"A hero is not one who has never fallen, but one that,
when has fallen,has the courage to stand again."
"L'eroe non è colui che non cade mai, ma colui che,
una volta caduto, trova il coraggio di rialzarsi."
Jim Morrison
Chapter 1: "What a wonderful story is life"
Lottie’s POV
“Ragazze, ragazze, ragazzeee!! Ho
un’idea un po’ stranaaa” scrissi in quella chat di whatsapp, quel giorno
all’età di quattordici anni.
“Dilla!” rispose Cris.
“Dicci” rispose a sua volta Roxy.
Entrambe avevano sedici anni, anzi per la precisione Roxy li avrebbe compiuti
qualche giorno dopo.
“Se ci scrivessimo delle lettere tutte e
tre e ci raccontassimo quello che è successo, tipo ogni mese?” scrissi eccitata
da quell’idea.
Tutto iniziò quel giorno, per la
precisione il 29 giugno di quattro anni fa. Da quel giorno quelle due ragazze
diventarono per me come delle sorelle maggiori.
Io, Cris e Roxy, iniziammo a mandarci
delle lettere ogni mese, finché un giorno non mi diedero la bellissima notizia
che avevano preso un appartamento a Holmes Chapel.
“Ehi Lottie, abbiamo una notiziona per
te! Abbiamo deciso di trasferirci in Inghilterra perché come ben sai, è il
nostro sogno. Abbiamo provato a vedere gli appartamenti a Londra, ma sono
abbastanza cari e quindi abbiamo deciso di affittarne uno a Holmes Chapel, che
essendo più lontana rispetto al centro, gli affitti costano di meno. ” scriveva
in una delle sue lettere Roxy.
“Così potresti vivere con noi, visto che
sappiamo che è anche il tuo sogno e magari
potresti lavorare per procurarti dei soldi per iscriverti
all’università. Ci dispiace molto che tu non abbia avuto la borsa di studio e
sapendo quando tu ci tenessi, abbiamo pensato con Roxy a questa soluzione, sempre se per te andrebbe
bene.” aggiungeva Cris nella sua lettera.
Con quelle poche righe mi avevano resa
davvero felice. Si erano impegnate per aiutarmi. Erano le migliori sorelle
“adottive” che potessi mai desiderare.
Quell’estate si trasferirono davvero in
quella cittadina inglese.
Nell’ultima lettera che mi arrivò dopo qualche
giorno, mi avevano scritto che il trasloco e lasciare le loro famiglie, non era
stato affatto facile. Mi fecero anche ridere, perché mi raccontarono del
bizzarro incontro con il padrone di casa. Era un tipo strano, sembrava uno di
quei gnomi da giardino, mi aveva scritto Cris. Aveva un accento strano,
possibilmente era un irlandese che si era trasferito a Holmes Chapel per
lavoro, scrisse Roxy esprimendo i suoi pensieri nella sua lettera.
Alla fine anche io, dopo essermi
diplomata in lingue, mi trasferii da loro. Convincere i miei non era stato
facile, ma dovevo provare a realizzare i miei sogni. Avevo in programma di
lavorare e mettere da parte dei soldi per l’università. Avrei realizzato il mio
sogno, con sudore e lavorando duramente, ma ce l’avrei fatta. Era questo che
pensavo avrei fatto, una volta arrivata là.
Ma si sa, quando tutto si mette contro
di te e il tuo sogno, si deve avere molto coraggio per non arrendersi.
Erano le otto di mattina e come mia abitudine, sarei
arrivata in ritardo per lavoro. Per fortuna il signor Simon non si arrabbiava
mai, era davvero un grande quell’uomo. Capiva che svegliarmi presto per me era
un trauma. Lo era davvero, visto che dovevo occuparmi di una bambina ogni volta
che tornavo da lavoro.
Per fortuna Roxy e Cris, mi aiutavano tantissimo.
“Zia Lottie, stai andando a lavoro?” mi chiese la
piccola Julie, mentre trafficavo per prepararmi.
“Sì, piccola. Dà un bacio alla zia.” le dissi. Ogni
giorno che passava assomigliava sempre di più a sua madre.
“Mi manca da morire la mia migliore
amica. Vedere questa somiglianza, è un colpo al cuore ogni volta.” pensai per poi cacciare
via quei pensieri e concentrarmi sul presente.
“Cris sta ancora dormendo?” chiesi prima di buttare
il telefonino dentro la borsa.
“Sì. Ieri sera è tornata tardi.” mi rispose mentre correvo in bagno a lavarmi
i denti.
“La porfa lei a Jfulie all’asflilo, vero?” chiesi con il dentifricio ancora in bocca,
sputandolo poi sull’ultima parola.
“Certo, stai tranquilla.” mi rispose Roxy, cercando di trattenere le
risate, cosa che le riuscì solo per pochi secondi.
“Uffa, Roxy! Non ti ci mettere anche tu! Sono già in
ritardo!” dissi mentre la fulminavo con lo sguardo per la risata di prima. A
volte di prima mattina non ero proprio gentile.
“Scusa Lottie. E’ solo che eri buffa!” si giustificò
prima di scoppiare nuovamente in una fragorosa risata.
“Ok, ti perdono. Scappo a dopo tesoro.” dissi chiudendomi la porta di casa alle
spalle, senza ascoltare la risposta della mia coinquilina.
Dopo una mezz’oretta, cercando di non morire mentre
attraversavo la strada, arrivai sana e salva alla panetteria del signor Simon.
“Scusi, scusi, scusi il ritardo! E’ solo che ieri la
piccola ha voluto vedere Cenerentola e non è andata a dormire fin quando
il principe non l’ha sposata.” spiegai del ritardo mentre mi infilavo il
grembiule.
“Tranquilla cara. Almeno la bambina è rimasta
contenta del cartone?” mi chiese. Non sapevo se stesse scherzando o no.
Titubante risposi di sì.
***
“Io esco a fare delle consegne, cara. Di là c’è mia
moglie con il nostro nipotino.”
“Ok, a dopo.” sorrisi cordiale.
Dopo pochi secondi che il signor Simon uscì dal
negozio, sentii provenire un rumore dal ripostiglio, dove di solito i
proprietari tenevano le scorte di farina, burro e altri vari ingredienti, i
quali servivano alla realizzazione di quelle prelibatezze, che solo il signor
Simon era in grado di fare.
Spaventata che fosse successo qualcosa alla moglie
del mio datore di lavoro, mi precipitai nella stanza.
Entrando vidi il piccolo che se la rideva guardando
qualcosa dietro di me.
“Ehi piccolo, stai bene? Ti sei fatto male? Cosa è
successo? Dove è la nonna?” cominciai a fare domande a raffica, mentre il
piccolo guardava ancora un punto indefinito dietro la mia spalla.
“La nonna è andata un attimo dalla vicina.” disse
sorridendomi.
“E tu sei rimasto qui da solo?” chiesi stranita
dalle informazioni che stavo ricevendo. Mi sembrava strano che la signora
avesse lasciato il suo adorato nipotino da solo.
“Non sono da solo.” a quell’affermazione, mi sentii
stordita.
Mentre il mio cervello analizzava velocemente le
informazioni appena ricevute, sentii un rumore assordante dietro le mie spalle,
che mi fece girare di scatto verso esso.
La porta del ripostiglio, adesso era semichiusa e a
terra c’era un sacco di farina sparso per tutto il pavimento grigio.
Sentendo delle imprecazioni, alzai di scatto la
testa, che fino a quel momento era rimasta insieme allo sguardo a fissare la
farina sul pavimento avendo timore di quell’ombra che la lampadina proiettava
vicino ad essa. Stranamente però mi ritrovai ad avere gli occhi chiusi,
sicuramente dovuti alla paura che si stava facendo spazio dentro di me.
Prendendo chissà dove un po’ di coraggio, aprii gli
occhi e mi ritrovai un ragazzo riccio ricoperto di farina dalla testa ai piedi.
Mi sorpresi a pensare che era buffo e ridicolo.
La paura vedendo quella figura conciata in quel
modo, se ne andò via, lasciandomi perplessa in un primo momento, ma subito dopo
mi resi conto che non era passata per lo spettacolo divertente che i miei occhi
avevano davanti, ma per quei occhi color smeraldo che si erano incatenati nei
miei.
Cris’s POV
“Zia Cri, zia Crii” mi svegliai sentendomi tirare
delicatamente il braccio. Julie era venuta a svegliarmi, come ogni mattina,
seguita a ruota da Roxy.
“Buongiorno tesoro, dormito bene?” mi chiese Roxy
buttandosi sul letto.
“Mmh abbastanza” risposi ancora assonnata.
“Zia, mi accompagni tu all’asilo vero?” mi chiese la
piccolina con i suoi occhioni scuri e la bocca a cuoricino: Come facevo a dirle
di no?!
“Certo tesoro” le risposi, stampandole un bacino sul
nasino.
Già, tutti i giorni pensavo a quanto velocemente
fosse cambiata la mia vita. Tutto iniziò quel 29 di Giugno di quattro anni fa.
Un messaggio sulla chat di whatsapp di Lottie, fu l’idea migliore che avrebbe
potuto avere, già, perché da lì iniziò una lunghissima corrispondenza tra me,
Roxy e Lottie. Ci conoscemmo per caso, su un sito di scrittura, loro
recensirono la mia storia, e fin dalla prima recensione capii che fossero
speciali. Facemmo amicizia, e in poco tempo iniziammo la corrispondenza. Fu
tutto un caso, non avremmo mai pensato che tre anni dopo avremmo diviso una
casetta insieme, con una bambina per di più. Quando finii gli studi
diplomandomi in estetica, decisi insieme alle altre di trasferirci qui, ad
Holmes Chapel per trovare un lavoro migliore, costruirci la nostra vita ed
inseguire i nostri sogni. Ovviamente realizzare un sogno non era una cosa da
poco, bisognava lavorare duro per raggiungere i propri obbiettivi, ma ciò che
avevo imparato da mia madre e mio padre era che non bisognava mai scoraggiarsi.
Lavoravo in un pub per mantenermi e facendo degli orari
serali, la paga era superiore e riuscivo a contribuire alle spese, pagare la
mia parte, e ovviamente provvedere a me stessa.
Roxy e Lottie erano le sorelle che non avevo mai
avuto. Avevamo sempre condiviso le gioie e i dolori. Eravamo sempre pronte ad
ascoltarci l’una con l’altra e ad aiutarci. Così fu anche due anni fa, quando
improvvisamente Lottie fu chiamata dall’ospedale: la sua migliore amica che
aspettava una bambina aveva partorito, ma lei non ce l’aveva fatta. Le aveva
lasciato un dono, una bambina: Julie. La sua migliore amica affidò la piccola a
Lottie che dopo poco tempo si trasferì da noi, ad Holmes Chapel. Crescere una
bambina non fu facile, eravamo alle prime armi, Lottie era distrutta per la
perdita della sua migliore amica, e io e Roxy ci corciammo le maniche per
aiutarla. Non fu facile, ma ci riuscimmo. La bambina aveva tre anni e anche tre
zie che le facevano da mamma. Era una bambina speciale, a volte il modo in cui
somigliava a sua madre era impressionante: i movimenti, l’espressione, il
carattere reincarnavano alla perfezione la madre.
Mi alzai ed andai in bagno a farmi una doccia. Dopo
mezz’ora ero pronta. Scesi al piano di sotto dove trovai Julie che mi aspettava
con lo zainetto in spalla e Roxy che mi porgeva prontamente una tazzina di
espresso.
“Grazie mille Roxy, sei un tesoro” le dissi
stampandole un bacio sulla guancia destra.
“Di niente Cris, ah stamattina io ho il turno quindi
quando torni probabilmente non mi troverai” mi disse apprensiva.
“Ok Roxy, buon lavoro… Amore hai dato un bacino alla
zia?” chiesi alla piccola che prontamente corse verso Roxy stampandole un bacio
sulla guancia.
Ci incamminammo e dopo 15 minuti arrivammo di fronte
all’asilo. Entrai e mi fermai nell’atrio appoggiandomi sulle ginocchia mantenendo
la stessa altezza della bambina.
“Mi raccomando, fai la brava tesoro” le dissi
baciandole il nasino. Lei in risposta mi strinse forte in un abbraccio, con
tutta la forza che una bimba di tre anni potesse avere.
Mi salutò con la manina ed entrò nell’aula assieme
alla maestra. Percorsi il piccolo vialetto costeggiato da un’aiuola e mi
incamminai verso il bar in cui andavo la maggior parte delle volte.
“Buongiorno Cris” mi disse Margaret, la barista, non
appena entrai.
“Buongiorno Margaret, mi fai il solito?” le chiesi
subito dopo.
“Certo arriva subito.” mi disse sorridendo. Ormai
ero una cliente abituale e sapeva a memoria i miei gusti: un caffè lungo con
molta schiuma.
“Ma hai saputo l’ultima notizia?” mi disse euforica
porgendomi la tazzina.
“No, che notizia?” chiesi curiosa.
“Signorina, mi fa tre caffe?” chiese un signore
bloccandola.
“Sì subito” rispose cordialmente, dimenticandosi di
cosa mi stesse per raccontare.
Non gli diedi tanto peso. Margaret era una di quelle
ragazze che conoscevano gli scoop e le notizie più scottanti di tutta la citta,
perciò pensai fosse una di quelle sue notiziole.
Pagai il mio caffè e uscii dal bar.
Decisi di farmi una passeggiata.
Camminavo guardandomi attorno e non potevo fare a
meno di notare il brulichio di persone che c’era. Percepivo una certa
agitazione e attesa nella gente per strada, ma non riuscivo a capirne il
motivo. Sembrava quasi che stessero allestendo la città per una festa, ma la
festa di paese c’era stata esattamente due settimane prima, perciò esclusi l’idea.
Pensai che probabilmente ciò che volesse dirmi Margaret aveva a che fare con
ciò che stava succedendo in città.
Mi diressi verso il mio posto preferito. Un piccolo
campo che in primavera si vestiva di viola per la nascita di fiori di lavanda.
Adoravo quel posto. Il profumo dei fiori, mi trasmetteva tranquillità per
questo ci andavo sempre quando avevo bisogno di rilassarmi o pensare.
Il tempo volò in fretta e andai a prendere Julie
all’asilo, per poi andare da Lottie in panetteria.
Percorremmo i pochi metri tra l’asilo e la
panetteria.
“Ziaa Lottiee” disse felice Julie correndo verso
Lottie, non appena varcò la porta della panetteria.
Ma la scena che mi ritrovai davanti fu tanto
esilarante quanto stramba.
Lottie fissava un ragazzo dai capelli ricci, infarinato
dalla testa ai piedi, che a sua volta fissava Lottie. Scoppiai a ridere non
riuscendo a contenermi e finalmente i due si voltarono verso di me. Il ragazzo
era quasi spaventato mentre Lottie era in uno stato tra l’incoscienza e
l’innamoramento.
Roxy’s POV
Erano passati ormai dei mesi da quando io, Cris e
Lottie ci eravamo trasferite ad Holmes Chapel. Quattro anni prima, quando ci
eravamo conosciute su un sito di scrittura, sapevo che tra di noi sarebbe nata
una profonda amicizia nonostante la distanza che ci divideva. Cominciammo a
parlare conoscendoci meglio, poi un giorno di tre anni fa, il 29 Giugno, Lottie
ci comunicò la sua idea: scriverci delle lettere ogni mese, raccontandoci tutto
quello che fosse successo durante quei giorni. E gli anni passarono così, noi
crescevamo e il legame diventava sempre più forte. Finii il liceo scientifico
pronta per realizzare il mio sogno: andare a studiare in Inghilterra e volevo
che accanto a me ci fossero anche le mie sorelle Cris e Lottie.
Ma si sa che nella vita per ottenere qualcosa
bisogna lavorare duro.
Quando comunicai l’idea ai miei genitori
inizialmente mi guardarono molto scettici, in realtà sapevo che non erano
contrari alla mia decisione, ma solo in pensiero per me: la loro unica figlia
lontana in un altro Paese li intristiva. Spiegai loro che non sarei stata sola,
che con me sarebbero venute anche Lottie e Cris e furono molto più sollevati.
Contattammo degli zii che vivevano in un paese del
Cheshire, Holmes Chapel, che furono molto contenti della mia idea e che ci
aiutarono a trovare un appartamentino che andasse bene per noi tre, non molto
lontano da casa loro. Quando lo comunicai la sera alle ragazze ne furono
entusiasta.
Sarebbe iniziata una nuova vita per noi.
Io e Cris ci trasferimmo per prime in Inghilterra,
Lottie ci raggiunse appena finì il liceo. Eravamo finalmente unite.
Lottie portò con sé una bambina, Julie, di ormai tre
anni. La sua migliore amica non ce l’aveva fatta e appena aveva partorito le
aveva lasciato questo dono. All’inizio non fu facile, eravamo inesperte e
Lottie aveva perso la sua migliore amica, ma pian piano superammo tutto,
trovammo dei lavori che ci avrebbero permesso di mantenerci e di pagare le
spese e ci occupammo della bambina.
Era passato molto tempo da quei giorni eppure a
volte non mi capacitavo di come fosse potuta cambiare la mia vita così
velocemente.
La sveglia suonò molto presto quella mattina. Sarei
rimasta comodamente nel mio letto ancora per un po’ se non fosse stato che dovevo
correre al lavoro.
Con un gesto secco spensi l’aggeggio e mi alzai dal
letto: un’altra giornata era appena cominciata.
Mi precipitai in bagno e feci una doccia veloce, e
dopo poco ero già pronta e uscii dalla stanza.
“Cris sta ancora dormendo?” chiese Lottie impegnata
a prepararsi per il lavoro, con lei c’era anche la piccola Julie.
“Sì. Ieri è tornata tardi” risposi mentre correva in
bagno a lavarsi i denti.
“La porfa lei a Jfulie a scuola all’asfilo, vero? -,
mi chiese con ancora il dentifricio in bocca.
“Certo, tranquilla” la rassicurai trattenendo le
risate, cosa che mi riuscì solo per poco tempo.
“Uffa Roxy! Non ti ci mettere anche tu! Sono già in
ritardo!” mi fulminò con lo sguardo per le mie risate e poi corse via.
Scossi la testa sorridendo, non si poteva certo dire
che di prima mattina fosse di buon’umore.
“Allora piccola” mi abbassai alla sua altezza,
aggiustandole il colletto della camicetta che indossava ”Andiamo a fare
colazione?” le sorrisi. La piccola mi guardò con i suoi occhioni scuri e annuì,
rivolgendomi un sorriso.
Le scompigliai i capelli e “vieni, preparo la
colazione e poi andiamo a svegliare zia Cris” le dissi prima di prenderla tra
le mie braccia.
Mi diede un bacio sulla guancia e si accoccolò sulla
mia spalla. In cucina la feci sedere e cominciai a preparare la colazione. La
scrutai attentamente mentre versavo del latte in un pentolino. Julie si portò
una manina alla bocca e sbadigliò, poi si strofinò un occhio.
“Sei stanca tesoro?” le chiesi versando il latte non
appena raggiunse la giusta temperatura, nella bottiglina. Julie annuì, la
raggiunsi e “sei una dormigliona” le sorrisi pizzicandole una guancia.
“Bevi tutto ok?” le diedi la bottiglina e preparai
la caffettiera.
“Zia ho finito” mi richiamò poco dopo Julie.
“Ma brava amore! E adesso andiamo a svegliare la
zia” le afferrai delicatamente una manina.
“Zia Cri, zia Crii” la piccola Julie corse a
svegliare Cris tirandole delicatamente il braccio.
“Buongiorno tesoro, dormito bene?” le chiesi
buttandomi sul suo letto.
“Mmh abbastanza” mormorò Cris.
“Zia mi accompagni tu all’asilo, vero?” le chiese
Julie.
“Certo tesoro” le rispose Cris stampandole un bacino
sul naso.
Dopo poco uscimmo dalla sua stanza lasciandole il
tempo per prepararsi.
Preparai lo zainetto per Julie e le misi il cappottino
e lo zaino in spalla.
Dopo mezz’ora Cris era pronta. Le porsi la sua
tazzina di espresso.
“Grazie mille Roxy, sei un tesoro” mi disse
stampandomi un bacio sulla guancia destra.
“Di niente Cris, ah stamattina io ho il turno quindi
quando torni probabilmente non mi troverai” le risposi apprensiva.
“Ok Roxy, buon lavoro… Amore hai dato un bacino alla
zia?” si rivolse alla piccola Julie, che corse a darmi un bacio sulla guancia,
poi uscirono di casa.
Preparai la mia borsa con l’occorrente. Poi indossai
il cappotto e la sciarpa e uscii di casa.
L’aria fredda mi colpì in pieno viso facendomi
rabbrividire, aggiustai meglio la sciarpa attorno al collo. Come ogni mattina
mi recavo al lavoro, che non distava molta da casa a piedi.
Le strade brulicavano di gente e c’era abbastanza
traffico per una piccola cittadina come Holmes Chapel. Mi guardai attorno
stranita, fantasticando sull’arrivo, impossibile, di qualche celebrità.
Scacciai via il pensiero e proseguii dritta fino al
lavoro.
“Buongiorno Crystal” rivolsi un sorriso alla mia
collega prima di correre ad indossare il grembiule.
Mi misi subito all’opera sfoggiando sorrisi e
chiedendo ai clienti cosa desiderassero ordinare. Lavorare in un fastfood non
era il massimo, ma dovevo accontentarmi.
La giornata passò così velocemente che quasi non me
ne accorsi.
Quando uscii dal locale mi ricordai di dover fare la
spesa. Mi recai al supermarket più vicino e acquistai l’essenziale.
Alla cassa il mio sguardo era sulla strada: i
clacson delle automobili risuonavano nelle mie orecchie.
“C’è molto traffico oggi” diedi voce ai miei
pensieri.
“Si dice sia in arrivo un gruppo famoso” assorta
ancora nei miei pensieri mi voltai a guardare l’anziana cassiera. Annuii
distrattamente mentre sistemavo i prodotti in delle buste.
Un gruppo famoso? Tutto mi risultava così strano e
poi in città non c’era nessun cartello pubblicitario che ne avvertisse
l’arrivo. Che l’anziana signora si fosse sbagliata?
“Ecco a lei” sistemai il resto nel portafoglio e rivolsi un sorriso cordiale alla cassiera prima di uscire dal supermercato.
Angolo autrici:
Salve a tutti! <3Dopo più di un mese di "work in progress",ecco a voi il primo capitolo della nostra storia! <3 Dunque, siamo tre ragazze( Ninacrystina, Love00,ineedofthem) e abbiamo deciso di scrivere questa storia a 6 mani (?)
Ci firmeremo Cris, Lottie, Roxy, dipende da chi pubblica il capitolo!ahahaha :)
Nel prossimo capitolo inseriremo anche il banner, in modo tale che possiate vedere anche i vari personaggi. Speriamo che questa storia abbia un bel numero di visualizzazioni e che vi piaccia. Vi preghiamo di recensire con il cuore in mano, perchè è davvero davvero importante! <3
Ci sentiamo nel prossimo capitolo meraviglie!
Cris, Lottie and Roxy vi lasciano un enorme bacio! <3 <3