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Autore: Ryta Holmes    06/08/2003    0 recensioni
Ciao a tutti, eccomi di nuovo qui, con una fanfic di Ufo Baby. Siccome ho avuto richieste di pubblicare “Ho bisogno di te 3”, e dato che avevo una voglia matta di scrivere una fanfic, sull’attesissimo seguito di questo manga, e visto che più o meno le storie avrebbero avuto diversi punti in comune, ho scritto questa storia, basandomi sulle ultime pagine dell’ultimo volumetto. Spero tanto che vi piaccia, e aspetto i vostri commenti. Un bacio, e buona lettura. Ciaoooo Ryta Holmes
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti, è da tanto che non ci sentiamo, vero

CAPITOLO 2

 

Alla luce rossa del tramonto, si stagliava un’ombra che camminava lentamente verso casa. Miu si sentiva stanca ed abbattuta e sperava che tornando al tempio non trovasse i suoi genitori che ancora litigavano. Quel giorno, come tutti gli altri da quando era incominciato il nuovo anno, Miu aveva cercato di evitare un suo compagno di scuola, Toshiro Honda, un bel ragazzo moro, con gli occhi verdi come i suoi e con l’aria spavalda. Sin dal primo giorno infatti, se ne era innamorata e il perché lo evitasse dipendeva dal fatto che il ragazzo rifiutava ogni dichiarazione perché si era invaghito della bellezza della sua amica Yuko. Ogni giorno le stava appiccicato come un insetto, nonostante a Yuko non interessasse minimamente. Miu però ci soffriva e per questo i suoi sentimenti non gli aveva mai rivelati nemmeno alla stessa Yuko. Spesso quando c’era lui nei paraggi, Miu lasciava Yuko con una scusa e si allontanava, altre volte invece era costretta ad ascoltare i loro discorsi e lei con lo sguardo fisso per terra non aveva il coraggio di rivolgergli la parola o di guardarlo negli occhi; per questo molto probabilmente Toshiro la considerava una stupida. Con questi pensieri, Miu entrò in casa e si sentì molto più sollevata quando si accorse del silenzio che regnava, segno che non c’era nessuno. Il primo pensiero che le venne in mente fu quello di approfittarne per fare un bel bagno in piena tranquillità e vi si diresse subito, non appena abbandonò la cartella pesantemente sul suo letto. Ma quando aprì la porta di scatto, si trovò di fronte ad uno strano animale che volteggiava in aria e che se non fosse stato per la velocità con cui si era svolta l’azione, avrebbe sicuramente riconosciuto. Lo strano animale forse per paura la schiaffeggiò con le lunghe orecchie sulle guance e volò da una parte all’altra in preda ad una crisi schiamazzando. Intanto Miu per lo spavento cadde a terra urlando come una pazza e coprendosi il viso con le braccia per paura di una nuova dolorosa reazione dell’animale.

 

Lou che aveva accompagnato fuori in giardino i suoi genitori e il signor Hosho, non appena sentì quelle urla ma soprattutto gli strepiti di Pepo che era rimasto in casa, corse dentro seguito da Baumiau e dagli altri e si trovò davanti Miu seduta per terra. Fu più forte di lui: non riuscì a frenare una risata, non appena Pepo accortosi dell’arrivo del suo amico si era nascosto dietro la sua manica.

- Non… non è possibile ah ah ah! Sei ancora tu!! Ah ah ah!!!- Miu si voltò riconoscendo la sgradevole risata e si trovò davanti il ragazzo che aveva incontrato quella mattina. Subito un forte nervoso ed un impeto di rabbia le salirono in corpo e raggiunsero i suoi occhi nei quali si formarono dei grossi goccioloni di lacrime, che per fortuna non ne vollero sapere di scendere sulle guance.

- Che cosa ci fai tu qui!?!- chiese mentre la voce le tremava. Finalmente Miyu e Kanata accorsero.

- Lou, che cosa è successo a Miu!?!- chiese la donna preoccupata. La ragazza si rialzò spazzolandosi la divisa di scuola e guardò sconvolta sua madre.

- Come!?! Vuoi dire che questo impertinente sarebbe QUEL Lou?- Miu conosceva tutta la storia dell’alieno che diversi anni prima aveva stravolto la vita dei suoi genitori, anche se riconosceva di non averci mai creduto veramente. Ma trovandosi in quella situazione aveva scordato ogni dubbio. A quella domanda Miyu annuì mordendosi un labbro, mentre Kanata disse quello che anche lei stava pensando.

- Caspita… incominciamo bene!- Lou finalmente frenò le risate.

- Non potevo davvero sbagliarmi, sei davvero imbranata!- Miu avrebbe voluto tirargli un pugno, ma venne frenata da sua madre che le prese dolcemente la mano che si stava avventando sul ragazzo.

- Su Miu, non te la prendere, Lou non diceva sul serio… vero Lou?- e si voltò verso il figlio cercando conferma.

– Purtroppo Pepo si spaventa se lo si prende alla sprovvista, credimi Miu lo abbiamo sperimentato anche noi! Adesso calmati…- i suoi tentativi di calmare la figlia furono interrotti da Baumiau, che le si rivolse con aria innocente.

- Ma signora Miyu, il signorino Lou ha ragione… dopotutto la signorina Miu è uguale a lei…- Miyu lo guardò con sguardo omicida.

- Come sarebbe a dire scusa?- qui si intromise Kanata, che non riusciva proprio a non approfittarne ogni volta che qualcuno lo metteva in condizione di prendersi gioco di sua moglie.

- Vuole dire che Miu è imbranata come te, semplice no?- il volto della donna si contrasse per la rabbia e si scagliò contro suo marito urlandogli.

- KANATA, SEI SOLAMENTE UNO STUPIDO!! NON HAI UN BRICIOLO DI SENSIBILITA’, NEANCHE PER TUA FIGLIA!!- Kanata sembrava tranquillo, mentre Lou si chiedeva quante volte in tanti anni, una scena simile si era ripetuta.

- Ma guarda che io sto soltanto dicendo la verità! Dopotutto non sono io quello che cade sempre per terra e che combina continuamente pasticci!- cercava di spiegare l’uomo, impassibile alle urla che seguirono di Miyu.

Miu si allontanò per non dover sentire ancora l’ennesimo urlo di sua madre.

- Ne avranno per molto…- disse con voce triste; Lou percepì quella nota di tristezza e la fissò con aria seria mente si chiudeva nella sua stanza. Baumiau lo richiamò.

- Signorino Lou, c’è qualcosa che non va?- il ragazzo scrollò la testa.

- No Baumiau, va tutto bene… che ne dici di fermare di nuovo quei due?- e si rimboccò nuovamente le maniche.

 

*   *   *

 

Il silenzio regnava mentre tutti cenavano. Quel pomeriggio era stato piuttosto movimentato e l’ultima lite si era conclusa con Kanata e Lou che uscivano di casa, per una destinazione che Miu ancora non conosceva e che non aveva nessuna intenzione di chiedere né al ragazzo che da meno di ventiquattro ore già trovava antipatico, né a suo padre per paura di nuove discussioni. Hosho invece, cercava in tutti i modi di trovare un argomento su cui discutere allegramente, ma nemmeno Miyu voleva assolutamente parlare perché era ancora in collera con Kanata. Lou volgeva lo sguardo un po’ sull’uno e un po’ sull’altra e poi di tanto in tanto osservava l’aria mesta di Miu, senza farsi notare. Sembrava che niente fosse cambiato in quegli anni. Ancora litigavano nonostante tutto, ed ancora si venivano a creare situazioni tese come quella, ed ancora…

- Per quanto tempo LUI dovrà stare qui?- chiese Miu trovando il coraggio di parlare, ma facendolo con una voce glaciale e marcando le sue ultime parole.

- Dovremmo rimanere all’incirca un anno, signorina Miu…- le spiegò Baumiau. Alla ragazza quasi mancò il fiato. Doveva convivere con quel ragazzo per un anno intero… come avrebbe fatto? Sarebbe impazzita prima? Non parlò più tentando di non mettersi a piangere, lasciandosi trasportare dal nervoso e dalla morsa nello stomaco che la attanagliava.

Con molto sollievo di tutti, la silenziosa cena ebbe termine e Miyu accompagnò Lou nella stanza degli ospiti. Hosho uscì di casa per andare a trovare i genitori di Miyu e per trovare un po’ di allegria, Kanata invece si sedette sul divano in sala da pranzo ed accese la Tv.

Miu era al colmo della stanchezza. Era riuscita a fare il bagno, ma era ancora così scossa dagli avvenimenti della giornata che non era riuscita a goderselo. Mentre usciva dal bagno per dirigersi nella sua stanza, incrociò Lou e senza parlargli gli passò davanti. Lui invece si voltò verso di lei e le parlò con aria amichevole.

- Lo so che è dura, ma tanto poi passa tutto!- Miu si voltò come fulminata e lo osservò: solo allora si rese conto della strana sfumatura viola che attraversava gli occhi azzurri del ragazzo.

- Non si rendono conto che fanno soffrire gli altri quando fanno così?- si allontanò con questa domanda retorica, mentre Miu si rese conto, con sua somma sorpresa, che forse quel ragazzo non doveva essere poi così antipatico…     

 

Il televisore stava trasmettendo un film d’azione, ma Kanata non lo seguiva. Stava invece osservando Miyu che lavava i piatti in cucina. Quando lei ebbe finito, fece per allontanarsi, passando dal divano su cui era seduto Kanata, senza guardarlo, ma lui la fermò prendendole la gonna, come fa un bambino per attirare l’attenzione della madre. Dopo essersi fermata, Miyu si posizionò alle sue spalle e gli tirò un affettuoso pugno sulla testa.

- Sei uno stupido Kanata! Non perdi mai l’occasione!- lo rimproverò, ma sembrava che ormai non ci fosse più alcun rancore. Lui la guardò intensamente, girando il collo verso di lei.

- Mi dispiace…- Miyu continuò dapprima a guardarlo con rimprovero, poi il suo sguardo si addolcì e gli diede un tenero bacio sulle labbra. Dopo gli si sedette di fianco e si strinse a lui affondando il viso sul suo petto e lasciando che lui le accarezzasse la folta chioma bionda.

 

La mattina seguente, Miu si preparò ad uscire di corsa da casa, per non dover ancora assistere a qualche litigio, ma non potè non notare prima di andarsene, che i suoi genitori dormivano abbracciati sul divano. Li svegliò ricordando a suo padre che aveva ancora un lavoro e poi uscì sentendosi molto più allegra.

Al solito posto, incontrò la sua amica Yuko, ancora ignara degli innumerevoli avvenimenti del giorno prima, che Miu non mancò di raccontare alternando le sue parole con esclamazioni e sospiri.

- Credimi Yuko, non so proprio cosa fare… come faccio a viverci un anno intero? E poi con i miei genitori! Delle volte li odio, non fanno altro che litigare! Per fortuna che a scuola non li devo vedere e posso respirare!- non fece in tempo a sorridere sollevata, che un tocco leggero sulla testa di una cartella la riportò alla triste realtà (Eh! Eh! Che vi ricorda? Marmalade Boy 4 ever!!!!).

- Chi è che non vedresti scusa?- la voce era impossibile da non riconoscere. Miu si voltò con uno sguardo tra il disperato e il sorpreso.

- Cosa ci fai qui Lou!-

- Cosa? Questo sarebbe Lou?- Yuko guardava il ragazzo incuriosita e lui si presentò senza calcolare Miu che continuava a domandargli, anzi ad urlargli il motivo per cui aveva la divisa della sua scuola e si trovava lì.

- Molto piacere, io sono Lou! Tu devi essere la figlia di Santa, vero?- Yuko annuì divertita. Lou era davvero un bel ragazzo e adesso capiva perché il giorno prima Miu era arrossita quando lei le aveva domandato se era carino. Lou finalmente si girò verso Miu, che aveva il volto arrossato per il nervoso.

- Se devo restare qui per un anno, non vuoi che frequenti la scuola?-

- Ma perché proprio qui!-

- Scusa ma ci sei o ci fai? Se abitiamo da queste parti perché dovrei andare nella scuola di un altro quartiere? Mi dispiace carina, ma dovrai sorbirti una parte della tua famiglia anche a scuola!-

- Puoi stare tranquillo che farò qualsiasi cosa per evitarti!-

- Caspita! Non sei poi così timida!- quella voce, Miu l’avrebbe riconosciuta tra mille. Lou si voltò incuriosito per vedere chi fosse che li interrompeva. Quella era la voce era di Toshiro Honda. Miu si bloccò, continuando a fissare Lou. Non aveva il coraggio di voltarsi verso Toshiro e si rese conto che le gambe le stavano per cedere.

- Ah, ciao Honda.- Yuko salutò il ragazzo un po’ di controvoglia. In realtà stava cominciando a stancarsi della presenza continua di quel ragazzo. Per fortuna grazie alla ragazza, l’attenzione di Toshiro si rivolse verso di lei.

- Ciao Yuko, che fai di bello?-

- Quello che faccio tutte le mattine Honda, vado a scuola!- disse come se si stesse rivolgendo ad uno stupido. Mentre i due ragazzi parlavano, Miu abbassò lo sguardo completamente rosso. Raccolse la cartella che aveva lasciato cadere per terra e si avviò verso la scuola con il capo chino ignorando completamente Lou, che si decise a seguirla. A metà strada, però venne fermato dal moro, che gli chiese chi fosse.

- Sono un nuovo studente e sto partecipando ad un corso di intercultura. Il mio nome è…- ci pensò un attimo, quasi come se l’avesse scordato -… Lou Kant! Sono americano, molto piacere!- detto questo si voltò velocemente e raggiunse Miu.

Miu camminava piano ancora rossa in volto e pensava alla figuraccia che aveva fatto. Una voce la fece trasalire.

- Lui ti piace, vero?- Miu si voltò ancora più imbarazzata.

- M-ma che cosa dici!?!- Lou sembrava imperturbabile. Camminava con le mani in tasca e continuò anche dopo averla raggiunta.

- Sei tutta rossa… mi domando come mai la tua amica non se ne sia ancora accorta…-

- Guai a te se parli! Non voglio che lo sappia!!-

- Sì, sì, stai tranquilla, tanto a me non interessa… piuttosto, ricordati che il mio nome è Lou Kan, e sono un ragazzo americano che ha partecipato ad un progetto di intercultura con il Giappone, ed è venuto ad abitare a casa tua. Ieri papà mi ha accompagnato ad iscrivermi, ecco perché siamo usciti…-

- Uff… d’accordo cercherò di non dimenticarlo…-

- E’ appunto questo il problema, credo proprio che lo scorderai, per come sei!-

- Uffa Lou, sei uno stupido!- Miu gli fece la linguaccia indispettita e poi corse avanti. Lou la osservò sorridendo.

- Somiglia tanto anche a papà!…- Lou alzò lo sguardo verso l’entrata della scuola e il suo sorriso divenne quasi perfido - Penso proprio che ci sarà da divertirsi qui!-

 

Continua…

 

   
 
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