazione sugli aerei, ma voi non potete capire quanto io vorrei un aereuccio uccio uccio tutto per me qui in garage, cioè non un aereo grosso, mi basta un ultraleggero, cioè chiedo troppo? XD Vabbpè sto divagando, spero che non vi siate addormentate leggendolo, ma ho voluto dare spazio a tutti i personaggi...niente fatemi sapere qualcosa con una recensione se vi va! Alla prossima!
   
 
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