Da un sorriso
all'oscurità
Una goccia di rugiada scivolava felice, come una bimba
capricciosa su di una foglia liscia e morbida legata alla propria madre, uno
stelo verdeggiante di una candida rosa bianca che fissava dolcemente il riflesso
dei raggi solari su di un vetro. Quest’ultimo regalava ad un dolce bambino una
tenera culla di luce. Le palpebre si aprirono lentamente paurose, piccole grinze
di occhi arricciati donavano ai quei lineamenti un’innocenza ingannatrice che
celava un carattere ribelle. La piccole manine schermirono quei dolci occhi
castani dalla luce del sole, lunghi capelli castani arruffati sfioravano
sprizzanti di gioia le orecchie arrossate, tese in attesa della colazione. Ad un
tratto il nasino, leggermente a patata, tirò su di getto e un odore inebriante
di brioche appena tolte dal formo invase il bambino, ancora pigramente disteso a
letto. Le labbra si socchiusero e pregustando il sapore di quelle prelibatezze.
Una candida voce materna chiamò il figlioletto invitandolo ad alzarsi.
Il bimbo senza farselo ripetere due volte scese dal morbido e
caldo letto, quasi rimpiangendolo. Ora si poteva notare la sua media statura,
adatta ad un bambino della sua età e la sua calzante corporatura, magra e
fragile.
Dopo qualche attimo tra veglia e sonno, il bambino decise di
vestirsi. Si infilo dei grandi calzoni marroni e una larga maglia nera dalle
lunghe maniche, che lo facevano sembrare molto più grande della sua età. Dopo
calzini e scarpe, rifece il letto accuratamente e si diresse in bagno.
Un rumore di zampe che si accalcavano sul parcuè in legno,
preannunciarono l’arrivo di un cane che entrò di soppiatto nella camera e si
lanciò sul letto del ragazzo, stropicciando le lenzuola, e gettando il cuscino
sul lampadario, che per fortuna non cadde. Il bambinetto ancora con la cerniera
dei pantaloni sbottonata, corse nella sua cameretta e assistette al disastro.
Guardò torvo il cane e si avvicinò a quello che restava della branda.
<< Sei il
solito pasticcione Safe ! >> disse puntando il ditino verso la creatura
<< Ora scendi! Subito! Se no, chiamo la mamma! >> concluse con la
sua vocina stridula, cercando di imitare il tono irritato dei grandi. Il
cagnone, ubbidì e volò addosso al padroncino atterrandolo. Safe era un
Labrador molto giocherellone, di circa 4 anni di media statura, occhi marroni e
manto fulvo. Il cane leccò il viso del compagno e guaì sommesso, il moretto
sorrise e cercò di scostarlo, per poi regalargli una tenera carezza sul muso.
<< Andiamo, mamma ci aspetta! >> disse, mentre si
voltava sui tacchi e varcava l’uscio, seguito naturalmente, dopo qualche
minuto, da Safe.
Raggiunta la cucina, un’altra ondata di luce invase i due,
ma il bambino non capì se era il sole o la bellezza di sua madre. Una donna
snella e alta, dai lunghi capelli corvini, ricci che le sfioravano le ossute
spalle, indossava una maglia bianca con qualche stellina d’argento e una lunga
gonna blu , coperta in parte da un grembiulino decorato da dei rigogliosi
fiorellini azzurri, che si
intonavano con i suoi grandi occhi, del medesimo colore. La donna sorrise
radiosa e fece cenno al figlio di accomodarsi, dopo di che con grazia raffinata,
posò davanti al viso del bimbo una tazza di tè caldo alla vaniglia e una
brioche caramellata. Il bambino sorrise a sua volta e iniziò a mangiare felice,
intanto la madre gli sistemava i capelli.
<< Devi pettinarti al mattino, se no questi… >>
e prese una ciocca castana << … li tagliamo
>>
<< No, non li tagliamo, a me mi piacciono ! >>
<< A me piacciono
>> lo corresse, la donna dolcemente, <<
E poi devi fare il bravo...altrimenti domani niente festa >>
Remus sorrise maliziosamente, trasformando gli occhietti
color nocciola in piccole fessure << Oggi è il mio compleanno ! >>
<< Esatto, e non sei curioso di sapere cosa ti abbiamo
regalato io e Papà ? >>
<< Certo che lo sono ! Me lo dici? >>
<< Certo ! >>
<< Davvero? >>
<< No, lo saprai stasera tesoro, quando Papà
torna…>>
<< Torna da dove? >>
<< Deve andare nel bosco qui davanti… >>una
vena di tristezza invasero quelle parole ,e il bambino se ne accorse.
<< Pecchè? >> chiese
<< Perché! Perché…deve Remus >>
<< Ma io…io non sono mai andato nel bosco mamma e
vorrei vederlo! >>
<< No, è pericoloso… >>
<< Ma voglio e ci vado! >>
<< No! Non ci vai chiaro? È pericoloso! Ora mangia!
>>
<< Va bene… >> disse il bambino, non era una
buona idea far arrabbiare la mamma di prima mattina specialmente il giorno del
proprio compleanno, così Remus si vide costretto a mangiare la sua brioche in
silenzio.
La donna gli andò vicino e gli sussurrò accarezzandogli
dolcemente un gota<< Non fare così Remmy….io mi preoccupo per te, non
so cosa farei se ti accadesse qualcosa…capito amore? >> e lo abbrciò
schioccandogli un bacino sulla gota
<< Pecchè? Scusa... perché? >>
<< Reemuus >> lo avvertì la madre con tono
mieloso prolungando le vocali del nome
il bambino fece la linguaccia, e si alzò << Vado a
giocare con Safe ! >> ed uscì di corsa seguito come da un terremoto, dal
tenero Labrador ,che era rimasto accucciato in un cantuccio della cucina per
tutto il tempo.
La donna osservò i due con il suo sguardo cristallino, e
sospirò seria.
Remus e Safe giocare all'ombra della loro lussuosa villetta
di campagna, accompagnati dal sussurro degli alberi, del bosco che sorgeva
davanti all'abitazione. Quell'insieme di abeti e sequoie era un luogo
misterioso, che stando agli accorgimenti della Signora Lupin, ricco di pericoli
mortali in agguato, pronti ad avventarsi sulla prima persona che capitava a
tiro. Ma Remus non era di quello stesso parere, non vedeva l'ora di andare ad
Hogwarts per imparare l'arte della magia, così avrebbe potuto esplorare quel
luogo senza tanti problemi, purtroppo doveva attendere ancora qualche anno, dopo
tutto aveva solo 6 anni e cosa ancora peggiore, non riusciva nemmeno a dire
correttamente " perché " , ma non aveva importanza...lui voleva
andare in quel bosco e ci sarebbe andato, domani...appena mamma e papà
sarebbero andati a fare il riposino pomeridiano, appena dopo la sua festa di
compleanno.
<< Ciao Remmy ! >>
<< Ciao Papà ! >>
<< Vado dentro con la mamma, fai il bravo >> e
gli fece un occhiolino
Il Signor Lupin era un uomo, dall'aspetto severo,ma come
l'apparenza inganna, in realtà era ricco di buone intenzioni, un bravo padre
dolce e affettuoso, come con la moglie. I due si erano conosciuti durante una
rappresentazione teatrale ad Hogsmeade, 11 anni fa. Il Signor Lupin ascoltava
inebetito la donna che interpretava il ruolo di una Principessa, casualmente la
Signora Lupin per l'esattezza Moira Elizabeth Wolf, in quel perioda lavorava
come attrice in un laboratorio teatrale di leggende magiche. Fatto sta, che alla
fine dello spettacolo il Signor Lupin nonché Jhon Williams Lupin, si recò nel
camerino dell'attrice e dopo qualche parola, passeggiate in riva al Tamigi con i
visi rischiarati dal calore delle stelle, i due si innamorarono perdutamente,
come in una romantica favola narrata in un mieloso libro di fantasia. Jhon
assomigliava molto al figlio, stessi occhi sesso viso, forse i capelli erano
leggermente diversi, tendevano più sul biondo anziché al castano, egli
lavorava come commesso in un negozio nei pressi di Diagon Alley che vendeva
oggetti dedicati per lo più al lavoro degli Auron, ambizione che Jhon non riuscì
mai a raggiungere a causa della sua problematica infanzia, ma che sperava che
raggiungesse Remus, un giorno.
L' uomo entrò nella cucina
<< Ciao Moira >>
<< Ciao Jhon >>
<< Cos'hai, mi sembri preoccupata >>
<< Non ho nulla caro... >>
<< Da dimmi cos'hai >> le sussurrò all'orecchio
cingendole le braccia intorno alla vita
<< é solo che...niente. Hai preso il regalo per Remus?
>>
<< Sì...mah...va bene me lo dirai questa sera con
calma cos'hai, va bene amore? >>
<< Va bene >> ed ella sorride stampando un bacio
sulle labbra del marito.
<< Cosa si magia di buon oggi ? >>
<< Nulla >>
<< Come nulla ?! >>
<< Nulla, sbaglio o dovevi portarmi qualcosa a casa?
>>
<< Cosa? >>
<< Jhon ! >>
<< Ah, sì ! Ecco >> e le porse un pacchettino
sfilatosi dalla tasca interiore della giacca
Moira lo aprì e ne tirò fuori un foglietto con su scritto :
Viaggio per tre persone all'estremità dell'immaginabile...
Campionato Mondiale del Quiddicht, il 12 e prolungo, di
Gennaio.
Posti in fila panoramica, costo 9 galeoni, alloggio a carico
dei partecipanti.
Vivrete un'autentica avventura, preparate la Scopa che si
parte alla ricerca del Boccino !!
E alla file della presentazione c'era un uomo che volava su
di una scopa che sfrecciava per tutto
il foglio alla ricerca di una pallina, d'oro volante.
<< Va bene ? Sono i posti migliori ! >> disse il
marito in attesa di una reazione
<< Certo
che vanno bene! Daremo il biglietto questa sera a Remus insieme al suo regalo di
compleanno ! >>
<< Questa sera? Ma se il suo compleanno è domani!
>>
<< Sì, ma domani ci saranno dei suoi amici, alla festa
e puoi immaginare che caos... >>
<< Giusto. Ora mangiamo? >>
<< Sì, ecco >>
E la moglie posò sul tavolo una portata di deliziose
prelibatezze << Chiama Remus ! >> disse infine, posando una ciotola
di bocconcini Super rinforzanti per Cani che mangiano in modo nutriente a
terra.<< E anche Safe... >>
La sera giunse in fretta e la famiglia come al solito si
radunò, nel gazebo di fianco alla villetta. Era un luogo riparato dal sole,
circondato da rose e foglie d' acanto, sulla struttura sotto la quale
risiedevano i tre, una fertile edera verde e una robusta pianta di rose bianche
e blu si aggrappavano allo scuro legno di noce. Era ormai una tradizione recarsi
in quel piccolo angolo di paradiso, dopo ogni lunga giornata estiva. La Signora
Lupin e compagno parlavano animatamente sul ribasso dei prezzi, mentre Remus
giocherellava annoiato con il suo Cacciatore preferito della squadra Irlandese.
La sua intensa tenerezza avrebbe potuto sciogliere anche il più burbero e
severo degli uomini; parlava da solo, imitando il cronista di una meravigliosa
partita allo stadio.
<< Columbus passa a Bartimeus, ma viene intercettata da
Edgar Bergam della squadra avversaria l'atmosfera si fa tesa, ma ecco Columbus
prende la Pulffa e segna !! >> diceva
a bassa voce facendo l'eco delle persone esultanti per il goal.
Dopo un quarto d'ora madre e padre rientrarono in casa
promettendo al figlio che sarebbero tornati con una sorpresa. Remus era
eccitatissimo, sapeva qual'era la sorpresa, il suo regalo di compleanno! "
Magnifico " pensò " Finalmente avrò una scopa tutta mia! O no...ma
magari un kit per pozioni magiche come quella che ho visto da Giocoretteria !
Che bello! " poi guardò con occhi lucidi il cagnolone che si era
addormentato.
<< Safe! Mi danno il regalo! >> grido
il cane fece un leggero sobbalzo, e grugnì voltandosi
d'altro lato dando le spalle al bambino esultante
<< Bell'amico... >> constatò Remus osservando la
boscaglia dall'oblò del gazebo, che aveva attirato per l'ennesima volta la sua
attenzione...
Quanto avrebbe voluto andarci….Papà proprio quella sera a
cena aveva detto che nemmeno lui ci sarebbe andato, poiché quel piccolo
problema che doveva risolvere si era già risolto da solo, chi sa cos’era?
Remus era davvero molto curioso, tanto da avvicinarsi gradualmente con lo
sguardo a quel parco misterioso, vagò per la boscaglia, ma il buio della notte
non gli permetteva di vedere oltre, così si alzò dalla sedia e senza fare il
minimo rumore si avvicinò cauto al margine della foresta << Che bella…
>> mormorò con il fiato sospeso per l’eccitazione. Mancavano ormai una
ventina di metri al suo obbiettivo, poi un raggio di luce gli illuminò il capo.
Il bombo si voltò, credeva che fossero i suoi genitori che aveva aperto la
porta di casa per dargli il regalo, ma non erano loro, l’uscio era ben chiuso
e si intravedeva solo qualche figura al di là del vetro sfuocato, che
trafficava con un pacco. Remus sorrise e alzò lo sguardo al cielo, la luna
prillava in tutto il suo splendore, era bianca rotonda e candida, chissà come
mai, ma ogni volta che Remus compiva gli anni c’era la luna piena, per lui
quella sfera era una fonte di sogni, si incantava a fissarla ogni volta che la
vedeva, immagina di volare con un velocissima scopo da Quiddicth fino da lei e
di toccarla, per poi portala a casa da regalare a Moira.
Passò qualche minuto e il bambino aveva ancora il volto
alzato verso il cielo, un ululato squarciò quel silenzio. Un fruscio di foglie
tra gli alberi bui. Remus abbassò lo sguardo era paralizzato, ma poi un filo di
logica gli fece intuire che era solo Safe che aveva visto anche lui la luna e
ululava, lo faceva spesso. Così preferì tornare indietro, era troppo tardi
andare nella foresta “ Domani…quando è giorno e sarò veramente solo! “
pensò.
Dei passi.
<< Saaafeee ? Vuoi giocare? >>
Nessun guaito nessuna risposta.
<< Safe ci sei? >>
Un altro rumore di passi questa volta più forti e decisi,
come se qualcunostesse correndo.
Remus non si mosse. << Va bene, ora mi giro e se vedo
che mi hai preso uno dei miei giocatori….>>
Una guaito acuto, un grido, un ringhio.
Remus si girò di scatto.
Safe giaceva a terra a qualche metro di distanza dal bambino,
accanto al cane una vistosa chiazza di sangue ricopriva l’era del prato. Poco
più in la ….
Remus non fece in tempo a vedere chi fosse, un ombra….
Aveva paura, tanta paura….non riusciva a parlare, a urlare,
voleva la sua mamma voleva papà, lui
era forte…
Aprì la bocca ma nessuno suono, il bambino tacque….
Qualcosa ringhiò, e avanzò…di sicuro era un uomo
camminava su due zampe…
Il bambino si fece coraggio e parlò in un sussurrò, la gola
era secca << Mamma… >> ma il suo grido era troppo fievole, e
qualcosa l’ osservava….Remus lo sentiva….
Un ringhio più profondo….
<< Mamma… >>
Un passo.
<< mamma… >>
Un altro.
<< mamma >>
Un’ altro ancora.
<< mamma..aiuto… >>
Una balzo…
<< Mamma !! >>
Remus venne disteso a terra, non era Safe…lui era morto
poco più in là….
Sentiva gli artigli che gli affondava le spalle….
vedeva le zanne…
sentiva il sangue caldo che colava dalla sua fronte…
vedeva il muso sporco di porpora…
inclinò il capo scostato da una di quelle grosse mani…
in canini gli penetrarono nel collo…piano…piano…
quel momento non finiva…era eterno
Remus non si muoveva, ave gli occhi aperti…
Quegli stessi occhi, che poco prima brillavano di felicità…
Una luce gli illuminò nuovamente il capo…
Non era la luna…
Un tonfo…
Qualcosa cadde dai gradini dell’entrata…
Una donna aprì la bocca….priva di parole…era uscita con
un sorriso ….
Un uomo alle sue spalle aveva sul capo un cappellino
colorato….
Jhon spostò Moira e si precipitò verso la creatura.
<< Stupeficium ! >>
La creatura affondò un’ultima volta le zanne del collo del
bimbo….e colpita dallo
schiantesimo…scappò….
Remus rimase a terra disteso….un fiotto di sangue colava
repentino dal collo del bambino….
Ricordi…tanti ricordi…
Il suo compleanno…
Safe quando lo aveva visto per la prima volta….
Quando mamma e papà giocavano lui e Remus
sulla spiaggia in vacanza…
Remus che piange perché non riusciva a prendere la palla al
volo…
Safe morto…
Il calore del sangue…
Poi…
Buio…
<< Va tutto bene Remus? >> chiese un ragazzo
<< Come? >>
<< Stai bene? Sei pallido, dai che tra poco si inizia !
>>
<< Sì…sto bene >> disse Remus toccandosi il
collo, gli faceva male…
<< Pronti? >> disse un ragazzo dai lunghi capelli
castani.
<< Via ! è sorta! >> concluse un altro con i
capelli neri ebano.
<< A dopo Remus >>
<< A dopo James… >>
Remus si curvò e un folta peluria gli invase il corpo…
Un dolore acuto dal collo si disparse in tutto il suo
corpo…
Un ululato infranse il silenzio di quella sera….