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Autore: ticci    23/08/2014    2 recensioni
Alicia e Lee. Due ragazzi che hanno iniziato ad amarsi tra i banchi di scuola e che hanno deciso di affrontare le insidie della vita insieme. Quante ore hanno passato a immaginare il loro futuro? Quanto tempo hanno passato chiedendosi cosa sarebbe diventati "da grandi"? Per quanti minuti avevano discusso dell'eventualità di una guerra contro Voldemort? Come avrebbero potuto aiutare a fermarlo?
***
“Qual è la prima cosa che ti è piaciuta di lui?”.
“Il sorriso”.
“Perchè?”.
“Perchè fa sorridere anche me”.
***
Lee/Alicia
Genere: Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alicia Spinnet, Altro personaggio, Angelina Johnson, Fred Weasley, Lee Jordan
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 1

Pioveva da giorni. Le pioggia picchiettava continuamente contro la tenda da campeggio che Remus Lupin aveva avuto in regalo dai suoi amici ai tempi di Hogwarts. Il cielo era nero come la pece e soffiava un vento implacabile. Nonostante tutti gli sforzi per mantenere le pareti ben piantate al suolo, riusciva a penetrare un brezza gelida, e, nonostante Kingsley avesse posizionato una stufetta al centro della stanza improvvisata, nessuno riusciva a scaldarsi, e ogni volta che qualcuno parlava, emetteva una leggera condensa bianca. Erano tutti seduti intorno a questa fonte di calore, impegnati a mangiucchiare il pane raffermo che Remus aveva recuperato, troppo stanchi per parlare, troppo stremati per scherzare, troppo svuotati anche solo per sperare. Un tuono rompe il pesante silenzio facendo sobbalzare tutti i presenti. 
“Direi che siamo tutti piuttosto nervosi” provò a scherzare Lee Jordan. Sorrise tristemente ai due compagni e sistemò meglio il cappello di lana sui lunghi dread neri. Remus e Kingsley si guardarono a lungo e poi scoppiarono a ridere.
“Ragazzi se parleremo ai maghi la fuori con questo tono tetro sicuro non diffonderemo la speranza di cui hanno bisogno” dissse Kingsley, mentre versava un po' di Burrobirra in tre bicchieri. “Chiamatemi ottimista, ma sono certo che hanno bisogno di sentirci” e così dicendo levò in alto in bicchiere e esclamò: “A Harry Potter”. Gli altri due si unirono alle parole dell'uomo e bevvero d'un fiato la bevanda.
“Allora, Remus, come sta Tonks?” domando Lee. Il giovane professore lo guardò e sorrise dolcemente: “Direi che, nonostante tutto, se la sta cavando molto bene, anche se le dà davvero molto fastidio stare ferma, a casa con sua madre, quando suo padre rischia ogni giorno la vita, per non parlare di tutti noi membri dell'Ordine. Ma per il bene del bambino, questo e altro”.

“Non ce la vedo accanto alla stufa a fare la maglia” dice sogghignando Kingsley.
“Oh, certo che no. Se chiudo gli occhi, riesco a vederla a muoversi come una furia nel salottino di Andromeda, con i capelli che passano dal rosso scuro al rosso fuoco. Sono abbastanza certo che si alleni di nascosto nel capanno degli attrezzi di Ted e che protegga i Babbani nelle vicinanze con qualche incantesimo di protezione”.
Lee sorrise rivolto verso il suo vecchio insegnante: “Non sarebbe lei se non lo facesse”.
Remus ricambiò il sorriso e, mentre si alzò, disse: “Lo so. Ed è anche per questo che la amo. Speriamo che tutto questo finisca prima della nascita del piccolo... sarebbe tutto molto più semplice”.
“Lo speriamo tutti” annuì gravemente Kingsley.
Improvvisamente sentirono vibrare il piccolo gong che avevano messo all'ingresso della tenda. Contemporaneamente i tre maghi tirarono fuori le bacchette e si guardarono.

“Chi è?” domandò Remus.

“Sono io, Fred” rispose lo sconosciuto.

“Fatti riconoscere” ribatté Lee.
“Oh beh. So che la prima ragazza che hai baciato non è Natalie McDonald, come vai dicendo in giro, ma è Millicent Bulstrode, per vincere una scommessa contro di me e George”.
“Okay, okay” disse Lee avvicinandosi alla porta con le guance leggermente arrossate. “É lui”. Abbassò leggermente la zip che chiudeva la tenda e si trovò davanti il viso spigoloso di Fred Weasley. I due si abbracciarono, dandosi calorose pacche sulle spalle. Fred si abbassò per entrare e strinse con una stretta di mano i due uomini.

“Novità?” domandarono in coro Kingsley, Remus e Lee.
“Purtroppo si, ragazzi. Hanno riferito a mio padre che hanno catturato la moglie e il figlio di Dirk Cresswel perché sostengono che sappiano dove sia nascondi. Nessuno sa, però, dove li tengono priginiero”.
Kingsley si sfregò il mento con la mano e imprecò. “Henry ha solo 7 anni”. Remus sospirò rumorosamente e appoggiò la mano sulla spalla dell'amico.
“Altre novità, Fred?” chiese Lee.
“Su un giornale Babbano di Londra hanno riportato l'esplosione di un treno dove c'erano su molti Babbani. Il bilancio è davvero molto grave” rispose Fred, infilandosi le mani nella giacca a vento.
“Sono coinvolti i Mangiamorte?” chiese Remus, temendo la risposta.
Fred annuì in risposta: “Dedalus dice che era coinvolto anche il loro capetto”.
I suoi interlocutori trattennero il respiro. Fred continuò: “Ha detto che sembrava molto arrabbiato”.
“Quando non lo è” replicò cupamente Lee.
Fred gli sorrise tristemente.
Restarono qualche minuto in silenzio, assimilando le notizie che avano ricevuto dal giovane dai capelli rossi. Kingsley si allontanò dal gruppetto e iniziò a lavorare sulle manopole che controllavano le frequenza d'onda della radio. Remus si sedette su una sedie e sorseggiò altra Burrobirra. Lee appoggiò un braccio sulle spalle dell'amico e gli domandò: “Hai saputo qualcosa di lei?”. Fred ricambiò la stretta dell'amico e rispose: “Purtroppo no, Lee”. Gli occhi speranzosi del giovane si spensero, come ogni volta che chiedeva sue notizie e non le riceveva. “Tranquillo, amico. Non significa nulla. Se le fosse successo qualcosa lo sapremmo”. Lee si staccò dal suo vecchio compagno di scuola e andò verso Remus: “Certo” rispose automaticamente, e tracannò la Burrobirra rimasta. Mentre si stava asciugando le labbra con il guanto sgualcito che aveva, Kingsley dichiarò: “Pronti a diffondere un po' di speranza?” e passò il microfono improvvisato al giovane telecronista.
“Pronto a farli sorridere” bisbigliò Fred all'amico. Lee annuì.

Sono pronto a farla sorridere.

 

***

 

Alicia stava mescolando il sugo che aveva preparato per condire la pasta. Sentiva,
dalla stanza accanto, la sua amica Angelina discutere con Hestia Jones.
“Può stare con noi, signorina Jones” ripeteva per l'ennesima volta la giovane ragazza di colore.
“Come possono due giovani come voi occuparsi di un bambino di sette anni, per di più sconvolto dal rapimento di sua madre?”
“Ce la caveremo. Alicia ha l'apprendistato al San Mungo al mattino, mentre io mi alleno al pomeriggio. La sera non ci muoviamo per via del coprifuoco”.
“Ma ha bisogno di un adulto. Sono sicura che Andromeda si occuperà volentieri di lui” insistette l'anziana donna.
“La signora Tonks deve occuparsi della figlia, non è giusto affidarle anche Henry. E poi il bambino mangia e parla solo quando vede Alicia”.

“Davvero?”
La giovane giocatrice di Quidditch annuì tristemente.
Rassegnata, Hestia acconsentì di lasciare quel povero bambino alle due amiche: “Okay, ma se ci sono problemi, chiamatemi”. Abbracciò velocemente Angelina, aprì un ombrello e si allontanò a passo svelto. Angelina la guardò allontanarsi e si strinse maggiormente nel maglione di lana. Quando l'arzilla signora scomparve dalla sua vista, chiuse la porta con due catenacci e scagliò un incantesimo di protezione. Dopodichè si recò in cucina e raggiunse l'amica del cuore.
“Henry rimane con noi”.
Alicia sorrise riconoscente verso la sua vecchia compagna di scuola e scolando la pasta, affermò: “Meno male. Sarebbe stato un peccato che se ne andasse proprio ora che inizia a raccontarci cos'è successo quella terribile notte”.
“Cos'altro ti ha detto?”
“Ha detto che hanno scagliato contro di lui e sua madre la maledizione Cruciatus. Mentre erano semi-svenuti li hanno legati, però mentre parlava si è fermato di colpo, quindi tempo che questo sia niente” disse la bionda, sistemandosi una ciocca dei lunghi capelli dietro l'orecchio.
“Povero piccolo” sussurrò Angelina e abbracciò l'amica: “Meno male che l'hai trovato” sussurrò. Alicia si aggrappò al quel gesto mentre cercava di non ricordare quella terribile notte. La pioggia che scendeva implacabile, il vento forte che la costringeva a chiudere gli occhi, quel terribile urlo disperato.
No, non voleva proprio ricordare.
Si staccò dall'amica e disse: “Vallo a chiamare, la cena è pronta”. Mentre distribuiva la pasta in tre piatti, il piccolo Henry entrò nella cucina. Aveva i capelli biondo cenere spettinati, gli occhi gonfi per via del sonno, due profonde occhiaie a prova degli incubi che lo svegliavano continuamente e il braccio sinistro ingessato. Il graffio sulla guancia stava guarendo, anche se aveva un'inquietante sfumatura giallina. Alicia si appuntò mentalmente di prendere un po' di pomata all'ospedale, l'indomani. Gli avvicinò il piatto e con tono allegro disse: “Tieni, mangia. Se Angelina non ha spazzato via tutta la torta, dopo te ne do un pezzetto”.
Il bambino sorrise mentre l'amica protestava: “Ehi! Non sono l'unica golosa in questa stanza”.
“Ange, per favore, dopo ogni allenamento ti mangi mezza dispensa”

“Non è vero”

“Ange”

“Giusto due cose”
“Ange” replicò Alicia per stuzzicarla.
“Mi devo tenere in forma. Insomma il coach ci fa fare un sacco di attività fisica prima di salire sulla scopa”

“Si ma questo non significa che devi mangiarti tutti i biscotti che trovi”.
“Non è vero” si difese Angelina.
“Henry, vero che oggi pomeriggio volevamo mangiarli con il latte ma non c'erano?” disse la giovane, facendo l'occhiolino al piccolo.
Lui sorrise e disse: “É vero, Angelina” e addentò con gusto la pasta. Angelina alzò gli occhi al cielo e, con fare plateale, esclamò: “Vi siete coalizzati contro di me, vedo!”.
Alicia rise e le strinse il braccio con affetto. “Henry, quando eravamo ad Hogwarts, Ange comprò 5 confezioni di Zuccotti di Zucca, e indovina? Le mangiò tutte in una sera! È stata male una settimana”.
“E da allora non tocco neanche uno di quei dolcetti” concluse Angelina e finse di vomitare.
Il bambino addentò l'ultima pennetta e disse: “Anche al mio papà non piacciono”.
“É un buongustaio” annuì Angelina e si sedette a tavola a mangiare.
“La mia mamma diceva che era l'unico mago al mondo che non mangiava i Zuccotti di Zucca. Le devo dire che anche a te non piacciono” continuò il piccolo bevendo un sorso di acqua.
“Glielo dirai presto piccolino” disse Alicia, accarezzandogli la testa.
Si sedette accanto a lui e iniziò a mangiare e in tanto sbirciava Henry che, preso un po' di coraggio rispetto ai giorni scorsi, si guardava intorno, ammirando le stampe che le due ex Grifondoro avevano comprato per addobbare la casa, osservando i libri di cucina che avevano comprato ma mai usato. L'attenzione del bambino fu catturata da un mazzo di carte. Alicia se ne accorse e gli domandò: “Ci sai giocare?”.
Il bambino annuì: “Me l'ha insegnato mio padre. Sai, mi ha anche spiegato qualche gioco Babbano”.
“Dopo cena ti va insegnarci qualcosa?” domandò Angelina.
Annuì con entusiasmo. Fece per alzarsi, ma poi si fermò: “Posso andare nella mia stanzetta con queste?”.
Alicia e Angelina si guardarono sorprese e insieme esclamarono: “Certo”. Il piccolo si alzò e le lasciò da sole.
Appena sentirono la porta chiudersi, Angelina disse con un sorriso: “Mi ha parlato” e Alicia annuì, anche se era sempre un po' preoccupata. “Si sta rimettendo, almeno fisicamente”.
“Meglio di niente, Aly”.
“Ti va se accendiamo la radio e cerchiamo Radio Potter?” chieste Alicia.

Ho voglia di sorridere.

Angelina annuì e, dopo diversi tentativi trovò la sequenza giusta.

Appena sentì la voce di Lee, gli occhi di Alicia brillarono.
Sta bene.
L'amica si accorse del cambio d'umore di Alicia e le domandò: “Qual è la prima cosa che ti è piaciuta di lui?”.

“Il sorriso”.

“Perchè?”.

“Perchè fa sorridere anche me”.


NdA: ciao a tutti! É da veramente molto tempo che non pubblico qualcosa su EFP. É da diverso tempo che sto scrivendo questa long... Alicia e Lee mi sono sempre piaciuti insieme! Non so esattamente quanti capitolo saranno... comunque qualcosa di non eccessivamente lungo. Pensavo di alternare capitoli che descrivono avvenimenti del "presente" ad altri che riguardano i ricordi dei due, dei momenti trascorsi insieme!
spero vi piaccia... lasciatemi, se vi va, un commentino, positivo o negativo che sia! sono bene accetti entrambi!
ticci

 

  
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