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Autore: Dragon_Flame    22/08/2014    3 recensioni
Firenze, luglio 2013.
La vita di Lidia Draghi, adolescente alle prese con l'ultima estate prima degli esami e con la fine di una relazione sofferta, prende una svolta inaspettata nell'incontro con Ivan Castellucci, padre di Emma, che deve affrontare un difficile divorzio.
Una strana alchimia li lega e la certezza di aver trovato la propria metà si fa pian piano strada nei loro cuori. L'unico problema sta nella loro differenza d'età: vent'anni. Lidia ha diciott'anni, Ivan trentotto. Aggiungiamo poi una madre impicciona, un ex-ragazzo pedante, un fratello inopportuno e pseudo ninfomane, un'ex-moglie inacidita che cerca di strappare a Ivan la loro unica figlia e mixate il tutto.
Mille difficoltà ostacoleranno la relazione segreta fra i due protagonisti, ma il loro sentimento sarà più forte del destino che sembra contrario al loro amore?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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13.



 

La vita a Firenze, nell'ultimo mese prima della scuola, trascorreva lenta e snervante nell'ultima afa estiva. Per molti degli adulti quello era il mese peggiore, perché sarebbe stato l'ultimo periodo di pace relativa. Infatti, avendo per lo più figli, bambini o adolescenti che fossero, a settembre i genitori avrebbero dovuto sobbarcarsi di nuovo stress, ovviamente legato alla routine scolastica dei figli che ricominciava.

Per alcune persone, però, quello fu un mese che non si sarebbero mai dimenticate, dato che per esse avrebbe segnato una nuova fase della loro vita.

Alessia, venendo a sapere della consapevolezza di Emma del divorzio imminente dei genitori, non si nascose più dietro la maschera della moglie affettuosa e appagata e cominciò a dimostrare apertamente la propria ostilità nei confronti del quasi ex-marito, anche davanti alla figlioletta.

Fin da subito la piccola cominciò a risentire della situazione tesa e insostenibile che viveva a casa. Piangeva, era diventata capricciosa, triste e insoddisfatta, non riusciva a dormire la notte, voleva andare via, andarsene a stare per qualche mese dai nonni, al fine di non subire più le ripercussioni che i litigi provocati da Alessia puntualmente provocavano.

Ivan tentava di rendere quel divorzio il meno doloroso possibile per la figlia, ma non era affatto facile. La moglie lo provocava continuamente per cercare un modo di fargli scappare la pazienza, per convincerlo a lasciare la casa e andarsene da qualche altra parte. Alessia lo faceva incollerire apposta. La sua intenzione era quella di dare di Ivan un'immagine inappropriata, in modo da poter convincere il giudice del processo che si stava istituendo per il divorzio che l'uomo non sarebbe stato capace di essere un padre adatto per Emma. La donna voleva strappare per sempre la custodia della bambina all'ex e non si sarebbe risparmiata nulla, pur di arrivare al suo scopo.

Ivan si muoveva molto cautamente fra gli astuti trabocchetti che la moglie gli tendeva. Aveva anche smesso di sentirsi con Lidia, perché temeva che l'ex-moglie avrebbe potuto scoprire la loro neonata relazione e usarla contro di lui durante il processo.

Lidia soffriva molto per quella situazione. Non riusciva più a sapere nemmeno nulla dell'uomo, se non ciò che la madre le aveva raccontato sul processo e su come lui stava. La consapevolezza di non poter attutire il dispiacere di Emma e di non poter essere di aiuto a Ivan le bruciava dentro come un fuoco cupo e rabbioso, perché lei si sentiva frustrata e impotente. E non le piacevano per niente quelle due sensazioni.

Intanto, verso la metà di agosto, Céline si lasciò improvvisamente con Diego.

Lidia non sapeva spiegarsi quell'improvvisa rottura fra la sua migliore amica e il suo ragazzo, provocata proprio dalla prima.

"Che è successo fra di voi?" l'aveva assalita improvvisamente la prima volta che l'aveva incontrata dopo la fine della loro storia di quasi quattro anni.

Céline era rimasta interdetta di fronte a quella reazione tanto inaspettata quanto esacerbata.

"Io... be', tra di noi è un periodo molto critico. Lui mi aveva chiesto una pausa di riflessione, ma io ho preferito uno strappo definitivo. Fra di noi non funzionava più come prima" era stata la sua risposta, seguita da una querula confidenza.

"Per la verità, due mesi fa lui ha conosciuto una ragazza. Mi ha detto fin da subito di sentirsi confuso e di non sapere più se chiudere subito quella liaison oppure prendersi un momento di stop con me per rifletterci su. Io gliel'ho concesso e lui è ritornato subito sui suoi passi, chiedendomi perdono per quella svista. Mi aveva giurato che non si sarebbe più ripetuta una cosa del genere. Invece, ieri l'ho scoperto mentre chattava con questa ragazza. Se avessi visto che messaggi che si scambiavano! Io ero diventata una furia. Gli ho fatto una tal scenata... poi me ne sono andata via. L'ho lasciato per questo, Lì" raccontò tutto d'un fiato la mora mentre si abbracciava con foga la sua migliore amica, affondando il volto abbronzato nell'incavo del collo di lei per poterlo nascondere mentre copiose lacrime colleriche lo rigavano.

Le dita affusolate della sua mano erano affondate con forza disperata nella schiena della ragazza, mentre la castana le sussurrava dolci parole di conforto.

"Mi dispiace, Céli..." mormorò contro il suo orecchio, una volta che la giovane ebbe smesso di singhiozzare e piangere per il dolore che avvertiva al petto. "Ma perché non me lo hai voluto dire? Se hai bisogno di sfogarti, sai a chi rivolgerti. Perché ti sei voluta tenere tutto dentro?"

Lidia non riusciva proprio a spiegarsi quell'ostinata decisione di tenerle nascosta quella situazione così difficile.

"Non volevo farti pesare i miei problemi... tu in quel periodo eri in crisi con Roberto e poi vi siete lasciati. Io e Diego eravamo in forse, ma pensavo di poter recuperare il nostro rapporto senza troppi problemi. Soprattutto, senza fartene parola. Neanche tu mi hai mai fatto pesare il tuo dispiacere per aver mollato il tuo ex" replicò ostinatamente la bruna tra le lacrime.

La castana scosse la testa, sospirando rassegnata.

"Quando ci dicono che siamo gemelle separate alla nascita, è proprio vero. Sei uguale a me in quanto a testardaggine, reticenza ed orgoglio." Fece una pausa. "Comunque, io non ti ho mai fatto pesare il mio dispiacere perché effettivamente non ne ho provato. Per me la fine di quella relazione è stata una liberazione" disse poi scherzando, cercando di far spuntare un sorriso sul volto della sua best friend.

Ma il sorriso che le rivolse Céline era triste e compassionevole.

"Dici così adesso, ma inizialmente anche tu eri affranta per la vostra rottura."

"Ma adesso, almeno, sono consapevole del fatto che ha rappresentato la liberazione che mi ci voleva. Quella con lui non è stata una bella storia."

"Speriamo che passi anche a me, così in fretta" asserì la ragazza sospirando pesantemente.

Lidia fu colpita da un'idea.

"Celia, che ne dici di uscire, questa sera? Lo so, dirai di non essere proprio in vena di uscite serali, o almeno è questo ciò che mi dicevo io nei giorni immediatamente successivi alla mia rottura con Roberto. Però ti svagherai e non starai da sola. E magari troverai anche qualche bel ragazzo con cui chiacchierare durante la serata" propose all'amica, rivolgendole uno sguardo supplichevole.

"Speriamo che questo ipotetico incontro con qualche bel ragazzo non mi comporti una nuova relazione di quasi quattr'anni da buttare poi nel cesso" borbottò Céline tra i denti, colta dal malumore.

"Ti trascinerò via se la situazione si fa seria" garantì la castana, facendole l'occhiolino.

Malgrado la tristezza e la collera, la sua migliore amica scoppiò a ridere insieme alla giovane, lasciandosi cogliere per qualche istante dall'allegria.

"Va bene, ci sto" decise infine, alzando le spalle. "E vaffanculo a Diego."


 

***


 

Quella sera, Lidia, Céline, Aurelia, Antonio, Mauro ed Alessandra avevano deciso di andarsene in una discoteca non troppo distante da Piazza della Signoria, il loro abituale punto di ritrovo. Celia era triste e pensierosa e inizialmente si era dimostrata restia a partecipare alla serata con gli amici, ma, avendo promesso alla sua best friend di sempre di prendervi parte e sentendo improvvisamente il bisogno impellente di svagarsi, si era infine aggiunta ai cinque per uscire, dicendosi che era meglio stare con loro e cercare conforto piuttosto che autocommiserarsi per la fine di una relazione con un ragazzo che aveva dimostrato di non meritarla.

"Céli, vieni a prendere un drink con me?" le aveva proposto Antonio con gentilezza, porgendole la mano.

"L'importante è che lo offri a me e non lo prendi per te, altrimenti da qui alle due vedrai quanti te ne scolerai!" lo prese in giro l'amica, scoppiando a ridere ironica.

Il diciottenne le sorrise.

"E' bello sapere che, nonostante ciò che ti è capitato negli ultimi due giorni, il tuo sarcasmo non ne è stato oscurato. Mi sarebbero mancati i tuoi commenti."

La bruna non sapeva se prendere quella replica come una battuta un po' forzata o un bizzarro complimento. Alla fine decise di riderci su, malgrado l'accenno alla rottura con Diego le avesse fatto fare una capriola al cuore, causandole dispiacere. Le venne improvvisamente voglia di piangere, ma il suo orgoglio le impedì di scoppiare in lacrime proprio davanti a tutti, imponendole di annegare le sue emozioni negative in qualcos'altro. Nell'alcol, per esempio.

"Massì, andiamo a farci un drink" si disse infine, afferrando la mano che Antonio le porgeva per poi andarsene insieme verso il bancone.

"Due Bloody Mary, per favore" ordinarono, e poco dopo furono serviti.

Il cocktail le fu d'aiuto, perché era un modo per distrarsi. Lo aveva bevuto tutto d'un fiato, avvertendo all'improvviso lo stomaco pieno del drink che le ridava una botta di vita. Si sentì subito meglio.

"Hai avuto una buona idea, sai, Antò?" disse all'amico, attirando la sua attenzione con una gomitata leggera e alzando la voce a dismisura per farsi sentire al di sopra della musica assordante che invadeva il locale, rimbombandole a tutto volume nelle orecchie.

"Ogni tanto un cocktail fa bene, specialmente se hai dei dispiaceri da dimenticare temporaneamente" ribatté il ragazzo osservandola negli occhi per un breve istante.

L'amico, coi capelli biondi e gli occhi scuri, si voltò quindi verso gli amici rimasti a ballare, osservando con mesta malizia il fondoschiena di Aurelia che si muoveva a ritmo con la musica.

"Che guardi di tanto interessante?" gli domandò l'amica seduta accanto a lui, scoppiando poi a ridere di fronte alla faccia spaesata del ragazzo colto con le mani nel sacco.

"Il didietro di una mia cara amica" fu la sua risposta acida ma sincera. S'accigliò.

"Che c'è, sei in astinenza dal sesso? Aury è una bella ragazza, lo ammetto, ma non penso che sia una buona idea volersi portare a letto un'amica" lo criticò la ragazza seduta di fianco a lui, scoccandogli uno sguardo severo.

"Per la verità, Aurelia mi interessa da un paio di mesi" ammise candidamente il biondo, reso sincero dalla dose di vodka ingoiata d'un fiato, sospirando rassegnato. "Ma non credo di avere chances con lei. Non è da adesso che si sa della sua cotta per Maurizio Baldini."

Antonio appoggiò la mascella sulla mano stretta a pugno, col gomito sistemato sul ripiano del bancone, continuando a guardare con insistenza l'amica che ballava col cugino Mauro e sorrideva divertita sotto le lampeggianti luci al neon che erano proiettate sulla massa di persone danzanti.

"Be', Maurizio è un gran figo, se proprio devo essere franca" considerò sovrappensiero la mora, pensando per un attimo all'ormai ex-maturando della quinta linguistico del suo liceo. Il giovane, alla fine del quinto, era stato votato come ragazzo più bello della scuola al termine della serata dedicata al Ballo di fine anno del loro liceo ed aveva un mucchio di ammiratrici e ragazze che gli andavano dietro.

"Grazie, mi fai proprio sentire meglio" commentò acidamente il giovane, accasciando poi la testa sul bancone tra le braccia incrociate sopra esso.

"Questo, tuttavia, non vuol dire che tu non abbia alcuna speranza con Aury. Forse, se ti facessi avanti, lei potrebbe accettare di uscire con te. Come possibile fidanzato, intendo. Da cosa nasce cosa..." gli suggerì gentilmente Céline, rivolgendogli un sorriso appena accennato ma incoraggiante.

"Se tu lo dici..." sospirò Antonio, sentendosi abbattuto e avvilito.

L'amica stava per dirgli che non poteva arrendersi così, senza nemmeno averci provato, ma una voce allegra li interruppe proprio in quel momento.

"Hey, Antonio, che è quel muso lungo?" domandò un ragazzo che Celia non aveva mai visto.

La fiorentina levò su di lui uno sguardo incuriosito e poi meravigliato. Il suo cervello, che in quell'istante stava elaborando l'ordine di assumere un'espressione interrogativa di fronte all'interruzione brusca e inaspettata della conversazione con Antonio, in un nanosecondo bloccò l'invio di tali impulsi nervosi, riavvolse il nastro e riformulò un altro comando: sguardo incantato di fronte a un gran figo.

Quello sconosciuto poteva essere sui ventidue o i ventitré anni al massimo. Con il fisico alto e palestrato, le spalle larghe, i fianchi non troppo larghi e un fondoschiena per niente male, il tutto combinato agli occhi che nelle luci della discoteca apparivano limpidi e chiarissimi, con sfumature tendenti al grigio, e ai lisci capelli corvini che ricadevano in corte ciocche sul volto, il giovane sembrava parecchio bello. I pantaloni aderenti gli fasciavano le gambe toniche e la maglietta nera non troppo larga dell'Hard Rock Café delineava la linea V del ventre, la forma degli addominali e dei pettorali scolpiti, la sagoma delle clavicole leggermente sporgenti. Gli occhi rispecchiavano la vitalità e l'esuberanza tipici dell'indole del giovane, facendolo apparire subito simpatico a Céline.

"Che c'è, questa bella ragazza ti ha appena detto che preferisce i ventiduenni ai diciottenni come te?" lo stuzzicò, scherzando con l'amico seduto a bancone e dandogli un'amichevole pacca sulla spalla.

Antonio levò su di lui uno sguardo annoiato, poi rise forzatamente alla battuta del ragazzo.

"Te invece sei simpatico come al solito, Luca."

"E' anche per questo che ho tante ragazze che mi ronzano intorno" ammise lui con molta modestia, facendo poi l'occhiolino a Céline.

La mora, in altri frangenti, avrebbe pure apprezzato il gesto e replicato con un sorriso seducente, ma quella sera non era proprio in vena di fare nuove conoscenze. In più, il fatto che quello sconosciuto non si fosse neanche premurato di presentarsi le diede su i nervi, cancellando in breve ogni traccia di simpatia che aveva provato per lui inizialmente.

Il ragazzo cominciò a osservarla più attentamente con gli occhi che ora, illuminati da un fascio di luce blu elettrico, apparivano grigio plumbeo, quasi metallico, e quell'esame minuzioso le fece capire che presto sarebbe tornato alla carica per chiacchierare un po' con lei e tentare di rimorchiarla. Quell'aspettativa la fece innervosire ancora di più.

Fortunatamente per lei, in quel momento i quattro amici rimasti a ballare al ritmo di una hit estiva del 2010 si avvicinarono al bancone, mettendosi a sedere proprio accanto ai tre.

Lidia picchiettò leggermente un dito sulla spalla di Céline, attirando la sua attenzione. Quel gesto però non sfuggì nemmeno a Luca, che stava ancora guardando la mora, e il suo sguardo si posò quindi sulla migliore amica della ragazza, fissando su di essa due occhi ammaliati e meravigliati.

Lidia, però, non si era accorta minimamente di quell'espressione ammirata che aveva attirato inconsapevolmente su di sé.

"Céli, stai un po' meglio?" aveva chiesto premurosamente all'amica, posando su di lei uno sguardo affettuoso.

La bruna aveva scosso la testa, sorridendo mestamente.

"Non c'è tutta la gran compagnia allegra che mi aspettavo. Antonio è anche più depresso di me."

"Be', allora credo che alla prossima canzone non potrai assolutamente tirarti indietro" decise la castana, abbozzando un sorriso tremendo. "E, se non ti unisci alle danze volontariamente, ti ci trascino io, anche a costo di prenderti in braccio!"

"Non credo che ce la farai, Lì, sono più pesante di te" aveva replicato la ragazza, piccata.

"Questo lo vedremo. Al limite chiamo uno dei buttafuori. Con tutti quei muscoli, sarà abbastanza forte da poter sollevare il tuo corpicino minuscolo!"

Lidia scoppiò a ridere, rivelando due file perfette di denti bianchissimi e scintillanti tra le labbra morbide e carnose, mentre Celia rimaneva per un attimo basita ad osservarla, per poi unirsi alla risata sghignazzante della castana.

Luca, in quei momenti, non aveva smesso un attimo di contemplare la figura di Lidia, osservandone il corpo aggraziato e atletico, inequivocabilmente di una persona sportiva, ma anche prospero nelle forme e molto ben proporzionato. Considerò che il volto a cuore della ragazza era piuttosto carino, ma anche ordinario, così come i capelli castani, lisciati per l'occasione con la piastra ma inequivocabilmente mossi, da quanto si poteva intuire dall'arricciatura delle punte e dalla voluminosa consistenza dei capelli alla radice, e il naso greco, lievemente punterellato da leggerissime efelidi. Ciò che però lo stupì e lo ammaliò di più furono le iridi azzurre della ragazza, vivide, spiazzanti, disarmanti e intriganti. Quei due piccoli zaffiri cangianti incastonati in quel volto di porcellana avevano catturato la sua attenzione.

Proprio in quel momento, però, l'amico di Antonio fu costretto ad abbandonare le sue riflessioni, o, meglio, il vuoto cosmico che la contemplazione di quei due occhi indimenticabili gli aveva lasciato nella mente, per ritornare con i piedi per terra. Infatti Mauro, incuriosito dalla presenza di quello sconosciuto ventenne che fissava con insistenza la sua amica Lidia, gli aveva chiesto chi fosse, attirando finalmente l'attenzione del gruppo su di lui.

"Questo è Gianluca, l'amico del fratello di un mio amico" spiegò Antonio, dandogli una debole pacca sulla spalla. "Come Céline ha già potuto appurare, è simpatico e ficcanaso e credo che per stasera rimarrà con noi, dato che non vedo nessuno del suo gruppo nel locale" aggiunse poi con una punta di malcelato sarcasmo nella voce, guardandosi intorno alla disperata ricerca di qualche figura familiare della combriccola di Gianluca.

In fondo, il nuovo arrivato non gli era poi così gradito. In più era anche amico di Maurizio Baldini, il suo rivale in amore.

"Però tutti mi conoscono come Luca" si presentò il ragazzo, alzando la mano in alto per rivolgere un saluto generale a tutti coloro che lo stavano fissando.

"Luca, questi sono i miei amici" disse il biondo, indicando poi uno per uno mentre ne diceva il nome. "Questo è Mauro, il piccolo del gruppo. Questa è Aurelia, detta Aury, sua cugina. Questa è Alessandra, la sorella di Marina, la ex del tuo amico Andrea. Questa invece è Celia, detta Céline, e quest'altra è Lidia, l'unica tra noi maggiorenni che ha preso la patente finora" aggiunse infine ridendo.

"Solo perché voi avete paura di posare le mani sul volante, Antò" lo rimbeccò l'ultima menzionata, scatenando una risata generale.

"Tu che fai, Luca, ti unisci a noi?" chiese poi Antonio, posando lo sguardo sul moro.

Lui fece spallucce, con aria indifferente. Tuttavia il suo sguardo si posò con rinnovata insistenza sulla castana, che finalmente si accorse della sua petulanza.

"Per me è uguale. Decidete voi. Io sono qui da solo. Due miei amici mi hanno dato buca una decina di minuti fa, perché uno di loro si è sentito male e l'altro ha deciso di assisterlo."

"Male?" chiese Lidia con un filo di curiosa preoccupazione negli occhi vigili.

"Sì, male... ha bevuto troppo a cena" spiegò il ragazzo.

Egli improvvisamente avanzò di un passo verso la castana. Lei, automaticamente, si tirò indietro, accomodandosi sullo sgabello che aveva dietro di sé.

Quell'individuo era troppo appiccicoso, considerò Lidia. Le faceva venire i nervi quell'atteggiamento insistente. Gianluca non aveva fatto un passo in avanti verso di lei per caso; l'aveva fatto apposta. Glielo aveva letto negli occhi, dal modo in cui lui la guardava con petulanza, che l'aveva fatto volontariamente. E lei, per rispetto nei confronti di Ivan e per propria ferrea determinazione, si era spinta indietro, decidendo di marcare fin da subito i confini tra loro che dovevano rimanere inviolati, in modo da fargli recepire immediatamente il messaggio di non provarci con lei.

Il ragazzo, comunque, non si scoraggiò, perché non spostò lo sguardo da lei nemmeno quando la castana replicò con un'occhiataccia inceneritrice, intromettendosi poi nella sua conversazione con Céline a più riprese.

Ad un certo punto, Lidia sbuffò esasperata: dimostrarsi fredda e indifferente con lui non aveva funzionato, perché Gianluca continuava imperterrito a entrare a viva forza nella conversazione tra lei e l'amica, con cui lui non aveva assolutamente nulla a che fare. Doveva essere chiara e farglielo capire esplicitamente? Ebbene sì, doveva farlo.

Decise quindi che, appena le si sarebbe presentata l'occasione adatta, sarebbe stata diretta e precisa, in modo da levarsi subito di torno quel ragazzo che cominciava veramente ad essere seccante e impiccione.

 

***



N.d.A.
Salve a tutti!
Scusatemi se ho aggiornato quasi ventiquattr'ore dopo rispetto al solito orario, ma ho avuto una connessione ad internet ballerina e vari incasinamenti per la preparazione di una vacanza che mi stanno tenendo impegnata ultimamente. Perciò, aggiungo che venerdì prossimo, cioé il 29 Agosto, non aggiornerò, e che mi farò viva direttamente il 5 settembre. Mi prendo una pausa di una settimana.
Bon, passando al capitolo, questo è fondamentale perché avviene la presentazione di un personaggio nuovo che metterà un po' in difficoltà la storia tra Ivan e Lidia, ossia Gianluca. Chissà di chi si tratta... ma dal suo aspetto descritto nel capitolo qualcuno potrebbe aver già capito. E le vite di Lidia, Ivan e Gianluca si intrecceranno in una vicenda stramba e a volte comica che si concluderà con un colpo di scena inaspettato. E non dico nulla, preferisco tenervi sulla corda xD
Be', nel capitolo scorso non ho ringraziato a dovere chi ha recensito l'undicesimo aggiornamento, perciò lo faccio qui sotto: grazie a Daisy90, hi_guys e controcorrente per le recensioni al capitolo 11 e grazie ancora a controcorrente e Daisy90 per le recensioni al dodicesimo. Il sostegno di tutti voi e anche di chi segue la storia in silenzio è fondamentale per me, è uno stimolo per portare avanti questa storia. E spero che il seguito non vi annoi, né che vi possa deludere.
Concludo qui il mio sproloquio e sgattaiolo via dietro le quinte. Mi auguro che abbiate apprezzato il nuovo capitolo.
Grazie ancoa a chi segue, e buona notte :*


Flame

  
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